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    Riciclaggio, droga e immigrazione clandestina: 11 arresti tra Napoli e Roma

    All’alba, nelle province di Roma e Napoli, i Carabinieri della Compagnia di Roma Cassia, su mandato della Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della stessa Procura.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloL’operazione, condotta con il supporto dei comandi territoriali, del Nucleo Cinofili di Roma Santa Maria di Galeria e del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Roma Urbe, ha portato all’arresto di 11 persone: 2 in custodia cautelare in carcere e 9 agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a reati quali riciclaggio, ricettazione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, estorsione, e traffico di sostanze stupefacenti. L’indagine, avviata dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Roma Cassia tra giugno 2020 e agosto 2021, ha consentito di raccogliere gravi indizi grazie all’analisi di telefoni sequestrati, testimonianze, intercettazioni telefoniche, pedinamenti e analisi di conti correnti bancari. Sono emerse prove dell’esistenza di un gruppo criminale dedito a truffe informatiche tramite phishing, con la creazione di false pagine web di istituti bancari. Le truffe hanno fruttato circa 100 mila euro sottratti a ignari cittadini. Le indagini hanno inoltre rivelato il coinvolgimento degli arrestati nella ricettazione di opere d’arte, tra cui libri storici del XVIII e XIX secolo, rubati da collezioni private in provincia di Novara e da una biblioteca nel napoletano.
    È stato anche possibile ricostruire i canali di trasferimento dei proventi illeciti, occultati tramite conti correnti e carte prepagate intestate a prestanome o a una società romana. La gang favoriva anche l’immigrazione clandestina Parte dell’indagine ha riguardato il supporto logistico offerto a cittadini extracomunitari (afghani, bangladesi, pakistani e indiani) per favorire la loro permanenza e spostamenti all’interno dell’Unione Europea. Inoltre, sono stati raccolti indizi riguardo al traffico di droga da parte di alcuni membri del gruppo, che usavano minacce e violenza, inclusi sequestri di persona, per riscuotere pagamenti in ritardo. Nel corso delle indagini, sono state arrestate 7 persone in flagranza di reato per possesso di documenti falsi e droga, e altre 6 sono state arrestate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Croazia e Slovenia grazie alla collaborazione con le forze di polizia locali. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Omaggio a Massimo Troisi alla Mostra del Cinema di Venezia

    Venezia si prepara a celebrare uno dei più grandi talenti del cinema italiano. Venerdì 6 settembre, in occasione del trentennale della scomparsa di Massimo Troisi e dell’uscita nelle sale del suo ultimo capolavoro, “Il Postino”, la 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dedica una giornata speciale all’attore e regista napoletano.PUBBLICITA

    L’iniziativa, nata da un’idea di Maria Grazia Cucinotta e realizzata grazie alla collaborazione tra Hollywood Communication, La Biennale di Venezia, Settimana della Critica, Giornate degli Autori, Regione Campania e Film Commission Regione Campania, si preannuncia come un evento imperdibile.
    Punti Chiave ArticoloLa giornata prenderà il via con un incontro stampa alla presenza di un parterre di stelle e personalità del mondo del cinema, tra cui la stessa Cucinotta, Anna Bonaiuto, Enzo De Caro, Vincenzo Ferrera, la sceneggiatrice Anna Pavignano e i rappresentanti della Regione Campania. La serata sarà invece dedicata alla proiezione di “Il Postino”, il film che ha incantato il mondo e che ha valso a Troisi una meritatissima candidatura all’Oscar. Sarà un’occasione unica per rivivere le emozioni di un capolavoro che ha segnato la storia del cinema italiano e internazionale. Un omaggio che va oltre Venezia L’omaggio a Massimo Troisi non si limiterà alla Mostra del Cinema. A inizio ottobre, il Palazzo Reale di Napoli ospiterà un evento dedicato al grande attore nell’ambito del Campania Libri Festival. Un ricordo indelebile Trent’anni dopo la sua scomparsa, Massimo Troisi continua a vivere nel cuore di milioni di persone. La sua comicità, la sua umanità e il suo talento sono un patrimonio inestimabile per il nostro Paese.
    Un’eredità che va oltre il tempo Con questa serie di iniziative, si vuole non solo celebrare la figura di Massimo Troisi, ma anche tramandare la sua eredità alle nuove generazioni, affinché il suo genio possa continuare a illuminare il nostro presente e il nostro futuro. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Asaps, 33 morti sulle strade nell’ultimo fine settimana

    Sono state 33 le vittime della strada in Italia nell’ultimo fine settimana, dal 30 agosto all’1 settembre, in lieve diminuzione rispetto alle 36 del weekend precedente.PUBBLICITA

    Si tratta – secondo i dati forniti dall’Asaps, l’Associazione sostenitori della Polizia stradale – di dieci automobilisti, 14 motociclisti, 5 pedoni, due ciclisti, un conducente di autocarro e la passeggera di un rimorchio agricolo.
    La vittima più giovane un ragazzo di 17 anni, la più anziana una donna di 83, sette avevano meno di 35 anni.
    Nel report sono stati considerati i decessi di tre donne di 35, 52 e 83 anni e due uomini di 19 e 60 anni che erano rimasti gravemente feriti nei precedenti fine settimana.
    Due incidenti plurimortali hanno provocato quattro vittime, mentre la fuoriuscita del veicolo senza il coinvolgimento di terzi è stata la causa di 15 incidenti fatali, 12 quelli avvenuti su strade statali e provinciali. Il numero più elevato di mortali si è contato nel Lazio, con 5 vittime, seguono con 4 Lombardia, Veneto e Puglia, 3 in Piemonte ed Emilia-Romagna, 2 in Trentino-Alto Adige e una in Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna.
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    Rilievi topografici: tecniche, strumenti e procedure essenziali

    Il rilievo topografico rappresenta una delle attività più cruciali nell’ambito della geodesia e dell’ingegneria civile. Esso permette di rappresentare accuratamente la superficie terrestre, fornendo dati indispensabili per la progettazione di opere civili, per la gestione del territorio e per molte altre applicazioni tecniche. PUBBLICITA

    Comprendere come si effettuano i rilievi topografici è fondamentale per chi opera in questi settori, poiché la precisione del rilievo influisce direttamente sulla qualità del progetto finale. L’articolo esplorerà le tecniche, gli strumenti, le procedure essenziali, nonché l’importanza dei droni per rilievi topografici.
    Punti Chiave Articolo Cos’è un rilievo topografico e a cosa serve? Il rilievo topografico è un processo di misurazione che mira a determinare la posizione esatta dei punti sulla superficie terrestre e a rappresentarli graficamente. Questa operazione viene utilizzata per ottenere una mappa dettagliata di un’area, essenziale per molteplici settori, tra cui l’edilizia, l’ingegneria civile, l’agricoltura e la gestione del territorio.  I rilievi topografici trovano applicazione anche nella pianificazione urbana, nella progettazione di infrastrutture, nella realizzazione di impianti agricoli e nella gestione delle risorse naturali. Le diverse tecniche di rilievo topografico Esistono varie tecniche per eseguire un rilievo topografico, ciascuna con le proprie specificità, vantaggi e svantaggi.
    Rilievo topografico classico: Questa tecnica utilizza strumenti come la stazione totale e il GPS. La stazione totale è uno strumento ottico-elettronico che combina un teodolite elettronico con un distanziometro elettronico (EDM), consentendo di misurare angoli e distanze con alta precisione. Il GPS, invece, sfrutta i satelliti per determinare le coordinate di punti sulla superficie terrestre. Questo metodo è preciso, ma può essere complesso in aree con ostacoli che impediscono la visibilità diretta del cielo. Rilievo fotogrammetrico: Si basa sull’acquisizione di immagini aeree tramite droni o aerei, che vengono successivamente elaborate per ottenere modelli tridimensionali del terreno. Questo metodo è rapido e consente di coprire ampie aree, ma la precisione può essere influenzata dalle condizioni atmosferiche e dalla risoluzione delle immagini acquisite. Laser scanning terrestre: Questa tecnica utilizza uno scanner laser per misurare con estrema precisione la distanza tra il dispositivo e i punti sulla superficie terrestre. Il laser scanning è particolarmente utile in ambienti complessi, come le aree urbane o i siti archeologici, dove è necessario acquisire dettagli minuti e difficili da rilevare con altre tecniche. Tuttavia, richiede un’elaborazione dati sofisticata. Strumenti essenziali per il rilievo topografico Gli strumenti utilizzati nei rilievi topografici sono molteplici e variano a seconda della tecnica impiegata. Stazione totale: Uno degli strumenti più versatili, combina la misura degli angoli e delle distanze in un unico dispositivo, rendendolo essenziale per la maggior parte dei rilievi topografici. GPS: Utilizzato per la determinazione delle coordinate geografiche con elevata precisione, è fondamentale nei rilievi su larga scala. Livelli: Questi strumenti sono utilizzati per determinare le differenze di altezza tra i punti. Sono essenziali per ottenere dati altimetrici precisi, necessari per la progettazione di infrastrutture come strade e ferrovie. Teodolite: Simile alla stazione totale, il teodolite è utilizzato per la misura degli angoli orizzontali e verticali, ma non include un distanziometro. È uno strumento fondamentale nei rilievi classici. Droni: Sempre più utilizzati nei rilievi fotogrammetrici, i droni sono dotati di fotocamere ad alta risoluzione o sensori LiDAR per acquisire dati dall’alto con grande dettaglio. Software di elaborazione dati: Gli strumenti digitali per l’elaborazione dei dati acquisiti, da non confondere con i software cloud , sono essenziali per trasformare le misurazioni in mappe e modelli tridimensionali, fondamentali per l’analisi e la progettazione. Procedure fondamentali per un rilievo topografico accurato Il processo di un rilievo topografico richiede una serie di passaggi ben definiti per garantire risultati affidabili. Pianificazione: Prima di iniziare, è fondamentale stabilire gli obiettivi del rilievo, selezionare gli strumenti appropriati e definire l’area di interesse. Acquisizione dati sul campo: Questa fase consiste nella raccolta delle misurazioni effettive sul terreno, utilizzando gli strumenti scelti durante la pianificazione. Elaborazione dati: I dati raccolti vengono trasferiti a software specializzati, dove vengono elaborati per generare mappe, modelli digitali del terreno e altri output richiesti. Restituzione grafica: Il risultato finale viene rappresentato graficamente sotto forma di mappe topografiche, profili altimetrici o modelli tridimensionali, pronti per essere utilizzati nei progetti successivi. Rilievi topografici con i droni: una rivoluzione nel settore L’utilizzo dei droni per i rilievi topografici ha introdotto una vera e propria rivoluzione nel settore. Grazie alla loro capacità di volare a bassa quota, i droni possono acquisire dati con una rapidità e una precisione senza precedenti.  I principali vantaggi dell’uso dei droni includono la riduzione dei tempi e dei costi rispetto ai metodi tradizionali, oltre a una maggiore sicurezza per gli operatori, che possono evitare l’accesso a terreni impervi.  Inoltre, i droni possono essere equipaggiati con diverse tipologie di sensori, come fotocamere ad alta risoluzione e LiDAR, per acquisire immagini dettagliate e dati tridimensionali del terreno. Errori comuni da evitare nel rilievo topografico Nonostante l’adozione di tecnologie avanzate, è possibile commettere errori durante un rilievo topografico. Tra i più frequenti vi sono: Errori di misurazione: Possono derivare dall’uso improprio degli strumenti o da condizioni ambientali avverse. Errori di calcolo: Si verificano durante l’elaborazione dei dati e possono portare a risultati imprecisi se non rilevati tempestivamente. Errori di interpretazione dati: Un’errata interpretazione delle informazioni raccolte può compromettere la qualità del progetto finale. Per evitare questi errori, è fondamentale seguire procedure rigorose e utilizzare strumenti di qualità. Inoltre, l’adozione di tecnologie avanzate, come i droni per rilievi topografici, può ridurre significativamente il margine di errore, migliorando la precisione e l’efficienza del rilievo. LEGGI TUTTO

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    A 6 anni cade dall’altalena e muore colpita alla testa

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    Una bambina di 6 anni è morta dopo essere caduta da un’altalena e aver subito un colpo alla testa in un parco a Villongo, in provincia di Bergamo.
    L’altalena coinvolta nell’incidente è stata posta sotto sequestro. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, la bambina, di origine marocchina e residente a Credaro (Bergamo), stava giocando sull’altalena quando, per ragioni ancora da chiarire, è caduta e l’altalena, continuando il suo movimento, l’ha colpita violentemente alla testa.
    La madre era presente nel parco, ma non ha assistito alla tragedia. Nonostante i soccorsi del 118 siano intervenuti tempestivamente, la bambina non ce l’ha fatta. È probabile che venga effettuata un’autopsia sul corpo.
    La vittima, Lahmar Ritaj, abitava a Credaro con la sua famiglia di origine marocchina. L’incidente è avvenuto intorno alle 21:15 nel parco giochi di piazza Vittorio Veneto a Villongo.
    La bambina è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Bergamo con l’elisoccorso, ma è deceduta poco dopo l’arrivo, intorno alle 23. Dalle prime ricostruzioni, anche grazie alle riprese delle telecamere del parco, sembra che la bambina stesse usando un’altalena progettata per disabili e fosse spinta da altri bambini.
    Improvvisamente è caduta, e l’altalena l’ha colpita alla testa, provocando un trauma cranico fatale. Il sostituto procuratore Letizia Aloisio ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, ha sequestrato l’altalena e predisposto una perizia tecnica. Non è ancora stato deciso se eseguire l’autopsia.

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    Scassinata l’auto di Ciro Poppella a Roma

    PUBBLICITA

    Brutta avventura per Ciro Poppella e sua moglie Anna, che hanno trovato la macchina scassinata dai ladri in pieno centro a Roma.
    Il furto si è consumato a fine agosto, quando il pasticciere di rientro da una crociera nel Mediterraneo dal porto di Civitavecchia aveva deciso con sua moglie di fare un giro per visitare le bellezze delle vie del centro di Roma.
    Al loro ritorno hanno trovato i vetri rotti della loro auto. I malviventi hanno svuotato l’auto rubando borse e alcune valigie.
    Sul posto sono accorsi i carabinieri e Ciro Poppella ha subito sporto denuncia, nella speranza di ritrovare gli oggetti trafugati.
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    Pompei regina indiscussa della Domenica al Museo: quasi 19mila visitatori

    Pompei. L’antica città sepolta dal Vesuvio si conferma ancora una volta la meta più ambita dagli italiani appassionati di storia e archeologia.PUBBLICITA

    La prima domenica di settembre, in occasione dell’iniziativa “Domenica al Museo”, gli scavi di Pompei hanno registrato un afflusso record di 18.356 visitatori, superando di gran lunga le aspettative e confermandosi come uno dei siti archeologici più visitati al mondo.
    A seguire nel podio delle località più gettonate troviamo il Pantheon di Roma con 14.759 visitatori e il Colosseo con 14.576. Anche il Sud Italia si distingue, con la Reggia di Caserta che conquista il quarto posto con 10.584 ingressi, superando le prestigiose Gallerie degli Uffizi.
    Un successo che premia gli sforzi di valorizzazione del patrimonio culturale italiano.”Siamo estremamente soddisfatti di questi risultati”, ha commentato il direttore del Parco Archeologico di Pompei.
    “L’alto numero di visitatori dimostra l’attrattiva senza tempo di Pompei e il successo delle iniziative di valorizzazione che stiamo portando avanti. Questo dato ci incoraggia a proseguire nel nostro impegno per rendere sempre più fruibile e accessibile questo straordinario patrimonio”.
    Napoli e le altre città d’arte non sono da meno.
    Anche il capoluogo campano ha registrato un ottimo afflusso di visitatori nei suoi musei statali. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha accolto 3.600 persone, mentre Palazzo Reale e Castel Sant’Elmo hanno registrato rispettivamente 2.907 e 2.835 ingressi.

    Un’opportunità per riscoprire le bellezze del nostro Paese.
    L’iniziativa “Domenica al Museo”, promossa dal Ministero della Cultura, si conferma un’ottima occasione per avvicinare un pubblico sempre più vasto al patrimonio artistico e culturale italiano. L’ingresso gratuito nei musei e nei parchi archeologici statali rappresenta un’opportunità unica per scoprire le bellezze del nostro Paese e per sostenere la valorizzazione del nostro patrimonio.
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    Strage di Paderno, 17enne confessa omicidio di padre, madre e fratello: “Ho ucciso tutti”

    Paderno Dugnano è sotto shock dopo la tragica confessione di un ragazzo di 17 anni che ha ammesso di aver ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni. La drammatica vicenda si è svolta nella notte, quando il giovane ha chiamato il 118, confessando inizialmente solo l’omicidio del padre. Durante l’interrogatorio presso la caserma dei carabinieri, il 17enne ha ammesso la responsabilità per l’intero triplice omicidio, dopo aver inizialmente cercato di scaricare la colpa sul padre, sostenendo di aver agito per difesa.PUBBLICITA

    Secondo la prima versione fornita dal giovane, il padre avrebbe ucciso la madre e il fratellino, costringendolo a difendersi e a colpire l’uomo. Tuttavia, gli inquirenti, sin dai primi istanti, hanno avuto forti dubbi su questa ricostruzione. Troppi elementi sulla scena del crimine non combaciavano con quanto dichiarato dal ragazzo. Dopo essere stato messo sotto pressione durante l’interrogatorio, il 17enne ha ceduto, confessando di essere l’autore di tutti e tre gli omicidi.
    Le indagini, che inizialmente erano state condotte congiuntamente dalle procure di Monza e Milano, sono ora affidate alla procura dei minori di Milano, dopo la confessione del ragazzo. La comunità di Paderno Dugnano è incredula e sgomenta per quanto accaduto. “Non riesco ancora a credere a quello che è successo”, ha dichiarato Andrea, un vicino della famiglia.
    “Era una famiglia fantastica, felice”, aggiunge, ricordando i momenti trascorsi con loro. Andrea ha raccontato come sua figlia fosse stata per anni compagna di scuola del ragazzo, e come lui stesso avesse frequentato la casa della famiglia. “Abbiamo passato dei bei momenti insieme, non riesco a spiegarmi cosa possa essere accaduto”, ha concluso visibilmente sconvolto. LEGGI TUTTO

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    Triplice omicidio a Paderno, il figlio al 112 ‘Ho ucciso papà’

    Un fatto di sangue ha scosso la comunità di Paderno Dugnano. Nella notte tra sabato e domenica all’interno di una villetta si è consumata una tragedia familiare che ha visto perdere la vita tre persone.PUBBLICITA

    A lanciare l’allarme è stato il figlio più giovane della coppia, un ragazzo di 17 anni, che ha chiamato i soccorsi confessando di aver ucciso il padre. Secondo una prima ricostruzione, il giovane, al rientro a casa, avrebbe fatto una macabra scoperta: la madre e il fratello di 12 anni giacevano senza vita nella loro camera da letto, colpiti da numerose coltellate.
    In preda alla disperazione e al terrore, il 17enne si sarebbe diretto nella camera del padre, dove lo avrebbe trovato armato di un coltello da cucina.
    A quel punto, si sarebbe consumato un tragico scontro, al termine del quale il padre sarebbe rimasto ucciso.
    Sul luogo del delitto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Il coltello utilizzato per commettere gli omicidi è stato rinvenuto e sequestrato.
    Le indagini
    Gli inquirenti stanno ora cercando di capire cosa abbia spinto il giovane a compiere un gesto così efferato. Sono in corso interrogatori approfonditi del 17enne, che al momento si trova presso una struttura protetta. Verrà inoltre disposta l’autopsia sui corpi delle vittime per chiarire ogni dubbio sulla causa della morte e sull’orario in cui si sono verificati i fatti.

    Al vaglio degli investigatori anche le testimonianze dei vicini di casa e l’analisi dei cellulari dei coinvolti, alla ricerca di eventuali messaggi o chiamate che possano far luce sul movente del delitto.
    Un quadro familiare difficile
    Dalle prime informazioni raccolte, sembra che all’interno della famiglia vi fossero da tempo tensioni e dissapori. Alcuni vicini hanno riferito di aver sentito spesso urla e litigi provenire dall’abitazione. Non è escluso, quindi, che il tragico epilogo sia il frutto di una lunga serie di conflitti non risolti.
    La comunità di Paderno Dugnano è sconvolta da quanto accaduto. Il sindaco,, ha espresso profondo cordoglio per le vittime e ha assicurato la massima collaborazione con le forze dell’ordine.
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    Rientrata la rivolta nel carcere minorile Beccaria di Milano

    E’ stata sedata all’alba di oggi la rivolta scoppiata ieri nell’istituto penale minorile Beccaria di Milano, dove si sono registrati danni ingenti.PUBBLICITA

    Lo riferisce la Uilpa Polizia penitenziaria. Il bilancio è di alcuni contusi non gravi, anche fra gli agenti, e di un detenuto ricoverato in ospedale e piantonato dalla polizia di Stato, in mancanza di operatori penitenziari.
    Tutti rintracciati i quattro detenuti che hanno cercato di evadere durante la rivolta, cui avrebbero preso parte tutti i 59 reclusi presenti.
    “Dopo una notte di ordinaria follia, che, nostro malgrado, non è né un modo di dire né un luogo comune, sono da poco rientrati i gravissimi disordini in corso da ieri sera presso l’Istituto Penale per Minorenni ‘Cesare Beccaria di Milano’.
    Grazie alla straordinaria opera delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria presenti e intervenuti liberi dal servizio, non ci sono state conseguenze irreparabili, ma si registrano alcuni contusi non gravi, sia fra i detenuti sia fra gli agenti, un ristretto è stato ricoverato in ospedale ed è momentaneamente piantonato dalla Polizia di Stato per mancanza di operatori della Penitenziaria.
    Il piantonamento sarà rilevato alle 8.00 dalla Polizia penitenziaria, peraltro con agenti che hanno lavorato fino alle 5.00 passate, dopo meno di tre ore di riposo. Ingenti i danni alla struttura”, ha raccontato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

    “Nel corso dei disordini, cui avrebbero preso parte tutti i 58 reclusi presenti, diversi hanno tentato di evadere e ben 4 sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma dopo ore di ricerche sono stati tutti rintracciati all’interno del perimetro che delimita il carcere e altri uffici del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità”, ha riferito il sindacalista.
    “Quanto nuovamente accaduto a Milano, preceduto da fatti analoghi sempre al Beccaria così come al ‘Ferrante Aporti’ di Torino e in molti altri istituti per minorenni del Paese, è la prova provata del fallimento organizzativo e gestionale del sistema penale inframurario minorile, che fa il paio con quello per gli adulti. Urge un cambio di passo che deve essere dettato dalla politica, prim’ancora che dalle amministrazioni.
    Il sistema va messo in sicurezza potenziando i presidi a partire dagli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18 mila unità, implementando ed efficientando le strutture e riorganizzando l’intero apparato.
    Sarebbe peraltro il caso di ripensare la scelta di mantenere negli istituti penali per minorenni ristretti fino a 25 anni d’età. Auspichiamo che dal Ministero della Giustizia e dal Governo già in mattinata facciano sentire la loro voce con argomenti concreti e, soprattutto, che si varino misure tangibili e immediate. Temiamo, tuttavia, di dover nuovamente ascoltare i soliti ritornelli stonati con roboanti annunci vuoti di contenuto”, ha concluso De Fazio.
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    Morti sul lavoro, il monitoraggio: sei regioni in ‘zona rossa’, c’è anche la Campania

    Nel primo semestre del 2024, la tragedia delle morti sul lavoro in Italia ha visto una preoccupante ripresa, con 364 vittime registrate, in aumento rispetto ai 346 del 2023. Questo trend interrompe il calo avviato tra il 2021 e il 2022, quando i decessi erano scesi da 444 a 342. A influenzare i dati del 2021 era stato il Covid-19, che aveva aggravato la situazione lavorativa.
    Secondo l’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, che ha elaborato il primo monitoraggio quadriennale (2021-2024), il Trentino-Alto Adige è rimasto in “zona rossa” per quattro anni consecutivi, segnando la massima insicurezza sul lavoro. Al contrario, la Sardegna si è confermata la regione più sicura, in “zona bianca” per tutto il periodo.
    L’analisi ha sottolineato come l’incidenza delle morti sul lavoro rispetto alla popolazione attiva sia un indicatore più preciso rispetto ai numeri assoluti delle vittime. Il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato, ha dichiarato: “Nel 2024, l’incidenza è salita a 15,4 morti per milione di lavoratori, rispetto ai 14,7 del 2023, mostrando che il problema dell’insicurezza persiste nonostante la fine dell’emergenza pandemica”.
    I settori più colpiti rimangono Costruzioni, Manifatturiero e Trasporti, con un incremento significativo nei decessi registrati nelle costruzioni, probabilmente influenzato dalla ripresa del settore edilizio. Un dato preoccupante riguarda i lavoratori stranieri, che mostrano un’incidenza di mortalità molto più alta rispetto agli italiani, passando da 25,7 morti per milione nel 2021 a 34,1 nel 2024.
    Giovani e anziani continuano a essere categorie vulnerabili: tra i lavoratori più giovani (15-24 anni), l’incidenza è aumentata a 13,6 nel 2024, mentre per gli over 65 il tasso è schizzato a 65,8. Inoltre, i lunedì e martedì risultano essere i giorni più a rischio per gli infortuni mortali, sottolineando la necessità di maggiori controlli nei giorni di inizio settimana.
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    “Così abbiamo incastrato l’assassino di Sharon Verzeni”: il racconto dei testimoni chiave

    “L’unico rimpianto è non aver potuto fare qualcosa per salvare Sharon. Se fossimo stati più vicini al luogo dell’omicidio, forse avremmo potuto salvarla”. PUBBLICITA

    E’ il racconto dei testimoni chiave, due ragazzi (italiani di origine marocchina) di 25 e 23 anni che hanno dato un aiuto decisivo ai carabinieri nell’identificazione del famoso ‘uomo in bicicletta’, oveero Moussa Sangare, il 31enne reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni.
    Il racconto di quella notte, riportato da Repubblica: “Io mi sto allenando per il titolo italiano di kickboxing, lui gioca a calcio in prima categoria. Quella sera eravamo usciti come al solito molto tardi per allenarci.
    Era più o meno mezzanotte, eravamo a Chignolo vicino alla farmacia e davanti al cimitero dove ci siamo fermati per fare delle flessioni. A quel punto sono passati due nordafricani in bicicletta, poi un terzo.
    Lui ci è rimasto impresso, perché era un po’ strano. Aveva una bandana in testa e un cappellino, uno zaino e gli occhiali. Ci ha fissato a lungo e poi ci ha fatto una smorfia. Non lo avevamo mai visto prima”.
    “Abbiamo raccontato di quel ragazzo quando siamo stati chiamati in caserma. A un certo punto ci hanno fatto anche i complimenti perché ci ricordavamo tutto. Ora ci sentiamo orgogliosi per essere stati utili all’identificazione dell’assassino. Il rimpianto che ci resta è non aver potuto fare qualcosa per Sharon.

    Non essere stati più vicini a via Castegnate. In quel caso forse avremmo potuto salvarla. Magari l’assassino ha visto una preda facile, come quei due ragazzini che voleva aggredire. Quando ha incrociato noi, invece, ci ha solo guardato male ed è andato avanti.Ci ha fissato a lungo e poi ci ha fatto una smorfia. Non lo avevamo mai visto prima”.
    “Abbiamo raccontato di quel ragazzo quando siamo stati chiamati in caserma. Siamo rimasti sorpresi, non abbiamo mai pensato che l’assassino potesse essere lui – hanno aggiunto – Anche se si vedeva che era uno che non stava bene. Abbiamo provato comunque un grande sollievo, perché non avevamo saputo più nulla sulle indagini.
    Ora ci sentiamo orgogliosi per essere stati utili all’identificazione dell’assassino. Il rimpianto che ci resta è di non aver potuto fare qualcosa per Sharon. Non essere stati più vicini a via Castegnate. In quel caso forse avremmo potuto salvarla. Magari l’assassino ha visto una preda facile, come quei due ragazzini che voleva aggredire. Quando ha incrociato noi, invece, ci ha solo guardato male ed è andato avanti”.
    “Noi – concludono – abbiamo avuto la cittadinanza da ragazzini, a 15 anni. Vogliamo far riflettere che se il killer è di origini straniere, lo siamo anche noi. Forse senza la nostra testimonianza sarebbe libero. Pensiamo di aver fatto il nostro dovere”.
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