Cronache » Primo Piano » Il clan Partenio aveva messo le mani sulle aste immobiliari: 14 arresti. I NOMI
Primo Piano
Pubblicato
12 ore fa circa (10:35)
il
9 Novembre 2020
Il clan Partenio aveva messo le mani sulle aste immobiliari: 14 arresti.
I Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri di Avellino e della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 indagati (8 da restringere in carcere e 6 ai domiciliari) e al sequestro preventivo di 5 società e dei relativi beni, crediti, azioni e quote sociali, per un valore complessivo stimato di circa 4 milioni di euro. Gli indagati sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di più reati, quali Associazione per delinquere di tipo mafioso, Estorsione, Scambio elettorale politico-mafioso, Turbata libertà degli incanti, Falsità materiale, Truffa, Trasferimento fraudolento di valori e Riciclaggio.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal GIP di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo partenopea, che ha coordinato le attività condotte congiuntamente dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri di Avellino e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.L’indagine, convenzionalmente denominata “ASTE OK”, ha consentito di disarticolare un’organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del cosiddetto Nuovo Clan Partenio (egemone nel capoluogo irpino, oggetto dell’operazione “PARTENIO 2.0”, condotta il 14 ottobre del 2019), nonché da imprenditori e professionisti.Dalle risultanze investigative è infatti emerso un contesto di espansione degli interessi criminali del gruppo camorristico ai redditizi settori delle aste e delle acquisizioni immobiliari, unito a un sempre forte e corrispondente interesse a influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino, allo scopo di accedere alla “cabina di regia” delle scelte operate dalla Pubblica amministrazione, per esempio, per l’appunto, in materia urbanistica ed edilizia.
In particolare, anche attraverso le elaborate investigazioni economico-finanziarie sviluppate per seguire i trasferimenti di immobili ceduti all’asta e gli anomali flussi di regolamento, l’indagine ha consentito di acclarare forti legami tra alcuni sodali del clan camorristico, i titolari di alcune società di intermediazione immobiliare e professionisti nel settore i quali, avvalendosi dell’intimidazione derivante dal vincolo associativo, inibivano a proprietari “esecutati” la partecipazione alle aste giudiziarie aventi per oggetto propri beni, in questo modo appropriandosene al fine di chiedere ai medesimi ex-proprietari una quota di denaro maggiorata qualora avessero voluto rientrarne in possesso.Si ritiene che il sodalizio si sia avvalso di società intestate a prestanomi nelle quali sarebbero transitate le somme estorte in modo da poter ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
L’attività ha documentato la promessa di voti in occasione delle elezioni del Consiglio Comunale di Avellino del giugno 2018 da parte di appartenenti al clan Genovese-Galdieri, nei confronti di un candidato consigliere – poi eletto – figlio di un boss detenuto, appartenente al medesimo gruppo, in cambio della riassegnazione della gestione di un centro sportivo sito in Avellino.Oltre a numerose perquisizioni nei confronti dei soggetti ritenuti organici o contigui al sodalizio criminoso, è in atto anche l’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo relativo a 5 società (i cui titolari sono tra i destinatari della misura cautelare), di cui:– 1 struttura di assistenza sociale-residenziale;– 2 società immobiliari;– 1 società di consulenza amministrativa;– 1 attività di ristorazione.L’intero patrimonio delle società sottoposto a sequestro (tra cui 59 fabbricati e 26 terreni) è stato stimato in circa 4 milioni di euro, al quale si aggiungono le disponibilità finanziarie già sequestrate nei confronti degli indagati in data 14 ottobre 2019 ammontanti a circa 1,5 milioni di euro.Nel medesimo contesto operativo, è stata notificata la misura dell’“interdittiva antimafia”, già emessa dalla Prefettura di Avellino, alla società riconducibile alla cit. struttura di assistenza sociale-residenziale, nonché a un’altra azienda riferibile a un altro indagato.
CUSTODIA CAUTELATRE IN CARCERE1. GALDIERI Pasquale, classe 1974, di Mercogliano;2. GALDIERI Nicola, classe 1975, di Mercogliano;3. DELLO RUSSO Carlo, classe 1977, di Mercogliano;4. PAGANO Beniamino, classe 1980, di Mercogliano;5. GENOVESE Damiano, classe 1983, di Avellino;6. FORTE Livia, classe 1961, di Avellino;7. APRILE Armando Pompeo, classe 1959, di Avellino;8. FORTE Modestino, classe 1966, di Avellino.CUSTODIA CAUTELATRE AGLI ARRESTI DOMICILIARI1. CICCONE Antonio, classe 1977, di Avellino;2. BARONE Antonio, classe 1976, di Avellino;3. FORMISANO Gianluca, classe 1984, di Serino;4. BARBATI Emanuele, classe 1977, di Manocalzati;5. DI BENDETTO Manlio, classe 1979, di Atripalda;6. GISOLFI Mario, classe 1959, di Montoro.SOCIETÀ SEQUESTRATE1. LARA IMMOBILIARE S.r.l., con sede a Roma;2. PUNTO FINANCE S.r.l., con sede a Roma;3. RINASCIMENTO ITALIANO S.r.l., con sede ad Anzio;4. ARCA DI NOE’ S.r.l., con sede a Serino;5. NUVOLA S.r.l., con sede ad Avellino.
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Coronavirus
Pubblicato
1 ora fa
il
9 Novembre 2020
La notizia dell’efficacia al 90% del vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’americana Pfizer e dalla tedesca Biontech e’ “l’inizio della fine dei problemi”, ha detto il primo ministro britannico, Boris Johnson.
Per lo meno, lo sara’ per i Paesi che lo hanno prenotato, non molti (e tutti nel ricco “primo mondo”) ma abbastanza da lanciare alle due aziende un’altra colossale sfida: produrne abbastanza da soddisfare una domanda che era gia’ ingente quando il vaccino era ancora allo stato sperimentale e potrebbe raddoppiare con l’esercizio delle opzioni per quantitativi aggiuntivi inserite nei contratti. Diamo un po’ di numeri. L’Unione Europea aveva ordinato 200 milioni di dosi ed e’ pronta a esercitare l’opzione per altre 100 mila. Il Regno Unito ne aveva ordinate 30 milioni ma oggi Johnson ha parlato di 40 milioni. Gli Stati Uniti, che puntavano molto sul vaccino di Moderna, hanno ordinato 100 milioni di dosi ma hanno l’opzione per arrivare a mezzo miliardo. Il Giappone ha prenotato 30 milioni di dosi e il Canada altre 20, con l’opzione di arrivare a 76 milioni.
Facendo un rapido calcolo, se tutte le opzioni verranno esercitate, si parla di quasi un miliardo di dosi. Con il massimo sforzo possibile, Pfizer e Biontech sperano di produrre 1,3 milioni di dosi l’anno prossimo. Va ricordato poi che Biontech sta lavorando con la Shanghai Fosun Pharmaceutical Group per vendere il vaccino anche in Cina. Le due aziende hanno fatto sapere che entro fine anno potranno essere vaccinate, nella migliore delle ipotesi, 25 milioni di persone, cifra equivalente a meno di un terzo della popolazione della Germania. “Dovremo fare in modo di trovare una maniera per distribuire il vaccino in maniera equa”, ha commentato l’amministratore delegato di Biontech, Ugur Sahin. Il vaccino richiede inoltre temperature rigidissime per un’adeguata conservazione, il che rendera’ la distribuzione non semplice. Quel che e’ certo e’ che, se il G7 rastrellera’ tutta la produzione prevista per il 2021, non ne restera’ per il Sudamerica, per l’Africa, per quasi tutta l’Asia.
Moderna e AstraZeneca, le altre due societa’ occidentali piu’ avanti nella sperimentazione, dovranno cercare di arrivare prima della Cina e garantire una distribuzione improntata anche a una logica umanitaria. In caso contrario, il Dragone si trovera’ di fronte una chance incredibile per espandere il suo gia’ soverchiante soft power nelle aree piu’ povere del mondo. Nella grande corsa al vaccino sembra invece al momento fuori gioco la Russia, che pure ha inviato alcune dosi del suo Sputnik V a nazioni alleate come il Venezuela. Secondo quanto hanno riferito diverse fonti mediche alla Reuters nei giorni scorsi, la produzione del vaccino russo non riesce a tenere testa nemmeno alla domanda necessaria per completare la fase sperimentale. Non sara’ un caso se, dopo le indiscrezioni, il Cremlino ha imposto al personale sanitario di parlare con la stampa solo dopo un’adeguata consultazione con le autorita’.
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