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    Cervinara, omicidio Nicola Zeppetelli: il 14 febbraio udienza preliminare

    E’ stata fissata l’udienza preliminare per il 14 febbraio 2023 davanti al GUP Dott. Ciccone , presso il Tribunale di Avellino, a carico di Maglione Alessio e Moscatiello Giuseppe.
    Come si ricorda i due sono imputati per l’omicidio di Nicola Zeppetelli, avvenuto il 19 febbraio 2022 in Cervinara alla Piazza Ioffredo. Maglione Alessio autore materiale della condotta omicidiaria, esplodeva cinque colpi di arma da fuoco che cagionavano l’immediato decesso di Nicola Zeppetelli, attinto mortalmente agli arti inferiori e al costato sinistro in particolare all’addome, cagionandogli lesioni viscerali mortali.
    Inoltre subito dopo il Maglione esortava il suo complice Moscatiello Giuseppe, presente in macchina a scendere, ed entrambi infierivano ripetutamente con calci in modo insistito sul corpo della vittima che era già riversa a terra, in seguito ai colpi esplosi.
    La famiglia in più circostanze, unitamente ai cittadini della Valle Caudina, che numerosi hanno manifestato anche con fiaccolate, ha chiesto giustizia rispetto ad un delitto efferato e agghiacciante, animato per altro da motivi futili e abietti . I familiari assisiti dagli Avvocati Vittorio Fucci e Marianna Taddeo, già costituiti come persone offese , si costituiranno parte civile in sede di udienza preliminare. LEGGI TUTTO

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    Mercogliano, giovane accoltellato: confermati domiciliari per uno dei tre

    Il Gip del tribunale di Avellino, Paolo Cassano, ha confermato la misura degli arresti domiciliari per Daniele Sciarrillo, 30 anni, indagato per concorso nel tentato omicidio insieme al fratello Luca e a Nico Iannuzzi, di Roberto Bembo, accoltellato domenica mattina nel parcheggio di un bar a Mercogliano.L’indagato in questo caso doveva rispondere di possesso illegale di sostanze stupefacenti dopo che domenica sera, nel corso di una perquisizione domiciliare, vennero trovate nella sua abitazione alcune dosi di cocaina.
    Sciarrillo, assistitito dall’avvocato Gaetano Aufiero, ha ammesso le sue responsabilità sul possesso degli stupefacenti, ma su consiglio del legale si è avvalso della facoltà di non rispondere relativamente alla vicenda dell’aggressione, per la quale è indagato a piede libero. Domani sono in programma gli interrogatori di garanzia per gli altri due indagati, detenuti da domenica sera nel carcere di Avellino.
    Un diverbio esploso in rissa per un parcheggio: sarebbe questa la banale ragione all’origine del ferimento del 21enne Roberto Bembo.
    Gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal pm della Procura di Avellino, Vincenzo Toscano, avrebbero ricostruito nei dettagli dinamica e responsabilità su quanto accaduto poco prima delle sette di domenica scorsa in via Nazionale Torrette.
    Tra il gruppo di amici della vittima e quello composto da Daniele Sciarrillo, 30 anni, suo fratello Luca e Nico Iannuzzi, 23 anni, (dalla sera di domenica, il primo è ai domiciliari, gli altri due in carcere, tutti accusati di tentato omicidio, ndr), c’è stato un battibecco per un’auto parcheggiata nei pressi del bar che ostruiva il passaggio.
    Dalle parole ai fatti il passo è stato breve. E’ seguita una breve ma violenta colluttazione tra i due gruppi. Quando la rissa sembrava essersi conclusa, i tre indagati, che si erano allontanati, sono tornati all’improvviso sul posto.
    A colpire prima con un tirapugni al volto Roberto Bembo e poi ad accoltellarlo al collo, alla schiena e all’addome sarebbe stato Nico Iannuzzi, figlio di un pregiudicato ritenuto affiliato al clan Partenio, il sodalizio camorristico con base a Mercogliano attivo per anni nelle attività criminali nel territorio del Partenio e della Bassa Irpinia.
    Il quadro investigativo è stato ricomposto grazie alle numerose testimonianze raccolte e alle immagini riprese dalle telecamere installate nella zona.

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    Avellino, accoltellato dopo la lite al veglione di Capodanno: fermati 2 fratelli

    Avellino. Sono in stato di fermo i due fratelli che all’alba di Capodanno durante il veglione hanno accoltellato un 21enne, che si trova ora ricoverato in gravissime condizioni.
    Sarebbe stata una rappresaglia, una vendetta per una lite scoppiata nella notte di san Silvestro durante una festa in un locale di Mercogliano.
    Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Avellino, hanno in breve tempo individuato i responsabili che hanno ridotto in fin di vita Roberto Bembo, il 21enne di Mercogliano  accoltellato poco prima delle sette a Torrette di Mercogliano, alle porte del capoluogo Irpino.
    I due fratelli, entrambi residenti a Mercogliano, con precedenti penali,  avrebbero avuto un diverbio con la vittima e i suoi amici nelle ore precedenti all’interno di un locale dove festeggiavano il Capodanno. Ora sono in stato di fermo in questura ad Avellino sentiti in merito alla vicenda alla presenza del loro avvocato difensore.
     Il giovane ferito lavora nel servizio civile al comune di Mercogliano
    Si sarebbe trattato di un vero e proprio agguato, mentre Roberto e i suoi amici stavano facendo ritorno a casa: gli aggressori armati di coltello hanno colpito con violenza il giovane alla gola, all’addome e alla schiena prima di darsi alla fuga. La vittima presta servizio civile, nel settore ambiente, presso il comune di Mercogliano.
    “Un ragazzo serio, disponibile e responsabile” dice il sindaco, Vittorio D’Alessio, che si tiene costantemente informato delle condizioni del ragazzo con i medici dell’ospedale “Moscati” di Avellino dove è stato trasportato in auto dai suoi amici dopo il ferimento.
    Il giovane ha subito un arresto cardiaco prima di essere operato per la suturazione di un’arteria all’altezza del collo bucata da una coltellata. Ora si trova nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni sono giudicate gravissime.
    E’ stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Oltre che al collo, è stato raggiunto da violenti fendenti all’addome e alla schiena.

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    Calciatore Avellino aggredito: patteggiano i tre ultras violenti

    Aggressione al calciatore dell’Avellino Claudiu Micovschi: patteggiano la pena i tre tifosi violenti degli irpini.
    La condanna è di un anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa, per i tre imputati, incensurati, ma già destinatari di un Daspo. Si tratta di Edoardo Antonio Iannuzzi, Francesco Pace e Diego Ardito. Il giudice Paolo Cassano che ha accolto la richiesta di patteggiamento, previo riconoscimento delle generiche e dell’attenuante del risarcimento del danno gli ha anche assegnato 600 euro di multa.
    La vicenda risale al maggio scorso al termine della sconfitta interna per 2 a 1 contro il Foggia. il calciatore fu inseguito, bloccato, minacciato e denudato. Gli urlarono: “Sei indegno di vestire i colori della nostra squadra”.
    Nell’ambito delle indagini è emerso, altresì, che quella notte, in altro luogo, anche un altro giocatore dell’Avellino era stato inseguito da una delle autovetture in uso ad uno dei destinatari delle odierne misure.

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    Camorra, arrestato a Dubai anche il cassiere del clan Amato Pagano

    Catturato a Dubai, ormai non più “Buen retiro” per i camorristi e superlatitanti, il cassiere del clan Amato Pagano, ovvero Gaetano Vitagliano: considerato il vero re della movida romana.
    Gaetano Vitagliano, 48 anni, deve scontare una condanna definitiva a quattro anni e 10 mesi per riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Come tutti i latitanti di ultima generazione anche lui era Dubai negli Emirati Arabi. Nella giornata di ieri è stato trasferito in Italia, come anticipa Il Mattino, dove è stato preso in carico dagli agenti della squadra mobile di Napoli che lo avevano stanato nei giorni scorsi in collaborazione con l’Interpol e la polizia locale.
    L’arresto di Vitagliano rappresenta in colpo importante per il clan Amato Pagano e per il gruppo dei super narcos Raffaele Imperiale e Bruno Carbone. L’uomo, originario di Scampia, aveva naturalmente anche cambiato nome. In  primo grado era stato condannato a 11 anni di carcere poi dopo l’ultimo arresto del 2017, era riusciti a far perdere le sue tracce.
    Il 18 maggio del 2020 in una imponente operazione della Dda e della Guardia di Finanza gli furono sequestrati a Roma beni per oltre 5 milioni di euro tra cui bar e ristoranti della catena Katanè e il bar Mizzica.

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    Tentata rapina alle poste di Montoro: bandito in fin di vita. Ferito anche un innocente

    Scene da Far West stamane nel corso di una tentata rapina alle Poste di Montoro in Irpinia: conflitto a fuoco con la polizia, feriti un bandito, che è in gravissime condizioni in ospedale e un uomo che era in casa, arrestati tre malviventi.
    E’ successo poco dopo le 8 alla frazione Piano di Montoro, comune della Valle dell’Irno a metà strada tra Avellino e Salerno. Quattro banditi armati a bordo di una Fiat 500 nera erano pronti ad effettuare un assalto nell’ufficio postale di via Fiume. Secondo una prima ricostruzione il commando è stato intercettato sulla strada dalle pattuglie della polizia e dei carabinieri.
    I rapinatori hanno atteso l’apertura del locale ufficio postale, in pieno centro, nei pressi della villa comunale. Un attimo prima di fare irruzione all’interno sono stati intercettati da una pattuglia della Polizia di Stato. E’ seguito un conflitto a fuoco nel quale è rimasto ferito uno dei rapinatori.
    Un colpo di rimbalzo ha poi colpito di striscio una persona che si trovava sul balcone della sua abitazione nel parco Carratù ed era pronto per uscire. La sparatoria è durata alcuni minuti e si è conclusa con l’arresto dei quattro rapinatori.
    Ne è scaturito un conflitto a fuoco: uno dei banditi è stato raggiunto da un colpo di pistola alla spalla sinistra. Ma un proiettile vagante ha ferito anche un innocente, un uomo che si trovava all’interno della sua abitazione nel parco Carratù. Il colpo lo ha ferito di striscio ad una spalla mentre era in cucina, si stava preparando per uscire. Si tratta di un uomo di 74 anni.
    E’ ricoverato invece in codice rosso all’ospedale “Moscati” di Avellino il bandito ferito. Si tratta di un 51enne originario della provincia di Caserta ferito da due proiettili alla scapola e alla regione cervicale. In queste ore verrà sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.
    Sono stati momenti di forte tensione ma alla fine i banditi si sono arresi e sono stati catturati dagli agenti della polizia di Stato. Sul posto è intervenuto il reparto speciale della polizia scientifica della Questura di Avellino che ha effettuato i rilievi del caso per ricostruire nei particolari le fasi della sparatoria.

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    Avellino, estorsioni e lesioni: 6 misure cautelari

    Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, lesioni personali aggravate, violenza privata, nonché intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, furto aggravato.
    Per questi e altri reati è in corso di esecuzione da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino a un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 4 persone e 2 misure dell’obbligo di dimora. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura della Repubblica.
    L’operazione è cominciata nelle prime ore della mattinata e coinvolge il capoluogo irpino ed alcuni comuni dell’hinterland Sono in atto numerose perquisizioni con l’ausilio di unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Sarno nonché di un velivolo del 7° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pontecagnano.

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    Sparatoria a Cesinali: 5 poliziotti indagati per la morte del bandito

    Ci sono cinque agenti di polizia indagati per la morte di uno dei banditi protagonisti del fallito assalto al furgone portavalori e conclusasi a Cesinali in provincia di Avellino con sparatoria, inseguimenti e arresti di altri 4 componenti della banda,
    Tra gli indagati per la morte di Giovanni Rinaldi, il 31enne di Molfetta e residente a Cerignola, si sono due poliziotti della Sezione Volanti della Questura di Avellino e di tre della Squadra Mobile di Foggia. Sono accusati di omicidio colposo.
    Si tratta di un atto dovuto per poter procedere all’autopsia sulla vittima alla presenza di periti medici e legali di tutte le parti ma anche per compiere tutti gli accertamenti per ricostruire la dinamica di quanto accaduto la sera di giovedì scorso nel piazzale del cimitero di Cesinali.
    Sono due invece le inchieste aperte dalla Procura della Repubblica di Avellino, diretta da Domenico Airoma. Una appunto sul decesso del 31enne, e l’altra invece è la rapina e il contesta criminale in cui è maturata.
    Tra gli arrestati anche il boss foggiano Savino Ariostini
    Tra gli arrestati infatti c’è anche il boss foggiano Savino Ariostini, latitante dal 2020. Giovedì sera era riuscito a scappare a piedi. Ma la fuga è durata solo qualche ora.La mattina seguente è stato rintracciato e ammanettato in via Belledonne a Cesinali mentre tentava di raggiungere il capoluogo irpino a bordo di un autobus.
    In manette tre banditi di 56, 34 e 33 anni (due di Bitonto e uno di Grumo Appula) che erano a bordo della Jeep Compass di colore nero. Tutti e tre esperti in assalti a portavalori. Il 56enne – che è un sorvegliato speciale – è considerato punto di riferimento della malavita barese.Si cerca almeno un’altra persona che era in loro compagnia. LEGGI TUTTO

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    Nigeriano uccide commerciante cinese a martellate e ferisce cliente: arrestato

    Nigeriano uccide commerciante cinese a martellate e ferisce cliente: arrestato dai carabinieri.
    E’ accaduto a Monteforte Irpino in provincia di Avellino. Un commerciante di nazionalita’ cinese, 56 anni, e’ morto dopo essere stato aggredito a colpi di martello nel suo negozio.
    Secondo una prima ricostruzione, la vittima e’ stata affrontata all’interno del suo esercizio commerciale da un ventenne di origini nigeriane, rintracciato e fermato successivamente dai carabinieri.
    L’aggressore ha anche ferito un cliente, 49enne di nazionalita’ bulgara, che si trovava all’interno del negozio. Trasferito in ospedale, si trova ricoverato in rianimazione. Le sue condizioni sono giudicate gravi.
    I carabinieri stanno interrogando l’assassino per scoprire le motivazioni dell’efferato delitto. LEGGI TUTTO

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    Camorra, minacce al teste del processo: arrestati 2 affiliati al clan Partenio

    Camorra, i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Avellino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di due avellinesi indagati per intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso.I due destinatari dell’ordinanza, uno posto agli arresti domiciliari e l’altro in carcere, entrambi ritenuti vicini al clan camorristico denominato Nuovo Clan Partenio, avrebbero avvicinato un testimone, vittima di usura, minacciandolo al fine di impedirgli di presentarsi in udienza, o di testimoniare il falso a favore degli imputati, nell’ambito del processo contro il clan, tuttora in corso.Le indagini, avviate dopo la scomparsa del testimone, hanno permesso di rintracciarlo e appurare il reale motivo del suo allontanamento, consentendo così l’identificazione degli indagati nonché al testimone di partecipare regolarmente al processo. LEGGI TUTTO

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    Avellino, processo ai fidanzati killer, il perito: “Personalità borderline”

    Avellino. Avevano deciso insieme di sterminare la famiglia di lei, e progettavano di sposarsi subito dopo la strage, magari in spiaggia. Una coppia con personalita’ borderline, nella quale i due componenti si suggestionavano e manipolavano a vicenda.Elena Gioia e Giovanni Limata, i due fidanzatini irpini che il 23 aprile dello scorso anno furono arrestati dopo l’omicidio del padre di lei, sono stati valutati cosi’ in aula, durante il processo che li vede imputati davanti alla corte d’Assise di Avellino per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.I giudici hanno ascoltato la testimonianza del neuropsichiatra Stefano Ferracuti, che ha analizzato durante diversi colloqui la personalita’ di Elena Gioia, assente oggi al processo perche’ impegnata negli esami di maturita’.
    “Hanno cooperato attivamente nella programmazione del delitto”, sostiene il perito nominato dalla famiglia della ragazza. Esaminando la mole enorme di messaggi che i due giovani si sono scambiati nei tre mesi precedenti l’uccisione di Aldo Gioia, Ferracuti ha rilevato come i due fossero “fuori dalla realta’”. E riferendosi alla personalita’ di Elena, il neuropsichiatra ha rilevato come la ragazza, oggi 19enne, non dimostri la sua eta’, “le sue capacita’ di ragionamento sono poco sviluppate.Ha difficolta’ a organizzare le informazioni che le vengono fornite e a utilizzarle in modo critico”. La ragazza e’ stata anche poco disposta ad aprirsi e a collaborare durante i colloqui. Il processo riprendera’ a settembre prossimo, con altre testimonianze per ricostruire quanto accaduto prima del delitto consumato in casa Gioia, la sera del 21 aprile 2021, quando Giovanni Limata entro’ in casa, aiutato dalla fidanzata e uccise il suocero con 14 coltellate. LEGGI TUTTO