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    Agenti penitenziari aggrediti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

    Il carcere di Santa Maria Capua Vetere fuori controllo. Ieri si è registrato un altro episodio di aggressione da parte di detenuti agli agenti penitenziari.PUBBLICITA

    “Cosa questa che desta segnali allarmanti per quanto riguarda la gestione dei detenuti presso il penitenziario sammaritano”, afferma il segretario nazionale CON.SI.PE Francesco De Curtis.

    Che poi spiega cosa è accaduto: “In seguito ad una perquisizione ordinaria che ha portato al ritrovamento di diversi telefoni cellulari, il personale di Polizia Penitenziaria coinvolto nell’operazione è stato attaccato dai detenuti della sezione dov’è avvenuta la perquisizione.
    Solo grazie ad un elevato autocontrollo del personale di Polizia Penitenziaria di turno si è evitato il peggio, ma nonostante ciò, i detenuti coinvolti sono riusciti a sottrarre parte dei telefonini sequestrati.

    Questo episodio è inaccettabile e fa dedurre le condizioni in cui sono costretti ad operare i poliziotti sammaritani. Siamo preoccupati per le condizioni di lavoro del personale, in quanto questi riesce ad evitare il peggio quotidianamente solo grazie allo spirito di gruppo, alla professionalità ed esperienza che fa sì che espletino nei migliore dei modi il loro servizio nonché i compiti istituzionali nelle sezioni detentive”.
    Per il vice presidente CON.SI.PE, Luigi Castaldo: “Oggi la percezione di impunità tra i detenuti è tale da ribellarsi ad un sistema penitenziario che inizia a scricchiolare, di questi passi si và al collasso.
    Urge un intervento governativo che ridia decoro e dignità ad un Corpo dello Stato com’è quello della Polizia Penitenziaria, messo in discussione da eventi critici pubblicizzati mediaticamente che hanno denigrato l’immagine ed il prestigio dello stesso”.

    Per i due sindacalisti CON.SI.PE: quanto accaduto va attenzionato e gestito con i dovuti provvedimenti, per ripristinare ordine e sicurezza nel penitenziario sammaritano, onde evitare di peggio.
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    Incendio a Pastorano, per l’Arpac diossine sopra valore riferimnento

    Sono disponibili i risultati del secondo ciclo di monitoraggio di diossine e furani dispersi in atmosfera effettuato dall’Arpac nei pressi del luogo dell’incendio divampato lo scorso 9 agosto nell’area industriale di Pastorano all’interno di un deposito di un’azienda che commercializza detersivi e articoli casalinghi.PUBBLICITA

    Il secondo ciclo di campionamento evidenzia concentrazioni (pari a 0,88 pg/Nm3 I-TEQ) superiori ai valori di riferimento correntemente utilizzati dalla comunità scientifica, in particolare alle concentrazioni di tossicità equivalente indicate dal Lai, organismo tecnico della Repubblica federale tedesca, dell’ordine di 0,15 pg/Nm3 I-TEQ (picogrammi per normal metro cubo in termini di tossicità totale equivalente).

    Un secondo campionatore è attivo dal 10 agosto nel centro cittadino di Pastorano. Qui in esito al primo ciclo di monitoraggio (10-11 agosto) risultano concentrazioni di diossine e furani dispersi in atmosfera inferiori al limite di quantificazione della metodica utilizzata.
    Il monitoraggio è tuttora in corso: gli ulteriori risultati, fa sapere l’Arpac, verranno diffusi non appena disponibili.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Camorra,  uccise il figlio del boss rivale: ergastolo per Michele Zagaria e altri due

    Condanne confermate in Cassazione per il capoclan dei Casalesi Michele Zagaria, per l’esponente di spicco Giuseppe Caterino e per l’imprenditore Francesco Zagaria, in relazione al’omicidio di Raffaele Lubrano, figlio del capo dell’omonimo clan Vincenzo Lubrano, ucciso a Pignataro Maggiore nel novembre 2002.PUBBLICITA

    La prima sezione della Corte di Cassazione (presidente Filippo Casa) ha confermato per Michele Zagaria e Caterino la pena di 30 anni ciascuno irrogata dalla Corte di Appello di Napoli (e in primo grado dal gup di Napoli), e di otto anni per l’imprenditore, che ha avuto uno sconto di pena in quanto collaboratore di giustizia.

    Per l’omicidio era già stato condannato il killer Vincenzo Schiavone (noto come “petillo”) quale esecutore materiale. Michele Zagaria e Giuseppe Caterino sono stati riconosciuti come mandanti del delitto.
    Non ha presentato ricorso in Cassazione l’altro boss dei Casalesi condannato a 30 anni come mandante, Francesco Schiavone alias Cicciariello, cugino omonimo del padrino Francesco Sandokan Schiavone. Lubrano jr fu ucciso la sera del 14 novembre 2002.

    Dopo aver lasciato il suo studio di via Vittorio Veneto e mentre percorreva la strada a bordo di una Toyota Land Cruiser diretta verso una zona periferica, il figlio del boss fu dapprima superato da un’Alfa Romeo 164 e poi bloccato nei pressi del Bar Giordano, dove i killer lo uccisero per vendetta.
    Secondo quanto emerso ai vari gradi di processo, Lubrano venne ucciso per vendicare l’omicidio di Emilio Martinelli, fratello del ras dei Casalesi Enrico ucciso da Lubrano ed altri complici.
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    Riti tribali, abusi e sfruttamento della prostituzione: due nigeriani condannati e arrestati

    Due cittadini nigeriani, fratello e sorella, sono stati condannati in primo grado a 20 e 9 anni di reclusione per aver sottoposto una connazionale a tratta e sfruttamento sessuale.PUBBLICITA

    A seguito della condanna, sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria.

    La vittima, arrivata in Italia con il sogno di studiare, è stata ingannata e portata a Castel Volturno dove è stata segregata, violentata e costretta a prostituirsi per due anni. I suoi aguzzini le avevano imposto un debito di 35.000 euro, minacciandola con riti tribali e abusi.
    Le indagini, coordinate dalla Procura di Reggio Calabria, hanno evidenziato un quadro inquietante di tratta di persone, con l’utilizzo di violenza e intimidazioni psicologiche per costringere la vittima a sottomettersi.

    L’arresto dei due responsabili è avvenuto dopo un’intensa attività investigativa, che ha permesso di ricostruire le loro abitudini e localizzarli a Castel Volturno..
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Sequestrato oltre 450 confezioni di acqua minerale esposta al sole

    Erano stoccate in un piazzale esterno limitrofo all’attività di rivendita ed esposte alla insolazione diretta dei raggi solari le 456 confezioni di diversi marchi di acque minerali sequestrate dai carabinieri a Teverola, nel Casertano.PUBBLICITA

    I militari appartenenti al Nucleo carabinieri Forestale di Marcianise hanno denunciato all’autorità giudiziaria, in stato di libertà, il legale rappresentante della società che gestisce la rivendita all’ingrosso di alimenti e bevande per il reato di detenzione in cattivo stato di conservazione di confezioni d’acqua minerali destinate alla vendita.

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    Calvi Risorta, pregiudicata tenta di aggredire i carabinieri e i sanitari con estintore e spranga di ferro

    Nonostante fosse stato sottoposto alla misura di sicurezza presso la rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Calvi Risorta, nel casertano, il 31enne del beneventano, pregiudicato per reati contro la persona ed il patrimonio, questa mattina, dopo aver rifiutato di sottoporsi alla terapia sanitaria obbligatoria, al solo scopo di allontanarsi arbitrariamente dalla struttura, ha violentemente intimato agli operatori sanitari di aprire subito i cancelli.PUBBLICITA

    Al loro rifiuto l’uomo ha cominciato a minacciarli di morte e ad inveire contro di loro, generando momenti di paura e tensione fra i presenti.

    Uno dei medici, non ancora entrato nella stanza, accortosi della situazione di pericolo ha immediatamente composto con il proprio smartphone il numero di emergenza “112” chiedendo aiuto alla Centrale Operativa della Compagnia di Capua.
    I carabinieri della Stazione di Calvi Risorta, giunti sul posto dopo pochi minuti, hanno sorpreso il 31enne in forte stato di agitazione che, incurante dell’invito a calmarsi, ha afferrato un estintore minacciando di scagliarlo contro di loro.

    Nonostante sia stato prontamente disarmato l’uomo è riuscito ad impossessarsi di una spranga di ferro che ha cominciato a brandeggiare pericolosamente contro i presenti.
    Con non poca fatica i militari sono riusciti a bloccarlo e ad affidarlo alle cure del personale sanitario del servizio 118, fatto intervenire presso il rems.
    Dopo le formalità di rito è stato denunciato in stato di libertà e ricoverato per il trattamento sanitario obbligatorio presso uno degli ospedali della provincia.Dovrà ora rispondere anche di minacce a pubblico ufficiale, minacce aggravate e porto di armi od oggetti atti ad offendere.

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    Inchiesta sull’incendio nel parco regionale del Matese

    Nel pomeriggio di ieri, militari dei Nuclei dei Carabinieri Forestale di San Gregorio Matese e di Alife, in seguito ad una segnalazione di incendio boschivo in agro del comune di San Gregorio Matese alla località montana denominata “Tre Fontane – Lago Matese”, si sono portati prontamente in zona, laddove hanno accertato l’esistenza di un incendio boschivo in atto che stava interessando un bosco governato ad alto fusto di faggio.PUBBLICITA

    Gli accertamenti tecnici esperiti hanno permesso stabilito che l’incendio aveva dapprima interessato un camper ivi parcheggiato e che poi si era propagato attraverso un campo coltivato a fieno al limitrofo bosco di faggio.

    I predetti militari hanno proceduto al sequestro probatorio dei resti del camper completamente carbonizzato in quanto ritenuto utile per assicurare le fonti di prova circa il grave reato che si sta perseguendo di incendio boschivo su un’area protetta (Parco Regionale del Matese).
    Sono al vaglio degli investigatori ogni utile approfondimento per ricostruire gli accadimenti e risalire alle responsabilità dell’azione delittuosa in argomento.

    L’incendio è stato soppresso solo grazie all’intervento di un elicottero regionale antincendio dopo aver effettuato 32 lanci, di una squadra antincendio di volontari del “Sos Radiosoccorso di Capua” coordinati dal Direttore delle Operazioni di Spegnimento proveniente dalla Comunità Montana “Monte Maggiore” di Formicola.
    Si stima che l’incendio abbia interessato complessivamente una superficie di 30.000 mq di cui 20.000 mq di bosco governato ad alto fusto di faggio e 10.000 mq di terreni pascolivi.
    Inoltre, sempre nella stessa giornata di ieri, i Carabinieri Forestali del Nucleo di Letino sono intervenuti su un incendio, in comune di Letino (CE) alla località “Serramonte”, che ha interessato circa 2.000 mq di terreno adibito a pascolo. Anche in questo caso sono in corso gli accertamenti per risalire alle responsabilità degli autori.

    In questo ultimo periodo i Carabinieri Forestali della provincia di Caserta stanno svolgendo un’incessante attività di prevenzione e repressione degli incendi boschivi in quanto lo stato di allerta è ai massimi livelli per le condizioni seccagginose della vegetazione e le elevate temperature che fanno sì che ogni fiammella o scintilla può determinare l’insorgere di un incendio boschivo devastante.
    L’attività di prevenzione in materia antincendio viene posta in essere dai predetti militari:
    mediante servizi di sorveglianza del territorio boscato nelle giornate e negli orari più critici ed orientati verso macroaree maggiormente colpite dal fenomeno;facendo rispettare gli obblighi ed i divieti che vengono introdotti con la dichiarazione dello stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi da parte della Regione Campania;mediante la contestazione degli illeciti amministrativi per violazioni associate a comportamenti a rischio incendio, vietati dalle leggi e/o dal Piano regionale AIB.
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    Aversa: lancia pietre e aggredisce passanti, arrestato

    Un uomo di 30 anni, di origine egiziana, è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Caserta con le accuse di danneggiamento, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. L’intervento tempestivo della squadra volante del commissariato di pubblica sicurezza di Aversa è avvenuto nel centro cittadino, in seguito a una segnalazione giunta al numero di emergenza.PUBBLICITA Secondo le testimonianze, l’uomo, armato di bastone, stava aggredendo i passanti e lanciando sanpietrini, causando danni agli arredi urbani. In evidente stato di agitazione, è stato rintracciato poco distante dal luogo dell’aggressione. Durante il tentativo di fermarlo, l’uomo ha opposto resistenza colpendo con calci e pugni i poliziotti intervenuti.Nonostante i suoi tentativi di fuga, gli agenti della Polizia di Stato di Caserta sono riusciti a bloccarlo e arrestarlo. Purtroppo, a causa delle violenze subite, i poliziotti hanno dovuto ricorrere a cure mediche per le contusioni riportate. Al termine del processo per direttissima, il 30enne è stato condannato.Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Palma Campania piange Gaetano Pascariello: indagini sull’incidente mortale

    C’è una indagine per la morte di Gaetano Pascariello, il 43enne di Palma Campania deceduto all’alba di ieri sul tratto autostradale A1 in direzione Caserta nord.PUBBLICITA Alla guida del furgone dentro al quale è rimasto incastrato il 43enne nativo di Somma Vesuviana vi era un parente. I due stavano andando a fare acquisti in un mercato del Casertano. Punti Chiave ArticoloIl furgone è stato coinvolto in un incidnte a catena e purtroppo Gaetano Pascariello è rimasto incastrato tra le lamiere del furgone. Lui si trovava infatti all’interno.I vigili del fuoco hanno dovuto tagliare il furgone per estrarre il corpo ormai già privo di vita.Il parente che era alla guida ha riportato solo lievi ferite: è stato sottoposto a tutti i test necessari per stabilire se fosse idoneo alla guida al momento dell’impatto.Il bilancio dell’incidente: un morto e tre feritiIl furgone infatti ha urtato una macchina che lo precedeva, ed è poi stato travolto da un altro furgone e si è immediatamente distrutto. Le lamiere sono diventate una prigione per Gaetano, rimasto incastrato. Nell’incidente oltre al parente sono rimaste ferite altre due persone.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Castel Volturno, 30enne tenta suicidio lungo la Domiziana, interviene la polizia

    Due persone sono state salvate dalla Polizia di Stato nel corso di due distinti interventi nel Casertano.PUBBLICITA In particolare a Castel Volturno i poliziotti del locale commissariato hanno salvato nella notte un 30enne affetto da crisi depressiva, che voleva suicidarsi lanciandosi verso le auto in transito sulla trafficata statale Domiziana.Intervenuti su segnalazione di alcuni automobilisti, gli agenti hanno trovato l’uomo che camminava nel buio al centro della carreggiata, hanno quindi interrotto il traffico e bloccato il 30enne, che ha provato a divincolarsi per fuggire; l’uomo è stato poi calmato e affidato alle cure dei sanitari.A Casal di Principe, la volante del locale commissariato della Polizia di Stato è intervenuta per soccorrere una donna di 90 anni che, con una ferita alla testa dovuta ad una caduta accidentale, si trovava sola in casa.L’anziana, nonostante le condizioni non buone, è comunque riuscita a chiamare i soccorsi. I poliziotti sono riusciti ad entrare nell’abitazione, chiusa dall’interno, prestando le prime cure alla donna, che è stata poi portata in ospedale.Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Corruzione, indagini chiuse per ex assessori Caserta e dirigenti

    L’ex vicesindaco di Caserta Emiliano Casale e l’ex assessore comunale ai lavori pubblici Massimiliano Marzo sono stati ufficialmente informati della chiusura delle indagini a loro carico. L’avviso, firmato dai pubblici ministeri di Santa Maria Capua Vetere Armando Bosso e Giacomo Urbano, segna un passo cruciale nell’inchiesta su un presunto giro di appalti pubblici concessi in cambio di voti e tangenti.PUBBLICITA

    Il documento è stato notificato anche ad altri nove indagati, tra cui i dirigenti del Comune di Caserta Franco Biondi e Giovanni Natale, il dipendente comunale Giuseppe Porfidia, il collaboratore dell’assessore Marzo Magdi Khachermi, il geometra Gaetano Di Tora e gli imprenditori Gioacchino Rivetti, Gennaro Rondinone, Raffaele Nunziante e Pasquale Marotta.

    Le accuse mosse agli indagati includono corruzione elettorale, corruzione e falso. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, Casale e Marzo avrebbero promesso appalti a imprenditori in cambio di voti durante le elezioni comunali del 2021. Gli appalti riguardavano lavori di manutenzione del verde pubblico e delle scuole e sarebbero stati assegnati grazie all’intervento di Biondi e Natale, che avrebbero firmato determine illegittime, e di Porfidia, che avrebbe ottenuto vari benefici personali in cambio della sua collaborazione.
    Marzo, inoltre, avrebbe ricevuto dagli imprenditori l’acquisto di materiali edili per la sua società, Edil Marzo, di cui detiene il 50% delle quote. L’inchiesta ha scatenato un terremoto politico a Caserta, culminato con la decisione del sindaco Carlo Marino di azzerare la giunta comunale. Questa decisione è stata presa in seguito alle dimissioni di tre assessori, avvenute subito dopo la diffusione delle notizie sull’indagine.

    Il 13 giugno scorso, Marzo, Biondi, Natale, Porfidia e Rivetti sono stati posti agli arresti domiciliari, ma successivamente il Tribunale del Riesame di Napoli ha deciso per la loro scarcerazione. Con l’avviso di chiusura indagini, la Procura di Santa Maria Capua Vetere si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Le prossime settimane saranno decisive per determinare l’esito di questa complessa vicenda giudiziaria che ha già lasciato un segno profondo nella politica e nell’amministrazione della città di Caserta.
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    Villa Literno, i carabinieri denunciano 5 lavoratori irregolari

    Controlli a tappeto dei Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Caserta sono stati eseguiti nella giornata di ieri (1° agosto 2024) presso alcune società e fondi agricoli ricadenti nel comune di Villa Literno, nel casertano.PUBBLICITA

    Il particolare servizio, disposto dalla Compagnia di Casal di Principe, è stato rivolto, principalmente, al contrasto del caporalato e dello sfruttamento della manodopera clandestina.

    Attraverso l’impiego di 5 pattuglie e 14 militari, il Capitano Marco Busetto, comandante della Compagnia di Casal di Principe, alle prime ore del mattino ha effettuato l’accesso presso le aziende agricole individuate nell’agro di Villa Literno, già attenzionate per le presunte irregolarità relative all’impiego del personale.
    Nel corso delle ispezioni i militari dell’Arma hanno sorpreso e deferito, in stato di libertà, 5 lavoratori stranieri, tutti maggiorenni, risultati irregolari sul territorio nazionale.

    Contestualmente sono state elevate sanzioni amministrative per un importo di  2.500,00 euro ed eseguito un provvedimento di sospensione di una delle attività imprenditoriali controllate.
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