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    La sessione europea al vaglio della commissione Economia

    Le riforme dei mercati nazionali energetici, i massicci investimenti per aumentare la capacità di produzione di idrogeno verde e l’economia sociale. Sono questi tre i focus principali su cui la commissione Politiche economiche presieduta oggi da Gabriele Delmonte ha incentrato il lavoro sulla sessione europea che si avvia a concludere la deroga deficit/Pil attuata fino ad oggi dall’Unione europea per rispondere a emergenze pandemiche e crisi economica, prima, e alla guerra ucraina, poi.
    Ancora una volta, dall’analisi dei macrodati fondamentali, l’Emilia-Romagna si conferma come la più europea fra le regioni italiane, e ciò è testimoniato anche dal 73,5% del tasso di occupazione regionale uguale a quello europeo e ben distante dal 62% espresso dall’Italia. Buoni i dati riguardanti il tasso di risorse impiegate in ricerca e sviluppo, dove la soglia europea per il 2030 è fissata nel 3%, mentre già oggi la nostra regione fa segnare un più che ragguardevole 2,14% a fronte di un dato nazionale dell’1,5%.
    La relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd) ha introdotto e sottolineato l’importanza dei temi di specifico interesse della commissione Politiche economiche che si dividono in due macroaree: “Innanzitutto il focus su politiche energetiche e investimenti sul metano verde che si accompagna in seconda battuta ai temi dell’economia sociale”. Sull’energia, il tema di primaria importanza è la riforma dei mercati nazionali energetici a partire da quello del gas, che si prefigge nel breve di mettere in protezione popolazione e settori produttivi mentre deve essere favorita e gestita la transizione energetica verso la decarbonizzazione. In strettissima relazione con i mercati energetici, poi, è il tema dell’idrogeno verde, attualmente 4 volte più costoso di quello ottenuto da fonti fossili, ma “che rappresenta lo strumento energetico del futuro per stoccare l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili”. All’economia sociale, infine, il compito di legare tutti questi aspetti nell’ottica di una migliore distribuzione della ricchezza prodotta.
    Anche il relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega) ha evidenziato la crucialità delle tematiche energetiche che deve sfociare in una “reale e fondamentale riforma dei mercati interni con contestuale accelerazione verso la transizione verde. Un obiettivo che in tanti dipingevano come un target per le classi più abbienti e che sembra confermarsi tale anche e soprattutto guardando agli ultimi tempi dove emerge con chiarezza il fatto che l’Europa non sembra sapere con chiarezza come muoversi anche su accadimenti importanti come la falla creatasi senza responsabili nel gasdotto Nordstream2”.
    Enrico Degiorgis della Direzione generale ‘Ricerca e Innovazione’ della Commissione europea, ha confermato la strategicità dell’idrogeno, “quale fondamentale vettore energetico delle piattaforme rinnovabili che solitamente sono intermittenti” soprattutto per settori altamente energivori quali raffinerie, acciaierie, trasporto navale e trasporto pesante su strada”. Se quindi, ha continuato Degiorgis, “è necessario nel breve aumentare la produzione di idrogeno prodotto, è fondamentale che il vettore non sia inquinante, così come l’idrogeno prodotto dall’elettrolisi dell’acqua e che l’Emilia-Romagna ha pianificato e incentivato in tempi non sospetti”.
    Per ciò che riguarda l’economia sociale, infine, è stato sottolineato come questo modello economico non mira al profitto, bensì vuole essere la risposta a bisogni e aspirazioni sociali che, se non governate, determinano una forte situazione di crisi e conflitto e che trascendono di molto dalla mera politica di welfare e si basano su un mix di interventi pubblici e privati. All’economia sociale si abbina poi l’innovazione digitale per favorire un’equa ripartizione dei nuovi modelli di sviluppo e per contrastare ogni forma di digital divide. Agnese Papadia, della direzione generale ‘Politiche dell’impiego e inclusione sociale’ della Commissione europea ha fornito un quadro più esaustivo enucleando le condizioni per lo sviluppo di questo modello “composto da organizzazioni e soggetti che condividono obiettivi comuni e con modelli di governance democratici che si avvalgono di un mix di interventi pubblici/privati che si accompagnano a chiari meccanismi di sussidiarietà”.
    Sul tema dell’economia sociale, infine, è intervenuto Federico Amico (ER Coraggiosa) che ha sottolineato come “si debba trovare il modo per attenzionare tutto il tema dell’economia sociale per poter puntualmente partecipare e accompagnare la fase ascendente delle politiche europee su questo ambito”.
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    27 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): ritardi nei progetti Pnrr, la Regione spieghi e fornisca i dati

    La giunta spieghi se esistono ritardi “nella redazione dei progetti legati al PNRR e quali ne siano i motivi” dopo la relazione dell’agenzia Scope che ha segnalato, fra i soggetti rimasti indietro, anche l’Emilia-Romagna.
    In un’interrogazione, Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia, chiede alla Regione “quali azioni concrete intenda adottare per velocizzare eventualmente l’iter progettuale, per rendere maggiormente accessibili le risorse del PNRR e per sostenere concretamente anche gli enti locali, e tutti i soggetti abilitati a richiedere le risorse, in questa delicata fase”. Evangelisti, poi, vuole conoscere anche “i dati aggiornati in relazione alle risorse del PNRR disponibili per la Regione Emilia-Romagna” e quelli sulle risorse complessive in relazione ai progetti presentati. Infine, la consigliera chiede se “nel caso in cui le risorse disponibili siano eventualmente maggiori rispetto alle risorse necessarie per la realizzazione dei progetti presentati (anche in considerazione di eventuali nuove ripartizioni di ulteriori fondi), in che modo la Regione Emilia-Romagna intenda intervenire, per quanto di competenza, affinché tutte le risorse del PNRR vengano utilizzate nel migliore dei modi e secondo la tempistica stabilita”.
    A essere in ritardo, secondo la relazione, sarebbero anche Liguria, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. Alla fine del 2022, secondo la ricerca, gli Enti locali avevano presentato 70mila progetti, per un totale di 29,5 miliardi rispetto ai 40 miliardi disponibili.
    Marta Evangelisti sostiene che la Regione farebbe bene ad avviare controlli “per capire in che modo accelerare la fase progettuale” e utilizzare al meglio i fondi Pnrr. Per la nostra regione, i fondi ammontano a 6,85 miliardi e “dai dati suddivisi per provincia, sembra al momento che le risorse assegnate per i progetti presentati corrispondano alle risorse attualmente a disposizione” come si legge sul sito della Regione.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    27 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Lega: chiarezza su rapporto tra Pnrr e Unioni di Comuni

    “Quante sono le risorse regionali e statali, per l’annualità 2023, destinate alle attività amministrativo-contabili relative al PNRR per ciascuna Unione? Come vengono destinate e se i criteri per l’assegnazione di dette risorse seguono i medesimi iter previsti per i fondi regionali, specificando pertanto quelli diversi utilizzati? Quante sono le risorse per i fondi PNRR già oggetto di assegnazione nelle precedenti due annualità?”.
    A chiedere chiarezza sul rapporto tra Pnrr e Unioni di Comuni è un’interrogazione della Lega a firma Maura Catellani (prima firmataria) e Massimiliano Pompignoli.
    “Il Piano di Riordino Territoriale (PRT) è l’atto principale con il quale la Regione definisce criteri ed obiettivi per incentivare Unioni e Fusioni di Comuni: al contempo, proprio al fine di promuovere le gestioni associate di funzioni comunali, eroga contributi annuali, attraverso bandi ad hoc, mettendo in campo risorse regionali nonché statali”, spiegano i leghisti che ricordano come “nel 2021 veniva approvatol’ultimo Piano di Riordino Territoriale (PRT 2021-2023) cui seguivano, nei successivi due anni, ulteriori delibere per lo stanziamento delle risorse sopra evidenziate; e nel 2023 la Giunta regionale ha ritenuto di dover aggiornare il PRT 2021-2023 oggetto di delibera del 2021 e, al contempo, prorogare i termini per la presentazione delle domande per la concessione di contributi”.
    I due leghisti sottolineano che “nella delibera vengono perseguite “rilevanti attività amministrativo-contabili relative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al fine di utilizzare al meglio le risorse regionali e nazionali allo scopo stanziate  e nello stesso documento si legge successivamente che “tali processi di rafforzamento organizzativo necessitano di un iter strutturato per un effettivo consolidamento degli assetti amministrativo-contabili, finalizzati al miglior esercizio delle funzioni in forma associata””.
    Da qui la richiesta si chiarezza nel rapporto tra Pnrr e Unioni di Comuni.
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    27 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): a quanto ammontano i ticket non pagati nei pronto soccorso di Bologna?

    A quanto ammontano, negli anni 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022 i ticket non pagati nei pronto soccorso di Bologna (IRCCS Rizzoli, Osp. Maggiore e Policlinico Sant’Orsola) e a quanti pazienti che non hanno pagato la prestazione è stato notificato l’invito a regolarizzare? Sono i quesiti posti con un’interrogazione da Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia).
    “Tutti gli assistiti -ha ricordato la consigliera- prima di usufruire di una prestazione sanitaria, a meno che non siano esenti, sono tenuti al pagamento del ticket al fine di contribuire alla spesa sanitaria. Le cure in pronto soccorso sono gratuite nei soli casi di accesso considerati appropriati quali, ad esempio, traumi, infortuni, aritmie cardiache, complicanze di interventi chirurgici”.
    Dato che l’accesso non appropriato al pronto soccorso comporta il pagamento di un ticket di 25 euro cui si aggiungono: un ulteriore ticket di 23 euro per ogni eventuale successiva visita di consulenza richiesta dal medico di pronto soccorso e un ticket massimo di 36,15 euro per gli esami eventualmente prescritti, Evangelisti ha presentato l’atto ispettivo per conoscere a quanto ammontano i ticket non pagati.
    (Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    27 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    La commissione Politiche sociali: una legge per rendere il terzo settore sempre più forte

    Una legge a sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva.
    Prosegue in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, l’esame del progetto di legge presentato dalla maggioranza a tutela del terzo settore, approvato l’articolato (sì dalla maggioranza, voto d’astensione dalle minoranze).
    Un atto a prima firma Federico Alessandro Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa e sottoscritto dai consiglieri del Partito democratico Francesca Maletti, Ottavia Soncini, Marcella Zappaterra, Manuela Rontini, Andrea Costa, Lia Montalti, Nadia Rossi, Palma Costi, Roberta Mori, Marilena Pillati, Antonio Mumolo, Pasquale Gerace, Matteo Daffadà, Massimo Bulbi, Luca Sabattini, Stefano Caliandro, Francesca Marchetti e Marco Fabbri, oltre a Stefania Bondavalli della lista Bonaccini presidente.
    Presentati dai gruppi assembleari 63 emendamenti al provvedimento: di questi 20 quelli approvati (di cui 19 presentati dalla maggioranza).
    Tra gli emendamenti della maggioranza approvati specificazioni sulle qualifiche degli enti del terzo settore, chiarimenti anche sulla valutazione di impatto sociale, previsto poi il riconoscimento di crediti formativi per il personale volontario (facilitandone l’accesso ai corsi), sempre sull’argomento del volontariato annunciati incontri nelle scuole (in raccordo con gli istituti formativi) anche per favorire il coinvolgimento di nuove persone su queste tematiche. Specifiche anche sui centri servizio del volontariato, così come sull’osservatorio regionale del terzo settore e anche sulle onlus, un richiamo poi alla trasparenza rispetto ai percorsi collegati alla coprogrammazione.
    Approvato anche un emendamento della Lega per inserire nel consiglio del terzo settore i membri dell’ufficio di presidenza della commissione assembleare Welfare.
    (Cristian Casali)

    Sanità e welfare

    27 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    La salute mentale nelle politiche europee e regionali: la prevenzione diventa centrale

    La salute mentale dei cittadini europei è una priorità per l’Unione europea, un impegno rivolto, prima di tutto, ai più giovani (compresi i bambini).
    “Con l’obiettivo 34 l’Ue è attiva sul tema della salute mentale, proponendo un nuovo approccio di tipo globale, in relazione con il benessere dei cittadini europei: circa 84 milioni di persone nell’Ue sono colpiti da problemi collegati alla salute mentale, quasi un giovane su due (dopo la pandemia la percentuale di giovani con problemi di depressione è più che raddoppiata). Servono, quindi, azioni rivolte alla prevenzione (collegate anche al tema dell’inclusione sociale), con un’attenzione particolare già dall’infanzia”: ha spiegato la relatrice di maggioranza Lia Montalti (Partito democratico) in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, in fase di Sessione europea dell’Assemblea legislativa per il 2023.
    Per il relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega) “il tema di oggi rientra tra le competenze della commissione, l’argomento è impattante, sarà poi interessante comprendere anche l’entità delle risorse destinate a potenziare i servizi correlati alla salute mentale”.
    Il dottor Antonio Lora, psichiatra e consulente per il ministero della Salute in materia di salute mentale, ha evidenziando come la “trasformazione e il rafforzamento dei servizi di salute mentale rappresenta uno degli obiettivi principali dell’attività dell’Oms, sezione europea. In particolare, si punta a rendere i servizi più accessibili e più centrati sulle esigenze delle persone con particolare attenzione ai bambini e agli adolescenti”. I disturbi psichici, ha evidenziato il dottor Lora, “rappresentano la seconda causa di disabilità in Italia e la percentuale maggiore di casi si riscontra nei giovani nella fascia di età da 15 a 19 anni. Di fronte ai bisogni, la risposta viene data dalla qualità della cura che si basa su standard quali: accessibilità dei servizi, appropriatezza degli interventi, equità, continuità della cura, sicurezza ed efficacia”.
    (Cristian Casali e Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    27 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Settimana della legalità. Carpi accoglie Pietro Grasso: “Racconto l’amico Giovanni Falcone”

    Carpi ha accolto Pietro Grasso e si è stretta all’ex procuratore nazionale dell’Antimafia nel ricordare Giovanni Falcone. L’iniziativa sulla legalità tenutasi nella cittadina modenese ha visto oltre ottocento studenti coinvolti, fra quelli presenti nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore “Meucci” e quelli collegati online, di quattro scuole superiori: Meucci, liceo Fanti, Tecnico industriale, Ipsia Vallauri.
    “La cattura di Messina Denaro, anche dopo 30 anni, è una vittoria”. “Il ricordo dei miei colleghi Falcone, Borsellino, Chinnici l’ho racchiuso in un libro perché temevo si scolorisse la memoria e non si ricordasse la loro opera, i loro sorrisi, i loro progetti. Mi mancano sempre”. E ancora: “Il maxiprocesso che ha condannato all’ergastolo persone come Totò Riina o Bernardo Provenzano è stato uno spartiacque nella lotta alla mafia. Sono stati garantiti i diritti di difesa a tutti anche se sono emerse crudeltà come la camera della morte. Altro che la mafia che non tocca donne e bambini! Ricordiamo il figlio, ucciso e sciolto nell’acido, del pentito Di Matteo! Abbiamo dimostrato la crudeltà e la violenza con una sentenza”. E da politico, “L’unico cruccio è stato non aver portato a termine lo Ius soli o lo Ius cultura”.
    Sono alcuni degli spunti offerti da Pietro Grasso nel corso della presentazione del libro “Il mio amico Giovanni”. Un successo, tanto che gli studenti, interessati e attenti, oltre a porre numerose domande alla fine hanno voluto la dedica sul libro e alcuni di loro anche una foto ricordo.
    Prima della presentazione del libro, ha portato i saluti il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, che ha sottolineato: “Parlare di mafia sembra parlare di qualcosa di distante. Ma qui abbiamo avuto il processo Aemilia e il territorio non è immune. Auspico che voi giovani siate il coraggio di chi non ce l’ha”. Gli ha fatto eco il presidente dell’Upi Emilia-Romagna, Andrea Massari, che ha affermato: “Quella di oggi è una lezione di legalità per il vostro futuro, per avere la capacità di riconoscere il bene e il male e scegliere da che parte schierarsi. Cari ragazzi, dovete sapervi indignare”. Infine, la dirigente del Meucci, Viviana Valentini, ha sottolineato che il patrimonio portato da Grasso “è scomodo ma irrinunciabile per chi si sente parte della collettività. E’ un humus di valori per diventare persone e cittadini migliori”. Fra gli invitati anche la preside dell’istituto alberghiero Nazareno, Veronica Tomaselli.
    Il giornalista Pierluigi Senatore (curatore della rassegna “Ne vale la pena”) ha presentato Pietro Grasso ricordando la carriera di magistrato come procuratore di Palermo, poi procuratore nazionale antimafia, e l’approdo in politica ricoprendo il ruolo di presidente del Senato. Poi, il moderatore ha introdotto l’argomento del maxiprocesso e del significato che ha avuto nella lotta alla mafia. Falcone, ha ricordato Senatore, ha seguito la lezione del collega Rocco Chinnici (poi uccio dai mafiosi) che aveva iniziato ad andare a parlare nelle scuole.
    Poche settimane fa una docente di una scuola in Sicilia ha definito il maxi processo “un obbrobrio”. Secondo Grasso, “non ha fatto buon lavoro, perché non ha analizzato quegli anni né letto le sentenze. Quel processo è uno spartiacque, perché prima di allora si diceva che mafia (anzi cosa nostra) era un fenomeno da romanzo, frutto di fantasia. Alla fine degli Anni ’70 cominciano gli omicidi eccellenti di chi indagava”. Poliziotti, magistrati, politici, rappresentanti delle istituzioni abbattuti da cosa nostra. “Il processo, con le condanne ai boss mafiosi, ha fatto sì che la Sicilia – ha affermato l’ex magistrato – potesse ricominciare a respirare e i cittadini ad avere fiducia nelle istituzioni. Si iniziarono a svolgere indagini bancarie. Si disse che Falcone rovinava l’economia siciliana. I magistrati del Pool antimafia Falcone, Borsellino, Chinnici, erano considerati marziani, spesso anche da alcuni loro colleghi. Ricordate che la mafia uccide la libertà dei cittadini”.
    Il processo, ha ricordato Grasso, fu complesso e faticoso e alla fine ci furono anche 114 assoluzioni, tra cui quelle di Luciano Liggio e di un giovanissimo Giovanni Brusca: “Sono stati garantiti i diritti di difesa a tutti anche se emersero crudeltà come la camera della morte. Altro che la mafia che non tocca donne e bambini. Abbiamo dimostrato crudeltà e violenza con una sentenza”.
    Poi l’ex presidente del Senato ha parlato della vita famigliare, delle minacce ricevute e del progetto mafioso di rapirgli il figlio. Una volta, il figlio 15enne chiede al padre di comprargli una tuta sportiva nuova. Grasso esce e in un negozio viene salutato da un giovane, che aveva condannato al maxiprocesso. L’allora giudice chiede come mai fosse libero: “Ho trovato giudici buoni – rispose – non come lei che ha respinto le mie domande di libertà. Era il figlio di un famoso boss, e il ragazzo era indicato come un pericoloso killer mafioso. Doveva stare in carcere, ma era libero. Per un attimo mi ha sfiorato frase terribile: ma chi te lo fa fare. Ho pensato a ciò che diceva Falcone ai ragazzi e ai giovani magistrati: la frase di Kennedy dove ognuno deve fare fino in fondo il proprio lavoro, costi quel che costi, perché questa è l’essenza della dignità umana”.
    A chi critica i 30 anni di latitanza di Messina Denaro, Grasso replica che “si deve capire il contesto in cui si opera. In quelle zone c’è un problema di sopravvivenza. Lui non ha fatto il capo della mafia proprio per garantirsi la latitanza e gli appoggi di cui godeva. Lui prestava soldi a imprese, per esempio avviò una catena di supermercati con prestanome. Certo, non significa che tutti sono omertosi a Trapani, ma una buona fetta sì. In certi territori non si riesce ad avere sviluppo e legalità. Chiesi a un boss quando finirà la mafia: rispose che chi aveva bisogno di lui sapeva dove trovarlo. E mi raccontò che aiutò un 28enne povero che non aveva cibo per la figlia e lo segnalò a un costruttore che lo assunse in nero. Il ragazzo tornò e ringraziò chiedendo come possa sdebitarsi. Gli chiesi la carta d’identità – continuò il boss – per acquistare un’auto, una casa dove nascondermi … finché quel ragazzo viene da noi e non da voi la mafia non finirà mai”. Purtroppo, ha ripreso Grasso, “in alcune zone la mafia se ne approfitta e ottiene consenso. Bisogna fare in modo che le istituzioni creino opportunità e che i cittadini dicano di no quando gli si chiede qualcosa di illegale. Non diventare fiancheggiatori”.
    Tantissime, infine la domande di ragazzi e ragazze sulla sua formazione, sul ruolo della famiglia, degli apparati pubblici e privati deviati che stanno emergendo legati alle stragi del 1992-93, sulla fiducia nei giovani. “Ne ho tanta, altrimenti non farei quello che sto facendo” ha chiosato Grasso. E ancora sull’importanza del suo ruolo: “Non mi sento importante, ho sempre avuto la consapevolezza del mio ruolo. Mi dà serenità la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile” ha sottolineato.
    Dove si trova il coraggio di affrontare la mafia, ha chiesto uno studente: “Il coraggio è affrontare la paura, non farsi condizionare dal lavoro anche se ti mette in pericolo. Era progettato il sequestro di mio figlio, ma la sensazione di pericolo viene messa da parte, anche se quel momento è stato duro”.
    L’iniziativa tenutasi a Carpi è la penultima delle 28 in programma nella Settimana della legalità, che hanno interessato diverse realtà locali della regione e che hanno visto il coinvolgimento di un elevato numero di studenti. La “Settimana della legalità” è promossa dall’Assemblea legislativa in collaborazione con Anci, Upi, Libera e conCittadini, il progetto di cittadinanza attiva dell’Assemblea.
    Fotogallery
    (Gianfranco Salvatori)

    Governo locale e legalità

    25 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Marchetti (Lega): guardie giurate senza contratto dal 2015 e con paghe da lavoratori poveri

    La giunta faccia chiarezza sugli scioperi organizzati dai sindacati della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari su tutto il territorio regionale.
    Lo chiede il consigliere Daniele Marchetti (Lega) in un’articolata interrogazione in cui vuole sapere se la giunta ne sia a conoscenza e quanti siano in regione gli istituti di vigilanza privata e quanti dipendenti vi lavorino. Inoltre, il consigliere vuole conoscere “quanti sono i lavoratori della vigilanza e dei servizi di sicurezza che operano per conto della Regione e quanti per le società da essa partecipate e quanti saranno al 31/12/2023 i lavoratori della vigilanza e dei servizi di sicurezza che opereranno per conto della Regione E-R e quanti per le società partecipate”. Marchetti chiede, poi, se la Regione intenda sostenere “le richieste dei lavoratori del comparto sicurezza privata per ottenere una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa e sollecitare i datori di lavoro per riprendere la trattativa e consegnare al più presto un risultato negoziale”. La giunta, poi, conclude il consigliere del Carroccio, dovrebbe spiegare “se ritiene moralmente etico avere alle proprie dipendenze (anche indirettamente) personale retribuito 4,80 euro l’ora netti per tutelare i beni della Regione nonché la salute e l’incolumità dei propri dipendenti e dei propri cittadini”.
    Secondo Marchetti, è “conclamato” l’utilizzo, da parte della Regione “di un numero sempre maggiore di lavoratori esterni del comparto sicurezza, soprattutto in forza dei pensionamenti del personale interno”. Marchetti interviene dopo il fallito tentativo di conciliazione “con le associazioni imprenditoriali di settore Assiv, Univ, Anivip, LegaCoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Lavoro, indisponibili a concordare sull’aumento salariale”. Il contratto nazionale è scaduto nel 2015 e i lavoratori vivono un profondo disagio, continua il consigliere, che ricorda come “gli stipendi delle Guardie Giurate (stipendio medio mensile di 1.050 euro) e degli operatori dei Servizi Fiduciari (stipendio medio mensile 872 euro) siano in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione italiana, che sancisce una retribuzione proporzionata al lavoro, sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Queste persone fanno parte della cosiddetto gruppo dei lavoratori poveri”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Imprese lavoro e turismo

    24 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Settimana della legalità. Pietro Grasso racconta Giovanni Falcone

    Pietro Grasso racconta Giovanni Falcone.
    L’appuntamento è per sabato 25 marzo nell’Aula Magna dell’Istituto Meucci di Carpi, in provincia di Modena. L’ex presidente del Senato e già procuratore nazionale Antimafia presenterà il volume “Il mio amico Giovanni“, libro dedicato a Giovanni Falcone, magistrato assassinato dalla mafia nel 1992.
    Il presidente Grasso interverrà dopo i saluti istituzionali del sindaco di Carpi Alberto Bellelli, del presidente dell’Upi (Unione Province italiane) Emilia-Romagna Andrea Massari, del presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia e della dirigente dell’Istituto Meucci Viviana Valentina.
    L’evento si inserisce nell’ambito della Settimana della legalità: sette giorni di incontri, seminari e approfondimenti per parlare di cittadinanza attiva nonché presentare buone pratiche per riconoscere e contrastare le mafie.
    La “Settimana della legalità” è promossa dall’Assemblea legislativa in collaborazione con Anci, Upi, Libera e Concittadini, il progetto di cittadinanza attiva dell’Assemblea.

    Assemblea

    24 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Pd: sostenere il popolo Saharawi

    La Regione sostenga la causa del popolo Saharawi e organizzi almeno un evento all’anno a loro sostegno.
    A chiederlo è una risoluzione del Partito democratico a firma Antonio Mumolo (primo firmatario), Andrea Costa, Roberta Mori, Marcella Zappaterra e Pasquale Gerace.
    I democratici ricordano quale sia la situazione del Saharawi, le dichiarazioni internazionali, lo storico impegno dell’Emilia-Romagna: “Oltre all’attività umanitaria, l’Ente regione ha anche sempre dato supporto di tipo politico nel riconoscimento dei diritti delle popolazioni Saharawi, tanto che, nel corso della precedente legislatura, sono state realizzate tre missioni istituzionali (2016, 2017 e 2018) e una missione tecnica (2019), a cui hanno partecipato esponenti politici di maggioranza e minoranza, e -spiegano i democratici- in tali importanti visite sono stati effettuati incontri con i rappresentanti istituzionali del governo Saharawi, con i tecnici del governo, con le Organizzazioni internazionali presenti in loco quali UNICEF, WFP, ECHO, UNHCR nonché con l’Ambasciatore d’Italia in Algeria e con i principali beneficiari locali”.
    Preso atto della sospensione delle missioni nel periodo Covid di questi anni e del fatto che sono ricominciati i viaggi internazionali, la risoluzione del Pd impegna la giunta “a supportare l’Assemblea legislativa, nonché l’intergruppo assembleare di amicizia con il Popolo Saharawi, a organizzare almeno un’iniziativa all’anno al fine di illustrare l’impegno regionale, sia umanitario sia politico, verso il popolo Saharawi, coinvolgendo il più possibile gli stakeholder e gli enti locali che più siritiene opportuno e a supportare l’Assemblea legislativa e l’intergruppo assembleare di amicizia con il Popolo Saharawi ad organizzare delegazioni istituzionali, coadiuvate da funzionari tecnici, per recarsi nei territori dei campi profughi Saharawi in Algeria e nei territori occupati del Sahara Occidentale, nonché a cercare di realizzare audizioni presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU in occasione del rinnovo del mandato della missione MINURSO”.
    Per il Pd bisogna anche “proseguire nel sostegno ai progetti di cooperazione nei campi Saharawi da tempo avviati e finanziati dalla Regione, verificando anche la disponibilità di ulteriori risorse”.
    (Luca Molinari)

    Parità, diritti e partecipazione

    24 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Mastacchi (Rete civica): Sacca di Goro, mancati versamenti di una coop per 1,5 milioni

    La Regione spieghi se vi sono mancati versamenti, come canoni demaniali alla Regione Emilia-Romagna, per lo sfruttamento nella “Sacca di Goro” di un’area destinata all’acquacoltura, accertati dalla Guardia di finanza in 1,5 milioni di euro.
    È l’interrogazione presentata da Marco Mastacchi, capogruppo di Rete civica, in cui chiede una verifica “dei dati inerenti la raccolta dei prodotti e il numero degli addetti nonché, visto i canoni agevolati di cui godono le cooperative, a una verifica del rapporto della vendita dei prodotti della pesca ottenuti con i conferimenti dei soci, rispetto al prodotto complessivamente commercializzato, e l’esito dei controlli per ogni cooperativa”. Inoltre, il consigliere vuole sapere “quali capacità di allevamento siano state riscontrate nelle diverse aree a seguito dei controlli effettuati in base ai dati annuali in possesso della Regione”. Il secondo quesito considera che, scrive Mastacchi, “nella Sacca di Goro a ogni operatore/pescatore viene assegnata, come limite massimo, un’area definita su cui poter lavorare che è di mq. 8.000 per addetto nella generalità della Sacca, di 4.000 mq per addetto se operanti lungo le zone dette “Dighe” in Comacchio o di 2.600 mq se la concessione è in zona Bassona”.
    Nell’atto costitutivo e nello statuto della cooperativa di Goro, il canone non sarebbe più agevolato (avrebbe dovuto svolgere attività prevalente a favore dei soci) ma ordinario e il mancato versamento avrebbe prodotto un “danno erariale che arriva a circa 1,5 mln di euro per il periodo 2012-2019”. In sette anni, la cooperativa avrebbe messo sul mercato il 5% dei militi dei soci e il 95% di prodotto preveniente da una società friulana.
    Inoltre, ricorda Mastacchi, le Fiamme gialle hanno inviato due segnalazioni (alla Corte dei conti e alla Regione). La Regione “ha avviato un procedimento amministrativo finalizzato al recupero dei canoni effettivamente dovuti dalla cooperativa per l’utilizzo dello specchio acqueo demaniale assegnato?”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Imprese lavoro e turismo

    24 Marzo 2023 LEGGI TUTTO

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    Parlamentari europei per un giorno: oltre cento studenti a lezione di democrazia

    Una seduta plenaria simulata del Parlamento Europeo nella quale sono state illustrate, discusse e votate svariate risoluzioni. Calati nel ruolo di deputati europei, oltre cento studenti hanno sperimentato il valore della cittadinanza attiva, misurandosi con il valore fondamentale del confronto democratico.
    L’Assemblea legislativa ha ospitato la seduta dell’assemblea plenaria conclusiva della XX sessione regionale dell’associazione Mep Italia (Model European Parliament – Simulazione del Parlamento europeo), l’associazione che organizza da 25 anni simulazioni del Parlamento europeo collaborando con le scuole a livello regionale, nazionale e, grazie al network di MEP Europe, anche internazionale. All’assemblea plenaria hanno partecipato 112 delegati, 14 docenti e dirigenti Scolastici, 16 studenti presidenti di Commissione, 10 studenti dello staff organizzatore provenienti da 14 scuole secondarie di secondo grado delle regioni Emilia-Romagna e Toscana.
    Ogni anno, Mep Italia coinvolge circa 3mila studenti che assumono il ruolo di veri e propri parlamentari europei e discutono di tematiche di attualità elaborando proposte di risoluzione da discutere insieme. L’obiettivo è di promuovere i valori della cittadinanza europea attraverso una riflessione sulla costruzione dell’Unione europea e i suoi principi fondativi, anche in chiave storica, per scoprire le radici dell’identità europea e sviluppare un rinnovato senso di appartenenza nonché una partecipazione più consapevole alla sua costruzione.
    MEP Italia, associazione apolitica, senza fini di lucro, costituita ufficialmente a Modena nel settembre 1996, è attiva in 9 Regioni (Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Veneto, Toscana, Sicilia, Puglia, Lombardia e Abruzzo) e coinvolge complessivamente 39 scuole. A livello locale, l’associazione è organizzata in comitati locali e, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, è attivo il Comitato tosco-emiliano, che coinvolge 13 scuole aventi sede nelle città di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Carpi, Mirandola, Cento e Prato.
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    24 Marzo 2023 LEGGI TUTTO