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    La commissione Politiche economiche discute la legge per la birra a sostegno per i microbirrifici

    La commissione Politiche economiche discute il progetto legge Lega-Pd-ERC-IV-Fdi-ReteC-Fi-M5S-EuropaV-Misto-Lega-ListaB per la “Valorizzazione e promozione dei microbirrifici emiliano-romagnoli”. L’appuntamento è il 15 aprile alle ore 14,30 e i lavori saranno trasmessi via streaming collegandosi al sito dell’Assemblea legislativa all’indirizzo www.assemblea.emr.it.

    Assemblea

    12 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    L’Assemblea legislativa si riunisce il 16 aprile

    Il Piano Triennale dello sport da 21 milioni di euro contenente anche i fondi per il Tour de France che attraverserà l’Emilia-Romagna sarà all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa che si terrà il 16 aprile dalle ore 9,30 alle ore 17,30 (con pausa ore 13,30-14,30).
    Saranno trattati anche question time, interpellanze e risoluzioni.
    I lavori saranno trasmessi sul sito dell’Assemblea legislativa all’indirizzo www.assemblea.emr.it.

    Assemblea

    12 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Il mondo dello sport promuove la legge contro l’abbandono sportivo dei giovani

    Bandi semplici, attenzione anche agli aspetti apparentemente non direttamente legati allo sport come le difficoltà nei trasporti, migliore ruolo della scuola e politiche integrate scuola-famiglie-associazioni: il mondo sportivo promuove la proposta di legge Italia Viva-Partito democratico-Lista Bonaccini per combattere l’abbandono sportivo da parte dei giovani. Il progetto di legge, a prima firma di Giulia Pigoni (Italia Viva) e sottoscritto da Marcella Zappaterra (Pd), prevede interventi pari a 500.000 euro nei prossimi due anni.
    Per il Presidente di CSI ER Raffaele Candini il tema del dropout (abbandono) “è un tema reale e questo progetto di legge si incardina molto bene con il Piano triennale sullo sport della regione. Dopo la pandemia abbiamo assistito ad un boom di praticanti ma dobbiamo impegnarci di più sulle due fasce di abbandono dello sport giovanile. Se nei 19enni il dropout può essere recuperato abbastanza facilmente, per la fascia 13-16 anni le cause per chi smette di fare sport sono molteplici e molto più difficili da combattere. Bene poi i bandi ma devono essere semplici e con basse richieste burocratiche, altrimenti le più penalizzate saranno le relatà più piccole e bisognose”
    Anche il Presidente regionale del Coni Andrea Dondi raccomanda la massima semplicità nella predisposizione dei bandi e invita a non prevedere contributi a rimborso “perché potrebbe essere un meccanismo disincentivante”. Per Dondi è poi arrivato il momento di prevedere e percepire il mondo dello sport “come un’autorità alla pari di quelle civili, militari e religiose a testimonianza di un migliore riconoscimento dell’attività sportiva, mentre auspico un migliore ruolo della scuola quale imprescindibile primo gradino nella conoscenza del proprio corpo”.
    Apprezzamento per il progetto di legge anche da parte di Barbara Bentivegna, Presidente regionale delle famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas) “soprattutto perché nel testo dell’articolato sono esplicitate le azioni di promozione per persone con disabilità. L’accesso allo sport, poi, deve essere incentivato non solo nelle persone con disabilità fisiche, ma anche per chi ha problematiche intellettive perché il disabile può essere di aiuto e stimolo per i normodotati”.
    Il Presidente regionale di Uisp Enrico Balestra parla invece di aspetti disfunzionali nel mondo delle attività sportive che devono essere radicalmente cambiati. “Il mondo degli sport deve smettere di vivere sulle adesioni e sulle risorse che queste adesioni possono garantire. Bisogna smettere di cercare il granello d’oro in una platea di mille bambini che si cimentano su una determinata pratica sportiva. La vera sfida è di mantenere tutti e mille quei bambini legati alla cultura dell’attività motoria e per questo necessitiamo di una migliore perimetrazione degli ambiti a partire proprio da un migliore ruolo della scuola”.
    Per Nicola Cesari, delegato Anci per lo sport e sindaco di Sorbolo-Mezzani, “questa proposta di legge è fatta molto bene e lo dico anche in qualità di delegato per educazione fisica: bisogna creare le condizioni perché le persone facciano attività fisica fin da piccole. Bisogna inserire premialità nei bandi regionali per premiare quei sindaci che hanno una visione di ampio respiro sul tema sport e ragazzi”.
    “Trovo molto importante questa proposta di legge, soprattutto la parte relativa alle persone diversamente abili”, spiega Walter Gherardi, fisiatra di medicina dello sport, che ricorda come “l’attività sportiva è fondamentale nei ragazzi, è e deve essere sempre più essere una forma di integrazione tra le persone, contro le diseguaglianze”.
    “Le risorse per le politiche per l’accessibilità sono troppo poche, serve un fondo specifico per l’accessibilità e anche le associazioni che fanno parte di Ens devono poter partecipare ai bandi, come avviene per quelle legate al Coni”, spiega Giuseppe Varricchio, presidente regionale di Ens.
    “Bisogna impegnarsi perché i ragazzi possano essere seguiti in ogni momento della giornata, ci sono aspetti di educazione che vanno valutati: ricordiamoci che gli allenatori fanno selezione e che l’abbandono dell’attività sportiva può essere anche frutto di questa selezione, per questo vanno previsti premialità per chi ha meno abbandono sportivo”, sottolinea Raffaele Alberoni, assessore allo sport di Conselice.
    “Possono, infatti, beneficiare dei contributi regionali previsti dalla legge le Società sportive dilettantistiche e le Associazioni sportive dilettantistiche, gli Enti di promozione sportiva, il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), il Comitato italiano paraolimpico (Cip), le Federazioni sportive riconosciute e le Discipline sportive associate, gli Enti locali ed altri soggetti pubblici; le Istituzioni scolastiche riconosciute dal competente Ministero. Lo sport può fungere da veicolo di integrazione in particolare per i soggetti a rischio di emarginazione e, più in generale, per le persone in condizioni di svantaggio sociale ed economico”, spiega la relatrice di maggioranza Giulia Pigoni, mentre la relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega) sottolinea come “condividiamo gli obiettivi del progetto di legge, ma la proposta di legge ci pare troppo incentrata sulle società sportive, bisogna mettere al centro i giovani e valorizzare anche lo sport non agonistico. Questa legge nasce senza un pezzo: lo sport non agonistico e non legato all’attività delle società sportive agonistiche”.
    (Luca Boccaletti e Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    La Regione sostiene lo sport: investimenti per oltre 21 milioni nel prossimo triennio

    Male Coach In Water Giving Group Of Children Swimming Lesson In Indoor Pool

    Riqualificazione degli impianti sportivi, promozione di stili di vita sani anche attraverso un più stretto rapporto tra scuola e sport, realizzazione di grandi eventi sportivi che fanno da volano all’economia locale. Sono i punti di forza del “Piano triennale dello Sport 2024-2026”, un pacchetto da 21,6 milioni (10,4 nel 2024, 5,6 nel 2025 e 5,6 nel 2026), presentato dal presidente della Regione Stefano Bonaccini nel corso della commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti che lo ha approvato.
    A queste risorse regionali vanno aggiunte quelle assegnate da altri enti pubblici: 4,9 milioni di euro, di cui la gran parte per il Grand Départ del Tour de France 2024. Dal Fondo di Sviluppo e Coesione, invece, arriverà la quota prevista per il triennio 2024-2026 dei 18 milioni di euro previsti per il settennato 2021-2026.
    “Attraverso lo sport abbiamo aumentato la presenza turistica in Emilia-Romagna. La scommessa che abbiamo deciso di fare sull’attività fisica si sta rivelando vincente. In Emilia-Romagna lo sport non è più un tema accessorio delle politiche pubbliche. Quando decisi di tenere la delega allo sport questa decisione era molto rara, oggi molti miei colleghi presidenti di Regione hanno fatto lo stesso: abbiamo ‘stravinto’ la partita sullo sport che è sia possibilità di svolgere l’attività sportiva, sia prendersi cura della propria salute attraverso corretti e sani stili di vita”, spiega Bonaccini per il quale “in questi anni abbiamo varato un piano perché ci fosse un’ora alla settimana di educazione fisica nelle scuole. Rilevo che ci sono 2.000 bambine e bambini che grazie alle nostre iniziative ora fanno un’ora di attività motoria nelle scuole materne. In questi anni abbiamo realizzato impianti sportivi anche nei piccoli comuni. La scommessa che abbiamo deciso di fare sullo sport si sta rivelando vincente”.
    “Il Piano per lo sport discusso oggi è molto importante: lo definirei il piano della ripartenza, c’è un grande impegno della Regione e la discussione di oggi in commissione è importante”, spiega la presidente Marchetti.
    La consigliera Maura Catellani (Lega) evidenzia l’importanza di “ridare valore allo sport”, prendendo atto anche dell’atteggiamento collaborativo della Regione “in relazione ai correttivi che sono destinati ad arrivare per quanto attiene la riforma nazionale”. “Chiedo un po’ più di coraggio -ha proseguito- nell’utilizzare parole come ‘vincere’ e ‘competizione’, perché lo sport è anche questo: si pratica sport per vincere, anche su se stessi.  Se continuiamo ad avere paura di affermare questi concetti, snaturiamo l’anima stessa dello sport”. Infine, “pur condividendo il fatto che i grandi eventi siano importanti sotto il profilo dell’attrazione turistica, mi auguro che, negli anni a venire, siano impiegate più risorse anche per la promozione dell’attività motoria e sportiva vera e propria”, ha concluso Catellani.
    Per Francesca Maletti (Pd) “questo Piano triennale dello sport ricalca un insieme di impegni concertati con tanti soggetti, società sportive e territori, tenendo conto della Carta etica dello sport. La pandemia ha comportato una lunga assenza dalla pratica sportiva per bambini e ragazzi: la regione ha mostrato di voler intervenire significativamente, in particolare sulle fasce di età della scuola dell’infanzia e primaria, garantendo inoltre ristori alle società sportive che hanno rischiato la chiusura, ma anche dando attenzione alle realtà dei piccoli comuni. Il tutto nella consapevolezza che lo sport è volano per creare bravi e attivi cittadini”.
    Nel corso della commissione, il Capo della Segreteria politica del presidente della giunta Gianmaria Manghi ha presentato i dati di una ricerca che costituisce la parte di premessa del “Piano triennale dello sport” da cui emerge che, a fronte del 34,5% della media nazionale, il 39% degli emiliano-romagnoli pratica sport. La percentuale degli “sportivi lungo la via Emilia” arriva al 73,2% (la percentuale più alta di sempre, pari a circa 3 milioni 174 mila persone) se invece che il totale della popolazione si considerano solo gli “abitanti attivi”. Ricco anche il tessuto della società sportive: sono, infatti, 4.536 quelle affiliate a Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e Discipline Sportive Associate (DSA), che raggiungono le 10.639 unità se si considerano anche le società sportive affiliate agli Enti di Promozione Sportiva (EPS). La graduatoria delle discipline più praticate vede in testa il calcio (FIGC), seguito dal tennis (FITP), la pallavolo (FIPAV), il basket (FIP) e l’atletica leggera (FIDAL). A queste, fanno seguito la pesca sportiva e attività subacquee (FIPSAS), la ginnastica (FGI), la danza sportiva (FIDS), la pesistica (FIPE) e il golf (FIG). Passando al numero degli impianti sportivi si vede che tra il Po e l’Adriatico ci sono 6.277 impianti sportivi, pari a 17.096 spazi di attività, la cui la distribuzione provinciale è direttamente proporzionale al numero degli abitanti, tanto che le province di Bologna, Modena e Reggio-Emilia insieme detengono il 44,5% degli impianti sportivi regionali e il 52,1% degli spazi d’attività.
    Il mondo dello sport, dunque, è riuscito a superare gli “anni bui” del Covid, ma la pandemia ha cambiato le abitudini sportive degli emiliano-romagnoli. Infatti, anche se il 62% dei coinvolti degli emiliano-romagnoli afferma che i suoi spazi di pratica sportiva non hanno subito variazione a causa della pandemia, il 38% dichiara che hanno subito modifiche. Se da un lato sono diminuite significativamente le percentuali di ragazzi che effettuano sport nelle palestre e negli impianti tradizionali, dall’altro, è aumentata significativamente la pratica destrutturata ed in particolare quella casalinga e, anche, seppure in maniera minore, quella nei parchi. La percentuale di chi fa sport in impianti sportivi è, infatti, scesa dal 75% al 55%, così come è calata notevolmente la pratica in centri fitness o piccole palestre (prima si attestava al 19% ora a quasi l’8%). Al contempo, sono leggermente aumentati i parchi (dall’11% a circa il 15%), ma la pratica casalinga raggiunge ora quasi il 22%. Alla diffusione del fare sport all’interno delle mura domestiche ha certamente contribuito la diffusione di supporti tecnologici quali applicazioni e/o device per l’allenamento, tant’è che quasi uno su due degli intervistati, nel periodo di lockdown, li ha utilizzati e circa il 18% continua ad avvalersene tutt’ora.
    (Brigida Miranda e Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd-ER Coraggiosa-Europa verde: fare luce sulla tragedia di Bargi e contrastare le illegalità sul lavoro

    Proseguire il rapporto di massima collaborazione con le autorità competenti per la ricerca delle cause della grave tragedia della centrale idroelettrica di Bargi e contemporaneamente incrementare controlli e contrasto alle illegalità sul lavoro.
    Questo il principale impegno che Antonio Mumolo (Pd) consegna all’esecutivo regionale con una risoluzione  sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Stefano Caliandro, Marilena Pillati, Matteo Daffadà, Roberta Mori, Marcella Zappaterra, Lia Montalti, Mirella Dalfiume e Luca Sabattini a cui si sono aggiunti anche Federico Amico (ER Coraggiosa) e Silvia Zamboni (Europa Verde).
    Nell’atto di indirizzo politico vengono ricordati i fondamenti costituzionali sull’iniziativa economica che in nessun caso può recare danno alla libertà, sicurezza e alla dignità umana, così come vengono richiamati i chiari rimandi alla normativa regionale che, tra i vari programmi previsti, promuove la salute nei luoghi di lavoro e piani mirati di prevenzione e che si traduce nel ‘Patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro’ ricompreso nel più generale ‘Patto per il lavoro e per il clima’ siglato nel settembre 2022.
    Sottolineate anche le numerose iniziative in capo alle organizzazioni sindacali contro ogni forma di illegalità e per la promozione di un lavoro sempre più qualitativo, Mumolo constata anche la recente insoddisfazione delle parti sociali sul Piano triennale dei fabbisogni di personale dell’ispettorato nazionale del lavoro “a causa della mancanza di un piano d’azione dettagliato con misure specifiche per contrastare gli infortuni sul lavoro unitamente a proposte governative considerate generiche e prive di risorse finanziarie adeguate”.
    Riferendosi poi alla tragedia nella centrale idroelettrica di Bargi, il dem rimarca come “dei 12 operai al lavoro durante l’esplosione, quasi tutti appartengano a ditte esterne ad Enel che è la proprietaria dell’impianto” e per questo chiede un forte impegno per capire i motivi della tragedia, ma parimenti sollecita anche di “continuare ad intensificare le misure di contrasto all’illegalità sul lavoro, nonché i controlli per il potenziamento della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, dando piena applicazione a quanto previsto nel Piano Regionale della Prevenzione e nel Patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
    Alla luce di quanto accaduto viene richiesto un rafforzamento degli organici degli ispettorati del lavoro “e il finanziamento alle regioni affinché possano il rafforzare gli organici dei dipartimenti di sanità pubblica delle AUSL, in particolare dei servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro”. Ulteriori sollecitazioni a intervenire sull’esecutivo nazionale, infine, per un maggiore convolgimento delle organizzazioni sindacali “nella definizione e nell’attuazione di un piano d’azione efficace e dettagliato per rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro, predisporre interventi sulla filiera degli appalti e dei subappalti nella quale si diluiscono, fino a scomparire, le misure di sicurezza e le relative responsabilità e valutare la creazione della procura nazionale del lavoro, sulla falsariga di quella antimafia”.
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd: agevolare assunzioni di personale medico in aree periferiche

    Agevolare le assunzioni di personale sanitario nei territori periferici (in particolare nella provincia di Modena), che oggi soffrono la mancanza di figure mediche in primo luogo per gli ospedali.
    È quanto chiede alla giunta il Partito democratico, con una interrogazione della consigliera Palma Costi, prima firmataria, sottoscritta anche dai colleghi Marcella Zappaterra, Francesca Maletti, Luca Sabattini, Mirella Dalfiume, Stefano Caliandro, Andrea Costa, Nadia Rossi, Ottavia Soncini, Matteo Daffadà, Marilena Pillati, Roberta Mori, Antonio Mumolo.
    “I servizi sanitari ospedalieri e territoriali nelle zone periferiche della regione da tempo hanno molta difficoltà nel reclutare e trattenere il personale medico – ricordano i consiglieri -. Certamente le aree montane, ma anche le aree di pianura lontane dai centri urbani, necessitano di servizi sanitari efficienti e completi per rispondere alle esigenze di una popolazione spesso anziana. Una situazione comune a tutte le regioni, ulteriormente aggravata dal mancato riconoscimento di un adeguato finanziamento del Fondo sanitario nazionale e soprattutto di una mancata politica nazionale di attrazione di personale nel servizio sanitario pubblico”.
    I consiglieri, nell’atto ispettivo, evidenziano l’iniziativa della Regione Toscana “che ha avviato un progetto innovativo introducendo concorsi per giovani medici con incentivi economici, formazione avanzata e percorsi di carriera per attrarre personale nelle aree meno centrali”, secondo un modello che assegna la figura medica per tre anni a strutture di aree periferiche o insulari e che permette di conseguire anche crediti formativi.
    “Successivamente, il medico avrà la possibilità di scegliere se continuare a lavorare nella stessa sede per altri due anni o trasferirsi in un presidio ospedaliero più centrale – spiegano i consiglieri -. L’iniziativa permette di valorizzare il professionista anche attraverso una maggiorazione dell’incarico e premialità annuali esclusive, che possono variare dai 1.420 agli 8.300 euro all’anno”.
    Il Partito democratico chiede pertanto alla giunta “di approfondire l’esperienza della regione Toscana”, di potenziare le assunzioni nelle aree periferiche “anche con prime sperimentazioni su singole aziende sanitarie”, ma anche di sollecitare il governo affinché “anticipi le misure incentivanti per il personale sanitario e sociosanitario lasciando autonomia alle regioni di applicarla alle aree più disagiate”.
    (Brigida Miranda)

    Sanità e welfare

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Facci (Misto): chiarire progetto di ristrutturazione dell’ospedale di Porretta Terme

    La giunta faccia chiarezza sul progetto di ristrutturazione del “vecchio” ospedale di Porretta Terme (Bologna) e sulla destinazione finale degli spazi interessati. lo chiede Michele Facci (Gruppo Misto) con un’interrogazione presentata in commissione Politiche per la salute presieduta da Ottavia Soncini.
    “A febbraio -ha ricordato il consigliere- la giunta ha approvato il Programma pluriennale di investimenti in sanità e tra i vari interventi previsti, 2,5 milioni sono destinati alla ristrutturazione del centro per medici di medicina generale (Mmg) e degli uffici distrettuali di Porretta Terme (copertura statale 2,3 milioni, copertura regionale 125mila euro). I funzionari dell’assessorato alla Sanità hanno precisato che la ristrutturazione verrà effettuata alla vecchia sede dell’ospedale, nel centro della cittadina, dove verranno realizzati ambulatori e uffici per una superficie di circa 1.100 metri quadrati. Tuttavia, dal documento tecnico di fattibilità della riapertura del punto nascita di Porretta, emerge la necessità, per potere destinare a tale funzione le aree del nuovo ospedale, di trasferire altrove gli uffici del distretto, e nello specifico in un’ala del vecchio ospedale di Alto Reno Terme (Villa Maria). La ristrutturazione si pone quindi in conflitto apparente con la riorganizzazione degli spazi contemplata nell’analisi tecnica di fattibilità per la riapertura del punto nascita”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere “se la ristrutturazione prevista nel documento di programmazione contrasta con la riorganizzazione degli spazi contemplata nell’analisi tecnica di fattibilità per la riapertura del punto nascita di Porretta, redatta dall’Ausl di Bologna nel 2021, e se quest’ultima ipotesi logistica è ancora percorribile, anche in termini di sostenibilità finanziaria”.
    Ha risposto l’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “L’Azienda ha optato per la ristrutturazione del corpo più recente in quanto con caratteristiche idonee a ospitare il centro Mmg e il dipartimento di sanità pubblica attualmente in una struttura obsoleta che sarà dismessa. La scelta del progetto ha lo scopo di superare le criticità nel distretto dell’Appenino bolognese e non ha attinenza con l’analisi tecnica per il punto nascite redatto nel 2021″.
    Il consigliere si è detto non soddisfatto: “Se il progetto c’è ne chiederò copia. Non ha risposto nemmeno sul tema della compatibilità finanziaria. Se il punto parto a Porretta Terme verrà riaperto dove era prima, cioè dove oggi ci sono uffici, questi dovranno essere trasferiti nel vecchio ospedale. Quindi se c’è la volontà di fare entrambe le cose, sono di fatto incompatibili dal punto di vista tecnico. Occorre un ragionamento su dove vanno a finire gli uffici. La compatibilità tecnica è importante, manca chiarezza”.
    (Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Marchetti (Lega): open space codici verdi e bianchi al Maggiore in controtendenza con i Cau

    L’investimento dell’Ausl di Bologna per un “Open space” destinato ai pazienti con codici verdi e bianchi al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore è in controtendenza rispetto all’apertura dei Centri di assistenza e urgenza (Cau): la giunta esprima un giudizio in merito. A chiederlo è Daniele Marchetti (Lega) con un’interrogazione presentata in commissione Politiche per la salute presieduta da Ottavia Soncini.
    “L’Ausl Bologna -ha precisato il consigliere- ha investito 1,35 milioni per la creazione di un ‘Open space’ destinato ai pazienti con codici verdi e bianchi. Una decisione che risulta in controtendenza e antieconomica rispetto all’introduzione dei Cau quale nuovo modello territoriale per rispondere alle urgenze di bassa complessità e sgravare i pronto soccorso dove far confluire solo i casi più gravi. La logica dei Cau dovrebbe essere proprio quella di alleggerire i pronto soccorso. È importante intervenire nell’edilizia sanitaria ma poi bisogna entrare nel merito degli interventi”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere “quale ulteriore assistenza riuscirà a fornire il Ps dell’ospedale Maggiore grazie all’Open space” e se “la visita sarà gratuita come avviene nei Cau poiché l’accesso non appropriato al pronto soccorso comporta il pagamento di un ticket di 25 euro per la prima visita del medico”.
    Ha risposto l’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “Si aprirà un Cau anche all’ospedale Maggiore che potrà drenare fino al 20-30% di accessi a bassa complessità. Gli spazi al pronto soccorso saranno per quadri clinici di media complessità che non rientrano nei servizi Cau”.
    Il consigliere leghista ha replicato: “Sono soddisfatto solo in parte, perché resta il problema di fondo. Se prevediamo anche l’apertura di un Cau al Maggiore, e se questa struttura prevede una riduzione del 20-30% degli accessi di bassa complessità, mi immagino in futuro un minor affollamento del pronto soccorso che quindi dovrebbe richiedere una minor disponibilità di spazi. Sono due progetti portati avanti in parallelo che non si integrano l’uno con l’altro”.
    (Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd: il governo garantisca adeguati finanziamenti alle politiche per gli anziani

    Ottavia Soncini (Pd)

    “Sollecitare il governo a reperire le risorse necessarie, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, per assicurare politiche innovative rivolte alle persone anziane”.
    Questa la sollecitazione principale dell’atto di indirizzo politico a prima firma Ottavia Soncini (Pd) e sottoscritto anche dai colleghi di gruppo Matteo Daffadà, Palma Costi, Stefano Caliandro, Marcella Zappaterra, Nadia Rossi, Mirella Dalfiume, Andrea Costa, Luca Sabattini, Marilena Pillati, Roberta Mori e Antonio Mumolo, in cui si sottolinea come lo scorso febbraio la Conferenza delle Regioni “abbia negato l’intesa richiesta sullo schema di decreto legislativo recante le disposizioni attuative in materia di politiche in favore delle persone anziane”.
    A fronte di un’approvazione unanime del Parlamento sulla legge che delega il governo “ad attivare politiche innovative rivolte alle persone anziane, i consiglieri Pd sottolineano come il mancato accordo in Conferenza delle Regioni nasca dall’assenza di “risorse finanziarie aggiuntive e strutturali e nel venir meno di elementi riformatori chiave previsti dalla Legge delega, come servizi integrati sociosanitari articolati sui principi chiave riconosciuti dall’UE come identificativi di assistenza a lungo termine”.
    Rimarcando come da anni il paese “aspetti un provvedimento che promuova la dignità e l’autonomia, l’inclusione sociale, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità della popolazione anziana, anche attraverso la semplificazione dell’accesso alla valutazione multidimensionale, a strumenti di sanità preventiva e di telemedicina a domicilio, il contrasto all’isolamento e alla solitudine relazionale e affettiva, rendendo più efficaci le attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria”, i dubbi del Pd riguardano il 2026, “quando saranno esaurite le risorse stanziate tramite il PNRR e il piano resterà senza i fondi necessari ai servizi aggiuntivi forniti agli anziani negli anni, con evidenti future ricadute sui bilanci regionali e locali e sulle prestazioni erogate”.
    A fronte di quanto accaduto, i dem rimarcano come il decreto legislativo tradisca le ambizioni di cambiamento da cui è nata la riforma: “un unico punto di accesso ai servizi per le persone anziane non autosufficienti, una forte integrazione fra tutti i livelli di intervento, un grande investimento sulla domiciliarità, una riqualificazione delle strutture residenziali per anziani, la riforma dell’indennità di accompagnamento”.
    Dalla situazione descritta nasce la risoluzione presentata e, in aggiunta all’indirizzo principale, i consiglieri del Pd sollecitano l’intervento della giunta regionale nei confronti del governo anche per una rivalutazione “della definizione di persona anziana, foriera di possibili ricadute sulle leggi regionali” e per inserire con urgenza una disposizione che preveda, analogamente a quanto già previsto per gli assistenti sociali e per il personale volto a garantire il funzionamento del RUNTS, una deroga alle assunzioni delle figure professionali previste nel Piano Nazionale per la non autosufficienza 2022-2024, considerato che sono già stanziate a normativa vigente risorse pari a 20 milioni di euro per l’anno 2023 e 50 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024″.
    (Luca Boccaletti)

    Sanità e welfare

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    In commissione Sanità dibattito su proposta giunta per ridurre le liste d’attesa

    Trenta milioni di euro per abbattere le liste d’attesa già nel 2024, assicurando un milione di prestazioni in più, incrementando del 20% il numero di visite ed esami diagnostici monitorati dal “Piano regionale di governo delle liste d’attesa”.  L’impegno della Regione è stato confermato dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini nel corso della commissione Sanità presieduta da Ottavia Soncini.
    Fra le principali azioni previste nel breve periodo: l’aumento dell’offerta, anche attraverso il coinvolgimento delle strutture private accreditate; agende aperte; l’introduzione di liste per la registrazione delle richieste inevase, con smaltimento in ordine cronologico, per sgravare il cittadino dall’onere di ricontattare i servizi di prenotazione. “Il nostro obiettivo è recuperare una buona parte delle prestazioni sanitarie degli anni precedenti. Nel contempo vogliamo soluzione strutturali e non pensiamo di fare solo l’ennesimo recupero delle prestazioni arretrate”, spiega Donini, che invita, sulla sanità, “a fare una moratoria delle polemiche politiche, da un lato perché in Italia si vota sempre e poi perché nessun governo può chiamarsi fuori dalle responsabilità sul progressivo definanziamento della sanità pubblica. Nessun governo: governo Meloni compreso”.
    L’illustrazione di Donini è stata oggetto di confronto fra le forze politiche.
    “Stiamo discutendo solo di slide e comunicati stampa. La giunta non ha ancora approvato alcuna delibera per risolvere i problemi della sanità”, spiega Daniele Marchetti (Lega), per il quale “i 30 milioni di euro di cui parla la giunta non sono risorse nuove, ma i fondi del riparto nazionale stanziati dal governo. Questo conferma come il governo nazionale stia lavorando per abbattere le liste d’attesa e come non ci sia alcun piano straordinario regionale. Fra l’altro, il centrosinistra e il M5s hanno approvato una risoluzione che invitava la giunta a utilizzare le risorse ulteriori statali solo per la sanità pubblica. La giunta, invece, ci dice che questi stanziamenti andranno anche al privato accreditato”.
    “Da tempo avevamo chiesto alla giunta di avere dati per capire quale sia la situazione della sanità emiliano-romagnola. Non abbiamo avuto risposta quindi non capiamo in base a quali informazioni la giunta abbia predisposto questo piano. Sarebbe stato meglio che, prima della conferenza stampa, si fosse svolto un confronto in commissione”, rimarca Marta Evangelisti (Fdi), per la quale “questo non è un piano straordinario, in quanto la Regione non sta investendo nuove risorse bensì quelle previste dalle norme dello Stato. Dal 2015, la Regione Emilia-Romagna annuncia l’abbattimento delle liste d’attese e oggi non siamo da meno. Capisco l’approssimarsi della campagna elettorale, ma i cittadini aspettano risultati concreti. Per ora prendiamo atto che per affrontare i problemi legati alle liste d’attesa la Regione dà corso a quanto disposto dal governo”.
    “Avremmo potuto leggere almeno la bozza di delibera come hanno fatto i sindacati. Al netto di questo, non posso che rilevare come sia già la terza volta che la giunta presenti ai consiglieri proposte per risolvere il problema delle liste d’attesa, senza, però, soluzioni concrete”, sottolinea Valentina Castaldini (Fi). La capogruppo sottolinea: “Valuteremo il piano della giunta quando avremo in mano i documenti e non solo i resoconti delle conferenze stampa di Bonaccini e Donini. I 30 milioni di cui parla oggi l’assessore alla Sanità sono fondi stanziati dal governo nazionale. Noto ancora una volta come per affrontare il problema delle liste d’attesa diventi fondamentale la collaborazione con la sanità privata accreditata. Invito, però, la giunta a ricordare che i soldi non risolveranno alcun problema se non ci sarà un reale cambiamento organizzativo”.
    “Prevenzione, diagnosi precoce, presa in carico: il piano della giunta va nella direzione prevista a livello regionale e nazionale per risolvere i problemi delle liste d’attesa. Dobbiamo ridurre l’ospedalizzazione e investire nella sanità domiciliare”, spiega Francesca Maletti (Pd), che ricorda come “dobbiamo capire se nei prossimi anni le risorse statali aumenteranno o meno. Inoltre, dobbiamo verificare se tutte le prestazioni specialistiche richieste siano appropriate “.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    I testi di Alberto Manzi tornano in libreria. Il figlio Massimo: “Il suo esempio è ancora attuale”

    Nell’anno del centenario dalla nascita del maestro Alberto Manzi tornano a disposizione dei lettori i volumi Testa rossa e La luna nelle baracche. Nuova versione poi, con le illustrazioni di Nora Krug, per Orzowei. I tre volumi sono stati ristampati grazie all’impegno del Centro Manzi e dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.
    Con il suo importante lavoro il maestro Alberto Manzi ha lasciato un’importante eredità di produzioni letterarie e un modello didattico che ha influenzato e continuerà a influenzare il pensiero pedagogico.
    Il figlio Massimo Manzi, 74 anni, interpreta il pensiero del padre: “Quando è stato scritto Orzowei avevo solo cinque anni. La storia mi ha permesso di crescere assieme al protagonista, con cui mi identificavo, tanto che è stato come vivere, da bambino, direttamente le avventure del protagonista. In Testa rossa mio padre ha voluto inserire fra i protagonisti anche noi figli. Ho un ricordo nitido mentre con la macchina da scrivere lavorava sul testo. Mano a mano che andava avanti mi passava i fogli e me li faceva leggere. Avevo poco più di sette anni e ho un legame profondo con questo libro. Mentre leggevo era come ascoltare il racconto dalla voce di papà. Diverso il rapporto con il volume La luna nelle baracche. Ero già un giovane studente universitario ed è come se questo libro fosse arrivato al momento giusto, in quanto affine ai miei ideali di allora. Ero particolarmente interessato agli aspetti politici e sociali, peraltro in un’epoca in cui la politica era dominante, soprattutto negli ambienti universitari, e nel mio approccio alla lettura di questo testo avvertivo quel distacco che una generazione pensa di avere dalla generazione precedente”.
    All’incontro l’intervento della presidente dell’Assemblea legislativa regionale Emma Petitti, che ribadisce l’impegno rivolto a diffondere il pensiero del maestro Manzi: “Siamo orgogliosi di conservare in Assemblea legislativa l’importante patrimonio che ci ha lasciato il maestro Manzi: un archivio che tutti possono consultare. Alberto Manzi ha raccolto nell’arco della sua vita una grande quantità di documenti che la famiglia, scegliendo come partner l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, ha voluto mettere a disposizione di tutti per proseguire quel lavoro di ricerca educativa e didattica avviata dal maestro. L’archivio, nel tempo, è stato arricchito con nuovo materiale editoriale e audiovisivo”.
    “Nell’anno del centenario – sottolinea poi Alessandra Falconi del Centro Alberto Manzi – la famiglia Manzi ha chiesto un importante supporto al Centro Alberto Manzi per far tornare in libreria e in biblioteca alcuni dei romanzi del maestro. Orzowei è il suo libro più famoso, capolavoro tradotto in 32 lingue, secondo solo a Pinocchio. Testa rossa ci proietta in una favola per grandi e piccoli, fatta di avventura, di gioco, di agganci con i tanti lettori bambini e bambine creando una grande magia. La luna nelle baracche fa parte invece della splendida trilogia sudamericana: qui le diseguaglianze prendono la forma del pensiero critico, del trasformarsi in comunità, del pensare insieme che contraddistingue il pensiero e l’operato del maestro Manzi”. “Il centenario – aggiunge – sta attivando centinaia di scuole, associazioni, istituzioni in tutta Italia. Avere facilmente accesso ai romanzi di Manzi è fondamentale per scoprire e conoscere una biografia ancora esemplare per il suo impegno civico, sociale ed educativo”.
    “È necessario celebrare il Manzi scrittore ed è importante che le nuove generazioni incontrino le sue storie. Il maestro è una figura fondamentale anche per la letteratura rivolta ai ragazzi”, sottolinea il giornalista e scrittore Anselmo Roveda della rivista Andersen.
    Carlo Gallucci della casa editrice Gallucci e Stefania Di Mella della Rizzoli ragazzi spiegano quanto sia importante ripercorrere il percorso letterario del maestro Manzi, in particolare nell’anno del centenario dalla nascita. “Si tratta – affermano di una figura centrale nell’ambito della cultura italiana”.
    Sempre in fiera l’11 aprile, alle 10, è in programma l’incontro “Un concerto a scuola, una app in biblioteca, un cartone animato per un festival?”, evento dedicato ai ragazzi sul linguaggio creativo per conoscere il maestro Manzi, con Garilli sound project, Alessia Canducci, Gianni Zauli e Alberto Baioni. Poche ore dopo, alle 18, nella libreria Stoppani, in via Rizzoli 1/2, è, invece, prevista la presentazione del romanzo La luna nelle baracche, con Alessandra Falconi, Massimo Manzi e Roberto Farné dell’Università di Bologna.
    Il Centro Alberto Manzi, con sede in Assemblea legislativa, è stato creato nel 2007 e raccoglie tutto il materiale documentale e archivistico appartenuto o realizzato dallo stesso maestro. Il vasto archivio è a disposizione di studiosi e ricercatori per dare impulso a un filone di ricerca sul tracciato pedagogico e didattico di Manzi e per supportare educatori e insegnanti fornendo idee e strumenti. Fra gli obiettivi, organizzare iniziative culturali e di formazione o di carattere divulgativo, rivolte in particolare a insegnanti, educatori e operatori culturali.
    Per approfondimenti consultare il sito centroalbertomanzi.it.
    Fotogallery
    (Cristian Casali)

    Parità, diritti e partecipazione

    10 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Esplosione Suviana, Gibertoni (Misto): la Regione si attivi per introduzione reato di omicidio sul lavoro

    La Regione intervenga affinché sia introdotto il reato di omicidio sul lavoro.
    A chiederlo, con una interpellanza rivolta alla giunta, è la consigliera Giulia Gibertoni (Misto), all’indomani dell’esplosione avvenuta all’interno della centrale idroelettrica Enel di Bargi, tra i comuni di Camugnano e di Castel di Casio, il cui bilancio è tragico.
    “È stato anche difficile provvedere alle operazioni di recupero degli operai e dei tecnici coinvolti nell’incidente – si legge nell’atto ispettivo – benché i vigili del fuoco siano intervenuti con estrema rapidità, visto che l’esplosione sarebbe avvenuta a circa 40 metri di profondità”. Inoltre “sarebbe crollato un solaio, provocando anche la rottura delle condotte di raffreddamento o comunque l’ingressione dell’acqua dall’esterno, complicando ulteriormente il lavoro dei soccorritori”.
    Dalle prime ricostruzioni, spiega Gibertoni, “nella centrale idroelettrica sarebbero state in corso da mesi operazioni di manutenzione straordinaria che avrebbero riguardato anche uno dei due gruppi di produzione di energia e, nella giornata di ieri (9 aprile), ne sarebbe stato previsto il collaudo”. La consigliera ricorda poi che a oggi “le ipotesi sulle cause dell’esplosione sarebbero tre: una è che le attività di manutenzione di alcune componenti della turbina abbiano portato a un montaggio sbagliati; l’altra è quella di una manovra azzardata proprio durante il pre-collaudo; infine, che lo scoppio sia in qualche modo collegato alla qualità dei materiali usati nei lavori di manutenzione”.
    Ricordando che, all’interno dell’impiant,o lavoravano anche dipendenti di diverse aziende esterne impegnati in lavori di manutenzione e che, per diverse ore, “non si è riusciti a capire nemmeno quante persone fossero davvero coinvolte nell’incidente e di quali ditte fossero dipendenti”, Gibertoni evidenzia come “la situazione del nostro Paese per morti e incidenti sul lavoro, che viaggia sul dato effettivo di 1.500 morti all’anno, continua a non mostrare alcun miglioramento, con periodiche e ricorrenti indignazioni pubbliche”.
    Nel caso specifico, fra le criticità segnalate, secondo Gibertoni, vi sarebbe anche la mancanza di “una cultura vera dei lavori di manutenzione” che si somma alla questione dei controlli che riguarda la “catena di esternalizzazioni, sempre più spinte”, così come le catene di appalti e subappalti.
    Secondo la consigliera, servirebbe “una riforma severa di tutto il sistema degli appalti, un rafforzamento della figura del Rappresentante dei lavoratori sulla sicurezza e l’introduzione e la tutela, in tutte le aziende, private o pubbliche, di ogni tipologia e dimensione, della figura del whistleblower per la segnalazione di tutte le fattispecie riguardanti le violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle attività di prevenzione da attuare sui luoghi di lavoro”. Tutte questioni che la consigliera sottopone all’attenzione della giunta con la sua interpellanza, chiedendo all’esecutivo regionale di attivarsi in particolare per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.
    (Brigida Miranda)

    Imprese lavoro e turismo

    10 Aprile 2024 LEGGI TUTTO