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    Afragola, droga e soldi al rione Salicelle: denunciate due donne

    Afragola. Probabilmente erano le contabili del gruppo che controlla lo spaccio al rione Salicelle le due donne denunciate dai carabinieri nel corso di una operazione di controllo.
    I militari della locale stazione hanno infatti perquisito una palazzina di via Salicelle. Denunciate due donne di 79 anni e 31. Nel loro appartamento i militari hanno rinvenuto e sequestrato 5.750 euro in contanti, 5 taccuini sul quale sono in corso accertamenti e 1 proiettile calibro 22.
    Ma non è finita perché nello stesso palazzo, sempre Afragola, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato a carico di ignoti 1 borsello di colore con all’interno 1 bilancia digitale, 102 dosi termosaldate di cocaina per un totale di 40 grammi e 16 stecche termosaldate di hashish dal peso complessivo di 50 grammi.
    Oltre ai soldi, anche 5 taccuini con la contabilità e poi hashish e cocaina
    Controlli che hanno riguardato anche l’inquinamento ambientale. I carabinieri della locale stazione, insieme a quelli forestali, hanno denunciato il titolare dell’officina meccanica di via Kennedy constatando irregolarità nello smaltimento dei rifiuti.
    Nella stessa strada i militari hanno controllato anche un’altra officina, in quel caso nessuna irregolarità cotestata. LEGGI TUTTO

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    Pusher arrestato alla Cisternina: nelle tasche un market ambulante di droga

    Ennesimo blitz anti droga nel popoloso quartiere della Cisternina e precisamente a via Leopardi dove i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Castello di Cisterna  hanno arrestato il 37enne Mario Scognamiglio, già noto alle forze dell’ordine.
    I militari stavano setacciando il rione di edilizia popolare Cisternina quando hanno fermato e controllato il 37enne.
    L’uomo è stato trovato in possesso di 75 dosi di sostanza stupefacente tra cocaina, crack e hashish. Nelle tasche di Scognamiglio anche la somma di 280 euro ritenuta provento del reato.
    Indagini per risalire ai suoi fornitori
    L’arrestato è in carcere in attesa di giudizio. I militari continuano le indagini per risalire ai suoi forntiori e stabilire per conto di chi stesse spacciando. LEGGI TUTTO

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    Blitz antidroga al Rione Sanità: arresti e perquisizioni

    Sveglia movimentata per i trafficanti di droga del rione sanità a Napoli.
    La Polizia di Stato, infatti, con il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Napoli, sta conducendo una vasta attività di polizia giudiziaria nei confronti di esponenti di un sodalizio criminale dedito al traffico di stupefacenti nella zona della Sanità.
    Gli uomini della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di P.S. Arenella stanno dando esecuzione a un provvedimento cautelare nei confronti di numerosi soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e di detenzione a fini di spaccio di stupefacenti. LEGGI TUTTO

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    Napoli, investe agente di polizia per forzare posto di blocco: fermato giovane vicino al clan Elia

    La scorsa notte un agente di polizia è stato investito da un giovane che non si è fermato al posto di blocco.
    Si tratta di Giovanni Bifulco, 26enne del Pallonetto di Santa Lucia, che dovrà rispondere di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. La famiglia di Bifulco è stata più volte accostata al clan Elia, il padre di Giovanni sta scontando una pena in carcere al 41bis, mentre la madre e i fratelli sono stati coinvolti nella vicenda delle case occupate nel palazzo di via Egiziaca a Pizzofalcone.
    Secondo la ricostruzione diffusa, il poliziotto è rovinato a terra dopo essere stato colpito al ventre dallo sterzo dello scooter guidato da Bifulco, che viaggiava con un passeggero. L’impatto ha fatto perdere il controllo del mezzo al conducente che è finito a terra. Il 26enne è stato quindi immediatamente immobilizzato.
    “Delinquenti recidivi che non imparano mai. Contro i camorristi e le persone vicine alla camorra non devono esserci attenuanti né tantomeno sconti. Questi soggetti vanno fermati a tutti i costi perché rappresentano un pericolo per loro stessi e per la collettività.
    Questa volta ci è andato di mezzo un agente di polizia e solo per miracolo non ha avuto conseguenze gravissime per colpa dell’investimento. Ogni giorno queste persone mettono a rischio l’incolumità di tutti e non possono essere lasciate a piede libero. Mi auguro solamente che questa persona, dopo tutto quello che ha combinato, non esca presto di galera, così avrà tempo per riflettere su quanto accaduto”. Questo quanto dichiarato da Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra.

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    Scommesse illegali in tutta Italia: blitz della polizia

    Vasta operazione in tutte le province italiane della Polizia di Stato nel settore del contrasto al gioco ed alle scommesse illegali, anche finalizzata alla tutela dei consumatori.L’operazione, coordinata dal Nucleo Centrale della Polizia dei Giochi e delle Scommesse del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, rientra in una più ampia strategia di contrasto che vede l’impiego dell’expertise investigativa della Polizia di Stato misurarsi sul fronte nazionale ed estero del gioco illegale e delle scommesse clandestine.
    Nell’ambito di mirate attività di controllo, disposte dal Servizio Centrale Operativo con il diretto impiego anche delle SISCO, sono stati oltre 600 gli esercizi commerciali sottoposti a controllo. Più di 3339 i soggetti identificati, con 40 sequestri di apparecchiature illegali (“totem”, personal computer, AWP e VLT), 66 denunce in stato di libertà connesse all’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse ed oltre 215 violazioni amministrative sanzionate, per un importo superiore ai 600.000 euro.
    A Prato, gli agenti hanno individuato e fatto irruzione in una bisca clandestina gestita e frequentata da cittadini di nazionalità cinese. 38 i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per la partecipazione ed esercizio del gioco di azzardo, 9 di essi sono risultati irregolari sul territorio nazionale, con il conseguente sequestro di attrezzatura di gioco e di denaro contante per un ammontare di oltre 110.000 euro.
    A Caltanissetta, i controlli “a tappeto” messi in campo su larga scala dalla Squadra Mobile e dalla SISCO hanno, invece, consentito di individuare anche un vero e proprio laboratorio clandestino per la fabbricazione di armi, comprensivo di tutta l’attrezzatura necessaria per la costruzione di armi corte oltre che di un modello artigianale di pistola e svariato munizionamento di diverso calibro. Tratto in arresto il titolare del sito.
    18 gli esercizi commerciali sottoposti a controllo nella sola città metropolitana di Reggio Calabria, mentre una serie di violazioni in materia di prevenzione e per la sicurezza dei luoghi di lavoro hanno comportato la momentanea chiusura di un’agenzia di scommesse in provincia di Varese. Analoghe violazioni riscontrate anche in provincia di Pesaro-Urbino, dove i controlli hanno peraltro fatto emergere anche l’uso illegale e promiscuo di alcuni circoli privati adibiti a sale gioco. Riporta l’Agenzia Agimeg.
    In tale ambito, il massiccio dispositivo di controllo ha visto l’impiego degli “specialisti” formati nei corsi di qualificazione per la “polizia dei giochi e delle scommesse” organizzati dalla Direzione Centrale Anticrimine, mettendo in campo la professionalità degli operatori scesi in campo presso agenzie di scommesse, negozi di gioco e corner distribuiti in tutte le province italiane.
    L’attività rientra nella costante azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato allo scopo di impedire la pratica del gioco e delle scommesse illegali, anche al fine di tutelare l’utenza e prevenire l’erosione illecita di una consistente quota di gettito erariale derivante dalle attività del comparto del gioco pubblico.
    Il monitoraggio, peraltro, ha consentito di attualizzare una costante mappatura delle frequentazioni dei luoghi pubblici e degli esercizi di gioco oltre che delle connesse interessenze economiche, al fine di evidenziare possibili rischi di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso, anche straniera, nel settore del gioco, talvolta attuata mediante sofisticate tecniche di riciclaggio e reimpiego dei beni di provenienza illecita. LEGGI TUTTO

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    Blitz antidroga a Castel Volturno: 13 misure cautelari

    Sono 13 le misure cautelari disposte da un’ordinanza emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere ed eseguite dai Carabinieri della locale compagnia a Castel Volturno e nelle province di Caserta, Salerno e Teramo nell’ambito di un’indagine sullo spaccio di stupefacenti coordinata dalla Procura sammaritana.

    Nell’operazione sono stati impegnati 100 uomini, 40 mezzi, 20 militari di supporto delle squadre speciali sos, 4 unità cinofile per la ricerca di stupefacenti, armi ed esplosivi. Due arresti sono stati eseguiti in flagranza nel corso delle perquisizioni effettuate nella notte.
    Sono stati inoltre sequestrati oltre 500 grammi di stupefacenti tra cocaina, eroina e hashish. Impegnati inoltre quattro cani, due antidroga e due per la ricerca di armi ed esplosivi. LEGGI TUTTO

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    Arzano, ladro al ristorante: arrestato grazie a una telefonata anonima al 112

    Questa notte ad Arzano i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Casoria e i militari della tenenza di Arzano hanno arrestato per furto aggravato Gioacchino Piscopo, 36enne del posto già noto alle forze dell’ordine.
    Sono le 2 di notte e la gazzella – allertata dal 112 – a via Pecchia per la segnalazione di un furto nel ristorante Satya. I carabinieri – impegnati in uno dei quotidiani servizi di prevenzione disposti della Compagnia di Casoria – sono a poche centinaia di metri entrano nell’attività commerciale e trovano il 36enne con le “mani nel sacco”.
    Pochi secondi e, nonostante un breve tentativo di fuga, l’uomo viene immobilizzato e arrestato.
    Nell’auto di Piscopo sono state rinvenute alcune bottiglie tra vino e champagne sulle quali sono in corso accertamenti. Il veicolo e la refurtiva sono stati sequestrati. L’arrestato è in attesa di giudizio. LEGGI TUTTO

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    Pomigliano, ferimento del proprietario di “Studio Tattoo”: arrestato il pistolero

    Arrestato a Pomigliano il pistolero che la scorsa estate ferì a colpi di pistola il titolare di “Studio Tattoo”.
    Stamane infatti i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Nola su richiesta della locale Procura, nei confronti di un soggetto, A.V., 25enne originario domiciliato a Pomigliano d’Arco, pregiudicato, nei cui confronti vi sono gravi indizi di colpevolezza, in ordine ai reati di porto detenzione e ricettazione di un’arma, utilizzata per cagionare lesioni personali.
    L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola e condotta dai Carabinieri del N.O.R.M. – Sezione Operativa della Compagnia di Castello di Cisterna , ha permesso di raccogliere gravi indizi in ordine all’autore dell’azione di fuoco, commessa in Pomigliano d’Arco il 16 giugno 2023, ove è stato esploso un colpo d’arma da fuoco all’indirizzo del negozio di tatuaggi “Studio Tattoo”, con sede nel centro cittadino, ferendo alla gamba il proprietario.
    L’immediato sopralluogo sul posto e le successive indagini, hanno permesso di recuperare l’arma utilizzata per il delitto, una Smith e Wesson cal. 38, rubata in un’abitazione in provincia di Trento diversi anni fa, nonché di ricostruire l’andamento della vicenda delittuosa. LEGGI TUTTO

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    Napoli, narcos latitante da 13 anni tradito dal vizio del fumo

    Un fantasma per oltre 13 anni sapendo di dover espiare una condanna definitiva ad oltre 22 anni di carcere il narcos albanese trapiantato in a Napoli da anni è stato tradito dal vizio del fumo e arrestato dai carabinieri.E’ il primo latitante a finire in manette nel 2024, l’ennesimo stanato dai Carabinieri del Comando Provinciale partenopeo che appena qualche giorno fa ha chiuso il bilancio annuale con 17 catturandi in arresto.
    La cattura di Faslii Qibini è la cifra di un impegno costante e il punto su ricerche sviluppate per anni, su più fronti.
    Sulla testa del 64enne di origini albanesi pende una condanna definitiva di oltre 22 anni di reclusione, traffico internazionale di droga il reato per il quale era ricercato.
    Importava eroina per conto del clan Di Lauro e dei Nardielli di Torre Annunziata
    L’uomo è considerato un broker del narcotraffico trans-frontaliero. Secondo gli investigatori avrebbe gestito e mediato il traffico di eroina tra il suo paese d’origine, la Grecia, la Turchia e l’Italia meridionale dove faceva affari con il clan Di Lauro e poi con i “Nardielli”, gruppo criminale del versante oplontino.
    Poi una lunga latitanza, dichiarata nel lontano aprile del 2011 quando, ristretto ai domiciliari, evase facendo perdere le proprie tracce. Senza mai un passo falso, lontano dai riflettori ma non dalla memoria dei militari del nucleo investigativo di Napoli.
    Lo hanno cercato per oltre 12 anni, fino a ieri pomeriggio, quando Qibini passeggiava in corso Secondigliano, ignaro di essere circondato.Non una casualità a costargli le manette ma uno scrupoloso monitoraggio delle abitudini della sua famiglia.
    Verosimilmente lontano dall’Italia, il 64enne non ha rinunciato alle festività natalizie per riabbracciare moglie e figlio.Ha badato ad evitare la strada, di farsi vedere in giro, ma l’evidente incremento dei volumi della “spesa” familiare ha acceso una lampadina nella mente dei carabinieri.
    Durante le festività moglie e figlio non rinunciavano ad una sosta in tabaccheria per acquistare sigarette. Peccato che non fossero fumatori. Le “bionde”- hanno immaginato i carabinieri – erano per qualcun altro.Così i militari hanno intensificato le osservazioni e presidiato il quartiere con sempre maggiore attenzione.
    E poche ore fa, tradito proprio dalla fame di nicotina, Qibini ha pensato di acquistare le sigarette in autonomia.Non ha fatto in tempo ad accenderne una, i carabinieri lo hanno accerchiato e arrestato.E’ ora ristretto nel carcere di Secondigliano. LEGGI TUTTO

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    Agguato di Capodanno: dopo 5 giorni di agonia morto Emanuele Nebbia

    È deceduto al termine di cinque giorni di agonia presso l’ospedale di Caserta il giovane Emanuele Nebbia, colpito da un proiettile alla testa la notte di Capodanno nel rione Iacp di Santa Maria Capua Vetere.
    La Polizia di Stato, in particolare la Squadra Mobile di Caserta, ha prontamente classificato l’incidente come un agguato. Le indagini sono sotto la coordinazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ipotizza un regolamento di conti nel quale il giovane sarebbe rimasto coinvolto. L’aggressione è avvenuta sul pianerottolo di ingresso dello stabile in cui Nebbia risiedeva.
    Gli investigatori collegano questo episodio al contesto della faida legata allo spaccio che sta insanguinando il rione Iacp di Santa Maria Capua Vetere. Gli autori dell’aggressione, al momento sconosciuti, hanno colpito Nebbia allo scoccare della mezzanotte in via Traversa Raffaello.
    Nel frattempo, in carcere a Santa Maria Capua Vetere, si è verificato un tumulto quando alcuni detenuti hanno occupato un intero piano, causando danni a oggetti e arredi. Circa una quindicina di reclusi, secondo il sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria (mentre altre fonti parlano di circa 250 detenuti), ha partecipato al tumulto. Solo con l’intervento del magistrato di sorveglianza è stata ristabilita la calma.
    La situazione è sfociata nella tarda mattinata di ieri quando un detenuto del reparto Volturno ha richiesto un permesso per visitare il fratello, Emanuele Nebbia, in gravi condizioni dopo l’agguato. Non ottenendo risposta immediata, il detenuto ha iniziato a protestare coinvolgendo altri reclusi, barricandosi al terzo piano del reparto e causando danni fino all’intervento del magistrato di sorveglianza e del vicedirettore del carcere Marco Casale. Gli autori delle proteste, incluso colui che ne ha dato inizio, saranno trasferiti. LEGGI TUTTO

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    Castellammare, ladri di auto inseguiti dai carabinieri si infilano in un vicolo stretto: fuggono dai finestrini

    Castellammare. Poco dopo le 22,30 di ieri sera durante i normali serivizi di controllo del territorio i carabinieri notano nel centro città una Fiat Panda, scuro il colore, scuri i passamontagna indossati dai tre nell’abitacolo.La targa è quella di un’auto rubata qualche ora prima. I carabinieri non hanno dubbi. Fanno inversione, accendono lampeggianti e sirene: parte l’inseguimento.
    L’uomo alla guida dell’utilitaria non ha bisogno di altri spunti per accelerare, piede pestato sul pedale, in mente solo la fuga.
    E’ abile e, grazie alle dimensioni compatte dell’auto, riesce a districarsi tra le strade del centro stabiese. I militari non lo mollano, certi che prima o poi saranno ansia e fretta a passare al volante.
    La previsione si rivela azzeccata quando l’auto si infila in un vicolo strettissimo.Meglio fuggire a piedi ma gli sportelli non possono spalancarsi perché le pareti delle abitazioni e alcune macchine parcheggiate lo impediscono.
    Così i tre fuggitivi, come nella fiction anni ’80 “Hazzard”, escono dai finestrini ma lasciano in moto la Panda che, complice una leggera discesa, continua lentamente la marcia fino a schiantarsi contro un altro veicolo di passaggio.
    I carabinieri scelgono di seguire l’autista, gli altri due si dileguano in pochi istanti.L’uomo si rifugia in un palazzo, corre furiosamente ai piani alti. I due militari sanno che non ha scampo. Bloccano l’ascensore per precludergli altre vie di fuga e intanto lo seguono.
    Lo troveranno nascosto al buio del vano di servizio, all’ultimo piano del condominio. Ancora indossati il passamontagna e i guanti.
    In manette il 22enne Vincenzo Barba
    Ha 22 anni ed è Vincenzo Barba. Lo stesso che il 2 ottobre scorso fu arrestato per un tentato furto in un deposito di elettrodomestici di Castellammare. Già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per quel reato, Barba è stato sottoposto ai domiciliari, in attesa di raccontare al giudice le sue ultime ore. Dovrà rispondere di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.
    Continuano le indagini per identificare e rintracciare i complici. LEGGI TUTTO

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    E’ Rosa D’Ascenzo la prima vittima di femminicidio del 2024

    Potrebbe essere il primo femminicidio dell’anno quello della donna portata ieri in ospedale a Civita Castellana, nel viterbese, dal marito, secondo cui la 71enne Rosa D’Ascenzo sarebbe caduta dalle scale dopo un malore nella loro abitazione di Sant’Oreste, alle porte di Roma.La natura delle lesioni riscontrate ha insospettito i medici che hanno allertato i carabinieri e per l’uomo, C.G., di 73 anni, è scattato il fermo per omicidio aggravato.
    L’uomo aveva sostenuto che la moglie fosse caduta a causa di un malore, ma la natura delle lesioni riscontrate ha insospettito i medici che hanno allertato i carabinieri. Sono scattate le indagini, eseguite dai Carabinieri delle compagnie di Civita Castellana e di Bracciano e coordinate dalla Procura di Tivoli, dalle quali è emerso che si tratterebbe di femminicidio e non di una morte accidentale.
    All’interno dell’abitazione, infatti, sono state rilevate numerose tracce che hanno permesso al pm di formulare l’imputazione provvisoria di omicidio aggravato. L’abitazione è stata sequestrata mentre il 73enne, sussistendo secondo la Procura il concreto pericolo di fuga, è stato sottoposto a fermo. Proseguono gli accertamenti, anche di natura tecnica, per la completa ricostruzione dei fatti, comprese eventuali antecedenti violenze domestiche di qualunque natura. La coppia era sconosciuta agli investigatori e nessuna denuncia era stata mai presentata dalla donna.
    Nell’anno appena concluso sono state 118 le donne uccise, di queste 96 in ambito familiare o affettivo, secondo i dati del Viminale. Si tratta di un numero altissimo ma in calo rispetto al 2022 che si era chiuso con 127 donne uccise.
    Nel 2023 118 femminicidi in Italia
    Tra tutti i femminicidi è quello di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre scorso, a scuotere di più l’opinine pubblica. La giovane viene colpita da più di venti coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta e poi lasciata morire. Un delitto che porta in piazza centinaia di migliaia di persone in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.
    Ma poche settimane dopo a occupare sulle prime pagine torna un altro caso di femminicidio: quello di Vanessa Ballan, 26 anni, incinta di otto settimane che viene uccisa con otto coltellate al torace, dal suo ex. I suoi funerali si celebreranno venerdì 29 dicembre a Castelfranco Veneto e il governatore Zaia ha già indetto il lutto regionale. Ecco alcuni dei casi che hanno segnato il 2023.
    La prima vittima dell’anno è Giulia Donato, 23 anni, uccisa dal fidanzato, Andrea Incorvaia, guardia giurata di 32 anni nel quartiere Pontedecimo a Genova. L’uomo prima le spara con l’arma regolarmente detenuta per il lavoro e poi si toglie la vita. Pochi giorni dopo, il 13 gennaio, Martina Scialdone, 34 anni, viene uccisa a colpi di pistola da Costantino Bonaiuti, un uomo di 61 anni con cui ha una relazione. I due si trovano in un ristorante di Roma, in zona Furio Camillo e il delitto si consuma in strada.
    Solo 16 anni: Jessica Malaj viene uccisa a maggio scorso a Torremaggiore, in provincia di Foggia, mentre fa da scudo alla madre aggredita dal padre. Giulia Tramontano, 29 anni, incinta di sette mesi, viene uccisa a fine maggio con 37 coltellate da Alessandro Impagnatiello, il fidanzato dalla ‘doppia vita sentimentale’.
    E poi ancora l’infermiera Rossella Nappini, 52 anni, massacrata, a settembre scorso a Roma, con diverse coltellate. Marisa Leo, 39 anni, viene uccisa a Marsala (6 settembre) dall’ex compagno Angelo Reina, che aveva denunciato, nel 2020, per stalking. E ancora Anna Elisa Fontana, 48 anni, data alle fiamme dal compagno Onofrio Bronzolino, nell’abitazione che i due condividevano sull’isola di Pantelleria (Trapani).
    Il 14 ottobre scorso a Cerreto d’Esi (Ancona) Concetta Marruocco viene ammazzata dal marito Franco Panariello con 39 coltellate. Annalisa D’Auria, 32 anni, viene uccisa dal marito Agostino Annunziata a Rivoli (Torino) davanti agli occhi della loro figlioletta di 3 anni. Giulia Cecchettin, 22 anni, viene trovata sulle sponde del lago di Barcis, in un canalone tra il bacino idrico e Piancavallo, nel Pordenonese.‍
    Di lei si erano perse le tracce dall’11 novembre, giorno in cui era uscita con l’ex fidanzato Filippo Turetta, suo coetaneo, che viene poi rintracciato in Germania e arrestato per l’omicidio. Il 19 dicembre scorso il femminicidio di Vanessa Ballan, 26 anni, uccisa a coltellate sulla porta di casa a Riese Pio X, in provincia di Treviso.
    A trovare Vanessa riversa a terra è il marito, 28 anni, di ritorno dal lavoro verso mezzogiorno, che dopo un tentativo di rianimarla chiama i soccorsi. Viene subito escluso un suo coinvolgimento nell’omicidio mentre viene fermato Bujar Fandaj, 41enne di origine kosovare, che a ottobre scorso era stato denunciato da Vanessa per stalking. LEGGI TUTTO