More stories

  • in

    Napoli, stesa dei De Micco-De Martino al rione Conocal di Ponticelli: “Qui comandiamo noi”

    Napoli. Notte di fuoco, di fragore di armi e di paura e tensione quella di due giorni fa nelle palazzine del rione Conocal di Ponticelli.PUBBLICITA

    Un commando di pistoleri in sella alle moto ha esploso numeorsi colpi di pistola in aria e poi si è dileguato.

    Una azione rapida, dimostrativa ma soprattutto un messaggio di sfida al clan di Salvatore D’Amico o’ pirata al centro dell’attenzione nazionale in questi giorni per un’inchiesta sull’infiltrazione del suo clan negli affari di Roma.
    Per gli investigatori, come riportato da cronache di Napoli, si è trattato di un atto di forza del clan dei De Micco-De Martino che così hanno voluto ribadire il loro dominio e il loro controllo di quel territorio.

    Dietro ci sarebbe uno scenario fatto di nuove allenze tra faglie criminali della zona che vede appunto la nascita di una nuova alleanza tra i D’Amico e i Montefusco e i De Luca Bossa.

    Cosa questa vista come un atto di sfida da parte dei De Micco De Martino che l’altra sera hanno lanciato il segnale a suon di piombo: “Qui comandiamo noi”.
    Gli investigatori seguono con attenzione l’evolversi della situazione sperando che non vi sia un innalzamento del livello di scontro tra le famiglie criminali di Ponticelli.

    Leggi Anche LEGGI TUTTO

  • in

    Camorra, colpo ai clan federati con i Mazzarella: 22 arresti

    Napoli. Ennesima alba di manette per la camorra napoletana e questa volta è toccata alla potente famiglia criminale dei Mazzarella o meglio ad alcuni dei clan federati.PUBBLICITA

    Sono 22 gli aarresti eseguiti stamane, su disposzione della Dda di napoli da parte di pèolizia , carabinieri e guardia di finanza nei quartieri di Forcella, Case Nuove e rione San Gaetano.

    Punti Chiave ArticoloSono tutti accusati di associazione mafiosa, estorsioni, droga e armi. E così dopo aver inferto ben tre spallate al clan Contini e all’Alleanza di Secondigliano questa volta tocca ai Mazzarella. 22 persone sono state arrestate, su disposizione del Tribunale di Napoli, con l’accusa di associazione mafiosa, tentato omicidio, lesioni, rapina, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, traffico di stupefacenti, tutti aggravati dal metodo mafioso.
    Gli indagati sono ritenuti gravemente indiziati di appartenere al clan Mazzarella, uno dei sodalizi criminali più potenti della Camorra.
    L’operazione scaturisce da due distinte indagini: Prima indagine: condotta dalla Squadra Mobile di Napoli, ha permesso di ricostruire l’ascesa del clan “Giuliano”, articolazione del clan Mazzarella, operante nei quartieri Forcella e Maddalena. Le indagini, sviluppate tra gennaio 2020 e dicembre 2021, hanno documentato la nascita del gruppo, il suo radicamento sul territorio e la stipula di un’alleanza con il clan Mazzarella.
    Sono stati inoltre accertati numerosi reati commessi dal clan, tra cui tentati omicidi, lesioni, estorsioni, rapine e traffico di droga. Seconda indagine: svolta tra la fine del 2018 e il gennaio 2022, ha fatto luce sul gruppo criminale denominato “paranza di San Gaetano”, articolazione del clan Mazzarella attiva nel centro storico di Napoli. Le indagini hanno ricostruito la struttura, l’operatività e il controllo del territorio da parte del gruppo, in particolare nel traffico e nello spaccio di stupefacenti. Dettagli sulle persone arrestate: Clan Giuliano: 10 persone, tra cui G.S., ritenuto il capo del gruppo.Paranza di San Gaetano: 7 persone, tra cui B.S., elemento di spicco del clan Mazzarella.Gruppo Caldarelli: 5 persone. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Napoli, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli e dal Commissariato Vicaria-Mercato. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Rione Sanità, anche la cocaina rosa nel supermarket della droga: arrestato 20enne

    Napoli. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Stella, durante un blitz nel Rione Sanità, hanno scoperto una sorta di supermarket della droga e hanno arrestato un 20enne, Giuseppe Amabile, trovato in possesso di ingenti quantità di droga, tra cui la cosiddetta “cocaina rosa”.PUBBLICITA

    L’operazione si è svolta in un appartamento al civico 1 di via Vicoletto San Gennaro dei Poveri. I Carabinieri, grazie a mirati servizi di osservazione, avevano notato un via vai sospetto dall’abitazione. Irrompono nell’appartamento, cogliendo il giovane di sorpresa.

    Punti Chiave ArticoloNella perquisizione, i militari hanno rinvenuto 35 involucri di “cocaina rosa”, una droga sintetica che può arrivare a costare fino a 400 euro a dose, ingenti quantità di marijuana, cocaina e hashish, Spid, Ketamina e 2 bilancini di precisione. Indagini per risalire alla rete di clienti ed eventuali complici Il 20enne è stato arrestato e tradotto in carcere. Le indagini dei Carabinieri sono ancora in corso per ricostruire la rete di spaccio e individuare eventuali complici.
    La “cocaina rosa“, nota anche come Tusi, è una droga sintetica che contiene diverse sostanze psicoattive, tra cui ketamina, MDMA e 2C-B. Provoca allucinazioni, euforia e distorsioni sensoriali. I suoi effetti possono essere imprevedibili e pericolosi, anche mortali.
    La specifica del sequestro: · kg. 1,603 di marijuana, suddivisa in 37 involucri;· gr. 680 di “hashish”, suddivisa in dieci panetti;· gr. 102 di farmaco “ketamina”, contenuta in un involucro;· gr. 70 di “spid”, contenuto in un involucro;· gr. 10 di “cocaina”, contenuta in un involucro;· gr. 26 di “cocaina rosa”, contenuta in 35 involucri;· 2 bilancini di precisione;
    Leggi Anche LEGGI TUTTO

  • in

    Mariglianella coppia arrestata, in casa oltre 150 chili di droga, armi e 126 mila euro in contanti

    Mariglianella: coppia arrestata con droga, armi e denaro. Carabinieri scoprono un vero e proprio arsenale durante perquisizionePUBBLICITA

    Un blitz dei Carabinieri di Castello di Cisterna ha portato all’arresto di una coppia a Mariglianella. L’operazione, inizialmente volta al contrasto del contrabbando di sigarette, ha rivelato ben altro.

    Punti Chiave ArticoloDurante la perquisizione dell’abitazione dei coniugi, una donna incensurata di 32 anni e un uomo di 31 anni con precedenti per detenzione illegale di tabacchi, sono stati rinvenuti: Poco meno di 3 chili e mezzo di sigarette bionde di contrabbando152 chili di hashish marchiata “La mousse”Quasi 2 chili di marijuanaUna pistola calibro 9Una pistola semiautomatica calibro 7,65Una mitragliatrice Imi Uzi150 proiettili di vario calibroUn Rolex4 coltelliUn bilancino di precisione126.860 euro in contantiUna Fiat Panda, dove è stata trovata parte della sostanza stupefacente.
    I due erano i custodi per conto dei clan vesuviani La coppia è stata arrestata e trasferita in carcere. Le armi saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificarne l’utilizzo in fatti di sangue o altri delitti.
    Le indagini proseguono per ricostruire i collegamenti della coppia con i clan della zona vesuviana. I due probabilmente facevano da custodi dietro compenso. Leggi Anche LEGGI TUTTO

  • in

    Truffe agli anziani a Roma: ecco chi sono i 10 uomini d’oro. Bottino da 500mila euro

    Decine di anziani vittime di truffe e rapine per un bottino di oltre 500mila euro.PUBBLICITA

    Un’organizzazione criminale con base a Napoli, sgominata dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e dal III Distretto Fidene-Serpentara, operava nella Capitale con un collaudato schema: il raggiro del “finto nipote” o del familiare in difficoltà.

    Punti Chiave ArticoloLe indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono partite dalle denunce delle vittime e hanno permesso di ricostruire il modus operandi e identificare i componenti del gruppo, dieci persone in tutto, che agivano con ruoli ben definiti. I capi, Antonio e Luca Pestorino, gestivano la “centrale” della truffa da Napoli. Alessandro Bara era il coordinatore delle telefonate, mentre Andrea De Martino si occupava di noleggiare le auto per gli spostamenti. Mario Mazzola, detto “Mirko”, era l’incassatore, colui che si presentava a casa delle vittime per ricevere denaro, gioielli o oro. Vincenzo Benincasa, Carlo Tolomello, Antonio Mosolino, Salvatore Donnarumma e Lepoldo Rignani completavano la banda.
     I ruoli e le divisioni dei compiti dei 10 componenti della banda Per contattare le vittime, il gruppo utilizzava vecchi elenchi telefonici. Una volta individuata la preda, la truffa si svolgeva secondo un copione collaudato: una telefonata all’anziano con la falsa notizia di un incidente occorso al nipote o a un altro familiare.
    Per risolvere l’emergenza, era necessario consegnare denaro o preziosi. I truffatori, spesso spacciandosi per direttori di postali, corrieri o amici dei congiunti, si presentavano poi a casa della vittima per incassare. L’organizzazione era attiva non solo a Roma, ma anche in diverse province del Centro-Sud, tra cui Lucca, Terni, Latina, Napoli, Avellino, Salerno e Lecce.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Ponticelli ucciso Emanuele Pietro Montefusco

    Si chiama Emanuele Pietro Montefusco, 49 anni, pregiudicato esperto in furti di auto l’ultima vittima di camorra uccisa stamane in via Argine a Ponticelli.PUBBLICITA

    Si tratta di una vecchia consocenza delle forze dell’ordine legato da vincoli di parentela con l’ ex pentito, Davide Montefusco ucciso nel 2016 sempre a Ponticelli in viale Margherita.

    La vittima anni fa fu arrestata insieme con altre cinque persone perché componente di una banda specializzata in furti di di furgoni adibiti al trasporto di materiale edile.
    La banda operava nella provincia di Napoli e in maniera particolare in penisola sorrentina e sui Monti Lattari, I furgoni rubati venivano poi rivenduti o smontati e venduti come ricambi.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Omicidio a Ponticelli: uomo ucciso in via Argine

    Omicidio stamane a Ponticelli. E’ accaduto poco dopo le 10 in via Argine nel quartiere di Ponticelli.PUBBLICITA

    I carabinieri della Compagnia di Poggioreale sono intervenuti in via argine 91 per un uomo colpito e ucciso da colpi d’arma da fuoco.

    Sul posto si stanno portando anche i magistrati della Dda di Napoli e la sezione scientifica dei carabinieri per i rilievi.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Notte di fuoco a Napoli due agguati con due feriti. Uno è gravee

    Notte di violenza a Napoli, con due distinti agguati che hanno lasciato feriti due uomini.PUBBLICITA

    Il primo episodio è avvenuto ieri sera alle 21:30 circa, il secondo tra le 2:30 e le 3:00 di questa mattina.

    Punti Chiave ArticoloNel secondo agguato, un 21enne con precedenti penali è stato gravemente ferito da colpi di pistola alla zona lombare. Il giovane è stato soccorso da un passante in Piazza Canneto nella zona dell’Arenella e trasportato d’urgenza all’Ospedale Vecchio Pellegrini, dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico salvavita. Le sue condizioni sono gravi ma in lieve miglioramento, anche se la prognosi rimane riservata. Sulla vicenda indaga la Squadra Mobile della Questura di Napoli, che non esclude alcuna pista e sta verificando se il luogo del ferimento sia effettivamente quello in cui il giovane è stato soccorso.
    Ferito 33enne a Forcella Qualche ora prima dell’agguato al 21enne, un 33enne napoletano si era presentato al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini con ferite da arma da fuoco alle gambe.
    L’uomo, anch’esso con precedenti penali, ha raccontato agli agenti del Commissariato di Polizia Montecalvario, che sta indagando sull’episodio, di essere stato avvicinato e ferito senza motivo da uno straniero mentre si trovava in Via Cappella a Pontenuovo. Il 33enne è stato medicato e dimesso con una prognosi di 15 giorni. Ancora da chiarire le motivazioni e la dinamica esatta dei due agguati. Gli inquirenti stanno lavorando sulle testimonianze raccolte e sui rilievi effettuati sulla scena dei crimini per ricostruire i fatti e assicurare i responsabili alla giustizia.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Gli usurai del clan dei Casalesi incendiavano le auto a chi non pagava in tempo: 5 arresti

    I Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno sgominato un gruppo di persone legate al clan dei Casalesi, accusate di estorsione, usura e danneggiamento mediante incendio.PUBBLICITA

    Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno portato all’arresto di 3 persone e agli arresti domiciliari di altre 2.

    Le indagini hanno fatto luce su un episodio di estorsione avvenuto tra febbraio e luglio 2024. Le vittime erano state oggetto di una richiesta di denaro pari a circa 100mila euro, derivante da un debito pregresso di 45mila euro contratto a tassi usurari da uno degli indagati.
    Per intimidire le vittime e indurle al pagamento, gli indagati, con la collaborazione di altri elementi della criminalità organizzata, hanno organizzato dei summit camorristici.

    Non ottenendo l’effetto desiderato, nell’aprile 2024, alcuni degli indagati si sono recati presso l’abitazione di una delle vittime e hanno dato fuoco ad alcune autovetture.

    L’azione intimidatoria ha sortito l’effetto sperato: le vittime, temendo per la propria incolumità, hanno consegnato ai loro aguzzini circa 5mila euro come prima tranche del debito.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

  • in

    Napoli, colpo alla banda del Vasto che truffava gli anziani a Roma: 10 arresti

    Napoli. Un nuovo colpo a una delle paranze di trasfertisti del quartiere Vasto Arenaccia dediti alle truffe agli anziani è stato portato a termine dalla Polizia di Stato con l’arresto di 10 persone.PUBBLICITA

    Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e del III Distretto Fidene-Serpentara, con la collaborazione della Squadra Mobile di Napoli e coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina, sono durate mesi e hanno permesso di disarticolare un gruppo criminale che operava principalmente a Roma e in diverse province del centro-sud Italia.

    Punti Chiave ArticoloIl modus operandi del finto nipote I malviventi utilizzavano il classico metodo del “finto nipote” o di parenti in difficoltà economica per contattare le vittime anziane. Una volta carpita la loro fiducia, si presentavano a casa loro per ricevere denaro o preziosi, spesso spacciandosi per direttori di uffici postali, corrieri o amici dei congiunti. Le indagini hanno rivelato che il gruppo era ben organizzato, con ruoli ben definiti: dai “promotori” e “organizzatori” delle truffe ai “telefonisti” che contattavano le vittime, fino agli “esattori” che si recavano presso le loro abitazioni per riscuotere il denaro o i gioielli.
    Inoltre, è stato accertato che gli indagati hanno operato prevalentemente a Roma oltre che in alcune province del centro sud come Lucca, Terni, Latina, Napoli, Avellino, Salerno e Lecce.
    L’operazione ha portato all’arresto di 10 persone e all’emissione di diverse misure cautelari. Si tratta di un duro colpo al fenomeno delle truffe agli anziani, un reato particolarmente odioso che provoca gravi danni alle vittime, sia dal punto di vista economico che emotivo. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Faida di Fuorigrotta preso il nipote del boss Troncone e un complice

    Sono ritenuti appartenenti a clan Troncone di Fuorigrotta i due uomini Manuel Marino di 27 anni e Alessio Ferrara di soli 18 anni sottoposti e fermo dalla Squadra Mobile di Napoli nell’ambito delle indagini sui raid a colpi d’arma da fuoco esplosi nei giorni scorsi nel quartiere Fuorigrotta di Napoli.PUBBLICITA

    Il primo fermato apparteneva al gruppo criminale dei Volpe una volta rivale dei Troncone ed ora legato al boss di via Leopardi,  mentre il secondo è invece è il nipote del boss Vitale Troncone  (la madre sarebbe la compagna dell’attuale reggente).

    Punti Chiave Articolo I due sono gli autori di un fallito agguato in piazza San Vitale Al momento il tentato omicidio viene contestato per un episodio avvenuto lo scorso 24 giugno nella centralissima piazza San Vitale. Si tratta di un agguato fallito di cui si è saputo soltanto oggi al m omento del fermo dei due. Ma non si esclude che i due indagati possano essere gli stessi che, pochi giorni fa, si sono resi protagonisti dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco e anche di un inseguimento in scooter intercettato peraltro da una pattuglia del commissariato San Paolo.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Torre Annunziata arrestati 5 usurai legati al clan Gionta

    Cinque persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato per reati di usura, estorsione e tentata rapina, aggravati dal metodo mafioso, commessi a Torre Annunziata e nei comuni limitrofi.PUBBLICITA

    Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Commissariato di Torre Annunziata, hanno fatto luce su un giro di usura che ha visto diverse vittime, tra cui imprenditori in difficoltà economica, subire pressioni e violenze per ottenere il pagamento di interessi a strozzo.

    Punti Chiave Articolo Gli arrestati, gravemente indiziati a vario titolo dai reati contestati, sono ritenuti affiliati o comunque vicini al clan Gionta, noto sodalizio camorristico operante nella zona.
    Le indagini hanno ricostruito un modus operandi tipico del clan: le vittime venivano avvicinate e indotte a richiedere prestiti di denaro, spesso a tassi d’interesse usurari. Minacce a  chi non pagava in tempo Una volta cadute nella trappola del debito, subivano minacce e aggressioni per essere costrette al pagamento, anche oltre le cifre pattuite. In un caso, è stato ricostruito anche il tentativo di rapina del telefono cellulare di una delle vittime, gesto finalizzato a procurare ulteriore pressione psicologica.
    Le attività investigative hanno permesso di documentare il clima di terrore diffuso dagli arrestati tra le vittime, che, sottoposte a continue vessazioni, erano indotte a non denunciare per paura di ritorsioni. L’operazione di polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, rappresenta un duro colpo al clan Gionta e alla sua capacità di condizionare la vita dei cittadini e delle attività economiche del territorio. Leggi Anche LEGGI TUTTO