Zamboni (Europa verde): confermare correttezza lavori Aipo su cassa espansione Secchia
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Ambiente e territorio
6 Settembre 2024
Presentata un’interrogazione per chiedere alla giunta di prendere in esame metodi non cruenti per controllare il numero di esemplari presenti sui territori regionali
Basta alle uccisioni di massa delle nutrie con le armi da fuoco, lasciando perdere una volta per tutte l’idea irrealizzabile e primitiva di uno sterminio continuo e senza risultati nel lungo periodo. Lo chiede Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con un’interrogazione in cui evidenzia come “l’eradicazione della nutria non sia possibile”.
“Il controllo con metodi ecologici -ha sottolineato la consigliera- non viene, ormai, nemmeno preso in considerazione, così come non si tutela quello che più volte si è dimostrato essere un predatore della nutria, cioè la volpe, che potrebbe essere esclusa tassativamente, a questo fine, dall’attività venatoria. Inoltre, la nutria sembrerebbe essere diventata la fonte di alimento principale per il lupo e quindi andrebbe preservata per non danneggiare le risorse trofiche di questa importante specie protetta. Laddove sono stati avviati progetti di sterilizzazione, come avvenuto ad esempio a Castello d’Argile (Bologna), si è dimostrato che è possibile individuare soluzioni incruente ed efficaci di convivenza con la nutria senza ricorrere a soluzioni estreme e crudeli”.
Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta “di adottare un approccio realistico e scientifico che conduca alle migliori strategie di convivenza con questo animale selvatico introdotto in Italia dall’uomo, prevenendo al massimo i danni e utilizzando metodi incruenti quali la sterilizzazione”.
(Lucia Paci)
Ambiente e territorio
6 Settembre 2024 LEGGI TUTTO
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Governo locale e legalità
6 Settembre 2024
Presentata un’interrogazione per sollecitare provvedimenti alla luce delle numerose segnalazioni di aggressioni nei confronti del personale sanitario e socio-sanitario
Promuovere la sottoscrizione di un protocollo fra la Ausl di Reggio Emilia, Prefettura e Questura che consenta agli operatori della sicurezza e della vigilanza di poter accedere, non armati, all’interno della Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). Lo chiede Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) con un’interrogazione in cui invita la Regione a mettere in campo azioni per contrastare le aggressioni al personale sanitario e socio-sanitario che opera in queste strutture.
“Nella provincia di Reggio Emilia -ha spiegato il consigliere- l’Azienda Usl-Irccs ha raccolto negli anni un numero crescente di segnalazioni di casi di aggressione a danno degli operatori sanitari: 79 nel 2019, 82 nel 2020, 129 nel 2021, con una prevalenza di segnalazioni a carico delle donne (68,8%). In media circa due segnalazioni su tre provengono dagli ospedali, soprattutto dai servizi di pronto soccorso e dal reparto psichiatrico di diagnosi e cura, mentre il restante terzo proviene da operatori impegnati in attività territoriali, prevalentemente in servizi psichiatrici e Ser.t. Preoccupante anche l’aumento delle segnalazioni di violenza fisica, più che raddoppiate nell’arco di soli due anni e che nel 2021 sono arrivate a costituire un terzo di tutte le segnalazioni”.
Ricordando che “il fenomeno delle aggressioni ha indotto il legislatore a emanare la legge 113 del 2020, secondo cui le strutture sanitarie e socio-sanitarie devono prevedere, nei propri piani per la sicurezza, misure volte a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia per garantire il loro tempestivo intervento”, Amico sollecita l’adozione del protocollo per la Rems di Reggio Emilia.
(Lucia Paci)
Governo locale e legalità
6 Settembre 2024 LEGGI TUTTO
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