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    Consigliera di parità. “No a penalizzazioni di carriera per le lavoratrici madri part-time”. Il Tribunale accoglie il ricorso

    Le lavoratrici madri che usufruiscono del part time non possono essere penalizzate nelle progressioni orizzontali, dunque nell’accesso ad avanzamenti di carriera. Questo, in sintesi, il contenuto dell’ordinanza emessa lo scorso 26 marzo del Tribunale del lavoro di Bologna. A richiedere l’intervento del Tribunale bolognese la Consigliera regionale di parità Sonia Alvisi, con l’assistenza legale dell’avvocata Loredana Piscitelli.
    Il procedimento è stato attivato a tutela della posizione di una lavoratrice di un’azienda pubblica della nostra regione esclusa dalla progressione orizzontale in quanto il bando prevedeva l’attribuzione di un punteggio ridotto in proporzione all’orario di lavoro. Sonia Alvisi ha verificato come il bando risultasse discriminatorio, rilevando che la regola penalizzava tutte le lavoratrici madri che usufruivano del part time per esigenze di cura, a partire da quella della prole.
    “Quella emessa dal Tribunale di Bologna è una sentenza importante, si stabiliscono principi che d’ora in avanti non potranno essere trascurati nelle procedure di progressione economica, a partire dal pubblico”, commenta la Consigliera di parità. “Per il raggiungimento di una concreta parità in ambito lavorativo – rimarca poi Sonia Alvisi – diventa centrale favorire il corretto equilibrio tra vita professionale e personale senza che ci siano ripercussioni sulle carriere e conseguentemente sui redditi, con effetto domino, poi, anche a livello previdenziale”. “La cultura della parità di genere – conclude la Consigliera di parità regionale – passa anche attraverso le azioni in giudizio, che si rendono necessarie quando la prassi conciliativa non risulta sufficiente a rimuovere le discriminazioni”.
    (Cristian Casali)
    La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

    Parità, diritti e partecipazione

    13 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Regione Emilia-Romagna. Assemblea legislativa: agenda dal 15 al 19 aprile

    Lunedì 15 aprile:
    ore 14,30 commissione Politiche economiche
    Progetto di legge Lega-Pd-ERC-IV-Fdi-ReteC-Fi-M5S-EuropaV-Misto-Lega-ListaB (1° firmatario Rancan) recante: “Valorizzazione e promozione dei microbirrifici emiliano-romagnoli”
    Martedì 16 aprile:
    Assemblea
    Giovedì 18 aprile
    ore 9,30 commissione Cultura e commissione Parità
         Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Contrasto dell’abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)”. A firma dei Consiglieri: Pigoni, Zappaterra, Gerace, Bondavalli, Rontini, Costa, Sabattini, Bulbi, Dalfiume, Fabbri, Daffadà, Caliandro, Mumolo, Mori, Marchetti Francesca, Soncini
    Al termine della congiunta, la Commissione Cultura proseguirà i lavori in seduta ordinaria con il seguente odg
    Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale 23 luglio 2014, n. 20 (Norme in materia di cinema e audiovisivo)”.
    Relazione sulla clausola valutativa di cui all’art. 7 della legge regionale 18 luglio 2014, n. 16 “Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna” – Triennio 2020-2022.
    Interrogazione a risposta orale in commissione sui ritardi negli ingressi degli studenti della scuola dell’obbligo nella Provincia di Bologna a causa dei ritardi del TPL, a seguito dei cambiamenti di limiti di velocità imposti dal Comune di Bologna.

    Venerdì 19 aprile:
    ore 10: commissione Bilancio
    Esame abbinato dei progetti di legge:
    Progetto di proposta di legge alle Camere Pd-IV-ListaB-ERC recante: “Fiscalità Incentivante per le Aree Montane Appenniniche Svantaggiate”.
    Progetto di legge Lega-ReteCivica recante: “Istituzione di zone economiche speciali regionali denominate Z.A.M.A. (Zona Area Montana Autonoma) nelle aree svantaggiate del territorio emiliano-romagnolo”. (08 06 23) – 

    I lavori delle commissioni assembleari possono essere seguiti in diretta streaming sul sito istituzionale dell’Assemblea legislativa al link www.assemblealegislativa.it

    La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

    Assemblea

    12 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    In tanti per il tour negli archivi storici

    Dai rifugi antiaerei alle manifestazioni contro le guerre in Iraq e Afghanistan, passando per i cortei contro il conflitto in Vietnam. Successo di pubblico per “Eventi di guerra, interventi di pace”, il tour negli archivi bolognesi per celebrare l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale: sono state oltre una cinquantina le persone che hanno partecipato al primo appuntamento del trekking archivistico promosso dalla Rete degli Archivi del Presente.
    La partenza è stata da viale Aldo Moro, sede della Regione Emilia-Romagna. L’arrivo nei locali dell’archivio storico del Comune di Bologna in via Tartini. Il tutto alla scoperta di una storia lunga quasi un secolo che parte dalla paura della Seconda Guerra Mondiale per arrivare alle più recenti marce della pace, simbolo dell’impegno di Bologna per la cultura della non violenza.
    L’iniziativa è stata organizzata da Daniele Vincenzi (Archivio storico dell’Ordine Architetti di Bologna), Simonetta Mingazzini, (Biblioteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna), Tiziana Ravasio, (Archivio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna), Elena Boni, (Archivio storico della Regione Emilia-Romagna), Mara Maugeri e Michela Venturi (Archivio Storico del Comune di Bologna) e Luciano Nadalini, (Archivio storico associazione UFO (Unione Fotografi Organizzati).
    (Luca Molinari)
    La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

    Assemblea

    12 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Carcere: “Servono cure per i sex offender”

    I dati sono noti e allarmanti: in soli dieci anni i numeri delle violenze di genere sono più che raddoppiati e le statistiche sul reato più grave, quello della violenza sessuale, sono particolarmente preoccupanti, considerato che l’incremento è stato del 40%. Le vittime sono donne nel 90% per cento dei casi di violenza, di cui più di un terzo minorenni – in questo caso i carnefici sono spesso coetanei.
    Situazione che inevitabilmente si riflette all’interno delle carceri. Servono maggiori risorse, trattamenti specifici, più progetti e personale preparato nella gestione di detenuti condannati per reati sessuali. Così come occorrono collaborazioni dirette con le aziende sanitarie del territorio.
    Queste, in sintesi, le conclusioni della giornata di studio sulla gestione carceraria dei detenuti che hanno commesso reati di natura sessuale, i cosiddetti sex offender. Un incontro a Modena, nella sede della facoltà di Giurisprudenza, in cui si sono confrontati docenti, giuristi, criminologi, psicologi, operatori penitenziari ed esperti dei diritti dei detenuti.
    Il garante regionale dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, fra gli organizzatori dell’evento assieme alla garante modenese Laura De Fazio, ribadisce la necessità di prevedere percorsi specifici per questa tipologia di detenuti, che appartengono alle cosiddette minoranze presenti all’interno delle carceri con esigenze diverse dagli altri detenuti. Per Cavalieri, contestualmente, è poi fondamentale continuare ad affiancare queste persone a fine pena. In questo caso, diventa centrale il ruolo degli enti locali, che, secondo il garante, dovrebbero fare di più. Sulla stessa linea la garante De Fazio, che evidenzia come questi detenuti necessitino di tutele particolari, ribadendo quanto sia determinante per la riabilitazione la fase del reinserimento sociale.
    Anche per il presidente della commissione Parità dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, “il percorso dei trattamenti in carcere diventa fondamentale per promuovere il reinserimento sociale e per contrastare le recidive, che in Italia riguardano il 70% dei casi”. Amico ripercorre poi l’impegno della Regione Emilia-Romagna: “L’ente interviene con una serie di misure consistenti nel trattamento in carcere, a partire dalla tutela e cura della salute. Importante, inoltre, il lavoro rivolto a incentivare i percorsi all’esterno del carcere finalizzati al reinserimento sociale”.
    “Un argomento forte, difficile e drammatico per tante persone”, sottolinea poi Gloria Manzelli, provveditore dell’Amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e delle Marche. “I numeri – prosegue – sono in costante aumento, anche fra le donne. Il trattamento e la rieducazione per questo tipo di soggetti non possono essere improvvisati. Ci deve essere un metodo scientifico, servono professionalità adeguate. Per raggiungere risultati concreti, inoltre, il fine pena deve essere collegato a una presa in carico da parte del territorio”.
    Ad aprire i lavori il direttore del dipartimento di Giurisprudenza di Unimore, Carmelo Elio Tavilla.
    I lavori si sono conclusi con un approfondimento specifico sulla situazione nel carcere di Modena, che attualmente, nella sezione protetti, ospita un centinaio di detenuti. Nell’istituto penitenziario modenese da alcuni anni sono state definite linee guida rivolte ai sex offender e modalità d’intervento con la collaborazione dell’azienda sanitaria locale: c’è una presa in carico del detenuto da parte di una specifica équipe che si occupa inizialmente della valutazione diagnostica e successivamente della gestione del percorso terapeutico, lavorando sul comportamento del soggetto.
    (Cristian Casali)
    La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

    Parità, diritti e partecipazione

    12 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    La commissione Politiche economiche discute la legge per la birra a sostegno per i microbirrifici

    La commissione Politiche economiche discute il progetto legge Lega-Pd-ERC-IV-Fdi-ReteC-Fi-M5S-EuropaV-Misto-Lega-ListaB per la “Valorizzazione e promozione dei microbirrifici emiliano-romagnoli”. L’appuntamento è il 15 aprile alle ore 14,30 e i lavori saranno trasmessi via streaming collegandosi al sito dell’Assemblea legislativa all’indirizzo www.assemblea.emr.it.

    Assemblea

    12 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    L’Assemblea legislativa si riunisce il 16 aprile

    Il Piano Triennale dello sport da 21 milioni di euro contenente anche i fondi per il Tour de France che attraverserà l’Emilia-Romagna sarà all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa che si terrà il 16 aprile dalle ore 9,30 alle ore 17,30 (con pausa ore 13,30-14,30).
    Saranno trattati anche question time, interpellanze e risoluzioni.
    I lavori saranno trasmessi sul sito dell’Assemblea legislativa all’indirizzo www.assemblea.emr.it.

    Assemblea

    12 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Il mondo dello sport promuove la legge contro l’abbandono sportivo dei giovani

    Bandi semplici, attenzione anche agli aspetti apparentemente non direttamente legati allo sport come le difficoltà nei trasporti, migliore ruolo della scuola e politiche integrate scuola-famiglie-associazioni: il mondo sportivo promuove la proposta di legge Italia Viva-Partito democratico-Lista Bonaccini per combattere l’abbandono sportivo da parte dei giovani. Il progetto di legge, a prima firma di Giulia Pigoni (Italia Viva) e sottoscritto da Marcella Zappaterra (Pd), prevede interventi pari a 500.000 euro nei prossimi due anni.
    Per il Presidente di CSI ER Raffaele Candini il tema del dropout (abbandono) “è un tema reale e questo progetto di legge si incardina molto bene con il Piano triennale sullo sport della regione. Dopo la pandemia abbiamo assistito ad un boom di praticanti ma dobbiamo impegnarci di più sulle due fasce di abbandono dello sport giovanile. Se nei 19enni il dropout può essere recuperato abbastanza facilmente, per la fascia 13-16 anni le cause per chi smette di fare sport sono molteplici e molto più difficili da combattere. Bene poi i bandi ma devono essere semplici e con basse richieste burocratiche, altrimenti le più penalizzate saranno le relatà più piccole e bisognose”
    Anche il Presidente regionale del Coni Andrea Dondi raccomanda la massima semplicità nella predisposizione dei bandi e invita a non prevedere contributi a rimborso “perché potrebbe essere un meccanismo disincentivante”. Per Dondi è poi arrivato il momento di prevedere e percepire il mondo dello sport “come un’autorità alla pari di quelle civili, militari e religiose a testimonianza di un migliore riconoscimento dell’attività sportiva, mentre auspico un migliore ruolo della scuola quale imprescindibile primo gradino nella conoscenza del proprio corpo”.
    Apprezzamento per il progetto di legge anche da parte di Barbara Bentivegna, Presidente regionale delle famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas) “soprattutto perché nel testo dell’articolato sono esplicitate le azioni di promozione per persone con disabilità. L’accesso allo sport, poi, deve essere incentivato non solo nelle persone con disabilità fisiche, ma anche per chi ha problematiche intellettive perché il disabile può essere di aiuto e stimolo per i normodotati”.
    Il Presidente regionale di Uisp Enrico Balestra parla invece di aspetti disfunzionali nel mondo delle attività sportive che devono essere radicalmente cambiati. “Il mondo degli sport deve smettere di vivere sulle adesioni e sulle risorse che queste adesioni possono garantire. Bisogna smettere di cercare il granello d’oro in una platea di mille bambini che si cimentano su una determinata pratica sportiva. La vera sfida è di mantenere tutti e mille quei bambini legati alla cultura dell’attività motoria e per questo necessitiamo di una migliore perimetrazione degli ambiti a partire proprio da un migliore ruolo della scuola”.
    Per Nicola Cesari, delegato Anci per lo sport e sindaco di Sorbolo-Mezzani, “questa proposta di legge è fatta molto bene e lo dico anche in qualità di delegato per educazione fisica: bisogna creare le condizioni perché le persone facciano attività fisica fin da piccole. Bisogna inserire premialità nei bandi regionali per premiare quei sindaci che hanno una visione di ampio respiro sul tema sport e ragazzi”.
    “Trovo molto importante questa proposta di legge, soprattutto la parte relativa alle persone diversamente abili”, spiega Walter Gherardi, fisiatra di medicina dello sport, che ricorda come “l’attività sportiva è fondamentale nei ragazzi, è e deve essere sempre più essere una forma di integrazione tra le persone, contro le diseguaglianze”.
    “Le risorse per le politiche per l’accessibilità sono troppo poche, serve un fondo specifico per l’accessibilità e anche le associazioni che fanno parte di Ens devono poter partecipare ai bandi, come avviene per quelle legate al Coni”, spiega Giuseppe Varricchio, presidente regionale di Ens.
    “Bisogna impegnarsi perché i ragazzi possano essere seguiti in ogni momento della giornata, ci sono aspetti di educazione che vanno valutati: ricordiamoci che gli allenatori fanno selezione e che l’abbandono dell’attività sportiva può essere anche frutto di questa selezione, per questo vanno previsti premialità per chi ha meno abbandono sportivo”, sottolinea Raffaele Alberoni, assessore allo sport di Conselice.
    “Possono, infatti, beneficiare dei contributi regionali previsti dalla legge le Società sportive dilettantistiche e le Associazioni sportive dilettantistiche, gli Enti di promozione sportiva, il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), il Comitato italiano paraolimpico (Cip), le Federazioni sportive riconosciute e le Discipline sportive associate, gli Enti locali ed altri soggetti pubblici; le Istituzioni scolastiche riconosciute dal competente Ministero. Lo sport può fungere da veicolo di integrazione in particolare per i soggetti a rischio di emarginazione e, più in generale, per le persone in condizioni di svantaggio sociale ed economico”, spiega la relatrice di maggioranza Giulia Pigoni, mentre la relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega) sottolinea come “condividiamo gli obiettivi del progetto di legge, ma la proposta di legge ci pare troppo incentrata sulle società sportive, bisogna mettere al centro i giovani e valorizzare anche lo sport non agonistico. Questa legge nasce senza un pezzo: lo sport non agonistico e non legato all’attività delle società sportive agonistiche”.
    (Luca Boccaletti e Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    La Regione sostiene lo sport: investimenti per oltre 21 milioni nel prossimo triennio

    Male Coach In Water Giving Group Of Children Swimming Lesson In Indoor Pool

    Riqualificazione degli impianti sportivi, promozione di stili di vita sani anche attraverso un più stretto rapporto tra scuola e sport, realizzazione di grandi eventi sportivi che fanno da volano all’economia locale. Sono i punti di forza del “Piano triennale dello Sport 2024-2026”, un pacchetto da 21,6 milioni (10,4 nel 2024, 5,6 nel 2025 e 5,6 nel 2026), presentato dal presidente della Regione Stefano Bonaccini nel corso della commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti che lo ha approvato.
    A queste risorse regionali vanno aggiunte quelle assegnate da altri enti pubblici: 4,9 milioni di euro, di cui la gran parte per il Grand Départ del Tour de France 2024. Dal Fondo di Sviluppo e Coesione, invece, arriverà la quota prevista per il triennio 2024-2026 dei 18 milioni di euro previsti per il settennato 2021-2026.
    “Attraverso lo sport abbiamo aumentato la presenza turistica in Emilia-Romagna. La scommessa che abbiamo deciso di fare sull’attività fisica si sta rivelando vincente. In Emilia-Romagna lo sport non è più un tema accessorio delle politiche pubbliche. Quando decisi di tenere la delega allo sport questa decisione era molto rara, oggi molti miei colleghi presidenti di Regione hanno fatto lo stesso: abbiamo ‘stravinto’ la partita sullo sport che è sia possibilità di svolgere l’attività sportiva, sia prendersi cura della propria salute attraverso corretti e sani stili di vita”, spiega Bonaccini per il quale “in questi anni abbiamo varato un piano perché ci fosse un’ora alla settimana di educazione fisica nelle scuole. Rilevo che ci sono 2.000 bambine e bambini che grazie alle nostre iniziative ora fanno un’ora di attività motoria nelle scuole materne. In questi anni abbiamo realizzato impianti sportivi anche nei piccoli comuni. La scommessa che abbiamo deciso di fare sullo sport si sta rivelando vincente”.
    “Il Piano per lo sport discusso oggi è molto importante: lo definirei il piano della ripartenza, c’è un grande impegno della Regione e la discussione di oggi in commissione è importante”, spiega la presidente Marchetti.
    La consigliera Maura Catellani (Lega) evidenzia l’importanza di “ridare valore allo sport”, prendendo atto anche dell’atteggiamento collaborativo della Regione “in relazione ai correttivi che sono destinati ad arrivare per quanto attiene la riforma nazionale”. “Chiedo un po’ più di coraggio -ha proseguito- nell’utilizzare parole come ‘vincere’ e ‘competizione’, perché lo sport è anche questo: si pratica sport per vincere, anche su se stessi.  Se continuiamo ad avere paura di affermare questi concetti, snaturiamo l’anima stessa dello sport”. Infine, “pur condividendo il fatto che i grandi eventi siano importanti sotto il profilo dell’attrazione turistica, mi auguro che, negli anni a venire, siano impiegate più risorse anche per la promozione dell’attività motoria e sportiva vera e propria”, ha concluso Catellani.
    Per Francesca Maletti (Pd) “questo Piano triennale dello sport ricalca un insieme di impegni concertati con tanti soggetti, società sportive e territori, tenendo conto della Carta etica dello sport. La pandemia ha comportato una lunga assenza dalla pratica sportiva per bambini e ragazzi: la regione ha mostrato di voler intervenire significativamente, in particolare sulle fasce di età della scuola dell’infanzia e primaria, garantendo inoltre ristori alle società sportive che hanno rischiato la chiusura, ma anche dando attenzione alle realtà dei piccoli comuni. Il tutto nella consapevolezza che lo sport è volano per creare bravi e attivi cittadini”.
    Nel corso della commissione, il Capo della Segreteria politica del presidente della giunta Gianmaria Manghi ha presentato i dati di una ricerca che costituisce la parte di premessa del “Piano triennale dello sport” da cui emerge che, a fronte del 34,5% della media nazionale, il 39% degli emiliano-romagnoli pratica sport. La percentuale degli “sportivi lungo la via Emilia” arriva al 73,2% (la percentuale più alta di sempre, pari a circa 3 milioni 174 mila persone) se invece che il totale della popolazione si considerano solo gli “abitanti attivi”. Ricco anche il tessuto della società sportive: sono, infatti, 4.536 quelle affiliate a Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e Discipline Sportive Associate (DSA), che raggiungono le 10.639 unità se si considerano anche le società sportive affiliate agli Enti di Promozione Sportiva (EPS). La graduatoria delle discipline più praticate vede in testa il calcio (FIGC), seguito dal tennis (FITP), la pallavolo (FIPAV), il basket (FIP) e l’atletica leggera (FIDAL). A queste, fanno seguito la pesca sportiva e attività subacquee (FIPSAS), la ginnastica (FGI), la danza sportiva (FIDS), la pesistica (FIPE) e il golf (FIG). Passando al numero degli impianti sportivi si vede che tra il Po e l’Adriatico ci sono 6.277 impianti sportivi, pari a 17.096 spazi di attività, la cui la distribuzione provinciale è direttamente proporzionale al numero degli abitanti, tanto che le province di Bologna, Modena e Reggio-Emilia insieme detengono il 44,5% degli impianti sportivi regionali e il 52,1% degli spazi d’attività.
    Il mondo dello sport, dunque, è riuscito a superare gli “anni bui” del Covid, ma la pandemia ha cambiato le abitudini sportive degli emiliano-romagnoli. Infatti, anche se il 62% dei coinvolti degli emiliano-romagnoli afferma che i suoi spazi di pratica sportiva non hanno subito variazione a causa della pandemia, il 38% dichiara che hanno subito modifiche. Se da un lato sono diminuite significativamente le percentuali di ragazzi che effettuano sport nelle palestre e negli impianti tradizionali, dall’altro, è aumentata significativamente la pratica destrutturata ed in particolare quella casalinga e, anche, seppure in maniera minore, quella nei parchi. La percentuale di chi fa sport in impianti sportivi è, infatti, scesa dal 75% al 55%, così come è calata notevolmente la pratica in centri fitness o piccole palestre (prima si attestava al 19% ora a quasi l’8%). Al contempo, sono leggermente aumentati i parchi (dall’11% a circa il 15%), ma la pratica casalinga raggiunge ora quasi il 22%. Alla diffusione del fare sport all’interno delle mura domestiche ha certamente contribuito la diffusione di supporti tecnologici quali applicazioni e/o device per l’allenamento, tant’è che quasi uno su due degli intervistati, nel periodo di lockdown, li ha utilizzati e circa il 18% continua ad avvalersene tutt’ora.
    (Brigida Miranda e Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd-ER Coraggiosa-Europa verde: fare luce sulla tragedia di Bargi e contrastare le illegalità sul lavoro

    Proseguire il rapporto di massima collaborazione con le autorità competenti per la ricerca delle cause della grave tragedia della centrale idroelettrica di Bargi e contemporaneamente incrementare controlli e contrasto alle illegalità sul lavoro.
    Questo il principale impegno che Antonio Mumolo (Pd) consegna all’esecutivo regionale con una risoluzione  sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Stefano Caliandro, Marilena Pillati, Matteo Daffadà, Roberta Mori, Marcella Zappaterra, Lia Montalti, Mirella Dalfiume e Luca Sabattini a cui si sono aggiunti anche Federico Amico (ER Coraggiosa) e Silvia Zamboni (Europa Verde).
    Nell’atto di indirizzo politico vengono ricordati i fondamenti costituzionali sull’iniziativa economica che in nessun caso può recare danno alla libertà, sicurezza e alla dignità umana, così come vengono richiamati i chiari rimandi alla normativa regionale che, tra i vari programmi previsti, promuove la salute nei luoghi di lavoro e piani mirati di prevenzione e che si traduce nel ‘Patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro’ ricompreso nel più generale ‘Patto per il lavoro e per il clima’ siglato nel settembre 2022.
    Sottolineate anche le numerose iniziative in capo alle organizzazioni sindacali contro ogni forma di illegalità e per la promozione di un lavoro sempre più qualitativo, Mumolo constata anche la recente insoddisfazione delle parti sociali sul Piano triennale dei fabbisogni di personale dell’ispettorato nazionale del lavoro “a causa della mancanza di un piano d’azione dettagliato con misure specifiche per contrastare gli infortuni sul lavoro unitamente a proposte governative considerate generiche e prive di risorse finanziarie adeguate”.
    Riferendosi poi alla tragedia nella centrale idroelettrica di Bargi, il dem rimarca come “dei 12 operai al lavoro durante l’esplosione, quasi tutti appartengano a ditte esterne ad Enel che è la proprietaria dell’impianto” e per questo chiede un forte impegno per capire i motivi della tragedia, ma parimenti sollecita anche di “continuare ad intensificare le misure di contrasto all’illegalità sul lavoro, nonché i controlli per il potenziamento della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, dando piena applicazione a quanto previsto nel Piano Regionale della Prevenzione e nel Patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
    Alla luce di quanto accaduto viene richiesto un rafforzamento degli organici degli ispettorati del lavoro “e il finanziamento alle regioni affinché possano il rafforzare gli organici dei dipartimenti di sanità pubblica delle AUSL, in particolare dei servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro”. Ulteriori sollecitazioni a intervenire sull’esecutivo nazionale, infine, per un maggiore convolgimento delle organizzazioni sindacali “nella definizione e nell’attuazione di un piano d’azione efficace e dettagliato per rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro, predisporre interventi sulla filiera degli appalti e dei subappalti nella quale si diluiscono, fino a scomparire, le misure di sicurezza e le relative responsabilità e valutare la creazione della procura nazionale del lavoro, sulla falsariga di quella antimafia”.
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd: agevolare assunzioni di personale medico in aree periferiche

    Agevolare le assunzioni di personale sanitario nei territori periferici (in particolare nella provincia di Modena), che oggi soffrono la mancanza di figure mediche in primo luogo per gli ospedali.
    È quanto chiede alla giunta il Partito democratico, con una interrogazione della consigliera Palma Costi, prima firmataria, sottoscritta anche dai colleghi Marcella Zappaterra, Francesca Maletti, Luca Sabattini, Mirella Dalfiume, Stefano Caliandro, Andrea Costa, Nadia Rossi, Ottavia Soncini, Matteo Daffadà, Marilena Pillati, Roberta Mori, Antonio Mumolo.
    “I servizi sanitari ospedalieri e territoriali nelle zone periferiche della regione da tempo hanno molta difficoltà nel reclutare e trattenere il personale medico – ricordano i consiglieri -. Certamente le aree montane, ma anche le aree di pianura lontane dai centri urbani, necessitano di servizi sanitari efficienti e completi per rispondere alle esigenze di una popolazione spesso anziana. Una situazione comune a tutte le regioni, ulteriormente aggravata dal mancato riconoscimento di un adeguato finanziamento del Fondo sanitario nazionale e soprattutto di una mancata politica nazionale di attrazione di personale nel servizio sanitario pubblico”.
    I consiglieri, nell’atto ispettivo, evidenziano l’iniziativa della Regione Toscana “che ha avviato un progetto innovativo introducendo concorsi per giovani medici con incentivi economici, formazione avanzata e percorsi di carriera per attrarre personale nelle aree meno centrali”, secondo un modello che assegna la figura medica per tre anni a strutture di aree periferiche o insulari e che permette di conseguire anche crediti formativi.
    “Successivamente, il medico avrà la possibilità di scegliere se continuare a lavorare nella stessa sede per altri due anni o trasferirsi in un presidio ospedaliero più centrale – spiegano i consiglieri -. L’iniziativa permette di valorizzare il professionista anche attraverso una maggiorazione dell’incarico e premialità annuali esclusive, che possono variare dai 1.420 agli 8.300 euro all’anno”.
    Il Partito democratico chiede pertanto alla giunta “di approfondire l’esperienza della regione Toscana”, di potenziare le assunzioni nelle aree periferiche “anche con prime sperimentazioni su singole aziende sanitarie”, ma anche di sollecitare il governo affinché “anticipi le misure incentivanti per il personale sanitario e sociosanitario lasciando autonomia alle regioni di applicarla alle aree più disagiate”.
    (Brigida Miranda)

    Sanità e welfare

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Facci (Misto): chiarire progetto di ristrutturazione dell’ospedale di Porretta Terme

    La giunta faccia chiarezza sul progetto di ristrutturazione del “vecchio” ospedale di Porretta Terme (Bologna) e sulla destinazione finale degli spazi interessati. lo chiede Michele Facci (Gruppo Misto) con un’interrogazione presentata in commissione Politiche per la salute presieduta da Ottavia Soncini.
    “A febbraio -ha ricordato il consigliere- la giunta ha approvato il Programma pluriennale di investimenti in sanità e tra i vari interventi previsti, 2,5 milioni sono destinati alla ristrutturazione del centro per medici di medicina generale (Mmg) e degli uffici distrettuali di Porretta Terme (copertura statale 2,3 milioni, copertura regionale 125mila euro). I funzionari dell’assessorato alla Sanità hanno precisato che la ristrutturazione verrà effettuata alla vecchia sede dell’ospedale, nel centro della cittadina, dove verranno realizzati ambulatori e uffici per una superficie di circa 1.100 metri quadrati. Tuttavia, dal documento tecnico di fattibilità della riapertura del punto nascita di Porretta, emerge la necessità, per potere destinare a tale funzione le aree del nuovo ospedale, di trasferire altrove gli uffici del distretto, e nello specifico in un’ala del vecchio ospedale di Alto Reno Terme (Villa Maria). La ristrutturazione si pone quindi in conflitto apparente con la riorganizzazione degli spazi contemplata nell’analisi tecnica di fattibilità per la riapertura del punto nascita”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere “se la ristrutturazione prevista nel documento di programmazione contrasta con la riorganizzazione degli spazi contemplata nell’analisi tecnica di fattibilità per la riapertura del punto nascita di Porretta, redatta dall’Ausl di Bologna nel 2021, e se quest’ultima ipotesi logistica è ancora percorribile, anche in termini di sostenibilità finanziaria”.
    Ha risposto l’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “L’Azienda ha optato per la ristrutturazione del corpo più recente in quanto con caratteristiche idonee a ospitare il centro Mmg e il dipartimento di sanità pubblica attualmente in una struttura obsoleta che sarà dismessa. La scelta del progetto ha lo scopo di superare le criticità nel distretto dell’Appenino bolognese e non ha attinenza con l’analisi tecnica per il punto nascite redatto nel 2021″.
    Il consigliere si è detto non soddisfatto: “Se il progetto c’è ne chiederò copia. Non ha risposto nemmeno sul tema della compatibilità finanziaria. Se il punto parto a Porretta Terme verrà riaperto dove era prima, cioè dove oggi ci sono uffici, questi dovranno essere trasferiti nel vecchio ospedale. Quindi se c’è la volontà di fare entrambe le cose, sono di fatto incompatibili dal punto di vista tecnico. Occorre un ragionamento su dove vanno a finire gli uffici. La compatibilità tecnica è importante, manca chiarezza”.
    (Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    11 Aprile 2024 LEGGI TUTTO

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    Marchetti (Lega): open space codici verdi e bianchi al Maggiore in controtendenza con i Cau

    L’investimento dell’Ausl di Bologna per un “Open space” destinato ai pazienti con codici verdi e bianchi al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore è in controtendenza rispetto all’apertura dei Centri di assistenza e urgenza (Cau): la giunta esprima un giudizio in merito. A chiederlo è Daniele Marchetti (Lega) con un’interrogazione presentata in commissione Politiche per la salute presieduta da Ottavia Soncini.
    “L’Ausl Bologna -ha precisato il consigliere- ha investito 1,35 milioni per la creazione di un ‘Open space’ destinato ai pazienti con codici verdi e bianchi. Una decisione che risulta in controtendenza e antieconomica rispetto all’introduzione dei Cau quale nuovo modello territoriale per rispondere alle urgenze di bassa complessità e sgravare i pronto soccorso dove far confluire solo i casi più gravi. La logica dei Cau dovrebbe essere proprio quella di alleggerire i pronto soccorso. È importante intervenire nell’edilizia sanitaria ma poi bisogna entrare nel merito degli interventi”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere “quale ulteriore assistenza riuscirà a fornire il Ps dell’ospedale Maggiore grazie all’Open space” e se “la visita sarà gratuita come avviene nei Cau poiché l’accesso non appropriato al pronto soccorso comporta il pagamento di un ticket di 25 euro per la prima visita del medico”.
    Ha risposto l’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “Si aprirà un Cau anche all’ospedale Maggiore che potrà drenare fino al 20-30% di accessi a bassa complessità. Gli spazi al pronto soccorso saranno per quadri clinici di media complessità che non rientrano nei servizi Cau”.
    Il consigliere leghista ha replicato: “Sono soddisfatto solo in parte, perché resta il problema di fondo. Se prevediamo anche l’apertura di un Cau al Maggiore, e se questa struttura prevede una riduzione del 20-30% degli accessi di bassa complessità, mi immagino in futuro un minor affollamento del pronto soccorso che quindi dovrebbe richiedere una minor disponibilità di spazi. Sono due progetti portati avanti in parallelo che non si integrano l’uno con l’altro”.
    (Lucia Paci)

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