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    Ferito da colpi di pistola arriva in ospedale ad Aversa

    Da pochi minuti è giunto nell’ospedale di Aversa (Caserta) un 29enne già noto alle forze dell’ordine con ferite d’arma da fuoco. Al momento l’uomo non è in pericolo di vita.
    Secondo quanto si apprende non si esclude che il ferimento del giovane sia legato alla morte del 29enne Antonio Bortone, ucciso stasera a Sant’Antimo, a Napoli.
    Verso le 20:10 infatti i carabinieri della locale compagnia sono intervenuti – allertati dal 112 – a via Solimena per colpi d’arma da fuoco.
    A terra il 26enne Antonio Bortone, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, colpito da diversi colpi d’arma da fuoco, è deceduto sul posto nonostante l’intervento del 118.
    Indagini in corso da parte dei Carabinieri per ricostruire dinamica e matrice. I militari hanno avviato una serie di perquisizioni e hanno iniziato ad indagare nella vita del giovane, le sue frequentazioni, le amicizie, i rapporti.
    Sentiti a sommarie informazioni anche i parenti. I militari hanno prelevato lo smartphone della vittima per trovare eventuali tracce di contatti.  E soprattutto capire se avesse appuntamento con qualcuno LEGGI TUTTO

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    Castellammare, testa di maiale in strada a Privati

    Macabro ritrovamento questa mattina nel quartiere di Privati nella zona alta di Castellammare.
    È stata rinvenuta una testa mozzata di maiale con un biglietto con due iniziali sopra. La testa di maiale si trovava al centro strada e in bella vista. Alcuni passanti hanno avvertito la polizia che è arrivata sul posto insieme con gli uomini della sezione scientifica.
    Gli agenti hanno effettuato tutti i rilievi e hanno “liberato” la strada. Immediate sono partite le indagini volte ad individuare il destinatario e naturalmente anche il mittente.
    La polizia ritiene che si tratta di un chiaro messaggio di stampo camorristico visto che il quartiere di Privati che si trova subito dopo Scanzano roccaforte del clan D’Alessandro di Castellammare.
     Ciro Serrapica LEGGI TUTTO

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    Colpo ai narcos di Castel Volturno: sequestrati 77 chilogrammi di hashish. Tre arresti

    Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha coordinato una complessa operazione finalizzata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti che ha consentito di sequestrare circa 77 kg di hashish e di trarre in arresto tre responsabili.L’attività è stata eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Mondragone i quali, dopo un’articolata attività info- investigativa svolta grazie alla costante presenza sul territorio, hanno individuato un immobile sito nel Comune di Castel Volturno adibito a vera e propria raffineria di stupefacenti.
    Infatti, le conseguenti attività di perquisizione svolte hanno permesso di riscontrare la presenza di tre uomini, un italiano residente nel Comune di Pozzuoli  e due cittadini extracomunitari provenienti dal Marocco.
    Erano tutti intenti nella preparazione di dosi di stupefacente pronte per essere cedute sul mercato illegale, nonché di rinvenire 77 kg di hashish sfuso e già lavorato, unitamente a materiale per il confezionamento, tra cui un bilancino di precisione, un forno a microonde, un frullatore, una confezione di olio e circa 2.000 bustine di cellophane.
    I tre responsabili sono stati tratti in arresto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, tradotti presso la locale Casa Circondariale.
    La sostanza stupefacente rinvenuta, invece, è stata sottoposta a sequestro, posto che, una volta “confezionata” e immessa sul mercato, avrebbe potuto generare guadagni illeciti per circa mezzo milione di euro.
    L’attività della Guardia di Finanza di Mondragone testimonia il costante impegno delle Fiamme Gialle che, anche in ottemperanza di specifiche direttive sul piano tecnico-operativo impartite dalla Prefettura di Caserta ed assunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha intensificato l’attività di prevenzione e repressione in materia nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti, con il duplice intento di tutelare la salute dei cittadini e debellare una delle principali forme di finanziamento della criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

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    Torre Annunziata, omicidio Cerrato: chiesti 4 ergastoli

    La Procura di Torre Annunziata ha chiesto l’ergastolo per i quattro imputati che la Corte di Assise di Napoli è chiamata a giudicare per l’omicidio di Maurizio Cerrato, il vigilante 61enne degli scavi di Pompei ucciso a Torre Annunziata, davanti alla figlia, con una coltellata al cuore, la sera del 19 aprile 2021, dopo una lite per un parcheggio.
    A formulare le richieste oggi è stato il sostituto procuratore di Torre Annunziata, Giuliana Moccia, al termine di una lunga (è durata quasi cinque ore) e circostanziata requisitoria durante la quale il magistrato ha ripercorso tutte le fasi di quella tragica sera.
    Di quell’omicidio sono accusati i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella, oltre a Francesco e Antonio Cirillo. Presente, per la famiglia Cerrato, come in quasi tutte le udienze, visibilmente affrante, la vedova e la figlia della vittima, difese dall’avvocato Giovanni Verdoliva.
     Omicidio Cerrato, il custode ucciso per un parcheggio
    La presidente della seconda Corte di Assise di Napoli Concetta Cristiano ha fissato per il prossimo 21 marzo, data in cui si celebrano le vittime delle mafie, l’udienza durante la quale discuteranno gli avvocati della difesa. La sentenza è annunciata per lo stesso giorno. LEGGI TUTTO

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    Napoli, ex fidanzatina sfregiata: condannato il figlio del boss

    E’ stato condannato a cinque anni e quattro mesi di carcere il 16enne che la scorsa estate sfregiò al viso con un coltello l’ex fidanzatina di soli 13 anni.
    La giovane ferita aveva deciso di troncare la relazione con quel ragazzino figlio di un esponente di spicco della camorra di Montecalvario. E questo affronto non poteva essere sopportato: per questo che il ragazzino decise di vendicarsi alla sua maniera.
    Ieri è arrivata la condanna- come anticipa Il Mattino- comminata dal giudice Anita Polito del Tribunale per i minorenni di Napoli, su richiesta della pm Emilia Galante Sorrentino, che di anni di carcere ne aveva chiesto addirittura otto con l’aggravante della premeditazione.
    Il ragazzino, difeso dal penalista Domenico Dello Iacono ha anche cercato di chiedere scusa nel corso del processo facendo capire che ha intrapreso un percorso di riabilitazione in carcere. LEGGI TUTTO

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    Cardito, avvertimento a colpi di kalashnikov

    Si indaga seguendo anche la pista personale per dare una spiegazione all’assalto a colpi di kalashnikov a un edificio di via Belvedere a Cardito dove abita un pregiudicato di 32 anni che però non è vicino ai clan di camorra.
    Un’azione dimostrativa troppo eclatante un segnale di forza e di prepotenza che non solo ha voluto intimidire il bersaglio ma sicuramente ha voluto lanciare un messaggio ben preciso su chi comanda. Il commando è entrato in  azione circa alle 5 del mattino: in quattro hanno sfondato il cancello del palazzo con l’auto.
    Sono, poi, scesi dal veicolo e hanno fatto fuoco nel cortile con il kalashnikov prima di dileguarsi.Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia di Afragola che hanno aperto l’attività investigativa. Sono stati trovati 22 bossoli calibro 7,62 riconducibili a un mitra Ak-47.
    Gli investigatori sono alla ricerca di immagini utili attraverso la visione delle telecamere pubbliche e private che ci sono nella zona per poter risalire ai responsabili e nel frattempo le indagini puntano a capire il perché di quell’azione così eclatante. LEGGI TUTTO

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    A Giugliano incendio in un capannone di una ditta di autotrasporti

    Questa mattina i carabinieri della stazione di Varcaturo sono intervenuti in Via Santa Maria a Cubito per l’incendio di un capannone di una ditta di autotrasporti.
    Sul posto sono arrivati anche alcuni equipaggi dei vigili del fuoco che hanno provveduto a spegnere le fiamme.Fortunatamente non ci sono feriti.
    Indagini in corso per chiarire dinamica e matrice. Non si esclude ipotesi dolosa. I carabinieri insieme con i vigli del fuoco stanno cercando eventuali inneschi o tracce di materiale infiammabile che potrebbero aver causato l’incendio.
    Il titolare del capannone sentito a sommarie informazioni ha dichiarato di non aver mai ricevuto minacce ne richieste estorsive. LEGGI TUTTO

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    Parco Verde, arrestati 2 pusher, in casa anche uno scanner

    Ennesimo blitz anti-droga dei Carabinieri della compagnia di Caivano che hanno fatto irruzione in una piazza di spaccio nel Parco Verde.
    I Carabinieri entrano nell’abitazione al secondo piano di un’immobile e sorprendono il 31enne Aniello Savarese e il 19enne Nicola Iavazzo, entrambi già noti alle forze dell’ordine. Perquisiti, vengono trovati in possesso di 48 dosi di hashish e un panetto della stessa sostanza per il peso complessivo di 120 grammi.
    Durante la perquisizione i militari trovano altro: 100 grammi di cocaina pura ancora da preparare, un dvr, telecamere, diverso materiale per il confezionamento dello stupefacente e uno scanner verosimilmente utilizzato per segnalare la presenza di “cimici”.
    Gli arrestati – dovranno rispondere di produzione, traffico e detenzione di droga – sono in attesa di giudizio. L’appartamento in questione è stato sequestrato e i carabinieri, insieme a personale del Comune di Caivano, hanno saldato la porta di accesso. LEGGI TUTTO

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    Rapina Rolex a Milano: arrestati 2 “trasfertisti” a Napoli

    Rapina Rolex in trasferta da Napoli a Milano: colpi da 100mila euro negli ultimi mesi.
    La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso dei pubblici ministeri del VII Dipartimento, nei confronti di due napoletani di 39 e 41 anni, entrambi pregiudicati, gravemente indiziati di una serie di rapine di orologi di lusso commesse a Milano.
    A seguito di una forte riproposizione, purtroppo ciclica, di fenomeni predatori a danno di possessori di orologi di valore, i poliziotti della Squadra Mobile milanese hanno avviato un’attività investigativa: il monitoraggio del fenomeno criminoso ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei due quarantenni ”trasfertisti” di Napoli, già pregiudicati per gli stessi reati, in relazione a sei episodi criminosi, cinque consumati ed uno tentato, realizzati tra settembre 2022 e febbraio 2023.
     Cinque colpi consumati da settembre 2022 a febbraio 2023
    Nello specifico, i due indagati, secondo uno schema collaudato e ripetitivo, dopo aver percorso le principali arterie stradali di Milano in sella di due scooter, individuavano la vittima e, mentre uno attirava la ”preda” utilizzando la tecnica del cosiddetto ”specchietto”, l’altro si avventava sul braccio dell’ignara vittima, intenta a sistemare lo specchietto retrovisore, e gli sottraeva, con uno strappo forte e violento, l’orologio di valore.
     Rapina Rolex a Milano con la tecnica dello specchietto
    Si tratta di un bottino di cinque orologi appartenenti ai brand Rolex e Patek Phlippe per un valore complessivo di circa 100mila euro. I rigorosi accertamenti svolti dagli agenti della Squadra Mobile a carico degli odierni indagati hanno determinato il pubblico ministero ed emettere un fermo d’indiziato di delitto a loro carico.
    Il provvedimento è stato eseguito a Napoli, con la collaborazione della Squadra Mobile della Questura partenopea. LEGGI TUTTO

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    Bus precipitato a Capri, tre richieste di rinvio a giudizio

    Se fossero stati eseguiti i prescritti controlli sull’autista, invalido e assuntore di droga, da bigliettaio diventato conducente, e sulle ringhiere della strada provinciale 66, il bus, quel tragico 22 luglio 2021, non sarebbe precipitato.
    La Procura di NAPOLI (sostituti procuratori Maurizio De Marco e Giuseppe Tittaferrante) ha chiesto il rinvio a giudizio di tre persone indagate per quell’incidente avvenuto a Capri, il 22 luglio 2021, in cui rimasero feriti 23 passeggeri ma soprattutto in cui perse la vita Emanuele Melillo, l’autista del bus della compagnia di trasporti locale Atc.
    Le richieste riguardano il medico a cui la società di trasporto aveva delegato la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, il legale rappresentante della stessa società, e un funzionario della Città Metropolitana di NAPOLI. LEGGI TUTTO

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    Truffe online: conti correnti svuotati via web, sei misure cautelari

    Da una indagine su biglietti clonati per lo stadio, la scoperta di una truffa ‘svuotaconti’ via web.Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, con il supporto di quelli di Napoli hanno eseguito un provvedimento del gip partenopeo di arresto, con il beneficio dei domiciliari, nei confronti di tre persone e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altre tre persone.
    Truffe sul web, sequestrati beni da 250mila euro
    Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di fare parte di un ampio gruppo attivo sul territorio nazionale dedito alla commissione di numerose frodi informatiche e alla clonazione di strumenti elettronici di pagamento e titoli di accesso. Disposto anche il sequestro preventivo per beni da 250.000 euro.
    Le indagini sono partite a gennaio 2020, dopo il sequestro di alcuni titoli di accesso per un incontro di calcio tenutosi nello stadio Olimpico di Roma, risultati contraffatti, e, successivamente, degli smartphone delle persone individuate come responsabili della commercializzazione dei biglietti.
    Nelle chat online l’organizzazione della rete criminale
    Sono emerse così numerose chat che hanno messo in luce l’esistenza di una più vasta rete, radicata nella provincia di Napoli, per diverse frodi informatiche.
    I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno permesso di tracciare circa 40 episodi di truffa perpetrati dagli indagati nei confronti di ignari clienti di istituti di credito.
    Attraverso evoluti sistemi di clonazione delle carte di credito e delle credenziali per i servizi di internet banking, in particolare, i truffatori si sostituivano al legittimo titolare del rapporto finanziario, trasferendo rapidamente le somme depositate in conti correnti intestati a prestanome.
    Il denaro veniva poi prelevato in contanti, frazionato e inviato con bonifici anche di importo non significativo su numerosi altri conti correnti.
    Gli indagati in primo luogo acquisivano sul dark web informazioni sulle banche presso cui le vittime erano intestatarie di conti correnti, poi sottraevano le informazioni utili a garantirsi l’accesso al loro conto attraverso una telefonata o Sms originati da un numero apparentemente riconducibile all’istituto di credito, segnalando presunte movimentazioni anomale registrate.
    Le somme illecitamente sottratte venivano prelevate in contanti da incaricati della ‘monetizzazione’, i quali a riscontro inviavano agli ideatori della truffa il filmato dell’avvenuta operazione.
    Queste somme venivano poi utilizzate per pagare soggiorni in hotel, residenze di lusso e per l’acquisto di beni preziosi, tra cui orologi di lusso e dispositivi elettronici di ultima tecnologia. LEGGI TUTTO

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    Castellammare, nessun patto coi D’Alessandro: assolti gli imprenditori Cesarano delle pompe funebri

    Castellammare di Stabia. Patto con i clan D’Alessandro e Cesarano e reimpiego di proventi illeciti: tutti assolti gli imprenditori delle pompe funebri Cesarano srl.E’ quanto stabilito oggi dai giudici del tribunale di Torre Annunziata nel processo a carico dei sei imputati eccellenti finiti sotto inchiesta in un’indagine della Dda di Napoli che a quattro anni dalle prime avvisaglie e dalla notifica di ordinanza cautelari personali si è risolta con un’assoluzione piena per tutti gli imprenditori coinvolti.
    A processo con pesantissime accuse c’erano Alfonso Cesarano 64 anni, definito il re delle pompe funebri in provincia di Napoli e Salerno i cugini Saturno e Alfonso Cesarano 65 anni, il fratello Giulio 62 anni, il nipote Catello, 34 anni, e Michele Cioffi, 48 anni.
    Stamane i giudici oplontini – presidente Francesco Todisco, a latere Emanuela Cozzicorto e Carmela De Simone, hanno dovuto prendere atto – così come sottolineato nelle arringhe difensive degli avvocati dell’insussistenza delle accuse.
    Assoluzione perché ‘il fatto non sussiste’ per i capi di imputazione relativi all’intestazione fittizia delle quote della società per aggirare le misure di natura patrimoniale e il sequestro dei beni disposto dalla magistratura nel corso delle indagini.
    I giudici contestualmente alla sentenza di assoluzione hanno disposto il dissequestro delle quote societarie dell’Impresa funebre Cesarano srl e dell’intero patrimonio sottoposto a sequestro per un valore di circa sette milioni di euro.
    Tutti gli indagati nel corso delle indagini avevano avuto pesanti ripercussioni giudiziarie in particolare Alfonso Cesarano, classe 58, ritenuto a capo dell’impresa di famiglia e anche colui che con il suo operato avrebbe reimpiegato soldi di provenienza illecita agevolando i clan. Alfonso Cesarano, infatti, era finito in carcere su richiesta della Dda.
    A quattro anni dall’inizio dell’inchiesta e dopo un articolatissimo processo dibattimentale oggi è stata emessa la sentenza di primo grado. Nel corso del dibattimento l’accusa è stata rappresentata dal pm della Dda Giuseppe Cimmarota. A contestare le gravi ipotesi di reato gli avvocati difensori degli imputati: Claudio Botti, Paolo Trofino, Gennaro Somma, Marco longobardi, Bruno La Rosa, Agostino Allegro e l’avvocato Marrandino. LEGGI TUTTO