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    Estradato dal Brasile il narcotrafficante di Fondi “Varenne”

    Nei giorni scorsi l’autorità giudiziaria brasiliana ha concesso l’estradizione in Italia nei confronti di Massimo Iacozza, fondano classe 1977, arrestato in Brasile nel 2021 a seguito di un periodo di latitanza di 4 anni. I FATTI – Nel 2021 Iacozza, allora latitante, venne arrestato a seguito di un’intensa attività investigativa condotta dalla Polizia di Stato […] LEGGI TUTTO

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    Parcp Verde, sequestrate oltre mille dosi di droga pronte per la vendita

    Ennesimo duro colpo ai signori dello spaccio del parco Verde di Caivano.
    I Carabinieri della compagnia di Caivano hanno setacciato il Parco Verde per un controllo volto al contrasto dello spaccio di droga. Durante le diverse perquisizioni i militari hanno sequestrato una grossa quantità di sostanza stupefacente destinata alla vendita al dettaglio.
    Nel nascondiglio – ricavato in aree comuni dei caseggiati popolari – i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 700 dosi di eroina e 350 dosi di cocaina. La droga avrebbe fruttato circa 15mila euro. Indagini in corso per individuare i responsabili coinvolti nel traffico di droga, gli utilizzatori e soprattutto quali della famiglie camorristiche della zona gestiva quel giro di droga.

    E’ successo anche LEGGI TUTTO

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    Albergatore condannato per spaccio, spediva droga a Ischia

    E’ stata confermata dalla Cassazione la condanna a cinque anni e quattro mesi di carcere, oltre alla multa di 26.666 euro, per detenzione e spaccio di droga a carico di un imprenditore napoletano, gestore di un albergo a Ischia presso il quale l’uomo – di 47 anni – aveva incaricato il suo spedizioniere di fiducia di provvedere alla consegna di un pacco che lui stesso si era mandato.
    Per errore il pacco, che conteneva due chili e mezzo di hascisc e 270 grammi di cocaina, era finito a Procida dove era stato consegnato a un commerciante del tutto estraneo a questo traffico di droga, e anche la ditta di spedizioni è risultata inconsapevole del contenuto del pacco. Da questo disguido – sul pacco c’era scritto solo ‘Gianni’, soprannome dell’imputato – hanno preso l’avvio le indagini condotte dai carabinieri di Ischia che sono risaliti al ‘mittente’ del pacco.
    Ad avviso degli ‘ermellini’, che hanno respinto la richiesta della difesa di concedere all’albergatore le attenuanti generiche, ‘Gianni’ non merita sconti di pena per “l’ingente quantitativo” di droga trovata nel pacco e per “la diversa tipologia delle sostanze stupefacenti detenute”, elementi che dimostrano la “pericolosa caratura criminale” dell’imprenditore “evidentemente inserito in circuiti di mercato stabilmente dediti al traffico illecito”.
    Inoltre la Cassazione mette in evidenza l’ulteriore circostanza di “segno negativo” rappresentata “dalle modalità subdole della condotta” di ‘Gianni’. I supremi giudici infatti rilevano – nel verdetto n. 12012 depositato oggi dalla Terza sezione penale – che l’albergatore non si era fatto scrupolo di “coinvolgere” il titolare della ditta di spedizioni “consegnandogli un pacco contenente merce scottante e perciò esponendolo al rischio anche soltanto potenziale, ma poi di fatto verificatosi, della scoperta del suo contenuto e di trovarsi involontariamente coinvolto in una vicenda criminosa di cui era del tutto ignaro”. Oltre a dichiarare “inammissibili” i motivi di ricorso proposti dagli avvocati difensori, la
    Cassazione ha condannato l’imputato anche a versare tremila euro alla Cassa delle Ammende, e a pagare e spese processuali. Con questa decisione – presa al termine dell’udienza svoltasi lo scorso 16 febbraio -, la Suprema Corte ha confermato la condanna inflitta a ‘Gianni’ dalla Corte di Appello di Napoli il 12 aprile 2022. In primo grado, l’uomo era stato giudicato con rito abbreviato. LEGGI TUTTO

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    Frattamaggiore, rinvenute armi e droga in un’auto. Tre persone denunciate

    Giovedì pomeriggio gli agenti del Commissariato di Frattamaggiore hanno effettuato un controllo in via Trieste a Frattamaggiore presso un’abitazione in uso ad un uomo dove, in un’auto parcheggiata nel cortile, hanno rinvenuto una pistola magnum 357 Smith e Wesson, una pistola Beretta cal. 6,35 con una cartuccia e priva di matricola, un coltello della lunghezza di 20 cm, 930 involucri contenenti circa 1,4 kg di marijuana, 19 panetti di hashish del peso di circa 1,9 kg, numerose dosi contenenti circa 570 grammi di cocaina e diverso materiale per il confezionamento della droga.
    I poliziotti hanno, altresì, verificato che l’auto era in uso ad un 28enne di Orta di Atella e che lo stesso, lo scorso 4 marzo, era stato arrestato insieme ad un 33enne di Frattaminore poiché trovati in possesso di sostanza stupefacente; inoltre, gli operatori hanno accertato che la sostanza rinvenuta nell’autovettura era riconducibile alla partita di sostanza stupefacente sequestrata agli stessi quella giornata.
    I due, insieme al locatario dell’abitazione, identificato per un 46enne di Frattamaggiore, sono stati denunciati per detenzione abusiva di armi, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione. LEGGI TUTTO

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    Latitante arrestato dai carabinieri a Pomigliano

    Nicola Ianuale, 32enne già noto alle forze dell’ordine è stato catturato a Pomigliano dai militari della sezione operativa della compagnia di Castello di Cisterna.
    L’uomo era latitante dallo scorso 5 settembre e destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale di Nola per reati di droga. Un provvedimento emesso in sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico alla quale Ianuale era sottoposto e da cui il 32enne era evaso lo scorso 18 agosto, giorno in cui se ne erano perse le tracce.
    I Carabinieri di Castello di Cisterna però non hanno mai interrotto le indagini e, sempre attenti a monitorare e setacciare non solo le strade ma anche il web, hanno rintracciato il 32enne ieri sera verso le 22.30.
    Era da solo in strada nei pressi un locale di via Terracciano a Pomigliano d’Arco e quando si è visto accerchiato dai carabinieri della sezione operativa per Ianuale non c’era nessuna via di fuga, inutile opporre resistenza. Al momento della cattura l’uomo è stato trovato in possesso di poco più di 13 grammi di marijuana poi sequestrata.
    L’arrestato è stato trasferito nel carcere di Poggioreale a disposizione dell’Autorità giudiziaria. LEGGI TUTTO

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    Napoli, si getta con la droga dalla finestra: finisce in ospedale e poi arrestato

    A Napoli nel quartiere di Fuorigrotta un uomo di 37 anni lancia dalla finestra un chilo di cocaina e poi si getta dal primo piano: finisce in ospedale e poi in manette. Carabinieri arrestano anche una donna e sequestrano 50mila euro, la metà sotto al materasso
    Gli sono bastati pochi secondi per capire che l’unica speranza di fuga correva dalla finestra. Pochi istanti per capire che i carabinieri avevano previsto tutto.
    E’ tarda serata in via Campegna e i militari del nucleo investigativo di Napoli bussano alla porta di un appartamento al primo piano di una palazzina del rione a ridosso del vecchio arsenale dell’esercito. Hanno circondato lo stabile, impossibile fuggire. Mario Gratino è in casa, con lui Carmela Marasco di 35 anni.
    Quando sentono i colpi sulla porta blindata accompagnati dalla parola “Carabinieri” capiscono che non c’è tempo per riflettere. Devono nascondere quel chilo di cocaina, evitare arresto e sequestro.
    Così Gratino punta alla finestra, la spalanca e tira come un lanciatore di baseball quei mille grammi da oltre mille dosi. Poi si lancia anche lui.
     Mario Gratino arrestato con la sua compagna Carmela Marasco
    Ad agguantare quell’involucro da “fuori campo” i carabinieri, già posizionati in ogni angolo.Tra le loro braccia cade anche Gratino. Per lui non un atterraggio morbido. Si rompe il braccio e si provoca un trauma cranico.
    Una corsa in ospedale e poi le manette. Stessa sorte per Carmela Marasco. In casa non solo droga ma anche 50mila euro in contanti, molti di questi nascosti sotto al materasso in camera da letto. Il GIP del Tribunale di Napoli si pronuncerà sull’arresto. LEGGI TUTTO

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    Maxi rissa a Posillipo: 4 misure cautelari

    Un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Procura, è stata eseguita ieri dalla Polizia di Stato nei confronti di quattro persone, due delle quali, Antonio Cozzolino 21enne e Luigi Esposito 24enne, posti agli arresti domiciliari, e altri due, Gaetano Galiero 30enne e Giovanni Matarazzo 23enne, sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
    Tutti sono gravemente indiziati del reato di rissa aggravata in relazione a quanto avvenuto nella notte del 10 settembre 2022 in via Petrarca a Napoli, quando gli stessi, secondo quanto ricostruito dalle indagini dei poliziotti del Commissariato Posillipo e della Squadra mobile di Napoli.
    Lite nata per futili motivi, trasformata in una violenta rissa, nel corso della quale colpirono con calci e pugni un giovane per poi scappare in sella di moto e scooter.
    All’atto dell’esecuzione dell’ordinanza nell’abitazione di Giovanni Matarazzo, la madre di quest’ultimo, Anna Criscuolo 48 anni, si è disfatta, lanciandola da una finestra, di una busta di cellophane contenente tre involucri di cocaina per un peso di 78,53 grammi. La donna è stata arrestata e portata nel carcere femminile di Pozzuoli. LEGGI TUTTO

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    Droga dal Parco Verde a Maddaloni, 14 arresti

    I carabinieri della Compagnia di Maddaloni (CASERTA) hanno arrestato su ordine del Gip del tribunale di Napoli quattordici persone ritenute componenti di un’associazione dedita da anni allo spaccio di stupefacenti, tra cui hashish, marijuana, cocaina e crack. A capo del gruppo formato quasi interamente da persone di età compresa tra i 40 e i 50 anni – è emerso – vi era un 46enne di Caivano, residente al Parco Verde, nota piazza di spaccio del Napoletano che però rifornisce, anche per la vicinaza geografica, molte basi del Casertano.
    Il 46enne aveva anche riciclato i soldi della droga creando una società di noleggio auto, che poi ha chiuso vendendo i veicoli; stamani i militari sono andati a sequestrare otto auto ai compratori, che ora dovranno dimostrare la buona fede nell’acquisto per ottenere il dissequestro del mezzo.
    Durante le esecuzioni dei provvedimenti, i carabinieri hanno inoltre trovato e sequestrato a casa di uno degli indagati, residente nel quartiere napoletano di Secondigliano, 20mila euro in contanti. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno accertato l’esistenza di un vasto giro di spaccio tra Maddaloni e i comuni vicini, gestito da vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, che si rifornivano soprattutto al Parco Verde e in qualche caso nelle piazze di spaccio di Napoli, come Secondigliano e Scampia. I fornitori a loro volta si approvvigionavano da personaggi calabresi, ma su questo filone procedono separatamente le Procure calabresi competenti.
    Il 46enne di Parco Verde – hanno accertato gli inquirenti – dava direttive agli altri indagati sulle modalità di approvvigionamento soprattutto per evitare le forze dell’ordine. Ma nonostante le accortezze, durante lo svolgimento delle indagini, i carabinieri hanno arrestato in flagranza undici pusher e segnalato per consumo personale tredici assuntori, sequestrando 2,5 chili di stupefacenti e una pistola semiautomatica calibro 6.35 con decine di cartucce. LEGGI TUTTO

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    Omicidio Vassallo, La Fondazione: “Angelo è stato ucciso perché contrastava la criminalità organizzata”

    “C’è una responsabilità malavitosa, delinquenziale, camorristica e una responsabilità politica e questo è documentata dal fatto che sia in vita che dopo la morte prima hanno ostacolato Angelo e poi hanno ostacolato il percorso della Fondazione, che non era un percorso strano, bensì volto a cercare la verità su chi avesse ucciso il sindaco, dunque su chi avesse ucciso lo Stato.”La relazione redatta dalla Commissione Antimafia è molto chiara perché afferma quello che noi denunciamo da anni: “Angelo Vassallo aveva scoperto e contrastato il traffico di droga nel porto di Acciaroli, che “era utilizzato come approdo della droga da smerciare nel territorio del Cilento e oltre”.
    Inoltre “Solo grazie ad una parte delle istituzioni che ha continuato ad indagare, anche laddove sembrava insperabile, si può arrivare alla scoperta della verità. E, determinante, è stata l’incessante opera di una parte della famiglia che cerca in tutti i modi di mantenere desta l’attenzione sull’opera, sulla storia personale e sulla morte di Angelo Vassallo.”
    A dirlo sono Dario Vassallo e Massimo Vassallo fratelli di Angelo Vassallo, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Fondazione intitolata al Sindaco Pescatore, nel commentare la chiusura dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, in particolare relativamente all’omicidio del sindaco Angelo Vassallo avvenuto a Pollica il 5 settembre del 2010. Inchiesta non completata a causa dello scioglimento della Legislatura.
    “Insieme a migliaia di persone che hanno aderito alla Fondazione Angelo Vassallo, abbiamo sempre cercato la verità, ma quella vera, perché sappiamo bene come vanno le cose in questo Paese e in questi 12 anni siamo stati sempre vigili e attenti su quello che accadeva, perché, come sempre abbiamo detto, per cercare la verità sull’uccisione di Angelo, bisogna uscire dal Cilento e andare oltre. Noi l’abbiamo fatto, mentre altri dicevano: ma chi te lo fa fare, è successo. Questi stolti non hanno mai capito il significato dell’uccisione di Angelo.
    E concludono la domanda da porsi è: l’altra parte cosa faceva? Ormai è chiaro a tutti che alcuni uomini delle istituzioni quella notte e i giorni a seguire hanno messo in atto un’azione di depistaggio. Il reato di depistaggio è regolato dall’articolo 375 del Codice Penale e prevede dai 3 agli 8 anni di reclusione. Speriamo che non si arrivi al ridicolo e, si parli di prescrizione di questo reato, perché se è stato commesso da uomini dello Stato, è infamante” – concludono. LEGGI TUTTO