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    Pelloni (Rete civica): installare i guardrail salva motociclisti sulla Maranello-Serramazzoni

    Installare i “guardrail salva motoclicisti”, a partire dalla strada provinciale modenese tra Maranello e Serramazzoni.
    A chiederlo, in una risoluzione è Simone Pelloni (Rete civica) che ricorda come “il 16 marzo scorso c’è stata una nuova tragedia stradale che è costata la vita a un motociclista lungo la Via Giardini, Strada Provinciale 3, nel Comune di Serramazzoni tra le frazioni di Stella e Montagnana; tratto stradale in cui negli ultimi vent’anni hanno perso la vita in incidenti sette motociclisti, ai quali si sommano decine di feriti: si pone ancora una volta l’attenzione sul tema della sicurezza stradale e, in particolare, sull’installazione dei guardrail DSM cosiddetti “guardrail salva motociclisti” lungo le strade”.
    Da qui la risoluzione per chiedere alla giunta di sostenere le Province e la Città Metropolitana nella messa in sicurezza delle strade.
    (Luca Molinari)

    Infrastrutture e trasporti

    21 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): più impegno per sradicare il fenomeno del lavoro irregolare

    “Maggiore impegno, anche da parte della Regione Emilia-Romagna, per sradicare il fenomeno del lavoro irregolare”.
    È la richiesta che Giulia Gibertoni (Misto) formula alla giunta regionale “sia per contrastare gli infortuni sul lavoro sia per rendere non più conveniente l’utilizzo di lavoratori irregolari utilizzando lo strumento della sospensione dell’attività imprenditoriale, considerato che, laddove ci sono lavoratori irregolari, è sempre verificata la fattispecie dell’assenza di adeguata formazione o addestramento rispetto all’attività svolta dal lavoratore”.
    Gibertoni, con il suo atto ispettivo, prende le mosse dalla notizia dello scorso 8 marzo in merito “ad alcune irregolarità scoperte dai Carabinieri nel quartiere fieristico di Bologna. Nelle ispezioni, che avrebbero riguardato 50 ditte specializzate nella gestione delle attività di montaggio degli stand del Mecspe, la fiera internazionale per l’industria manifatturiera, si sarebbe riscontrato che su un centinaio di lavoratori controllati, quattordici sono risultati irregolari: sei erano occupati in nero, in assenza di contratto e di ogni copertura assicurativa e previdenziale, mentre altri otto erano impiegati nell’ambito di procedure di appalto illecito”.
    Sempre nell’ambito delle stesse attività, Gibertoni sottolinea come “sarebbero poi emerse violazioni anche in materia di sicurezza sul lavoro, con particolare riguardo alla omessa sorveglianza sanitaria, alla formazione e informazione dei lavoratori e al rischio di folgorazione e per due delle aziende controllate sarebbe scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale”.
    Rifacendosi alla normativa nazionale e regionale, la capogruppo sottolinea come la nostra regione sia al primo posto “per il numero dei lavoratori vittime delle violazioni accertate” e di come il ‘lavoro nero’ si traduca anche in infortuni sul lavoro ‘invisibili’, perché applicando le percentuali degli infortuni sul lavoro dei lavoratori regolari ai lavoratori in nero, stimati, questi ultimi in oltre 3 milioni, si ottengono circa 175mila-200mila infortuni sul lavoro non registrati”. Per la capogruppo è quindi evidente come molto spesso “basti effettuare i controlli, soprattutto in determinati settori, per trovare le irregolarità. Il fenomeno del lavoro irregolare è particolarmente diffuso nelle PMI, che sono quasi il 90% del tessuto produttivo italiano, come dimostrato nel 2020 in cui il 79,3% delle aziende controllate è risultato irregolare”.
    Stante la situazione descritta, Giulia Gibertoni chiede all’esecutivo regionale un “maggiore impegno anche attraverso un aumento dei controlli in collaborazione con tutte le autorità competenti, arrivando a rendere non più conveniente l’utilizzo di lavoratori irregolari”.
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    21 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Ravenna, Liverani (Lega): tutelare i capanni balneari tradizionali

    Ai proprietari dei capanni del litorale ravennate, nonostante siano in regola con i dovuti pagamenti, non è stata rinnovata la concessione demaniale: pertanto, il consigliere Andrea Liverani (Lega), ha sottoposto il tema alla giunta, con un atto ispettivo.
    “Sul litorale romagnolo è presente un’antica e documentata tradizione popolare, quella dei capanni balneari in legno -spiega Liverani-. Presenti fin dai primi decenni del secolo scorso e originariamente utilizzati per la custodia di effetti personali, i capanni sono diventati col tempo un patrimonio unico”.
    Il 9 febbraio scorso, ricostruisce Liverani, l’Associazione capannisti balneari ha ricevuto dal comune di Ravenna comunicazione di fornire copia delle concessioni di occupazione degli spazi demaniali, nonostante i 94 soci siano in regola con i pagamenti. I 74 capanni storici sarebbero perciò “a rischio” dato che risulta che “nessuna concessione, dai primi anni del 2000 in poi, sia stata rinnovata”.
    Liverani ricorda anche l’ordine del giorno del 19 settembre 2023, con cui il Consiglio comunale di Ravenna, all’unanimità, aveva riconosciuto il valore storico-testimoniale dei capanni, invitando la giunta comunale ad effettuare un’analisi e a valutare un bando pubblico per la gestione dell’area dei capanni balneari quale opportunità di promozione turistica e culturale.
    I proprietari dei capanni, tuttavia, il 31 gennaio 2024, hanno ricevuto un’ingiunzione di rimozione dall’amministrazione comunale da effettuarsi entro 90 giorni “in completa antitesi con l’ordine del giorno approvato”, fa sapere il consigliere.
    Il motivo del mancato rinnovo della concessione, senza procedere poi con la restituzione dei pagamenti, “sembrerebbe non essere stato chiarito dal Comune”, rileva inoltre Liverani.
    Richiamando anche la normativa regionale in tema di tutela del paesaggio e dell’identità culturale dei territori, il consigliere chiede se la giunta sia a conoscenza della situazione e per quale motivo la concessione non sia stata rinnovata in automatico dal Comune di Ravenna. Infine, intende sapere se si sia proceduto alla Valutazione di incidenza, quale sia stato l’esito dell’autorizzazione paesaggistica e come si siano espressi gli enti competenti, tra cui la Soprintendenza, in merito al valore storico e paesaggistico dei capanni balneari tradizionali.
    (Brigida Miranda)

    Ambiente e territorio

    21 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Tagliaferri (Fdi): stop alle aggressioni a medici e infermieri

    Tutelare il personale sanitario contrastando le aggressioni di cui sempre più è vittima.
    A chiederlo è una risoluzione di Fratelli d’Italia a firma di Giancarlo Tagliaferri (primo firmatario), Marta Evangelisti e Luca Cuoghi in cui si sottolinea come altre Regioni, prima fra tutte la Lombardia, abbiano già previsto iniziative per affrontare un fenomeno sempre più evidente.
    “Le aggressioni al personale sanitario rappresentano un vulnus del sistema sanitario emiliano-romagnolo e come tale deve essere arginato: in tal senso, la tutela del personale sanitario deve essere una assoluta priorità dell’azione di governo della Regione, soprattutto alla luce del fatto che oggi lavorare in sanità in Emilia-Romagna sia particolarmente rischioso”, spiegano i consiglieri di Fdi, per i quali “le misure messe in campo fino ad oggi dalla giunta per il contrasto al fenomeno, seppur utili e doverose, non hanno contribuito a un effettivo contrasto delle aggressioni al personale sanitario emiliano-romagnolo”.
    Da qui la risoluzione per impegnare la giunta “ad attuare e implementare le già vigenti disposizioni – nazionali e regionali – in materia di contrasto al fenomeno delle aggressioni al personale sanitario e a rendere operativo e disponibile per le Aziende Sanitarie nel più breve tempo possibile – nel rispetto della normativa vigente in materia – il sistema di segnalazione informatizzato denominato Segnal-ER, che raccoglierà le segnalazioni di aggressioni per una loro analisi e controllo tempestivi”.
    Fra gli altri impegni che Fdi chiede alla Regione spicca quello di “attivarsi al fine di siglare protocolli d’intesa con gli Uffici territoriali del governo finalizzati a potenziare la presenza e la collaborazione con le Forze di polizia nei pronto soccorso e nelle strutture ritenute a più elevato rischio di violenza per assicurare un rapido intervento in loco nonché ad adottare ogni altra iniziativa – anche di comunicazione, sensibilizzazione e/o informazione – ritenuta idonea a contrastare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario regionale nel pieno rispetto e nella corretta attuazione della normativa vigente in materia”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    21 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Rainieri (Lega): garantire piena operatività al Cau di Fornovo Taro

    Il Cau (Centro di assistenza e urgenza) di Fornovo Taro, in provincia di Parma, non è ancora stato trasferito nella struttura individuata come sede definitiva e il consigliere Fabio Rainieri (Lega) chiede alla giunta, con un atto ispettivo, di chiarirne le motivazioni.
    “Dal 15 gennaio il Cau di Fornovo Taro è operativo nella sede dell’Assistenza pubblica Croce verde nelle ore notturne, dalle 20 alle 8, e per tutte le 24 ore nei giorni festivi -spiega il consigliere-. Al momento della sua apertura, l’Ausl di Parma aveva previsto il suo trasferimento, nella sede definitiva all’interno della struttura adiacente a quella temporanea, entro il mese di febbraio. Ad oggi, tuttavia, tale trasferimento non è ancora stato effettuato”.
    Secondo le comunicazioni dell’Ausl -evidenzia Rainieri- “il Cau, nella sua sede definitiva, avrebbe dovuto essere operativo sulle 24 ore e sette giorni su sette. Da alcuni mesi, inoltre, non è più operativo a Fornovo Taro il servizio di automedica che, nelle rassicurazioni date, avrebbe dovuto essere surrogato dalla piena efficienza del nuovo Cau”.
    Il consigliere, pertanto, intende conoscere i tempi entro i quali il trasferimento del Cau nella nuova sede diverrà effettivo, affinché ne sia garantita la piena operatività.
    (Brigida Miranda)

    Sanità e welfare

    21 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Zamboni (Europa Verde): rendere pubbliche le misure contro la diffusione dei PFAS

    “Rendere pubbliche le azioni che saranno adottate al fine di contenere la diffusione nelle acque delle sostanze PFAS e quali misure saranno promosse per il monitoraggio di queste sostanze, effettuando campionamenti dell’acqua nelle reti acquedottistiche che servono il maggior numero di abitanti”.
    A sottoporre il quesito alla giunta con un atto ispettivo che verrà trattato nella competente commissione assembleare è Silvia Zamboni (Europa Verde), la quale con l’acronimo PFAS si riferisce ai composti perfluoroalchilici e polifluoroalchilici, “utilizzati a partire dagli anni 40 del secolo scorso e noti per la loro resistenza al calore, all’olio, all’acqua e agli agenti chimici, motivo per cui sono stati ampiamente utilizzati in una vasta gamma di prodotti industriali e di consumo come, ad esempio, rivestimenti impermeabili, repellenti per oli e grassi, schiume antincendio e prodotti per il trattamento delle superfici antiaderenti (comprese padelle e tegami di uso domestico)”.
    La capogruppo ricorda poi come “negli ultimi anni sono emerse preoccupazioni riguardo alla diffusione nell’ambiente di queste sostanze e ai potenziali effetti nocivi sulla salute umana, soprattutto per la capacità di bioaccumulo nel corpo umano e nell’ambiente stante la loro non degradabilità. Secondo alcuni studi i PFAS porterebbero problemi di sviluppo, disturbi del sistema immunitario, aumento del rischio di alcune malattie croniche e, in alcuni casi, insorgenza di tumori con costi sanitari di esposizione a tali sostanze che per la sola Europa si aggirano tra i 52 e 84 miliardi di euro all’anno”.
    Riferendosi poi ai regolamenti comunitari relativi a sostanze chimiche pericolose persistenti, Zamboni ricorda le soglie massime di esposizione riferite a microgrammi per chilogrammo soprattutto per uova, carne, pesce, crostacei, molluschi e frattaglie di varie specie e che, a partire dal 2026, andranno ad estendersi anche alla qualità dell’acqua nonostante sia “tuttora in corso l’uso di migliaia di sostanze di questo tipo non regolamentate”.
    In seguito a recenti inchieste giornalistiche, poi, è stato stabilito che in Europa vi siano oltre 17mila siti contaminati da PFAS, di cui oltre 1600 sono in Italia. Tra le zone più contaminate da queste sostanze vi sarebbero le Regioni di Piemonte, Lombardia e Veneto “dove i PFAS -continua la capogruppo- sono stati rilevati non solo nei pressi di siti industriali, aeroportuali e nei siti di smaltimento rifiuti, ma anche nelle acque del fiume Po”.
    Zamboni, rifacendosi infine a un precedente atto ispettivo, informa come siano 199 le aziende emiliano-romagnole che producono o utilizzano PFAS e che la Regione avrebbe introdotto disposizioni specifiche per contenerne la diffusione nell’ambiente idrico attraverso uno specifico monitoraggio compiuto nel secondo semestre del 2021 fra le reti di acquedotti che servono il maggior numero di abitanti. Alla luce della situazione esposta, la consigliera chiede il dettaglio delle azioni intraprese e se l’Emilia-Romagna abbia partecipato in qualche modo alla fase di consultazione pubblica a seguito della proposta di restrizione della produzione, immissione e uso di circa 10mila PFAS presentata da alcuni paesi del Nord Europa.
    Silvia Zamboni, infine, chiede se l’esecutivo regionale sia a conoscenza di osservazioni, indicazioni e/o richieste di esenzione inoltrate all’agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) da aziende regionali e “se non si ritenga opportuno avviare un programma di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nelle zone più a rischio mediante l’adozione di un Piano ad hoc per la prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico delle patologie cronico-degenerative potenzialmente associate ai PFAS”.
    (Luca Boccaletti)

    Ambiente e territorio

    21 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Par condicio: legge da rivedere, servono regole anche per i nuovi media

    La legge 28 del 2000, cosiddetta legge sulla par condicio, va riformata, dato che è necessario affrontare il tema dei nuovi media. Inoltre, risulta troppo vincolante per le pubbliche amministrazioni.
    Questo, in sintesi, quanto emerso dall’incontro di Bologna, organizzato dal Corecom in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti, sul tema della par condicio.
    È lo stesso presidente del Corecom dell’Emilia-Romagna, Giancarlo Mazzuca, a parlare, anche rispetto ai prossimi appuntamenti elettorali di giugno, elezioni europee ed elezioni amministrative, di “legge con evidenti limiti, per certi aspetti di difficile applicazione”. “Serve un confronto – rimarca – con tutti gli attori interessati che porti alla revisione di questa norma, affrontando anche il tema delle nuove tecnologie, a garanzia del pluralismo”. Anche per Antonietta Polcaro dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) “la legge è anacronistica e servono interventi concreti, dato che non viene applicata sempre in modo omogeneo, a partire dalle pubbliche amministrazioni”. “Per questo – aggiunge – abbiamo predisposto un piccolo manuale di FAQ (domande poste frequentemente) nell’intento di fare chiarezza e dare adito a interpretazioni sbagliate”.
    A entrare nel merito dell’applicazione della legge per la pubblica amministrazione è il professore dell’Università di Ferrara Gianluca Gardini: “La comunicazione della pubblica amministrazione, afferma la legge sulla par condicio, deve essere caratterizzata da indispensabilità e impersonalità, ma per definizione questo tipo di comunicazione è impersonale e anche doverosa, quindi indispensabile”. Parliamo, aggiunge, “di una funzione pubblica, quella della comunicazione istituzionale, che le amministrazioni devono inderogabilmente svolgere. È impensabile arrivare alla sospensione di un servizio pubblico”. Questa norma, conclude il docente, “va riscritta”. Anche per il professore dell’Università di Macerata Simone Calzolaio la legge presenta criticità: “Si tratta di una norma rigida, inadeguata a garantire il pluralismo, con i nuovi media diventa difficile gestire la quantità e la velocità delle informazioni: questa quantità immersiva di informazione produce in realtà disinformazione”.
    Per Anci e Regione Emilia-Romagna sono intervenuti Mauro Sarti, direttore del Servizio informazione e comunicazione istituzionale dell’Assemblea, e Giovanni Vignali, portavoce del sindaco di Reggio Emilia. Sempre sulla legge 28 del 2000, Sarti suggerisce: “È importante fare una sorta di moral suasion sulla politica affinché intervenga per modificare una legge che tutti definiamo anacronistica”. Sull’applicazione nella pubblica amministrazione, Sarti aggiunge: “Come afferma lo stesso professor Gardini, se si azzoppa un servizio pubblico non si fa il bene della democrazia. Il giornalista è soggetto a un codice deontologico, di per sé già una forma di garanzia”. Vignali parla di “situazione distopica e di necessità di rivedere la legge, in quanto la comunicazione dell’ente si blocca anche per elezioni che riguardano territori distanti centinaia di chilometri”.
    Michelangelo Bucci dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna richiama l’attenzione sulla crisi dei media tradizionali: “Oggi c’è poca fiducia da parte del cittadino nei confronti dei giornalisti, È importante riflettere su come si danno le notizie, con particolare attenzione alle fonti”.
    Hanno aperto il seminario i consiglieri regionali Andrea Costa, dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea, e il presidente della commissione assembleare per la Parità e per i diritti delle persone Federico Amico. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di un’informazione chiara ed equilibrata.
    A moderare l’incontro Giorgio Tonelli, vicepresidente del Corecom dell’Emilia-Romagna.
    Il Corecom ricopre funzioni di governo e controllo del sistema delle comunicazioni regionale, a partire dalla parità d’accesso durante le campagne elettorali. Interviene, inoltre, nelle controversie tra i gestori dei servizi di telecomunicazioni e gli utenti.
    Fotogallery
    (Cristian Casali)

    Governo locale e legalità

    20 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd: il governo proroghi esenzione Imu per fabbricati inagibili post sisma

    Farsi portavoce presso il governo, affinché proroghi, anche per il 2024 e con le opportune coperture finanziarie, l’esenzione Imu sui fabbricati inagibili ubicati nei quindici comuni del cosiddetto “cratere ristretto”.
    È l’impegno che i consiglieri del Partito democratico Palma Costi (primo firmatario), Marcella Zappaterra, Luca Sabattini e Francesca Maletti chiedono alla giunta attraverso una risoluzione.
    Nell’atto si ricorda che, con legge di bilancio per il 2024, è stato prorogato di un ulteriore anno lo stato di emergenza nel quale si trova da ormai dodici anni l’Emilia-Romagna, a seguito del terremoto del maggio 2012.
    “Fra le misure previste nelle proroghe – ricordano i consiglieri – oltre a misure per il finanziamento del personale aggiuntivo, agevolazioni sui mutui pubblici e privati e proroghe per il completamento dei lavori di ricostruzione, è sempre stata introdotta anche l’esenzione dall’Imu per gli immobili inagibili o distrutti fino al loro definitivo ripristino”. Esenzione, quest’ultima, che non è stata prorogata.
    Una misura “da adottare con urgenza, poiché è indispensabile per garantire l’operatività dei quindici comuni ancora impegnati nelle ultime fasi della ricostruzione, nei quali più gravi sono stati i danni e dove il patrimonio immobiliare, pur in uno stato molto avanzato di ricostruzione, non è stato ancora tutto ricostruito e reso agibile”, concludono i democratici.
    (Brigida Miranda)

    Ambiente e territorio

    20 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd-ER Coraggiosa: “Condannare l’uso della forza contro chi manifesta pacificamente”

    Condannare l’uso della forza contro chi manifesta pacificamente e sollecitare il governo e il ministro competente ad avviare un’indagine completa su quanto accaduto alcune settimane fa a Pisa. La richiesta arriva da Partito democratico e ER Coraggiosa con una risoluzione a prima firma Antonio Mumolo e sottoscritta anche da Andrea Costa, Roberta Mori, Mirella Dalfiume, Stefano Caliandro, Marcella Zappaterra, Marco Fabbri, Palma Costi, Marilena Pillati (Pd) e Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa).
    “Quanto è accaduto a Pisa durante una manifestazione studentesca -ha sottolineato Mumolo- solleva questioni cruciali riguardanti la gestione delle proteste e l’uso della forza da parte delle autorità. Le proteste pacifiche devono essere considerate un uso legittimo dello spazio pubblico, con le autorità che dovrebbero adottare un approccio guidato dalla comunicazione. L’uso della forza nei confronti dei manifestanti deve essere legittimo e conforme ai principi di legalità, necessità e proporzionalità, con gli standard internazionali. La comprensione tra le autorità e i manifestanti è essenziale per prevenire incidenti violenti, costruire una società più coesa e democratica e richiede un impegno attivo sia da parte delle autorità che dei cittadini per creare canali di comunicazione efficaci che permettano di esprimere e affrontare le preoccupazioni in modo costruttivo”.
    (Lucia Paci)

    Parità, diritti e partecipazione

    20 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Intelligenza Artificiale, lavoro, clima, cultura: l’Emilia-Romagna vuole un’Ue più solidale

    Gestione dell’Intelligenza Artificiale, sostegno all’energia eolica, transizione ecologica, resilienza idrica, potenziamento delle biotecnologie e impegno per la tutela dei minori. Questi gli obiettivi posti dalla Regione Emilia-Romagna all’Unione europea per i prossimi anni contenuti nella Relazione alla Sessione europea 2024 approvati nel corso della commissione Bilancio presieduta da Massimiliano Pompignoli.
    La richiesta di viale Aldo Moro si basa anche sui risultati raggiunti in questi anni dalla Regione, che, sui principali indicatori relativi a lavoro, sviluppo e diritti si pone sopra la media italiana e si avvicina agli standard previsti dall’Unione europea. A confermarlo i numeri: l’Ue chiede agli Stati membri di avere un tasso di occupati del 78% nella fascia di età 20-64 anni: la media italiana è del 64,8%, quella emiliano-romagnola del 74,8%; per l’Ue i Neet (cioè i giovani che non lavorano e non studiano) non devono superare il 10%: in Italia sono il 19%, in Emilia-Romagna l’11,9%; l’Ue stabilisce che il 3% del Pil debba essere destinato alla ricerca: la media italiana è pari all’1,56%, quella regionale al 2,28%; l’Europa chiede di raggiungere il 42% di energia prodotta da fonti rinnovabili: media italiana 13%, in Emilia-Romagna 21,8%; l’Ue chiede di avere meno del 9% di abbandoni scolatici: lungo la Penisola sono l’11,5%, lungo la via Emilia il 9,5%.
    “L’Unione europea è sempre più importante per la vita della nostra regione: sottolineo l’impegno della nostra Regione sul tema dell’Intelligenza artificiale, sulla necessità di governarla e di impiegarla in modo proficuo come, ad esempio, stiamo facendo con i supercomputer, e nel controllo della qualità dell’aria”, spiega Lia Montalti (Pd) per la quale “di grande importanza è anche la normativa per l’energia eolica off shore”.
    “Trovo strano che se da un lato diciamo che l’Ue è molto importante per il nostro futuro ora ci si dice di accelerare la Sessione europea 2024 dell’Emilia-Romagna”, spiega il relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega) per il quale “non so se abbia senso parlare di etica davanti all’Intelligenza Artificiale, visto che si tratta di un algoritmo che si basa sulle informazioni che sono gli esseri umani: se facciamo decidere l’IA su alcuni temi lo fa solo in base alla statistica, si tratta di algoritmi e non soggetti autonomi, quindi eviterei di parlare di etica”.
    La commissione ha nominato Marco Fabbri (Pd) relatore di maggioranza.
    (Luca Molinari)

    Imprese lavoro e turismo

    20 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Reggio, Gibertoni (Misto): chiarire la situazione dei lavori di elettrificazione sulle linee ferroviarie

    Fare il punto sull’attuale situazione dei lavori di elettrificazione delle linee ferroviarie gestite da Fer Srl. Nello specifico, chiarire se, nel 2023, per alcuni mesi, sulle linee reggiane – Reggio Emilia-Guastalla, Reggio Emilia-Sassuolo e Reggio Emilia-Ciano – i treni elettrici delle ferrovie locali abbiano viaggiato senza l’autorizzazione da parte dell’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, e se tale situazione abbia prodotto conseguenze.
    Sono i punti al centro di un’interrogazione della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto). 
    Ripercorrendo l’elenco degli investimenti sostenuti dalla Regione, la capogruppo ricorda l’ulteriore stanziamento del 2022, di 81 milioni, per completare l’elettrificazione delle linee regionali e la priorità data negli anni alle linee reggiane.
    Per quanto riguarda la gestione di rete, infrastrutture e impianti – si legge nell’atto ispettivo – è la società Fer srl ad occuparsene dal febbraio 2012, direttamente o attraverso società controllate o partecipate. “Inoltre -rileva la consigliera-, alla società può anche essere trasferita dalla Regione, in tutto o in parte, la proprietà delle reti ferroviarie, degli impianti e delle dotazioni patrimoniali”.
    “Ansfisa promuove la sicurezza e la vigilanza sulle infrastrutture ferroviarie, stradali e autostradali e sugli impianti fissi -prosegue Gibertoni-. Ancora oggi sulle linee reggiane sarebbero in esercizio treni diversi da quelli a trazione elettrica e sulla stessa linea che porta l’alimentazione elettrica sarebbero ancora necessari lavori e adeguamenti. La giustificazione avanzata da Fer, ovvero che si tratterebbe di un servizio solo sperimentale, sarebbe stata smentita da Ansfisa”. Situazione su cui la consigliera vuole chiarezza, chiedendo anche se siano stati rilevati ritardi rispetto alla pianificazione dei lavori.
    Infine, Giulia Gibertoni chiede il dettaglio della percentuale di treni diesel e treni ad alimentazione elettrica attualmente circolanti sulle linee reggiane, i tempi di attivazione della sottostazione elettrica di alimentazione di San Polo d’Enza e se gli uffici regionali competenti siano informati delle comunicazioni tra Fer e Ansfisa.
    (Brigida Miranda)

    Infrastrutture e trasporti

    20 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Settimana della legalità. Con il Premio Morrione va in scena il giornalismo investigativo

    Il Premio Morrione per il giornalismo investigativo e l’associazione Libera protagonisti della “Settimana delle legalità“, l’iniziativa promossa dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Nel corso della settimana sono previsti 80 eventi, 33 dei quali realizzati in collaborazione con Libera e 23 all’interno del progetto “Concittadini”, che vedono coinvolti 63 enti pubblici, 47 scuole e numerosi soggetti privati.
    L’appuntamento è per venerdì 22 marzo alle 10 nei locali dell’Assemblea legislativa, in viale Aldo Moro 50 A Bologna, con Silvia Zamboni, vicepresidente dell’Assemblea, Mara Filippi Morrione e Francesco Cavalli, rispettivamente portavoce e segretario generale del Premio Morrione, nonché la giornalista Sofia Nardacchione di Libera Emilia-Romagna. Il giornalista Tommaso Panza, inoltre, presenterà il cortometraggio “Brucia la terra” – realizzato insieme a Youssef Hassan Holgado – che ha vinto la dodicesima edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. “Brucia la terra” ha vinto la 12esima edizione del Premio Morrione e ricostruisce la storia recente di Foggia commissariata per mafia, un dramma raccontato attraverso documenti investigativi, audio inediti, testimonianze di vittime di mafia e degli imprenditori che hanno denunciato i loro aguzzini.
    Il Premio Morrione è un riconoscimento al giornalismo investigativo dedicato alla memoria di Roberto Morrione, a lungo giornalista Rai e già stretto collaboratore di Enzo Biagi. Dopo l’esperienza al Tg3, fra gli altri incarichi, ha diretto Rai International e a lungo Rai News 24.
    La giornata sarà anche l’occasione per ricordare Ilaria Alpi a 30 anni dalla sua morte. La giornalista e fotoreporter è stata assassinata a Mogadiscio insieme al cameraman Miran Hrovatin, dove lavorava come inviata per il TG3 diretto da Sandro Curzi in uno dei momenti più delicati per la storia del Corno d’Africa: a Ilaria Alpi è dedicato uno dei totem allestiti nei locali dell’Assemblea legislativa all’interno della mostra “Una vita contro la mafia” realizzata in occasione della “Settimana della legalità”.
    L’ingresso è libero.
    Il programma della Settimana della Legalità

    Assemblea

    20 Marzo 2024 LEGGI TUTTO