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    Camorra, “I Contini non ci hanno mai fatto bene…”, così nacque il gruppo della Cittadella

    “Questi Contini a noi, non ci hanno mai fatto del bene ofrat, ci hanno sempre sbattuto le porte ni faccia, abbiamo solo fatti i reati per loro, cisiamobruciati …”.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloE’ il 9 novembre del 20121 quanto Pietro Lucarelli parla con il fratello Gioele non sapendo di essere intercettato. Sono loro due ad aver deciso la scissione dalla “casa madre” dei Contini e dal gruppo della Stadera federato appunto alla famiglia dell’Alleanza di Secondigliano.
    I due fratelli creano il gruppo della Cittadella per controllare in maniera particolare il traffico di droga a Casoria e comuni vicini. Non hanno grandi ambizioni ma erano pronti ad andare allo scontro armato come dimostra il sequestro di un arsenale composto da 4 pistole, 2 fucili a canne mozzate, numerosi proiettili e una bomba rudimentale.
    Il gruppo aveva come base operativa il cosiddetto “piazzale” che utilizzava  come luogo d’incontro per le riunioni tra i sodali e dove si pianificavano le attività illecite.
    Si tratta di un piazzale che si trova a Casoria in via Gigante angolo via Lufrano dove gli agenti della squadra mobile con il consenso della Dda di Napoli hanno piazzato per mesi delle telecamere. Un lasso di tempo che ha consentito, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali agli investigatori di memorizzare perfettamente timbri vocali, accenti e intercalari dei singoli soggetti monitorati.

    E l’inchiesta sul gruppo scissionista della Cittadella nasce dal ferimento alle gambe a colpi di pistola di Gioele Lucarelli avvenuto li 20 setembre 2021. L’uomo all’epoca frequentava la zona cosiddetta di abbasc o priatorio al Borgo Sant’Antonio Abate
    Dalle indagini era merso che il ferimento di Lucarelli fosse avvenuto in risposta ad un precedente agguato, del 2 settembre. Il ferito, sempre alle gambe fu Gennaro De Stefano, alias fel e’ carn”, facente parte del gruppo della Stadera. A quel punto si ebbe la certezza che il gruppo della Stadera si era scisso in due fazioni, una prevalentemente egemone nella zona cosiddetta del Priatorio che faceva riferimento a Luigi Folchetti; l’altra fazione, in un primo momento capeggiata da Carlo Finizio, sino al suo arresto avvenuto in data 23 novembre.2021 e, successivamente, da Gioele Lucarelli, operante nel territorio di Casoria e della Cittadella. Quest’ultimo insieme con Carlo Finizio (fino al suo arresto),Pietro Lucarelli, Mario Rosari De Martino, arrestato nel corso delle indagini, insieme ad altri complici, avrebbero dato vita ad un autonomo gruppo criminale, mirando ala zona di Casoria della cosiddetta Cittadella, dove gestivano lo spaccio di sostanze stupefacenti al dettaglio ed all’ingrosso. In particolare, dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un gruppo criminale particolarmente agguerrito, intraneo alla organizzazione criminale denominata Clan Contini che ha acquisito una autonomia ed indipendenza dal cosiddetto “gruppo della Stadera” capeggiato da Luigi Folchetti e dal quale ha ricevuto ufficiale riconoscimento per al gestione delle attività illecite nel territorio della Cittadella, compreso tra il Comune di Napoli e quelio di Casoria. Il gruppo criminale che avrebbe quale leader Gioele Lucarelli, presenterebbe el caratterisitiche proprie di un’associazione a delinquere di stampo camorristico: I reati contestati sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, estorsione, singoli episodi di detenzione e spaccio di stupefacenti e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. E a tale proposito il gip Carla Sarno nell’ordinanza cautelare descrive così i ruoli dei personaggi oggetto dell’inchiesta. IL GRUPPO DELLA CITTADELLA LUCARELLI Gioele, promotore e fondatore del neo costituito Gruppo della Cittadella con ruolo di reggente, per aver concordato e condiviso con i vertici del clan CONTINI, e quale diretto referente dei capi, le linee strategiche del sodalizio con riferimento alle più importanti attività e vicende criminali a esso riconducibili; gestendo i gruppi territoriali di riferimento; organizzando e dirigendo il traffico di sostanze stupefacenti e la rete di spacciatori operanti nelle piazze di spaccio di pertinenza dell’organizzazione; occupandosi di gestire la “cassa comune” del clan (e tenere la relativa contabilità); interessandosi di pagare gli stipendi degli affiliati e el connesse spese di giustizia e di tenere a disposizione le somme destinate dall’organizzazione all’acquisto di sostanze stupefacenti, nonché programmare, organizzare e realizzare gli investimenti dele ilecite provviste finanziarie del sodalizio in particolare nell’acquisto di armi per consolidare il potere di controllo dell’organizzazioneLUCARELLI Pietro, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento della sciss ione di cui è promotore  efondatore del neo costituito Gruppo della Cittadella con ruolo di organizzatore; FINIZIO Carlo, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento della scissione di cui è promotore e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella;DE MARTINO Mario Rosario, detto ‘o Chiatt, promotore e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella, con ruolo di reggente;LUCARELLI Antonio, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella, nato dalla scissione dall’originario unitario Gruppo della Stadera;OTTAIANO Gennaro, detto zio, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella,FINIZIO Pasquale, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella;DE MARTINO Francesco, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella, in particolare gestendo i rapporti criminali anche durante lo stato di detenzione, instaurando nuove relazioni per l’ampliamento del potere criminale della organizzazione sul territorioSANTORO Salvatore, detTo pastello, con li ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella;SPINIELLO Marcella, con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo dela Cittadella;ALBANO Vittorio, con il ruolo di partecipe, intraneo al Gruppo dela Stadera fino al momento del suo ingresso nel neo costituito Gruppo della Cittadella;GRANATA Giovanni con il ruolo di partecipe del neo costituito Gruppo della Cittadella;–LUCARELLI Pietro, intraneo al Gruppo della Stadera fino al momento della scissione di cui è promotore  e fondatore del neo costituito Gruppo dela Cittadella con ruolo di organizzatore; MANFREDI Giulio con il ruolo di concorrente esterno a far data dall’arresto di De Martino Mario Rosario fornendo ospitalità allo stesso, facendo da tramite tra quest’ultimo ristretto ai domiciliari preso l’abitazione del primo in Avelino e il Gruppo dela Cittadella, consentendo a quest’ultimo di consolidare il potere di controllo sul territorio, anche mediante l’ampliamento delle zone in cui perpetrare le attività illecite come lo spaccio di droga sulla piazza di Avellino. IL GRUPPO DELLA STADERA ROMANO GIUSEPPE, detto basetta sudata, con li ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera, per aver concordato e condiviso con i vertici del clan CONTINI, e quale diretto referente dei capi, el linee strategiche del sodalizio con riferimento alle più importanti attività e vicende criminali a esso riconducibili; gestendo i gruppi territoriali di riferimento; organizzando e dirigendo il traffico di sostanze stupefacenti e al rete di spacciatori operanti nelle piazze di spaccio di pertinenza dell’organizzazione; occupandosi di gestire al “cassa comune” del clan (e tenere al relativa contabilità); gestendo, ni particolare, el ralazioni con il gruppo dela Cittadella, siglando la tregua, in vista del mantenimeno dela pace sociale sul territorio, presidiando ol stesso con armi, anche partecipando ad azioni di epurazione interna al fine di consolidare il potere di controllo sul territorio; unitamente a:GARGIULO GIUSEPPE, detto O Serpente, con il ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera;CIMMINIELLO LEONARDO, detto O Biondo oppure  O figlio do’ americano, con il ruolo di organizzatore intraneo al Gruppo della Stadera anche partecipando ad azioni di epurazione interna al fine di consolidare li potere di controllo sul territorio;DE STEFANO GENNARO, detto Fel e Carn con li ruolo di partecipe intraneo al Gruppo della Stadera; (nella foto da sinistra in alto Gioele Lucarelli, Pietro Lucarelli, Antonio Lucarelli, De Martino Mario Rosario e Pasquale Finizio; in basso sempre da sinistra Carlo Finizio, Marcella Spiniello, De Martino Francesco, Granata Giovanni e Ottaiano Gennaro) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra: ecco tutti i 30 clan della “galassia” dei Contini

    Gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’organigramma del clan Contini, costituito da una serie di sotto-gruppi sempre tutti sotto il controllo dei “padri fondatori” Patrizio Bosti ed Eduardo Contini.PUBBLICITA

    E’ quanto emerge dalla lettura delle 370 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Carla Sarno nella quale risultano indagati 36 affiliati ed è venuta fuori la scissione del gruppo della Cittadella di Casoria con la famiglia Lucarelli al controllo.

    Punti Chiave ArticoloAi vertici della cosca oltre ai due fondatori ci sono Rita Aieta, Ettore Bosti cl. 1979, Ciro Di Carluccio, nonché da Giuseppe Ammendola, Salvatore Botta cl.1950, Antonio Aieta,  Salvatore Botta, Vincenzo Tolomelli cl. 57, Nicola Rullo,  Antonio Muscerino e Alfredo de Feo quali capi, promotori, organizzatori e referenti territoriali.
    Nonché da Francesco Francesco quale co-dirigente del clan Contini a partire dal 2014. Per gli investigatori il clan ha il controllo delle attività illecite nei quartieri napoletani di Secondigliano, Rione Amicizia, “San Giovanniello”, “Borgo S. Antonio Abate”, Ferrovia e Vasto-Arenaccia, “Stadera- Poggioreale”.
    A questi aderiscono, con precise ripartizioni di ruoli e responsabilità interne, numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni, comunque facenti capo al medesimo vertice -costituito da Edoardo Contini e Patrizio Bosti e dai soggetti a essi strettamente legati, tra i quali Ciro Di Carluccio, Ettore Bosti cl. 79 e Rita Aieta- e tra loro in costante rapporto operativo e decisionale;. Articolazioni individuate nei gruppi di seguito indicati, ciascuno diretto da uno o più “luogotenenti”: gruppo del “Vasto-Arenaccia” diretto da RULLO Nicola e da MUSCERINO Antonio;gruppo del “Borgo S. Antonio Abate” diretto da AMMENDOLA Gaetano e TOLOMELLI Vincenzo cl. 57;gruppo del “Rione Amicizia”, diretto da BOTTA Salvatore cl 50;gruppo di “San Giovanniello”, diretto da AIETA Antonio e da DE FEO Alfredo;gruppo dela “Stadera-Poggioreale”, diretto da DI MAURO Paolo, fino alla sua morte, dalla cui scissione è nato il gruppo della “Cittadella”. Tutti attivi nell’ambito della sfera di influenza, indirizzo e controllo propria del dominante cartello camorristico noto come Alleanza di Secondigliano o come “il Sistema”, facente capo, oltre che alla famiglia mafiosa dei Contini, altresì alle famiglie mafiose dei Licciardi (promossa diretta ed organizzata nel tempo dapprima da Licciardi Gennaro, deceduto, in seguito ed ancora attualmente da Licciardi  Vincenzo,  pur detenuto, Licciardi Pietro, pur detenuto, Licciardi Maria e Teghemié Antonio, radicata nei territori cittadini e nei quartieri dove operano i rispettivi gruppi:
     I quattro gruppi controllati dai Licciardi della “Masseria Cardone” diretto da ESPOSITO Renato;del “Don Guanella”, diretto da BRUNO Antonio;del “Rione Berlingieri”, diretto da CARELLA Luigi;del “Vasto”, diretto da CIRELLI Gennaro e da VARRIALE Giovanni Ciò sulla base di accordi di reciproco rispetto e strategie comuni con gli esponenti direttamente riconducibili alla famiglia mafiosa dei Contini, storicamente egemone nel quartiere Vasto) e dei Mallardo (promossa dallo stesso Francesco Mallardo congiuntamente al fratello Giuseppe Mallardo e diretta ed organizzata, nel corso del tempo, altresì da Giuseppe Dell’Aquila, Feliciano Mallardo, Francesco Napolitano, Raffaele Mallardo, Giuliano Amicone, Biagio Micillo, Domenico Pirozzi e Patrizio Picardi.  I quattro gruppi di Giugliano controllati dai Mallardo Poi ci sono numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni operanti nel territorio di Giugliano ni Campania e zone limitrofe, individuati nel gruppo della zona Selcione, capeggiato da Giuseppe Dell’Aquila e diretto altresì da Patrizio Picardi e Domenico Pirozzi,gruppo dela  zona San Nicola, capeggiato da Feliciano Mallardo e diretto altresì da Francesco Napolitano e da Giuliano Amicone,gruppo della  area Cumana, capeggiato da Raffaele Mallardo,gruppo della  zona di Varcaturo-Lago Patria, capeggiata da Vincenzo D’Alterno e Giuseppe Ciccarelli; Accordi anche nei quartieri napoletani sottoposti alla egemonia del clan Contini, anche in tal caso in accordo con gli esponenti direttamente riconducibili ai Licciardi e ai Contini), nel rapporto con le quali famiglie l’associazione opera, anche mediante accordi finalizzati alla ripartizione dei proventi delle attività delittuose comuni. E comunque attraverso la preventiva concertazione di strategie e scelte criminali di interesse comune finalizzate ad assicurare tra l’altro la conservazione e il consolidamento dei vincoli di alleanza e di cooperazione criminosa delle famiglie mafiose componenti il “cartello” (Mallardo, Licciardi, Contini) con i gruppi camorristici gravitanti nell’orbita di influenza, di indirizzo e di controllo del suddetto cartello camorristico Cesarano, attivo nel quartiere Rione Kennedy di Secondigliano;Sacco Bocchetti, prima, e dei Grimaldi, poi, attivi nel quartiere di San Pietro a Patierno;Caiazzo- Alfano, attivo nei quartieri del Vomero e dell’Arenella;Panzuto-Frzziero, attivo nella zona di Chiaia-Mergellina;Calone, attivo nel quartiere di Posillipo;Vastarella, attivo nel quartiere della Sanità) E ancora ci sono le autonome organizzazioni camorristiche legate al cartello dell’Alleanza di Secondigliano da consolidati vincoli di alleanza (quali i gruppi camorristici dei Lo Russo dei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano e dei Di Lauro, di Secondigliano, dei Sautto-Ciccarelli di Caivano, dei Moccia di Afragola e dei Casalesi del territorio casertano). E infine la cooperazione o di collegamento a fini criminosi (quali, ad esempio, la consorteria mafiosa degli Amato-Pagano di Secondigliano, Melito ed Arzano e dei Nuvoletta- Polverino di Marano di Napoli), contribuendo ciascun associato, in relazione al ruolo e ai compiti attribuiti, alla conservazione e all’accrescimento della forza intimidatrice propria del comune vincolo associativo e della diffusa condizione di assoggettamento ed omertà, interna ed esterna, che ne deriva, in funzione del perseguimento delle proprie finalità.  Il controllo delle attività economiche attraverso prestanome In primo luogo l’affermazione del controllo egemonico sul territorio e poiil controllo delle attività economiche (immobiliari, finanziarie, commerciali) anche attraverso la gestione, talvolta violenta e spesso monopolistica, di interi settori imprenditoriali e commerciali, effettuata sia direttamente da taluni affiliati che per il tramite di prestanome. (nella foto da sinistra Eduardo Contini, Patrizio Bosti, Francesco Mallardo, Maria Licciardi, Rita Aieta, Ettore Bosti e Nicola Rullo; sotto sempre da sinistra Alfredo De Feo, Giuseppe Ammendola, Antonio Aieta, Antonio Muscerino, Salvatore Botta e Vincenzo Tolomelli) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, scissione nel clan Contini: nato il gruppo della Stadera, 30 misure cautelari

    Guerra di droga a Napoli e scissione nel clan Contini con la nascita del gruppo autonomi della Stadera nella zona di Poggioreale: 30 arresti per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti.PUBBLICITA
    E infatti stamane l Polizia di Stato ha sgominato il gruppo di narcotrafficanti legati al clan Contini, sgominando una fazione scissionista nota come “gruppo della Stadera”. 30 persone sono state arrestate, di cui 13 in carcere e 17 con divieto di dimora in Campania.

    Punti Chiave Articolo
    L’operazione è nata dal ferimento a colpi di arma da fuoco di un uomo il 20 settembre 2021. Le indalivegini, condotte dalla Squadra Mobile di Napoli con il supporto di altri commissariati e della Squadra Mobile di Avellino, hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti e di inquadrare il ferimento come risposta a un altro agguato avvenuto il 2 settembre 2021.
    Scissione all’interno del clan Contini Dalle indagini è emerso che gli eventi di violenza derivano da una scissione all’interno del “gruppo della Stadera”, costola del clan Contini. Uno degli indagati avrebbe infatti tentato di creare un gruppo criminale autonomo, approvvigionandosi di droga da fornitori di Scampia e del “Connolo” di Poggioreale. Traffico di droga e attività estorsive Il gruppo di scissionisti ha avviato un’intensa attività di spaccio al dettaglio nella “cittadella” tra Casoria e Napoli, fornendo droga anche a piazze di spaccio di Ponticelli, Secondigliano, Avellino e all’interno del carcere di Salerno, dove uno degli indagati era detenuto. Per recuperare i crediti derivanti dallo spaccio, il gruppo ha messo in atto condotte estorsive.
    Violenza e scontri con altre bande Il gruppo era in possesso di armi ed era pronto ad utilizzarle in caso di scontri con altre bande rivali, come testimoniato dal ferimento a colpi di arma da fuoco avvenuto il 17 dicembre 2019 nell’ambito dello scontro tra la “Stadera” e il “rione Bronx”.
    L’operazione ha portato all’arresto di 30 persone, di cui 13 in carcere e 17 con divieto di dimora in Campania. Si tratta di un duro colpo al narcotraffico e alla violenza a Napoli, frutto di un’attenta attività investigativa da parte della Polizia di Stato. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Caporalato tra Napoli e Caserta: 7 arresti

    Sette arrestati per caporalato a Napoli e Caserta: sfruttavano oltre 60 braccianti extracomunitariPUBBLICITA
    I Carabinieri del Comando per la Tutela del Lavoro, coadiuvati dai Carabinieri di Napoli e Caserta, hanno sgominato un gruppo di caporali che sfruttavano oltre 60 braccianti extracomunitari nei campi del Casertano.

    Punti Chiave ArticoloSette persone sono state arrestate, di cui tre in carcere e quattro ai domiciliari, con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in agricoltura. Le indagini, durate da gennaio a giugno 2023, hanno fatto emergere un quadro di sfruttamento gravissimo.
    Braccianti pagati 1,80-2,00 euro l’ora per 11-16 ore al giorno I lavoratori venivano pagati appena 1,80-2,00 euro l’ora, per giornate lavorative che duravano dalle 11 alle 16 ore. Erano costretti a lavorare in condizioni disumane, senza riposo, senza servizi igienici, né dispositivi di sicurezza.
    Venivano trasportati sui luoghi di lavoro su furgoni fatiscenti, stipati come bestie, e vivevano in baracche fatiscenti. Minacce e soprusi per chi tentava di ribellarsi Chiunque tentava di ribellarsi veniva minacciato, anche di morte, e subiva soprusi. Uno degli indagati reclutava manodopera da una seconda azienda agricola, utilizzando un falso contratto di appalto.
    Sequestrata azienda agricola per 200.000 euro Oltre agli arresti, è stato sequestrato un’azienda agricola legata a due degli indagati, per un valore di circa 200.000 euro.
    Questa operazione è un duro colpo al caporalato, un fenomeno purtroppo ancora diffuso in alcune zone d’Italia. L’opione pubblica è ancora scossa dalla morte avvenuta ieri del cittadino indiano abbandonato ferito davanti casa dal suo datore di lavoro. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Traffico di droga nelle carceri di Napoli, Roma e Avellino: 30 indagti

    Napoli. Ennesimo colpi di trafficanti di droga nelle carceri di Napoli, Roma ed Avellino con la complicità di agenti penitenziari corrotti.PUBBLICITA

    È in corso, infatti dalle prime luci del giorno di oggi una vasta operazione della polizia di Stato che sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta dalla procura – Direzione distrettuale antimafia nei confronti di 30 indagati.

    Sono tutti gravemente indiziati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, estorsione.

    Ma anche di singoli episodi di detenzione e spaccio di droga e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli arrestato ladro solitario: si fingeva addetto alle pulizie: 19 colpi tra Chiaia e Centro storico

    Napoli. Si fingeva addetto alle pulizie ed entrava indisturbato in anche e studi legali. Il ladro solitario sceglieva anche obiettivi con cura ovvero banche e studi legali.PUBBLICITA
    I Carabinieri della Compagnia Napoli Centro, su delega della Procura della Repubblica, hanno arrestato un 45enne già noto alle forze dell’ordine con l’accusa di aver commesso 19 furti aggravati tra ottobre 2022 e marzo 2024.

    Punti Chiave ArticoloL’uomo, I.P., si introduceva furtivamente all’interno di filiali di istituti di credito e studi legali del quartiere Chiaia e del Centro Storico, fingendosi addetto alle pulizie.
    Con questa scusa, e utilizzando strumenti del mestiere, causava in alcuni casi il malfunzionamento dei servizi igienici per poi approfittare della confusione per rubare.
     Con i 19 colpi ha rubato 16 smartphone, 700 euro e tre pc Nel corso dei suoi raid, I.P. è riuscito a impossessarsi di 15 smartphone, 700 euro in contanti e 3 pc aziendali. L’indagine, coordinata dalla Procura partenopea e condotta dai Carabinieri della Stazione Chiaia, ha permesso di ricostruire il modus operandi del ladro e di raccogliere le prove necessarie per il suo arresto.
    I.P., attualmente in custodia cautelare in carcere, è indagato a piede libero e presumibilmente innocente fino a sentenza definitiva.
    L’operazione dei Carabinieri rappresenta un duro colpo alla microcriminalità che colpisce le attività commerciali del centro cittadino. L’impegno delle forze dell’ordine è volto a garantire la sicurezza dei cittadini e a contrastare ogni forma di illegalità. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli sgominata la banda di rapinatori Point break: 7 arresti

    I Carabinieri di Napoli sgominano banda di rapinatori “Point Break”: 150mila euro di bottinoPUBBLICITA
    I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, coadiuvati dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno smantellato una pericolosa banda di rapinatori che seminava il terrore tra imprenditori, commercianti e agenti di commercio.

    Punti Chiave ArticoloI malviventi, soprannominati “i Point Break” per le loro azioni rapide e spettacolari, agivano con la tecnica del “filo inverso”: pedinavano le vittime per giorni, studiandone le abitudini e aggredendole all’improvviso con armi da fuoco per derubarle dei contanti. Le indagini, avviate ad ottobre 2022 e condotte con attività tecniche, pedinamenti e osservazioni, hanno permesso di identificare e arrestare sette persone, già sei in custodia cautelare da maggio 2023.
    I “Point Break” erano responsabili di una serie di rapine per un totale di 131.620 euro, ma il quadro accusatorio è stato ampliato con il coinvolgimento di altri due complici per ulteriori due rapine e un profitto di 20.000 euro.
     Il modus operandi della banda L’indagine ha svelato il modus operandi della banda: individuavano la vittima, la pedinavano per giorni, pianificavano l’aggressione e la derubavano con violenza, utilizzando anche armi da fuoco. Tra i mezzi a loro disposizione, telefoni cellulari dedicati, schede intestate a prestanome, due pistole giocattolo, un giubbotto antiproiettile e una flotta di moto e auto. Oltre alle rapine già commesse, i Carabinieri hanno scoperto che la banda stava pianificando altri colpi a banche in Campania, Parma e Belgio. A tal fine, avevano già acquisito informazioni su potenziali obiettivi, acquistato quattro speciali maschere in silicone per il travisamento e reperito un basista in Romania. L’operazione dei Carabinieri ha portato all’arresto di sei dei sette indagati, mentre l’ultimo è ancora ricercato. Le indagini proseguono per accertare eventuali complici e ricostruire la rete di supporto logistico della banda. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Calciomercato: nel Napoli scoppia il caso Osimhen

    Il calciomercato infuria: Osimhen ha dubbi, Chiesa resta, Greenwood e Douglas Luiz nel mirino della Juve, Morata sogna la RomaPUBBLICITA

    Europei in corso, ma il calciomercato non si ferma. Alcune squadre aspettano la fine del torneo per piazzare i propri gioielli, scommettendo su un aumento del loro valore.

    Tra queste c’è il Bologna, che per ora respinge le avances della Juventus per Calafiori. I bianconeri, però, non demordono e si concentrano su altri obiettivi: Greenwood e Douglas Luiz. Per il brasiliano dell’Aston Villa potrebbe esserci uno scambio con McKennie e Iling Junior.
    Juve e Chiesa: l’esterno azzurro resta a Torino, almeno per ora. Le sue richieste e quelle del club (30 milioni) frenano le italiane, ma la Roma resta vigile.

    Szczesny è pronto a volare in Arabia Saudita all’Al Nassr, aprendo le porte all’arrivo di Di Gregorio dal Monza per la Juve. Huisen potrebbe invece approdare all’Atalanta, anche se il futuro di Koopmeiners a Bergamo è ancora incerto.
    La Dea riscatta De Ketelaere: 22 milioni più 2 di bonus per il belga dal Milan. Gasperini sorride.
    Inter alla ricerca di un dodicesimo: il brasiliano Bento non convince, mentre Martinez del Genoa sembra più vicino a vestire la maglia nerazzurra.
    A Napoli, Osimhen è un caso: la sua clausola da 120 milioni spaventa i possibili acquirenti. Il presidente De Laurentiis spera ancora nel Psg. Il nigeriano, intanto, non nasconde il suo nervosismo con una sfuriata su Instagram contro il ct della Nigeria. Lukaku resta al Chelsea in attesa di una cessione di Osimhen, dopo il contatto con il nuovo allenatore Conte.
    Probabile addio di Mario Rui: il terzino è corteggiato dalle big portoghesi (Benfica, Porto e Sporting). Il suo posto potrebbe essere preso da Spinazzola, svincolatosi dalla Roma e apprezzato da Conte.
    Doppia pista olandese per il Feyenoord: Wieffer e Stengs sono richiesti rispettivamente da Milan e Lazio, ma per ora il club olandese non cede. I due potrebbero finire al Liverpool sotto la guida del loro ex tecnico Slot. Curiosità: Feyenoord e Lazio si sfidano per il 18enne argentino Thiago Romano del Panathinaikos.
    Morata sogna la Roma: l’attaccante spagnolo vuole tornare in Italia e la sua destinazione preferita è la capitale. Per ora è concentrato sugli Europei, mentre il ds giallorosso Ghisolfi smentisce contatti con lo svincolato Hummels.
    Bellanova al Torino per 20 milioni: per finanziare l’acquisto, i granata potrebbero cedere Zalewski, richiesto in Bundesliga. Bove resta a Roma, dopo il fallimento del passaggio al Sassuolo retrocesso in B. Abraham al Brighton solo con prestito oneroso, a meno che la sinergia tra Friedkin e Everton non porti l’inglese dai Toffees alla Roma.
    Questi sono solo alcuni dei movimenti più importanti del calciomercato italiano. Nei prossimi giorni ci aspettiamo ulteriori colpi a sorpresa.
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    Duplice omicidio dei fratelli Marrandino, fermato l’assassino: una lite di lavoro di dietro l’agguato

    Un operaio di 53 anni è stato fermato dai Carabinieri di Marcianise con l’accusa di essere l’autore del duplice omicidio avvenuto oggi tra Succivo e Orta di Atella, nei pressi dell’uscita della A16 lungo l’Asse MedianoPUBBLICITA
    Le vittime sono due fratelli, Marco e Claudio Marrandino, rispettivamente di 40 e 29 anni. Il primo era un avvocato, mentre il secondo era un imprenditore edile.

    Punti Chiave ArticoloSecondo le prime ricostruzioni, l’operaio, incensurato, si trovava a bordo della sua auto, mentre i fratelli Marrandino erano nella loro Bmw. Entrambe le vetture erano ferme quando, per cause ancora da chiarire, è scoppiata una lite tra i tre uomini.
    L’operaio ha estratto una pistola e ha fatto fuoco, uccidendo i due fratelli. Il primo ad essere colpito e a morire è stato l’avvocato Marco Marrandino che era seduto al lato passeggeri.  Il fermato è un operaio di 53 anni: forse contrasti di lavoro con l’imprenditore Claudio Marrandino dietro il duplice omicidio Il fratello Claudio invece è uscito dall’auto e ha cercato di scappare ma è stato raggiunto e ucciso a una decina di metri di distanza: è stato trovato con il suo cellulare tra le mani, forse stava cercando di chiamare qualcuno. I corpi sono stati scoperti da una pattuglia dei Carabinieri che passava in zona. Al momento, gli investigatori escludono la pista camorristica e si concentrano su possibili contrasti pregressi tra i fratelli e l’assassino come movente del delitto. Sono in corso le indagini da parte dei Carabinieri, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, per fare luce sull’esatta dinamica dell’accaduto e per accertare le responsabilità del fermato. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli arrestato a Capodichino Gennaro Manetta Maradona: tornava dagli Stati Uniti

    E’ stato per tre giorni irreperibile e quindi latitante Gennaro Manetta, 45 anni negli noto come Genny Maradona, il “Politico” del clan Contini e uomo cardine dell’inchiesta sull’infiltrazione della cosca negli affari gestionali dell’ospedale san Giovanni Bosco.PUBBLICITA
    In mattinata i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, con la collaborazione di agenti della Polaria, hanno catturato Gennaro Manetta, all’aeroporto di Capodichino.

    Punti Chiave ArticoloL’uomo era sfuggito alla cattura durante l’operazione di due giorni fa che ha inferto un duro colpo al clan Contini. Era negli Stati Uniti Manetta era negli Stati Uniti ed è stato bloccato una volta atterrato all’aeroporto di Napoli Capodichino. Con il suo arresto si chiude il cerchio sull’inchiesta.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Danno erariale Regione Campania: 17 indagati

    Napoli.La Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti ha contestato un danno erariale di quasi 3,7 milioni di euro a 17 dirigenti ed ex dirigenti della Regione Campania.PUBBLICITA

    L’inchiesta, coordinata dal procuratore Antonio Giuseppone e dai sostituti procuratori generali Mauro Senatore e Davide Vitale, ha riguardato l’erogazione di indennità accessorie illegittime ai cosiddetti coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari e ai responsabili di segreteria delle commissioni consiliari.

    Secondo i magistrati contabili, tra il 2019 e il 2021, gli organi apicali del Consiglio Regionale avrebbero continuato ad erogare tali indennità, equiparate a quelle dirigenziali, nonostante una sentenza della Corte Costituzionale avesse dichiarato l’incostituzionalità di analogo trattamento economico.
    Tra i destinatari degli inviti a dedurre notificati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli figurano:

    Gennaro Oliviero, attuale presidente del Consiglio regionale della CampaniaRosa D’Amelio, ex presidente del Consiglio regionaleVincenzo Maraio, ex componente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e attuale segretario nazionale del Partito socialista italiano
    Secondo gli inquirenti, il riconoscimento di tali indennità accessorie sarebbe avvenuto in violazione di diverse norme.
    In primo luogo la competenza esclusiva del legislatore statale in materia di trattamento economico del personale delle Regioni.  Il contratto collettivo nazionale di lavoro e ancora la normativa regionale intervenuta a partire dal 2021e infine il giudicato costituzionale.
    (nella foto Gennaro Oliviero, Rosa D’Amelio e Vincenzo Maraio)

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    Appalti truccati a Caserta: arrestati politici e funzionari comunali

    Blitz al comune di Caserta: in manette un politico e alcuni funzionari comunali coinvolti un una inchiesta della Procura di santa Maria Capua Vetere su una serie di appalti pilotati.PUBBLICITA

    Nell’operazione sono coinvolti anche altre persone tra cui imprenditori. Gli arresti complessivamente sono cinque e tutti agli arresti domiciliari. L’indagine si è sviluppata anche grazie a numerose intercettazioni telefoniche e ambientali.

    Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta su disposizione del procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Pierpaolo Bruni.
    Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati documenti relativi ad alcuni appalti pubblici finiti nell’inchiesta.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO