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Sedici arresti per droga, l’operazione Antimafia arriva anche in provincia di Latina


Su delega della Procura della Repubblica di Roma-Direzione Distrettuale Antimafia, nella mattinata di lunedì i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato il via all’esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di sedici persone, di cui tredici in carcere e tre agli arresti domiciliari. Sono indagate a vario titolo per le ipotesi di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e, tra le altre, di detenzione illecita di armi, rapina, ricettazione e riciclaggio.

Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip del Tribunale, costituisce l’epilogo delle indagini coordinate dalla Dda capitolina ed eseguite dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, nel cui ambito sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di un sodalizio composto da soggetti di origine marocchina e stanziato nella Capitale, principalmente nei quartieri Casal Boccone e Fonte Meravigliosa. Questa associazione risulterebbe dedita alla sistematica importazione di sostanze stupefacenti (hashish e marijuana), poi rivendute all’ingrosso a vari trafficanti (operanti soprattutto nei quartieri Castel Romano e Alessandrino) che, a loro volta, le avrebbero distribuite su numerose piazze di spaccio (principalmente nei quartieri Don Bosco, Pigneto, Spinaceto e Capannelle) e delle province di Roma e Latina.

Forte della presenza fissa in Spagna e Marocco di un membro dell’organizzazione, il gruppo di presunti narcotrafficanti sarebbe riuscito a importare in Italia oltre 1,4 tonnellate di sostanze stupefacenti, perlopiù tramite trasporti transfrontalieri su gomma.

“La realtà associativa – ricostruiscono le Fiamme gialle – adottava uno schema ben definito, in cui ognuno degli indagati, sulla base di un preciso ordine gerarchico, attendeva a compiti stabiliti (contatto con i fornitori, trasporto, custodia e distribuzione dello stupefacente, riscossione dei proventi e loro riciclaggio tramite canali di trasferimento non convenzionali). L’organizzazione poteva, inoltre, contare su una ‘cassa comune’ utilizzata anche per erogare stipendi agli affiliati e garantire assistenza ai soggetti destinatari di interventi repressivi delle forze di polizia, oltre che di armi da fuoco, vetture munite di doppifondi e dispositivi telefonici in grado di assicurare comunicazioni criptate”.

Nel corso delle indagini i finanzieri hanno proceduto al sequestro di oltre 660 chilogrammi di hashish e oltre 50 chilogrammi di marijuana, con l’arresto in flagranza di reato di due soggetti, destinatari dell’odierna misura cautelare.


Fonte: https://www.h24notizie.com/sezioni/cronaca-giudiziaria/feed/


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