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    L’EPISODIO Truffa coppia di anziani a Roma, 20enne arrestato a Napoli

    I Carabinieri della Stazione di San Vittorino Romano hanno operato l’esecuzione di un’ordinanza giudiziaria che impone la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un giovane italiano di 20 anni, pesantemente coinvolto in un caso di truffa aggravata. L’episodio risale allo scorso dicembre, quando una coppia di anziani, residente nella stessa località, ha segnalato alle forze dell’ordine di essere caduta vittima della truffa del “finto nipote” e “finto Carabiniere”, perpetrata da un individuo.
    I coniugi anziani sono stati contattati ripetutamente da un individuo che, fingendosi il nipote della coppia, ha affermato l’urgente necessità di raccogliere una somma considerevole di denaro per saldare alcune fatture in sospeso del padre. Successivamente, si sono sentiti minacciati da un individuo che si è presentato come maresciallo dei Carabinieri, il quale ha indicato loro gravi conseguenze legali se non avessero pagato immediatamente il debito del presunto figlio, anche con gioielli in oro.
    Intimiditi dalle minacce, gli anziani hanno ceduto e consegnato gioielli in oro per un valore superiore ai 7000 euro a un truffatore che si è presentato sotto casa pochi minuti dopo. Dopo la denuncia, i Carabinieri hanno avviato un’accurata attività investigativa che ha raccolto prove significative contro il giovane di 20 anni, proveniente dalla provincia di Napoli, già noto alle autorità per reati simili.
    In collaborazione con la Procura, i Carabinieri hanno individuato e arrestato l’uomo a Napoli, sottoponendolo alla misura cautelare degli arresti domiciliari, con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico presso la propria residenza, in ottemperanza a un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma. LEGGI TUTTO

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    Marcianise, prometteva posti di lavoro in cambio di soldi: indagato noto avvocato

    Un noto avvocato di 64 anni di Marcianise, Domenico Tartaglione, è stato iscritto nel registro degli indagati per truffa aggravata.
    Il legale è accusato di aver ingannato giovani dell’hinterland casertano, promettendo loro posti di lavoro in cambio di consistenti somme di denaro, tra i 25.000 e i 30.000 euro per ciascun aspirante, pagate in contanti.
    Dopo aver ricevuto il denaro, l’avvocato avrebbe sottoposto i giovani a una finta selezione, rivelando così la truffa. I giovani hanno denunciato il fatto e chiesto il sequestro dei beni dell’avvocato tramite gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, e l’indagine è ora in corso presso la magistratura.
    Questo non è il primo caso legale che coinvolge l’avvocato Tartaglione: recentemente è stato condannato a nove mesi di carcere per aver truffato una sua cliente, difeso dall’avvocato Vincenzo Restivo, rappresentata dall’avvocato Goffredo Grasso. La vicenda è stata giudicata dalla dottoressa Sofia Sellitto, giudice monocratico sammaritano.
    Il professionista è il padre di un noto influencer
    Il caso dell’avvocato Tartaglione sta attirando l’attenzione delle autorità giudiziarie per le presunte frodi perpetrate ai danni dei giovani lavoratori, e la situazione è ancora in evoluzione mentre la magistratura sta valutando le prove presentate.
    Il professionista tra l’altro è il padre di un conosciuto influencer (coniugato con una tronista pure televisiva) che ha partecipato a numerose trasmissioni televisive. LEGGI TUTTO

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     Truffano anziana a Teramo: arrestati due napoletani

    Due cittadini napoletani, di 18 e 26 anni, sono stati fermati dalla Squadra Mobile della Questura di Teramo per essersi resi protagonisti di una truffa ai danni di una anziana.
    I due avrebbero contattato la donna telefonicamente, richiedendo un risarcimento di cinquemila euro per evitare l’arresto del figlio, coinvolto in un presunto incidente stradale. Nel corso della visita all’abitazione della vittima, mentre il marito era assente, uno dei truffatori ha ottenuto diversi monili d’oro per un peso complessivo di circa 50 grammi.
    Poco dopo aver consumato l’inganno, i due sono stati individuati e fermati dalla Squadra Mobile di Teramo. Sottoposti a perquisizione, è stato trovato il materiale prezioso.
    Successivamente, i sospettati sono stati arrestati e trattenuti presso le camere di sicurezza della Questura in attesa dell’udienza di convalida.
    Il Giudice, al termine della stessa, ha imposto loro l’obbligo di dimora nel Comune di Napoli e un Foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Teramo per un periodo di quattro anni, su richiesta del Questore di Teramo. LEGGI TUTTO

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    L’EPISODIO Tenta truffa ad anziano a Marigliano, ma il vicino di casa è carabiniere: arrestato

    La voce di un uomo informa un 73enne dell’arresto del figlio, richiedendo un immediato pagamento in contanti per garantire il rilascio. Un intermediario dovrebbe ritirare la somma direttamente a casa. Consapevole dei trucchi dei truffatori, il 73enne, che ha un vicino di casa carabiniere e nipote, si rivolge a lui.
    Dopo aver raccontato la situazione, il militare, libero dal servizio, agisce prontamente. A Marigliano, in provincia di Napoli, un 24enne viene arrestato nel tentativo di truffare l’anziano. Un giovane si presenta alla porta del 73enne, che, giocando la sua parte, finge preoccupazione per la storia del figlio arrestato, guadagnando tempo.
    Nel frattempo, i colleghi della stazione di Marigliano sono già posizionati. Salvatore Papa si accorge di essere in trappola solo quando è troppo tardi. Le manette scattano prima che possa mettere le mani sul denaro. Il 24enne del quartiere San Ferdinando di Napoli è ora in custodia, in attesa di essere giudicato per truffa aggravata. LEGGI TUTTO

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    Benevento, denunciati due 24enni per truffa ai danni di una pensionata

    I Carabinieri della Stazione di San Salvatore Telesino hanno denunciato due 24enni di nazionalità ucraina, previamente noti alle forze dell’ordine per reati simili, a seguito delle indagini condotte in seguito alla denuncia di una pensionata 67enne di Faicchio, provincia di Benevento.
    La vittima è stata contattata telefonicamente da una ragazza che si è spacciata per uno dei suoi figli, riuscendo a ottenere un bonifico di 2.418 euro sul conto corrente del suo complice.
    Dopo il raggiro, i due sono spariti nel nulla. Solo in un secondo momento l’anziana ha scoperto la truffa e ha sporto denuncia. LEGGI TUTTO

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    La stessa auto venduta due volte: la truffa ai danni di un ristoratore di Fondi

    Con un’ordinanza del Tribunale di Latina, a firma del giudice Alfonso Piccialli, si è conclusa una controversia giudiziale che ha visto protagonista un noto imprenditore di Fondi nel campo della ristorazione. Oggetto del contendere una vettura di grossa cilindrata del valore di 70mila euro, che il titolare di un autosalone del posto, che già in […] LEGGI TUTTO

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    IL CASO Truffa alla comunità europea: tre arresti e sequestri per oltre 300mila euro a Benevento

    I finanzieri del Comando Provinciale di Benevento hanno dato esecuzione a un decreto di applicazione di misure cautelari personali e reali emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento su richiesta dell’European Public Prosecutor’s Office (EPPO) di Napoli nei confronti di tre cittadini italiani, che sono stati posti agli arresti domiciliari.Nei loro confronti è stato eseguito il sequestro dei conti correnti e delle somme in essi depositate fino alla concorrenza di euro 315.000,00, quest’ultima misura è stata estesa anche alla società beneficiaria del contributo comunitario. L’indagine trae origine da un’attività delegata dalla Procura della Repubblica di Benevento, la quale, in presenza di una ipotesi di reato di competenza della Procura Europea, inviava una segnalazione a quest’ultima.
    Il provvedimento cautelare, il primo richiesto dalla EPPO ed eseguito nella competenza territoriale della Procura sannita, giunge al termine di accurate indagini condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Benevento, eseguite attraverso attività tecniche ed acquisizioni documentali finalizzate ad accertare ed acquisire elementi di riscontro in ordine alla indebita percezione di un contributo pubblico richiesto al Ministero dello Sviluppo Economico da una impresa – con sede legale a Montesarchio (BN) ed unità operativa in Benevento – operante nel settore della rivendita autoveicoli, per la costruzione di un impianto per la produzione di pellet.
    In relazione alla documentazione acquisita, la società beneficiaria del contributo aveva dichiarato che il progetto era stato concluso il 28 febbraio 2022 e che a quella data i macchinari acquistati erano stati consegnati ed installati presso la sede operativa aziendale sita nel capoluogo sannita.
    Le indagini e i numerosi sopralluoghi eseguiti dal Nucleo P.E.F. presso la sede operativa di Benevento, hanno permesso di accertare che nei locali aziendali veniva svolta l’attività di vendita autovetture, officina assistenza, vendita ricambi per un noto marchio, nonché revisioni auto. Pertanto, non è stata, rilevata la presenza di alcun macchinario inerente l’investimento di che trattasi.
    Al fine di ottenere l’erogazione del contributo pubblico e documentare lo stato di avanzamento dei lavori per le spese sostenute nell’ambito dell’investimento in parola, la società beneventana utilizzava false fatturazioni per operazioni inesistenti emesse, con artifici e raggiri da una società con sede nella Repubblica Ceca.
    L’impegno della Guardia di Finanza nella lotta alle frodi nel settore della spesa pubblica mira a un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali e comunitari, a sostegno della crescita produttiva e dello sviluppo del Paese e dell’Unione europea. Quanto sopra si comunica per il diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati che, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza. LEGGI TUTTO

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    Truffa a coppia di anziani a Messina: arrestato 36enne di Benevento

    Aveva ancora addosso i gioielli consegnati dalla sua vittima. Li teneva nella biancheria intima e all’interno di un marsupio.
    Trentasei anni, originario di Benevento, ha trovato ad aspettarlo i poliziotti delle Volanti appena fuori l’ascensore dello stabile in cui avrebbe messo a segno una truffa ben articolata ai danni di una coppia di anziani.
    Marito e moglie erano stati contattati al telefono di casa da un sedicente “carabiniere” che li informava di un grave incidente automobilistico causato dal figlio ai danni di una donna. La gravità della notizia portava la coppia a fornire dettagli personali nonché le utenze private dei telefoni cellulare.
    Dettagli utilizzati poco dopo con una seconda telefonata, con la quale si riusciva a separare i due invitando l’uomo a raggiungere immediatamente la più vicina stazione dei Carabinieri e la donna a restare in casa, in costante contatto telefonico con il sedicente appartenente alle forze dell’ordine.
    Rimasto al telefono con la donna, il truffatore riusciva ad allarmare l’anziana con ulteriori dettagli sulla gravità della situazione e a confonderla ulteriormente con la falsa voce del figlio disperato che chiedeva di aiutarlo. Entrava quindi in scena un ulteriore complice che stavolta contattava la donna sul telefono cellulare e si presentava come l’avvocato del figlio.
    Avrebbe preso accordi con i parenti della persona investita e pattuito una somma di 7.500 euro per risolvere la questione e tirar fuori dai guai il figlio. Qualora non avesse avuto il denaro, tuttavia, avrebbe potuto consegnare i gioielli custoditi in casa ad una persona di fiducia mandata dall’avvocato.
    Caduta nella trappola, la donna preparava i preziosi e li consegnava alla persona indicata, presentatasi poco dopo. La stessa che, pronta a scappare con i gioielli, veniva intercettata, bloccata ed arrestata dai poliziotti delle Volanti.
    A dare l’allarme alle forze dell’ordine, quelle “vere”, sono stati i Carabinieri presso cui lo stesso truffatore aveva invitato il marito a recarsi. Compreso quanto stava accadendo hanno immediatamente allertato le forze presenti sul territorio. L’uomo è stato pertanto arrestato in flagranza dai poliziotti per truffa aggravata e per possesso e fabbricazione di documenti identificativi falsi, ed altresì deferito per resistenza a P.U. e rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. LEGGI TUTTO

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    IL FATTO Tenta truffa a negozio a Rieti con documenti falsi, arrestato napoletano

    Gli agenti della Squadra Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Rieti hanno arrestato un uomo, proveniente da Napoli e gravato da numerosi precedenti, per il reato di tentata truffa e possesso di documenti falsi. Nei giorni scorsi, infatti, gli agenti della Polizia di Stato, durante i servizi di controllo del territorio e di prevenzione generale sono intervenuti nell’area commerciale di Santa Rufina di Cittaducale dove era stato segnalato un tentativo di truffa a danno di un negozio di elettronica.
    Gli Agenti della Polizia di Stato hanno rintracciato un uomo che corrispondeva alle descrizione fornite dalla vittima e lo hanno immediatamente bloccato mentre stava cercando di disfarsi di alcuni documenti falsi e della busta paga con i quali, poco prima, aveva cercato di effettuare un acquisto fraudolento mediante l’accensione di un finanziamento.
    L’uomo è stato, pertanto arrestato e messo a disposizione della locale Autorità Giudiziaria che ne ha disposto la scarcerazione in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto. Inoltre, il Questore di Rieti, stante le pericolosità sociale dell’uomo, contestualmente alla sua scarcerazione, ha emesso nei suoi confronti un Foglio di Via Obbligatorio con Divieto di Ritorno nel Comune di Rieti per 3 anni. LEGGI TUTTO

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    Caserta, truffa dell’aspirapolvere: a processo 40enne

    Il Procuratore Aggiunto della Procura Sammaritana dott. Antonio D’Amato ha rinviato a giudizio Michela Busico 40 di Bellona, difesa dall’ avvocato Pasquale Casoria per il reato di truffa aggravata e sostituzione di persona.
    La signora quale venditrice per conto della società Vorwerk Italia s.a.s, con artifizi e raggiri consistiti nel compilare una proposta d’ordine di un aspirapolvere “folletto” utilizzando i dati di V. M. R, induceva in errore il personale della società sulla genuinità dell’ordine e la stessa persona offesa facendole credere che era un errore.
    E si procurava così l’ingiusto profitto rappresentato dalla erogazione delle provvigioni connesse alla vendita dell’aspirapolvere con pari danno per la società alla quale non veniva corrisposta la somma di euro 500,00 a saldo dell’importo corrispondente al prezzo di vendita dell’elettrodomestico.
    E quindi per commettere il reato di truffa induceva in errore il personale della Vorwerk Italia s.a.s. in ordine alla genuinità dell’ordine che compilava utilizzando indebitamente el generalità di V. M. R. e facendo in modo che quest’ultima risultasse contraente.
    Ed inoltre rinviava a giudizio sempre la stessa Busico Michela la quale con artifizi e raggiri consistiti nel proporre in vendita a D. N. F. due aspirapolveri a un prezzo conveniente, induceva in errore la persona offesa sulla bontà dell’offerta e si procurava così un ingiusto profitto pari alla somma di euro 600, 00 che si faceva consegnare in contanti, con pari danno per la persona offesa alla quale non veniva consegnato alcun prodotto ne’ restituiva la somma versata.
    Il processo traeva origine dalla querela presentata dalle persone offese a mezzo dei loro legali gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo che nel processo si costituiranno parte civile nell’interesse dei loro assistiti per i fatti che si sono verificati in Capua due anni fa’. LEGGI TUTTO

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    L’EPISODIO Truffa ad anziani a Sondrio, denunciata coppia di Napoli

    Nella mattina del 5 dicembre scorso i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Sondrio, in Lombardia, e della Stazione di Morbegno hanno deferito all’autorità giudiziaria per il reato di truffa in danno di anziani una coppia di conviventi residenti a Napoli.
    I due, già noti alle forze di polizia, provenienti da Milano con un’auto presa a noleggio, sono stati seguiti dai militari sino al centro di Chiavenna e lì fermati e perquisiti. All’interno della macchina i Carabinieri hanno subito trovato alcuni oggetti d’oro sottratti alle vittime delle truffe commesse il giorno precedente a Morbegno e a Chiesa in Valmalenco.
    In seguito, altri oggetti sono stati trovati dalla perquisizione effettuata nel bed and breakfast di Milano dove erano alloggiati sono stati recuperati i restanti gioielli a loro consegnati dalle stesse vittime, insieme alla somma di 19 mila euro circa in contanti. La refurtiva è stata posta sotto sequestro per la successiva restituzione ai legittimi proprietari. LEGGI TUTTO

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    Ercolano, truffa bonus cultura: 4 arresti e sequestro beni

    Truffa dei bonus 18App, 4 arresti e sequestro beni da 3 milioni di euro. I militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Portici hanno dato esecuzione – su delega della Procura di Napoli – a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, confermate dal Tribunale del Riesame di Napoli, nei confronti di 4 persone e dei beni loro riconducibili.
    L’attività si pone in linea di continuità con l’applicazione, nello scorso mese di febbraio, di misure cautelari nei confronti di 9 indagati per reati di associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato e autoriciclaggio, nonché il sequestro di beni, disposto per un valore di circa 3 milioni di euro.
    In particolare i provvedimenti cautelari sono stati confermati all’esito delle decisioni dalla Corte di Cassazione ed è stata ritenuta la gravità indiziaria in ordine all’esistenza di un sodalizio criminale facente capo ai gestori di una libreria ubicata in Ercolano, i quali, con la collaborazione anche di intermediari, avrebbero dato vita ad un meccanismo fraudolento diretto all’illecita riscossione e conversione in denaro, attraverso la piattaforma informatica dedicata, di buoni del valore di 500 euro ciascuno, buoni erogati dal Ministero della Cultura (MiC) a favore dei neo-diciottenni nell’ambito del progetto ”bonus cultura 18App”, ideato per supportare i costi sostenuti per acquistare libri, o fruire di beni o servizi di natura culturale.
    Le investigazioni consentivano di individuare indebite conversioni in denaro dei ”buoni cultura” e simulazioni nella compravendita di libri, così consentendo agli indagati di richiedere e incassare dal MiC il rimborso dell’intero valore di ciascun ”buono”.
    Il meccanismo fraudolento avrebbe permesso di conseguire in un quadriennio il rimborso di circa 6.400 voucher ”18App” intestati a beneficiari residenti in tutto il territorio nazionale, traendo ingenti profitti e cagionando al MiC un danno stimato in circa 3 milioni di euro. In forza dei provvedimenti eseguiti, a tre degli indagati è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre nei confronti del quarto è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza, in sostituzione della misura detentiva precedentemente applicata dal Gip.
    A carico di tutti gli appartenenti al sodalizio è stato ordinato il sequestro preventivo di beni, fino a concorrenza del danno stimato. LEGGI TUTTO