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    Ex ‘tronista’ indagata per stalking, “accuse infamanti”

    Federica Aversano, la giovane sammaritana nota al grande pubblico per essere un volto televisivo che fa hodiens, una delle principali troniste del programma televisivo di Mediaset di Maria De Filippi “Uomini e Donne “, nei giorni passati, e’ stata iscritta nel registro degli indagati della Procura di Santa Maria Capua Vetere per stalking.
    Ora Federica affida un comunicato ai suoi legali, gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, per difendersi e precisa : “ il mio ex compagno mi ha accusata di una serie di reati come molestie, atti persecutori, vessazioni ecc… e ha presentato una querela contro di me. La cosa mi ha sorpreso. Dopo un primo momento di smarrimento ho riacquistato la serenita’ e ora sono pronta a difendermi senza tregua.
    Il fascicolo e’ stato assegnato al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica sammaritana, la dott.ssa Oriana Zona, che mi ha interrogato questa mattina su mia richiesta e io le ho chiarito,passaggio per passaggio, quello che era accaduto tra me e il mio ex fidanzato durante la nostra convivenza difendendomi dalle gravi accuse che mi sono state mosse, alla presenza degli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, miei legali personali. Sono soddisfatta che il Pubblico Ministero ha accolto la nostra richiesta di ascoltarmi personalmente.
    Ho fornito le prove documentali in mio possesso che dimostrano che io non sono una stalker, come sono stata accusata, ma viceversa sono io la vittima di questa triste storia con la quale mi sono vista catapultare nel pianeta giustizia con accuse infamanti e calunniose che mi impongono di tutelare la mia immagine non solo di personaggio pubblico, ma anche di mamma. Azionero’ ogni opportuno provvedimento affinche’ chi ha macchinato ai miei danni venga giustamente punito e non risparmio nessuno dei miei dettattori”.
    La tronista in procinto di ritornare in una trasmissione della TV nazionale e’ da poco diventata hostess dopo che il programma televisivo l’ha resa una persona nota. Infine Federica cosi conclude : “ Non e’ mia abitudine portare in piazza le mie vicende private ma visto che sono stato oggetto di un fatto di cronaca giudiziaria, assolutamente personale e dai contenuti non veritieri per aver mentito il mio accusatore, esponendo fatti gravi a mio carico, sono disponibile a spiegare le ragioni di questa persecuzione che sto subendo con modi poco “eleganti” e non ortodossi, il tutto mosso da un miscuglio di frammenti di vendetta e di gelosia,al sol fine di calunniarmi ferocemente. Ma chi mi conosce sa bene che io non mi arrendo e gli avvocati Crisileo hanno avuto ampio mandato per tutelare nel miglior modo possibile la mia immagine “. LEGGI TUTTO

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    Caserta, prete condannato per possesso di materiale pedopornografico

    Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere  ha condannato don Gianfranco Roncone, ex parroco di Presenzano, comune dell’Alto-Casertano, ad un anno e mezzo di carcere con pena sospesa per possesso di materiale pedopornografico.
    Il parroco, però, è stato assolto perché il fatto non sussiste, dalla più grave accusa di violenza sessuale su un minore di 16 anni e dal reato di induzione alla prostituzione minorile nei confronti di un 17enne (entrambi gli adolescenti sono albanesi).
    La Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto per il prete (difeso dagli gli avvocati Renato Jappelli e Dario Mancino) una condanna ad otto anni e sei mesi di carcere. Il sacerdote fu sospeso dalla Diocesi di Teano alla vigilia di Natale 2020 dopo l’apertura nei suoi confronti dell’inchiesta per abusi sessuali sui due minori (uno dei quali lo aveva denunciato dopo i fatti avvenuti nell’agosto 2020).
    Pochi mesi dopo, nell’aprile 2021, gli accertamenti della Procura e dei Carabinieri di Capua portarono don Roncone agli arresti domiciliari, poi revocati nel successivo mese di agosto in seguito all’incidente probatorio che aveva messo faccia a faccia il prete con i suoi due accusatori.
    Durante il confronto emersero infatti alcune difformità nel racconto da parte di una delle due vittime, così il gip sostituì i domiciliari con la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Sparanise, paese di residenza del sacerdote.
    Oggi don Roncone è libero da ogni misura. L’indagine partì nell’agosto 2020 dopo che il parroco fu sorpreso da una pattuglia di carabinieri della compagnia di Capua in auto, in una zona isolata nei pressi del cimitero di Presenzano, in compagnia di due giovani. Nel corso delle indagini al prete fu sequestrato del materiale pedopornografico, per il quale è stato condannato. LEGGI TUTTO

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    Colpo ai narcos di Castel Volturno: sequestrati 77 chilogrammi di hashish. Tre arresti

    Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha coordinato una complessa operazione finalizzata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti che ha consentito di sequestrare circa 77 kg di hashish e di trarre in arresto tre responsabili.L’attività è stata eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Mondragone i quali, dopo un’articolata attività info- investigativa svolta grazie alla costante presenza sul territorio, hanno individuato un immobile sito nel Comune di Castel Volturno adibito a vera e propria raffineria di stupefacenti.
    Infatti, le conseguenti attività di perquisizione svolte hanno permesso di riscontrare la presenza di tre uomini, un italiano residente nel Comune di Pozzuoli  e due cittadini extracomunitari provenienti dal Marocco.
    Erano tutti intenti nella preparazione di dosi di stupefacente pronte per essere cedute sul mercato illegale, nonché di rinvenire 77 kg di hashish sfuso e già lavorato, unitamente a materiale per il confezionamento, tra cui un bilancino di precisione, un forno a microonde, un frullatore, una confezione di olio e circa 2.000 bustine di cellophane.
    I tre responsabili sono stati tratti in arresto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, tradotti presso la locale Casa Circondariale.
    La sostanza stupefacente rinvenuta, invece, è stata sottoposta a sequestro, posto che, una volta “confezionata” e immessa sul mercato, avrebbe potuto generare guadagni illeciti per circa mezzo milione di euro.
    L’attività della Guardia di Finanza di Mondragone testimonia il costante impegno delle Fiamme Gialle che, anche in ottemperanza di specifiche direttive sul piano tecnico-operativo impartite dalla Prefettura di Caserta ed assunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha intensificato l’attività di prevenzione e repressione in materia nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti, con il duplice intento di tutelare la salute dei cittadini e debellare una delle principali forme di finanziamento della criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

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     Carabiniere casertano uccide direttore di albergo e ferisce donna: poi si costituisce

    Un uomo è stato ucciso e una donna è stata ferita a colpi d’arma da fuoco a Suio Terme a Castelforte in provincia di Latina.
    Un carabiniere si è poi costituito a Capua, nel Casertano. Sul caso sono in corso le indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura di Cassino in coordinamento con i colleghi campani.
    E’ il direttore dell’albergo Nuova Suio, nel Comune di Castelforte, la vittima dell’omicidio avvenuto nel pomeriggio di oggi nella frazione di Suio Terme. In base a una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Formia, l’uomo e’ stato colpito da un colpo di pistola sparato da un carabiniere che si e’ poi costituito.
    Il militare ha ferito gravemente una donna presente nella hall che e’ stata trasferita in codice rosso a Roma.
    Il carabiniere, che si e’ costituito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, presta servizio in provincia di Caserta. LEGGI TUTTO

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    Droga dal Parco Verde a Maddaloni, 14 arresti

    I carabinieri della Compagnia di Maddaloni (CASERTA) hanno arrestato su ordine del Gip del tribunale di Napoli quattordici persone ritenute componenti di un’associazione dedita da anni allo spaccio di stupefacenti, tra cui hashish, marijuana, cocaina e crack. A capo del gruppo formato quasi interamente da persone di età compresa tra i 40 e i 50 anni – è emerso – vi era un 46enne di Caivano, residente al Parco Verde, nota piazza di spaccio del Napoletano che però rifornisce, anche per la vicinaza geografica, molte basi del Casertano.
    Il 46enne aveva anche riciclato i soldi della droga creando una società di noleggio auto, che poi ha chiuso vendendo i veicoli; stamani i militari sono andati a sequestrare otto auto ai compratori, che ora dovranno dimostrare la buona fede nell’acquisto per ottenere il dissequestro del mezzo.
    Durante le esecuzioni dei provvedimenti, i carabinieri hanno inoltre trovato e sequestrato a casa di uno degli indagati, residente nel quartiere napoletano di Secondigliano, 20mila euro in contanti. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno accertato l’esistenza di un vasto giro di spaccio tra Maddaloni e i comuni vicini, gestito da vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, che si rifornivano soprattutto al Parco Verde e in qualche caso nelle piazze di spaccio di Napoli, come Secondigliano e Scampia. I fornitori a loro volta si approvvigionavano da personaggi calabresi, ma su questo filone procedono separatamente le Procure calabresi competenti.
    Il 46enne di Parco Verde – hanno accertato gli inquirenti – dava direttive agli altri indagati sulle modalità di approvvigionamento soprattutto per evitare le forze dell’ordine. Ma nonostante le accortezze, durante lo svolgimento delle indagini, i carabinieri hanno arrestato in flagranza undici pusher e segnalato per consumo personale tredici assuntori, sequestrando 2,5 chili di stupefacenti e una pistola semiautomatica calibro 6.35 con decine di cartucce. LEGGI TUTTO

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    Smantellata piazza di spaccio a Maddaloni: 14 misure cautelari

    I carabinieri della compagnia di Maddaloni, all’esito di indagini coordinate dalla Dda della procura di Napoli, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal gip del tribunale di Napoli nei confronti di 14 soggetti.
    Tutti accusati dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di detenzione ai fini di spaccio. L’operazione si è svolta in collaborazione con i carabinieri di Caserta, Napoli e Isernia, con il supporto di un velivolo del 7° nucleo elicotteri di Pontecagnano e di due unità cinofile antidroga del nucleo di Sarno.
     Nella piazza di spaccio di Maddaloni si vendeva hashish, cocaina, crack e marijuana
    A seguito delle indagini, svolte tra il dicembre 2018 e il maggio 2020, è stata accertata l’esistenza di un’associazione dedita al traffico illecito di hashish, cocaina, crack e marijuana operante nel territorio di Maddaloni e in diversi comuni delle province di Caserta e Napoli. Disposto anche un sequestro preventivo di capitali e beni.
    Durante l’attività d’indagine sono stati eseguiti 11 arresti in flagranza di reato, sequestrati diversi quantitativi di cocaina (869 grammi), hashish (100 grammi), marijuana (1,2 chilogrammi) e crack (361 grammi), per un totale di 2,530 chili di droga, la somma complessiva di 12mila euro, una pistola semiautomatica calibro 6,35, 14 cartucce calibro 6,35 e 13 cartucce calibro 7,65. Segnalati anche 13 assuntori. LEGGI TUTTO

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    Caserta, sequestrati 15 kg di cocaina: arrestato corriere rumeno

    Nella giornata di ieri, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha coordinato una complessa operazione finalizzata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti che ha consentito di sequestrare circa 15 kg di cocaina purissima e di trarre in arresto il corriere che la trasportava.L’attività è stata eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Marcianise i quali, attraverso un articolato dispositivo all’uopo predisposto presso i caselli autostradali di Caserta Nord e Caserta Sud, sono riusciti a individuare un’autovettura sospetta, il cui conducente, all’atto del fermo, manifestava subito un evidente stato di agitazione che induceva i militari operanti ad approfondire il controllo presso la sede del reparto.
    In effetti, a seguito di un’accurata ispezione del mezzo, veniva scoperto un sottofondo, ricavato nel baule posteriore e coperto da una spessa lastra metallica comandata attraverso un complesso meccanismo elettronico, al cui interno erano occultati n. 14 panetti di cocaina del peso complessivo di kg 14,800.
    Il corriere veniva, inoltre, trovato in possesso di una somma in contanti pari a 1.025,00 euro, verosimilmente corrispostagli quale compenso per il trasporto della droga.
    Il responsabile, di origine rumena, è stato arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, tradotto presso la locale Casa Circondariale.
    La cocaina sottoposta a sequestro, una volta “tagliata” e immessa sul mercato, avrebbe potuto generare guadagni illeciti per circa 2 milioni di euro.
    L’attività della Guardia di Finanza di Marcianise testimonia il costante impegno delle Fiamme Gialle nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti, con il duplice intento di tutelare la salute dei cittadini e debellare una delle principali forme di finanziamento della criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

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    Camorra, sequestrati 60milioni di euro a imprenditore legato al clan Zagaria

    I Carabinieri del R.O.S. e i Finanzieri del Comando Provinciale di Caserta, hanno dato esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale con sequestro di beni mobili e immobili, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Sezione Misure di Prevenzione su proposta della Procura della Repubblica di Napoli.
    Il provvedimento, scaturisce dalle indagini anche di tipo patrimoniale condotte dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e dalla Compagnia della GdF di Marcianise, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, in direzione di un imprenditore casertano.
    Sequestrati 60 milioni di euro: una catena di supermercati presenti con 21 punti vendita nella provincia di Caserta
    Sul cui conto le indagini hanno permesso di acquisire indizi qualificati in ordine alla sua pericolosità personale e alla formazione illecita delle sue attività, considerata la vicinanza al clan Belforte e al clan dei Casalesi – Gruppo Zagaria, titolare di otto aziende operanti nella provincia di Caserta, attive nel settore immobiliare, edile e della grande distribuzione e commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, a cui fa capo una catena di supermercati presenti con 21 punti vendita nella provincia di Caserta.
    Il provvedimento, dispone il sequestro di conti correnti, quote societarie e relativi beni strumentali, per un valore stimato in circa 60 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Rapporti coi Casalesi, confiscati 2,5 milioni di euro all’ex consigliere regionale Nicola Ferraro

    Rapporti con i Casalesi, confisca record per l’ex consigliere regionale ed imprenditore Nicola Ferraro, un passato nell’Udeur.Sequestrati anche gli emolumenti e le indennità percepite (inerenti l’intero periodo di consiliatura) e il maturando vitalizio consiliare.
    La Polizia di Stato e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, in esecuzione di apposito decreto della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, emesso su proposta del Questore di Caserta, hanno sottoposto a confisca in via definitiva, in Campania e nel Lazio, beni, partecipazioni societarie, rapporti finanziari e bancari, nonché indennità e somme derivanti dal vitalizio consiliare per un valore pari a circa 2,5 milioni di euro, riconducibili ad un ex Consigliere della Regione Campania, già attivo nel settore imprenditoriale dei rifiuti, condannato dalla Corte di Appello di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa, con sentenza passata in giudicato.
    L’ex politico coinvolto è Nicola Ferraro, un passato nell’Udeur, prima degli scandali giudiziari.
     A Nicola Ferraro confiscato anche il vitalizio da ex consigliere regionale
    L’odierno provvedimento di confisca in via definitiva rappresenta l’epilogo di una complessa ed articolata indagine svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Caserta e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità – diretta ed indiretta (anche tramite i suoi familiari) – dell’ex politico, acquisiti con i proventi derivanti delle attività illecite, commesse nel tempo, nell’esercizio della propria attività imprenditoriale.
    Il prevenuto, riconosciuto dal Giudice Penale come imprenditore e politico colluso con i reggenti del Clan dei Casalesi – Fazioni Schiavone e Bidognetti, almeno dal 2000 in poi e comunque già prima della sua elezione al Consiglio Regionale della Regione Campania (avvenuta nel 2005), ha asservito sia la propria attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti sia quella politica alle esigenze camorristiche, ricevendo in cambio un appoggio determinante per la sua stessa affermazione imprenditoriale ed un decisivo sostegno elettorale.
    Le indagini di polizia giudiziaria hanno dato riscontro alle dichiarazioni di molteplici collaboratori di giustizia, permettendo di accertare che l’imprenditore ed ex Consigliere abbia fornito la sua continua disponibilità a porsi come intermediario tra gli amministratori degli Enti locali e le organizzazioni criminali di riferimento, per drenare a favore di queste ultime appalti e contributi pubblici, riuscendo quasi a monopolizzare il redditizio settore economico della raccolta e smaltimento dei rifiuti, anche oltre i confini del territorio casertano, determinandone di fatto la sua pericolosità sociale.
    Al fine, poi, di disvelare l’origine del rilevante patrimonio del proposto e dei suoi conviventi è stata acquisita, con riferimento all’ultimo ventennio, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare, verificando poi, per ogni 2 transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica.
    I successivi approfondimenti hanno consentito di acclarare come gran parte delle attività e dei beni entrati nella disponibilità del proposto e dei suoi più stretti congiunti fossero stati effettivamente rilevati con i profitti ottenuti grazie alla stretta contiguità con il Clan dei casalesi.
    Sono stati così sottoposti a confisca – divenuta definitiva n. 7 fabbricati, dislocati tra i Comuni di Caserta (CE), Casal di Principe (CE), Arienzo (CE), Gaeta (LT) e Formia (LT), quote societarie riconducibili a n. 2 imprese attive nel settore immobiliare e nel campo dell’ingegneria integrata, n. 1 autovettura e n.1 motociclo, gli emolumenti e le indennità percepite (inerenti l’intero periodo di consiliatura), per un valore pari a Euro 834.226,46, e il maturando vitalizio consiliare (per il periodo postumo dal raggiungimento del sessantesimo anno di età, da quantificare) in seno alla Regione Campania, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    A Bellona in auto con mezzo chilo di droga, 3 giovani inseguiti e arrestati dai carabinieri

    Bellona. Quando sono stati intercettati da una pattuglia di militari dell’arma della stazione di Vitulazio, hanno tentato la fuga.
    Il conducente della vettura ha accelerato cercando di sfuggire all’alt imposto dai carabinieri. Una fuga durata pochissimi metri: la vettura con tre giovani a bordo è stata fermata.
    Tre persone sono state tratte in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; i carabinieri, al comando del luogotenente Iannarella, dopo un’accurata perquisizione hanno rinvenuto e sequestrato 5 panetti di hashish per un peso complessivo pari 500 grammi.
    Al termine delle procedure di rito sono stati arrestati e posti ai domiciliari Antonio Tartaglione 28enne, Luca Pezulo 23enne, Michele Festante 26enne. LEGGI TUTTO

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    Caserta, confermati i domiciliari per il poliziotto che ha sparato per vendicare figlio

    Santa Maria a Vico. Resterà agli arresti domiciliari il poliziotto di 49enne che la notte tra sabato e domenica ha sparato e ferito alla gamba un 19enne a Santa Maria a Vico per difendere il figlio che aveva avuto una lite con gli amici della vittima.
    Lo ha deciso il Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha convalidato l’arresto del 49enne, effettuato domenica dai carabinieri con l’accusa di lesioni gravi.
    Gli approfondimenti investigativi realizzati dai carabinieri della compagnia di Maddaloni hanno confermato la dinamica dei fatti, con il 49enne poliziotto – in servizio nel Napoletano alla Polizia Stradale – che è intervenuto su richiesta del figlio 18enne, che lamentava di essere stato picchiato da altri ragazzi in piazza Falcone e Borsellino, luogo di ritrovo di tanti giovani di Santa Maria a Vico, dove non di rado si registrano risse e liti violente.
    Il poliziotto ha risposto alle domande del Gip spiegando di non aver usato l’arma di ordinanza, ma un’arma clandestina calibro 6. 35 che ha gettato dopo aver sparato. “Perché ho capito di aver commesso un errore”, ha spiegato.
    Il 19enne ferito ha invece spiegato agli investigatori dell’Arma di essersi “trovato in mezzo al litigio tra il poliziotto e altri ragazzi”. “Ma io – ha alcun spiegato – con il figlio dell’agente non ho avuto problema, né abbiamo litigato”. LEGGI TUTTO

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    La Cassazione annulla le condanne per il boss Belforte e la moglie

    Tutto da rifare rispetto al reato di intestazione fittizia, aggravato dalla finalità mafiosa, afferente a due distinti immobili che la Direzione Distrettuale Antimafia ritiene essere stati acquistati con il denaro del clan Belforte.
    Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere prima, la Corte di appello, poi, avevano ritenuto solida la piattaforma probatoria nei confronti di Belforte Salvatore condannato ad anni tre e nei confronti di Allegretta Giovanna, condannata ad anni 2, ritenuti prestanome del clan con riferimento a due beni immobili siti nel comune di Marcianise, provincia di Caserta.
    Ma l’ipotesi accusatoria ha subito una sorprendente battuta d’arresto all’esito dell’arringa condotta innanzi ai Supremi Giudici dall’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli.
    Infatti, la seconda sezione della Suprema Corte di Cassazione, condividendo le ragioni difensiva illustrate sia dal sopracitato penalista che dall’avv. Massimo Trigari ha annullato le due sentenze di condanna ed ordinato un nuovo giudizio di rinvio. LEGGI TUTTO