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    Ferito con 20 coltellate, è grave al Policlinico: arrestato 24enne di Montesarchio

    ì La segnalazione era di un incidente stradale. Invece l’uomo trovato dai carabinieri di Montesarchio, nel Beneventano, era ferito da fendenti. E.A., 28 anni, e’ stato trasportato in eliambulanza al policlinico dell’ateneo Federico II di Napoli per le numerose coltellate ricevute, una ventina secondo un primo esame.
    I militari dell’Arma sono intervenuti nella prime ore della mattinata in una piazzola di sosta lungo la strada provinciale di Montesarchio dopo appunto una segnalazione si un sinistro. Le condizioni della vittima sono apparse da subito gravi e solo grazie alla pronta manovra di rianimazione praticata da un carabinieri ha consentito ai sanitari del 118, arrivati dopo, di stabilizzarla.
    Indagini coordinate dalla procura di Benevento hanno permesso di identificare e arrestare dopo poco un quasi coetaneo della vittima, G.M., 24 anni, che e’ ora nella casa circondariale di Benevento a disposizione dell’autorita’ giudiziaria. Le indagini proseguono per capire il movente dell’aggressione e se tra i due sia nata una lite. 

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    Per Tribunale lecite foto dello smartwatch come prova tradimento

    Smartwatch uguale a smartphone in tema di tradimenti. Lo stabilisce una sentenza del Tribunale di Benevento, diffusa dallo studio Cataldi, che nega la violazione della privacy invocata dal fedigrafo.
    Il contesto e’ quello di un’estate bollente. Accaldato, l’uomo decide di togliersi lo smartwatch che lascia sul comodino. L’apparecchio e’ pero’ collegato allo smartphone e, attraverso la connessione parallela tra i due device, la moglie scopre il tradimento svelato dai ‘classici’ messaggi con l’amante.
    Mentre spolvera il comodino, la donna vede lampeggiare l’orologio per l’arrivo delle notifiche. Legge i testi dal contenuto inequivocabile e li fotografa con il suo cellulare. Scopre anche che il marito ha affittato una garconniere per incontrarsi con l’amante e avvia la separazione.
    Il Tribunale di Benevento, prima sezione civile, con una sentenza pronunciata nei giorni scorsi addebita all’uomo le ragioni della separazione, rigettando il suo disconoscimento delle foto dei messaggi e l’invocazione della violazione della privacy. Secondo il giudice, il disconoscimento deve essere tempestivo, chiaro, circostanziato ed esplicito, oltre che supportato da elementi che dimostrino che la realta’ riprodotta non corrisponde a quella dei fatti.
    Per quanto attiene invece alla privacy, per il tribunale non vi e’ alcuna violazione in quanto l’elemento caratterizzante di una immagine e’ il suo oggetto. Non c’e’ nessuna differenza tra la foto di una schermata e quella che ritrae persone in atteggiamenti affettuosi.

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    Operazione British, scarcerato il ras Marco Iovino

    Il GIP presso il Tribunale di Benevento, Dott.ssa Gelsomina Palmieri, ha disposto la scarcerazione del noto pregiudicato Marco Iovino, di 57 anni, di Montesarchio, difeso dall’Avvocato Vittorio Fucci.
    Il GIP ha revocato gli arresti domiciliari che erano stati concessi a Iovino nel Luglio 2022 in sostituzione della custodia cautelare in carcere alla quale era stato sottoposto il 28 marzo 2022, a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Benevento per spaccio aggravato di sostanze stupefacenti in relazione a fatti verificatesi nel 2020.
    Peraltro, in occasione dell’esecuzione della predetta ordinanza, lo Iovino veniva rinvenuto nella presunta flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di 206 grammi di cocaina, da cui sarebbe stato possibile ricavare circa 600 dosi singole, nonché di detenzione di due pistole, di cui una con matricola abrasa e frutto di ricettazione, oltre a diverse decine di munizioni. Per questo ulteriore fatto, a seguito dell’arresto in flagranza, fu emessa una seconda ordinanza di custodia carceraria a carico di Iovino, poi sostituita con gli arresti domiciliari.
    Come si ricorderà le armi e la droga erano custodite in un vano ricavato nel muro della sua abitazione di Montesarchio, nella esclusiva disponibilità dello Iovino.
    Si ricorda che lo Iovino ha numerosi precedenti penali, diversi dei quali attinenti proprio a reati in materia di droga. Risulta inoltre imputato in un importante procedimento per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga con diversi pregiudicati del basso casertano, tra cui il ras Gennaro Morgillo.

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    Airola, arrestato per maltrattamenti alla moglie: rimesso in libertà

    L’uomo ha respinto tutte le accuse e il gip lo ha rimesso in libertà.
    Si è tenuta dinanzi al GIP di Benevento, Dott.ssa Camerlengo, l’udienza di convalida dell’arresto a carico del 52 enne di Airola accusato di maltrattamenti aggravati nei confronti della moglie, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
    Difeso dall’avvocato Vittorio Fucci, l’indagato che era sottoposto agli arresti domiciliari, a seguito dell’arresto in flagranza avvenuto domenica sera scorsa, ad opera dei carabinieri di Airola, ha scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere.
    L’uomo durante l’interrogatorio ha fornito la propria versione dei fatti negando ogni addebito e fornendo interessanti elementi a confutazione della tesi accusatoria, che ha respinto decisamente. All’esito dell’udienza, il GIP, accogliendo le argomentazioni difensive dell’avvocato Fucci, lo ha rimesso in libertà. Il PM aveva chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari.

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    Nunzia De Girolamo: “Mi dimisi da ministro, nessuno mi chiederà mai scusa”

    ”Per il linciaggio mediatico, nel 2014, mi sono dimessa da Ministro. Non ero nemmeno indagata. Prime pagine, titoli roboanti. Per l’assoluzione, invece, tre righe per le quali serve il binocolo. Io mi dimisi, oggi nessuno ha coraggio di chiedere scusa. Questione di stile, credo”.
    Cosi’ in un tweet Nunzia De Girolamo all’indomani dell’assoluzione confermata in Appello nell’ambito dell’inchiesta sulla Asl di Benevento che la vide dimettersi da Ministro dell’Agricoltura nel Gennaio 2014.
    “Ho appreso con profonda soddisfazione della assoluzione di Nunzia De Girolamo in Corte di Appello. Si chiude una pagina giudiziaria, lunga ben nove anni, che è stata decisamente complicata per la nostra conterranea. Nunzia De Girolamo è stata fatta oggetto di accuse frettolose ed insensate, in troppi dimenticando il principio della presunzione di innocenza.
    Rinnovo la vicinanza alla persona, alla professionista, alla madre ed alla moglie: è stata una fase dura che ha investito anche le sue attività ed i suoi affetti”. Lo dichiara il senatore sannita di Fratelli d’Italia, Domenico Matera.
    “La verità, fortunatamente, è stata cristallizzata dai giudici. Un caro abbraccio sperando che possa subito recuperare le ansie patite. A lei, intanto, la mia ammirazione per la grande dignità, la grande fermezza ma anche il grande equilibrio con i quali ha rivendicato l’etica della sua persona, che tutti le riconosciamo.
    Sperando che, però, cambi l’atteggiamento rispetto a vicende che con troppa facilità vedono precipitare uomini e donne nel tritacarne dei tribunali popolari”, conclude Matera. LEGGI TUTTO

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    A Benevento appalti ‘blindati’ con tangenti, così è stato arrestato l’ex primario

    Benevento. I patti erano chiari: la ditta si aggiudicava gli appalti per le forniture delle protesi e al primario, che faceva in modo che cio’ accadesse, arrivavano soldi e regali.Tangenti e documenti fiscali falsi a Benevento dove un ex primario del reparto di ortopedia, Antonio Piscopo, 68 anni, e’ finito agli arresti domiciliari per corruzione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Disposto anche un sequestro di beni per un valore di quasi 600mila euro.
    I provvedimenti cautelari sono stati adottati dopo un’articolata attivita’ d’indagine, coordinata dalla Procura Sannita e condotta dalla Guardia di Finanza, che ha portato alla luce un sistema quanto mai preciso di corruzione andato avanti per diversi anni, dal 2014 al 2019.
    Per gli interventi programmati in questo periodo, il medico napoletano coinvolto, all’epoca dei fatti primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesu’ Fatebenefratelli di Benevento, utilizzava esclusivamente protesi ortopediche realizzate, commercializzate o distribuite da due ditte fornitrici di materiali chirurgici.
    Le ditte per ‘ringraziare’ il medico gli assicuravano soldi con cadenza mensile: 315.000 euro ‘giustificati’ con lettere di incarico per consulenze e formazione fittizie in realta’ mai prestate dal medico. Ed ancora, tangenti mensili per 185.779 euro pari all’8% del valore delle protesi vendute.
    Lavori di ristrutturazione di un immobile di Maiori, in costiera amalfitana, per 72.712 euro, l’uso di uno scooter e di un’autovettura. Di particolare rilievo per le indagini e’ stato anche il rinvenimento di una vera e propria contabilita’ personale parallela tenuta dal primario dove erano registrati i proventi dell’attivita’ lecita svolta presso l’ospedale, nonche’ di quella derivante dallo svolgimento di visite private, ma anche di quella illecita percepita in nero, frutto delle tangenti.
    Il medico aveva un accurato conteggio sia delle somme in entrata che in uscita, operazioni che hanno trovato piena corrispondenza nei manoscritti di uno dei corruttori. Per giustificare e contabilizzare l’imponente flusso di denaro che confluiva annualmente dai conti della societa’ verso quelli del sanitario, era stato escogitato il ricorso ad apparenti incarichi professionali.
    Incarichi che venivano conferiti al medico per consulenze e corsi di formazione, documentati con fatture per operazioni inesistenti. Significativi anche i messaggi scambiati tra il medico e uno degli indagati per commentare l’andamento dei propri affari illeciti. LEGGI TUTTO

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    A Benevento arrestato ex primario: tangenti sulle protesi “non necessarie”

    A Benevento arrestato ex primario: tangenti sulle protesi “non necessarie”. Arrestato Antonio Piscopo, primario di Ortopedia del Fatebenefratelli di BeneventoIntascava una percentuale per ogni protesi della sua ditta ‘preferita’ che impiantava ai pazienti. Indagini coordinate dalla procura di Benevento, nella mattinata odierna e delegate alla Guardia di Finanza di Napoli e Benevento, hanno portato all’esecuzione di una misura cautelare in carcere con il beneficio dei domiciliari e a un sequestro preventivo di beni fino 576.486,25 euro nei confronti del medico napoletano Antonio Piscopo di 64 anni, che deve rispondere di corruzione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
    Il medico all’epoca dei fatti era primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, e riceveva sistematicamente per i pm denaro e regali da due referenti di zona di aziende fornitrici di materiali chirurgici; in cambio acquistava, per gli interventi da lui programmati ed eseguiti tra il 2014 e il 2019, protesi ortopediche realizzate da quelle ditte, facendo sì che le protesi ortopediche e i dispositivi medici utilizzati dall’ospedale avessero quasi esclusivamente quella provenienza.
    Leggi anche: Telefonini in carcere, perquisizioni a Tolmezzo, Napoli e Benevento
    Intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni presso il domicilio degli indagati e le sedi delle società coinvolte, l’escussione di persone informate sui fatti, acquisizione e analisi di documentazione contabile, bancaria e amministrativa, hanno consentito di ricostruire le dazioni e le utilità illecitamente ricevute dal medico.
    Con cadenza mensile, al professionista sono arrivati in totale 315.000 euro, giustificati con lettere di incarico per consulenze e formazione fittizie in realtà mai prestate; altri 185.779 euro, pari all’8% del valore delle protesi vendute; i lavori di ristrutturazione di un immobile a Maiori (Sa) per 72.712 euro; l’uso di uno scooter e di un’auto.
    Il medico, inoltre, teneva una contabilità personale di tutta dell’attività lecita svolta presso l’ospedale e delle visite private, ma anche di quella illecita percepita in nero e delle ‘elargizioni’ delle società, con un accurato conteggio sia delle somme in entrata che in uscita, operazioni che trovavano corrispondenza negli appunti scritti a mano da uno dei corruttori, dove si evidenziavano le dazioni di denaro, giustificate con contabilità artatamente confezionata.
    Le consulenze e i corsi di formazione che dovevano giustificare le ‘mazzette’ erano documentati con fatture per operazioni inesistenti. Tra la documentazione acquisita, anche i messaggi scambiati tra il medico e uno degli indagati per commentare l’andamento degli affari illeciti. Sigilli alle disponibilita’ finanziarie rinvenute e anche all’immobile di Maiori. LEGGI TUTTO

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    Benevento, accoltellò il marito per gelosia: 55enne a processo

    Benevento, accoltellò il marito per gelosia: 55enne a processo. Richiesto dalla difesa il rito alternativo.Era convinta che il marito avesse un’amante e per vendicarsi lo aveva colpito con un coltello da cucina, durante l’ennesima lite. La donna dovrà ora rispondere di tentato omicidio di fronte al gup di Benevento Gelsomina Palmieri, che ha fissato il processo con rito abbreviato per il 9 gennaio prossimo. Nei guai una 55enne di Benevento, che il 6 aprile 2020 si scagliò contro l’ormai ex marito.Dal canto suo, l’uomo, un 58enne di Benevento, ferito all’addome e finito in ospedale per diversi fendenti, aveva anche cercato di coprire la moglie, raccontando ai medici dell’ospedale “Fatebenefratelli” del capoluogo sannita, di essersi procurato i tagli cadendo mentre riparava un cancello di ferro.
    Una versione che non convinse gli stessi sanitari che prestarono le prime cure, né tantomeno gli agenti della squadra mobile della questura di Benevento, che avviarono le indagini.In poco tempo la vicenda fu ricostruita e l’uomo ritrattò la precedente dichiarazione, costringendo così anche la moglie ad ammettere l’aggressione.Oggi l’udienza preliminare e la decisione del gup per il rito alternativo richiesto dalla difesa dell’imputata. LEGGI TUTTO

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    Benevento, assolta la moglie del ras Masone: tentò di accoltellare 2 persone a seguito di una lite

    Benevento. La prima sezione della Corte d’Appello di Napoli accogliendo la tesi dell’avvocato Vittorio Fucci, ha assolto Vincenzina Taddeo di 53 anni, moglie del ras Pompeo Masone, di Benevento, già nota alle cronache in ragione dei precedenti penali dai quali è gravata, dal reato di porto e detenzione illegale di arma, consistente in un coltello a serramanico della lunghezza di 30 centimetri.In particolare la Taddeo era accusata di porto e detenzione illegale di arma perché in occasione di una lite con il cognato e la sorella, dinanzi ad un bar di Benevento, il 06 aprile del 2016, avrebbe tentato di utilizzare il coltello per l’offesa ai danni del cognato e della sorella.Il Tribunale di Benevento aveva ritenuto la Taddeo colpevole del reato contestatole e l’ aveva condannata. La Corte d’Appello di Napoli, invece, accogliendo le tesi dell’ avvocato Vittorio Fucci, ha ribaltato tutto e ha assolto la Taddeo. LEGGI TUTTO

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    Traffico di droga tra la provincia di Benevento, Caserta e Napoli: riduzione di pena per il boss Gennaro Morgillo

    Si è tenuto, dinanzi alla III^ Sez. della Corte d’Appello di Napoli (Presidente Dott.ssa Rosanna Saraceno) il processo di appello a carico del Boss Gennaro Morgillo, di anni 33, e del nipote Mario Romano, di anni 23, difesi dall’Avvocato Vittorio Fucci.Il Morgillo e il Romano, insieme ad altri,erano imputati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, banda armata, porto e detenzione illegale di armi e vari episodi di spaccio.Il processo, è fondato, tra l’altro su intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che su numerosi sequestri di sostanza stupefacente e di arsenali di armi.
    L’operazione denominata “Fiumi di Droga” fu caratterizzata dall’emissione di numerose ordinanze di custodia cautelare in relazione a reati commessi tra il 2016 ed il 2019 tra la Valle Caudina, in particolar modo Montesarchio ed Airola, la Valle di Suessola, Maddaloni ed alto Napoletano.Romano e Morgillo, secondo la Procura Antimafia e la Procura Generale presso la Corte D’Appello di Napoli, erano capi indiscussi di un organizzazione criminale finalizzata al traffico di droga e di armi, che operava tra le provincia di Caserta e di Benevento. L’organizzazione trattava cocaina, crack, eroina, hashish e marijuana.Accogliendo la tesi dell’ avvocato Vittorio Fucci, al Boss Morgillo, considerato promotore dell’associazione, è stata ridotta la pena inflitta in I^ grado di circa 3 anni, scendendo da 13 anni e 8 mesi a 10 anni e 10 mesi, mentre in I^ grado la Procura Antimafia aveva chiesto una pena di 20 anni.Anche per il Ras Romano vi è stata una notevole riduzione di pena di 1 anno e 2 mesi, rispetto alla condanna di I^ grado, scendendo la pena da 6 anni e 6 mesi a 5 anni e 4 mesi. Per il Romano la Procura Antimafia, in I^ grado, aveva chiesto una pena di 18 anni.Il Romano, però, con l’assoluzione richiesta dall’Avvocato Vittorio Fucci, dal ruolo di promotore dell’associazione finalizzata al traffico di droga, dall’aggravante della banda armata, dal reato di porto e detenzione illecita di armi, nonché da numerosi episodi di spaccio, ebbe in I^ grado solo la condanna di 6 anni e 6 mesi.Per altri imputati le condanne di I^ grado sono state confermate o sono state ridotte di poco. LEGGI TUTTO

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    Ennesima assoluzione per il boss Masone Pompeo

    Si è tenuto davanti al Giudice Monocratico del Tribunale di Benevento, Dott. Perrotta, il processo a carico di Masone Pompeo, di 57 anni, di San Giorgio del Sannio, imputato del reato di furto pluriaggravato e difeso dagli Avvocati Vittorio Fucci e Antonella Mazzone.

    In particolare, il Masone era imputato di aver rubato, nell’agosto del 2016, in maniera fraudolenta, beni esposti alla pubblica fede, consistenti in derrate alimentari, tra cui bottiglie di olio, presso il supermercato Decò di Benevento, sito alla via Napoli.
    All’esito del processo, il P.M. aveva chiesto per Masone una condanna a tre anni e 2 mesi. Il Giudice, invece, accogliendo la tesi degli avvocati Vittorio Fucci e Antonella Mazzone, ha assolto il Masone dal reato di furto pluriaggravato. LEGGI TUTTO