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    Appalti a Salerno: il gip dispone l’archiviazione per De Luca

    Il gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale che vedeva indagato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
    Inchiesta sul “Sistema Salerno”, riguardante presunte illeciti condizionamenti nel sistema di assegnazione degli appalti nel capoluogo salernitano.
    “Si chiude nel migliore dei modi e con il riconoscimento della insussistenza delle ipotesi di reati di corruzione – spiega l’avvocato Andrea R. Castaldo – una vicenda che all’epoca aveva destato scalpore e notevole risonanza mediatica, dal momento che si erano ventilati illeciti condizionamenti sulle votazioni politiche.
    Nonostante le numerose attività di indagine e le intercettazioni telefoniche, non è emerso alcun riscontro alle ipotesi di accusa, a dimostrazione della correttezza dell’operato politico e istituzionale del Governatore della Regione Campania”.
    “Esprimo viva soddisfazione per il risultato, al contempo riconoscendo la correttezza e serenità dell’operato dell’Ufficio di Procura nel doveroso approfondimento investigativo”, conclude Castaldo. LEGGI TUTTO

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    Violenza sessuale di gruppo in discoteca a Salerno, arrestata coppia

    La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 34 anni e degli arresti domiciliari nei confronti di una donna di 21 anni, indagati per il reato di violenza sessuale di gruppo a Salerno.
    Violenza sessuale di gruppo, arrestata coppia a Salerno
    Le indagini della Squadra mobile di Salerno e della Sezione operativa per la sicurezza cibernetica della Polizia postale e delle comunicazioni di Salerno hanno consentito di ricostruire quanto accaduto in una notte dell’estate scorsa.
    L’episodio risale al 31 agosto scorso
    L’episodio risale al 31 agosto scorso quando, dopo aver trascorso una serata in discoteca insieme a un’amica, i due si sarebbero resi responsabili di violenza sessuale nei confronti della stessa.
    In seguito alle indagini e alla ricostruzione di quanto accaduto, gli agenti della Polizia di Stato hanno quindi arrestato la coppia per violenza sessuale di gruppo. LEGGI TUTTO

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    Banda del buco in azione a Salerno: sventato colpo milionario al Monte dei Paschi

    I carabinieri della compagnia di Salerno hanno sventato un tentativo di furto ai danni del “Monte dei Paschi di Siena” di Corso Vittorio Emanuele, a Salerno.
    I militari, intorno alle 12, sono stati allertati dalla vigilanza dell’istituto, insospettita dall’entrata in funzione dell’allarme a sensore. La banda del buco, da quanto si apprende, è riuscita ad arrivare fino al perimetro esterno del caveau, sfruttando la rete fognaria cittadina.
    Probabile che i malviventi stessero lavorando al colpo già da qualche giorno: ieri, infatti, la banca era chiusa per l’Epifania e avrebbe riaperto soltanto nella giornata di lunedì. I carabinieri, inoltre, hanno rinvenuto e sequestrato anche due jammer che erano stati posizionati per schermare la rete e rendere impossibile ogni tipo di comunicazione.
    L’attivazione dell’allarme, però, ha stravolto i piani dei ladri che sono dovuti scappare prima di poter mettere le mani sul bottino. Il tempestivo intervento dei carabinieri, guidati dal comandante Antonio Corvino, ha evitato il peggio.
    I militari hanno agito anche con l’ausilio delle aliquote di primo intervento (dotate di caschi e scudi), reparto speciale in seno al Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Salerno.
    In queste ore gli uomini dell’Arma stanno analizzando le immagini delle telecamere e presidiando tutti gli sbocchi della rete fognaria. La certezza è che ad agire sia stata una banda di “professionisti” sulle cui tracce, ora, ci sono le forze dell’ordine.

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    Salerno, sparano e accoltellano 3 persone dopo una lite:  2 arresti

    Due uomini – A.D.L. E.F. – sono stati arrestati ieri sera dai carabinieri della Compagnia di Salerno per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e porto abusivo d’armi.
    Dopo una lite avrebbero, in due diversi momenti, sparato colpi di pistola contro un giovane e accoltellato due uomini con numerosi fendenti colpendoli a gambe e braccia.
    I militari della sezione operativa della Compagnia di Salerno eseguito un decreto di fermo emesso dalla Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli che ha trasmesso gli atti al gip per l’emissione di un eventuale provvedimento cautelare.
    I due arrestati hanno legami con i clan locali della camorra e gli investigatori non escludono che la lite sia stata scaturita da vecchie ruggine o da uno sgarro nel mono della criminalità locale. le indagini continuano per accertare l’eventuale coinvolgimento di altre persone.

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    Salerno, scoperte 12 piazze di spaccio: 19 arresti

    Salerno, scoperte 12 piazze di spaccio: 19 arresti.Il gruppo che agiva a Salerno città e nei comuni vicini ma anche nel Cilento era sotto il controllo di Aniello Romano.Un gruppo organizzato gestiva il traffico di stupefacenti a Salerno e in altri comuni, interessandosi anche della individuazione dei canali di approvvigionamento e dell’assegnazione delle piazze di spaccio.
    E’ una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno che ha chiesto e ottenuto dal gip salernitano l’emissione di una ordinanza cautelare nei confronti di venti persone. Diciotto sono in carcere, mentre uno solo degli indagati ha ottenuto i domiciliari in ragione della età avanzata. Un altro, invece, è irreperibile.
    Questa mattina, l’esecuzione della misura da parte della polizia con l’ausilio di unità cinofile. Agli indagati, a vario titolo, gli inquirenti contestano i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente e altri reati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, come cocaina, crack, eroina e hashish.
    Per gli inquirenti, a Salerno e in alcuni comuni della provincia, agiva un gruppo organizzato capeggiato da Aniello Romano, “coadiuvato da Ciro Gaeta e Giuseppe Concilio”, si legge in una nota della procura.
    Sono 12 le piazze di spaccio che gli investigatori sostengono che siano riconducibili al gruppo, individuate nei quartieri di Salerno come Pastena, Mariconda, Fratte, Sant’Eustachio, Mercatello, Fuorni-San Leonardo, e nei comuni del Salernitano, come San Mango Piemonte, Giffoni Valle Piana, Agropoli e Baronissi.
    Ogni piazza di spaccio faceva capo a uno degli indagati. Gli agenti, nel corso delle attività, hanno sequestrato circa 20 chilogrammi di cocaina e circa 10 chilogrammi di eroina, cui si vanno ad aggiungere ulteriori quantitativi corrispondenti a importi pari a circa 50mila euro di cocaina e a circa 40mila euro di hashish.
    Nel corso delle attività investigative, sono state sequestrate inoltre un’arma da sparo artigianale nascosta all’interno di una penna, 9 cartucce calibro 22 e 67 cartucce per fucile calibro 12.

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    Blitz anti droga tra Salerno, Perugia e Trapani: 20 arresti

    Dalle prime ore del giorno personale della Polizia di Stato sta eseguendo una vasta operazione antidroga tra le città di Perugia, Salerno e Trapani.
    I reati contestati agli indagati sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; ricettazione e detenzione di armi e munizionamento. Centinaia i poliziotti delle squadre mobili e delle unità cinofile impegnate nelle operazioni.
    Le misure cautelari emesse dal gip di Salerno sono 20 nei confronti di altrettante persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti nonche’ per diversi episodi di detenzione, cessione e vendita di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, crack, eroina e hashish tra la citta’, alcuni comuni della provincia ma anche a Perugia e Trapani.

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    Salerno, sparatoria al rione Petrosino

    La Squadra mobile di Salerno indaga sull’esplosione di colpi di arma da fuoco avvenuta nella notte tra sabato e domenica in via Petrosino, nell’omonimo rione del capoluogo salernitano.
    L’episodio, per il quale non si sono registrati feriti o danni a cose, potrebbe essere legato a quanto accaduto nella serata del 7 dicembre scorso, quando un uomo di 32 anni è stato accoltellato nella vicina via Luigi Liguori, sempre nel rione Petrosino, nei pressi di una pizzeria dopo, a suo dire, un litigio con uno sconosciuto.
    Il 32enne è stato portato all’ospedale Ruggi d’Aragona e giudicato guaribile in 15 giorni. Su entrambi gli episodi indaga la Polizia, anche per capire se vi siano legami tra l’accoltellamento e l’esplosione dei colpi di arma da fuoco di due sere fa. LEGGI TUTTO

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    San Mango, femmincidio per gelosia davanti ai figli

    San Mango, femmincidio per gelosia davanti ai figli.Rodolfo Anastasio, 56 anni, titolare di un ristorante nel centro di Salerno, si è poi suicidatoEnnesimo femminicidio in Campania: il settimo in Campania dall’inizio dell’anno.
    Paola Larocca, 55 anni è stata uccisa, accoltellata dal marito, il 56enne, Rodolfo Anastasio, nella loro abitazione di San Mango Piemonte, nel Salernitano. Pochi minuti più tardi, l’uomo ha raggiunto il cavalcavia dell’autostrada A2 e si e’ suicidato impiccandosi.A scoprire l’omicidio della donna uno dei figli, il quale ha tentato inutilmente di trasportarla in ospedale.
    L’uomo, titolare di un ristorante nel centro di Salerno, non viveva con la moglie da qualche settimana. Era geloso e credeva che lei lo tradisse. Stamane, come ogni mattiona, è andato nella casa coniugale per dare cibo ai suoi cani.
    Ma ha affrontato la moglie armato di coltello e l’ha colpita più volte. E’ stato uno dei due figli della coppia ad allertare i soccorsi, questa mattina, quando la madre è stata colpita con un coltello da cucina dal padre.
    Lo stesso giovane ha, poi, accompagnato la mamma in ospedale a Salernodove la donna e’ deceduta poco dopo. In quei minuti, il padre ha raggiunto il cavalcavia dell’autostrada A2, all’altezza di San Mango Piemonte, ha lasciato l’autovettura e si è suicidato impiccandosi. Da quanto emerso, l’altro figlio della coppia, un 29enne, e’ rimasto ferito per un taglio a un dito.
    Per gli investigatori dei carabinieri della Compagnia di Salerno il quadro e’ abbastanza chiaro, ma sono in corso ulteriori accertamenti, a partire dai motivi di quanto avvenuto all’alba di oggi. Sembra che l’uomo non vivesse più in quella casa da qualche settimana.
    “Un altro femminicidio, il settimo nella nostra regione dall’inizio del 2022, tinge di rosso le pagine di cronaca. Dopo il tentato femminicidio di martedì a Giugliano in Campania, oggi la tragedia di San Mango Piemonte, dove un uomo ha ucciso la moglie per poi togliersi a sua volta la vita. Un gesto efferato che rappresenta l’ennesimo segnale di una drammatica asimmetria alla base delle relazioni che si cela dietro il possesso, la sopraffazione, la cultura maschilista.
    Una cultura che va sradicata alla base, educando al rispetto, all’uso del linguaggio, al rifiuto degli stereotipi. È necessario che la prevenzione della violenza non si fermi e il suo contrasto diventi una priorità a livello politico. Basta contare le donne uccise per mano degli uomini: è necessario agire”. Così in una nota la segreteria Cgil Napoli e Campania commenta il femminicidio avvenuto questa mattina in provincia di Salerno.

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    Paestum, interrogata e trafserita in comunità la 16enne che ha ucciso la nonna

    E’ stata trasferita in una comunità dopo l’udienza di convalida la sedicenne che lunedì sera ha ucciso a coltellate la nonna, Gilda Candreva a Capaccio-Paestum.
    La ragazza, fermata dai carabinieri subito dopo il delitto, era stata condotta nel carcere minorile di Nisida. Oggi si è svolta l’udienza di convalida del fermo davanti al giudice minorile di Salerno, che dopo aver sentito le dichiarazioni spontanee dell’adolescente ne ha disposto il collocamento in comunità.
    La sedicenne, secondo quanto si è potuto apprendere, avrebbe affermato di essere stata aggredita e ferita dalla nonna di 76 anni al culmine di una lite e di averla colpita con un coltello a serramanico per difendersi. Al termine dell’udienza il suo avvocato ha detto che la ragazza ha “reso dichiarazioni e chiarito ogni aspetto”. Il legale ha anche smentito, rispondendo ad una domanda, che la sedicenne sia incinta. I funerali dell’anziana uccisa si svolgeranno domani a Paestum.
    “Lei ha parlato, ha chiarito ogni aspetto, e poiche’ e’ una ragazza che non ha compiuto ancora 17 anni e vi e’ la nonna che e’ deceduta, il giudice si e’ riservato”, dice l’avvocato della sedicenne, Antonello Natale, uscendo dal tribunale per i minorenni di Salerno.
     L’avvocato: “Smentisco che la ragazza sia incinta”
    “Le dichiarazioni che lei ha reso – aggiunge – sono soddisfacenti rispetto alla ricostruzione e, laddove ci fosse una rispondenza tra la ricostruzione fatta e le indagini scientifiche, avremo la coincidenza di una verita’ processuale con una verita’ storica. Piu’ di questo non posso dire”. Ai cronisti che chiedevano se la ragazza sia incinta, l’avvocato Natale risponde: “Smentisco questa notizia”.

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    Colpo ai narcos della ‘ndrangheta: 24 arresti. Anche in Campania

    Duecento militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, stanno eseguendo – con il supporto di altri Reparti del Corpo, nelle province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e Pavia – provvedimenti restrittivi della libertà personale, emessi dalla Sezione G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di nr. 24 soggetti (nr. 15 in carcere e nr. 9 ai domiciliari) coinvolti in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti.L’attività in rassegna costituisce lo sviluppo di una precedente operazione – denominata “Magma” – eseguita sempre dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dallo S.C.I.C.O., diretta dalla Procura reggina – che avrebbe consentito di destrutturare un noto casato di ‘ndrangheta attivo nella provincia reggina – conclusa nel novembre 2019 con l’esecuzione di nr. 45 misure cautelari personali.
    Nel dettaglio – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – l’operazione odierna avrebbe confermato la forza e la capillarità, sia su scala nazionale che internazionale, dei narcos calabresi, che continuano a porsi quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni mondiali, garantendo una sempre maggiore affidabilità.
    La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico hanno permesso all’organizzazione investigata, che sarebbe stata promossa e diretta da un membro di vertice del citato casato reggino, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale servendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri.
    Il gruppo criminale, che per comunicare faceva uso di telefoni cellulari criptati, ovvero di cabine telefoniche pubbliche, si interfacciava con differenti organizzazioni aventi le proprie basi operative in Albania ed in Brasile.
    In tale contesto, sarebbe stato scoperto che l’organizzazione era in grado di far giungere dal Brasile ingenti partite di cocaina, stoccate in Svizzera, per poi essere trasportate in Lombardia ed essere cedute ad individuati acquirenti, tra i quali figura un soggetto albanese di particolare rilievo criminale.
    A seguito di problematiche legate al pagamento del narcotico, attesi i solidi rapporti in essere, un membro dell’organizzazione brasiliana fornitrice si sarebbe finanche recato in Calabria per incontrare il capo del sodalizio criminale, per addivenire ad una soluzione.
    Prima dell’incontro – monitorato dagli investigatori – al fine di far comprendere in maniera chiara l’importanza del soggetto che si apprestava ad incontrare, un indagato palesava al referente brasiliano lo spessore criminale del proprio dominus, ostentando, al fine di fugare ogni dubbio, il contenuto di articoli stampa da cui spiccava la caratura della compagine criminale di appartenenza.
    L’inchiesta, ancora, avrebbe consentito di scoprire come la consorteria criminale producesse, in proprio, ingenti quantitativi di cannabis indica curandone i successivi processi di lavorazione (asciugatura, essicazione, pesatura e confezionamento).Invero, nel corso dell’attività è emerso come gli indagati, al fine di diversificare ed intensificare la fiorente attività illecita, hanno realizzato una coltivazione di marijuana all’interno di una zona rurale del Comune di Candidoni (RC) nella quale sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro  1227 piante di cannabis, nonché 74 Kg della medesima sostanza stupefacente, consentendo l’arresto di due dei responsabili, colti nella flagranza di reato
    .La compagine criminale gestiva, inoltre, una consolidata attività di smistamento dello stupefacente attraverso l’impiego di appositi corrieri, sempre pronti a rifornire molteplici “piazze di spaccio”, fungendo da spola tra il territorio calabrese e quello siciliano. In un’occasione, infatti, veniva arrestato, in flagranza di reato, un affiliato in procinto di imbarcarsi per la Sicilia.

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    Ristorante vittima di usura e tentata estorsione: a giudizio gli aguzzini

    Mancano ancora poco più di due mesi alle festività natalizie, ma la spia rossa del rischio estorsione sotto l’albero per commercianti, artigiani e piccoli imprese è già accesa per l’Associazione SOS antiracket antiusura.
    L’aps guidata dal presidente Tommaso Battaglini, all’indomani della relazione semestrale della DIA che ha fotografato l’andamento criminale a Salerno e provincia nel II semestre 2021, posiziona la lente d’ingrandimento sulla necessità di mantenere alta l’asticella dell’attenzione ed avviare, in anticipo, una capillare Campagna di prevenzione.
    Nel frattempo prosegue il lavoro dell’Ufficio Legale coordinato dal penalista Antonio Picarella. È di alcuni giorni fa il rinvio a giudizio disposto per usura e tentata estorsione ai danni di un’attività ristorativa di Salerno città, la cui proprietà si era rivolta proprio ad SOS antiracket, costituita parte civile al fianco della vittima, per la denuncia e l’assistenza legale.
    La prima udienza è in calendario nei primi giorni di dicembre dinanzi al I Collegio della I Sezione Penale del Tribunale di Salerno.
    «La relazione testimonia il grande lavoro di magistratura ed investigatori, ma tutti noi dobbiamo fare di più – dichiara Battaglini – e il dippiù è racchiuso nella necessità di un maggiore ascolto del territorio dove le associazioni come la nostra rappresentano un primo contatto con le vittime ed una prima linea di trincea sul fronte della lotta ai reati di usura, estorsione e sovraindebitamento.
    Noi siamo qui – aggiunge – a disposizione delle autorità per ogni attività di supporto alle indagini, ma soprattutto rinnoviamo l’appello a famiglie, imprenditori, commercianti: denunciate!»
    #DENUNCIARECONVIENE, anche in forma anonima, con le dovute e necessarie precauzioni.Non importa come, l’importante è prendere il telefono e comporre il nostro #numerodedicato 379 137 662 8 LEGGI TUTTO

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    Salerno, truffa nell’ambito del piano sociale di zona: 15 indagati

    Salerno, truffa nell’ambito del piano sociale di zona: 15 indagati. Operazione “Nottingham” della Guardia di Finanza Salerno: eseguite perquisizioni e sequestri per oltre 300mila euroSu disposizione di questa Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, nei confronti di 15 soggetti tra responsabili di progetto, cooperative sociali e società di promozione, nell’ambito delle risorse derivanti dai Fondi Strutturali del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.
    Sotto il coordinamento di questa Autorità Giudiziaria, i finanzieri della Compagnia di Vallo della Lucania hanno svolto specifici approfondimenti finalizzati, tra l’altro, all’analisi delle spese sostenute dall’ufficio del Piano di Zona S/8 nell’ambito del “Progetto Rei” (reddito di inclusione), che prevedeva il “servizio di sostegno educativo scolastico ed extrascolastico” diretto a minori appartenenti a nuclei familiari beneficiari della predetta misura di sostegno, e che vivono in condizioni di rischio sociale.
    Le indagini, durate quasi due anni, hanno permesso di svelare come le somme erogate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il progetto socio-assistenziale, siano state dilapidate a causa della mala gestio dei responsabili dell’ufficio di Piano.
    Grazie ad un’articolata e puntuale attività, le Fiamme Gialle Vallesi hanno scoperto le diverse condotte illecite realizzate dagli indagati.
    È stata accertata, in primis, la presentazione di documentazione falsa utile ad ottenere il riconoscimento di spese di promozione mai effettuata, per oltre 115 milia euro, da parte di una società incaricata dei servizi informatici e pubblicitari.
    Infatti, prima del suo avvio, il progetto prevedeva una forte promulgazione mediatica del servizio offerto alle famiglie, finalizzato ad ampliare la platea dei beneficiari; cosa realmente mai avvenuta, per cui hanno usufruito dell’assistenza soltanto 97 dei 340 nuclei familiari stabiliti dal programma.
    Dopodiché, è stata accertata la sottoscrizione, da parte di un responsabile e di alcuni dipendenti dell’ufficio di piano, di falsi “time sheet” (registri dell’attività svolta) riepilogativi delle ore effettuate, cosa che gli ha permesso di ottenere compensi nettamente superiori a quelli spettanti.
    Infine, i militari hanno accertato la presentazione di finte attestazioni di servizi resi alle famiglie bisognose, attraverso le quali le cooperative sociali incaricate delle prestazioni socio-assistenziali hanno richiesto, ed ottenuto, indebiti compensi per circa 100 mila euro.
    E difatti, gli ignari genitori dei minori indicati quali fruitori del progetto, sentiti dai Finanzieri nel corso di numerose audizioni hanno, alcuni, disconosciuto le proprie firme apposte nelle sottoscrizioni, altri, dichiarato che le attività di sostegno rendicontate a nome dei figli non erano state mai state rese.
    Per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite, il G.I.P. del Tribunale alla sede, su richiesta di questa Procura, ha quindi disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e/o per equivalente per un ammontare complessivo di oltre 300.000 euro, consentendo la cautela di risorse finanziarie, mobili e immobili. LEGGI TUTTO