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    Cambio al vertice della Legione Carabinieri Campania: il Generale Jannece lascia il comando

    Il Generale di Divisione Antonio Jannece lascia il Comando della Legione Carabinieri Campania, destinato a ricoprire a Roma il prestigioso ruolo di Sottocapo di Stato Maggiore.A subentrare al suo posto il Generale di Divisione Canio Giuseppe La Gala. Questo pomeriggio, nel cortile d’onore della Caserma Salvo D’Acquisto di Napoli, sede proprio della Legione Carabinieri Campania, la cerimonia di insediamento del nuovo vertice dell’Arma regionale.PUBBLICITA

    La cerimonia, svolta alla presenza del nuovo Comandante interregionale Carabinieri “Ogaden” Marco Minicucci e delle autorità civili e militari dell’intera Campania, ha rappresentato un momento significativo per tutti. Nel prepararsi ad assumere il nuovo incarico, il Generale Antonio Jannece si è dichiarato onorato di aver potuto servire questa regione, lavorando al fianco di uomini e donne straordinari, che ogni giorno dedicano la loro vita al benessere del prossimo.

    Ha poi dichiarato: “Nel corso del mio incarico ho avuto la possibilità di affrontare sfide importanti, ma ho trovato sempre ispirazione e spinta nella dedizione di ciascuno di voi. Porto con me le esperienze vissute e gli insegnamenti di questi anni, convinto che continueremo a migliorare.”
    Jannece ha ripercorso gli ultimi 3 anni trascorsi al Comando degli uomini e delle donne dell’Arma campana, evidenziando gli straordinari risultati raggiunti in un periodo complicato come quello che è seguito all’epidemia di Covid-19. Si è soffermato sull’importanza dell’attività di presidio dell’Arma per il cittadino, baluardo di legalità e di sicurezza tangibile, auspicando per i Carabinieri un ruolo sempre più rilevante nelle dinamiche comunitarie sul territorio.

    A raccogliere il testimone il Generale La Gala, non nuovo alla città di Napoli, avendo già ricoperto il ruolo di Comandante Provinciale del capoluogo campano tra il 2019 e il 2021. E proprio la familiarità con la città e la provincia di Napoli sarà il punto di partenza cruciale per la guida efficace ed incisiva degli oltre 8mila carabinieri della regione, nel segno della continuità di valori. Il Generale La Gala ha espresso ai presenti enorme gratitudine per la fiducia riposta in lui e ha ribadito il suo impegno a mantenere alta la soglia di attenzione sulla sicurezza e il benessere della comunità campana.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, la donna del ras di Marianella aveva trasformato l’immobile comunale in bunker

    Napoli. Un’operazione congiunta tra Carabinieri e Polizia Locale ha portato al sequestro di un alloggio comunale a Napoli che era stato trasformato in un vero e proprio bunker.PUBBLICITA

    L’immobile, situato in vico Torre nel quartiere Marianella, era stato completamente stravolto con lavori edili illegali per renderlo autonomo e dotato di un cortile di circa 200 metri quadri ricavato su un’area sottratta al suolo pubblico.

    Punti Chiave ArticoloL’accesso al nuovo bunker avveniva attraverso un cancello costruito su un muro di cinta, che conduceva a un cortile che consentiva l’ingresso all’alloggio completamente modificato. L’indagine ha appurato che l’abitazione era nella disponibilità di una donna legata a un esponente di un noto clan camorristico della zona, recentemente incarcerato. Si ipotizza che la coppia stesse allestendo il bunker per utilizzarlo come rifugio in caso di necessità.
    L’operazione è stata avviata dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Vomero durante l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare.
     L’uomo è stato arrestato in un recente blitz anticamorra Notate le modifiche illegali all’immobile, hanno richiesto l’intervento della Polizia Locale, che ha sequestrato l’intero stabile per violazioni delle norme edilizie e del codice penale, tra cui l’invasione senza titolo e lo stravolgimento dello stato dei luoghi. Le forze dell’ordine hanno ripristinato la legalità, sequestrando l’alloggio abusivo e tutelando il patrimonio pubblico. L’operazione rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata che tenta di appropriarsi indebitamente dei beni del Comune e di radicarsi sul territorio.
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    Napoli pusher nascondeva le dosi di crack in bocca: arrestato al Borgo Sant’Antonio Abate

    Napoli. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Polizia di Stato hanno arrestato un uomo di 32 anni, originario della Romania, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.PUBBLICITA

    L’episodio è avvenuto questa mattina in piazza San Francesco di Paola al Borgo Sant’Antonio Abate.

    I poliziotti hanno notato un individuo con fare sospetto che, dopo aver ricevuto una banconota da una donna, ha estratto qualcosa dalla bocca e glielo ha consegnato.
    Alla vista degli agenti, l’acquirente si è dileguata mentre il pusher ha tentato la fuga.

    Prontamente intervenuti, gli agenti hanno bloccato l’uomo rinvenendo in suo possesso 15 dosi di crack, occultate all’interno della bocca.

    L’arrestato è stato rinchiuso presso le camere di sicurezza della Questura di Napoli in attesa del giudizio di convalida.
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    Napoli, la Federalberghi attacca: “Ridicolo usare tassa soggiorno per aumento Tari”

    Napoli. “Destinare oltre 4 milioni di euro dell’imposta di soggiorno per scongiurare l’aumento della Tari è una scelta ridicola.PUBBLICITA

    Sarebbe stato più utile incrementare la lotta all’evasione fiscale che, purtroppo, nonostante gli annunci della nostra Amministrazione, sta portando risultati insufficienti”.

    Lo dichiara Salvatore Naldi, presidente di Federalberghi Napoli, commentando il contenuto di una delibera di proposta al Consiglio comunale approvata dalla Giunta comunale di Napoli.
    “L’imposta di soggiorno – aggiunge Naldi – deve essere utilizzata per migliorare i servizi ai turisti, partendo ad esempio dal decoro urbano e dall’accoglienza alle porte della città, e non per coprire buchi di bilancio per debiti attuali e pregressi.

    Gli albergatori napoletani pagano già la Tari, con aliquote tra le più alte d’Italia, proprio per i rifiuti che i turisti potrebbero produrre. È, quindi, impensabile che l’ospite possa pagare un’altra tassa per lo stesso motivo.

    Va precisato che il turista porta ricchezza e che per turista si deve intendere colui che pernotta in città, visita musei, acquista nei negozi, non visitatori che vengono ad assistere ad un concerto o ad una manifestazione e poi tornano a casa o su una nave da crociera, senza produrre un vero beneficio economico per il territorio e senza pagare nessuna imposta.
    La tassa, infatti, grava solo sui turisti che pernottano in albergo o nell’extralberghiero regolare. Molti alberghi, inoltre, hanno scelto di rivolgersi ad aziende private per avere un servizio molto più efficiente, rispettoso dell’ambiente e in grado di realizzare il 100% della raccolta differenziata.

    Un comportamento virtuoso che produce anche una riduzione dei costi. Mentre i costi della gestione pubblica dei rifiuti aumentano in continuazione anche a causa dell’incapacità di offrire un servizio puntuale porta a porta e una raccolta differenziata seria”, conclude Naldi.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Camorra, il clan Cesarano aveva messo le mani sull’affare migranti: 47 arresti

    Salerno. Fino a 4mila euro per ogni straniero fatto entrare illegalmente in Italia. E’ il prezzo che la Dda di Salerno ha scoperto essere stato pagato in un’operazione di maxi-sfruttamento che ha portato all’arresto di 47 persone.PUBBLICITA

    Le indagini, coordinate con la Procura nazionale antimafia, hanno svelato un sistema illecito che ha permesso l’ingresso fraudolento di oltre 2.500 cittadini extracomunitari.

    Punti Chiave ArticoloA riciclare i proventi della lucrosa attività illecita ci pensavano alcuni esponenti del clan Cesarano di Castellammare e Pompei che da anni hanno messo le radici nel Salernitano e in maniera particolare nella Piana del Sele, con terre rigogliose e dove lo sfruttamento della mano d’opera straniera è un business quotidiano.  Il business riciclaggio nella Piana del Sele del clan Cesarano Le indagini, svolte in coordinamento con il Procuratore nazionale antimafia, hanno consentito di ricostruire l’intero sistema illecito, a partire dalla costituzione di società ad hoc e dall’utilizzo fraudolento dell’identità digitale di imprenditori ignari, allo scopo di consentire l’inserimento delle istanze per l’ottenimento del nulla osta all’ingresso sul territorio nazionale.
    Venivano poi individuati imprenditori, addetti ai patronati e liberi professionisti che dietro pagamento di denaro da parte dei cittadini extracomunitari interessati predisponevano ed effettuava l’inserimento e curavano le successive pratiche burocratiche.
    Infine un gruppo di soggetti, alcuni dei quali già condannati per il delitti di associazione mafiosa con riferimento al clan camorristico Cesarano attivo a Pompei e Castellammare di Stabia e con propaggini nella provincia di Salerno, riciclavano gli ingenti proventi derivanti dall’attività illecita. Ad essere sfruttati erano i migranti, disposti a pagare cifre esorbitanti per un sogno di vita migliore. Le indagini, ancora in corso, ipotizzano che ogni straniero abbia pagato fino a 4mila euro:
    1.000 euro per la presentazione della domanda2mila euro per il nulla osta e il visto2mila euro per un falso contratto di lavoro (facoltativo) Oltre all’arresto degli indagati, la Dda ha sequestrato un terreno a Battipaglia, denaro e beni per un totale di 6 milioni di euro, e ha trovato 300mila euro in contanti e un libro mastro delle operazioni illecite. Un giro d’affari da capogiro L’operazione della Dda di Salerno ha scoperchiato un giro d’affari da milioni di euro, sfruttando la disperazione di chi cerca una vita migliore. Un monito a non abbassare la guardia contro le infiltrazioni mafiose anche in settori delicati come l’immigrazione. Le indagini, coordinate dalla Dda di Salerno, sono state svolte dalla compagnia di Battipaglia della Guardia di Finanza. Ai 47 indagati sono state notificate misure cautelari (13 in carcere, 24 ai domiciliari, 10 interdizioni per un anno da attività imprenditoriali e professionali) con le accuse, a vario titolo, di immigrazione clandestina, riciclaggio, autoriciclaggio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Bacoli, giovane donna teme di essere uccisa dall’ex: il padre chiede aiuto al sindaco

    “C’è una giovane donna, classe 1989, che a Bacoli, comune flegreo dell’area metropolitana di Napoli, da oltre un anno e mezzo vive nel terrore “di essere giustiziata dal suo ex compagno”.PUBBLICITA

    A denunciarlo scrivendo un’accorata lettera al sindaco Josi Gerardo della Ragione è Pietro D’Orazio, il padre di Federica, che dettaglia per punti la vicenda con l’obiettivo di “evitare una tragedia tristemente annunciata”.

    Si parte dalla fine di novembre 2022 quando “dopo anni di maltrattamenti” Federica, con l’ausilio di una psicologa e la vicinanza dei genitori, decide di denunciare l’ex per la prima volta per aver ricevuto “un pugno in pieno volto al termine di una futile discussione, specificando nella denunzia che non era la prima volta che l’ex alzava le mani su di lei”.
    A gennaio 2023 Pietro viene affrontato dall’ex che, “innanzi ai suoi genitori intervenuti per tacitare la cosa bonariamente”, lo minaccia di morte assieme alla figlia. “Lo stesso giorno mi reco dai carabinieri di Bacoli per sporgere denuncia”.

    Nei mesi che trascorrono le minacce si manifestano ad ogni incontro accidentale. “Tua figlia è una puttana, vi devo vedere morti, vi farò vivere nel terrore”, il tono delle invettive.

    A maggio dello scorso anno, saputo che Federica ha intrapreso una nuova relazione l’ex aggredisce i dipendenti dell’agriturismo di famiglia che lei gestisce picchiandoli, insultandoli ed obbligandoli a non lavorare piu presso la struttura “altrimenti li avrebbe squartati”.
    Il 21 giugno 2023 l’uomo “cerca in maniera premeditata di uccidere mia figlia, infatti alle 6 di mattina si reca nella casetta in cui lei viveva presso l’agriturismo, stacca la luce, taglia i fili della connessione internet isolandola, non essendoci alcun gestore telefonico che li prende, bussa alla porta di casa e quando lei apre si scaraventa con la machina in casa cercando di investirla, la maggiore larghezza del telaio dell’auto rispetto alla porta evita il peggio, in soccorso subito arriva il suo attuale compagno il quale viene aggredito a bastonate e finisce in ospedale”.

    L’ex, afferma il padre di Federica, “non viene nè fermato nè arrestato per tale atto, nonostante le nostre denuncie”. Dopo questo episodio la famiglia suggerisce alla donna di allontanarsi per circa un mese “nella speranza che qualcosa avvenga… ma nulla accade sul piano giudiziario”.
    “Il nostro avvocato – ancora Pietro – in questa fase più volte chiedeva al magistrato l’emissione di misure cautelari a difesa di mia figlia… ma sempre il nulla”.
    – Seguono mesi di denunce per le aggressioni e le minacce di morte subite da Federica, da suo padre e tre volte in pochi giorni, il 14, il 16 ed il 20 gennaio di quest’anno, da un dipendente dell’agriturismo la cui auto è presa a calci “perché continuava a lavorare per quella puttana” e a cui l’uomo avrebbe detto “se non ti licenzi ti vatterò sempre”.
    Nel corso di questa primavera Pietro D’Orazio registra poi la scomparsa Flick, il suo cane meticcio “cippato e con due satellitari”. Ne segue una denuncia alla Asl di Pozzuoli, ma dell’animale nessuna traccia.
    In più di un’occasione, l’ex della figlia ha rivendicato l’uccisione del cane dicendo a Pietro: “stai piangendo per il cane che ti ho scannato, ha sofferto tanto come dovrai soffrire tu e non scordarti che farete la stessa fine tu e tua figlia”.
    “Mi reco il giorno dopo sia dai carabinieri alla stazione di Pozzuoli che alla Polizia di Stato di Pozzuoli i quali mi dicono – scrive il papà di Federica nella ricostruzione indirizzata al sindaco – che senza prove non posso sporre denunzia per la morte del cane”.
    Sempre la fine di Flick torna ad essere argomento per minacciare Federica e suo padre: il 5 giugno scorso, dopo aver bloccato Pietro che era in compagnia di un suo amico, l’ex compagno racconta urlando di come ha ucciso il cane “e mi ripete che quella sarà anche la mia fine e quella di mia figlia.
    Completamente frastornato corro a sporgere denunzia alla caserma di Bacoli ma essendo chiusa alle ore 21 sporgo denunzia alla questura di Napoli aperta 24 h. Il sig. Bianchi assiste a tutta la scena e farà denunzia anche presso la Polizia di Stato di Pozzuoli”.
    Arriva poi l’aggressione da parte dell’ex di Federica a cinque dipendenti di Pietro D’Orazio ai quali intima di licenziarsi “altrimenti li avrebbe presi uno ad uno”.
    L’uomo poi rompe il parabrezza del furgoncino aziendale e solo l’intervento dei carabinieri “salva i miei dipendenti dalla follia” non prima che l’uomo riesca a urlare: “dite a Pietro che gli ho squartato il cane ed ora gli mando pure il filmato”. “Tutti i miei dipendenti sporgono denunzia e l’ex – ancora Pietro – viene portato in caserma dalla volante, per essere poi subito rilasciato”.
    Ultimo episodio, “almeno per ora”, quello dello scorso 5 luglio quando l’ex ha rincorso con il suo motorino l’auto di Federica minacciandola di morte o di sfigurarla. Vedendo un cane all’interno nell’abitacolo le dice “che squarterà pure questo”.
    “Il tutto viene filmato dal compagno di mia figlia ne segue denunzia e viene depositato anche filmato…. Ad oggi – conclude Pietro D’orazio – alcun tipo di provvedimento è stato intrapreso nei confronti dell’ex. Noi viviamo un incubo costante, vi chiedo aiuto”.
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    Forio, aggredisce i genitori e poi scappa: arrestato mentre tentava di prendere l’aliscafo

    Forio di Ischia è stata teatro di un episodio di violenza familiare che ha visto protagonisti un giovane di 28 anni e i suoi genitori. I Carabinieri della stazione locale sono intervenuti tempestivamente dopo una chiamata d’emergenza al 112, riuscendo a scongiurare il peggio. La scena si è svolta in un appartamento dove risiedono una signora di 68 anni e suo marito di 64.PUBBLICITA

    Con loro si trovava anche il figlio 28enne, già sottoposto a un divieto di avvicinamento alla madre e dotato di braccialetto elettronico. Nonostante queste misure restrittive, il giovane si è presentato alla porta di casa, esigendo denaro dai genitori. Al rifiuto del padre, la situazione è precipitata: il 28enne ha aggredito l’uomo spingendolo a terra, facendogli sbattere la testa contro il cancello pedonale. Fortunatamente, la caduta non ha avuto conseguenze gravi.

    Dopo l’aggressione, il giovane ha cercato di sfuggire alla cattura, prima barricandosi in casa e poi tentando la fuga attraverso un’uscita secondaria. Le forze dell’ordine, però, non hanno mai perso le sue tracce e, dopo una breve ricerca, lo hanno rintracciato e arrestato al porto di Casamicciola Terme mentre cercava di imbarcarsi su un aliscafo diretto a Napoli.
    Il 28enne è ora in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e tentata estorsione. Nel frattempo, la vittima dell’aggressione, il padre, se la caverà con tre giorni di riposo medico, e i Carabinieri continuano a vigilare affinché episodi simili non si ripetano.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Caivano sequestro impresa autonoleggio al servizio di pregiudicati: valore di oltre 1 milione di euro

    Caivano. I Finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, su delega della Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno sequestrato un’impresa individuale e il relativo patrimonio, composto da 9 autoveicoli, per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro.PUBBLICITA

    Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione, è stato adottato nei confronti di un soggetto pluripregiudicato di Caivano, ritenuto socialmente pericoloso ai sensi del Codice Antimafia.

    Punti Chiave ArticoloL’attività investigativa ha avuto origine dal sequestro di numerose dosi di cocaina già confezionate per la vendita, rinvenute in possesso di una donna del luogo durante un controllo presso il complesso edilizio “Parco Verde” di Caivano.  Le auto utilizzate anche per trasportare pregiudicati del parco Verde Dalle indagini è emerso che uno dei veicoli sequestrati era di proprietà di un’impresa di autonoleggio riconducibile alla consorte di un pregiudicato locale, già condannato per reati di droga e sottoposto agli arresti domiciliari.
    Ulteriori accertamenti hanno evidenziato una sproporzione tra i redditi dichiarati dal nucleo familiare del pregiudicato e il valore dei veicoli dell’impresa.
    Le stesse autovetture, inoltre, erano state frequentemente sottoposte a controlli con a bordo persone con precedenti penali e venivano spesso parcheggiate nei pressi delle abitazioni dei pregiudicati. Questi elementi hanno indotto i Finanzieri a ritenere che l’impresa di autonoleggio fosse strumentale all’attività di spaccio e fungesse da schermo per nascondere i mezzi utilizzati per il trasporto dei narcotici.
    La Procura della Repubblica di Napoli Nord, condividendo le risultanze investigative, ha proposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale al Tribunale di Napoli, che ha disposto il sequestro dell’impresa e dei relativi beni, ritenendo che la loro provenienza fosse riconducibile alle attività illecite del pregiudicato. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Giugliano perseguitava la ex: scatta il divieto di avvicinamento

    Giugliano. Stava perseguitando la sua ex compagna da quattro mesi e stamane è arrivato il provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con divieto di comunicazione,PUBBLICITA

    E’ la fine di un incubo per una donna che era stata costretta a cambiare le sue abitudini di vita perché l’ex la seguiva ovunque.

    La donna si è presnetata dai carabinieri , portando le prove delle continua minacce e molestie subite dall’ex.
    Stamane lo stalker ha ricevuto una visita dei carabinieri della Tenenza di Quarto Flegreo  che gli hanno  notificato l’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con divieto di comunicazione – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su proposta della Procura della Repubblica di Napoli – IV Sezione Fasce Deboli nei confronti di un soggetto indagato per il reato di atti persecutori.

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    Salerno, maxi operazione contro traffico di migranti e riciclaggio: 47 arresti

    Salerno. Dalle prime ore di questa mattina, la Guardia di Finanza di Salerno, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, sta conducendo un’operazione di grande portata contro un’organizzazione criminale dedita al traffico di migranti, al riciclaggio di denaro e all’emissione di fatture false.PUBBLICITA

    L’operazione, che ha visto coinvolti oltre 200 militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, ha portato all’arresto di 47 persone e al fermo di altri 7 indagati.

    Punti Chiave ArticoloLe misure cautelari sono state eseguite nelle province di Salerno, Napoli, Caserta, Potenza, Matera, Cosenza, Sassari, L’Aquila e Pesaro-Urbino. Le indagini, avviate da tempo, hanno permesso di disvelare un complesso sistema criminoso che sfruttava il meccanismo del “click day” legato al Decreto Flussi per far entrare illegalmente migranti in Italia.
    Società fittizie e false domande di lavoro Gli indagati, infatti, creavano società fittizie e presentavano false domande di lavoro per i migranti, ottenendo così per loro i permessi di soggiorno.
    Successivamente, i migranti venivano impiegati in nero in aziende conniventi, con l’obiettivo di riciclare denaro proveniente da attività illecite. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Truffe agli anziani a Roma: ecco chi sono i 10 uomini d’oro. Bottino da 500mila euro

    Decine di anziani vittime di truffe e rapine per un bottino di oltre 500mila euro.PUBBLICITA

    Un’organizzazione criminale con base a Napoli, sgominata dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e dal III Distretto Fidene-Serpentara, operava nella Capitale con un collaudato schema: il raggiro del “finto nipote” o del familiare in difficoltà.

    Punti Chiave ArticoloLe indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono partite dalle denunce delle vittime e hanno permesso di ricostruire il modus operandi e identificare i componenti del gruppo, dieci persone in tutto, che agivano con ruoli ben definiti. I capi, Antonio e Luca Pestorino, gestivano la “centrale” della truffa da Napoli. Alessandro Bara era il coordinatore delle telefonate, mentre Andrea De Martino si occupava di noleggiare le auto per gli spostamenti. Mario Mazzola, detto “Mirko”, era l’incassatore, colui che si presentava a casa delle vittime per ricevere denaro, gioielli o oro. Vincenzo Benincasa, Carlo Tolomello, Antonio Mosolino, Salvatore Donnarumma e Lepoldo Rignani completavano la banda.
     I ruoli e le divisioni dei compiti dei 10 componenti della banda Per contattare le vittime, il gruppo utilizzava vecchi elenchi telefonici. Una volta individuata la preda, la truffa si svolgeva secondo un copione collaudato: una telefonata all’anziano con la falsa notizia di un incidente occorso al nipote o a un altro familiare.
    Per risolvere l’emergenza, era necessario consegnare denaro o preziosi. I truffatori, spesso spacciandosi per direttori di postali, corrieri o amici dei congiunti, si presentavano poi a casa della vittima per incassare. L’organizzazione era attiva non solo a Roma, ma anche in diverse province del Centro-Sud, tra cui Lucca, Terni, Latina, Napoli, Avellino, Salerno e Lecce.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Giugliano, indagato per omicidio stradale l’anziano che investito e ucciso Francesco Trinchillo

    Giugliano. E’ indagato per omicidio stradale l’anziano che questa sera ha investito e ucciso un 70enne in strada a Varcaturo nel comune di Giugliano.PUBBLICITA

    La tragedia è avvenuta in una traversa di via Carrafiello poco dopo le 19 di questa sera. La vittima si chiamava Francesco Trinchillo e aveva 70 anni.

    L’investitore che è stato portato in caserma per essere interrogato alla presenza del suo avvocato e sottoposto agli accertamenti per stabilire se fosse idoneo alla guida al momento dell’impatto, ha spiegato di non ricordare l’incidente e di non essersi accorto del pedone.
    I militari hanno consegnato al magistrato di turno del Tribunale di Napoli Nord una prima informativa sull’incidente.

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