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    Napoli, la funicolare di Chiaia. un’emergenza che dura da troppo

    Napoli Dal 1° ottobre 2022, la funicolare di Chiaia è ferma, lasciando a piedi oltre 15mila pendolari ogni giorno.PUBBLICITA

    Nonostante l’urgenza della situazione e i disagi causati alla cittadinanza, i lavori di manutenzione sembrano arenarsi, con ritardi ingiustificati che si protraggono ormai da quasi due anni.
    Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, denuncia la grave situazione: “La funicolare di Chiaia, un pezzo di storia della nostra città, è stata costruita in poco più di due anni alla fine del XIX secolo. Oggi, con le tecnologie moderne, ci vogliono quasi due anni solo per dei lavori di manutenzione ordinaria. È inaccettabile”.
    La chiusura prolungata della funicolare ha provocato un caos circolatorio al Vomero, soprattutto nelle ore di punta.L’assenza di un servizio sostitutivo efficiente ha aggravato i disagi per studenti, lavoratori e residenti.
    “Nonostante le proteste e le richieste di accelerare i tempi, i lavori procedono a rilento. È come se la città fosse indifferente al problema. Napoli rischia di stabilire un nuovo record negativo per la durata della chiusura di una funicolare”, continua Capodanno.
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    Napoli, manifestazione in ricordo di Giogiò Cutolo. Il padre dell’omicida posta insulti sotto la diretta FB

    Si è svolto in piazza Municipio, all’altezza dell’incrocio con via Acton, il raduno “Giogiò nisciuno te scorda” in ricordo di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso con tre colpi di pistola in seguito ad una lite per futili motivi mentre era a piazza Municipio con la fidanzata, ad un anno esatto dalla tragedia.PUBBLICITA

    Insieme alla madre, Daniela Di Maggio, il deputato Francesco Emilio Borrelli che insieme al co-portavoce regionale di Europa Verde, Rosario Visone, Rosario Pugliese membro esecutivo regionale Europa verde, Agostino Galiero coportavoce provinciale del Sole che Ride e al già Presidente della Provincia Dino Di Palma, ha deposto una corona di fiori sul luogo dell’omicidio.
    Presenti il Prefetto di Napoli Michele di Bari, il Questore Maurizio Agricola, Il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, la vice-sindaca di Napoli Laura Lieto, l’assessore alla polizia municipale Antonio De Iesu, il consigliere regionale Severino Nappi.
    “Il giorno prima di questa manifestazione – ha dichiarato Borrelli – il padre dell’assassino di Giogiò si è presentato mentre facevamo un intervento contro gli ormeggiatori a Rotonda Diaz, mi ha fermato e insultato insieme ad altri ragazzini, tutti a bordo di scooter con pedalata assistita elettrica, rivendicando pubblicamente di essere il padre del killer.
    E anche oggi, a manifestazione in corso, ha postato un commento social sulla mia diretta FB insultando tutti i presenti scrivendo ‘quante chiaviche a un posto’. Invece di riflettere sul disastro genitoriale ed educativo di cui è stato protagonista crescendo un figlio che, ancora minorenne, non ha esitato a premere il grilletto e ad uccidere Giogiò Cutolo per la sosta di uno scooter, continua a circolare per la città con l’arroganza tipica dei criminali.
    Ho chiesto ai servizi sociali di intervenire a tutela dei minori che lo accompagnavano. Finchè permetteremo ai camorristi di educare i futuri criminali e finchè permetteremo di rendere pubblica la forza della criminalità idolatrando boss e pregiudicati sarà difficile cambiare le cose.

    In questa città, come in tante altre, il rapporto tra manifestazioni in ricordo di criminali osannati e quelle in ricordo di vittime innocenti è di dieci a uno. Dobbiamo fermare questa vergogna. Ho presentato una proposta di legge contro l’apologia di camorra in ogni sua forma a difesa delle vittime innocenti della criminalità, perché dobbiamo arginare la pericolosa deriva sociale dalla quale rischiamo di essere travolti”.
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    Napoli: oggi riunione in prefettura su G7 Cultura

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    Si e’ tenuta questa mattina, in prefettura a Napoli, una riunione per la disamina dei profili di ordine e sicurezza pubblica, nonche’ organizzativi, della ormai prossima Ministeriale G7 Cultura che avra’ luogo a Napoli e Pompei nei giorni 19-20-21 settembre.
    Nel corso dell’incontro, presieduta dal prefetto Michele di Bari, sono stati esaminati i profili organizzativi dell’evento, i cui lavori avranno luogo a Palazzo Reale. Sono inoltre previste visite ed eventi culturali al Museo Archeologico nazionale di Napoli e al Parco archeologico di Pompei.
    Al contempo, nella riunione sono stati approfonditi temi di ordine e sicurezza pubblica legati all’evento.
    Alla riunione hanno preso parte tutte le Istituzioni coinvolte nell’organizzazione dell’evento e, segnatamente, il Capo della delegazione per la Presidenza italiana del G7 Nicola Lener, il consigliere diplomatico del ministro della Cultura, Clemente Contestabile, i rappresentanti della Regione Campania, della Citta’ metropolitana e del Comune di Napoli, delle Forze dell’ordine, delle Forze armate, dei vigili del fuoco, dell’Asl Napoli 1 centro e del Servizio 118, di Palazzo Reale, del Museo archeologico nazionale e dell’Aeroporto civile di Capodichino.
    Hanno inoltre partecipato, per i profili di interesse, il sindaco di Pompei, i rappresentanti del Parco archeologico e della competente azienda sanitaria locale.
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    Napoli si prepara a vivere la magia della 22° ‘Notte della Tammorra’

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    La Notte della Tammorra: Una Celebrazione di Musica e Cultura Popolare nel Sud Italia
    La cultura popolare del Sud Italia trova una delle sue espressioni più vibranti nella Notte della Tammorra, un evento che celebra la musica, la danza e i canti tradizionali campani. Organizzato dall’associazione Santa Chiara Orchestra e finanziato dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Napoli Città della Musica,” l’edizione di quest’anno, intitolata “Metropolis Folk,” segna il 22° anno di un festival che unisce tradizione e contemporaneità. Piazza Mercato sarà il palcoscenico di questa celebrazione, che si terrà il 6 e 7 settembre.
    Un Incontro tra Generazioni e Tradizioni
    Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli, ha evidenziato l’importanza di Piazza Mercato come centro vitale della città. Questo luogo storico non solo tutela le tradizioni musicali di Napoli, ma guarda anche al futuro. La Notte della Tammorra serve come un ponte tra diverse generazioni di artisti e spettatori, utilizzando la musica e la cultura come strumenti per la crescita della comunità locale.
    Artisti e Performance Incredibili
    La serata inaugurale vedrà la partecipazione di gruppi come Ars Nova, Bagarjia Orkestar e l’Ensemble Notte della Tammorra, insieme al quartetto vocale Paese Mio Bello, Monica Sarnelli e Antonio Onorato. Sabato sarà il debutto di Enzo Avitabile al festival. Carlo Faiello, direttore artistico, spiega che il focus di questa edizione è la trasformazione della musica e del canto popolare dal contesto rurale a quello metropolitano, esplorato attraverso performance che fonde passato e presente.

    Omaggi e Sonorità Contemporanee
    Ferdinando Tozzi, delegato del Sindaco per l’industria musicale e l’audiovisivo, sottolinea l’obiettivo di valorizzare la tradizione musicale di Napoli, reinterpretandola alla luce delle sonorità attuali. Il festival non si limita ad essere un evento di spettacolo, ma rappresenta anche uno spazio di esplorazione e dialogo culturale, arricchito da laboratori, convegni e performance. Tra i tributi previsti, ci saranno omaggi a grandi figure come Raffaele Viviani, nonché reinterpretazioni di canti popolari.
    Una Settimana di Eventi e Laboratori
    Quest’anno, La Notte della Tammorra si arricchisce di una settimana di eventi che inizieranno il 2 settembre. Nella chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato si terranno stage gratuiti di ballo popolare, seguiti da un convegno sul tema Metropolis Folk il 5 settembre. Il festival mira a creare una sinergia vibrante tra passato e presente, esplorando nuove forme di espressione musicale e artistica attraverso una serie di laboratori e attività culturali.
    La Magia della Notte della Tammorra
    Concepita dal compositore e musicologo Carlo Faiello, la Notte della Tammorra nasce con l’intento di riscoprire e valorizzare la musica, la danza e i canti tradizionali campani. Originato dalla storica festa ‘a Notte de’ Tammorre, l’evento unisce danza, rito, usanze popolari e spettacolo. La combinazione di musicisti professionisti e interpreti della tradizione popolare crea una performance unica, confermando il festival come una delle principali espressioni dell’identità culturale di Napoli, capace di crescere ed evolversi senza dimenticare le proprie radici.
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    Napoli, protestano gli operatori delle cooperative sociali

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    “Mascherine e striscioni, un grido silenzioso che risuona forte: ‘Ci avete usato e ora ci scartate’. Centinaia di operatori sanitari delle cooperative campane, eroi inossidabili durante la pandemia, sono scesi in piazza per denunciare un futuro incerto.
    A Napoli, davanti alla sede della Regione Campania, hanno alzato la voce contro l’imminente perdita del lavoro a causa dell’internalizzazione dei servizi nelle ASL.
    Sui loro visi, segnati da mesi di lotta contro il Covid-19, si legge la preoccupazione per il domani. “Abbiamo rischiato la vita per salvare gli altri, e ora rischiamo di perdere tutto”, confida uno degli operatori, la voce tremante.
    Nonostante una legge che garantisce loro il 50% dei posti disponibili nelle strutture sanitarie, e una mozione approvata dal Consiglio regionale a gennaio in tal senso, le ASL sembrano fare orecchie da mercante.
    “È un tradimento inaudito”, tuona Severino Nappi, consigliere regionale della Lega. “Questi lavoratori meritano rispetto e tutele, non promesse disattese.”
    Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale, è altrettanto indignata: “È inaccettabile che una disposizione della giunta regionale venga ignorata. Stiamo parlando di centinaia di famiglie a rischio. La Regione Campania deve intervenire immediatamente per fare rispettare la legge e garantire il futuro di questi lavoratori.”

    La protesta di oggi è solo l’ultima di una lunga serie. Gli operatori non si arrenderanno finché non otterranno giustizia. La loro battaglia è una battaglia per i diritti, per la dignità, per il futuro. E noi, come cittadini, abbiamo il dovere di stare dalla loro parte.”
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    In molti dei dipinti esposti nella mostra “Artemisia Gentileschi a Napoli” ricorre il tema della donna che si prende la propria rivincita sull’uomo. L’artista era scappata da Roma dopo essere stata stuprata da Agostino Tassi

    Aldo Cazzullo (foto di Carlo Furgeri Gilbert).

    La mostra dell’anno è quella alle Gallerie d’Italia di Napoli, in via Toledo. Ed è dedicata ad Artemisia Gentileschi, in particolare al suo soggiorno napoletano.
    Sono esposte 21 sue opere, che illustrano la parabola della “pittora”, come venne chiamata (la parola pittrice non esisteva): per la prima volta il pubblico italiano può ammirare capolavori come la Santa Caterina d’Alessandria di recente acquisita dalla National Gallery di Londra; inoltre, la stessa Santa del Nationalmuseum di Stoccolma o la Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne del Nasjonalmuseet di Oslo.

    Ecco poi le grandi e rare commissioni pubbliche della pittrice, dall’Annunciazione di Capodimonte a due delle tre monumentali tele realizzate per il coro della cattedrale di Pozzuoli, il San Gennaro nell’anfiteatro e I Santi Procolo e Nicea, quest’ultima restaurata per l’occasione.

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    Ma c’è un aspetto non meno interessante, che va oltre le tele in mostra. Artemisia arriva a Napoli dopo un lungo girovagare, da Firenze a Venezia, al termine di una fuga infinita dalla sua città, Roma.
    A Roma Artemisia aveva imparato a dipingere, e aveva conosciuto la violenza di Agostino Tassi. A Roma era stata torturata: perché, allora come oggi, era spesso la vittima dello stupro a salire sul banco degli imputati. Quel processo Artemisia lo vinse; ma il Papa graziò il condannato.
    Anche per questo ricorre nella pittura di Artemisia il tema della donna che si prende la propria rivincita sull’uomo. Era una società profondamente ingiusta, questo lo sappiamo.
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    Ci piace meno ricordare che sotto il fascismo le donne di fatto non potevano lavorare, che votarono per la prima volta nel 1946, che ancora negli anni ’50 non potevano entrare in magistratura, che la prima donna diventa ministra solo nel 1976, l’anno dopo l’abolizione dell’autorità maritale.
    Il delitto d’onore resta in vigore fino al 1981, e fino al 1996 lo stupro era un reato contro la morale e non contro la persona. L’opera e la vita di Artemisia sono più che mai la battaglia di una pioniera.

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