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    Traffico di droga tra Napoli, Salerno e Scalea: 4 arresti

    Nella giornata odierna, a Scalea e nella provincia di Salerno, i militari dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Salerno hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
    La misura riguarda quattro persone gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di detenzione e spaccio di stupefacenti.
    Gli elementi acquisiti durante l’indagine si riferiscono a un presunto sodalizio dedito al traffico di stupefacenti, in particolare cocaina e hashish, operante a Scalea.
    Le indagini condotte dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Salerno hanno permesso di individuare la struttura del sodalizio, con la ripartizione dei compiti tra fornitori, acquirenti, corrieri, custodi e distributori della sostanza stupefacente.
     Il gruppo utilizzava telefoni criptati per le comunicazioni
    Sono stati individuati anche i canali di approvvigionamento, con cessioni avvenute anche nelle province di Napoli e Salerno, oltre all’utilizzo di modalità di comunicazione attraverso telefoni criptati.
    La misura cautelare eseguita oggi segue un’altra misura cautelare già eseguita il 7 luglio 2023, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro in sede di rinnovazione, per competenza territoriale, di un’analoga misura precedentemente emessa dal G.I.P. del Tribunale di Salerno. LEGGI TUTTO

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    L’OPERAZIONE A Scafati scoperta maxi discarica grazie a droni, all’interno 600 tonnellate di rifiuti

    Ha utilizzato droni e fonti aperte come Google Maps e Google Earth, la Guardia di Finanza di Salerno, per individuare e sequestrare a Scafati, sotto il cavalcavia della strada statale 268, due aree destinate a deposito giudiziale trasformate illecitamente da una società in vere e proprie discariche a cielo aperto.
    Le fiamme gialle di Scafati, con l’Arpac e la Polizia Locale, hanno sequestrato, complessivamente 4mila metri quadrati su cui c’erano anche i veicoli sequestrati destinati alla demolizione. Gli inquirenti – ritenendo sussistente un grave rischio ambientale legato all’ingente quantità di rifiuti trovati, ben 600 tonnellate, stoccati su un terreno peraltro non impermeabilizzato – hanno denunciato il presunto responsabile alla Procura di Nocera Inferiore.
    A quest’ultimo viene contestata “l’illecita gestione dei veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti, invasione di terreni pubblici e privati, abbandono di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata”. Disposti ed eseguiti, contestualmente, anche interventi finalizzati a limitare la contaminazione delle aree sequestrate. LEGGI TUTTO

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    Aumenta il pedaggio lungo l’autostrada Napoli-Salerno: 2,30 euro

    Sorpreso per gli automobilisti che ogni giorno sono costretti ad andare a lavoro in auto usufruendo delle autostrade meridionali. Dal 18 gennaio infatti c’è aumento di 20 centesimi sull’autostrada A3 Napoli-Salerno. Il costo della tratta unica è passato dagli attuali 2 euro e 10 centesimi a 2,30 centesimi.
    Ecco il nuovo tariffario pubblicato sul sito della società SPN La società che gestisce la tratta interessata dall’incremento:
    Classe A (Autovetture e Motocicli 2,30 euro)
    Classe B (Autocarri-Furgoni- Autobus 2 assi) 2,30 euro
    Classe 3 (veicoli a 3 assi) 4,10 euro
    Classe 4 (veicoli 4 assi) 5,20 euro
    Classe 5 (Veicoli a 5 assi o più) 5,90 euro
    Gli aumenti non saranno applicati ai possessori di telepass, visto che in questo caso il calcolo è a chilometri percorsi/uscite percorse.
    Sui social è scattata la protesta degli utenti soprattutto dei pendolari. LEGGI TUTTO

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    Salerno, coppia di migranti aggredita con mazza da baseball: 3 arresti

    I Carabinieri della stazione di Matinella hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura nei confronti di Halimi El Mehdi, Ayad Hichem e Halimi El Arbi per tentato omicidio.
    Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati, nella tarda sera del 16 settembre 2023, in un bar di Mattiella (Salerno), per futili motivi, avrebbero malmenato con una mazza da baseball ed un martello una coppia del posto causando all’uomo gravissime lesioni. Gli arresti sono stati eseguiti ieri, ad Albanella e Capaccio Paestum LEGGI TUTTO

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    Omicidio Vassallo, ufficiale dei carabinieri sentito per 11 ore in procura a Salerno

    Un lungo interrogatorio si è svolto davanti ai pubblici ministeri incaricati dell’indagine sul delitto di Angelo Vassallo. Undici ore ininterrotte, con l’eccezione di una breve pausa pranzo, sono state impiegate per rispondere a domande riguardanti la tragica notte del 5 settembre 2010, quando il sindaco di Acciaroli fu brutalmente ucciso. A distanza di quattordici anni dall’omicidio, la Procura di Salerno ha registrato un nuovo sviluppo nell’inchiesta volta a ricostruire le responsabilità e i motivi dietro l’assassinio del sindaco pescatore.
    Il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo- come riportano Il Mattino e l’edizione napoletana di Repubblica– è stato interrogato lunedì scorso, un anno e mezzo dopo il decreto di perquisizione emesso dai pubblici ministeri salernitani nell’estate del 2022.
    L’interrogatorio potrebbe rappresentare una svolta nell’indagine, considerando le ipotesi formulate dai magistrati. Gli inquirenti accusano Cagnazzo di concorso in omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal coinvolgimento camorristico. Nonostante i suoi notevoli successi contro la camorra e i clan mafiosi, il colonnello è ora coinvolto in un presunto coinvolgimento nell’organizzazione dell’omicidio di Vassallo, creando le condizioni per un depistaggio mirato.
     Le ipotesi di depistaggio delle indagini
    Gli inquirenti sostengono che avrebbe contribuito a mettere in scena un depistaggio volto a scaricare le colpe dell’omicidio su un pusher di origine brasiliana, il quale, secondo le prove, risulterebbe estraneo al delitto. Inoltre, si ipotizza che Cagnazzo abbia giocato un ruolo nella fase esecutiva dell’agguato.
    Nonostante gli inquirenti non abbiano chiarito chi abbia sparato i sette colpi che hanno causato la morte del sindaco di Acciaroli, parlano apertamente di un’imboscata in cui l’assassino e il sindaco si sono trovati faccia a faccia. Durante il suo ritorno a casa, Vassallo avrebbe abbassato il finestrino dell’auto per incrociare lo sguardo di chi avrebbe premuto il grilletto.
    È importante sottolineare che Cagnazzo non è l’unico sotto inchiesta; altri nomi, come quelli dei Ridosso, di Maurelli (deceduto anni fa), e di Cafiero, presunto narcotrafficante di Torre Annunziata, sono coinvolti nell’indagine.
    L’interrogatorio è stato condotto non solo dal procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli, ma anche dal pm Marco Colamonici, che ha mantenuto la delega a indagare sulla vicenda di Vassallo.
    Difeso dall’avvocato Ilaria Criscuolo, Cagnazzo ha accettato l’invito a comparire, dimostrando determinazione nel respingere le accuse e nel sostenere la sua integrità. Pur avendo la facoltà di non rispondere, ha scelto di partecipare attivamente all’interrogatorio, un confronto che probabilmente ha fatto leva sulle perquisizioni del 2022 e su alcune intercettazioni emerse durante l’inchiesta. E si è difeso strenuamente sostenendo di essere vittima di congetture e illazioni.
    Il coinvolgimento del carabiniere Lazzaro Cioffi condannato per droga
    Va sottolineato che Cagnazzo non è l’unico militare coinvolto in questa vicenda, e la Procura ipotizza un accordo con il carabiniere Lazzaro Cioffi, suo ex attendente di fiducia, già condannato in passato per reati legati alla droga.
    Il movente dell’omicidio viene contestualizzato in un contesto segnato dal narcotraffico, con Acciaroli come meta turistica e il sindaco deciso a denunciare il traffico di droga nella zona. Gli inquirenti ritengono che l’omicidio di Vassallo fosse necessario per proteggere gli interessi legati allo spaccio di cocaina lungo la costa cilentana nel 2010.
    L’interrogatorio del narcotrafficante Raffaele Imperiale
    Si tratta di un omicidio premeditato, organizzato per evitare conseguenze indesiderate e impedire al sindaco di fare accuse precise su presunte collusioni tra esponenti delle istituzioni, camorristi e imprenditori sospettati di avere legami con la camorra. Recentemente, la Procura di Salerno ha ascoltato il pentito Raffaele Imperiale, ex broker del narcotraffico, che sembra conoscere la storia di Lazzaro Cioffi e delle presunte collusioni nel Parco Verde.
    La vicenda, complicata e intricata, deve ora fare i conti con la versione dei fatti di Fabio Cagnazzo, emersa dopo undici ore di interrogatorio in Procura.

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    Scafati, scarcerato il ras Pasquale Panariello: uomo del vertice del clan Matrone-Buonocore

    Dopo la stangata per il clan Buonocore – Matrone di Scafati e del Clan Cesarano di Castellammare di Stabia che ha portato a complessivi 100 anni di carcere che sono stati comminati dalla corte di appello di Salerno il 22 dicembre scorso per un’inchiesta condotta dalla Dda di Salerno sul territorio di Scafati e Santa Maria La Carità che ha decapitato i due clan “alleati”, arriva la prima scarcerazione eccellente.
    Ritorna in libertà dopo soltanto due anni dal suo arresto, Pasquale Panariello, figura di vertice del crimine scafatese sebbene fosse stato condannato in appello per associazione camorristica ad una condanna complessiva di 6 anni ed 1 mese. Accolta l’istanza del suo difensore di fiducia l’avvocato Gennaro De Gennaro ed il Panariello é ritornato ad essere un uomo libero ma con l’obbligo di firma.
    La corte di appello ha riconosciuto il vincolo della continuazione con altro reato estorsivo che aveva già scontato e preso atto che il Panariello andava immediatamente rimesso in libertà. La corte di appello ha ritenuto che il Panariello avesse espiato l’intera pena sebbene avesse scontato solo due anni per il reato associativo, riconoscendo la tesi del suo avvocato che richiamava la fungibilità per l’intero periodo.
    I fatti ricostruiti dagli inquirenti vanno dal 2014 al 2019 e hanno portato a 14 condanne per servizi e slot machine imposti agli imprenditori dietro minacce, spesso attraverso l’esplosione di ordigni artigianali fabbricati dallo stesso Panariello appartenente alla famiglia dei fuochisti di Scafati.
    Pasquale Panariello viene anche coinvolto nel traffico di stupefacenti insieme al fratello Marcello, deceduto nel febbraio 2022, quando era poco più che ventenne, vittima di un drammatico incidente stradale.
    Secondo la DDA di Salerno i due fratelli oltre che a trafficare armi e droga ed essere esponenti di spicco del clan Buonocore Matrone non disdegnavano di taglieggiare i commercianti, gestendo gli affari illeciti del centro di Scafati, zona dei vetrai. LEGGI TUTTO

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    Maxi sequestro di 580 chilogrammi di droga: 5 arresti tra Salerno e Castrovillari

    Un ingente traffico di droga gestito da cinesi lungo l’asse Castrovillari-Salerno è stato sgominato dalla Dda di Catanzaro che ha fatto scattare le manette ai polsi di cinque persone di nazionalità cinese e ha portato alla scoperta e al sequestro di una vera e propria centrale della droga, allestita in un capannone industriale nell’area Pip di Castrovillari che conteneva ben 580 chilogrammi di droga.
    Tre cinesi sono stati arrestati a Castrovillari e altri due a Salerno. L’operazione è stata portata a termine, con il coordinamento della Dda di Catanzaro in sinergia con la Procura di Castrovillari diretta da Alessandro D’Alessio, nella giornata di ieri e coperta dal più stretto riserbo.
    Altri arresti erano stati eseguiti nelle scorse settimane in Olanda, dove la droga veniva commercializzata, su impulso del procuratore Vincenzo Capomolla e del pm distrettuale Stefania Paparazzo.
    Nel capannone scoperto ieri, secondo quanto si è appreso, i poliziotti hanno sequestrato 580 chili di sostanza stupefacente pronta ad essere immessa sul mercato territoriale ed extra nazionale.
    Il tutto è partito quando gli uomini del Commissariato di Polizia di Corigliano Rossano, diretti da Giuseppe Zanfini, e quelli della squadra mobile di Cosenza, guidati da Gabriele Presti, nel luglio scorso avevano fatto irruzione in un capannone a Santa Sofia d’Epiro sequestrando altri 250 chili di marijuana coltivata e prodotta con avanzati sistemi di gestione.
     Sequestrata anche droga già confezionata e un ingente quantitativo di soldi
    Nel corso dell’ operazione sarebbe stato scoperto anche un appartamento in una zona centrale di Castrovillari dove si confezionava e si gestiva l’immissione dello stupefacente sul mercato regionale ed extra regionale. Li sarebbero stati sequestrati droga già pronta per essere immessa sul mercato e un ingente quantitativo di denaro. LEGGI TUTTO

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    Angri, comandate della stazione dei carabinieri aggredito dai tifosi dopo la partita

    Il comandante della stazione carabinieri di Angri  è stato aggredito dopo la partita di serie D giocata domenica dalla squadra di casa contro il Matera ed il sindaco del comune campano invita i responsabili, con un appello sui social, a “farsi avanti e chiedere scusa”.La partita si era chiusa sull’1-1 e dopo il match si erano verificati disordini. La squadra ospite, con un post sui propri profili, ha denunciato “indiscriminati e disinvolti lanci di petardi, pietre e altro ancora nel piazzale che ospitava il pullman” del Matera “oltre ad alcune auto dei tesserati. Ci segnalano anche due lievi feriti”.
    In questo contesto il comandante della locale stazione dei carabinieri, che stava cercando di mantenere l’ordine, è stato aggredito da alcuni ultras dell’Angri. La società campana, dopo aver smentito “categoricamente le accuse ricevute relativamente ad una pseudo aggressione da parte dei tifosi grigiorossi ai danni di tesserati del Matera”, ha preso le distanze “da ogni tipo di atto di violenza” ed espresso “solidarietà al Comandante della Stazione dei Carabinieri di Angri”.
    Dal canto suo, il sindaco Cosimo Ferraioli, che si è incontrato con il comandante dei carabinieri di Nocera Inferiore per un confronto sui fatti.
    “Ciò che è accaduto è molto più grave di quanto si pensi, in quanto il gruppetto che ha aggredito il Comandante è formato da tre tifosi Angresi, motivo per il quale ci saranno purtroppo conseguenze anche per tutta la tifoseria angrese”, scrive il sindaco in un lungo post sui social.
    E aggiunge:  “Per questo motivo invito gli aggressori a farsi avanti autonomamente innanzitutto per chiedere scusa e recuperare un’immagine negativa che non solo è stata estesa a tutta la città, ma soprattutto a tutti i cittadini tifosi.
    Li invito a farsi avanti anche perchè la pena per questo reato è l’arresto, ripeto l’ARRESTO, anche differito, e la detenzione a conclusione delle indagini in corso.Il Comandante dei Carabinieri rappresenta lo Stato ed è qui a tutela della comunità, motivo per il quale il gesto resta gravissimo e inqualificabile. Siate uomini quando occorre esserlo, ammettete lo sbaglio e prendetevi le vostre responsabilità!
    Angri si dissocia da questi delinquenti, e sono certo che a dissociarsi saranno anche tutti i veri tifosi angresi, quelli che amano il calcio e la città seguendo ancora certi valori”. LEGGI TUTTO

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    Delmastro visita il carcere di Salerno: “Sovraffollamento? Presto 7.300 nuovi posti”

    Sul fronte del sovraffollamento carcerario, il Governo ha predisposto “84 milioni di euro per 8 nuovi padiglioni detentivi per 640 posti” e “166 milioni di euro, fermi da quindici anni e sbloccati” dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove con il ministero delle Infrastrutture “per una capienza detentiva di circa 3mila posti”.Lo puntualizza, riassumendo il suo incontro con la polizia penitenziaria nel carcere di Salerno, lo stesso Delmastro, che nella visita era accompagnato tra gli altri dal deputato di FdI Imma Vietri.
    I due hanno incontrato gli agenti della Polizia penitenziaria e la dirigenza del penitenziario salernitano. “Sostanzialmente – aggiunge Delmastro – abbiamo trovato le risorse, tra manutenzione ordinaria e straordinaria, per 7.000 nuovi posti detentivi. Se considerate che sono 10mila i posti detentivi in sovrannumero, vuol dire che in un anno e qualche mese di Governo abbiamo trovato le risorse per 7.300 nuovi posti.
    Credo di poter dire che riusciro’ a trovarne per 2.700 e, quindi, risolvere il problema storico del sovraffollamento carcerario”.
    “Salerno e’ interessata da un intervento, in questo momento, importante sulla centrale termica di circa 6 milioni di euro di lavori. Quindi, anche Salerno ha avuto la sua quota”, aggiunge Delmastro parlando degli interventi alla casa circondariale ‘Antonio Caputo’ di Salerno.
    “Cosi’ come – aggiunge, accennando al personale – i ragazzi del 181esimo corso, sono atterrati 135 in Campania e 10 mi pare a Salerno. Questo fa parte di una contrattazione di secondo livello che si svolge tra il provveditore e le forze sindacali che decidono, all’unisono, come redistribuire i posti sul territorio.
    Se oggi Salerno puo’ lamentare, fondatamente, di non aver fatto la parte del leone in questo primo turno di 1.479 allievi, certamente le forze sindacali con il provveditore saranno in grado, nel futuro corso di 1.713, di ottenere il legittimo risarcimento”. LEGGI TUTTO

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    Salerno, si barrica in casa e minaccia di far esplodere una bombola: salvato

    Si barrica in casa per sottrarsi ad una misura cautelare e minaccia di farsi saltare in aria con una bombola del gas: salvato dopo due ore. Stamattina a Scafati, in provincia di Salerno, per opporsi all’esecuzione di una misura cautelare custodiale, un 43enne scafatese si è barricato in casa per oltre due ore minacciando atti autolesionistici e l’incolumità dei presenti, intimorendo con l’eventuale uso improprio di una bombola di gas.
    Il tenente colonnello Gianfranco Albanese, comandante del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, immediatamente giunto sul posto con il comandante della Tenenza di Scafati, tenente Vincenzo Esposito, hanno disposto per motivi di sicurezza l’evacuazione dell’edificio e l’attivazione del militare negoziatore nonché del personale specializzato dell’Aliquota di Primo Intervento (A.P.I.) del Comando Provinciale Carabinieri di Salerno.
    Sul posto anche personale del 118 e Vigili del Fuoco. Nel corso della successiva interlocuzione avviata dai Carabinieri, il 43ebbe in stato di agitazione è stato poi ricondotto alla calma per i successivi adempimenti del caso. LEGGI TUTTO

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    Salerno, confermate le tracce di cocaina nel bimbo di 3 mesi: è gravissimo

    È stata confermata dalle controanalisi la presenza di tracce di cocaina nelle urine del neonato di tre mesi di Salerno ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.
    Dagli ulteriori accertamenti Richiesti dalla terapia intensiva del Santobono al laboratorio chimico-tossicologica dell’Azienda ospedaliera universitaria Vanvitelli sui campioni di sangue e urine, effettuate con metodica gas cromatografia-spettrometria di massa ad altissima sensibilità, è emersa la presenza di tracce di cocaina nelle urine e assenza di cocaina nel campione di sangue.
    Restano molto gravi le condizioni cliniche del bimbo, affetto da meningite batterica per il quale la prognosi è riservata. LEGGI TUTTO

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    Resta in prognosi riservata il bimbo di 3 mesi di Salerno

    E’ stazionaria la condizione del bimbo di tre mesi di Salerno ricoverato all’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli.
    Il bambino in terapia intensiva resta in condizioni critiche e con prognosi riservata, mentre i medici attendono l’esito del campione ematico inviato all’Università Vanvitelli per la ricerca di sostanze tossiche nel sangue.
    Il bimbo è ricoverato da ieri all’ospedale Santobono per meningite batterica ma nelle sue urine sono state rinvenute tracce di cocaina secondo una prima analisi che poi non è stata confermata da un successivo test.
    Proprio la presenza dello stupefacente nell’organismo del piccolo è al centro di un giallo su cui indaga la Procura di Salerno. LEGGI TUTTO