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    Colpo ai narcos di Scampia: sequestrati oltre 18 chili di cocaina: 2 arresti

    Nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti, i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli hanno sottoposto a sequestro oltre 18 chili di cocaina.
    Durante i controlli predisposti lungo le principali arterie stradali di accesso alla città di Napoli, è stata notata un’autovettura sospetta, con a bordo due uomini, dirigersi verso il quartiere Scampia.
    Insospettiti dalle manovre effettuate, i finanzieri hanno deciso di fermare e sottoporre a controllo il mezzo. All’interno dell’abitacolo, occultato ai piedi del sedile posteriore, è stato rinvenuto un borsone di colore blu, contenente 17 panetti di sostanza stupefacente che, sottoposta ad analisi speditiva, è risultata essere cocaina.
    I due uomini – classe ’94 e ’85 – sono stati tratti in arresto per il reato di traffico e detenzione illecita di sostanza stupefacente.
    L’attività di servizio odierna, eseguita dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, testimonia il costante impegno delle Fiamme Gialle nella lotta al traffico sostanze stupefacenti, a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini. LEGGI TUTTO

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    Caserta, sequestrati 15 kg di cocaina: arrestato corriere rumeno

    Nella giornata di ieri, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha coordinato una complessa operazione finalizzata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti che ha consentito di sequestrare circa 15 kg di cocaina purissima e di trarre in arresto il corriere che la trasportava.L’attività è stata eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Marcianise i quali, attraverso un articolato dispositivo all’uopo predisposto presso i caselli autostradali di Caserta Nord e Caserta Sud, sono riusciti a individuare un’autovettura sospetta, il cui conducente, all’atto del fermo, manifestava subito un evidente stato di agitazione che induceva i militari operanti ad approfondire il controllo presso la sede del reparto.
    In effetti, a seguito di un’accurata ispezione del mezzo, veniva scoperto un sottofondo, ricavato nel baule posteriore e coperto da una spessa lastra metallica comandata attraverso un complesso meccanismo elettronico, al cui interno erano occultati n. 14 panetti di cocaina del peso complessivo di kg 14,800.
    Il corriere veniva, inoltre, trovato in possesso di una somma in contanti pari a 1.025,00 euro, verosimilmente corrispostagli quale compenso per il trasporto della droga.
    Il responsabile, di origine rumena, è stato arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, tradotto presso la locale Casa Circondariale.
    La cocaina sottoposta a sequestro, una volta “tagliata” e immessa sul mercato, avrebbe potuto generare guadagni illeciti per circa 2 milioni di euro.
    L’attività della Guardia di Finanza di Marcianise testimonia il costante impegno delle Fiamme Gialle nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti, con il duplice intento di tutelare la salute dei cittadini e debellare una delle principali forme di finanziamento della criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

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    In auto con 10 kg coca, arrestato sulla Salerno-Reggio Calabria

    Detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente con l’aggravante dell’ingente quantita’. Con questa accusa, la guardia di finanza ha arrestato Gaetano Montera, 26 anni, di Acquaro (paese del Viobonese) che trasportava in auto – una Citroen Picasso – oltre dieci chili di cocaina (10,624 chili).
    Il fermo e’ avvenuto nell’area di un parcheggio dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. La cocaina era suddivisa in dieci panetti di cellophane avvolti con nastro isolante, occultati nel doppiofondo di un sedile. L’arresto in carcere e’ stato convalidato dal gip del Tribunale di Castrovillari. LEGGI TUTTO

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    Napoli, Giuseppe Rinaldi prova a ingoiare la cocaina: i carabinieri prima lo salvano e poi lo arrestano

    Napoli. Giuseppe Rinaldi era in casa quando i carabinieri del nucleo operativo di Napoli Stella hanno bussato alla sua porta. Con lui anche la moglie e i due figli.
    E poggiate su un tavolo 1 involucro di carta contenente cocaina e 2 dosi della stessa sostanza.
    La reazione è stata immediata. Il 35enne delle “Case nuove” ha agguantato le dosi e le ha messe in bocca. I militari hanno provato ad evitare che ingerisse la cocaina, soprattutto per risparmiargli dolori atroci.
    Rinaldi non era dello stesso avviso e ha serrato la mandibola proprio mentre le dita di uno dei carabinieri ha afferrato la droga.
     Arrestato Giuseppe Rinaldi, denunciata la moglie: la scena davanti ai figli
    Il potenziale pericolo per la salute del 35enne è stato scongiurato, non la ferita alla mano del militare.
    La donna non è rimasta a guardare. Ha raccolto la restante parte di droga e ha provato a sottrarla al sequestro.
    Rinaldi è finito in manette, dovrà rispondere di detenzione di droga a fini di spaccio e resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Ora è in carcere. La moglie, 32enne, è stata denunciata per gli stessi reati. Nel bilancio del sequestro anche 523 euro in contante ritenuto provento illecito LEGGI TUTTO

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    Mugnano, preso corriere della droga con 4 chili di cocaina in auto

    Il corriere della droga trasportava 4 chili di cocaina pura nel cruscotto dell’auto. Era il rifornimento per le feste natalizie per i clan di Mugnano. Ma l’uomo e i suoi complici non avevano fatto i conti con i controlli dei carabinieri.
    Infatti i militari del nucleo investigativo di Napoli hanno arrestato per detenzione di droga a fini di spaccio Antonio Marrone, 48enne di Mugnano già noto alle forze dell’ordine.Durante una perquisizione veicolare i militari hanno rinvenuto e sequestrato 4 chili di cocaina pura, divisi in 4 panetti.
    La droga era nascosta nel cruscotto della sua auto, in un doppiofondo creato ad arte. Con lo stupefacente anche 685 euro in contante ritenuto provento illecito e un bigliettino sul quale era verosimilmente riportata la contabilità dell’attività di spaccio. Marrone è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale, in attesa di giudizio.

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    Camorra, ecco come i soci di Imperiale e Carbone trasportavano la droga a Napoli e provincia

    Era il gruppo di Torre Annunziata che faceva capo al narcos Francesco De Simone a gestire un ingente traffico internazionale di droga per portare la cocaina dall’Olanda in tutta la provincia di Napoli.Lui e i suoi fedelissimi Mario lovene, Sabatino Pinto, Francesco Maresca e un ricercato erano i capi dell’organizzazione smantellata ieri dalla Dda di Napoli che ha portato al blitz con 19 misure cautelari.
    Ma il “sistema” si sarebbe avvalso di persone della provincia di Padova (Baggio, Galiazzo e Bagato) in grado di garantire il supporto logistico e di un intermediatore (l’albanese Dashmir Lazri) per l’acquisto della cocaina. Sono 25 le ordinanze e 19 le misure cautelari (13 in carcere, 3 agli arresti domiciliari, 3 al divieto di dimora in Campania) eseguite all’esito di un blitz dei militari del comando provinciale.
    L’ordinanza del gip Lucia De Micco ha portato all’esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti di Vanni Bagato, Paolo Baggio, Carmine Balzano, Antonio Barlese. Alessandro Canfora, Mario Criscuolo, Francesco De Simone. Tiziano Galiazzo, Antonio lovene, Mario lovene, Vincenzo lovene, Dashmir Lazri, Francesco Maresca, Sabatino Pinto e Umberto Tozzi, mentre altri 4 risultano ricercati.
    Ai domiciliari invece, sono finiti Angela Antille, Salvatore Scarpa e Rosa Volonnino. Sono tutti accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nonché di importazione, cessione ed illecita detenzione di droga. Il divieto di dimora in Campania, infine, è stato applicato per Juan Carlos Cianci Novoa, Francesco levane e Vittorio Nappi.
    Lo stupefacente sarebbe stato dapprima occultalo in doppi fondi ricavati nei veicoli utilizzati per il trasporto, per poi essere distribuito all’ingrosso attraverso una fitta rete di sodali che si sarebbero occupati, a vario titolo, delle consegne e dei trasferimenti di denaro.
    Il sistema per il trasporto della droga era sempre lo stesso: auto di piccola cilindrata in affitto guidate da incensurati, uomini e donne. Ma quelle auto avevano dei doppi fondi creati da specialisti in grado di occultare all’interno anche dieci chili di droga.Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati sequestrati circa 121 kg di cocaina ad opera del Gico del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Napoli. Il gruppo come ha raccontato il pentito Andrea Lollo, ex fedelissimo del narcos internazionale Raffaele Imperiale, era legato appunto al duo dell’ex latitante a Dubai e Bruno Carbone.
    Come riporta Il Roma: “I miei rapporti con Francesco De Simone sono ripresi dopo che sono stato scarcerato a novembre 2013. Mi recai dalla moglie di Bruno Carbone,Viola, e lei mi ha messo in contatto con Vincenzo Esposito ’o topo e sono andato in Olanda da lui per prendere accordi. Mi disse che aveva contatti con Francesco De Simone e Mario Iovine. Mi dissero che stavano caricando la droga in Olanda da Bruno Carbone”.

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    Torre Annunziata, importavano cocaina dall’Olanda: 19 misure cautelari

    Torre Annunziata. Nel corso degli ultimi anni hanno invaso il territorio della provincia di Napoli con un fiume di cocaina tanto che nel corso delle indagini venivano sequestrati circa 121 kg. di cocaina ad opera del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Napoli.
    E stamane i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 persone (13 sottoposte alla misura della custodia in carcere, 3 a quella degli arresti domiciliari, 3 al divieto di dimora in Campania).
    Tutte gravemente indiziate dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nonché di importazione, cessione ed illecita detenzione di droga.
    In particolare, all’esito di articolate indagini, sarebbe stata ricostruita l’attività di un’associazione, con base operativa in Napoli e provincia, finalizzata all’importazione dall’estero (soprattutto dall’Olanda) ed alla successiva commercializzazione sul territorio nazionale di droga.
     La droga nascosta nei doppi fondi delle auto
    Lo stupefacente sarebbe stato dapprima occultato in doppi fondi ricavati nei veicoli utilizzati per il trasporto, per poi essere distribuito all’ingrosso attraverso una fitta rete di sodali che si sarebbero occupati, a vario titolo, delle consegne e dei trasferimenti di denaro.
    Tale articolato sistema avrebbe garantito un costante rifornimento di droga attraverso ingenti carichi di stupefacente provenienti dall’estero e destinati ad essere rivenduti sul territorio di Torre Annunziata.
    Nel corso delle indagini venivano sequestrati circa 121 kg. di cocaina ad opera del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Napoli.

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    Gli imprenditori del caffè Chirico nel traffico di cocaina dalla Colombia

    Erano i due fratelli Virgilio e Fernando Chirico, imprenditori del caffè di Aversa i due riferimenti commerciali dei narcos che importavano fiumi di cocaina da Colombia e Panama attraverso i carichi di caffè.I due sono stati arrestati insieme con altre sette persone su disposizione della Dda di Napoli.Le indagini del Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Gico), diretto dal colonnello Danilo Toma, hanno fatto luce  su un traffico di cocaina tra Soccavo, Fuorigrotta, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Aversa e Giugliano.
    E a proposito di Torre Annunziata e Castellammare, tra gli arrestati ci sono anche i due noti narcos stabiesi i due fratelli Adriano Manca e Maurizio Manca legati al clan dei Gallo Cavalieri. Il primo infatti è stato più volte arrestato per traffico internazionale di droga.
    La cocaina nascosta nei carichi di caffè, trasferita via mare all’interno di container, poi attraverso complessi processi chimici, veniva estratta in una struttura di Giugliano e poi immessa sul mercato napoletano.
    Gli altri arrestati sono Fabrizio Barbati, 33 anni, Raffaele Barca, 52 anni, Jairo Heli Cubides Monsalve, 68 anni, Antonio De Masi, 65 anni e Luigi Nocera, 48 anni. Obbligo di dimora, invece, per Alessandro Basile, 48 anni, e Pietro Carpinelli, 42 anni.
    Dalle indagini è emerso che Barbati, originario di Soccavo, Barca, i fratelli Chirico, De Masi e dei fratelli stabiesi Manca erano quelli che gestivano il trafficoi di cocaina dal Sud America. In particolare Barbati, come spiega Il Roma, in qualità di capo e promotore, si sarebbe occupato di realizzare e concludere le trattative in Colombia e Panama per l’acqui- sto e la distribuzione delle partite di cocaina.
    Barca avrebbe finanziato personalmente e reclutato altri finanziatori per l’acquisto della droga; Adriano Manca e Maurizio Manca, nel ruolo di sottocapi, avrebbero reclutato finanzia- tori e avrebbero gestito la successiva distribuzione delle partite di cocaina.
    Masi, oltre a finanziari gli acquisti in Sud America, avrebbe anche dato la disponibilità di società al fine di celare le importazioni di cocaina con carichi di fertilizzante organico; lo stesso in- carico sarebbe stato poi ricoperto da Chirico, imprenditore invece attivo nel settore del caffè.
    (nella foto da sinistra i fratelli Virgilio e Fernando Chirico, Adriano Manca e Maurizio Manca)

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    La camorra importava cocaina da Colombia e Panama: 9 misure cautelari

    Importavano cocaina da Colombia e Panama utilizzando i carichi di fertilizzante organico e caffè macinato.
    Stamane militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di nove persone (otto delle quali sottoposte a custodia cautelare in carcere e una all’obbligo di dimora nel Comune di residenza nonché di presentazione alla p.g.).
    Sono tutte gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti nonché di importazione e detenzione di ingenti quantitativi di droga.
    Le indagini, svolte dai finanzieri del Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, avrebbero consentito di disvelare l’operatività di un sodalizio di camorra, con base operativa in provincia di Napoli, dedito all’importazione dalla Colombia e da Panama di ingenti partite di cocaina “sintetizzata” in merce di copertura (fertilizzante organico e caffè macinato).
    Lo stupefacente, trasferito via mare all’interno di container, una volta giunto sul territorio nazionale, attraverso complessi processi chimici, sarebbe stato estratto dal carico di copertura e, dopo una miscelazione con sostanze da taglio, immesso nel mercato clandestino napoletano.
    L’importazione di droga sarebbe avvenuta in base a fittizie operazioni commerciali riconducibili a società create ad hoc per dissimulare gli illeciti traffici.

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    Colpo ai narcos della ‘ndrangheta: 24 arresti. Anche in Campania

    Duecento militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, stanno eseguendo – con il supporto di altri Reparti del Corpo, nelle province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e Pavia – provvedimenti restrittivi della libertà personale, emessi dalla Sezione G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di nr. 24 soggetti (nr. 15 in carcere e nr. 9 ai domiciliari) coinvolti in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti.L’attività in rassegna costituisce lo sviluppo di una precedente operazione – denominata “Magma” – eseguita sempre dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dallo S.C.I.C.O., diretta dalla Procura reggina – che avrebbe consentito di destrutturare un noto casato di ‘ndrangheta attivo nella provincia reggina – conclusa nel novembre 2019 con l’esecuzione di nr. 45 misure cautelari personali.
    Nel dettaglio – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – l’operazione odierna avrebbe confermato la forza e la capillarità, sia su scala nazionale che internazionale, dei narcos calabresi, che continuano a porsi quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni mondiali, garantendo una sempre maggiore affidabilità.
    La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico hanno permesso all’organizzazione investigata, che sarebbe stata promossa e diretta da un membro di vertice del citato casato reggino, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale servendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri.
    Il gruppo criminale, che per comunicare faceva uso di telefoni cellulari criptati, ovvero di cabine telefoniche pubbliche, si interfacciava con differenti organizzazioni aventi le proprie basi operative in Albania ed in Brasile.
    In tale contesto, sarebbe stato scoperto che l’organizzazione era in grado di far giungere dal Brasile ingenti partite di cocaina, stoccate in Svizzera, per poi essere trasportate in Lombardia ed essere cedute ad individuati acquirenti, tra i quali figura un soggetto albanese di particolare rilievo criminale.
    A seguito di problematiche legate al pagamento del narcotico, attesi i solidi rapporti in essere, un membro dell’organizzazione brasiliana fornitrice si sarebbe finanche recato in Calabria per incontrare il capo del sodalizio criminale, per addivenire ad una soluzione.
    Prima dell’incontro – monitorato dagli investigatori – al fine di far comprendere in maniera chiara l’importanza del soggetto che si apprestava ad incontrare, un indagato palesava al referente brasiliano lo spessore criminale del proprio dominus, ostentando, al fine di fugare ogni dubbio, il contenuto di articoli stampa da cui spiccava la caratura della compagine criminale di appartenenza.
    L’inchiesta, ancora, avrebbe consentito di scoprire come la consorteria criminale producesse, in proprio, ingenti quantitativi di cannabis indica curandone i successivi processi di lavorazione (asciugatura, essicazione, pesatura e confezionamento).Invero, nel corso dell’attività è emerso come gli indagati, al fine di diversificare ed intensificare la fiorente attività illecita, hanno realizzato una coltivazione di marijuana all’interno di una zona rurale del Comune di Candidoni (RC) nella quale sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro  1227 piante di cannabis, nonché 74 Kg della medesima sostanza stupefacente, consentendo l’arresto di due dei responsabili, colti nella flagranza di reato
    .La compagine criminale gestiva, inoltre, una consolidata attività di smistamento dello stupefacente attraverso l’impiego di appositi corrieri, sempre pronti a rifornire molteplici “piazze di spaccio”, fungendo da spola tra il territorio calabrese e quello siciliano. In un’occasione, infatti, veniva arrestato, in flagranza di reato, un affiliato in procinto di imbarcarsi per la Sicilia.

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    Maxi-carico di 11 chilogrammi di cocaina diretto nel vesuviano: 6 anni al narcos Campanile

    Accusato di aver acquistato oltre 11 chili di “neve” dai paesi Bassi: Campanile Ferdinando incassa cinque anni di reclusione dinanzi al GIP di Napoli.
    Sospettato di essere stato il regista di un colossale giro di cocaina, rischiava di andare incontro a un pesante verdetto giudiziario. Il processo di primo grado scaturito da una indagine del GOA di Napoli che ha portato alla sbarra il narcos, Campanile Ferdinando ed altri narcotrafficanti eccellenti, come lo scafatese Vincenzo Starita ( condannato in un procedimento separato) si è invece risolto con una minima pena rispetto a quanto si poteva prevedere, visto che il PM aveva chiesto una condanna esemplare di 8 anni di reclusione.
    Il narcotrafficante di Terzigno sulla cui testa pendeva l’accusa di essere stato nel 2018 l’acquirente di un carico di 11 chili di cocaina sequestrato a Trento, al termine del rito abbreviato è riuscito a cavarsela con una minima condanna a cinque anni di reclusione.
    Questo il verdetto emesso dal GIP di Napoli in data odierna che ha accolto la tesi difensiva dei suoi difensori (avvocati Gennaro De Gennaro e Antonio Del Vecchio) ed ha escluso l’aggravante dell’ingente quantità sebbene si trattasse di un’importazione di notevole quantità di droga pari a 11 kg.

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