Napoli. Per lui l’appuntamento con la morte era stato solo rimandato e così due anni dopo e a soli 20 anni Gennaro Remondino è stato ucciso come un boss e nel peggiore dei modi.
Prima tre proiettili e poi i killer hanno tentato di far sparire per sempre il suo corpo bruciandolo.
La squadra mobile della Questura di Napoli ha identificato il cadavere scoperto tra le sterpaglie bruciate in via Torre Poerio, nella zona di Pianura.
Si tratta di una zona di campagna in stato di abbandono vicino via Montagna Spaccata, una strada che conduce verso la zona dei Pisani e a Quarto.
Venerdi’ sera l’allarme lanciato dai residenti per l’incendio e questa mattina la macabra scoperta del cadavere dato alle fiamme che aveva tre fori di proiettile. Chiara la matrice camorristica del delitto.
A suo carico un piccolo precedente, nessuna condanna, ma gli investigatori lo inquadrano come legato al clan Santagata di recente colpito da arresti da parte delle forze dell’ordine.
La giovane vittima è il figlio di Salvatore Ramondino, elemento di spicco della camorra locale. Due anni fa aveva già subito un agguato a Varcaturo: nella circostanza era stato ferito a colpi di pistola a un ginocchio e a un braccio.
La squadra mobile di Napoli, sotto il coordinamento della Dda sta conducendo le indagini per risalire agli autori e scoprire cosa possa aver portato ad una esecuzione così efferata nei confronti di un giovane.
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