I poliziotti del Commissariato di Fondi hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere a carico di un 23enne di origini campane, presunto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia, tentata estorsione, minacce.
Il provvedimento, applicato nella giornata di martedì, è stato emesso dal gip del Tribunale di Latina su richiesta della locale Procura della Repubblica dopo che a carico del giovane, così come previsto dalla legge, erano state adottate misure cautelari meno afflittive. Misure, spiega la Questura di Latina, “puntualmente violate, quasi a sfidare l’autorità giudiziaria e la polizia, con un atteggiamento di spavalderia, senza freni inibitori nei confronti dei familiari vittime delle condotte vessatorie agite dal presunto responsabile dei fatti”.
“Infatti, la polizia giudiziaria aveva documentato le continue vessazioni dell’indagato nei confronti dei genitori e dell’ex compagna, con pretese di denaro da destinare all’acquisto di droga pesante e per soddisfare l’impulso irrefrenabile del gioco alle slot machine, accompagnate da minacce, anche di morte, aggressioni fisiche, con il lancio di oggetti e l’utilizzo di un coltello”.
Gli agenti del vicequestore Raffaele Iasi avevano tratto in arresto l’indagato una prima volta il 22 giugno, ipotizzando il reato di maltrattamenti in famiglia, specie nei confronti della madre, e di tentata estorsione ai danni del padre. Nell’ultimo dei fatti che avevano consentito l’arresto in flagranza di reato, il 23enne aveva tentato di accedere a casa dei genitori per ottenere denaro contante, tentando di sfondare il portone di accesso al palazzo e rivolgendosi alla madre con epiteti irriguardosi e offensivi la minacciava mimando il gesto di attingerla con una pistola.
In sede di convalida dell’arresto, anche di fronte all’ammissione dei fatti da parte dell’indagato con richiesta di scuse, i gip aveva adottato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle parti offese.
“Passarono solo pochi giorni”, ricostruisce la Questura. “L’indagato veniva allontanato dal Mof, dove svolgeva il lavoro di operaio e nuovamente, in più circostanze, sempre con lo scopo di procurarsi il denaro per lo stupefacente ed il gioco, approcciava la madre ed il padre e, con atteggiamento di minacce e sfida, violava la misura cautelare”.
“Veniva tratto nuovamente in arresto l’1 luglio dalla polizia in flagranza di reato, e questa volta il gip emetteva dapprima la misura del divieto di dimora a Fondi, puntualmente violata con le condotte reiterate di sempre, cui seguiva l’adozione degli arresti domiciliari (poi revocati per indisponibilità di un luogo ove poter essere sottoposto, ndr) e il divieto di dimora nella Provincia di Latina”.
“Più volte segnalata la sua presenza in Fondi da parte dei parenti, intercettato dalla polizia, tentava di dileguarsi alla guida dell’autovettura di famiglia. L’indagato non disdegnava di pedinare i genitori al mare, vicino ad esercizi pubblici, sotto casa, sempre con la pretesa di soldi, essendo abituato a godersi una vita fatta di eccessi. Neppure il provvedimento di ammonimento adottato dal Questore della provincia di Latina il 3 luglio aveva sortito gli effetti sperati. Veniva altresì segnalato al Prefetto per la revisione della patente di guida”.
Di fronte all’ennesima aggressione ai danni della madre, avvenuta il 28 luglio, e del padre, occorsa il 30 luglio, il gip si ha dunque deciso per l’emissione dell’ordine di carcerazione, poiché la custodia in carcere oramai risultava essere l’unica compatibile ed efficace. Il 23enne è stato quindi tradotto presso la casa circondariale di Latina, a disposizione dell’autorità procedente.
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