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    Rissa alla Camera: scattano le “squalifiche” per 10 parlamentari

    A seguito della rissa scoppiata ieri in aula l’ufficio di presidenza della Camera dei deputati ha disposto, oltre ai 15 giorni di sospensione per il leghista Igor Iezzi, anche “la sospensione di 7 giorni agli onorevoli Amich, Cangiano, Furgiuele, Mollicone e Stumpo.PUBBLICITA

    E ancora 4 giorni all’onorevole Donno; 3 giorni agli onorevoli Amendola e Candiani; 2 giorni agli onorevoli Scotto e Stefanazzi.

    Lo ha annunciato in aula il presidente della Camera Lorenzo Fontana. “Le sanzioni hanno decorrenza immediata”, ha aggiunto Fontana, “sono comunicate all’Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione”.
    “Tengo a precisare che quanto accaduo nella seduta di ieri nel suo complesso debba essere gravemente stigmatizzato dalla presidenza: il confronto politico, anche su questioni divisive, non può mai trascendere nello scontro fisico, nell’offesa di altri, nella violenza e quindi nella lesione del decoro dell’istituzione. Non lo dico a tutela di una parte ma dell’istituzione tutta”. 

    “Non posso che richiamare – ha aggiunto la terza carica dello Stato – tutti i deputati e i presidenti dei gruppi alla responsabilità di evitare il ripetersi di atteggiamenti o parole che oltre ad arrecare offese o violenze verso altri possano minare l’immagine di questa istituzione che tutti siamo chiamati responsabilmente a rappresentare di fronte ai cittadini e questo a prescindere dalle sanzioni da erogare ai singoli deputati”.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    L’allarme di Arcigay: 149 casi di violenza o discriminazione nell’ultimo anno

    Nell’ultimo anno sono stati registrati 149 casi di violenze o discriminazioni ai danni di persone LGBTQI+, con una media di uno ogni due giorni. L’allarme e i dati sono forniti da Arcigay, che tiene il conto degli articoli di stampa e, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, stila un dettagliato elenco.Quest’anno si sono verificati anche tre omicidi: due vittime transgender a Cassino il 27 maggio 2023 e a Roma il 18 maggio 2023, e un uomo gay ucciso il 28 febbraio a Treviso da un minore.
    Inoltre, un ragazzino di 13 anni a Palermo si è suicidato a causa del bullismo omofobico, si è verificato uno stupro a Napoli e il pestaggio di Bruna, una donna trans, a Milano nel maggio 2023, aggredita da alcuni agenti della polizia locale.
    Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, ha dichiarato che “il report restituisce un racconto terribile dell’odio nel nostro Paese”.
    Uno dei fenomeni più allarmanti riguarda gli adescamenti di adulti gay tramite profili falsi sui social, che portano a incontri in cui le vittime vengono picchiate e rapinate. Questi episodi si sono verificati a Treviso, Firenze, Perugia, Trapani, L’Aquila e Foggia.
    Anche la famiglia non sempre è un luogo sicuro. Secondo un recente studio dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, il 18% delle persone LGBTQIA+ in Italia ha dichiarato di aver subito tentativi di “conversione” o “guarigione” dall’omosessualità, con la famiglia come principale luogo di queste violenze, quasi un caso su cinque.
    Per contrastare queste pratiche, oggi è partita la campagna “Meglio a Colori”, sostenuta da tutte le principali associazioni Arcobaleno, per raccogliere firme a favore di una proposta di legge che affermi “il diritto universale all’orientamento sessuale e all’identità di genere” e “per dire stop ai tentativi di conversione”.
    La campagna di comunicazione presenta tre storie: una ragazza di 16 anni portata dall’esorcista a Torino perché lesbica, un paziente non-binary costretto dalla psicologa a scegliere uno dei due generi, e un padre che ha cercato di far diventare eterosessuale il figlio.
    Oltre alla scuola, con episodi di bullismo e discriminazioni, Piazzoni sottolinea il “corpo a corpo nello spazio pubblico”, ovvero le storie di gay, lesbiche e trans cacciati da palestre, bar, e chi offre immobili in affitto, aggrediti e insultati in strada, in metro o in locali.
    Infine, Piazzoni critica la diffusione di fake news sull’omosessualità, come quelle che la descrivono come inesistente in natura o come una malattia curabile con la terapia di conversione.
    Egli conclude affermando che viviamo in tempi in cui un generale destituito per opinioni omofobe, misogine e razziste può candidarsi come capolista di un partito di maggioranza per il Parlamento europeo, indicando che “l’odiatore non solo è sdoganato, ma guida la fila”.
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    “Ti faccio due buchi in testa”, testimone minaccia avvocato al processo per le violenze in carcere

    “Ti faccio due buchi in testa”: momenti di tensione questa mattina nell’aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove è in corso il maxi processo sui pestaggi avvenuti nel carcere “Francesco Uccella” il 6 aprile del 2020.
    Durante una pausa, un testimone, Gennaro Romano, detenuto per lesioni e rapina e parte civile nel processo, ha rivolto minacce di morte all’avvocato Carlo De Stavola, che difende alcuni degli agenti penitenziari imputati.
    Romano, durante la sua testimonianza, ha descritto le violenze subite in carcere, affermando di essere stato colpito al ginocchio nonostante avesse già lamentato dolore. Insofferente alle domande dell’avvocato De Stavola, ha poi minacciato: “ti faccio due buchi in testa”.
    L’avvocato De Stavola ha dichiarato di non escludere la possibilità di presentare querela. L’episodio ha creato tensione in aula, ma la situazione è stata riportata sotto controllo.
    Un processo complesso
    Il processo in corso è molto complesso e vede imputati 52 persone tra agenti della Polizia penitenziaria, dirigenti del carcere e un medico. Le accuse nei loro confronti sono pesanti: tortura, abuso di potere, lesioni personali aggravate e omicidio colposo. Le testimonianze delle vittime, come quella di oggi di Gennaro Romano, sono fondamentali per fare luce su quanto accaduto all’interno del carcere “Francesco Uccella”.

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    Napoli, ancora violenza in Pronto soccorso

    Si registrano in queste settimane ancora violenze a carico di operatori sanitari nei pronto soccorso della nostra regione. Si intensificano le richieste al Prefetto di Napoli di un intervento forte di presidi di pubblica sicurezza per maggiore controllo e tutela dell’ordine pubblico.Naturalmente inizia la protesta e la minaccia di sciopero da parte del sindacato degli infermieri a tutela degli operatori. Il quadro descritto delinea la grave situazione del Sistema Sanitario Nazionale che peggiora sempre di più.
    La difficoltà economica restringe le possibilità di cure adeguate, come se si vivesse costantemente in una situazione di emergenza/ urgenza. La carenza significativa di medici ed infermieri sottopone a turni lavorativi stressanti il personale dei pronto soccorso, che deve fronteggiare una marea di pazienti sintomatici ed urgenti.
    Di fronte a una situazione altamente critica, il silenzio della politica è assordante.La presidente del Consiglio peraltro afferma che l’autonomia potrà essere un volano positivo anche per il mezzogiorno, dimenticando che già attualmente esiste una migrazione notevole di pazienti verso il nord.
    Il gravoso handicap esistente sia delle strutture che del personale ha spostato enormi erogazioni finanziarie dalle regioni meridionali verso il settentrione, aumentando il gap già esistente.
    Nella sanità abbiamo già sperimentato con la pandemia da Covid 19 che le diverse programmazioni regionali hanno prodotto risultati contrastanti prevalentemente a vantaggio del nord. Allo stato attuale non si prevedono, nella manovra di bilancio, aumenti di finanziamento da parte del governo al S.S.N.
    In Campania non si percepiscono, d’altra parte, tentativi di organizzazione di medicina territoriale per affrontare le emergenze stagionali senza affollare gli ospedali. Attualmente di fronte all’aumento di ricoveri per polmoniti e Covid non è stato predisposto un piano per fronteggiare l’aumentata richiesta di cure da parte della collettività.
    La medicina territoriale è carente, non ha ancora una dimensione di organicità per poter affrontare e gestire l’emergenza; nel contempo gli ospedali ridiventano superaffollati determinando caos e favorendo gesti e atti di violenza contro il personale.
    Cosa dedurne? Che le risorse finanziarie governative destinate alla sanità pubblica sono insufficienti e che altrettanto si deve dire per il numero degli addetti. In alcune regioni si è riusciti ad organizzare i servizi con uno standard accettabile. In Campania, invece, proprio la mancanza di processi di organizzazione dei servizi, l’inefficienza del sistema diventa sempre più preoccupante ed inevitabilmente favorisce ingiustificati atti di violenza.
    Luigi Santini LEGGI TUTTO