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    Controlli della polizia locale in diversi quartieri di Napoli: multe e sequestri

    La Polizia Locale di Napoli ha intensificato le attività di controllo sul territorio, intervenendo in numerosi settori, tra cui polizia stradale, amministrativa, turistica, ambientale ed edilizia.PUBBLICITA

    Le operazioni si sono concentrate principalmente nelle aree di Avvocata, Montesanto, Quartieri Spagnoli, Mercato-Pendino e Vomero. In via Salvator Rosa, un’officina è stata oggetto di un controllo approfondito che ha portato al sequestro di sette motocicli parcheggiati abusivamente sul suolo pubblico e privi di assicurazione.
    I veicoli, posizionati tra marciapiede e strada ostacolando il passaggio pedonale, sono stati rimossi e posti sotto custodia giudiziaria. Il titolare dell’officina è stato denunciato per guida con patente sospesa e per oltraggio a pubblico ufficiale, dopo essere stato sorpreso alla guida di uno scooter sebbene avesse la patente sospesa per altre precedenti violazioni.
    In via Toledo, i controlli in base al codice della strada hanno portato alla contestazione di 6 verbali per guida senza patente, mancanza di copertura assicurativa e mancata revisione. Inoltre sono stati sanzionati 2 venditori itineranti per esercizio in zona interdetta alla vendita.
    In via Marina, tre veicoli parcheggiati irregolarmente sul marciapiede sono stati rimossi, mentre altre quattro infrazioni sono state contestate ai conducenti sopraggiunti. In via Salvator Rosa, all’altezza di via Imbriani, un ambulante è stato sanzionato in quanto aveva legato il proprio banco vendita in metallo alla ringhiera comunale, occupando abusivamente il suolo pubblico.
    A seguito della sanzione, l’ambulante ha provveduto a rimuovere il banco e a ripristinare lo stato dei luoghi. Nelle aree di Montesanto e via Ventaglieri sono state controllate sette attività commerciali, rilevando nove irregolarità amministrative e sono stati effettuati due sequestri amministrativi di frutta e verdura per un totale di 50 chili circa di merce esposta agli agenti atmosferici e collocata su carreggiata stradale.

    In via Padre Ludovico da Casoria, nel quartiere Mercato Pendino, è stato sottoposto a sequestro un B&B per gravi abusi edilizi e irregolarità amministrative. Il titolare aveva frazionato illegalmente un terraneo di circa 40 mq in due unità, con altezze interne non conformi alla normativa vigente.
    La struttura è stata sequestrata e il titolare denunciato alla Procura della Repubblica per violazioni edilizie. Infine al Vomero dai controlli al codice della strada sono scaturiti 16 procedimenti verbali ed effettuate 2 rimozioni coatte.
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    Napoli, ruba bici in piazza Garibaldi e tenta di aggredire gli agenti: arrestato  32enne.

    Napoli. Nello scorso pomeriggio, gli agenti del Commissariato Vicaria-Mercato, durante un servizio di controllo del territorio, mentre transitavano in piazza Garibaldi, sono stati avvicinati da alcuni passanti che hanno segnalato un uomo che stava armeggiando con una bici legata a un palo in via Silvio Spaventa.PUBBLICITA

    I poliziotti, intervenuti prontamente, hanno notato un uomo che, in quel momento, stava salendo in sella alla bici e che, alla loro vista, ha accelerato la fuga in direzione di piazza Garibaldi per evitare il controllo.
    Tuttavia, è stato immediatamente raggiunto e, dopo una colluttazione durante la quale l’uomo ha tentato di colpire gli agenti con un oggetto metallico, è stato bloccato. È stato trovato in possesso di un cacciavite con cui aveva forzato il lucchetto della bici.
    Per questi motivi, l’indagato, identificato come un 32enne marocchino con precedenti penali, è stato arrestato per furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli.
    Infine, la bici è stata restituita al suo legittimo proprietario.
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    Napoli, la funicolare di Chiaia. un’emergenza che dura da troppo

    Napoli Dal 1° ottobre 2022, la funicolare di Chiaia è ferma, lasciando a piedi oltre 15mila pendolari ogni giorno.PUBBLICITA

    Nonostante l’urgenza della situazione e i disagi causati alla cittadinanza, i lavori di manutenzione sembrano arenarsi, con ritardi ingiustificati che si protraggono ormai da quasi due anni.
    Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, denuncia la grave situazione: “La funicolare di Chiaia, un pezzo di storia della nostra città, è stata costruita in poco più di due anni alla fine del XIX secolo. Oggi, con le tecnologie moderne, ci vogliono quasi due anni solo per dei lavori di manutenzione ordinaria. È inaccettabile”.
    La chiusura prolungata della funicolare ha provocato un caos circolatorio al Vomero, soprattutto nelle ore di punta.L’assenza di un servizio sostitutivo efficiente ha aggravato i disagi per studenti, lavoratori e residenti.
    “Nonostante le proteste e le richieste di accelerare i tempi, i lavori procedono a rilento. È come se la città fosse indifferente al problema. Napoli rischia di stabilire un nuovo record negativo per la durata della chiusura di una funicolare”, continua Capodanno.
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    Maltempo: fango e detriti in mare a Salerno, spazzamare al lavoro

    A causa del temporale che, ieri, si e’ abbattuto su Salerno, un fiume di fango e detriti si e’ riversato in mare.
    Percio’, nella serata di ieri, su richiesta del sindaco Vincenzo Napoli, lo spazzamare di Salerno Pulita (societa’ partecipata del Comune che si occupa dell’igiene urbana), che opera ogni giorno fino alle 16, e’ stato impegnato in un’operazione d’emergenza per ripulire lo specchio d’acqua antistante al litorale salernitano a Mercatello.
    Il battello spazzamare e’ riuscito a intercettare la scia e a rimuovere gran parte di quanto trovato sul suo percorso. Questa mattina, a cura di Salerno Pulita, anche la bonifica della spiaggia.
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    Napoli, manifestazione in ricordo di Giogiò Cutolo. Il padre dell’omicida posta insulti sotto la diretta FB

    Si è svolto in piazza Municipio, all’altezza dell’incrocio con via Acton, il raduno “Giogiò nisciuno te scorda” in ricordo di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso con tre colpi di pistola in seguito ad una lite per futili motivi mentre era a piazza Municipio con la fidanzata, ad un anno esatto dalla tragedia.PUBBLICITA

    Insieme alla madre, Daniela Di Maggio, il deputato Francesco Emilio Borrelli che insieme al co-portavoce regionale di Europa Verde, Rosario Visone, Rosario Pugliese membro esecutivo regionale Europa verde, Agostino Galiero coportavoce provinciale del Sole che Ride e al già Presidente della Provincia Dino Di Palma, ha deposto una corona di fiori sul luogo dell’omicidio.
    Presenti il Prefetto di Napoli Michele di Bari, il Questore Maurizio Agricola, Il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, la vice-sindaca di Napoli Laura Lieto, l’assessore alla polizia municipale Antonio De Iesu, il consigliere regionale Severino Nappi.
    “Il giorno prima di questa manifestazione – ha dichiarato Borrelli – il padre dell’assassino di Giogiò si è presentato mentre facevamo un intervento contro gli ormeggiatori a Rotonda Diaz, mi ha fermato e insultato insieme ad altri ragazzini, tutti a bordo di scooter con pedalata assistita elettrica, rivendicando pubblicamente di essere il padre del killer.
    E anche oggi, a manifestazione in corso, ha postato un commento social sulla mia diretta FB insultando tutti i presenti scrivendo ‘quante chiaviche a un posto’. Invece di riflettere sul disastro genitoriale ed educativo di cui è stato protagonista crescendo un figlio che, ancora minorenne, non ha esitato a premere il grilletto e ad uccidere Giogiò Cutolo per la sosta di uno scooter, continua a circolare per la città con l’arroganza tipica dei criminali.
    Ho chiesto ai servizi sociali di intervenire a tutela dei minori che lo accompagnavano. Finchè permetteremo ai camorristi di educare i futuri criminali e finchè permetteremo di rendere pubblica la forza della criminalità idolatrando boss e pregiudicati sarà difficile cambiare le cose.

    In questa città, come in tante altre, il rapporto tra manifestazioni in ricordo di criminali osannati e quelle in ricordo di vittime innocenti è di dieci a uno. Dobbiamo fermare questa vergogna. Ho presentato una proposta di legge contro l’apologia di camorra in ogni sua forma a difesa delle vittime innocenti della criminalità, perché dobbiamo arginare la pericolosa deriva sociale dalla quale rischiamo di essere travolti”.
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    Frana San Felice a Cancello: la Procura apre una inchiesta per disastro colposo

    La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato un’indagine riguardo alla frana di fango che ha colpito San Felice a Cancello, causando gravi danni e la scomparsa di due persone.PUBBLICITA

    Gli inquirenti puntano a fare chiarezza sull’accaduto, esaminando i fatti e verificando eventuali responsabilità. Il reato ipotizzato è quello di disastro colposo.
    Nel frattempo, per il quarto giorno consecutivo, continuano le ricerche di Agnese e Giuseppe, madre e figlio dispersi da martedì, quando l’alluvione li ha sorpresi mentre tornavano a casa a bordo della loro Apecar.
    Sono 59 i Vigili del Fuoco impegnati nelle ricerche, inclusi personale operativo, Funzionari e nuclei specializzati come i S.A.P.R. (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), i G.O.S. (Gruppi Operativi Speciali con mezzi movimento terra), provenienti anche dal Comando di Roma, e i nuclei S.A.F. (Speleo Alpino Fluviale) e Fluviale. Sul posto sono arrivate anche squadre dai Comandi di Salerno e Firenze. Le ricerche si concentrano nelle aree delle vasche di accumulo delle acque, ora riempite di fango.
    Le operazioni sono proseguite anche di sera. “Si continua a rimuovere il fango, con grande tristezza ma con coraggio e concentrazione. La gratitudine e il riconoscimento vanno a tutte le forze pubbliche, alla protezione civile, ai vigili del fuoco, ai carabinieri, alla guardia di finanza, alla polizia di stato e a tutti coloro che stanno svolgendo questa operazione con costante dedizione”, ha scritto il sindaco Emilio Nuzzo sui social.
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    Al Delle Arti, Augusteo e Verdi di Salerno la XXXVI edizione della kermesse dedicata a Charlie Chaplin

    Dal 24 al 27 ottobre 2024, Salerno sarà il palcoscenico della XXXVI edizione del Premio Charlot, l’unica kermesse al mondo dedicata al leggendario Charlie Chaplin. L’evento, che si terrà nei teatri della città, è stato confermato dal patron Claudio Tortora. Grazie al supporto della Regione Campania e al Governatore Vincenzo De Luca, parte dei fondi di coesione sono stati destinati a questa manifestazione, permettendone la realizzazione.PUBBLICITA

    Location e Programma delle Serate
    Le quattro serate di eventi si terranno nei tre teatri più grandi di Salerno: il Delle Arti il 24 ottobre, l’Augusteo il 25 e 26 ottobre, e il Teatro Verdi il 27 ottobre. Il programma è ricco e variegato: dalla gara dei giovani cabarettisti per il Premio Charlot Giovani, a una serata dedicata ai più piccoli, un appuntamento musicale e infine la serata di gala con la consegna dei Premi Charlot per cinema, teatro, televisione, giornalismo e molto altro.
    Accesso e Distribuzione dei Biglietti
    Tutte le serate saranno ad ingresso gratuito e i biglietti numerati saranno distribuiti fino ad esaurimento posti. La distribuzione avverrà presso il botteghino del Teatro Delle Arti a partire dal 30 settembre, con un massimo di 2 biglietti per persona. Il botteghino sarà aperto tutti i giorni dalle ore 17:00 alle ore 20:30.
    Un Evento di Rilancio per la Città
    “La vicenda dei fondi di coesione è nota a tutti – spiega Claudio Tortora – Una vicenda che purtroppo è costata il ridimensionamento, il rinvio ed in alcuni casi l’annullamento di alcune grandi manifestazioni estive. Tra queste anche la nostra manifestazione, che quest’anno non abbiamo potuto realizzare come di consueto nell’ultima settimana di luglio. Ora però siamo pronti e stiamo lavorando per offrire al nostro pubblico quattro appuntamenti, tutti ad ingresso gratuito e con grandi ospiti”. Nonostante le difficoltà, il Premio Charlot torna a Salerno, pronto a regalare momenti indimenticabili al pubblico, onorando la figura immortale di Charlie Chaplin.
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    Qualiano, minaccia per denaro sorella e madre 86enne: arrestato 60enne

    A Qualiano, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato un uomo di 60 anni per maltrattamenti in famiglia.PUBBLICITA

    I militari, allertati dalla centrale operativa, sono intervenuti in un appartamento dove era in corso una lite familiare. Sul posto, hanno trovato l’uomo, che sembrava ubriaco, armato di un bastone.
    Aveva minacciato sia la propria madre di 86 anni che la sorella di 62 anni, chiedendo loro del denaro. Nonostante la presenza dei carabinieri, l’uomo ha tentato di aggredire fisicamente la sorella.
    Dopo essere stato disarmato e bloccato, le donne hanno riferito di aver subito anni di violenze e vessazioni, creando un clima di terrore in casa. L’uomo è stato arrestato e successivamente trasferito in carcere.
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    Giugliano, inseguimento a 220 Km/h sull’Asse Mediano: lanciano crick e pneumatico contro i carabinieri

    Ancora una volta, le forze dell’ordine si trovano a fronteggiare una situazione di estrema pericolosità. A Giugliano in Campania, una tranquilla notte è stata sconvolta da un folle inseguimento lungo l’Asse Mediano.PUBBLICITA

    Tutto ha avuto inizio quando una pattuglia dei carabinieri ha intimato l’alt ad una Alfa Romeo 156 a bordo della quale viaggiavano cinque persone incappucciate.
    Scattato l’allarme, è iniziato un inseguimento ad alta velocità che ha raggiunto i 220 km/h. I fuggitivi, incuranti della sicurezza degli altri utenti della strada e dei carabinieri, hanno messo in atto manovre pericolose e tentativi di speronamento.
    Nel corso della folle corsa, i criminali hanno dimostrato una ferocia inaudita, lanciando contro i carabinieri oggetti contundenti. Tra questi, un pneumatico e un crick, due strumenti che avrebbero potuto facilmente causare una tragedia.
    Per puro caso, i militari sono riusciti a evitare l’impatto, ma l’episodio sottolinea ancora una volta i rischi che corrono quotidianamente coloro che indossano la divisa.
    Nonostante l’estrema pericolosità della situazione, l’Alfa Romeo è riuscita a far perdere le proprie tracce. Le indagini sono in corso e i carabinieri sono determinati a identificare e arrestare i responsabili di questo grave reato.

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    Giugliano perseguitato dalla ex: scatta l’allarme e la denuncia

    Giugliano. Nonostante fosse soggetta a un divieto di avvicinamento al suo ex nel raggio di 500 metri, ha ignorato la restrizione e si è avvicinata fino a pochi metri dal suo camion.PUBBLICITA

    La vittima, un camionista, era dotata di un dispositivo per il monitoraggio della stalker, che ha attivato un allarme non appena la donna si è avvicinata. I carabinieri sono intervenuti immediatamente.
    L’uomo, un 47enne di Marano, si trovava fermo per la pausa pranzo nella zona A.S.I. di Giugliano, quando l’allarme è scattato. La stalker, una donna napoletana di 50 anni, è la sua ex compagna, già soggetta a una misura cautelare che le impone il divieto di avvicinamento con l’uso di un braccialetto elettronico.
    Dopo aver ricevuto l’allarme, il camionista ha subito contattato il 112. In pochi minuti, i carabinieri sono arrivati sul posto. La donna, in sella a uno scooter, si trovava a circa 200 metri dal camion, osservando il tir.
    È stata arrestata dai carabinieri e ora è in attesa di giudizio, dovendo rispondere dell’accusa di violazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa.
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    “Così abbiamo incastrato l’assassino di Sharon Verzeni”: il racconto dei testimoni chiave

    “L’unico rimpianto è non aver potuto fare qualcosa per salvare Sharon. Se fossimo stati più vicini al luogo dell’omicidio, forse avremmo potuto salvarla”. PUBBLICITA

    E’ il racconto dei testimoni chiave, due ragazzi (italiani di origine marocchina) di 25 e 23 anni che hanno dato un aiuto decisivo ai carabinieri nell’identificazione del famoso ‘uomo in bicicletta’, oveero Moussa Sangare, il 31enne reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni.
    Il racconto di quella notte, riportato da Repubblica: “Io mi sto allenando per il titolo italiano di kickboxing, lui gioca a calcio in prima categoria. Quella sera eravamo usciti come al solito molto tardi per allenarci.
    Era più o meno mezzanotte, eravamo a Chignolo vicino alla farmacia e davanti al cimitero dove ci siamo fermati per fare delle flessioni. A quel punto sono passati due nordafricani in bicicletta, poi un terzo.
    Lui ci è rimasto impresso, perché era un po’ strano. Aveva una bandana in testa e un cappellino, uno zaino e gli occhiali. Ci ha fissato a lungo e poi ci ha fatto una smorfia. Non lo avevamo mai visto prima”.
    “Abbiamo raccontato di quel ragazzo quando siamo stati chiamati in caserma. A un certo punto ci hanno fatto anche i complimenti perché ci ricordavamo tutto. Ora ci sentiamo orgogliosi per essere stati utili all’identificazione dell’assassino. Il rimpianto che ci resta è non aver potuto fare qualcosa per Sharon.

    Non essere stati più vicini a via Castegnate. In quel caso forse avremmo potuto salvarla. Magari l’assassino ha visto una preda facile, come quei due ragazzini che voleva aggredire. Quando ha incrociato noi, invece, ci ha solo guardato male ed è andato avanti.Ci ha fissato a lungo e poi ci ha fatto una smorfia. Non lo avevamo mai visto prima”.
    “Abbiamo raccontato di quel ragazzo quando siamo stati chiamati in caserma. Siamo rimasti sorpresi, non abbiamo mai pensato che l’assassino potesse essere lui – hanno aggiunto – Anche se si vedeva che era uno che non stava bene. Abbiamo provato comunque un grande sollievo, perché non avevamo saputo più nulla sulle indagini.
    Ora ci sentiamo orgogliosi per essere stati utili all’identificazione dell’assassino. Il rimpianto che ci resta è di non aver potuto fare qualcosa per Sharon. Non essere stati più vicini a via Castegnate. In quel caso forse avremmo potuto salvarla. Magari l’assassino ha visto una preda facile, come quei due ragazzini che voleva aggredire. Quando ha incrociato noi, invece, ci ha solo guardato male ed è andato avanti”.
    “Noi – concludono – abbiamo avuto la cittadinanza da ragazzini, a 15 anni. Vogliamo far riflettere che se il killer è di origini straniere, lo siamo anche noi. Forse senza la nostra testimonianza sarebbe libero. Pensiamo di aver fatto il nostro dovere”.
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    Capri, la famiglia chiede la verità sulla morte del costumista Luca Canfora

    A un anno dalla morte misteriosa di Luca Canfora a Capri, il costumista che lavorava al film “Parthenope” di Paolo Sorrentino, le cause e il luogo esatto della sua caduta in mare rimangono sconosciuti.PUBBLICITA

    La famiglia continua ad attendere che la Procura di Napoli chiarisca un caso inizialmente etichettato come suicidio, ma che la mancata chiusura dell’inchiesta mantiene avvolto nel mistero.
    “Il primo settembre 2023,” afferma Giuseppe Canfora, fratello di Luca, “Luca è scomparso durante le riprese ai Giardini di Augusto. Da allora, un silenzio inquietante avvolge la sua morte.
    La procura dopo un anno non ha ancora chiuso le indagini
    Non sappiamo i veri motivi della sua scomparsa né da dove sia caduto, ritrovato poi vicino ai Faraglioni. L’unica certezza è l’orario del ritrovamento, le 11:20 del 1° settembre.
    Dopo un anno,” conclude, “speriamo che le indagini possano finalmente far luce su quanto accaduto.” 
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