More stories

  • in

    Torre Annunziata, omicidio Cerrato: chiesti 4 ergastoli

    La Procura di Torre Annunziata ha chiesto l’ergastolo per i quattro imputati che la Corte di Assise di Napoli è chiamata a giudicare per l’omicidio di Maurizio Cerrato, il vigilante 61enne degli scavi di Pompei ucciso a Torre Annunziata, davanti alla figlia, con una coltellata al cuore, la sera del 19 aprile 2021, dopo una lite per un parcheggio.
    A formulare le richieste oggi è stato il sostituto procuratore di Torre Annunziata, Giuliana Moccia, al termine di una lunga (è durata quasi cinque ore) e circostanziata requisitoria durante la quale il magistrato ha ripercorso tutte le fasi di quella tragica sera.
    Di quell’omicidio sono accusati i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella, oltre a Francesco e Antonio Cirillo. Presente, per la famiglia Cerrato, come in quasi tutte le udienze, visibilmente affrante, la vedova e la figlia della vittima, difese dall’avvocato Giovanni Verdoliva.
     Omicidio Cerrato, il custode ucciso per un parcheggio
    La presidente della seconda Corte di Assise di Napoli Concetta Cristiano ha fissato per il prossimo 21 marzo, data in cui si celebrano le vittime delle mafie, l’udienza durante la quale discuteranno gli avvocati della difesa. La sentenza è annunciata per lo stesso giorno. LEGGI TUTTO

  • in

    Blitz anti droga a Torre Annunziata: 17 arresti

    A Torre Annunziata eseguite 17 misure da parte dei Carabinieri nel corso di un blitz anti droga.
    I Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata stanno dando esecuzione a una misura cautelare personale, emessa dal GIP di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di 17 persone, indagate a vario titolo per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto in luogo pubblico di armi comunica sparo, incentrata sul rione popolare “Poverelli” di Torre Annunziata.
    L’inchiesta dei carabinieri ha portato alla luce il lucroso traffico di droga portato avanti da donne e giovanissimi sotto lo stretto controllo delle famiglie criminali del rione Poverelli di Torre Annunziata dove si recavano ad acquistare droga persone da tutti i comuni vicini. LEGGI TUTTO

  • in

    Torre Annunziata, abusi su studentessa minorenne: divieto di dimora per prof

    Secondo l’accusa, avrebbe avuto abusato di un’allieva minorenne dell’istituto nel quale insegnava musica.
    Per questo motivo un docente di scuola superiore di Torre Annunziata  è stato raggiunto da un provvedimento di divieto di dimora in provincia di Napoli, emesso dal gip del tribunale oplontino su richiesta dello locale Procura.
    Ad eseguirlo sono stati gli agenti del commissariato di polizia torrese: l’uomo, a quanto fa sapere la Procura, oltre a dover restare lontano dal territorio della città metropolitana di Napoli, è stato raggiunto anche dal divieto di avvicinarsi al domicilio ed agli altri luoghi frequentati abitualmente dalla persona offesa, oltre ad essere obbligato a mantenere una distanza di almeno 300 metri dalla stessa nel caso di incontro occasionale.
    Per l’indagato l’accusa è di atti sessuali con minorenne. Da ciò che avrebbero appurato gli inquirenti, l’uomo, docente in un istituto scolastico del comprensorio, “abusando – come sottolineano dalla Procura – del rapporto di fiducia instaurato con un’allieva minore dei 18 anni di età, avrebbe compiuto con la stessa, nel periodo dal febbraio al maggio 2022, atti sessuali”, circostanza “di cui venivano a conoscenza la madre della ragazza e i dirigenti scolastici, che denunciavano i fatti al locale commissariato di polizia”.

    Continua a leggere LEGGI TUTTO

  • in

    Torre Annunziata, scarcerata “zia” Maddalena Gemignani, la regina del Penniniello

    Natale a casa per “Zia”, Maddalena Gemignani, la donna che gestiva la piazza di spaccio al rione Penniniello di Torre Annunziata e che era la fornitrice ufficiale della droga per i pusher della Penisola Sorrentina.
    La “zia” come veniva chiamata dai suoi collaboratori e da tutti coloro che acquistavano la droga da lei era stata arrestata nel maxi blitz del 13 dicembre scorso quando il gip Fernanda Iannone del Tribunale di Torre Annunziata aveva firmata un’ordinanza di oltre mille pagine.
    Con lei erano finite in carcere altre 18 persone , mentre tre agli arresti domiciliari e altre nove aveva ricevuto l’ordinanza di divieto di dimora in provincia di Napoli.
    Maddalena Gemignani, ex moglie del boss detenuto Salvatore Carpentieri, ex affiliato del Gionta e fondatore e capo del nuovo cartello criminale di Torre Annunziata, chiamato Quarto Sistema,  gestiva il traffico di droga insieme con il suo attuale compagno Luigi Schettino (ai domiciliari dal giorno del blitz)e con Maria Valito, la suocera Tessitore Anna, la cognata Iolanda Carpentieri e Curcio Pasquale.
    Zia Maddalena, difesa dagli avvocati Giuseppe Matrone di Pompei e Ciro Ottobre di Torre Annunziata, è riuscita ad ottenere i domiciliari con il braccialetto elettronico, dove neanche due settimane di carcere perché mamma di una bambina inferiore ai sei anni. Il gip aveva chiesto però l’allontanamento del suo compagno dal domicilio di Gragnano ma alla fine dopo le argomentazioni dei due difensori  sarà a casa con tutta la famiglia.
    Poi bisognerà attendere la chiusura indagini e la richiesta di rinvio a giudizio. Ma per questo c’è  ancora tempo.

    Continua a leggere LEGGI TUTTO

  • in

    Torre Annunziata, scarcerata “zia” Maddalena Gemignani, la regina del Penniniello

    Natale a casa per “Zia”, Maddalena Gemignani, la donna che gestiva la piazza di spaccio al rione Penniniello di Torre Annunziata e che era la fornitrice ufficiale della droga per i pusher della Penisola Sorrentina.
    La “zia” come veniva chiamata dai suoi collaboratori e da tutti coloro che acquistavano la droga da lei era stata arrestata nel maxi blitz del 13 dicembre scorso quando il gip Fernanda Iannone del Tribunale di Torre Annunziata aveva firmata un’ordinanza di oltre mille pagine.
    Con lei erano finite in carcere altre 18 persone , mentre tre agli arresti domiciliari e altre nove aveva ricevuto l’ordinanza di divieto di dimora in provincia di Napoli.
    Maddalena Gemignani, ex moglie del boss detenuto Salvatore Carpentieri, ex affiliato del Gionta e fondatore e capo del nuovo cartello criminale di Torre Annunziata, chiamato Quarto Sistema,  gestiva il traffico di droga insieme con il suo attuale compagno Luigi Schettino (ai domiciliari dal giorno del blitz)e con Maria Valito, la suocera Tessitore Anna, la cognata Iolanda Carpentieri e Curcio Pasquale.
    Zia Maddalena, difesa dagli avvocati Giuseppe Matrone di Pompei e Ciro Ottobre di Torre Annunziata, è riuscita ad ottenere i domiciliari con il braccialetto elettronico, dove neanche due settimane di carcere perché mamma di una bambina inferiore ai sei anni. Il gip aveva chiesto però l’allontanamento del suo compagno dal domicilio di Gragnano ma alla fine dopo le argomentazioni dei due difensori  sarà a casa con tutta la famiglia.
    Poi bisognerà attendere la chiusura indagini e la richiesta di rinvio a giudizio. Ma per questo c’è  ancora tempo.

    Continua a leggere LEGGI TUTTO

  • in

    Le telecamere e la cimice in auto per scoprire lo spaccio in penisola sorrentina. Tutti i nomi

    La telecamere piazzata a Vico Equense di fronte alla casa della famiglia Rapicano e la cimice nell’auto di Domenico Pulzella ha portato ad elaborare un quadro accusatorio di oltre mille pagine.Tante sono quelle firmate dal gip Fernanda Iannone del Tribunale di Torre Annunziata che stamane raccogliendo le indicazioni del pm Emilio Prisco della locale Procura e dei carabinieri ha spedito in carcere 19 persone mentre per altre tre sono scattati gli arresti domiciliari e infine per nove è scattato il divieto di dimora in provincia di Napoli. Uno dei destinatari dell’ordinanza è sfuggito alla cattura.
    Sono ben 184 i capi di imputazione che rappresentano il compendio di due anni di indagini dei carabinieri e che hanno portato a scoprire un voluminoso traffico di droga lungo l’asse Torre Annunziata, Castellammare, Vico Equense, Massa Lubrense. Tra gli arrestati figura anche il 33enne napoletano Stefano Scalella dei Quartieri Spagnoli a Napoli che è stato per lungo tempo fornitore di droga delle piazze della penisola sorrentina.
    E a proposito delle piazze di spaccio le indagini hanno portato alla luce l’esistenza di ben sette piazze. Quella principale, che poi è quella attraverso la quale avveniva il più consistente approvvigionamento da parte dei pusher della costiera sorrentina è quella del rione Penniniello a Torre Annunziata.
     Le sette piazze di spaccio
    Piazza gestita da Maddalena Gemignani detta la zia, moglie del ras detenuto Salvatore Carpentieri gestita insieme con Maria Valito, la suocera Tessitore Anna, la cognata Iolanda Carpentieri, Luigi Schettino e Curcio Pasquale.
    Poi vi è quella del rione Spiaggia ovvero la zona di via De Gasperi a Castellammare gestita da Rossetti Salvatore, fratello del boss del clan D’Alessandro, Antonio o’ guappone, e Roberto Ferraro.
    Poi vi è quella di vico Sconducci a Vico Equense gestito da Rapicano Luigi,Manfuso Giuseppe, di Somma Andrea e Domenico Pulzella.
    Poi la Piazza di spaccio del Piano Napoli di Boscoreale gestita da Crescenzo Palumbo e Luigi Di Martino
    E ancora la piazza di Pozzano a Castellammare gestita da Raffaele Perillo detto Raffaele di Pozzano.
    E ancora quella gestita da Luciano Polito via Tavernola a Castellammare con la collaborazione dei pusher Brenda Palmieri, Michela Rubicondo, Salvatore Scotognella
    Quella di Ugo Rapicano e Giuseppe De Rosa ovvero la piazza di spaccio di sant’Agata a Massa Lubrense
    E infine quella di Vincenzo Donnarumma e i D’ Apice in via Volte a Gragnano
    Dalle intercettazioni emerge anche il linguaggio criptico usato da venditori e acquirenti per sviare i controlli delle forze dell’ordine. “Mi servono 40 minuti” ovvero una dose di 40 euro oppure 30 minuti per quella da trenta euro. Oppure la “pizza cruda” indicava la cocaina mentre la “pizza cotta” indicava il crack.
    Sono oltre mille le cessioni di sostanza stupefacente documentate dai carabinieri di Sorrento che hanno condottole indagini dalle quali è emerso anche che la piazza di spaccio di Vico Equense serviva almeno 20 clienti al giorno e che ra capace di incassare 70mila euro al mese.
    ORDINANZA IN CARCERE
    CARPENTIERI Salvatore, 33 anni Torre annunziataGEMIGNANI Maddalena, 32 anni Torre AnnunziataCURCIO Pasquale, 51 anni BoscorealeVALITO MARIA, 45 anni BoscorealePALUMBO Crescenzo, 38 anni BoscorealeDI MARTINO Luigi, 40 anni Torre AnnunziataROSSETTI Salvatore, 32 anni CastellammareFERRARO Roberto, 27 anni Pomigliano d’arcoDI SOMMA Andrea, 44anni Vico EquenseMANFUSO Giuseppe, 46 anni Vico EquenseRAPICANO Ugo, 29 anni Massa LubrenseD’AURIA Vincenzo, 31 anni CastellammarePERILLO Raffaele, 29 anni CastellammarePOLITO Luciano, 37 anni CastellammareRUBICONDO Michela, 31 anni CastellammareRAPICANO Baladassarre, 33 anni Piano di SorrentoTESSITORE Anna, 61 anni Torre AnnunziataFALANGA Francesco, 23 anni PompeiSCALELLA STEFANO, 33 anni Napoli
    AGLI ARRESTI DOMICILIARI
    SCHETTINO Luigi, 34 anni GragnanoPULZELLA Domenico, 30 anni Vico EquensePALMIERI Brenda, 29 anni Poggiomarino
    DIVIETO DI DIMORA IN PROVINCIA DI NAPOLI
    DE ANGELIS Gaetano, 23 anni Torre annunziataCARPENTIERI Iolanda, 22 anni Torre annunziataDE ROSA Giuseppe, 33 anni MassaLubrenseAIELLO Ciro, 32 anni Piano di SorrentoCARAVIELLO Salvatore, 51 anni Torre AnnunziataDE ANGELIS Renato, 50 anni Torre annunziataFONTANELLA Antonio, 22 anni GragnanoDONNARUMMA Vincenzo, 24 anni Vico EquenseIZZO Giuseppe, 28 anni Vico Equense

    Continua a leggere LEGGI TUTTO

  • in

    Torre del Greco, condannati gli assassini del luna park

    Sono stati giudicati colpevoli dell’uccisione di Giovanni Guarino, detto “giovannone” il ragazzo di nemmeno 19 anni ammazzato a coltellate nei pressi di un luna park di Torre del Greco la sera dello scorso 10 aprile.
    Per questo motivo i due ragazzi di 15 anni di Torre Annunziata, individuati dagli agenti del commissariato di polizia poco dopo i fatti, la sera della Domenica della palme, sono stati condannati a 14 anni e otto mesi di reclusione dal tribunale per i minori di Napoli.
    In aula erano presenti i genitori e altri parenti del ragazzo ucciso – per il quale è stata anche di recente aperta un’associazione nella zona di largo Santissimo – e l’amico di Guarino, anch’egli poco più che maggiorenne, gravemente ferito nel raid armato della sera del 10 aprile.
    I due ragazzi condannati, è emerso dalle indagini, sono parenti di persone legate al clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata. Al momento della lettura della sentenza in aula, nel tribunale di Torre Annunizata, erano presenti i familiari di Giovanni e Nunzio Abbruzzese, l’amico che rimase gravemente ferito quella tragica sera, accompagnati dagli avvocati Amato Del Giudice e Antonio Borrelli. LEGGI TUTTO

  • in

    Camorra, clan Gionta: chiesti 250 anni di carcere

    Sistema Gionta a Torre Annunziata la Dda di Napoli chiede oltre 250 anni di carcere per il boss Valentino Gionta e tutti i vertici del clan tra cui figlia, genero e nipote.
    “Solo” 18 anni di carcere per il boss Valentino Gionta detenuto al 41 bis nel carcere di Sassari, pene maggiori invece richieste per Giuseppe Carpentieri, suo genero, (20 anni) rimasto ferito in un agguato mentre prendeva il sole sul terrazzo di casa. Era lui secondo la Dda a comandare il clan e a controllare il traffico di droga e il giro delle estorsioni a Torre Annunziata. Per la moglie, Teresa Gionta, figlia del boss invece la richiesta è stata di 15 anni di carcere.
    Venti anni di carcere per i fedelissimo Alfredo Della Grotta e Salvatore Palumbo,  così come per Luca Cherillo, ritenuto ai vertici del nuovo clan del Quarto Sistema, composto da giovanissimi fuoriusciti dai Gionta e che da alcuni anni hanno iniziato una sorta di faida interna. Mentre suo fratello Pasquale Cherillo – come riporta Il Mattino- ha chiesto di essere giudicato con rito ordinario insieme a Raffaele Della Grotta.Diciotto anni di carcere la richiesta anche per un altro Valentino Gionta, il 39enne figlio di Ernesto, fratello del capoclan.
    Quindici anni di carcere invece per Ciro Coppola (figlio dell’ergastolano Giuseppe)  e per Angelo Palumbo. Mentre per Antonio Cirillo, già a processo perché accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio di Maurizio Cerrato, ucciso per un parcheggio,  la pena richiesta è di dodici anni di reclusione, come per Antonio Palumbo, Salvatore Agnello Palumbo, Michele Guarro (anche lui ferito in un agguato poche settimane prima dell’arresto) e Immacolata Salvatore, moglie di Pasquale Gionta. Chiesti infine dieci anni di carcere, infine, per Michele Colonia (rampollo del clan Gallo-Cavalieri) e Luigi Esposito.

    Continua a leggere LEGGI TUTTO

  • in

    Camorra, ecco come i soci di Imperiale e Carbone trasportavano la droga a Napoli e provincia

    Era il gruppo di Torre Annunziata che faceva capo al narcos Francesco De Simone a gestire un ingente traffico internazionale di droga per portare la cocaina dall’Olanda in tutta la provincia di Napoli.Lui e i suoi fedelissimi Mario lovene, Sabatino Pinto, Francesco Maresca e un ricercato erano i capi dell’organizzazione smantellata ieri dalla Dda di Napoli che ha portato al blitz con 19 misure cautelari.
    Ma il “sistema” si sarebbe avvalso di persone della provincia di Padova (Baggio, Galiazzo e Bagato) in grado di garantire il supporto logistico e di un intermediatore (l’albanese Dashmir Lazri) per l’acquisto della cocaina. Sono 25 le ordinanze e 19 le misure cautelari (13 in carcere, 3 agli arresti domiciliari, 3 al divieto di dimora in Campania) eseguite all’esito di un blitz dei militari del comando provinciale.
    L’ordinanza del gip Lucia De Micco ha portato all’esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti di Vanni Bagato, Paolo Baggio, Carmine Balzano, Antonio Barlese. Alessandro Canfora, Mario Criscuolo, Francesco De Simone. Tiziano Galiazzo, Antonio lovene, Mario lovene, Vincenzo lovene, Dashmir Lazri, Francesco Maresca, Sabatino Pinto e Umberto Tozzi, mentre altri 4 risultano ricercati.
    Ai domiciliari invece, sono finiti Angela Antille, Salvatore Scarpa e Rosa Volonnino. Sono tutti accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nonché di importazione, cessione ed illecita detenzione di droga. Il divieto di dimora in Campania, infine, è stato applicato per Juan Carlos Cianci Novoa, Francesco levane e Vittorio Nappi.
    Lo stupefacente sarebbe stato dapprima occultalo in doppi fondi ricavati nei veicoli utilizzati per il trasporto, per poi essere distribuito all’ingrosso attraverso una fitta rete di sodali che si sarebbero occupati, a vario titolo, delle consegne e dei trasferimenti di denaro.
    Il sistema per il trasporto della droga era sempre lo stesso: auto di piccola cilindrata in affitto guidate da incensurati, uomini e donne. Ma quelle auto avevano dei doppi fondi creati da specialisti in grado di occultare all’interno anche dieci chili di droga.Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati sequestrati circa 121 kg di cocaina ad opera del Gico del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Napoli. Il gruppo come ha raccontato il pentito Andrea Lollo, ex fedelissimo del narcos internazionale Raffaele Imperiale, era legato appunto al duo dell’ex latitante a Dubai e Bruno Carbone.
    Come riporta Il Roma: “I miei rapporti con Francesco De Simone sono ripresi dopo che sono stato scarcerato a novembre 2013. Mi recai dalla moglie di Bruno Carbone,Viola, e lei mi ha messo in contatto con Vincenzo Esposito ’o topo e sono andato in Olanda da lui per prendere accordi. Mi disse che aveva contatti con Francesco De Simone e Mario Iovine. Mi dissero che stavano caricando la droga in Olanda da Bruno Carbone”.

    Continua a leggere LEGGI TUTTO

  • in

    Camorra, ecco come i soci di Imperiale e Carbone trasportavano la droga a Napoli e provincia

    Era il gruppo di Torre Annunziata che faceva capo al narcos Francesco De Simone a gestire un ingente traffico internazionale di droga per portare la cocaina dall’Olanda in tutta la provincia di Napoli.Lui e i suoi fedelissimi Mario lovene, Sabatino Pinto, Francesco Maresca e un ricercato erano i capi dell’organizzazione smantellata ieri dalla Dda di Napoli che ha portato al blitz con 19 misure cautelari.
    Ma il “sistema” si sarebbe avvalso di persone della provincia di Padova (Baggio, Galiazzo e Bagato) in grado di garantire il supporto logistico e di un intermediatore (l’albanese Dashmir Lazri) per l’acquisto della cocaina. Sono 25 le ordinanze e 19 le misure cautelari (13 in carcere, 3 agli arresti domiciliari, 3 al divieto di dimora in Campania) eseguite all’esito di un blitz dei militari del comando provinciale.
    L’ordinanza del gip Lucia De Micco ha portato all’esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti di Vanni Bagato, Paolo Baggio, Carmine Balzano, Antonio Barlese. Alessandro Canfora, Mario Criscuolo, Francesco De Simone. Tiziano Galiazzo, Antonio lovene, Mario lovene, Vincenzo lovene, Dashmir Lazri, Francesco Maresca, Sabatino Pinto e Umberto Tozzi, mentre altri 4 risultano ricercati.
    Ai domiciliari invece, sono finiti Angela Antille, Salvatore Scarpa e Rosa Volonnino. Sono tutti accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nonché di importazione, cessione ed illecita detenzione di droga. Il divieto di dimora in Campania, infine, è stato applicato per Juan Carlos Cianci Novoa, Francesco levane e Vittorio Nappi.
    Lo stupefacente sarebbe stato dapprima occultalo in doppi fondi ricavati nei veicoli utilizzati per il trasporto, per poi essere distribuito all’ingrosso attraverso una fitta rete di sodali che si sarebbero occupati, a vario titolo, delle consegne e dei trasferimenti di denaro.
    Il sistema per il trasporto della droga era sempre lo stesso: auto di piccola cilindrata in affitto guidate da incensurati, uomini e donne. Ma quelle auto avevano dei doppi fondi creati da specialisti in grado di occultare all’interno anche dieci chili di droga.Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati sequestrati circa 121 kg di cocaina ad opera del Gico del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Napoli. Il gruppo come ha raccontato il pentito Andrea Lollo, ex fedelissimo del narcos internazionale Raffaele Imperiale, era legato appunto al duo dell’ex latitante a Dubai e Bruno Carbone.
    Come riporta Il Roma: “I miei rapporti con Francesco De Simone sono ripresi dopo che sono stato scarcerato a novembre 2013. Mi recai dalla moglie di Bruno Carbone,Viola, e lei mi ha messo in contatto con Vincenzo Esposito ’o topo e sono andato in Olanda da lui per prendere accordi. Mi disse che aveva contatti con Francesco De Simone e Mario Iovine. Mi dissero che stavano caricando la droga in Olanda da Bruno Carbone”.

    Continua a leggere LEGGI TUTTO

  • in

    Torre Annunziata, importavano cocaina dall’Olanda: 19 misure cautelari

    Torre Annunziata. Nel corso degli ultimi anni hanno invaso il territorio della provincia di Napoli con un fiume di cocaina tanto che nel corso delle indagini venivano sequestrati circa 121 kg. di cocaina ad opera del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Napoli.
    E stamane i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 persone (13 sottoposte alla misura della custodia in carcere, 3 a quella degli arresti domiciliari, 3 al divieto di dimora in Campania).
    Tutte gravemente indiziate dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nonché di importazione, cessione ed illecita detenzione di droga.
    In particolare, all’esito di articolate indagini, sarebbe stata ricostruita l’attività di un’associazione, con base operativa in Napoli e provincia, finalizzata all’importazione dall’estero (soprattutto dall’Olanda) ed alla successiva commercializzazione sul territorio nazionale di droga.
     La droga nascosta nei doppi fondi delle auto
    Lo stupefacente sarebbe stato dapprima occultato in doppi fondi ricavati nei veicoli utilizzati per il trasporto, per poi essere distribuito all’ingrosso attraverso una fitta rete di sodali che si sarebbero occupati, a vario titolo, delle consegne e dei trasferimenti di denaro.
    Tale articolato sistema avrebbe garantito un costante rifornimento di droga attraverso ingenti carichi di stupefacente provenienti dall’estero e destinati ad essere rivenduti sul territorio di Torre Annunziata.
    Nel corso delle indagini venivano sequestrati circa 121 kg. di cocaina ad opera del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Napoli.

    Continua a leggere LEGGI TUTTO