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    Detenuta tenta il suicidio nel carcere di Benevento: salvata dalle agenti penitenziarie

    Detenuta tenta il suicidio nel reparto femminile del carcere di Benevento: salvata dal pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria.PUBBLICITA

    La detenuta già nota per precedenti episodi di aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria, di incendio di materiale dell’Amministrazione Penitenziaria e di sommossa, ieri ha provato a farla finita procurandosi un cappio e tentando il suicidio per impiccagione, ma il tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria di turno ha scongiurato il peggio.

    Per il segretario regionale CON.SI.PE Campania, Tommaso De Lia “il plauso và a tutto quel personale di Polizia Penitenziaria campano che ogni giorno tra le molteplici difficoltà che il sistema Penitenziario attuale presenta, riesce con spirito di sacrificio ed alto senso del dovere a salvare vite umane dallo sconforto, come quello di ieri a Benevento.
    La Campania ha 7400 detenuti e molti vivono in penitenziari obsoleti e sovraffollati, ma la cosa ancor più grave è che la grave carenza di personale di Polizia Penitenziaria per oltre 1000 unità ad avviso del CON.SI.PE. visti i carichi di lavoro sui poco meno dei 4000 poliziotti in forza, ma non tutti disponibili per varie problematiche, danno la percezione di uno stato di abbandono che spesso crea forte sconforto, ma soprattutto mancanza di sicurezza”.

    Per il vicepresidente CON.SI.PE. Luigi Castaldo: “oggi alla luce delle tante criticità che vive il Corpo di Polizia Penitenziaria è diventata una missione operare in determinati contesti, che andrebbe valorizzata sotto tanti aspetti, il Governo dovrebbe incentivare con i mezzi a disposizione, i tanti poliziotti penitenziari in prima linea che ogni giorno affrontano realtà a molti sconosciute e surreali, laddove solo la pazienza ed il coraggio fanno la differenza”.

    Per il CON.SI.PE il plauso và al personale femminile del carcere di Benevento che ieri ha compiuto un gesto se pur doveroso ma nobile.
    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Castellammare ladro in fuga si aggrappa al cornicione: arrestato. Aveva finto il suicidio

    Castellammare di Stabia. Scene da film ieri sera a Castellammare di Stabia dove un ladro in fuga si è aggrappato al cornicione di un terzo piano, fingendo di volersi suicidare per sfuggire ai Carabinieri.PUBBLICITA

    L’uomo, un 36enne già noto alle forze dell’ordine, era entrato nell’appartamento di un pensionato 70enne per rubare. Sorpreso dal vicinato, ha tentato la fuga dalla finestra, ma l’altezza lo ha bloccato.

    I Carabinieri, allertati dalle urla dei passanti, sono intervenuti sul posto e hanno trovato l’uomo aggrappato al cornicione. Inizialmente, pensando a un tentativo di suicidio, hanno allertato i vigili del fuoco.
    Solo dopo aver ricostruito l’accaduto, i militari hanno scoperto la vera intenzione del 36enne: evitare l’arresto.

    Il ladro, identificato come Armando Cimmino di Casola di Napoli, è stato tratto in salvo dai vigili del fuoco e arrestato dai Carabinieri. Dovrà rispondere di tentato furto.

    L’episodio ha destato grande apprensione tra i residenti della zona, che hanno assistito alle concitate fasi dell’operazione di soccorso e ripreso con i telefonini la scena.
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    Sventato nuovo tentato suicidio nella notte al carcere di Poggioreale

    Nella notte scorsa, un altro tentativo di suicidio è stato sventato nel carcere di Poggioreale. Un detenuto napoletano di 60 anni, al terzo piano del reparto Genova, ha cercato di impiccarsi utilizzando la cintura dei pantaloni, attaccandola alla finestra del bagno. Fortunatamente, l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria, allertato dagli altri detenuti nella cella, ha impedito la tragedia.
    Luigi Castaldo, segretario regionale del CON.SI.PE Campania, ha espresso preoccupazione per l’aumento dei tentativi di suicidio: “Negli ultimi tempi abbiamo registrato una media di oltre un tentativo di impiccagione al giorno e un suicidio ogni tre giorni. Questo ci deve far riflettere sulle attuali condizioni di molti penitenziari italiani.” Il carcere di Poggioreale è tra i più affollati d’Italia, ospitando oltre 2000 detenuti, e soffre di gravi carenze di personale, sia di Polizia Penitenziaria che di altre figure professionali essenziali.
    Castaldo sottolinea l’urgenza di una nuova organizzazione carceraria: “È necessario un incremento di educatori, psicologi, psichiatri, medici, infermieri e assistenti sociali, per contrastare il senso di abbandono che pervade questi ambienti.” Ha poi lodato il personale di Polizia Penitenziaria per la loro professionalità e umanità, sottolineando che, nonostante le difficoltà, continuano a dimostrare dedizione in un contesto che spesso alimenta odio e violenza.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Benevento suicidio sventato: poliziotto penitenziario salva un detenuto

    Benevento. Un tentativo di suicidio è stato sventato ieri pomeriggio nel carcere di Benevento grazie al tempestivo intervento di un poliziotto penitenziario.
    Un detenuto napoletano di 50 anni ha tentato di impiccarsi con un cappio legato alla finestra della propria cella. Il poliziotto di turno, accortosi del gesto, è intervenuto tempestivamente e ha salvato la vita all’uomo.
    L’episodio ha acceso i riflettori sulle condizioni del sistema penitenziario campano.
    Il segretario regionale del Consipe Campania, Luigi Castaldo, e il suo vice, Tommaso De Lia, hanno denunciato la mancanza di personale qualificato nelle carceri, come educatori, psicologi, psichiatri e assistenti sociali.
    “Purtroppo l’accaduto di ieri è la conferma di un sistema penitenziario in difficoltà”, hanno dichiarato i due sindacalisti. “Mancano le figure professionali che potrebbero supportare psicologicamente i detenuti e aiutarli nel loro percorso di reinserimento.”
    Castaldo e De Lia hanno inoltre criticato la mancanza di risposte concrete da parte dell’amministrazione penitenziaria alle segnalazioni fatte dai sindacati.
    “Nonostante le ripetute denunce delle carenze organizzative”, hanno affermato, “non sono state messe in atto misure concrete per migliorare la situazione. Solo grazie al sacrificio e all’abnegazione del personale penitenziario si riescono a scongiurare tragedie come quella di ieri.”
    I due sindacalisti hanno infine rivolto un plauso al poliziotto che ha salvato la vita al detenuto.“Grazie al suo coraggio e alla sua professionalità”, hanno concluso, “una vita umana è stata salvata”.
    L’episodio di Benevento è un monito per le istituzioni competenti a intervenire con urgenza per migliorare le condizioni del sistema penitenziario campano e garantire il benessere psicologico dei detenuti.
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    A Napoli detenuto tenta il suicidio: salvato da agente penitenziario

    Napoli. Un detenuto italiano di 40 anni ha tentato di togliersi la vita al terzo piano del padiglione Milano del carcere napoletano di Poggioreale. L’uomo, affetto da forte depressione, era già sotto stretta osservazione per il rischio di suicidio.

    Il detenuto ha tentato di impiccarsi utilizzando un cappio realizzato con le lenzuola legate alle inferriate della finestra. Solo il tempestivo intervento del poliziotto penitenziario di turno ha scongiurato il peggio. Grazie al suo pronto intervento, il detenuto è stato salvato e ora si trova sotto sorveglianza a vista 24 ore su 24.
    L’episodio ha acceso i riflettori sulle condizioni del carcere di Poggioreale e sulla carenza di personale di Polizia Penitenziaria. Il segretario regionale Con.si.pe Campania, Luigi Castaldo, ha sottolineato “l’importanza della presenza fisica del personale di Polizia Penitenziaria”, evidenziando però che “l’atavica carenza di organico stia ormai mettendo a rischio la sicurezza”.
    Castaldo ha infatti denunciato la mancanza di oltre 200 poliziotti penitenziari a Poggioreale, una situazione che “non solo mette in discussione la sicurezza di tutti ma soprattutto obbliga il poco personale a carichi di lavoro eccessivi”.
    La necessità di figure professionali specializzate
    Oltre all’aumento del personale di Polizia Penitenziaria, il Con.si.pe ritiene necessario “una presenza costante in prima linea di figure professionali specializzate al trattamento dei reclusi come educatori, psicologi e psichiatri, assistenti sociali”.
    Secondo Castaldo, queste figure “creerebbe più vita in carcere laddove oggi si vive uno stato di abbandono pomeridiano e nei fine settimana”.
    Il ruolo del poliziotto penitenziario
    Il segretario regionale Con.si.pe ha concluso sottolineando che il poliziotto penitenziario “deve fare il poliziotto”, mentre oggi “troppi sono gli incarichi previsti che mettono in discussione il mandato istituzionale, specie con le attuali carenze organiche”. LEGGI TUTTO

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    Suicidio sui binari tra Battipaglia e Bellizzi

    Ieri pomeriggio un  uomo si è gettato sotto un treno in corsa nella stazione di Bellizzi-Montecorvino Rovella, lasciando il macchinista inorridito. La scena è stata così devastante che ha reso difficile il recupero del corpo dilaniato dalle autorità intervenute sul posto.
    Il macchinista, ignaro della presenza di persone nelle zone interdette, ha compreso l’accaduto solo sentendo l’impatto con il corpo della vittima. La circolazione ferroviaria è stata interrotta per tre ore e le indagini per chiarire l’accaduto sono durate per tutta la notte.
    L’uomo, di circa quarant’anni, è stato trovato senza vita tra Battipaglia e Bellizzi, in una zona priva di banchine, suggerendo che si sia trattato di un gesto volontario. La difficile identificazione dell’uomo ha reso necessaria la comparazione dei pochi dettagli disponibili con eventuali segnalazioni di persone scomparse.
    Nel frattempo, i passeggeri a bordo del convoglio sono rimasti bloccati per tre ore, causando disagi notevoli lungo l’intera linea ferroviaria. Servizi sostitutivi su gomma sono stati attivati da Trenitalia per garantire i collegamenti regionali tra Salerno e Battipaglia, cercando di limitare i disagi causati dalla tragica vicenda. LEGGI TUTTO

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    Suicidio in carcere a Latina: il 17esimo dall’inizio dell’anno

    Un detenuto di origine indiana, 36enne, in attesa di giudizio per reati a sfondo sessuale, è stato trovato impiccato nel bagno della sua cella nel reparto precauzionale del carcere di Latina.
    Il sindacato Uilpa denuncia la “strage” in corso nelle carcere italiane: “Questo è il 17esimo suicidio dall’inizio dell’anno”, ha dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria.”
    De Fazio critica la mancanza di soluzioni concrete da parte della politica: “Dall’inizio dell’anno, 17 persone si sono tolte la vita in carcere, e un agente di polizia penitenziaria si è suicidato. La strage continua, mentre dalla politica maggioritaria e dal Governo non si intravedono soluzioni. Neppure il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, ha potuto indicare soluzioni concrete e immediate.”
    Il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria sottolinea la gravità della situazione: “Quanto sta avvenendo nelle carceri non può lasciare indifferenti. Non si può considerare ordinario un sistema che registra suicidi, omicidi, risse, rivolte, aggressioni alla Polizia penitenziaria, traffici illeciti e possibili degenerazioni. Non è arginabile con strumenti ordinari.”
    La tragedia di Latina è l’ennesimo monito sulla drammatica situazione delle carceri italiane. È urgente un intervento concreto da parte delle istituzioni per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e tutelare la sicurezza di tutti.
    La morte del detenuto di Latina è una tragedia che non può essere ignorata. È necessario un impegno serio e concreto da parte di tutti per migliorare la situazione delle carceri italiane e garantire i diritti di tutti i detenuti. Il tasso di suicidi nelle carceri italiane è uno dei più alti in Europa. LEGGI TUTTO

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    MIgrante si impicca ne Cpr, aveva scritto: “Se morissi vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa”

    Un 22enne migrante originario della Guinea si è impiccato la scorsa notte all’inferriata esterna del suo settore nel Cpr di Ponte Galeria, alla periferia di Roma. Sul muro, con un mozzicone di sigaretta, ha lasciato un messaggio straziante: “Se morissi vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta”. Parole che rivelano la disperazione per un sogno tradito, quello di una vita migliore.La realtà per il giovane è stata invece quella di una reclusione lunga mesi, diventata inaccettabile. “I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro. L’Africa mi manca molto e anche mia madre, non deve piangere per me. Pace alla mia anima, che io possa riposare in pace”, si legge ancora nel messaggio.
    Il suicidio ha scatenato la rivolta degli altri ospiti del centro, con il ferimento di due carabinieri e un militare dell’esercito. I disordini, con il lancio di sassi, il tentativo di incendiare un’auto e quello di sfondare una porta, sono stati sedati dalle forze dell’ordine, anche con il ricorso ai lacrimogeni.
    L’ennesima tragedia nel sistema di accoglienza italiano accende i riflettori sulle condizioni inumane in cui versano molti CPR. Da inizio anno sono 15 i morti dietro le sbarre, migranti esclusi.
    Le reazioni
    L’opposizione chiede la chiusura del Centro di Ponte Galeria, da sempre al centro di polemiche. Non è l’unica struttura ad essere finita sotto accusa: negli ultimi giorni proteste si sono registrate anche nei CPR di Gradisca d’Isonzo e Milo.
    “Non c’è bisogno di aspettare le indagini per poter dire che luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani. Non c’era bisogno di aspettare la morte di un giovane ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi”, afferma la garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone.
    Anche il carcere italiano vive una drammatica emergenza: dall’inizio dell’anno quasi uno ogni due giorni i suicidi.
    “Si può e talvolta si deve ricorrere alle misure alternative”, ha detto il ministro Carlo Nordio, sottolineando la necessità di incidere sulla carcerazione preventiva.
    Un sistema da ripensare
    Le morti di Ponte Galeria e delle carceri italiane sono un monito: il sistema di accoglienza e di detenzione va ripensato radicalmente. Non si può continuare a ignorare la sofferenza e la disperazione di chi si trova ai margini della società.
    Il giovane suicida di Ponte Galeria era arrivato da pochi giorni dal Centro di Trapani. Venerdì era stato visto disperato da alcuni operatori. Piangeva, riferiva che voleva tornare nel suo Paese perché aveva lì due fratelli piccoli di cui occuparsi. LEGGI TUTTO

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    Suicidio sui binari della Circumvesuviana a Torre del Greco: circolazione treni sospesa

    Un probabile suicidio ha bloccato la circolazione dei treni della Circumvesuviana. La tragedia si è consumata tra le stazioni di Torre del Greco e Sant’Antonio.
    La circolazione ferroviaria è sospesa a causa di un investimento conseguente ad un probabile suicidio.
    In una nota L’Eav spiega che “I treni in partenza da Napoli per Poggiomarino e Sorrento limitano il servizio ferroviario a Torre del Greco. I treni in partenza da Sorrento e Poggiomarino per Napoli limitano la corsa a Torre Annunziata. E’ stato disposto servizio autobus sostitutivo”. LEGGI TUTTO

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    Poggioreale, detenuto 30enne tenta il suicidio: salvato dagli agenti

    Tentativo di suicidio di un trentenne napoletano presso il carcere di Poggioreale, sventato grazie al tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di turno.
    Ieri nel tardi pomeriggio un detenuto trentenne di Napoli si è impiccato alla finestra della propria camera di pernottamento con le lenzuola.Il tentativo di suicidio è fallito grazie alla scaltrezza del personale di Polizia Penitenziaria di turno che sentito un rumore strano dello sgabello mentre effettuava un giro di controllo si è reso conto di ciò che stava accadendo.
    “Pochi secondi e avremmo avuto il quinto detenuto morto a Poggioreale dall’inizio dell’anno”, racconta il segretario regionale Campania CON.SI.PE Castaldo Luigi.
    E poi spiega: “Purtroppo è sempre più insostenibile il carcere nelle attuali condizioni, troppi detenuti e tra essi troppi psichiatrici che rendono il contesto ancor più sofferente e destabilizzante”.
    Per il sindacalista Castaldo “urge una riorganizzazione dell’attuale sistema penitenziario che col passare del tempo dimostra i suoi fallimenti: poco personale di Polizia Penitenziaria, poche figure sanitarie specialistiche, pochi educatori, pochi psichiatrici e poco personale amministrativo.
    Castaldo del Consipe: “Poggioreale è una polveriera umana”
    I tanti ritardi organizzativi e strutturali fanno del carcere di Poggioreale una polveriera umana che trova una piccola valvola di sfogo nella tanta umanità del poco personale di Polizia Penitenziaria a cui vanno i nostri elogi per aver ancora una volta salvato una vita, anche sé i risvolti di questi tragici eventi non sempre hanno un finale come quello di oggi”. LEGGI TUTTO

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    L’EPISODIO Castellammare: madre ricoverata per violenze, figlio 16enne minaccia di darsi fuoco. Salvato dai carabinieri

    Siamo a Castellammare, è sera e in quelle ore c’è un ragazzo – ha 16 anni – che è pervaso dal buio nell’anima. Il luogo è l’ospedale San Leonardo e i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia stabiese – allertati dal 112 – intervengono per un ragazzino in stato di agitazione.
    Pochi minuti e i militari sono davanti al pronto soccorso. Nel piazzale trovano il ragazzo in preda al panico e c’è un forte odore di benzina. Il 16enne si è cosparso del liquido infiammabile e nella mano destra ha un accendino, minaccia di darsi fuoco. Pare un gesto di un giovane invasato ma in realtà si nasconde una tragica storia fatta di sofferenze indicibili.
    Una richiesta di aiuto per un ragazzino che deve affrontare un problema molto più grande di lui. I Carabinieri si avvicinano al ragazzo e gli si gettano addosso. Strappano dalle sue mani l’accendino e lo portano in caserma. Pochi secondi negli uffici che culminano in un pianto forse liberatorio e una vicenda familiare ancora da ricostruire.
    La mamma del ragazzo infatti è in ospedale. La donna è ricoverata per delle lesioni e a picchiarla, scopriranno i militari, è stato il marito. I carabinieri procedono secondo i dettami del “codice rosso” comprendendo così il gesto di quel ragazzo che forse in quel modo plateale e all’apparenza insano ha voluto chiedere aiuto per porre fine ai tormenti patiti non solo da lui ma anche e soprattutto da sua madre, vittima di violenza di genere, che lui non riusciva a difendere dal proprio papà. LEGGI TUTTO

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    Valle di Maddaloni, chiama i carabinieri e salva la moglie che aveva deciso di suicidarsi

    La tempestiva telefonata fatta dal marito alla Stazione Carabinieri ha permesso di bloccare la moglie pochi attimi prima che commettesse l’insano gesto e di salvarle la vita.
    È accaduto poco prima delle 12.00 di oggi quando un uomo con voce tremante ha chiamato i Carabinieri di una piccola Stazione della provincia di Benevento riferendo di aver rinvenuto in casa una lettera scritta dalla propria moglie che solo pochi minuti prima si era allontanata frettolosamente a bordo della loro macchina in direzione di Valle di Maddaloni, nel casertano.
    L’uomo, molto preoccupato, ha riferito al militare di servizio che nella lettera era indicato che la moglie aveva intenzione di togliersi la vita.
    L’immediata comunicazione intercorsa tra i reparti dell’Arma delle due province ha permesso di attivare le ricerche da parte delle pattuglie in circuito.
    Ed è stato così che lungo la strada che conduce all’Acquedotto Carolino, proprio nel territorio di Valle di Maddaloni, grazie alle dettagliate informazioni fornite dal marito circa l’autovettura e l’abbigliamento della donna, i carabinieri della locale Stazione sono riusciti ad intercettarla.
    La donna quando ha visto i carabinieri si è chiusa nell’abitacolo dell’auto
    Alla vista dei militari la 36enne, in stato confusionale e fortemente agitata, ha subito arrestato la marcia chiudendosi in auto e ripetendo continuamente di volerla fare finita.
    Solo dopo una lunga trattativa la donna ha aperto la portiera ed avviato una pacata conversazione con i carabinieri che sono riusciti a calmarla e ad affidarla alle cure del personale sanitario del “118”, nel frattempo fatto intervenire sul posto. LEGGI TUTTO