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    Napoli ricorda Giogiò: una corona di fiori sul luogo dell’omicidio

    Si è svolta questa mattina in Piazza Municipio una commovente cerimonia commemorativa per Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista tragicamente ucciso un anno fa da un coetaneo. Alla cerimonia, oltre ai genitori di Giovanbattista, Daniela Di Maggio e Franco Cutolo, accompagnati dalla sorella Ludovica, hanno partecipato numerose autorità civili e militari.PUBBLICITA

    Tra i presenti figuravano il Prefetto di Napoli Michele di Bari, il Vice Sindaco di Napoli Laura Lieto, l’Assessore alla legalità Antonio De Iesu, e il Presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero. Accanto a loro, gli onorevoli Francesco Emilio Borrelli e Dario Carotenuto, oltre a diversi sindaci e rappresentanti dei comuni dell’area metropolitana. Non sono mancati i vertici delle forze dell’ordine, tra cui il Questore di Napoli Maurizio Agricola, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Paolo Borrelli e il Colonnello Andrea Leo in rappresentanza del Comando Provinciale dei Carabinieri.
    Durante il suo intervento, il Prefetto Di Bari ha espresso parole cariche di emozione e riflessione: “Un vento di dolore, sofferenza e rabbia soffia più forte sulla nostra comunità nel ricordo di Giovanbattista, o come lo chiamavano affettuosamente tutti, Giogiò, a un anno dalla sua scomparsa. L’evento luttuoso che ha travolto la famiglia e scosso la comunità ha trovato una risposta rapida da parte della giustizia, ma quella che chiama in causa le coscienze e invoca un cambio di passo, soprattutto tra i giovani, è una responsabilità che ricade su ognuno di noi”.
    Il prefetto ha poi lanciato un appello forte e chiaro, sottolineando l’importanza di non relegare tragedie come quella di Giogiò a mere vicende di cronaca giudiziaria: “È l’ora di un poderoso sussulto, che richiede una singolare attenzione verso queste morti assurde, affinché si possa rafforzare la coesione sociale. Bisogna trasformare il dolore in un’opportunità per perseguire nuovi obiettivi e costruire una comunità più forte e unita”.
    La cerimonia ha avuto il suo culmine con la deposizione di una corona di fiori nel luogo della tragedia, un gesto simbolico che vuole mantenere vivo il ricordo di Giogiò e far sì che il suo talento e la sua passione per la musica diventino un patrimonio condiviso dalla comunità. “Da questo luogo – ha concluso il prefetto – dobbiamo ripartire affinché le aspirazioni e l’attività di Giovanbattista possano continuare a vivere, diventando un esempio e uno stimolo per tutti i giovani”.
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    Controlli della polizia locale in diversi quartieri di Napoli: multe e sequestri

    La Polizia Locale di Napoli ha intensificato le attività di controllo sul territorio, intervenendo in numerosi settori, tra cui polizia stradale, amministrativa, turistica, ambientale ed edilizia.PUBBLICITA

    Le operazioni si sono concentrate principalmente nelle aree di Avvocata, Montesanto, Quartieri Spagnoli, Mercato-Pendino e Vomero. In via Salvator Rosa, un’officina è stata oggetto di un controllo approfondito che ha portato al sequestro di sette motocicli parcheggiati abusivamente sul suolo pubblico e privi di assicurazione.
    I veicoli, posizionati tra marciapiede e strada ostacolando il passaggio pedonale, sono stati rimossi e posti sotto custodia giudiziaria. Il titolare dell’officina è stato denunciato per guida con patente sospesa e per oltraggio a pubblico ufficiale, dopo essere stato sorpreso alla guida di uno scooter sebbene avesse la patente sospesa per altre precedenti violazioni.
    In via Toledo, i controlli in base al codice della strada hanno portato alla contestazione di 6 verbali per guida senza patente, mancanza di copertura assicurativa e mancata revisione. Inoltre sono stati sanzionati 2 venditori itineranti per esercizio in zona interdetta alla vendita.
    In via Marina, tre veicoli parcheggiati irregolarmente sul marciapiede sono stati rimossi, mentre altre quattro infrazioni sono state contestate ai conducenti sopraggiunti. In via Salvator Rosa, all’altezza di via Imbriani, un ambulante è stato sanzionato in quanto aveva legato il proprio banco vendita in metallo alla ringhiera comunale, occupando abusivamente il suolo pubblico.
    A seguito della sanzione, l’ambulante ha provveduto a rimuovere il banco e a ripristinare lo stato dei luoghi. Nelle aree di Montesanto e via Ventaglieri sono state controllate sette attività commerciali, rilevando nove irregolarità amministrative e sono stati effettuati due sequestri amministrativi di frutta e verdura per un totale di 50 chili circa di merce esposta agli agenti atmosferici e collocata su carreggiata stradale.

    In via Padre Ludovico da Casoria, nel quartiere Mercato Pendino, è stato sottoposto a sequestro un B&B per gravi abusi edilizi e irregolarità amministrative. Il titolare aveva frazionato illegalmente un terraneo di circa 40 mq in due unità, con altezze interne non conformi alla normativa vigente.
    La struttura è stata sequestrata e il titolare denunciato alla Procura della Repubblica per violazioni edilizie. Infine al Vomero dai controlli al codice della strada sono scaturiti 16 procedimenti verbali ed effettuate 2 rimozioni coatte.
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    Napoli, ruba bici in piazza Garibaldi e tenta di aggredire gli agenti: arrestato  32enne.

    Napoli. Nello scorso pomeriggio, gli agenti del Commissariato Vicaria-Mercato, durante un servizio di controllo del territorio, mentre transitavano in piazza Garibaldi, sono stati avvicinati da alcuni passanti che hanno segnalato un uomo che stava armeggiando con una bici legata a un palo in via Silvio Spaventa.PUBBLICITA

    I poliziotti, intervenuti prontamente, hanno notato un uomo che, in quel momento, stava salendo in sella alla bici e che, alla loro vista, ha accelerato la fuga in direzione di piazza Garibaldi per evitare il controllo.
    Tuttavia, è stato immediatamente raggiunto e, dopo una colluttazione durante la quale l’uomo ha tentato di colpire gli agenti con un oggetto metallico, è stato bloccato. È stato trovato in possesso di un cacciavite con cui aveva forzato il lucchetto della bici.
    Per questi motivi, l’indagato, identificato come un 32enne marocchino con precedenti penali, è stato arrestato per furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli.
    Infine, la bici è stata restituita al suo legittimo proprietario.
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    Napoli, la funicolare di Chiaia. un’emergenza che dura da troppo

    Napoli Dal 1° ottobre 2022, la funicolare di Chiaia è ferma, lasciando a piedi oltre 15mila pendolari ogni giorno.PUBBLICITA

    Nonostante l’urgenza della situazione e i disagi causati alla cittadinanza, i lavori di manutenzione sembrano arenarsi, con ritardi ingiustificati che si protraggono ormai da quasi due anni.
    Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, denuncia la grave situazione: “La funicolare di Chiaia, un pezzo di storia della nostra città, è stata costruita in poco più di due anni alla fine del XIX secolo. Oggi, con le tecnologie moderne, ci vogliono quasi due anni solo per dei lavori di manutenzione ordinaria. È inaccettabile”.
    La chiusura prolungata della funicolare ha provocato un caos circolatorio al Vomero, soprattutto nelle ore di punta.L’assenza di un servizio sostitutivo efficiente ha aggravato i disagi per studenti, lavoratori e residenti.
    “Nonostante le proteste e le richieste di accelerare i tempi, i lavori procedono a rilento. È come se la città fosse indifferente al problema. Napoli rischia di stabilire un nuovo record negativo per la durata della chiusura di una funicolare”, continua Capodanno.
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    Napoli, manifestazione in ricordo di Giogiò Cutolo. Il padre dell’omicida posta insulti sotto la diretta FB

    Si è svolto in piazza Municipio, all’altezza dell’incrocio con via Acton, il raduno “Giogiò nisciuno te scorda” in ricordo di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso con tre colpi di pistola in seguito ad una lite per futili motivi mentre era a piazza Municipio con la fidanzata, ad un anno esatto dalla tragedia.PUBBLICITA

    Insieme alla madre, Daniela Di Maggio, il deputato Francesco Emilio Borrelli che insieme al co-portavoce regionale di Europa Verde, Rosario Visone, Rosario Pugliese membro esecutivo regionale Europa verde, Agostino Galiero coportavoce provinciale del Sole che Ride e al già Presidente della Provincia Dino Di Palma, ha deposto una corona di fiori sul luogo dell’omicidio.
    Presenti il Prefetto di Napoli Michele di Bari, il Questore Maurizio Agricola, Il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero, la vice-sindaca di Napoli Laura Lieto, l’assessore alla polizia municipale Antonio De Iesu, il consigliere regionale Severino Nappi.
    “Il giorno prima di questa manifestazione – ha dichiarato Borrelli – il padre dell’assassino di Giogiò si è presentato mentre facevamo un intervento contro gli ormeggiatori a Rotonda Diaz, mi ha fermato e insultato insieme ad altri ragazzini, tutti a bordo di scooter con pedalata assistita elettrica, rivendicando pubblicamente di essere il padre del killer.
    E anche oggi, a manifestazione in corso, ha postato un commento social sulla mia diretta FB insultando tutti i presenti scrivendo ‘quante chiaviche a un posto’. Invece di riflettere sul disastro genitoriale ed educativo di cui è stato protagonista crescendo un figlio che, ancora minorenne, non ha esitato a premere il grilletto e ad uccidere Giogiò Cutolo per la sosta di uno scooter, continua a circolare per la città con l’arroganza tipica dei criminali.
    Ho chiesto ai servizi sociali di intervenire a tutela dei minori che lo accompagnavano. Finchè permetteremo ai camorristi di educare i futuri criminali e finchè permetteremo di rendere pubblica la forza della criminalità idolatrando boss e pregiudicati sarà difficile cambiare le cose.

    In questa città, come in tante altre, il rapporto tra manifestazioni in ricordo di criminali osannati e quelle in ricordo di vittime innocenti è di dieci a uno. Dobbiamo fermare questa vergogna. Ho presentato una proposta di legge contro l’apologia di camorra in ogni sua forma a difesa delle vittime innocenti della criminalità, perché dobbiamo arginare la pericolosa deriva sociale dalla quale rischiamo di essere travolti”.
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    Frana San Felice a Cancello: la Procura apre una inchiesta per disastro colposo

    La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato un’indagine riguardo alla frana di fango che ha colpito San Felice a Cancello, causando gravi danni e la scomparsa di due persone.PUBBLICITA

    Gli inquirenti puntano a fare chiarezza sull’accaduto, esaminando i fatti e verificando eventuali responsabilità. Il reato ipotizzato è quello di disastro colposo.
    Nel frattempo, per il quarto giorno consecutivo, continuano le ricerche di Agnese e Giuseppe, madre e figlio dispersi da martedì, quando l’alluvione li ha sorpresi mentre tornavano a casa a bordo della loro Apecar.
    Sono 59 i Vigili del Fuoco impegnati nelle ricerche, inclusi personale operativo, Funzionari e nuclei specializzati come i S.A.P.R. (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), i G.O.S. (Gruppi Operativi Speciali con mezzi movimento terra), provenienti anche dal Comando di Roma, e i nuclei S.A.F. (Speleo Alpino Fluviale) e Fluviale. Sul posto sono arrivate anche squadre dai Comandi di Salerno e Firenze. Le ricerche si concentrano nelle aree delle vasche di accumulo delle acque, ora riempite di fango.
    Le operazioni sono proseguite anche di sera. “Si continua a rimuovere il fango, con grande tristezza ma con coraggio e concentrazione. La gratitudine e il riconoscimento vanno a tutte le forze pubbliche, alla protezione civile, ai vigili del fuoco, ai carabinieri, alla guardia di finanza, alla polizia di stato e a tutti coloro che stanno svolgendo questa operazione con costante dedizione”, ha scritto il sindaco Emilio Nuzzo sui social.
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    Qualiano, minaccia per denaro sorella e madre 86enne: arrestato 60enne

    A Qualiano, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato un uomo di 60 anni per maltrattamenti in famiglia.PUBBLICITA

    I militari, allertati dalla centrale operativa, sono intervenuti in un appartamento dove era in corso una lite familiare. Sul posto, hanno trovato l’uomo, che sembrava ubriaco, armato di un bastone.
    Aveva minacciato sia la propria madre di 86 anni che la sorella di 62 anni, chiedendo loro del denaro. Nonostante la presenza dei carabinieri, l’uomo ha tentato di aggredire fisicamente la sorella.
    Dopo essere stato disarmato e bloccato, le donne hanno riferito di aver subito anni di violenze e vessazioni, creando un clima di terrore in casa. L’uomo è stato arrestato e successivamente trasferito in carcere.
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    Giugliano, inseguimento a 220 Km/h sull’Asse Mediano: lanciano crick e pneumatico contro i carabinieri

    Ancora una volta, le forze dell’ordine si trovano a fronteggiare una situazione di estrema pericolosità. A Giugliano in Campania, una tranquilla notte è stata sconvolta da un folle inseguimento lungo l’Asse Mediano.PUBBLICITA

    Tutto ha avuto inizio quando una pattuglia dei carabinieri ha intimato l’alt ad una Alfa Romeo 156 a bordo della quale viaggiavano cinque persone incappucciate.
    Scattato l’allarme, è iniziato un inseguimento ad alta velocità che ha raggiunto i 220 km/h. I fuggitivi, incuranti della sicurezza degli altri utenti della strada e dei carabinieri, hanno messo in atto manovre pericolose e tentativi di speronamento.
    Nel corso della folle corsa, i criminali hanno dimostrato una ferocia inaudita, lanciando contro i carabinieri oggetti contundenti. Tra questi, un pneumatico e un crick, due strumenti che avrebbero potuto facilmente causare una tragedia.
    Per puro caso, i militari sono riusciti a evitare l’impatto, ma l’episodio sottolinea ancora una volta i rischi che corrono quotidianamente coloro che indossano la divisa.
    Nonostante l’estrema pericolosità della situazione, l’Alfa Romeo è riuscita a far perdere le proprie tracce. Le indagini sono in corso e i carabinieri sono determinati a identificare e arrestare i responsabili di questo grave reato.

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    Giugliano perseguitato dalla ex: scatta l’allarme e la denuncia

    Giugliano. Nonostante fosse soggetta a un divieto di avvicinamento al suo ex nel raggio di 500 metri, ha ignorato la restrizione e si è avvicinata fino a pochi metri dal suo camion.PUBBLICITA

    La vittima, un camionista, era dotata di un dispositivo per il monitoraggio della stalker, che ha attivato un allarme non appena la donna si è avvicinata. I carabinieri sono intervenuti immediatamente.
    L’uomo, un 47enne di Marano, si trovava fermo per la pausa pranzo nella zona A.S.I. di Giugliano, quando l’allarme è scattato. La stalker, una donna napoletana di 50 anni, è la sua ex compagna, già soggetta a una misura cautelare che le impone il divieto di avvicinamento con l’uso di un braccialetto elettronico.
    Dopo aver ricevuto l’allarme, il camionista ha subito contattato il 112. In pochi minuti, i carabinieri sono arrivati sul posto. La donna, in sella a uno scooter, si trovava a circa 200 metri dal camion, osservando il tir.
    È stata arrestata dai carabinieri e ora è in attesa di giudizio, dovendo rispondere dell’accusa di violazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa.
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    Capri, la famiglia chiede la verità sulla morte del costumista Luca Canfora

    A un anno dalla morte misteriosa di Luca Canfora a Capri, il costumista che lavorava al film “Parthenope” di Paolo Sorrentino, le cause e il luogo esatto della sua caduta in mare rimangono sconosciuti.PUBBLICITA

    La famiglia continua ad attendere che la Procura di Napoli chiarisca un caso inizialmente etichettato come suicidio, ma che la mancata chiusura dell’inchiesta mantiene avvolto nel mistero.
    “Il primo settembre 2023,” afferma Giuseppe Canfora, fratello di Luca, “Luca è scomparso durante le riprese ai Giardini di Augusto. Da allora, un silenzio inquietante avvolge la sua morte.
    La procura dopo un anno non ha ancora chiuso le indagini
    Non sappiamo i veri motivi della sua scomparsa né da dove sia caduto, ritrovato poi vicino ai Faraglioni. L’unica certezza è l’orario del ritrovamento, le 11:20 del 1° settembre.
    Dopo un anno,” conclude, “speriamo che le indagini possano finalmente far luce su quanto accaduto.” 
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    Napoli, detenuta tenta di evadere dal carcere di Secondigliano

    Napoli. Una detenuta ha tentato di evadere dal carcere di Secondigliano, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha evitato il verificarsi di questo grave evento critico.PUBBLICITA

    La notizia è stata diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. I fatti sono stati ricostruiti da Raffaele Munno e Donato Vaia, rispettivamente vicesegretario per la Campania e delegato del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
    “Una detenuta cubana, reclusa a Secondigliano, ha tentato di fuggire dal carcere. È riuscita a passare attraverso le grate delle finestre del reparto e ad arrivare al block house, una delle ultime postazioni prima di raggiungere l’esterno.
    L’intervento tempestivo della Polizia Penitenziaria ha dimostrato la professionalità e il senso del dovere con cui svolgono il loro servizio. Chiediamo al ministero di prevedere una ricompensa per i poliziotti che hanno contribuito a sventare l’evasione”.
    Tiziana Guacci, segretaria regionale, ha però denunciato una situazione più grave: “Il Sappe ha segnalato centinaia di volte al Provveditore che la struttura non è adatta a contenere donne, ma non è stato fatto nulla. Inoltre, la significativa carenza di personale e sottufficiali ha ripercussioni inevitabili sull’organizzazione del lavoro”.
    Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha espresso parole di elogio per i poliziotti di Secondigliano che hanno impedito l’evasione: “Solo grazie a loro è stato possibile sventare la clamorosa fuga della detenuta. I nostri agenti sono stati eccezionali nel fermare il fuggitivo.

    Questo grave episodio, che poteva creare seri problemi alla sicurezza dei poliziotti, dei detenuti e dei cittadini, mette in luce le priorità legate alla sicurezza, spesso trascurate, con cui le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria devono confrontarsi quotidianamente”.
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    Violenza sulle donne: ogni giorno 4 persone arrestate o denunciate tra Napoli e provincia

    Dalle coste sorrentine ai monti del Nolano, la provincia di Napoli è ostaggio di una piaga dilagante: la violenza di genere. Donne di ogni età e provenienza sociale sono vittime di maltrattamenti e stalking, relegandole in una prigione domestica.PUBBLICITA

    I dati dei Carabinieri sono allarmanti: quasi mille denunce e arresti per violenza domestica e stalking in pochi mesi. In media, quattro donne al giorno a Napoli e provincia subiscono violenze, un dato che svela una realtà inquietante.
    Storie di vita spezzate L’ultimo episodio a Poggioreale.
    Qualche giorno fa una 37enne si è rivolta ai carabinieri della locale stazione. Ha denunciato il proprio marito, il padre dei suoi 3 figli minori. La donna ha vinto la propria paura raccontando innumerevoli episodi di violenza e vessazioni. Parte così il “codice rosso” ma l’uomo non si dà per vinto.
    I carabinieri monitorano la vicenda per salvaguardare la vittima e, quando si trovano nei pressi dell’appartamento della donna durante il servizio di “vigilanza”, sentono provenire dal suo interno delle urla. I militari intervengono e trovano l’uomo – ha 39 anni – in casa.
    E’ aggressivo e urla anche in presenza dei carabinieri che lo sorprendono mentre sta afferrando la moglie in lacrime nella stessa stanza dove ci sono i bambini che piangono. Il 39enne non si arrende, distrugge l’anta di un mobile della cucina e urla “ Ti devo rovinare, distruggo te e la casa! Ti ammazzo, ti investo con l’auto!!”.Intanto arrivano anche altri carabinieri che mettono in sicurezza la donna e i bambini.
    L’uomo viene arrestato con non poche difficoltà e trasferito direttamente in carcere dove dovrà rispondere all’autorità giudiziaria di maltrattamenti in famiglia.

    Questo è solo l’ultimo caso di violenza di genere che hanno dovuto affrontare i carabinieri. A volte si potrebbero cambiare solo i nomi lasciando la storia così com’è. I militari lo sanno bene ed è per questo che affrontano sempre ogni caso, in sinergia con le rispettive procure, come se fosse l’unico al mondo.
    Corsi di formazione continui, esperienza, pratica ed empatia messi al servizio di chi è più debole.964 tra arresti e denunce. Un dato allarmante ma che evidenza anche la grande fiducia riposta dai cittadini verso le Istituzioni.
    L’Arma dei Carabinieri da tempo ha messo al primo posto la difesa delle fasce deboli e opera in sinergia con le Procure della Repubblica e con le diverse istituzioni pubbliche e private. Basti pensare ai quattro ambienti dedicati all’ascolto delle vittime di violenza di genere, le “Stanza tutta per se”.
    Quattro luoghi – realizzati grazie alla collaborazione del Soroptimist International Club Napoli – in 4 punti strategici della Provincia come Capodimonte, Caivano, Ercolano e Stella. Stanze riservate all’ascolto e alla denuncia, allestite con arredi più accoglienti e caldi, distinti da quelli degli uffici generalmente utilizzati per la raccolta delle denunce.
    Importanti iniziative come quelle adottate dall’Arma dei Carabinieri, con l’istituzione, a livello nazionale sin dal 2009, di una Sezione “Atti persecutori” nell’ambito del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche. Ufficiali e Marescialli sempre più specializzati e capaci di comprendere nel senso più intimo del termine le richieste d’aiuto da parte delle persone bisognose.
    Il Comando Generale, inoltre, ha creato per le persone in difficoltà, che sono ancora ancora indecise nell’affrontare la piaga familiare o semplicemente hanno paura, una locandina.
    Un “Violenziometro” formato da due colonne che permettono alla vittima di valutare la propria situazione. Da una parte delle possibilità dove nel caso ne sussista almeno una porta a una concreta ipotesi: “SEI VITTIMA DI VIOLENZA DI GENERE”, dall’altra parte della locandina consigli si come agire. Un pdf con tanto di QR code che permette il collegamento a un’area tematica del sito http://www.carabinieri.it<http://www.carabinieri.it/> dove è possibile affrontare in modo corretto e esaustivo il tragico reato che si sta subendo.
    L’ultima arma per combattere la violenza di genere è rappresentata dal Mobile Angel. Uno smart watch connesso al telefono cellulare su cui è installata un’app dedicata, la Bright Sky, in grado di attivare una richiesta di intervento presso l’Arma dei Carabinieri.
    La sperimentazione, avviata nel 2022, ha permesso di avere una maggiore percezione di sicurezza da parte delle vittime e una funzione deterrente dell’apparato emergenziale verso gli aggressori.
    L’App mobile Vodafone Bright Sky fornisce risorse, supporto e strumenti concreti alle donne che subiscono violenza domestica e maltrattamenti.
    L’App è scaricabile gratuitamente e può essere utilizzata anche da parenti, amici, colleghi di lavoro, associazioni e da tutti coloro che sono vicini a donne maltrattate. Bright Sky fornisce informazioni sui diversi tipi di violenza e consente alle donne di acquisire maggiore consapevolezza su come gestire la propria situazione.
    Al tempo stesso, l’App fornisce una mappatura dei servizi di supporto che si occupano di maltrattamenti, sia a livello locale che nazionale.
    * 267 arresti in flagranza e 697 denunce a piede libero

    Un problema che ci riguarda tutti
    La violenza di genere non è un fatto privato, ma un crimine che intacca la nostra società. Ognuno di noi ha un ruolo fondamentale:
    Segnalare: Non ignorare i segnali di violenza.Supportare: Offrire un sostegno concreto alle vittime.Denunciare: Rompere il muro del silenzio e portare alla luce queste atrocità.Uscire dall’isolamento
    Se stai vivendo una situazione di violenza, ricorda che non sei sola. Esistono numerosi centri antiviolenza e servizi di ascolto pronti ad accoglierti e a offrirti l’aiuto di cui hai bisogno.

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