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    Occhi (Lega): zootecnia, fermare il fenomeno del botulismo nei bovini

    Contrastare i casi di botulismo nei bovini in provincia di Parma. A chiederlo è il consigliere Emiliano Occhi (Lega) con un’interrogazione in cui si rivolge alla giunta chiedendo “quali azioni sono state messe in campo negli ultimi anni per comprendere e arrestare il fenomeno del botulismo nei bovini”. Oltre alle zone di contagio di Alseno (Piacenza), Fidenza e Val Ceno, entrambe in provincia di Parma, il consigliere chiede se ci sono altre aree di contagio e “quali sono ad oggi le cause più probabili dello sviluppo e del diffondersi della malattia nonché se sia stata indagata appieno l’ipotesi dello sversamento di liquami infetti nell’area interessata dal primo focolaio”. Seguono poi le domande relative all’aspetto sanitario: “La Regione e le AUSL hanno elaborato un protocollo per evitare il diffondersi della malattia? Quali azioni si intende mettere in campo per affrontare il botulismo negli allevamenti di bovini?”. Infine, Occhi chiede “se siano previste forme di ristoro per gli allevatori”.
    Il consigliere del Carroccio ricorda che “da circa 3-4 anni in un’area tra le provincie di Parma e Piacenza sarebbe attivo un focolaio di Botulismo bovino che avrebbe portato alla perdita di circa 700 capi di bestiame unita alla perdita di produttività di molti altri che spesso poi vengono inviati al macello”. Due i vaccini presenti oggi che, però, “non scongiurano totalmente la morte dei capi di bestiame”. E la morte di alcuni capi è stata riscontrata in quelli che hanno usato uno dei due vaccini.
    “Secondo l’Ausl – scrive Occhi – nel bovino gli episodi di botulismo sono legati prevalentemente all’assunzione con l’alimento di spore che germinano nell’apparato gastroenterico. Queste possono essere presenti nel foraggio per una moltiplicazione primaria di C. botulinum oppure per la presenza di carcasse animali in decomposizione che contaminano l’alimento. Da qui l’importanza della rimozione immediata dai campi degli animali selvatici morti, raccomandata dal servizio veterinario pubblico”.Non sarebbero ancora chiare le cause della genesi e della diffusione del batterio che potrebbero essere comunque legate a presenza di spore nel foraggio, presenza del batterio nei liquami redistribuiti sui terreni, versamenti di sostanze inquinanti nell’area del focolaio”. E negli ultimi giorni si sono registrati casi in Val Ceno in un allevamento che avrebbe acquistato foraggio nella zona tra Fidenza e Alseno”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    1 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Delmonte (Lega): tutelare gli aceri campestri di Sant’Ilario d’Enza

    Tutelare gli aceri campestri presenti nell’area verde di via Podgora a Sant’Ilario D’Enza (Reggio Emilia). Lo chiede con un’interrogazione Gabriele Delmonte (Lega) ricordando che con l’approvazione della legge 20 la Regione disciplina la conservazione degli alberi monumentali e dei boschi vetusti.
    “I filari di acero campestre di Sant’Ilario -ha spiegato il consigliere- hanno un valore culturale ma anche storico per i territori della Val D’Enza, in quanto testimonianza delle antiche pratiche agricole. L’area dove sono presenti è stata recentemente arata per fare spazio alla piantumazione di nuovi alberi ad alto fusto in seguito a una determinazione comunale. Il sindaco ha motivato il provvedimento con la necessità di proseguire il ‘processo di valorizzazione’ della zona”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere se “la Regione ha mai ricevuto comunicazioni sul tema dal Comune di Sant’Ilario, se è a conoscenza del ‘processo di valorizzazione’, che non prevede la sostituzione degli aceri disseccati con esemplari analoghi, bensì la piantumazione di alberi ad alto fusto di diversa tipologia e se ritiene che gli aceri campestri, che costituiscono la cosiddetta ‘piantata reggiana’, possano eventualmente rientrare nella definizione di boschi vetusti”.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    1 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Lega: recepire le norme nazionali sul vaccino contro il carcinoma cervicale

    “Chiarire i motivi che hanno portato a non recepire le indicazioni del Piano nazionale prevenzione vaccinale che include una specifica prevenzione per il cancro della cervice uterina”.
    A chiederlo è la Lega con un’interrogazione a prima firma Daniele Marchetti e sottoscritta anche dalla collega Valentina Stragliati e da Fabio Bergamini.
    Ricordando come il carcinoma della cervice uterina (HPV) “rappresenti a tutt’oggi il quinto tumore più diffuso a livello mondiale” e che la strategia dell’Organizzazione mondiale della Sanità per eliminare tale tipo di tumore sia basata su incremento della vaccinazione, screening e trattamenti organizzati per le lesioni precancerose, i leghisti sottolineano come il Piano regionale prevenzione vaccinale (PRPV) 2023-2025, “prevede la gratuità vaccinale per le donne fino a 26 anni, mentre al di sopra di questa età è prevista la possibilità di accedere agli ambulatori vaccinali pagando un prezzo agevolato”.
    Ricordando come il Piano nazionale prevenzione vaccinale contro HPV e altre malattie correlate (PNPV) “rilanci e rafforzi la campagna nazionale di vaccinazione con un coinvolgimento attivo del territorio per favorire la vaccinazione con l’ampliamento dell’accesso ai servizi e il mantenimento della gratuità di tutte le dosi del ciclo vaccinale nel tempo per le coorti beneficiarie (per i maschi gratuità fino ai 18 anni)”, i leghisti vedono “un netto contrasto tra il Piano nazionale e quello emiliano-romagnolo” e chiedono anche alla giunta se “è intenzione porre rimedio e garantire questo importate diritto ai cittadini dell’Emilia-Romagna”.
    Ulteriori auspici, poi, riguardano la “promozione della vaccinazione alle donne non ancora vaccinate, ma aventi diritto, in fase di screening” e il coinvolgimento delle farmacie “per dare una maggiore capillarità all’azione, nella campagna informativa e di somministrazione vaccinale”.
    (Luca Boccaletti)

    Sanità e welfare

    1 Marzo 2024 LEGGI TUTTO

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    Alluvione: “Iter più agevole per la ricostruzione e risarcimento danni al 100%”

    Via libera a un iter più agevole e rapido per la ricostruzione post-alluvione con l’impegno a rimborsare i danni al 100%. L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione presentata da Fratelli d’Italia a prima firma Marta Evangelisti e sottoscritta anche da Giancarlo Tagliaferri e Luca Cuoghi, emendata dal Partito democratico.
    Evangelisti ha ricordato che per il rimborso danni causati dall’alluvione del maggio scorso, è necessaria una perizia redatta da un tecnico abilitato “ma emergono criticità, accentuate dalla complessità del sistema Sfinge: pertanto occorre sollecitare accordi fra enti territoriali, associazioni di categoria e ordini professionali, e coinvolgendo un numero rappresentativo di periti, per velocizzare il caricamento delle pratiche e messa a terra dei progetti”. “Sfinge Alluvione 2023 -ha spiegato la consigliera- è il portale dedicato alle domande di rimborso dei danni causati dagli eventi alluvionali di maggio 2023 nelle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini. Nonostante siano disponibili adeguati fondi per i rimborsi emergono forti criticità relative alla gestione delle relative pratiche, accentuate dal complesso sistema Sfinge. Ciò ha indotto il Commissario straordinario a mettere a disposizione appositi sportelli, che entreranno in funzione a marzo 2024, per fornire assistenza e consulenza. Nella prima metà di gennaio, tutte le domande completate e presentate mediante la piattaforma Sfinge 2023, risultano solo in fase istruttoria senza nessuna pratica evasa”.
    Manuela Rontini (Pd) ha evidenziato che “le ordinanze che regolano le richieste di rimborso per le imprese e per le famiglie hanno criticità e vanno adeguate. Il problema non sta nella piattaforma Sfinge, che la Regione ha messo a disposizione della struttura commissariale e già utilizzata per l’emergenza terremoto nel 2012. Proprio oggi si sono incontrati a Roma il presidente Bonaccini e il generale Figliuolo che hanno condiviso l’impegno di perfezionare le perizie per il risarcimento danni come richiesto anche dal Patto per il lavoro e per il clima”.
    Per Giancarlo Tagliaferri (Fdi): “Si dovrebbe procedere con la massima celerità. Nel suo intervento in Assemblea alcune settimane fa, il generale Figliuolo ha confermato che il nostro è un territorio fragile, reso ancora più fragile da una politica che ha finito di sfregiare oltremodo il suolo. La piattaforma Sfinge aveva dato problemi già in occasione dell’emergenza terremoto. C’è poi una preoccupante carenza di figure professionali per l’asseveramento dei danni”.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    “Valorizzare gli scavi del sito archeologico di Claterna a Ozzano”

    E’ stata approvata la risoluzione di Daniele Marchetti (Lega) che impegna la giunta ad “affiancare il ministero della Cultura, nei rinnovati sforzi economici e di programmazione, sostenendo anche economicamente le future azioni di scavo, restauro e valorizzazione dell’area archeologica di Claterna” a Ozzano dell’Emilia (Bologna). Il voto favorevole è arrivato dopo il via libera a sei emendamenti presentati dalla consigliera Francesca Marchetti (Pd).
    Rimarcando come “i saggi di scavo hanno messo in luce reperti di notevole interesse: strade, ambienti termali, un teatro, case, fognature, iscrizioni, oggetti d’uso e d’ornamento”, il leghista sottolinea le testimonianze “dell’importante passato della città e del suo rapporto con Roma, e soprattutto dell’immenso potenziale che motiva gli esperti a proseguire con gli scavi” e ricorda come “l’area archeologica di Claterna interessa 18 ettari, la più grande del Nord Italia non stratificata”. Da altri scavi, ha continuato, “è emerso anche un teatro. E gli esperti sono intenzionati a proseguire, tanto che si parla di Pompei del Nord, anche se gran parte dell’area resta ancora da scavare. Anche il ministero della Cultura, nel 2023, ha stanziato 700mila euro, ma ci saranno altri fondi per scavo, restauro e riutilizzo del teatro romano. Lo sforzo economico è grande e serve sinergia tra pubblico e privato. Il sito è interessante per tutto il territorio, la cultura e l’indotto economico locale. L’obiettivo è il recupero integrale e la nascita di un parco archeologico”.
    Daniele Marchetti, nella risoluzione, invita “a promuovere, attraverso l’attività del settore patrimonio culturale, la collaborazione fattiva tra enti locali e realtà associative e imprenditoriali locali disponibili a sostenere l’attività di valorizzazione del sito, per rimarcare l’importanza che esso merita” e, alla luce del recente ritrovamento di una moneta di argento dell’età repubblicana, “a verificare il corretto aggiornamento del catalogo regionale del patrimonio culturale PatER”.
    Francesca Marchetti (Pd) sottolinea come “è stata riportata l’attenzione su un’area importante. La Regione ha sempre dato importanza a questo sito archeologico, dove hanno scavato i massimi protagonisti dell’archeologia regionale. La peculiarità è che il sito ha un’unicità perché ha indagato la città romana, senza che questa abbia subito modifiche in epoca medievale. Si è sviluppata una sinergia di tutti gli enti coinvolti. Importante, inoltre, la partecipazione dal basso delle associazioni culturali che hanno dato attenzione e stimolato l’attività didattica verso i cittadini e verso le scuole. Nel 2023, la soprintendenza di Bologna si è impegnata per il riordino e la razionalizzazione degli spazi destinati al deposito dei reperti. Il Comune ha anche investito sul piano del turismo culturale. Ho chiesto anche di promuovere una visita dei consiglieri nell’area archeologica, un sito tutto da scoprire a partire dalla recente scoperta di un bellissimo mosaico. Dobbiamo lavorare insieme”.
    Per Antonio Mumolo (Pd) “il sito è importantissimo. L’interessamento della Regione c’è stato con tante azioni. Nel centro romano lungo la via Emilia è anche nato un museo nel 2019. Tra le azioni, c’è un catalogo regionale del patrimonio culturale con la catalogazione dei reperti esposti. C’è anche scheda storica che riguarda gli itinerari romani, i collegamenti stradali e tutto ciò che ha interessato Claterna. L’auspicio è quello di un intento condiviso per arrivare alla costituzione di un parco archeologico”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd: l’Unione europea cambi la politica agricola comunitaria

    Sollecitare governo nazionale e Unione europea a tutelare gli interessi degli agricoltori e garantire un maggiore sostegno a tutto il comparto.
    Questo l’impegno rivolto alla giunta regionale in una risoluzione a prima firma Massimo Bulbi (Pd) e siglata anche dai colleghi di gruppo Nadia Rossi, Stefano Caliandro, Matteo Daffadà, Manuela Rontini, Palma Costi, Marcella Zappaterra, Marco Fabbri, Lia Montalti, Luca Sabattini, Mirella Dalfiume, Roberta Mori e Francesca Marchetti in cui si auspica innanzitutto l’avvio di un dialogo “con le istituzioni europee affinché siano ascoltate le istanze del mondo agricolo e per la revisione della Pac”.
    I correttivi alla politica agricola comunitaria dovrebbero quindi “garantire maggiore flessibilità e adattabilità alle diverse realtà territoriali e produttive, promuovendo iniziative legislative e operative che consentano un uso più efficace dei terreni agricoli, fornendo risorse aggiuntive per un’agricoltura ambientalmente sostenibile, attuando gli interventi strutturali necessari per garantire un reddito stabile agli agricoltori, la redditività delle aziende agricole, riconoscendo un giusto compenso per i prodotti agricoli e disponendo che l’Ismea calcoli e pubblichi tempestivamente i costi di produzione”.
    Una seconda richiesta dell’atto di indirizzo riguarda specificamente il settore agroalimentare romagnolo devastato dall’alluvione dello scorso maggio e delle calamità naturali accadute in seguito. In questo specifico caso si ricorda come il comparto abbia subito “perdite dirette stimate oltre 1,5 miliardi di euro e impatti negativi duraturi sull’economia regionale e nazionale”, dal momento che è stato colpito il 42% della superficie agricola e 21mila imprese (il 49% di quelle della regione). “Per questo motivo -continua Bulbi- le associazioni agricole avanzano una serie di richieste per affrontare le sfide del settore, migliorare le condizioni di lavoro e produzione e per garantire la sostenibilità e competitività dell’agricoltura a livello nazionale ed europeo, oltre a sollecitare un dialogo costruttivo con le autorità”.
    La richiesta all’Europa è quindi di non contrarre le risorse destinate alla Politica agricola comunitaria unitamente ad una maggiore semplificazione per “introdurre deroghe sull’incolto e per i prodotti agroalimentari nei regolamenti UE e ad un maggiore impegno per fermare le frodi sull’origine dei prodotti”. Specifico passaggio anche per il mondo della pesca con la richiesta di “opporsi alla riduzione delle giornate e delle zone di pesca per lo strascico, aumentare il supporto alle aziende danneggiate da specie invasive come il granchio blu e rivedere l’indennità di malattia per i pescatori, portandola al 75%”. Appello finale, poi, per l’essenziale “tutela della tradizione agricola e delle tradizioni enogastronomiche uniche dell’Emilia-Romagna e dei suoi prodotti tipici per mantenere l’eccellenza qualitativa riconosciuta a livello nazionale e internazionale”.
    Al documento proposto dal Pd è stata poi abbinata una seconda risoluzione a prima firma Fabio Rainieri (Lega) per impegnare la giunta a rivedere leggi e regolamenti regionali che aggravano l’attività agricola di costi aggiuntivi. “Abbiamo cercato un’intesa con la maggioranza per un documento condiviso, spiace che alla fine non si sia finalizzato lo sforzo compiuto per un documento unitario che avrebbe significato un segnale importante per gli agricoltori dell’Emilia-Romagna”. Per l’esponente della Lega il problema principale risiede nell’attribuzione delle responsabilità nel documento dei Dem. “In alcune parti la risoluzione a prima firma Bulbi sarebbe anche condivisibile ma il dispositivo sembra voler colpevolizzare il governo nazionale, mentre non dimentico tutte le iniziative messe in atto per dare un concreto sostegno al settore e sottolineo le enormi responsabilità che risiedono ad un livello superiore e cioè nella UE”.
    Critica anche la capogruppo di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti la quale sottolinea come “molti dei temi proposti nella risoluzione della maggioranza sono già stati oggetto di specifici incontri tra governo e associazioni agricole che hanno poi portato ad atti concreti di sostegno. E’ chiaro che la Pac deve essere cambiata, perchè progettata in tempi lontani e quindi non tiene conto degli sconvolgimenti del Covid, della guerra in Ucraina e della crisi economica generale. Crediamo che il Ministero dell’agricoltura e tutto il governo abbiano intrapreso una strada corretta nei confronti della UE per salvaguardare il settore, tanto da imporre un confronto europeo sull’agricoltura al massimo livello. Poichè crediamo che i temi posti da entrambe le risoluzioni siano già correttamente e positivamente affrontati dal governo nazionale, non parteciperemo al voto”.
    Per Marco Mastacchi (Rete Civica) il quale ha proposto un emendamento (accolto) per innalzare il regime dei minimis agricoli ed equipararlo a quello dell’industria e del commercio, “manca la cultura generale per affrontare correttamente il tema. E’ da tre anni che gli agricoltori sono in perdita e per contro la burocrazia europea impone ulteriori trasformazioni che aggravano notevolmente la sostenibilità economica del comparto. Non è normale, poi, che passino tre anni per erogare i ristori per le gelate subite e non è normale che si rischino i fondi PSR perchè la Regione non ha sviluppato i software necessari per la gestione di queste risorse economiche. Per queste ragioni voteremo a favore di entrambe le risoluzioni perchè è necessario un miglioramento globale della situazione”.
    Anche per Simone Pelloni (Rete Civica) “i temi sollevati sono tutti condivisibili ma occorre coerenza e allora mi chiedo perchè la maggioranza questa mattina abbia votato favorevolmente alla sostituzione delle colture idroesigenti, un atto che credo vada in direzione esattamente contraria rispetto a questa risoluzione. E’ chiaro che la giunta non ha tutte le responsabilità sul tema perchè le fila del mondo agricolo vengono tirate ormai in Europa, ma è importante fare squadra a tutti i livelli per influire maggiormente in ambito continentale e per togliere quella polvere che può essersi posata nei meccanismi regionali che si interfacciano con il mondo agricolo”.
    (Luca Boccaletti)

    Imprese lavoro e turismo

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd-Lega-Iv: governo e commissario facciano di più contro la peste suina africana

    La Regione intervenga sul governo per chiedere un’azione più incisiva nel contrasto alla diffusione della peste suina africana anche attraverso maggiori abbattimenti degli ungulati. Disco verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna a una risoluzione a prima firma di Matteo Daffadà (Pd) e sottoscritta anche Fabio Rainieri (Lega), Massimo Bulbi (Pd), Pasquale Gerace (Italia Viva), Gianluigi Molinari (Pd) e Massimiliano Pompignoli (Lega). 
    Fra le richieste rivolte a Palazzo Chigi ci sono anche quelle di maggiore tutela del settore suinicolo e la nomina di subcommissari all’emergenza che affianchino il commissario che si occupa della questione.
    (Luca Molinari)

    Imprese lavoro e turismo

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Confronto in Assemblea legislativa su rette residenze anziani e su servizi sociosanitari

    Il costo delle rette nelle residenze per anziani e un migliore accesso ai servizi sociosanitari per le persone non autosufficienti sono stati gli argomenti oggetto di due risoluzioni presentate rispettivamente dalla Lega, a prima firma Daniele Marchetti, e dal Partito democratico, Europa Verde, ERCoraggiosa, Lista Bonaccini e Europa Verde a prima firma Francesca Maletti, discusse dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.
    Respinto l’atto politico della Lega, che chiede di rivedere l’aumento delle rette per le Case residenza anziani e per i Centro socio-riabilitativi per persone con disabilità disposta dalla giunta, firmato anche da Emiliano Occhi, Massimiliano Pompignoli, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Matteo Rancan, Andrea Liverani, Maura Catellani, Valentina Stragliati, Stefano Bargi, Matteo Montevecchi e Fabio Bergamini.
    Via libera invece al documento della maggioranza firmato anche da Ottavia Soncini, Giuseppe Paruolo, Palma Costi, Massimo Bulbi (Pd), Federico Amico (ERCoraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini), Silvia Zamboni (Europa Verde).
    “L’aumento medio annuo delle rette -ha evidenziato il leghista Marchetti- è di circa 1.500 euro, in una regione che vede crescere il numero degli anziani: un provvedimento che ha sollevato le critiche di sindacati, famiglie e Comuni, dato che nessuno di questi soggetti è stato consultati. Fra l’altro è mancato il coinvolgimento dell’Assemblea legislativa e delle parti sociali”. “Solo recentemente -ha continuato- è stato sottoscritto un nuovo accordo con le parti sociali che riguarda l’introduzione, dal 2025, di criteri legati all’Isee e l’impegno a stanziare 10 milioni sul Fondo sociale regionale per abbattere l’aumento. Per questo abbiamo aggiornato la risoluzione con un emendamento che sostituisce la nostra proposta. Resta il fatto che serve una corretta gestione del fondo regionale per la non autosufficienza”. Daniele Marchetti mette inoltre in evidenza come “dall’ultima rendicontazione sull’utilizzo del Fondo regionale per la non autosufficienza per il 2022 emerge che non sono stati utilizzati circa 35 milioni di euro, una questione non risolta nemmeno a seguito dell’integrazione di 18 milioni di euro stabilita nella variazione di bilancio regionale”. Il consigliere ha chiesto infine un confronto in commissione per valutare una modifica o una condivisione dei due testi.
    La dem Francesca Maletti ha spiegato: “Nella nostra regione gli over 80 sono il 7% della popolazione grazie a un’aspettativa vita più alta, alla nostra sanità e alla socialità che c’è nei nostri territori. Questa fetta di cittadinanza presenta patologie, situazioni di fragilità e non autosufficienza. Proprio per dare loro risposte è stato istituito il Fondo per la non autosufficienza e sono stati introdotti servizi di domiciliarità. Tuttavia occorre prendere atto di cambiamenti normativi in atto. Servono operatori sanitari ma, per tutta una serie di vincoli fissati a livello nazionale e dalla sottostima del finanziamento sanitario, è difficile reperirli. Siamo in attesa di decreti attuativi per lo stanziamento di finanziamenti. Questa settimana in risposta alla richiesta di domiciliarità il governo ha disposto una decontribuzione per colf e badanti alle famiglie con un Isee inferiore a 6mila euro. Ma rischia di non essere un’opportunità. Anche la maggior parte degli enti locali sta blindando i propri bilanci e alla luce di tutte queste variabili si è dovuto ricorrere alla compartecipazione delle tariffe. Per questo dobbiamo insistere sul migliore accesso ai servizi e come vengono usate le risorse lo dobbiamo decidere insieme”.
    Giuseppe Paruolo (Pd) ha commentato: “Condivido la necessità di dare risposte a quei cittadini di cui dobbiamo occuparci in modo sempre più innovativo. In futuro crescerà il numero di anziani e di conseguenza le richieste di servizi per le persone anziane. Importante supportare efficacemente i caregiver”.
    “I ritardi sulla distribuzione del Fondo -ha puntualizzato l’assessore al Welfare Igor Taruffi- dipendono sostanzialmente dai tempi con cui il governo tradizionalmente fa i trasferimenti alle Regioni. Mentre noi aumentiamo il Fondo, il governo taglia. Dobbiamo concentrarci sulla domiciliarità per far sì che il ricorso alle strutture sia l’ultima scelta”.
    Per Simone Pelloni (Rete Civica) “sembra di fatto inevitabile alzare le rette quindi il tema rimane. Speriamo di avere al più presto un confronto in commissione e affrontare la questione con un modifica normativa. Le soluzioni per poter gestire al meglio alcuni servizi ci sono”.
    Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) ha ricordato che “la Regione mantiene impegni ben precisi sul tema della non autosufficienza. E’ evidente che il tema è demandato ai territori e non ancora assunto in maniera strutturale dallo Stato centrale”.
    (Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Disabili, Mastacchi (Rete Civica): convocare conferenza regionale per inclusione lavorativa

    “Indire la nuova conferenza per l’inclusione lavorativa, per il periodico esame dell’attuazione, in ambito regionale, degli interventi di integrazione lavorativa delle persone con disabilità”.
    Ad avanzare la richiesta con un atto ispettivo è il capogruppo di Rete Civica Marco Mastacchi il quale ricorda come con tale organismo “la Regione Emilia-Romagna voglia rendere effettivo il diritto alla partecipazione attiva grazie alla presenza nella conferenza di norma biennale, di rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, organizzazioni del terzo settore, enti locali e Aziende unità sanitarie locali”.
    A causa dell’emergenza Covid, Mastacchi sottolinea come “vi siano stati inevitabili rallentamenti che hanno colpito soprattutto in ambito lavorativo le persone con disabilità a causa della sospensione degli obblighi di assunzione, da parte del Ministero, per le aziende in crisi e pertanto risulta quanto mai opportuno, indire con urgenza, una Conferenza che evidenzi i numeri sull’effettiva occupazione delle persone con disabilità nella Regione Emilia-Romagna, nel periodo antecedente, concomitante e successivo alla crisi pandemica”.
    Elencando le varie misure regionali destinate ai disabili, il capogruppo di Rete Civica lamenta la scarsa efficacia del Fondo regionale per l’inclusione lavorativa che “finanzia attività che non hanno concretamente portato ad un reale ingresso nel mondo del lavoro; infatti i Fondi destinati al diritto all’istruzione, i fondi destinati al finanziamento di borse di studio, i fondi destinati ai tirocini, i fondi destinati alle imprese che già assumono, sono misure utili ma non si sono dimostrate sufficienti a ridurre, in maniera considerevole, lo stato di disoccupazione delle persone con disabilità in Emilia-Romagna”.
    Rifacendosi anche ai dati generali del 2017, Mastacchi riporta come in regione i disabili in età lavorativa fossero 85.687 e sottolinea quindi come “i posti in obbligo nelle imprese erano 40.125 contro i 28.573 occupati e ciò significa che vi erano 11.552 posti totali scoperti”.
    Alla luce della situazione delineata, il consigliere chiede alla giunta regionale “quali sono i risultati dei percorsi personalizzati che la nostra regione ha attivato, se i centri per l’impiego verificano chi è rimasto disoccupato e aggiornano l’elenco delle persone con disabilità inoccupate distinguendo chi non ha mai trovato un’occupazione e se chi è iscritto al collocamento mirato da una pluralità di anni infruttuosamente, viene ricontattato dai centri per l’impiego e alla sua domanda viene data priorità”.
    Il capogruppo chiede poi il numero esatto dei beneficiari dell’accompagnamento a fare impresa e all’autoimpiego e auspica un intervento per garantire i fondi per lo spostamento a tutti i richiedenti. Nel chiedere infine “da cosa dipendono gli scostamenti tra quota di riserva derogata ed il contributo esonerativo pagato, che portano un’impresa a pagare un contributo esonerativo inferiore rispetto al numero di disabili non assunto”, Marco Mastacchi formula l’auspicio per un intervento sui fondi per l’inclusione lavorativa “affinchè le misure attive introdotte dalla Regione per il lavoro delle persone con disabilità portino ad un reale ingresso nel mondo del lavoro e se non ritenga opportuno, per un’operazione di trasparenza, intervenire con un aggiornamento nelle delibere annuali dell’agenzia del lavoro, relative all’accertamento dei contributi esonerativi per l’assunzione di disabili dovuti dalle imprese”.
    (Luca Boccaletti)

    Parità, diritti e partecipazione

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd: Ue cambi direttiva sulla violenza, va contro i diritti delle donne

    La Regione chieda al governo di esprimere contrarietà alle modifiche peggiorative della Direttiva europea in materia di stupro e altri reati contro le donne.
    A chiederlo è una risoluzione del Partito democratico approvata dall’Assemblea legislativa. “Il governo Meloni si faccia sentire con forza nelle sedi comunitarie e respinga il tentativo in atto di mediazione nel Consiglio Europeo, che è un vero e proprio arretramento sui diritti fondamentali delle donne in particolare per quanto riguarda la punibilità degli autori di stupro”, spiega Roberta Mori (Pd), prima firmataria della risoluzione. La Direttiva europea era stata pensata come strumento per rafforzare l’impianto organico della Convenzione di Istanbul per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere traducendo in legge, immediatamente applicabile dagli Stati, le misure idonee a prevenire le violenze, a proteggere le donne, a perseguire gli autori. L’opposizione di alcuni Stati, con Ungheria e Polonia in testa, rischia, invece, di toglie proprio l’articolo 5 che, definendo lo stupro come “sesso senza consenso”, ne favorisce la depenalizzazione negli ordinamenti. “Oggi ci troviamo con lo stralcio di quell’articolo 5 e una Direttiva depotenziata, che oltretutto tiene fuori dai reati le molestie sessuali nel mondo del lavoro. Nella Risoluzione parliamo di una mediazione al ribasso che temevamo prevalesse e che purtroppo è prevalsa”, spiega Mori per la quale “le ragazze e le donne sono stanche di ipocrisia e meritano un maggiore coraggio. Lo meritiamo in un contesto nel quale sono in aumento tutte le violazioni dei diritti umani e le violenze di genere più brutali, in un contesto nel quale un milione e mezzo di donne italiane, secondo Istat, ha subito nella sua vita le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro e il tentato stupro, reati cresciuti del 40% in Italia negli ultimi dieci anni con un terzo delle vittime minorenni: prosegue nel Paese la mobilitazione delle organizzazioni sindacali e delle autonomie locali, dei Centri antiviolenza e delle associazioni, di tutti coloro che hanno a cuore la difesa dei diritti umani e la dignità delle donne, affinché entri in vigore in Europa una legislazione all’altezza del compito”. La consigliera Pd sottolinea come “impegniamo l’Assemblea e la giunta della Regione Emilia-Romagna ad agire in ogni sede utile e a coinvolgere i parlamentari europei e le nostre rappresentanze nelle istituzioni comunitarie, per respingere le modifiche peggiorative in particolare sul reato di stupro, a non recedere di un passo dagli impegni della Ue e di tutti gli Stati membri così come sanciti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile sulle donne e la violenza domestica entrata in vigore il primo ottobre 2023. E nel caso ciò non avvenisse di procedere immediatamente ad introdurre nel sistema penale italiano il principio “Senza consenso è violenza sempre”.
    Per Valentina Stragliati (Lega) “il tema posto è di grande attualità e le forze che appoggiano l’attuale governo sono impegnate per risolvere il problema. In Parlamento la Lega si è sempre battuta, penso al lavoro di Giulia Bongiorno, per la presa in carico delle vittime. Da anni il partito che rappresento da anni propone la castrazione chimica per stupratori, pedofili e violentatori perché in questi casi è difficile una reale riabilitazione. Anche il vicepremier Salvini ha depositato una proposta di legge per la castrazione chimica: ci asteniamo sulla risoluzione perché non prendiamo lezione da nessuno su questi temi. Prendo atto che chi ha promosso questa risoluzione è contrario alla castrazione chimica: noi siamo per tutelare le vittime e non i criminali”.
    Bisogna tutelare le vittime e condannare i colpevoli, servono norme a tutela delle persone. E’ giusto sollecitare il governo italiano e l’Ue a proseguire su questa strada”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che critica le posizioni della Lega: “Non si può impedire le recidive pensando che serva la castrazione chimica, servono interventi mirati, peccato che questo governo abbia tagliato i fondi per queste attività”.
    (Luca Molinari)

    Parità, diritti e partecipazione

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    “Il governo si opponga all’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti”

    Il governo italiano operi per impedire l’estrazione di Julian Assange negli Stati Uniti. L’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione del Movimento 5 Stelle emendata da Antonio Mumolo (Pd) che impegna la Regione a invitare Palazzo Chigi “ad agire in ogni sede opportuna affinché Julian Assange non sia estradato in Usa, sollecitando a intraprendere, anche in aderenza alle vigenti convenzioni internazionali ed in particolare alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ogni opportuna iniziativa di competenza finalizzata a garantire la protezione e l’incolumità di Julian Assange”. Approvati anche due subemendamenti di Michele Facci (Gruppo Misto) e Stefano Bargi (Lega).
    “La politica deve difendere le libertà fondamentali: “la vicenda di Assange è nota, è un simbolo di libertà da difendere, dobbiamo fare la nostra parte per scongiurare l’estradizione negli Stati Uniti. Nelle scorse settimane diversi Comuni, tra cui Bari, Napoli e Reggio Emilia, hanno concesso la cittadinanza onoraria ad Assange. E’ bene che adesso anche la Regione possa sposare la sua causa attivandosi per chiedere la sua immediata scarcerazione e condividendo così quegli ideali che devono essere alla base del rispetto della libertà di informazione”, spiega Piccinini (M5S), mentre Mumolo (Pd) ricorda come “chiediamo al governo italiano di agire anche alla luce delle norme internazionali per difendere la situazione di Assange che in caso di estradizione negli Stati Uniti rischierebbe oltre 170 anni di carcere per aver diffuso documenti che dimostravano massacri internazionali degli Usa. Assange va difeso perché il giornalismo libero e onesto va difeso, la democrazia non può avere paura della libertà”.
    “Ricordiamo tutti la famosa ampolletta di vetro mostrata dall’allora Segretario di Stato Usa Colin Powell alle Nazioni Unite dicendo che dentro c’era l’antrace: nessuno sa cosa ci fosse dentro davvero, ma di sicuro non antrace”, sottolinea Stefano Bargi (Lega) che ricorda come “diamo tanta attenzione al tema di libertà, ma solo quando capitano molto lontano da noi, quando capitano vicino a noi le cose cambiano e ci comportiamo diversamente”.
    “Di fronte alla vicenda di Assange nessuno può girarsi dall’altra parte: bisogna in prima battuta coinvolgere l’Unione europea, Assange ha reso pubblici dei documenti che dimostravano fatti sgradevoli, non possiamo ignorare i rischi che ha corso e che corre”, spiega Michele Facci (Gruppo Misto), mentre Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) chiede “un forte impegno per la difesa della libertà di stampa dei giornalisti a partire dalla vicenda di Assange che ha già trascorso troppi anni in una condizione di detenzione”.
    (Gianfranco Salvatori e Luca Molinari)

    Parità, diritti e partecipazione

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    No a proposta Fi di aggiornamento della lista delle malattie croniche

    “La Regione già applica le norme nazionali recepite con atto deliberativo di Giunta del 2023 “. Con questa motivazione la maggioranza dell’Assemblea legislativa ha bocciato la risoluzione di Valentina Castaldini (Fi) per aggiornare l’elenco delle patologie croniche per le quali è opportuno rendere illimitata la certificazione di esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni.
    “L’elenco delle malattie croniche esenti dalla partecipazione al costo delle prestazioni è stato ridefinito e aggiornato dallo Stato nel 2017: alcune delle patologie per le quali è necessario il rinnovo sono croniche e il rinnovo dell’esenzione ha un particolare impatto sulle liste d’attesa e alcuni medici, nel rinnovare le esenzioni, preferiscono certificare i pazienti con un codice di una patologia simile a quella della quale sono affetti i propri pazienti per evitare l’onere della ripetizione periodica della visita”, spiega Castaldini che ricorda come “stiamo chiedendo una cosa semplice che migliorerebbe la vita ai cittadini”.
    “Le malattie che danno diritto a certificazioni illimitate sono 57 e sono previste dalle norme nazionali .La Regione ha recepito le norme in questione nei tempi previsti e ha emanato le necessarie circolari per renderle  applicative queste norme”, spiega Ottavia Soncini (Pd) che a sostegno della posizione ha ripercorso tutti i vari passi legislativi nazionali e atti amministrativi regionali in materia.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    29 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO