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    La Cassazione annulla la condanna del figlio del boss Puca

    La Cassazione ha annullato la sentenza di condanna   comminata dalla Corte di Appello di Napoli nei confronti di Luigi Puca.
    Il figlio del boss di Sant’Antimo era imputato per estorsione insieme con Giuseppe D’Aponte. I due era stati arrestati nel 2020 dai carabinieri.
    Luigi Puca, figlio del boss Pasquale detto o’ minorenne, è stato difeso dall’avvocato Roberto Iacono insieme con Vianello Accoretto mentre l’imprenditore edile Giuseppe D’Aponte è stato difeso dall’avvocato Giaccio.
    I due erano accusati del reato di estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose ai danni di un altro costruttore della zona.
    Secondo quanto raccolto durante le indagini, anche grazie alla denuncia della vittima, i due uomini, con reiterate richieste e minacce di morte, avevano costretto la vittima, trovatasi in gravi difficoltà economica, a consegnare loro assegni e cambiali per un importo complessivo di oltre 50 mila euro a fronte di un debito iniziale di 11 mila.
    L’imprenditore, che aveva concesso al D’Aponte di far transitare dei pagamenti sul suo conto corrente, a causa di alcune spese improvvise a cui aveva dovuto fare fronte, aveva preso a prestito tale somma per la quale tuttavia, dopo alcuni giorni, il D’Aponte, riferendo che quelli fossero soldi della famiglia Puca, aveva preteso la restituzione per un importo di molto superiore alla cifra originaria. LEGGI TUTTO

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    Sant’Antimo: un 16enne con il coltello, un altro alla guida di un’auto. Due minorenni denunciati

    Non si fermano i controlli dei Carabinieri nella provincia a nord di Napoli. In campo i militari della compagnia di Giugliano in Campania, lo scenario è Sant’Antimo. Presidiate le strade ritenute più sensibili, particolare attenzione in Via Solimena, recente teatro di un agguato.
    Arrestato per furto un 22enne di origini casertane. E’ stato sorpreso all’interno di uno shop h24 mentre scassinava alcuni distributori automatici. E’ ora in attesa di giudizio
    Due i giovanissimi denunciati, entrambi 16enni. Il primo portava in tasca un coltello a serramanico. Dovrà rispondere di porto di armi.
    Guida senza patente il reato contestato all’altro minore. E’ stato sorpreso alla guida di una Lancia Y presa a noleggio. Non era la prima volta, già in passato era stato sanzionato per la stessa violazione.
    Durante il servizio sono state identificate 56 persone, passati al setaccio 34 veicoli. La metà di questi scoperti da assicurazione. I controlli continueranno anche nei prossimi giorni. LEGGI TUTTO

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    Camorra, la faida della droga dietro l’agguato di Sant’Antimo

    C’è la faida di Frattamaggiore dietro l’agguato di ieri sera a Sant’Antimo con un morto e un ferito.
    La vittima Antonio Bortone, 25 anni, con precedenti per droga, è il fratello di un elemento di spicco del clan Verde di Sant’Antimo, era in compagnia del suo fidato amico Mario D’Isidoro di 29 anni.
    I due erano in sella a uno scooter quando i sicari sono entrati in azione nei pressi delle palazzine di Sant’Antimo in via Solimene. Un’azione fulminea: le due vittime designate non si sono accorte di essere state seguite che sono state raggiunte da un numero impressionante di colpi. Bortone è quello che ha avuto la peggio ed è morto sul colpo.
     Mario D’Isidoro, nonostante fosse stato centrato in più parti è stato soccorso dall’equipaggio di un’ambulanza del 118 ed è stato trasportato all’ospedale Moscati di Aversa dove è tutt’ora ricoverato in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.
    Le indagini dei carabinieri sono orientate verso la faida di Frattamaggiore per il controllo delle piazze di spaccio nella zona e che vede come protagonisti anche i fuoriusciti dei clan della 167 di Arzano. LEGGI TUTTO

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    Ferito da colpi di pistola arriva in ospedale ad Aversa

    Da pochi minuti è giunto nell’ospedale di Aversa (Caserta) un 29enne già noto alle forze dell’ordine con ferite d’arma da fuoco. Al momento l’uomo non è in pericolo di vita.
    Secondo quanto si apprende non si esclude che il ferimento del giovane sia legato alla morte del 29enne Antonio Bortone, ucciso stasera a Sant’Antimo, a Napoli.
    Verso le 20:10 infatti i carabinieri della locale compagnia sono intervenuti – allertati dal 112 – a via Solimena per colpi d’arma da fuoco.
    A terra il 26enne Antonio Bortone, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, colpito da diversi colpi d’arma da fuoco, è deceduto sul posto nonostante l’intervento del 118.
    Indagini in corso da parte dei Carabinieri per ricostruire dinamica e matrice. I militari hanno avviato una serie di perquisizioni e hanno iniziato ad indagare nella vita del giovane, le sue frequentazioni, le amicizie, i rapporti.
    Sentiti a sommarie informazioni anche i parenti. I militari hanno prelevato lo smartphone della vittima per trovare eventuali tracce di contatti.  E soprattutto capire se avesse appuntamento con qualcuno LEGGI TUTTO

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    Omicidio a Sant’Antimo: ucciso il 26enne Antonio Bortone

    Si torna ad uccidere a Sant’Antimo. L’omicidio in serata in via Solimena.
    Verso le 20:10 infatti i carabinieri della locale compagnia sono intervenuti – allertati dal 112 – a via Solimena per colpi d’arma da fuoco.
    A terra il 26enne Antonio Bortone, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, colpito da diversi colpi d’arma da fuoco, è deceduto sul posto nonostante l’intervento del 118.
    Indagini in corso da parte dei Carabinieri per ricostruire dinamica e matrice. I militari hanno avviato una serie di perquisizioni e hanno iniziato ad indagare nella vita del giovane, le sue frequentazioni, le amicizie, i rapporti.
     Omicidio a sant’Antimo: si indaga sui rapporti della vittima
    Sentiti a sommarie informazioni anche i parenti. I militari hanno prelevato lo smartphone della vittima per trovare eventuali tracce di contatti.  E soprattutto capire se avesse appuntamento con qualcuno LEGGI TUTTO

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    Usura a Sant’Antimo: tassi fino al 50% mensili

    Blitz anti usura a Sant’ Antimo, in esito ad attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i Carabinieri della Tenenza di Sant’Antimo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, a carico di 8 persone (5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari).
    Gli indagati sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di concorso in usura, estorsione e tentata estorsione, lesioni personali, indebito utilizzo di strumenti di pagamento e abusiva attività finanziaria.
    Le indagini, condotte anche mediante attività di intercettazione telefonica, sono state avviate nel settembre del 2020, dopo la denuncia presentata da alcune vittime di usura e hanno consentito di documentare, a carico degli odierni indagati, un sistema in grado di generare interessi usurari mensilifino al 50%.
    Eventuali ritardi nei pagamenti, oltre a minacce e intimidazioni, avrebbero generato un ulteriore aggravio di spesa, definito dagli indagati come “scomodo”.
    Una delle vittime sarebbe stata costretta anche a consegnare la carta dove veniva versato il reddito di cittadinanza e la somma bonificata sarebbe poi stata prelevata o utilizzata da alcuni degli indagati per spese personali.
    Gli arrestati sono stati rinchiusi presso il carcere di Napoli – Poggioreale o sottoposti agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni, in attesa di interrogatorio da parte del Giudice. LEGGI TUTTO

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    A Sant’Antimo blitz anti usura, 8 misure cautelari

    I carabinieri della compagnia di Giugliano in Campania e della tenenza di Sant’Antimo stanno eseguendo 8 misure cautelari per usura ed estorsione.
    le indagini dei militari hanno accertato un vasto giro di usura nel comune di Sant’Antimo gestito da persone vicino al clan locale e che praticavano tassi usurai altissimi.
    Il gruppo sgominato grazie alle indagini dei carabinieri minacciava le vittime che non provvedevano in tempo ai pagamenti stabiliti LEGGI TUTTO

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    A Sant’Antimo finti poliziotti rapinano ragazzo

    Questa notte i Carabinieri della tenenza di Sant’Antimo sono intervenuti sull’asse mediamo direzione Napoli (altezza Aversa–Melito) per una rapina.
    Un 21enne a bordo della sua auto sarebbe stato affiancato da un’auto scura con un lampeggiante sul tettuccio. Due sconosciuti, utilizzando una paletta, gli avrebbero fatto segno di accostare.
    Vestiti con una pettorina con la scritta ‘Polizia’ e sotto la minaccia di un’arma, avrebbero preteso denaro dall’automobilista. Ottenuti circa duecento euro sarebbero fuggiti verso Napoli. Sono in corso indagini per chiarire la dinamica e individuare i malviventi.
     A Sant’Antimo finti poliziotti rapinatori come ad Afragola
    Si indaga per un evento simile anche sul territorio di Afragola dove, intorno alle 2.30, due uomini, utilizzando lo stesso modus operandi, avrebbero rapinato un secondo automobilista in via Sportiglione. LEGGI TUTTO

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    Ad Aversa una manifestazione a sostegno del giovane gambizzato

    Manifestazione con addosso una maglietta con la scritta “Giustizia per Gaetano”, stamattina dinnanzi alla sede del tribunale di Napoli Nord, ad Aversa, in provincia di Caserta, per l’inizio del processo sul ferimento a colpi di pistola di Gaetano Barbuto Ferriauolo il giovane che, a causa di quell’aggressione, subìta circa due anni e mezzo fa a Sant’Antimo, vicino Napoli, la perso entrambe le gambe.
    Ad organizzarla è stato il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli che ha seguito la sua vicenda sin dall’inizio, offrendo sostegno e avviando una raccolta fondi per consenirgli di tornare a camminare con delle gambe bioniche. Insieme con il coportavoce provinciale di Europa Verde Agostino Galiero e alla Radiazza ha presidiato l’area antistante l’ingresso allo storico palazzo che ospuita il tribunale, per chiedere che “finalmente venga fatta giustizia”.
    Presente anche la mamma di Gaetano: “Oggi non ce l’ha fatta a venire, – ha fatto sapere la donna – la sua vita è radicalmente cambiata, inevitabile, anche perché qui mancano tanti servizi per i disabili. Ma lui è un leone, si rialzerà. Non sono mai arrivate parole di pentimento da parte degli aggressori di mio figlio, anzi hanno festeggiato sui social, loro e i loro genitori. E’ vergognoso”.
    “Gaetano è un ragazzo molto forte ed ha alle spalle una famiglia che l’ha sostenuto tantissimo – ha dichiarato il deputato Borrelli – ma ora si deve fare giustizia perché ne hanno passate di tutti i colori. Chi l’ha ridotto senza gambe, rischiando di ucciderlo, deve andare in galera e per lungo tempo. Questa è la sentenza che ci aspettiamo a marzo. Noi manifestiamo perché questa storia sia d’esempio e Gaetano diventi simbolo della giustizia che prevale sulla violenza e la delinquenza”. LEGGI TUTTO

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    Il 19 gennaio inizia il processo contro gli aggressori di Gaetano Barbuto, gambizzato a Sant’Antimo nel 2020

    Il prossimo 19 gennaio inizierà il processo contro gli aggressori di Gaetano Barbuto Ferraiuolo. Nel settembre 2020, a Sant’Antimo, l’allora 21enne fu raggiunto da dei colpi di pistola, che seguirono una lite, alle gambe. A causa delle ferite riportate, fu necessaria l’asportazione degli arti inferiori. Da lì era cominciata una lunga riabilitazione fisica e psicologica ma Gaetano, grazie alla propria forza di volontà, ad anche alla macchina di solidarietà innescata dall’allora consigliere regionale, ora deputato dell’alleanza Verdi- Sinistra, Francesco Emilio Borrelli e dal conduttore radiofonico de La Radiazza Gianni Simioli, è tornato a camminare con gambe artificiali.
    “Noi continueremo la battaglia per far condannare i farabutti che lo hanno gambizzato e privato dell’uso delle gambe. La storia di Gaetano dovrà servire da esempio ed essere la rivincita di tutte le vittime delle violenze, dei criminali, dei delinquenti e dei soprusi. Ci aspettiamo condanne esemplari. È arrivato il momento di mettere fine a questa epoca di tolleranza e permissivismo. Chi uccide, chi rischia di uccidere, chi rovina la vita altrui, dove pagarla e anche cara.”- le parole di Borrelli e Simioli.

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