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    Napoli, la Fondazione Santobono: “Grazie per la soliderità non è necessario”

    Il grande cuore solidale dei napoletani non si smentisce. E arriva a tal punto che la direzione dell’ospedale Santobono di Napoli è stata costretta a fare un  comunicato in cui spiega che le bambine ricoverate per il crollo del ballatoio alla Vele Celeste di Scampia non hanno bisogno di vestiti o altro.PUBBLICITA

    Nella raccolta e nella distribuzione dei beni di prima necessità scattata all’indomani della tragedia qualcuno ha pensato bene di portare pigiami e vestiti anche per i bambini ricoverati.

    “Si comunica che le sette bambine ricoverate in ospedale a seguito del crollo verificatosi presso la Vela celeste di Sacmpia, non necessitano ne di capi di abbigliamento nè di pigiami.
     La notizia diffusa recentemente è errata. La fondazione in collaborazione con. l’osepdale pediatrico, ha provveduto e continuerà a provvedere ai bisogni delle bambine qualora si dovessero verificare.

    Ringraziamo sinceramente tutti coloro che ci hanno contattato dimostrando la loro vicinanza e il loro sostegno alle famiglie coinvolte e all’ospedale
    Grazie a tutti per l’interesse e l’affetto di cui ci circondate. Se dovessimo avere bisogno non esiteremo a chiedere aiuto ma sempre e solo attraverso i nostri canali ufficiali.
    Diffidate dalle informazioni che circolano e che non sono divulgate da noi. Questa è l’unica pagina ufficiale della Fondazione e qualunque comunicazione verrà pubblicata qui e sulla pagina dell’ @ospedale_santobono. Grazie ancora a tutti”.

    Si legge sulla pagina ufficiale e su tutti i canali social della Fondazione Santobono Pausillipon.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, scarcerato il killer Gennaro Belaeff: festa al Pallonetto

    Napoli. E’tornato a casa nella serata di ieri e nei vicoli del pallonetto di Santa Lucia è stata festa grande: Gennaro Belaeff, presunto killer del clan Elia, rilasciato per decorrenza dei termini di custodia cautelare.PUBBLICITA

    I due reati contestati a Gennaro Belaeff in altrettante ordinanze di custodia cautelare risultano connessi, e hanno portato alla clamorosa scarcerazione del presunto killer del clan Elia.

    Punti Chiave ArticoloArrestato il 6 luglio 2023 con l’accusa di detenzione di una pistola e successivamente destinatario di un nuovo provvedimento restrittivo per l’omicidio di Pasquale Sesso, notificatogli in cella a metà gennaio, il 28enne di San Ferdinando è stato rimesso in libertà ieri pomeriggio dal gip Rosaria Maria Aufieri, che ha rilevato il decorso dei termini di custodia cautelare, fissati dalla legge in un anno. Le argomentazioni del difensore di Belaeff, Domenico Dello Iacono e Bernardo Scarfò, hanno avuto successo.
    I due penalisti hanno spiegato al giudice- come riporta Il Roma-che l’arma per cui Belaeff era stato arrestato inizialmente era destinata a commettere l’omicidio di Sesso, rendendo i due reati connessi. Il codice di procedura penale vieta il frazionamento delle imputazioni, pertanto la data di inizio del conteggio dei dodici mesi di custodia cautelare doveva essere considerata il 6 luglio 2023 e non il 12 gennaio 2024. Il giudice Aufieri ha accolto in pieno l’istanza della difesa, ordinando l’immediata scarcerazione di Belaeff, che fino a ieri era detenuto a Melfi.
    Gennaro Belaeff è ritenuto dalla Squadra Mobile l’autore dell’omicidio di Pasquale Sesso e del tentato omicidio del fratello Luigi Sesso. Secondo la Dda, il presunto sicario, legato al clan Elia, avrebbe commesso i due raid nell’ambito dello scontro armato con il gruppo malavitoso dei fratelli Sesso. I colpi che hanno raggiunto Pasquale Sesso in via Solitaria a Pizzofalcone gli avevano reciso l’arteria femorale, causandone il decesso per shock emorragico. Qualche minuto prima, Belaeff si sarebbe reso protagonista del tentato omicidio di Luigi Sesso. Il gruppo Sesso è ritenuto dagli inquirenti in forte ascesa nelle dinamiche criminali del Pallonetto di Santa Lucia, dopo il vuoto creato dall’azione di repressione del clan Elia da parte delle forze dell’ordine e della magistratura negli ultimi anni. Lo scontro tra i clan al Pallonetto di Santa Lucia La lotta riguarda, come sempre, il controllo del racket e delle piazze di spaccio, ancora oggi molto attive e remunerative. Nella notte del 6 luglio 2023, poco dopo l’omicidio avvenuto mezz’ora prima della mezzanotte del 5, Belaeff cercò di scappare sui tetti alla vista della polizia, ma fu bloccato e ammanettato in flagranza per il possesso dell’arma da fuoco. Qualche mese più tardi è arrivata anche l’accusa formale per i due fatti di sangue. Nonostante ciò, il pistolero del Pallonetto affronterà il processo a piede libero. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Crollo vela celeste e quell’ordinanza di sgombero mai eseguita

    Un’ordinanza datata ottobre 2015 segnalava il pericolo di crolli e disponeva lo sgombero della Vela Celeste, come indicato in una relazione redatta dal Comune di Napoli e firmata dall’allora sindaco Luigi de Magistris.PUBBLICITA

    Questo avviso, ignorato all’epoca, ha avuto tragiche conseguenze: il crollo di un ballatoio-passerella lunedì sera ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre dodici.

    Punti Chiave ArticoloNon solo un documento del 2016 denunciava la mancata manutenzione dei ballatoi della Vela Celeste di Scampia e il rischio di crollo, ma emerge anche un’altra ordinanza che evidenzia l’immobilismo delle istituzioni. Perché quell’ordinanza di sgombero coatto non è mai stata attuata? E perché si è preferito adottare soluzioni palliative piuttosto che affrontare l’emergenza segnalata nel documento pubblicato sull’albo pretorio del Comune? Domande che restano in attesa di risposta e su cui la procura di Napoli, che ha aperto un’indagine per crollo colposo e omicidio colposo, intende fare chiarezza.
    L’ordinanza firmata da de Magistris era motivata dalla necessità di tutelare l’incolumità di 159 famiglie, per un totale di 600 persone residenti nella Vela Celeste. Alla base del provvedimento c’era una relazione di un dirigente comunale che delineava un quadro di pericolo allarmante. Anche la politica richiede chiarezza. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha parlato al festival di Giffoni definendo la situazione una “tragedia drammatica”. Ha espresso vicinanza alle persone colpite e ha sottolineato la necessità di fare luce su quanto accaduto. La Procura di Napoli ha disposto l’ampliamento dell’area sottoposta a sequestro, dal terzo piano fino al piano terra. Le verifiche riguardano anche le posizioni dei residenti nella Vela “incriminata”, la maggior parte dei quali, secondo fonti qualificate, risultano abusivi.
    Intanto, l’acquisizione della copiosa documentazione amministrativa sulla Vela Celeste si sta rivelando più complicata del previsto. Gli inquirenti stanno cercando in particolare gli atti relativi al progetto di riqualificazione ReStart e alla manutenzione del complesso di edilizia popolare, con negligenze ormai date per scontate. Fondamentali per le indagini saranno i risultati del lavoro affidato a un ingegnere strutturista forense. Inoltre, è stato conferito l’incarico per eseguire gli esami autoptici sui corpi delle tre vittime. De Luca sconcertato per la relazione tecnica di 8 anni fa Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha espresso il suo sconcerto durante una diretta Facebook: “Quando leggiamo sui giornali che c’era una relazione tecnica già 8 anni fa che segnalava una condizione di pericolo gravissimo proprio su quel ballatoio, perché i giunti erano in pratica saltati, queste sono notizie che lasciano sconcertati e anche un po’ indignati. Sono cose che poi verificheranno e accerteranno le autorità competenti”. De Luca ha confermato la disponibilità della Regione a collaborare con le istituzioni responsabili per affrontare un problema complesso, evitare altre tragedie e promuovere solidarietà, efficienza e concretezza operativa. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, la solidarietà e gli aiuti ai bambini della vela celeste

    Le associazioni del territorio della Municipalità 8 del comune di Napoli, di cui fa parte Scampia, sin da subito si sono attivate per offrire il loro supporto alle famiglie. In prima battuta con la raccolta di beni di prima necessità ed offrendo anche le proprie sedi come rifugio.PUBBLICITA

    Molte delle persone della Vela celeste dormono presso: la chiesa della Madonna della Speranza gestita dai padri gesuiti, la chiesa del Buon Rimedio, il centro sportivo Universal Center – Raggio di Sole e l’Officina delle Culture Gelsomina Verde.

    Nello specifico, per quanto riguarda l’infanzia, le associazioni da subito hanno ritenuto opportuno far trascorrere le giornate creando spazi di gioco, delle oasi felici, dove essere accolti gioiosamente ed essere tutelati dalle questioni del mondo adulto.
    Circa 45 bambini, stanno trascorrendo le loro giornate presso un villaggio per l’infanzia allestito presso il Raggio di Sole dall’Aps Senza Confini, dove i bambini passano le giornate in piscina, sulle giostrine, pranzando insieme e svolgono tante attività con i volontari di Senza Confini e di Chi rom e…chi no, e da lunedì, nella stessa sede anche con gli operatori di Punto Luce Chiaiano e de L’Uomo e il Legno e con la partecipazione della Consulta delle Associazioni della Municipalità 8 del Comune di Napoli. Tutte le attività si stanno tenendo in forma totalmente autonoma, dal basso, volontaria ed autogestita.

    Le realtà che contribuiscono alle attività per i bambini della Vela Celeste offrono anche i propri spazi e relative attività pedagogiche in alternativa al villaggio allestito da Senza Confini presso il Raggio di Sole, che per ora resta la sede privilegiata delle attività.
    In contemporanea anche il Centro Territoriale Mammut sta svolgendo le attività in programma del “Parco Meraviglia” a cui partecipano diversi bambini delle famiglie direttamente coinvolte nel dramma della Vela Celeste.
    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Crollo Scampia: coinvolto anche 27enne ai domiciliari

    Figura anche un 27enne che stava scontando gli arresti domiciliari tra coloro che lunedì sera sono rimasti coinvolti nella tragedia accaduta nella Vela Celeste di Scampia, dove il cedimento di un ballatoio ha provocato la morte di tre persone.PUBBLICITA

    Il ragazzo è stato accompagnato nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta in preda a una tachicardia: i sanitari lo hanno tenuto sotto osservazione e poi lo hanno dimesso poco prima delle 6 di martedì.

    Il giovane è stato condotto dai carabinieri in un’altra abitazione dove si trova tuttora, sempre ai domiciliari. Sette bimbe sono ricoverate nell’ospedale pediatrico Santobono mentre quattro adulti si trovano tra l’ospedale del Mare e il Cardarelli.
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    Usura a San Giovanni a Teduccio: preso il boss Salvatore Montefusco Zamberletto

    Napoli. C’è anche il boss Salvatore Montefusco detto Zamberletto  tra le tre persone fermate dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Poggioreale su ordinanza della DDA di Napoli (pm Simona Rossi).PUBBLICITA

    Salvatore Montefusco, detto “Zamberletto”, figlio del boss Carmine Montefusco, e Antonio Galasso sono accusati di usura, estorsione, detenzione abusiva di armi e spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso.

    Punti Chiave ArticoloLe indagini sono partite dalla denuncia di una vittima che ha raccontato di essere stata costretta a pagare tassi usurai esorbitanti, superiori al 100%, per prestiti contratti negli ultimi due anni. Di fronte all’impossibilità di restituire il denaro, avrebbe subito aggressioni e minacce. Salvatore Montefusco è considerato il referente del clan Montefusco, attivo nel complesso edilizio popolare “Rione De Gasperi” a Ponticelli e legato al clan “De Luca Bossa”.
    Nonostante Carmine Montefusco e Antonio Galasso non abbiano precedenti penali, la famiglia Montefusco è attualmente coinvolta in una sanguinosa faida con il clan “De Micco”.  Il fratello Emanuele Pietro fu ucciso due settimane fa L’omicidio di Emanuele Pietro Montefusco, fratello di Salvatore, avvenuto lo scorso 9 luglio in via Argine, potrebbe essere collegato a questa faida. Secondo gli inquirenti, si potrebbe trattare di una vendetta diretta nei confronti di Salvatore Montefusco.” Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, presa la gang degli usurai di San Giovanni a Teduccio

    Napoli. Avevano ridotto sul lastrico un piccolo imprenditore di san GHiovanni a Teduccio che era costretto a versare interessi mensile del 100% a fronte di un presitito che aveva chiesto al gruppo di usurai.PUBBLICITA

    L’uomo stanco delle continua richieste da parte del gruppo legato a una famiglia di camorra della zona, si è rivolto ai carabinieri e ha fatto arrestati gli usurai.

    E infatti i Carabinieri di Napoli hanno eseguito tre fermi, su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettante persone accusate di usura, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso.
    L’operazione, condotta dai Carabinieri di Poggioreale e dal Nucleo Investigativo, ha preso di mira un gruppo criminale che avrebbe vessato un uomo del quartiere San Giovanni a Teduccio, costringendolo a pagare debiti a tassi usurai esorbitanti, spesso superiori al 100% al mese.

    I tre arrestati, tra cui due senza precedenti penali, sono stati convalidati in carcere dal Giudice per le Indagini Preliminari.
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    Scampia un crollo annunciato e quell’allarme inascoltato

    Il crollo del ballatoio alla Vela Celeste di Scampia ha scosso profondamente la comunità, lasciando tre morti e numerosi feriti. La rabbia e lo sgomento si mescolano alla solidarietà per le vittime e gli sfollati.PUBBLICITA

    La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta per fare luce sulle cause della tragedia. Le indagini si concentrano sulla mancata manutenzione, sui possibili allarmi ignorati e su eventuali interventi edilizi irregolari.

    Punti Chiave ArticoloGli inquirenti stanno acquisendo documenti e ascoltando testimoni per ricostruire la storia della struttura e individuare eventuali responsabilità. Allarmi inascoltati? Un elemento cruciale dell’inchiesta sono le segnalazioni di danni e criticità riscontrate negli anni, come quella del 2016 che evidenziava rischi strutturali, comprese le passerelle.
    Gli investigatori cercheranno di stabilire se questi allarmi siano stati sufficientemente valutati e se abbiano influito sul tragico evento. Le condizioni delle due bambine ricoverate al Santobono sono ancora gravi, mentre per le altre ferite si registra un moderato ottimismo. Circa 500 persone sono state sfollate e il prefetto di Napoli ha assicurato l’attivazione di tutti i servizi necessari per assisterle. La domanda ricorrente: perché il ballatoio è crollato? Restano molte domande senza risposta: perché il ballatoio è crollato? Chi ha responsabilità in questa tragedia? Le istituzioni hanno agito in modo adeguato? Le risposte a queste domande sono fondamentali per evitare che si ripetano simili drammi e per garantire la sicurezza dei cittadini.
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    Scampia: sì del Comune al rientro nelle prime 70 case della Vela

    Sono 70 gli appartamenti della Vela Celeste di Scampia considerati agibili e che saranno a breve restituiti ai loro abitanti.PUBBLICITA

    L’ok dopo che oggi sono state riallacciate le forniture di acqua e luce elettrica in tutto l’edificio lunedì sera soggetto al crollo che ha provocato tre vittime. I settanta appartamenti si trovano in diverse aree della Vela Celeste e sono stati controllati e garantiti come sicuri.

    Si sta lavorando alla stesura di una seconda lista composta da altri 115 appartamenti che pure sono stati controllati e che possono riaccogliere gli abitanti nel giro di quindici giorni, solo dopo ulteriori verifiche sulla sicurezza da parte degli organi tecnici del Comune di Napoli.
    Il Comune, si evidenzia, vuole dare l’ok al rientro degli abitanti solo quando tutta la Vela sarà garantita e sicura. In serata tavolo tecnico a Palazzo San Giacomo tra il sindaco Gaetano Manfredi, la vicesindaca e assessore all’Urbanistica Laura Lieto e i rappresentanti degli sgomberati per cercare un punto di incontro.

    Attualmente le circa 800 persone evacuate dalla Vela Celeste vivono per una metà da parenti e amici e l’altra metà nell’edificio dell’università Federico II di Scampia che è stata occupata.
    Dal Comune si apprende anche che verrà esposta all’ingresso della Vela la lista delle famiglie che possono rientrare e inoltre gli abitanti saranno contattati singolarmente dal servizio del Comune che si farà carico di accompagnarli. Chi dovesse rifiutare dovrà firmare una carta in cui attesta la propria volontà.
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    Vomero, scassinato il cassonetto di abiti usati

    Napoli. Nel cuore del Vomero, un quartiere simbolo dell’eleganza napoletana, si consuma un paradosso: i cassonetti per abiti usati, pensati per la solidarietà, diventano bersaglio di furti continui.PUBBLICITA

    Il presidente del Comitato Valori Collinari, Gennaro Capodanno denuncia il degrado crescente e chiede una soluzione urgente.

    “I cassonetti per abiti usati, un’isola ecologica nel cuore della città, vengono saccheggiati con regolarità. Oltre al danno economico per le iniziative di solidarietà, questo fenomeno genera un impatto negativo sull’ambiente, con abiti destinati al riciclo che finiscono per essere dispersi o smaltiti impropriamente.”
    Dietro i furti ai cassonetti per abiti usati si nasconde un giro d’affari illegale che alimenta il mercato nero. Il presidente del Comitato Valori Collinari lancia l’allarme e chiede un intervento deciso delle autorità per contrastare questo fenomeno.

    “Un servizio, istituito nel 2012 dall’Asìa, l’azienda speciale per l’igiene ambientale, per venire incontro alle esigenze dei napoletani che, specialmente nei periodi di cambi di stagione, non sapevano come liberarsi di abiti e accessori che non intendevano più utilizzare “.
    Sulla vicenda Capodanno sollecita, ancora una volta, una maggiore attenzione da parte degli uffici a tanto preposti, con interventi mirati tesi a stroncare un fenomeno che a Napoli sembra prendere sempre più piede e che potrebbe avere anche altre implicazioni, come quella, riportata da alcuni organi d’informazione, che lascia intravedere la possibilità che gli indumenti usati trafugati vengano utilizzati come letti di combustione per lo smaltimento dei rifiuti tossici, oltre che, nella migliore delle ipotesi, finire al mercato nero sulle bancarelle.
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    Gli sfollati della Vela Celeste non vogliono rientrare nelle case: hanno paura

    “Da qui non ci muoviamo!”. Lo dicono tutti gli sfollati della Vela Celeste di Scampia che occupano l’aula magna dell’Università Federico II.PUBBLICITA

    Sono oltre 400 residenti della Vela Celeste, sfollati dopo il tragico crollo del ballatoio. Un’occupazione pacifica ma determinata, che diventa simbolo della rabbia e della disperazione di una comunità abbandonata.

    La notte trascorsa tra brandine precarie e materassi improvvisati ha lasciato il segno. “Abbiamo dormito per terra, con la schiena a pezzi” raccontano. “O entriamo tutti, o non entra nessuno!”. La paura di nuovi crolli aleggia, e la fiducia nelle istituzioni è ai minimi storici.
    Il sindaco Manfredi assicura che gli alloggi saranno agibili a breve, ma gli sfollati non credono più alle promesse. “Chi ci garantisce che sia sicuro?” si chiede Maria. L’offerta di palestre come dormitori viene rifiutata: gli sfollati chiedono dignità e vogliono rimanere uniti.

    L’Università, inizialmente sorpresa, si trasforma in un rifugio improvvisato. Medici volontari visitano i residenti, mentre i professori offrono sostegno psicologico. Ma la protesta continua: gli sfollati chiedono risposte e soluzioni concrete, e non intendono arrendersi fino a quando non saranno tutelati i loro diritti.
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    Crollo Scampia si piange nonna Patrizia: “Sempre un sorriso per tutti”

    A Scampia si piange la morte di Patrizia Della Ragione terza vittima del crollo del ballatoio della morte alla vela celeste ma allo stesso tempo si prega e si spera per un migliorante delle due nipoti ricoverate in gravi condizioni al Santobono.PUBBLICITA

    Ma anche per la nuora Martina Russo di 25 anni e una sorella di quest’ultima, Carmela Russo, di 35 anni. Degli altri dieci feriti uno solo ieri ha lasciato l’ospedale.

    Punti Chiave ArticoloLa preoccupazione e l’attenzione è rivolta alle due bimbe di 4 e sette anni. saranno fondamentali le prossime 48 ore per capire se riusciranno a salvarsi. Quella di 7 anni è la più grave. Ha una frattura cranica più profonda.  Prossime 48 ore fondamentali per le due bimbe in gravi condizioni Le altre tre piccole pazienti rispettivamente di 10, 9 e 2 anni, ricoverate in ortopedia, sono state sottoposte ad intervento chirurgico; per una di loro sarà necessario anche un intervento di chirurgia maxillo facciale. Le loro condizioni sono stabili. Infine le ultime due, di 2 e 4 anni, ricoverate in chirurgia d’urgenza, sono “stabili ed in osservazione”.
    Patrizia Della Ragione, che era la mamma della prima vittima Roberto Abbruzzo e zia della seconda Margherita Della Ragione, che viveva a Giugliano,  era il fulcro di una famiglia numerosa, ora sconvolta dalla tragedia della Vela Celeste. La donna, nonna di quattro delle sette bambine ricoverate all’Ospedale Santobono dopo il crollo del ballatoio, era amata e stimata da tutti. Originaria di via Monte Taburno, Patrizia era nota per la sua forza e dedizione. Mamma di sette figli, aveva sempre lottato per offrire loro un futuro migliore. Negli ultimi anni, si era dedicata anima e corpo ai nipoti, diventando il loro punto di riferimento. “Era sempre con loro, si occupava solo di loro”, ricorda un vicino di casa. Un pilastro della famiglia Ma Patrizia non era solo una brava nonna. Era anche un pilastro della comunità della Vela Celeste, conosciuta per la sua umiltà e il suo impegno. Come testimonia un post su Facebook, si dedicava alle pulizie delle scale e dei ballatoi, nonostante le difficoltà economiche. “Guadagnava il pane per i figli e per i nipoti, mai niente era per lei”, si legge.
    Il dolore di una comunità di Scampia La tragedia ha sconvolto l’intero quartiere. A sostegno delle famiglie Della Ragione, Abbruzzo e Russo si è mobilitata l’intera comunità, preoccupata in particolare per le condizioni delle bambine. Intanto, a Giugliano, la piccola comunità di vicini di Margherita Della Ragione, un’altra vittima, è ancora sotto choc. (Nella foto le tre vittime dela crollo alla Vela Celeste di Scampia: da sinistra Patrizia Della Ragione, il figlio Roberto Abbruzzo e la nipote Margherita Della Ragione) Leggi Anche LEGGI TUTTO