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    Pompei, un Sacrario blu rinvenuto nella Regio IX

    Un affascinante sacrario con pareti blu è stato scoperto a Pompei, nell’area centrale della città antica. La scoperta, avvenuta durante gli scavi nell’Insula 10 della Regio IX, offre un nuovo spaccato sulla vita quotidiana e le credenze religiose degli antichi pompeiani. Il sacrario, che misura circa 8 metri quadrati, presenta pareti dipinte di un blu intenso, colore raramente utilizzato negli affreschi pompeiani e solitamente riservato ad ambienti di particolare pregio decorativo.
    Punti Chiave Articolo Su questo sfondo blu spiccano figure femminili che rappresentano le quattro stagioni, le Hore, e allegorie dell’agricoltura e della pastorizia. Simboli e rituali La presenza di questi simboli indica che il sacrario era probabilmente dedicato a divinità legate alla natura e alla fertilità. Al suo interno sono stati rinvenuti anche oggetti di uso quotidiano, come anfore da trasporto, brocche, lucerne e frammenti di intonaco con gusci d’ostrica tritati, usati come materiale edilizio. Il sacrario fa parte di un complesso residenziale più ampio, che include un quartiere termale ancora in fase di scavo e un grande salone affrescato con scala di accesso al primo piano. Questi ritrovamenti testimoniano l’evoluzione di questo quartiere nel corso del tempo e la ricchezza della vita a Pompei prima della tragica eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Un progetto di valorizzazione Lo scavo del sacrario e dell’intero quartiere rientra in un più ampio progetto di messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio archeologico di Pompei. L’obiettivo è quello di rendere fruibile al pubblico questo sito straordinario e di garantire la sua conservazione per le generazioni future.sto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Pompei, sequestrato un parcheggio abusivo per camper

    Pompei: controlli intensificati dalle Fiamme Gialle, sequestrato un parcheggio abusivo e denunciati venditori e un tassista abusivi. Nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli hanno intensificato i controlli economici del territorio nei pressi del Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei, in occasione del mese mariano e del conseguente afflusso di pellegrini.
    Punti Chiave ArticoloLe attività, svolte anche alla luce delle indicazioni del Prefetto di Napoli, Dr. Michele di Bari, in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, hanno portato a diverse sanzioni e sequestri. In particolare, sono state accertate numerose violazioni alla normativa fiscale e agli obblighi di esposizione prezzi da parte dei titolari delle bancarelle. Sono state controllate le concessioni di occupazione del suolo pubblico e sono stati individuati tre lavoratori in nero. A pochi chilometri dagli Scavi Archeologici, è stato sequestrato un terreno di circa 1.500 metri quadrati adibito abusivamente ad area sosta di camper per turisti. L’area non era conforme alle normative ambientali per lo scarico delle acque reflue e non era autorizzata. Il parcheggio abusivo non lontano dagli Scavi Inoltre, la titolare dell’attività abusiva esercitava la vendita di alimenti e bevande senza autorizzazione, tra cui diversi liquori privi del contrassegno di Stato. I controlli hanno riguardato anche 210 persone e 118 veicoli. Sono state elevate numerose sanzioni al Codice della Strada e sono state sequestrate 3 autovetture per mancanza di copertura assicurativa e revisione periodica. Un autista è stato denunciato per esercizio abusivo della professione di trasportatore di turisti e per false dichiarazioni sulla propria identità. Infine, una persona è stata segnalata alla Prefettura di Napoli per violazione delle disposizioni del Testo Unico stupefacenti. L’operazione delle Fiamme Gialle dimostra l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto all’abusivismo, all’evasione fiscale e al lavoro nero, a tutela dei cittadini e dei pellegrini che visitano il Santuario di Pompei. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    A Pompei Insula dei Casti Amanti apre al pubblico

    Pompei: Insula dei Casti Amanti apre al pubblico un percorso sopraelevato. A partire dal 28 maggio 2024, l’Insula dei Casti Amanti di Pompei aprirà al pubblico con un nuovo percorso sopraelevato su passerelle sospese.
    Questo permetterà ai visitatori di ammirare da una prospettiva inedita l’intera insula, comprendendo la casa dei Casti Amanti, la casa dei Pittori al lavoro e la casa del Cenacolo colonnato.
    Il nuovo percorso offrirà un’occasione unica per osservare dall’alto le strutture e il cantiere di scavo e restauro in corso, assistendo alle attività di indagine e ammirando gli ambienti emersi durante le recenti campagne di scavo.
    Tra questi, una stanza decorata con figure mitologiche e divinità, la singolare immagine di un bambino con cappuccio e mantello da viaggiatore, disegni a carboncino eseguiti da bambini in un cortile di servizio e un androne dove sono stati rinvenuti due scheletri di vittime dell’eruzione.
    Un progetto ambizioso
    L’apertura al pubblico dell’Insula dei Casti Amanti rappresenta un traguardo importante per il Parco Archeologico di Pompei. Il progetto, suddiviso in due lotti per un importo complessivo di 12 milioni di euro, mira alla creazione di una copertura con impianto fotovoltaico integrato, di un percorso accessibile a quota dei piani superiori delle case e al completamento dello scavo e del restauro degli ambienti sottostanti.
    Un nuovo modo di fruire del sito archeologico
    Il percorso sopraelevato, interamente accessibile, va ad implementare l’itinerario senza barriere architettoniche “Pompei per Tutti” e include un ascensore per il raggiungimento delle passerelle sospese. La visione innovativa e globale dell’intera insula, che il nuovo percorso consentirà, offrirà al pubblico una migliore comprensione dell’architettura delle case romane e dell’attività di cantiere in atto.
    L’Insula dei Casti Amanti sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.00 a partire dal 28 maggio 2024. L’ingresso sarà contingentato per garantire un’ottimale fruizione in sicurezza del percorso. LEGGI TUTTO

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    L’ANNUNCIO Il ristorante museo Cenere di Pompei nella selezione della Guida Michelin 2024

    Cenere, il ristorante-museo di Pompei, fa ufficialmente parte della selezione della Guida Michelin 2024. La motivazione recita: “Di fronte al parco archeologico, gli appassionati di cucina campana troveranno qui motivo di soddisfazione: accanto a qualche ricetta più creativa, il cuoco propone intramontabili piatti regionali, spesso basati su piccole produzioni di eccellenza: il carciofo violetto di Schito, il cece di Teano, la provola d’Agerola, la salsiccia rossa di Castelpoto e il suino nero casertano solo per citarne alcuni. Due sale, di cui una particolarmente suggestiva nel sottosuolo”.Cenere è caratterizzato da un format unico e ricco di suggestioni, che unisce cibo, vino e arte. Alla guida della cucina lo chef Pierpaolo Giorgio, a dirigere il maître sommelier Valerio Coppola. «Siamo felicissimi di aver raggiunto questo prestigioso traguardo – ha commentato lo chef Pierpaolo Giorgio – ringrazio tutti quelli che collaborano quotidianamente al nostro ambizioso progetto, i nostri clienti, i critici, gli ispettori, che ci seguono e ci recensiscono con stima e parole gentili».
    Un successo ottenuto anche con l’importante  contribuito di Valerio Coppola e della sua preparazione non solo sui vini, (la cantina a vista vanta più di 300 etichette, tra grandi classici e chicche trovate in giro per l’Italia e non solo), ma anche sulle birre e sui drink inediti realizzati con maestria. Coppola ha coniugato le produzioni tradizionali con il nuovo che avanza.
    Si pranza e si cena in un piccolo museo con 25 coperti. Cenere Museum & Bistrot è di proprietà di Gennaro Santarpia. Situato a pochi passi dagli scavi di Pompei, si trova in una storica dimora ottocentesca. Le sale hanno pareti laviche, nella prima spiccano iscrizioni in latino, in quella a forma di grotta, le teche illuminate, che contengono anfore “pop”, colorate e artistiche.
    «Lavoriamo dal primo giorno curando ogni dettaglio – ha spiegato Santarpia – e ogni nostra scelta è legata alla territorialità, alla stagionalità e soprattutto alla qualità. Per noi questo è un punto di partenza e non di arrivo, ma mai ci saremmo aspettati di raggiungere un traguardo così importante in così poco tempo. Ad Maiora!». LEGGI TUTTO

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    Circumvesuviana, arrivano i vigilantes e oggi riunione in Prefettura sulla sicurezza

    L’EAV ha mantenuto la promessa di inviare vigilantes al passaggio a livello di via Crapolla, a Pompei,  teatro di quattro raid vandalici in meno di un mese.
    Il Prefetto di Napoli ha convocato per oggi alle 12,30 un comitato per l’ordine pubblico per la sicurezza in Circumvesuviana. “Sono atti gravissimi, fenomeni che preoccupano, per l’incolumità e la sicurezza dei passeggeri”, ha spiegato il prefetto Di Bari.
    Le indagini della Procura di Torre Annunziata procedono speditamente.Si ipotizza una regia unica dietro i raid.
    L’ultimo episodio è avvenuto venerdì sera: un frigorifero è stato lasciato sui binari e il macchinista non è riuscito a frenare in tempo.Il passaggio a livello è senza barriere e segnalato solo da allarmi sonori e luci.
    Si sospetta che gli ostacoli provengano da una discarica abusiva nelle vicinanze.La zona è poco illuminata e frequentata solo di giorno.Le indagini sono volte a identificare i responsabili dei raid.
    L’obiettivo è garantire la sicurezza dei passeggeri e dei cittadini che ogni giorno si spostano a bordo dei treni della Circumvesuviana. Anche i vertici Eav sono preoccupati e auspicano una soluzione definitiva al problema. LEGGI TUTTO

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    IL PROGETTO A Pompei al via i lavori di riqualificazione di piazza Bartolo Longo

    Nella mattinata odierna è stato ufficialmente illustrato e consegnato il progetto esecutivo che darà vita alla trasformazione di piazza Bartolo Longo nella città di Pompei (in provincia di Napoli), intervento mirato alla riqualificazione e alla riconfigurazione delle aree circostanti.
    L’intervento è stato dettagliatamente descritto dai progettisti del concessionario, agendo su incarico dell’Ente autonomo Volturno, che svolge il ruolo di stazione appaltante. Il via ai lavori è stato fissato con precisione per il prossimo lunedì 19 febbraio, e l’ambizioso progetto si prevede concluderà entro dicembre 2024.
    La riunione, durante la quale è stato presentato il progetto, ha visto la partecipazione di rappresentanti chiave dell’Ente autonomo Volturno, del Comune di Pompei, del Pontificio Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, del Parco archeologico di Pompei, dell’Unità Grande Pompei, del concessionario e della ditta responsabile dell’esecuzione dei lavori. LEGGI TUTTO

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    Pompei, sequestrato ristorante a pochi metri dal Santuario

    Nella mattinata odierna, il personale della Polizia di Stato, coadiuvato dagli agenti del comando di Polizia Municipale locale, ha eseguito il sequestro di un noto ristorante situato in via Roma a Pompei.
    Il sequestro è stato compiuto in ottemperanza a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica.
    Il ristorante in questione è strategicamente ubicato nel cuore della città, a breve distanza dal Santuario della Beata Vergine del Rosario e a pochi metri dall’ingresso del Parco Archeologico di Porta Anfiteatro.
    Il provvedimento di sequestro è stato emesso a seguito di un’indagine condotta dal Commissariato di Pompei, sotto il coordinamento della Procura, che ha rivelato che l’attività di ristorazione continuava nonostante un provvedimento del Comune di Pompei.
    Il ristorante continuava ad essere aperto nonostante l’ordinanza di chiusura del comune per motivi igienico-sanitari
    Quest’ultimo aveva decretato la decadenza del titolo abilitativo per l’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande per motivi igienico-sanitari, ordinando la chiusura del ristorante.
    Il provvedimento di sequestro è stato adottato in considerazione della condotta dell’indagata, che ha proseguito nell’esercizio dell’attività di ristorazione in violazione delle disposizioni comunali e senza il necessario titolo autorizzativo.
    La decisione si basa sulla convinzione che la libera disponibilità dell’esercizio commerciale potrebbe aggravare o prolungare le conseguenze del reato, nonché agevolare la sua reiterazione.
    Il reato per cui si procede è quello contemplato e punito dall’articolo 650 del codice penale, relativo all’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, considerando la persistente disobbedienza all’ordine emanato dal Comune di Pompei. LEGGI TUTTO

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    La “Grande Pompei” si fa piccola: esperienze a misura di bambini e non solo

    La Grande Pompei si fa “piccola” per soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più ampio, che include anche tantissimi bambini e ragazzi.Il Parco ha registrato nel 2023 il numero più alto di presenze nella storia, oltre 4milioni di visitatori. “È il momento di diversificare le attività e le proposte di visita – sottolinea il Direttore Zuchtriegel – tenendo conto delle caratteristiche di un pubblico eterogeneo per fasce d’età, interesse e sensibilità.”
    Il 2024 vedrà in programma iniziative per famiglie, dagli spazi dedicati come un Children Museum, alle rievocazioni storiche, ma anche alla valorizzazione dei siti della Grande Pompei, come la prossima riapertura del Museo Archeologico Libero D’Orsi ampliato.
    “Le priorità di quest’anno sono di tutelare l’intimità di un’esperienza che è grande proprio perché ci fa vedere le cose piccole della vita antica e di potenziare l’offerta per bambine e bambini che vengono a Pompei. Possiamo imparare dai piccoli come vedere il mondo con occhi sempre nuovi e riscoprire il nostro bambino interno.”
    Aprirà un nuovo centro didattico per bambini, il Children museum gestito sotto forma di partenariato con laboratori e spazi dove i bambini si possono intrattenere anche mentre i genitori si godono la visita; la gara per affidare il servizio si sta concludendo in questi giorni.
    “Lavoreremo sulle rievocazioni, sui contenuti e sui percorsi per raccontare la città antica a tutta la famiglia. E continueremo a investire nelle realtà apparentemente piccole, fuori la città antica che però fanno parte della Grande Pompei, quel grande parco diffuso che include Boscoreale, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Terzigno, Lettere e Poggiomarino. Lì c’è una parte della storia di Pompei tutta da scoprire che ci aiuterà anche a canalizzare meglio i flussi che sono in continua crescita.”
    Il Parco Archeologico di Pompei nel 2023, con 4.079.235, ha raggiunto la sua cifra record. Con un incremento di visitatori del 33,23% e un relativo incasso (oltre 41 milioni di euro) del + 52,44% rispetto all’anno precedente (2022) e del 3,57% e + 27,14% rispetto al 2019, anno pre-pandemia tra quelli fino ad oggi di maggiore afflusso.
    Un aumento significativo di visitatori, nonostante le chiusure per restauro e lavori di messa in sicurezza che hanno riguardato la Reggia di Quisisana (che ospita il Museo D’Orsi) che aprirà a breve, la Villa Arianna a Castellammare di Stabia, e l’Antiquarium di Boscoreale riaperto a ottobre 2023 e che ha da subito registrato grande interesse e visite.
    Non mancheranno i grandi eventi serali al Parco che – oltre alle passeggiate notturne – quest’anno si sdoppieranno in due rassegne dedicate e organiche. Una di drammaturgia al Teatro grande, dove si conferma il consolidato appuntamento con il Pompeii Theatrum Mundi, e l’altra una kermesse musicale con artisti del panorama internazionale all’Anfiteatro.
    Lo scorso anno gli eventi teatrali e concertistici hanno fatto registrare oltre 15mila presenze a cui si aggiungono i 4300 visitatori delle passeggiate serali. “Un numero importante che sottolinea uno degli obiettivi del Parco, che è quello di favorire la stanzialità del turismo del territorio attraverso un ampliamento, di qualità, nell’offerta dei siti archeologici”.

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    Foodyear, svelate le 12 eccellenze dell’enogastronomia pompeiana per il calendario 2024

    Dodici eccellenze che racconteranno la Pompei enogastronomica nell’anno 2024.La presentazione del calendario che narrerà attraverso dodici scatti fotografici chef, pastry chef e brand culinari è avvenuta martedì 19 dicembre nella Sala dei Misteri dell’HABITA79 Pompeii-MGallery Collection. I protagonisti dell’enogastronomia pompeiana 2024 si sono presentati, brevemente, alla platea.
    Tra giornalisti, cultori del buon cibo e critici enogastronomici, si è anticipato il viaggio simbolico ideato dagli autori del progetto. Dopo i saluti di Riccardo Mantilacci, direttore dell’HABITA79, la serata si è aperta con il mese di dicembre ovvero con la coppia del ristorante “Cosmo”, Antonio Cesarano e Barbara Ruscinito, rispettivamente chef e pastry di un locale innovativo e devoto alla sostenibilità.
    Gennaio, febbraio e marzo sono tradizione, storia e cultura. Dal ristorante “Donna Franca”, la cui cucina è nelle mani dello chef Carlo De Gregorio, amante della tradizione napoletana, al ristorante “La Gare”, la cui brigata è guidata da chef Raffaele Nocerino, in una location che richiama una delle primissime stazioni ferroviarie di Pompei. Tra di loro si apre la storia del brand “Mercato Pompeiano”, creato da Gaspare Coppola, Carlo Mauriello e Giovanni Malafronte, il lui locale ha forti richiami con la storia dell’antica Pompei.
    La primavera continua con lo chef Alberto Fortunato, fiore all’occhiello de “La Bettola del Gusto”, il ristorante che accoglie i turisti a Pompei ( per la sua collocazione). A maggio si aprono le porte de “Il Principe”, il ristorante dello chef Gianmarco Carli, figlio di una lunga tradizione di stelle Michelin.
    Giugno è nelle mani del giovanissimo Nunzio Gallo, maestro newpolitano di “Alleria”, pizzeria e ristorante dall’imprint fortemente partenopeo. A luglio chef Roberto Lepre del ristorante “Il Circolo”, ci racconterà come si prepara la sua “melanzana a scarpone”.
    Agosto è il mese dell’Antica Pizzeria Da Michele, presentata dal suo maestro pizzaiolo, il giovanissimo Guido Iovino Condurro, che ha ereditato la tradizione di famiglia. L’autunno si preparerà grazie ai piatti dello chef Vincenzo Cascone di “Casa Gallo”, anche lui legato fortemente alla tradizione culinaria campana. Ad ottobre ci spostiamo in un’azienda vitivinicola che è anche relais, “Bosco de’ Medici Winery”, dove chef Ciro Chechile porta in tavola le verdure coltivate nella tenuta.
    “Dulcis in fundo” dicevano i Latini, a novembre c’è Marco De Vivo, il titolare della pasticceria di Pompei che sta spopolando anche al di fuori della Campania.
    L’idea di Gianni Cesariello, Ilaria Cotarella e Marco Pirollo punta a valorizzare queste realtà per tutto il prossimo anno attraverso racconti sul web ed eventi nelle diverse location. Alla serata ha partecipato anche Rosario Lopa, portavoce della Consulta Nazionale per l’agricoltura ed il turismo: “Possiamo dire finalmente che anche Pompei ha il suo calendario.
    In un modo basato sui social e sul digitale, torniamo a quello che era un biglietto da visita importante che si trovava nelle edicole e nelle librerie. Dopo il turismo culturale e religioso si punta al settore agroalimentare, che si sta sviluppando negli ultimi anni. Pompei è una grande realtà, con questo calendario si offre uno spunto importante non solo al turista ma anche al commercio.
    Il calendario, che presenta le eccellenze del territorio, è un biglietto da visita importante per spingere alla promozione, alla valorizzazione ed alla tutela dei prodotti del nostro territorio. In questa iniziativa è stato fatto un ottimo investimento sulla comunicazione”, ha concluso Lopa. Il progetto Foodyear è stato patrocinato dal Comune di Pompei, guidato dal sindaco Carmine Lo Sapio, che ha sostenuto l’iniziativa di valorizzazione gastronomica e territoriale. LEGGI TUTTO

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    Pompei, 13 statuine in terracotta affiorano dal lapillo

    La tradizione dei presepi risale alla storia più recente, eppure tracce di allestimenti rituali nelle case si ritrovano già in antico. 13 statuine in terracotta, tracce di un antico rito, emergono da un ambiente di una domus confinante con la casa di Leda e il cigno, dove è in corso un cantiere di scavo, restauro e valorizzazione.
    Le piccole sculture di circa 15 cm di altezza – come riportato nell’E-journal degli scavi di Pompei http://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/ – tra cui si riconoscono figure umane, ma anche una noce, una mandorla, la testa di un gallo in argilla e una pigna in vetro sono state rinvenute in posizione eretta su un piano orizzontale all’interno di un vano dove probabilmente si trovava uno scaffale.
    Le sculture sono emerse dal lapillo ad un’altezza superiore ai 2 metri rispetto al piano pavimentale. L’ambiente che le conservava, probabilmente l’atrio della casa, presentava anche delle decorazioni affiorate per ora nella parte superiore delle pareti.
    Dai primi studi, alcuni soggetti sembrano rimandare al mito di Cibele e Attis, connesso al ciclo vitale delle stagioni e della fertilità della terra e dunque all’equinozio di primavera.
    Il cantiere in corso sta interessando ambienti già noti della Casa di Leda (messi in luce tra il 2018 e il 2019 nell’ambito dei lavori previsti dal Grande Progetto Pompei) e quelli di due domus, non meglio identificate, che si sviluppano a nord e a sud della casa di Leda.
    Durante la fase di rimozione delle terre ancora presenti in alcuni ambienti della casa di Leda, al fine di raggiungere il livello del piano pavimentale, è inoltre emersa una stanza finemente affrescata dove spiccano 4 tondi con volti femminili di raffinata eleganza.
    Lo scavo è finalizzato alla messa insicurezza dei fronti di scavo (perimetro tra strutture già in luce e aree non scavate) e alla salvaguardia e alla conservazione degli apparati decorativi, in vista anche della pubblica fruizione del complesso. LEGGI TUTTO

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    A Pompei arriva il corso di formazione per “Giardinieri d’arte”

    A partire dal mese di gennaio 2024, prenderà avvio il Corso di Qualificazione Professionale per Giardiniere d’Arte per Giardini e Parchi Storici.Il progetto è finanziato dalla Regione Campania e organizzato dall’ente di formazione Bridge in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, la società Ream (specializzata in manutenzione del verde), e con il supporto de Il Tulipano, società di cooperativa sociale già coinvolta in progetti di agricoltura sociale con ragazzi affetti da autismo e/o disabilità cognitiva.
    Il corso, della durata di 600 ore, si terrà principalmente nel Parco Archeologico di Pompei, noto per gli investimenti a lungo termine nella gestione, manutenzione e valorizzazione del verde e del paesaggio delle aree archeologiche.
    L’obiettivo della formazione è quello di sviluppare competenze professionali
    Il Parco Archeologico ha un vivaio dedicato, considerato un laboratorio di studio agricolo, che si concentra sulla produzione di colture “antiche”. L’obiettivo della formazione è quello di sviluppare competenze professionali per intervenire nella conservazione, rinnovamento, manutenzione e restauro di giardini e parchi storici, pubblici o privati, nel rispetto delle forme originali e valorizzandone le caratteristiche storiche, culturali, architettoniche, ambientali e paesaggistiche.
    Il corso, gratuito, comprenderà 150 ore di lezioni teoriche presso le sedi di Pompei e Napoli, 150 ore di formazione online, 120 ore di laboratorio e 180 ore di stage presso il Parco Archeologico di Pompei e le aziende del territorio.
    La selezione dei partecipanti avverrà tramite prova scritta e orale
    La selezione dei partecipanti avverrà tramite prova scritta e orale, e saranno ammessi 20 partecipanti e 4 uditori, con scadenza per la presentazione delle domande entro le ore 18:00 del 27/12/2023.
    Il programma delle lezioni comprenderà temi quali botanica, agronomia, paesaggio, archeologia, restauro, rilievo, tecniche colturali, sicurezza, informatica e pratiche gestionali. Al termine del corso, verrà rilasciato un attestato abilitante all’esercizio dell’attività di manutenzione del verde, in conformità all’articolo 12 della legge numero 154/2016 e all’accordo della conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2018. LEGGI TUTTO

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    Pompei, nella Regio IX emerge il panificio prigione

    Un panificio-prigione, dove persone ridotte in schiavitù e asini erano rinchiusi e sfruttati per macinare il grano necessario a produrre il pane. Un ambiente angusto e senza affaccio esterno, con piccole finestre con grate in ferro per il passaggio della luce. E nel pavimento intagli per coordinare il movimento degli animali, costretti a girare per ore con occhi bendati.L’impianto è emerso nella Regio IX, insula 10, dove sono in corso scavi nell’ambito di un più ampio progetto di messa in sicurezza e manutenzione dei fronti che perimetrano l’area ancora non indagata della città antica di Pompei.
    Le indagini hanno restituito una casa in corso di ristrutturazione. Un’abitazione suddivisa – come spesso avviene – in un settore residenziale decorato con raffinati affreschi di IV stile, e un quartiere produttivo destinato in questo caso alla panificazione. In uno degli ambienti del panificio, erano già emerse nei mesi scorsi tre vittime, a conferma che nonostante la ristrutturazione in corso, la dimora fosse tutt’altro che disabitata.
    Una fotografia/testimonianza del lavoro massacrante a cui erano sottoposti uomini, donne e animali negli antichi mulini-panifici, del cui racconto abbiamo la fortuna di poter disporre di una fonte d’eccezione, lo scrittore Apuleio, vissuto nel II secolo d.C., che nelle Metamorfosi IX 11-13, racconta l’esperienza del protagonista, Lucio, trasformato in asino e venduto a un mugnaio, evidentemente sulla base di una conoscenza diretta di contesti simili.
    Le nuove scoperte rendono possibile descrivere meglio anche il funzionamento pratico dell’impianto produttivo che, seppure in disuso al momento dell’eruzione, ci restituisce una conferma puntuale del quadro sconcertante dipinto da Apuleio.
    Il settore produttivo messo in luce è privo di porte e comunicazioni con l’esterno; l’unica uscita dà sull’atrio; nemmeno la stalla possiede un accesso stradale come frequente in altri casi. “Si tratta, in altre parole, di uno spazio in cui dobbiamo immaginare la presenza di persone di status servile di cui il proprietario sentiva il bisogno di limitare la libertà di movimento – fa notare il Direttore Gabriel Zuchtriegel, in un articolo scientifico a più mani pubblicato oggi sull’E-Journal degli scavi di Pompei.
     È il lato più sconvolgente della schiavitù antica, quello privo di rapporti di fiducia e promesse di manomissione, dove ci si riduceva alla bruta violenza, impressione che è pienamente confermata dalla chiusura delle poche finestre con grate di ferro. “
    La zona delle macine, ubicate nella parte meridionale dell’ambiente centrale, è adiacente alla stalla, caratterizzata dalla presenza di una lunga mangiatoia.
    Attorno alle macine si individua una serie di incavi semicircolari nelle lastre di basalto vulcanico. Data la forte resistenza del materiale, è verosimile che quelle che a prima vista potrebbero sembrare delle “impronte” siano in realtà intagli realizzati appositamente per evitare che gli animali da tiro scivolassero sulla pavimentazione e contemporaneamente tracciare un percorso, formando in tal modo un “solco circolare” (curva canalis) come lo descrive anche Apuleio.
    “Le fonti iconografiche e letterarie, in particolare i rilievi della tomba di Eurysaces a Roma, suggeriscono che di norma una macina fosse movimentata da una coppia composta da un asino e uno schiavo. Quest’ultimo, oltre a spingere la mola, aveva il compito di incitare l’animale e monitorare il processo di macinatura, aggiungere del grano e prelevare la farina.”   
    L’usura dei vari intagli può essere ascritta agli infinti giri, sempre uguali, svolti secondo lo schema predisposto nella pavimentazione. Più che a un solco viene pertanto da pensare all’ingranaggio di un meccanismo di orologeria, concepito per sincronizzare il movimento intorno alle quattro macine concentrate in questa zona.
    L’ambiente riaffiorato, con la sua testimonianza di dura vita quotidiana, integra il quadro raccontato nella mostra “L’altra Pompei: vite comuni all’ombra del Vesuvio” – che inaugurerà il 15 dicembre alla Palestra grande di Pompei-  dedicata a quella miriade di individui spesso dimenticati dalle cronache storiche, come appunto gli schiavi, che costituivano la maggioranza della popolazione e il cui lavoro contribuiva in maniera importante all’economia, ma anche alla cultura e al tessuto sociale della civiltà romana.
    “In ultima analisi – aggiunge il direttore- sono spazi come questo che ci aiutano anche a capire perché c’era chi riteneva necessario cambiare quel mondo e perché negli stessi anni un membro di un piccolo gruppo religioso di nome Paolo, poi santificato, scrive che è meglio essere tutti servi, douloi che vuol dire schiavi, ma non di un padrone terrestre, bensì di uno celeste.” LEGGI TUTTO