More stories

  • in

    Autopsia per stabilire le cause della morte del 15enne Cristian Caruso

    Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte di Cristian Caruso, il 15enne morto nella piscina di via Nazionale a castel Volturno mentre partecipava a una festa di compleanno con gli amici.
    Il giovane studente del secondo anno all’istituto tecnico industriale “Cesare Falco” di Capua, aveva scelto l’indirizzo legato alle costruzioni aeronautiche. Il suo sogno era lavorare in quel settore, un sogno alimentato dalla presenza del Centro di Ricerche Aerospaziali e dell’aeroporto militare di Grazzanise.
    Poco dopo la tragedia gli amici di Cristian hanno voluto esprimere il loro dolore incontenibile e la loro vicinanza alla famiglia scegliendo la recinzione dell’istituto tecnico come luogo simbolico per un ultimo saluto.
    Un lenzuolo bianco con la foto del giovane, qualche cuore rosso disegnato a mano e un messaggio semplice e toccante: “Cristian vive per sempre”. Un modo per dire che il suo ricordo non si spegnerà mai, che il suo sorriso e la sua vitalità continueranno a vivere nei loro cuori.
    Sui social e nelle strade delle due città si moltiplicano i messaggi di cordoglio per Cristian.  Anche il mondo della chiesa e le autorità locali hanno espresso il loro profondo cordoglio.
    La scomparsa di Cristian lascia un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato. La sua energia, il suo sorriso e il suo sogno di volare rimarranno per sempre vivi nei loro cuori. Un dolore immenso che unisce Capua e Grazzanise nel ricordo di un ragazzo speciale che troppo presto è stato strappato alla vita.

    Leggi Anche LEGGI TUTTO

  • in

    La lettera straziante di una delle bambine violentate a Caivano: “Mi manca da morire mia mamma”

    Una bambina di 11 anni, una delle cuginette violentate dal branco a Caivano, ha scritto una lettera straziante alla mamma in cui le dice che le manca da morire.
    La bambina si trova oggi in una casa famiglia insieme alla sorellina più piccola, mentre il fratello 16enne è in un’altra struttura. La mamma, invece, è in un centro diverso dopo l’emersione degli agghiaccianti fatti nel Parco Verde di Caivano.
    Nella lettera, la bambina scrive: “Mamma, mi manchi da morire. Quando ti rivedrò? Mi sento sola e spaventata. Vorrei solo stare con te”.
    I legali della famiglia hanno presentato diverse istanze per chiedere l’immediata revoca del blocco totale dei contatti tra i familiari, sia fisici che telefonici.
    L’avvocato Angelo Pisani, che difende la famiglia, ha dichiarato: “Un trattamento del genere non viene riservato neanche ai detenuti che pure hanno diritto alle visite dei familiari in carcere”.
    “Ci si aspetterebbe dopo un reato tanto grave, la messa in sicurezza di tutti i membri della famiglia”, ha aggiunto Pisani. “E dopo il dolore per quanto accaduto alla figlia, ora anche l’ingiustizia di vedersi di fatto cancellare ogni rapporto con i suoi ragazzi chiusi tutti in case famiglia senza alcun segno di umanità”.
    Secondo gli psicologi, l’allontanamento dalla mamma è un ulteriore danno per la piccola e soprattutto per la madre che rischia la vita.
    La vicenda della bambina di Caivano è un esempio di come la burocrazia, a volte, può essere più crudele della giustizia. I familiari della piccola sono vittime di un reato orribile e, invece di essere aiutati, sono stati puniti. LEGGI TUTTO