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    Omicidio Mergellina, si cercano revolver calibro 38 e sneakers

    Proseguono le indagini, della Squadra Mobile di Napoli, per fare luce sull’omicidio di Francesco Pio Maimone.
    Al momento, non c’è traccia dell’arma, una rivoltella calibro 38, usata dal presunto assassino, il 19enne Francesco Pio Valda, e neppure le sneakers di una nota marca che il ragazzo aveva al piede, secondo una testimonianza motivo scatenante della lite, alla quale la vittima era del tutto estranea: i due gruppi di giovani, quella notte, si sarebbero scontrati proprio perché qualcuno le aveva sporcate pestandogliele.

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    Morto in ospedale il baby boss di Pianura ferito 10 giorni fa a Mergellina

    E morto oggi in ospedale Antonio Gaetano, 20enne ferito in un agguato nella notte tra l’11 e il 12 marzo scorsi in via Mergellina a Napoli.
    Gaetano era in auto con un conoscente quando è stato avvicinato da alcune persone che hanno esploso diversi colpi di arma da fuoco, colpendolo all’addome e alla zona cervicale. Trasportato all’ospedale San Paolo in pericolo di vita, è stato subito sottoposto a intervento chirurgico urgente ma oggi, dopo diversi giorni di ricovero in rianimazione, è deceduto.
    Gaetano era considerato vicino al clan camorristico Calone-Esposito-Marsicano attivo nel quartiere Pianura, zona occidentale della città. Due anni fa era scampato a un raid, riportando solo una lieve ferita.
    Dieci giorni fa non è riuscito a sfuggire ai killer, che lo hanno ferito mortalmente a Mergellina, non lontano dagli chalet dove, nella notte tra il 19 e il 20 marzo, è stato ucciso Francesco Pio Maimone, 18enne anch’egli del quartiere Pianura, ma estraneo a dinamiche criminali e alla rissa tra due gruppi di giovani culminata nell’esplosione dei colpi di pistola che ne hanno causato il decesso. LEGGI TUTTO

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    Francesco Pio Valda stava per scappare: qualcuno lo ha avvisato dell’arrivo della polizia

    Stava per scappare l’assassino di Mergellina: Francesco Pio Valda era stato avvisato da qualcuno che stava per arrivare la polizia. Ma non ha fatto in tempo a fare perdere le tracce.
    Qualcuno lo ha avvisato telefonando a casa della nonna, dove si era rifugiato dopo l’omicidio. “Vestiti e vai via presto”, gli diceva un uomo dall’altra parte della cornetta. Ma gli agenti della squadra mobile di Napoli sono arrivati prima che lasciasse quell’abitazione. Francesco Pio Valda, 20 anni, fermato per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, di due anni piu’ piccolo, agli chalet di Mergellina a Napoli la notte tra domenica e lunedi’, ha sparato per dimostrare che la pistola che aveva era vera.
    Questo e’ quanto emerge dal racconto dei testimoni del delitto sentiti dalle forze dell’ordine le cui dichiarazioni sono culminate nel decreto di fermo. Questa mattina ci sara’ la convalida del fermo disposto dal pm. “Gli gridavano che la pistola era a salve e cosi’ prima ha esploso due colpi in aria, poi uno in un’auto parcheggiata, rompendogli il lunotto e poi nel mucchio”, raccontano i testimoni.
    La rissa: “Stai attento le scarpe costano mille euro”
    Tutto sarebbe nato, secondo le loro dichiarazioni, da una macchia sulle sue scarpe: “Ha detto: ‘statti attento che sono di marca e costano mille euro’”. Dall’altra parte il contendente, che era un uomo del rione Traiano gli ha risposto che “gliene avrebbe comprate dieci di scarpe”. Quindi la rissa e poi la pistola estratta e mentre dal gruppo gridavano “tanto e’ finta”. E invece era vera.
    E stamane, difeso dall’avvocato Antonio Iavarone dovrà spiegare al gip la sua versione dei fatti anche se ha già detto alla polizia e al pm: “Non l’ho ucciso io, non ho sparato io”. Ma fino a questo momento le prove dimostrano il contrario.
    Sempre in mattinata sarà inoltre eseguita l’autopsia disposta dalla Procura di Napoli sul corpo del 18enne ucciso. La salma sarà poi restituita ai familiari per i funerali, che dovrebbero essere celebrati domani nella chiesa di San Lorenzo Martire nel quartiere Pianura dal vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella. LEGGI TUTTO

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    Omicidio di Francesco Pio Maimone, l’avvocato di Valda: “Sembrava si fosse riabilitato”

    Era già stato arrestato ma per spaccio di droga Francesco Pio Valda il 19 enne in carcere da ieri sera con l’accusa di aver ucciso la notte di domenica il giovane di Pianura Francesco Pio Maimone a Mergellina.
    Era minorenne all’epoca dell’arresto insieme con il fratello Luigi e ora stava seguendo un percorso di riabilitazione conclusosi poco tempo fa in maniera positiva. Lo ha spiegato il suo avvocato, Antonio Iavarone.
    “Il fratello Luigi, che ho seguito insieme con Francesco Pio è in carcere per tentato omicidio. A giugno ci sarà l’udienza del processo in abbreviato che lo vede imputato”.
    Il fratello Luigi Valda è in carcere per tentato omicidio
    “Lo Stato ha cercato di recuperare entrambi e per Francesco Pio – precisa l’avvocato Iavarone – sembra fosse cosa fatta. Era stato arrestato insieme con Luigi per spaccio di sostanza stupefacenti. All’epoca era minorenne. Il Tribunale accordò la ‘messa alla prova’ che Francesco Pio riuscì a superare con successo.
    E infatti, – afferma – il reato contestato venne dichiarato estinto. Poi all’alba di lunedì la tragedia. E’ caduto nuovamente nel contesto criminale dal quale sembra fosse uscito”. 
    Ora tutto il percorso di riabilitazione fatto si è interrotto con la grave accusa di omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose. LEGGI TUTTO

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    La commovente lettera del parroco: “Francesco Pio aiuta Napoli a sconvolgersi per la morte dei suoi ragazzi”

    “Non siamo sconvolti ma attoniti e addolorati perché la vita di Francesco Pio, un giovane della nostra comunità, i suoi progetti e i suoi sogni sono stati interrotti da una mano criminale”, lo dice in una nota il parroco don Enzo Cimarelli.“Non siamo sconvolti perché ci si sconvolge quando accade qualcosa che non ti aspetti, qualcosa di impensabile ma l’ondata di violenza e di morti di questi anni ci ha periodicamente abituati alle vita spezzate di tanti giovani della nostra città”.
    Don Enzo Cimarelli è il giovane parroco dell’antica chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Soccavo, nella zona della Croce di Piperno impegnato nel volontariato e nelle azioni di sostegno alle famiglie in difficoltà.
    “Non siamo sconvolti-spiega- ma straziati perché solidali allo strazio di una famiglia, di un gruppo di amici, di un intero quartiere che ha visto un ragazzo pieno di speranza non far mai più ritorno nella sua casa, nel suo quartiere, tra i suoi cari.
    Anche se il presunto assassino di Francesco Pio Maimone è stato arrestato dalla squadra mobile di Napoli nel giro di 24 ore: si tratta del 20enne Francesco Pio Valda, figlio di Ciro Valda, ras del clan Cuccaro ucciso nel  2013 a Barra, don Enzo Cimarelli parla di omertà e di assenza delle istituzioni.
    “Siamo stanchi dell’omertà e dell’assenza delle istituzioni”
    Non siamo sconvolti perché queste notizie cadenzano ormai gli anni e segnano tempi e dolori collettivi e per questo siamo stanchi: stanchi dell’assenza delle istituzioni, perse nelle loro burocrazie, conti, tavoli; stanchi dell’omertà di chi fa finta di nulla e dell’indifferenza di chi si gira dall’altra parte, stanchi dell’individualismo di tutti e dell’incapacità di far rete sul serio, fino in fondo, per il bene dei piccoli.
    Caro Francesco Pio, non siamo sconvolti da questo mare di dolore a cui ci siamo assuefatti ma siamo certi che dal cielo tu potrai sconvolgere i cuori induriti dal male, gli sguardi offuscati dagli interessi di parte, le menti prese da un’economia che non mette al centro i ragazzi e i giovani.
    “Francesco Pio aiuta Napoli a sconvolgersi per la morte dei suoi ragazzi, aiuta tutti noi a non abituarci a notizie come queste!”
    E siamo certi anche che la tua presenza luminosa sosterrà i tuoi genitori, familiari e amici in queso momento di buia sofferenza. E noi, tua comunità parrocchiale, ti facciamo una promessa: lavoreremo senza stancarci, notte e giorno, per continuare la nostra missione educativa, adoperandoci per una Napoli più giusta, equa, sicura, pacifica, una società in cui la morte di un bellissimo ragazzo come te non sia accolta come una cosa ormai normale ma sconvolgente. Francesco Pio aiuta Napoli a sconvolgersi per la morte dei suoi ragazzi, aiuta tutti noi a non abituarci a notizie come queste!” LEGGI TUTTO

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    Francesco Pio Maimone inseguito e ucciso dopo un litigio tra giovanissimi

    Inseguito e ucciso come un boss tra la folla della movida di Mergellina.
    Non è ritenuto appartenente alla criminalità organizzata Francesco Pio Maimone, il 19enne gravemente ferito e morto poi in ospedale la scorsa notte a Napoli. Secondo le prime risultanze investigative della Squadra Mobile di Napoli, coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, il giovane sarebbe rimasto coinvolto – ma non è ancora chiaro in che modo – in un litigio tra giovanissimi per futili motivi, forse scoppiato per uno sguardo di troppo.
    I colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi davanti a un noto chioschetto della zona di Mergellina. La notte dello scorso 12 marzo la zona di Mergellina era stata teatro di un altro fatto di sangue, il ferimento del 19enne Antonio Gaetano, ras emergente del clan Calone-Esposito-Marsicano, colpito più volte mentre si trovava in auto. Molto gravi le ferite riportate: è ancora ricoverato in ospedale.
    La giovane vittima portava le pizze a domicilio a Pianura
    Secondo gli amici Francesco Pio Maimone non aveva legami con i clan della camorra del suo quartiere di Pianura: portava le pizze a domicilio, ha lavorato in una paninoteca ed anche raccolta della spazzatura in alcuni parchi privati.
    “Bisogna capire velocemente cosa stia accadendo. Non è certo la prima volta che la zona degli chalet di Mergellina diventa teatro dei regolamenti di conti tra clan rivali e bande criminali che si contendono il territorio.
    Lì è terra di nessuno, si spara all’impazzata, tra la gente rischiando di colpire chiunque. Avviene da tempo eppure il fenomeno continua ad essere preso sottogamba”. Così il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli commenta l’omicidio di un 18enne avvenuto nella notte e parla di una “è emergenza criminalità” a Mergellina.
    “La città – aggiunge – non può rimanere in balia di camorristi, violenti e criminali, le strade non possono macchiarsi di sangue ogni volta che nascono tensioni negli ambienti malavitosi, cioè quasi sempre.
    Prima o poi ci andrà di mezzo un’anima innocente. Lo Stato è chiamato ad intervenire con energia e intelligenza: occorre indagare, arrestare e condannare ma anche eliminare quelle condizioni per le quali ci sono continui turn-over nel modo delle bande e tentativi di scalate vertici della malavita”. LEGGI TUTTO

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    Napoli, agguato nella notte a Mergellina: ucciso 18enne

    Un ragazzo di 18 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte a Napoli. L’agguato è avvenuto intorno alle 2 a Mergellina, nei pressi di uno chalet. Francesco Pio Maimone, questo il nome del 18enne, è stato trasportato da alcuni conoscenti all’ospedale Vecchio Pellegrini, dove però è deceduto poco dopo il suo arrivo.
    Il giovane, originario di Pianura, è arrivato intorno alle 2.30 di stanotte al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini con una ferita da arma da fuoco al torace. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime, e dopo circa un’ora il suo cuore si è fermato. Solo 8 giorni fa, sempre agli chalet di Mergellina era stato ferito un altro pregiudicato di Pianura. Si tratta di Antonio Gaetano, che è ancora ricoverato all’ospedale San Paolo.
    Il 18enne ucciso a colpi di revolver
    Sul posto della sparatoria polizia e l’ambulanza del 118. Il 18enne però era stato già trasportato d’urgenza da alcuni conoscenti al Pronto Soccorso del Pellegrini di Napoli. Una corsa disperata contro il tempo che è stata vana: Maimone era già morto. La salma è stata sequestrata per l’autopsia del caso.
    Secondo le prime informazioni raccolte dagli investigatori, il giovane era in compagnia di amici quando e’ stato inseguito dai suoi assassini che, dopo averlo raggiunto, gli hanno sparato contro piu’ colpi. Mammone, residente a Pozzuoli, frequentava il quartiere di Pianura a Napoli e potrebbe essere vittima della faida tra due clan. Proprio nella stessa zona, a Mergellina, il 12 marzo scorso, era rimasto ferito Antonio Gaetano, del clan Calone-Esposito-Marsicano. LEGGI TUTTO

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    Agguato a Mergellina: 19enne di Pianura in fin di vita

    La faida di camorra di Pianura si sposta nel centro città e insanguina le strade della movida di Mergellina del sabato notte.
    Un diciannovenne, Antonio Gaetano ritenuto legato a un clan di camorra del quartiere Pianura di Napoli, è giunto la scorsa notte nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, a Napoli, gravemente ferito da due colpi d’arma da fuoco, che si sono stati sparati poco prima dell’una, da due persone mentre si trovava in auto a Mergellina, la strada degli chalet del capoluogo campano.
    I medici gli hanno riscontrato due ferite: una all’addome e l’altra alla zona cervicale. Il giovane, con precedenti e residente nel quartiere Pianura della città, qualche giorno fa teatro di un omicidio e ritenuto dagli inquirenti una “zona calda”, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
    Adesso è ricoverato in terapia intensiva in pericolo di vita. Secondo le prime informazioni i killer hanno sparato almeno tre colpi. A terra, la Polizia di Stato ha trovato tre bossoli. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
    Gli investigatori stanno analizzando le immagini delle telecamere pubbliche e private presenti nella zona per aver elementi utili alle indagini. LEGGI TUTTO

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    Napoli, resta in carcere il boss Alvino Frizziero: liberi i cugini Rossi

    Resta in carcere Alvino Frizziero, il boss della Torretta.
    Lo ha deciso il gip del Tribunale di NapoliNapoli, resta in carcere il boss Alvino Frizziero: scarcerati i cugini Rossiall’esito dell’udienza di convalida dopo il blitz della polizia nella serata di sabato scorso in via Santa Maria della Neve nel cuore della Torretta dove si presuppone sia stato interrotto un summit a cui partecipavano lo stesso boss insieme con i cugini Vincenzo Rossi di 26 anni e Giuseppe Rossi  di 28 detto o’ boxer.
    I due cugini era con il casco integrale a guardia della casa del boss dove furono trovate armi. Il boss non ha avuto alcuna esitazione ad addebitarsi il possesso delle armi scagionando i due cugini (difesi dall’avvocato Leopoldo Perone) che sono stati così rimessi in libertà.
    Gli investigatori, e in particolare quelli del commissariato san Ferdinando, continuano le indagini per capire i motivi del summit di camorra.
    E’ probabile che il boss stesse pianificando nuove strategie criminali per rispondere agli attacchi del gruppo Strazzullo dopo i contrasti degli ultimi mesi per il controllo degli affari illeciti ma anche diu tutto quello che ruota attorno al “food and beverage” in una delle zone più frequentate dalla movida e dai turisti come Chiaia, Mergellina e la stessa Torretta dove gli introiti sono elevatissimi. LEGGI TUTTO