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    Napoli, agguato fallito al rione Traiano: auto crivellata di proiettili

    Napoli. Anche le armi dei clan del rione Traiano rispondono presente alla ripresa della faida.PUBBLICITA E’ il quarto quartiere della città che nel giro di una settimana vede riesplodere i venti di guerra tra le varie famiglie criminali.L’altra sera, intorno alle 23, la polizia è intervenuta in via Lattanzio a seguito di segnalazioni di colpi d’arma da fuoco.Sul posto, gli agenti hanno trovato una Fiat Panda crivellata di proiettili e recuperato sette bossoli. Il proprietario dell’auto, un uomo incensurato, ha dichiarato di non avere nemici.Gli investigatori sospettano che l’auto sia stata colpita per errore, forse durante un agguato a qualcuno che si trovava in zona.Questo episodio riaccende i riflettori sulla faida che da anni terrorizza i quartieri di Fuorigrotta, Soccavo e Bagnoli. A inizio luglio si erano già verificate altre sparatorie, attribuite allo scontro tra i clan Troncone e Iadonisi-Esposito, supportati dai Sorianiello.Le forze dell’ordine stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per identificare i responsabili dell’ennesima stesa di camorra.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Morto nella notte il biker ferito dai fratelli Ciccarelli al Festival del Sordo di Capaccio

    Il biker di 53 anni, rimasto gravemente ferito da colpi di pistola lo scorso 13 luglio all’esterno di un hotel di Capaccio Paestum, nel Salernitano, è deceduto all’ospedale “Ruggi” di Salerno.PUBBLICITA La sparatoria si verificò durante il ‘Deaf International Festival 2024’, il Festival internazionale del Sordo.Secondo una prima ricostruzione, il sabato sera sarebbe scoppiata una lite tra i due fratelli Gaetano e Raffaele Cicarelli di Qualiano, (pure loro affetti da sordità) e un gruppo di biker, tra cui la vittima, culminata con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco calibro 9X21, che hanno ferito tre motociclisti.Nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 luglio, i due fratelli si costituirono presso la caserma dei carabinieri di Scafati e sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Salerno, con l’accusa di tentato omicidio plurimo e detenzione e porto abusivo di armi da sparo.I tre feriti furono trasportati in ospedale, ma il 53enne, originario di Napoli è deceduto nelle scorse ore a causa delle gravi ferite riportate.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Maxi blitz anti droga a Marano: 18 arrestati. Ci sono anche dei latitanti. TUTTI I NOMI

    Marano di Napoli: un’organizzazione dedita allo spaccio. Per ogni affiliato la “mesata”. Carabinieri arrestano 18 persone, altri sono attivamente ricercatiPUBBLICITA I  Carabinieri della Compagnia di Marano di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli – sezione riesame, a seguito di un appello proposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Punti Chiave ArticoloL’operazione ha portato all’arresto di 18 persone, di cui 11 in custodia in carcere e 7 agli arresti domiciliari. Gli arrestati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di reati legati all’associazione per il traffico illecito di sostanze stupefacenti e alla detenzione di droga ai fini di spaccio.Altre persone coinvolte nell’inchiesta sono attivamente ricercate e irreperibili e quin di latitanti.L’ordinanza cautelare è divenuta definitiva dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dagli indagati.L’organizzazione criminale operava a Marano e nelle zone limitrofe, distribuendo stupefacenti in diversi comuni campani. Gli affiliati ricevevano mensilmente le cosiddette “mesate” per l’attività di spaccio svolta nei vari punti di vendita.Ecco i nomi degli arrestatiLuciano Campus, Pasquale Carbone, Sandrino Castellano, Luigi Cesaro, Maurizio Esposito, Gaetano Marrandino, Aurelio Castellano, Gennaro Corrado, Marcello Tipaldi, Diego Vallozzi, Aniello Zampella, Gennaro Carbone, Raffaele Cerullo, Pasquale Corrado, Luca Gargiulo, Giovanni Montagna, Antonio Pinto, Mirko Russo.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Camorra, fallito agguato agli Strazzullo nella zona della Torretta

    Napoli. Sembra che i clan di camorra si siano dati un segnale comune di ripresa delle armi e così copo Pianura e Ponticelli si torna a sparare anche nella centralissima zona della Torretta di Chiaia.PUBBLICITA Dopo una serie di arresti avvenuti l’anno scorso, che hanno colpito i gruppi Strazzullo e Frizziero-Piccirillo-Cirella, l’ombra della ripresa della faida ha fatto capolino i vicoli prima di Mergellina.Un agguato si è consumato in Cupa Caiafa. Il commando non è riuscito portare a termine la missione di morte perché la vittima designata è scappata, rifugiandosi in un appartamento al piano terra.Agguato fallito e avvenuto davanti a molte persone che erano ancora in strada a quell’ora. Secondo quanto riporta il quotidano Il Roma, l’aggressione fallita sarebbe collegata a un conflitto che da tre anni scuote i vicoli vicini alla riviera di Chiaia.La contrapposizione tra i clan Strazzullo da una parte e i Frizziero-Piccirillo-Cirella dall’altra per il controllo non solo delle piazze di spaccio della zona ma anche di tutto quello che ruota attorno al business del mare, della ristorazione e della movida.L’obiettivo dell’attacco sarebbero stati due giovani affiliati al gruppo Strazzullo, già colpito duramente dagli arresti dell’anno scorso ma ancora attivo nella zona.E ad entrare in azione sarebbe stato un gruppo di giovani criminali emergenti legati ai Cirella.Gli investigatori sono al lavoro spulciando le immagini delle telecamere pubbliche e private presenti nella zona per individuare passaggio e fuga della moto con i killer in sella.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli turista olandese accoltellato al polmone in via dei Tribunali

    Napoli. Grave episodio di violenza urbana ai danni di una coppia di turisti che macchia di sangue la magica estate della città ricolma di vacanzieri provenienti da tutto il mondo.PUBBLICITA Un giovane olandese di 23 anni, in vacanza in città da alcuni giorni con la sua fidanzata, intorno alle tre dell’altra notte, è stato aggredito in via dei Tribunali da un un gruppo di rapinatori. Punti Chiave ArticoloIl giovane, che ha avuto una discussione con altri giovani vicino a un locale, è stato accoltellato al petto ed è ora ricoverato all’ospedale vecchio Pellegrini in condizioni critiche. La sua compagna sotto choc per lo spavento, è stata ricoverata per accertamenti e dimessa.E’ stata lei stessa a raccontare alla polizia, chiamata dai medici del pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, quanto accaduto.Lo scontro tra il gruppo, forse di altri turisti, è avvenuto poco dopo le tre della notte tra sabato e domenica, in uno dei tanti locali di via dei Tribunali ancora frequentati a quell’ora da tanti giovani.Forse complice l’alterazione da alcol, qualche parola di troppo, il classi sguardo non gradito: sta di fatto che in breve tempo c’è stata la colluttazione fisica e qualcuno ha estratto il coltello e colpito il giovane olandese.Il 23enne olandese è stato operato: non è in pericolo di vitaIl 23enne è arrivato in ospedale con una profonda ferita da taglio e dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico al polmone, i medici lo hanno dichiarato in prognosi riservata ma è non in pericolo di vita.La polizia nel frattempo ha acquisito le immagini registrate da alcune telecamere della zona e ha ascoltato alcuni testimoni e non è da escludere che si arrivi all’identifacazione degli aggressori in breve tempo.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, nuova stesa all’ingresso del rione Sanità: già finita la tregua estiva?

    Napoli. Non ha retto la tregua estiva tra i clan di camorra del centro storico di Napoli. Dopo qualche giorno di apparente calma, l’altra notte il fragore degli spari ha risuonato di nuovo.PUBBLICITA E’ accaduto in via Maria Longo, a pochi passi da piazza Cavour e Porta San Gennaro: è li che un commando di pistoleri armati è entrato in azione seminando il panico tra i residenti. Punti Chiave ArticoloLa classica stesa, il classico segnale a suon di piombo da inviare agli avversari. Sul luogo della sparatoria sono intervenute le forze dell’ordine che hanno rinvenuto un bossolo di piccolo calibro.Sebbene al momento sia stato trovato un solo proiettile, gli inquirenti non escludono che gli spari siano stati più numerosi. Fortunatamente, non si sono registrati feriti né danni significativi a veicoli o abitazioni, ma le autorità stanno indagando sull’accaduto con la massima attenzione.L’allarme è stato lanciato da alcuni residenti che hanno sentito gli spari e hanno immediatamente contattato la polizia.Gli agenti, giunti sul posto, hanno effettuato i rilievi balistici e avviato le prime indagini. La zona, in passato, era sotto il controllo del clan Savarese, con ramificazioni legate al clan Sibillo.La zona di Porta san Gennaro al centro dello scontro tra le giovani leveTuttavia, negli ultimi tempi gli equilibri criminali in quell’area sono cambiati e le dinamiche dell’agguato rimangono ancora da chiarire.In particolare, la zona di Porta San Gennaro – come ricorda Il Roma- è stata recentemente teatro di una crescente presenza di giovani criminali con aspirazioni da boss. Gli investigatori non escludono che l’attacco possa essere il risultato di un regolamento di conti tra bande giovanili.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Arrestato a Dubai il narcos Dorian Petroku, era evaso da una comunità a Nola

    Il braccio destro di ‘Diabolik’ catturato a Dubai. Dorian Petoku, noto narcotrafficante albanese e stretto collaboratore di Fabrizio Piscitelli, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza a Dubai.PUBBLICITA

    La cattura, frutto di una serrata collaborazione internazionale, pone fine alla latitanza dell’uomo evaso da una comunità di recupero nel dicembre 2023. Petoku, condannato per traffico internazionale di droga, sarà estradato in Italia per scontare la pena.

    Punti Chiave ArticoloIl narcotrafficante albanese, ricercato a livello internazionale, è stato localizzato grazie alla cooperazione tra la Guardia di Finanza e la polizia degli Emirati Arabi Uniti. Dorian Petoku è il narcos albanese e amico di Fabrizio Piscitelli, il ‘Diabolik’ della Curva Nord laziale ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto 2019 -, e’ stato arrestato dalla Guardia di Finanza, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, a Dubai dove si era rifugiato dopo essere scappato dalla comunita’ di recupero di Nola, in provincia di Napoli, dove era stato trasferito dall’autorita’ giudiziaria nonostante i pareri contrari della procura di Roma.

     Petroku era amico di Daniele Piscitelli “Diabolik” Era negli Emirati Arabi dopo essere evaso, nel dicembre 2023, da una comunita’ di recupero ove era stato ristretto in esecuzione di una condanna a una pena detentiva inflittagli, in primo grado, per traffico internazionale di droga nel processo ‘Grande Raccordo Criminale’. L’operazione e’ il frutto della cooperazione internazionale promossa dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, con il supporto dell’Ufficiale del Corpo Esperto di Sicurezza presso l’Ambasciata d’Italia negli Emirati Arabi Uniti (Abu Dhabi), sotto il costante coordinamento della Dda capitolina. Nell’ambito della cooperazione sono state condivise con gli omologhi emiratini circostanziate informazioni sulla localizzazione del narcotrafficante, favorendone cosi’ il rintraccio operato direttamente dalla Polizia di Dubai (Most Wanted Person Department Dubai Police). Nonostante la fuga in territorio estero, la Guardia di Finanza ha acquisito diversi elementi di conoscenza sugli spostamenti e sulla localizzazione dell’evaso, ha intrattenuto specifiche ed efficaci interlocuzioni con i competenti organi collaterali. Petoku arrestato, all’esito del relativo iter di estradizione, sara’ accompagnato nel nostro Paese dove potra’ scontare la pena detentiva ricevuta. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Truffa agli anziani: finti poliziotti e postini arrestati a Napoli

    Napoli. Almeno 40 persone sono state raggirate da tre uomini che, spacciandosi per agenti e operatori postali, rubavano i loro risparmi.PUBBLICITA

    La truffa partiva da un SMS con un falso allarme di accesso al conto. Cliccando sul link, le vittime venivano reindirizzate a un sito fasullo dove inserivano i loro dati.

    Punti Chiave ArticoloSuccessivamente, i truffatori, con sofisticate tecniche di “spoofing”, contattavano le vittime fingendosi operatori di Poste Italiane o della Polizia Postale, inducendole a trasferire denaro su nuovi conti correnti. Le indagini della Polizia Postale di Genova e Napoli hanno portato all’arresto di due dei tre responsabili e al sequestro di ingenti somme di denaro.

    Phishing e spoofing: l’ingegneria sociale al servizio della criminalità informatica La truffa messa a punto dalla banda criminale rappresenta un esempio classico di come la criminalità informatica sfrutti l’ingegneria sociale per raggirare le vittime. La fase di phishing: Tutto ha inizio con l’invio di SMS ingannevoli, apparentemente provenienti da Poste Italiane, che avvisano di un accesso anomalo al conto corrente. Il link presente nel messaggio rimanda a un sito web falso, realizzato ad arte per somigliare al portale online di Poste Italiane. Una volta collegatisi, le vittime sono invitate a inserire le proprie credenziali di accesso, credendo di agire in tutta sicurezza. In realtà, i dati immessi vengono intercettati dai criminali e memorizzati per successivi utilizzi. Lo spoofing: l’illusione della legittimità: A questo punto entra in gioco la tecnica dello spoofing. I truffatori, in possesso dei dati delle vittime, effettuano chiamate telefoniche utilizzando software che permettono di modificare il numero visualizzato sul display del telefono ricevente. In questo modo, il numero che appare sul telefono della vittima è quello ufficiale della Polizia Postale o di un altro ente di fiducia. L’ingegneria sociale: la manipolazione psicologica: Con abili tecniche di persuasione, i criminali rassicurano le vittime sulla legittimità della richiesta, instillando in loro un senso di urgenza e paura. Spesso, i truffatori si presentano come operatori specializzati, in grado di fornire assistenza tecnica e risolvere il problema dell’accesso non autorizzato. Per aumentare la credibilità, possono richiedere informazioni aggiuntive, come il codice fiscale o il numero di carta di credito. Le conseguenze della truffa Una volta in possesso delle credenziali di accesso e delle informazioni personali delle vittime, i criminali possono: Svuotare i conti correnti: Effettuare bonifici o prelievi di denaro.Sottrarre l’identità: Utilizzare i dati rubati per aprire nuovi conti correnti, richiedere prestiti o compiere altre attività fraudolente.Diffondere malware: Infettare i dispositivi delle vittime con software malevoli, al fine di raccogliere ulteriori dati sensibili o controllare a distanza i sistemi informatici. Come difendersi Per proteggersi da questo tipo di truffe, è fondamentale seguire alcune semplici precauzioni: Non cliccare su link sospetti: Evitare di aprire link contenuti in SMS o email provenienti da mittenti sconosciuti.Verificare l’identità del chiamante: Non fornire mai informazioni personali o finanziarie a soggetti che si presentano al telefono senza averli preventivamente contattati.Contattare direttamente l’istituto di credito: In caso di dubbi sulla sicurezza del proprio conto, contattare direttamente la banca o l’ufficio postale utilizzando i canali ufficiali.Installare software antivirus e antimalware: Mantenere aggiornati i sistemi operativi e i programmi installati.Essere diffidenti: Non fidarsi ciecamente di comunicazioni che suscitano ansia o urgenza. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Camorra, usura per conto del clan Licciardi: arrestati in nove

    Napoli. Da oltre un anno due commercianti di Scampia erano tenuti sotto la morsa dell’usura dal alcuni elementi della criminalità organizzata legati al clan Licciardi.PUBBLICITA Stamane la Polizia di Stato, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone, ritenute responsabili di usura ed estorsione, reati aggravati per alcuni anche dal metodo mafioso.L’indagine, avviata in seguito alla denuncia dei due commercianti vittime di usura, ha permesso di ricostruire un sistema di prestiti a tassi usurai che ha coinvolto diversi soggetti, tra cui esponenti della famiglia Licciardi.Le vittime, minacciate e vessate, hanno infine deciso di denunciare le estorsioni.Le indagini, partite a giugno del 2023, condotte dalla Squadra Mobile e dai Commissariati di Scampia e Secondigliano, hanno raccolto prove solide grazie a intercettazioni, testimonianze e analisi dei tabulati telefonici.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Camorra, arrestato Salvatore Mari o’ tenente: ras latitante del clan Abbinante

    A partire dal 19 luglio, Salvatore Mari, conosciuto come “O’ Tenente”, è stato inserito nella lista dei “latitanti pericolosi” del Ministero dell’Interno. Inizialmente si pensava che si nascondesse nel rione Monterosa, roccaforte del clan Abbinante, ma in realtà si spostava continuamente. Alla fine è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Napoli.PUBBLICITA Salvatore Mari, 47 anni, è considerato un elemento di spicco del clan Abbinante. Era latitante dal novembre 2023 e irreperibile dal 7 novembre dello stesso anno. Era riuscito a sfuggire all’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Tribunale di Napoli su richiesta della procura partenopea, direzione distrettuale antimafia.Punti Chiave ArticoloQuel giorno, altre 36 persone legate al clan Abbinante erano state arrestate, accusate di associazione mafiosa, tentata estorsione e traffico di stupefacenti nell’area nord di Napoli.E’ stato bloccato a bordo di un’auto a Giugliano con altre due personeLa svolta è arrivata questa notte, quando i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, supportati dai carabinieri della compagnia Stella, hanno rintracciato Mari a Giugliano in Campania. È stato individuato mentre percorreva via Ripuaria a bordo di una Mini Cooper gialla con altre due persone incensurate.L’arresto non è stato semplice. I carabinieri hanno bloccato l’auto su cui viaggiava Mari dopo aver fermato un’altra vettura che fungeva da staffetta, con altre due persone incensurate a bordo.Il suo nascondiglio era una villetta di Castel VolturnoGrazie a un’indagine complessa che ha combinato web patrolling, attività tecniche e metodi tradizionali, i carabinieri sono riusciti a individuare il covo di Mari: una villetta a Castel Volturno, in provincia di Caserta.Lì hanno trovato altre due persone incensurate e hanno sequestrato 500 grammi di marijuana, 9.920 euro in contanti, un lampeggiante, manette, finte palette delle forze dell’ordine e alcune parti di uniformi simili a quelle della polizia.Denunciate le sei persone che lo hanno aiutato nella latitanzaSalvatore Mari è stato trasferito nel carcere di Secondigliano, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Le sei persone incensurate sono state tutte denunciate per favoreggiamento.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Rapina di Casoria: l’ex pugile Di Napoli ha fornito l’identikit dei banditi

    Entrambi venivano feriti ma mentre Napoli veniva colpito al braccio, ad avere la peggio è statoPUBBLICITA E’ ancora in pericolo di vita Raffaele Scotti, il 62enne dipendente della comunità di recupero San Pio di Nola ferito ieri sera a colpi di pistola mentre era in compagnia  dell’ex pugile romano Kevin Di Napoli, ospite della comunità, e al quale i banditi volevano rubare il prezioso Rolex che portava al polso. Punti Chiave ArticoloI due era di ritorno da Napoli dove Kevin Di Napoli ex pugile professionista con un passato burrascoso, si era allenato.Il 62enne è stato portato al Cardarelli con una lacerazione al polmone, aorta, milza e fegato, dichiarato in pericolo di vita in quanto anche cardiopatico. E’ stato operato nella notte e i medici non hanno sciolto la prognosi. Il quadro clinico è molto complicato.Sulla mancata rapina finita nel sangue ci sono le indagini da parte dei carabinieri di Casoria e del Nucleo Investigativo di Castello Di Cisterna impegnati a ricostruire l’esatta dinamica della vicendaL’assalto è avvenuto verso le 19:30 di ieri sera alla frazione di Arpino, lungo la Circonvallazione Esterna di Casoria. I banditi in sella a uno scooter hanno affiancato la Lancia Y con i due a bordo. Avevano notato il prezioso orologio Rolex che Kevin Di Napoli aveva al polso e avrebbero tentato di rapinarlo, sparando a lui e all’uomo che l’accompagnava. L’ex pugile Di Napoli ha fornito l’identikit dei banditiDi Napoli è stato colpito al polso mentre Scotti ha avuto la peggio. L’ex pugile è stato a lungo interrogato dai carabinieri ai quali è riuscito a fare un identikit sommario dei due banditi, descrivendo abbigliamento, modello e marca di moto, timbro di voce e altri particolari utili alle indagini visto che nella zona non ci sono telecamere.Ci sono solo quelle dello svincolo della Tangenziale nelle vicinanza, anche se non è detto che i banditi siano transitati proprio in quella direzione.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Casoria tentano la rapina a due pregiudicati e sparano: uno è grave. Caccia ai banditi

    Un nuovo episodio di violenza ha scosso Casoria nel pomeriggio di oggi. Intorno alle 19:30, lungo la Circonvallazione Esterna, all’altezza del parcheggio Ilardi, si è consumata una violenta sparatoria.PUBBLICITA Due uomini a bordo di una Lancia Y sono stati raggiunti da colpi d’arma da fuoco esplosi da ignoti su uno scooter. Secondo le prime ricostruzioni, i malviventi avrebbero tentato una rapina, forse attratti da un prezioso orologio indossato da uno dei due occupanti, Kevin Napoli, classe 1996, già noto alle forze dell’ordine.Nell’agguato sono rimasti feriti entrambi gli uomini a bordo della Lancia Y. Napoli ha riportato una ferita al braccio, mentre Raffaele Scotti, classe 1962, ha avuto la peggio.Scotti, che lavora in una comunità dove Napoli è ospite agli arresti domiciliari, è stato trasportato d’urgenza al Cardarelli in gravi condizioni. I medici hanno riscontrato una lacerazione al polmone, all’aorta, alla milza e al fegato.Vista la sua precaria salute, dovuta a preesistenti problemi cardiaci, le sue condizioni sono state definite critiche.I carabinieri di Casoria e il Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna sono al lavoro per far luce sull’accaduto.Gli inquirenti stanno analizzando le testimonianze e acquisendo le immagini delle telecamere di sicurezza della zona per identificare gli autori del vile gesto e ricostruire l’esatta dinamica dell’agguato.Leggi Anche LEGGI TUTTO