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    Caivano, la casa come piazza di spaccio: arrestati due pusher

    Non si arresta la presenza dello stato nel martoriato territorio di Caivano dove nella giornata di ieri i carabinieri della locale compagnia insieme a quelli del Reggimento Campania hanno arrestato per detenzione di droga a fini di spaccio Franco Ambrosio, 38enne del posto già noto alle forze dell’ordine e un incensurato di 37 anni.
    I carabinieri avevano notato un continuo via vai per persone da quella abitazione quindi quando sono stati sicuri di trovare quello che sospettavano sono intervenuti.
    E così nel corso di una perquisizione all’abitazione in via Cairoli i militari hanno recuperato 41 grammi di cocaina, 22 dosi di marijuana, 17 grammi di hashish e 57 di crack. Sequestrati anche 748 euro in contante ritenuto provento di spaccio.
    Sono stati portati entrambi in carcere, in attesa di giudizio. Ora le indagini continuano per risalire ai fornitori e stabilire per conto di stavano spacciando. LEGGI TUTTO

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    Neonato in carcere a Torino con la mamma: chiesto l’intervento di Nordio

    Un neonato di un mese è stato portato in carcere a Torino insieme a sua madre, una giovane romena. La situazione è stata scoperta dal deputato di Avs, Marco Grimaldi, che ha richiesto l’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La madre del bambino è spaventata e non ha ancora avuto accesso a un avvocato.
    La notizia ha suscitato preoccupazione e richieste di intervento da parte dei politici, poiché il neonato si trova in attesa che un giudice si pronunci sulla sua sorte e su quella della madre. La situazione solleva dubbi sulle condizioni in cui si trova il bambino e sulla giustezza della sua permanenza in carcere.
    La vicenda ha sollevato polemiche e indignazione per la delicatezza del caso e per il fatto che il neonato si trovi in carcere, senza protezione e assistenza adeguate. La richiesta di intervento del ministro della Giustizia è stata avanzata al fine di garantire il rispetto dei diritti della madre e del bambino, nonché per trovare una soluzione urgente alla situazione.
    Ieri sulla vicenda è intervenuta anche la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani.”Il ministro Nordio dica se è vera la notizia che un bambino di un mese sia in carcere con la mamma. Mi auguro davvero non sia così. Diversamente chiedo al ministro di intervenire immediatamente perché la mamma e il bambino escano dal carcere”.  LEGGI TUTTO

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    Un altro detenuto morto, 13 suicidi in carcere da inizio 2024

    Fin dall’inizio dell’anno, sono 13 i detenuti che hanno compiuto suicidio nelle carceri italiane. L’ultimo caso è stato scoperto senza vita lunedì mattina nell’istituto penitenziario di Imperia. Tutte le vittime hanno perso la vita per impiccamento, tranne un uomo di 65 anni detenuto a Rieti, che è deceduto a causa delle conseguenze di uno sciopero della fame.
    La casa circondariale Giuseppe Salvia di Napoli Poggioreale guida la lista delle carceri che hanno registrato il maggior numero di suicidi a pochi giorni dalla fine del primo mese dell’anno, con tre detenuti che si sono tolti la vita, tra cui Andrea Napolitano, condannato all’ergastolo per il femminicidio della sua compagna, Ylenia Lombardo, avvenuto nel 2021.
    Altre carceri in cui si sono verificati decessi includono Ancona Monteacuto, Padova, Rieti, Cuneo, Agrigento, Verona, Terano e Rossano Calabro, in provincia di Cosenza.
    Il suicidio di un 23enne nel carcere di Ancona Montacuto il 5 gennaio, proveniente dall’istituto di pena di Fermo, è avvenuto mentre si trovava in cella di isolamento. La madre del giovane, Matteo Concetti, ha denunciato la morte ai carabinieri, e l’autopsia ha confermato il decesso per ‘asfissia meccanica violenta’. Il giovane era sotto terapia farmacologica per disturbi psichici.
    L’ultimo suicidio registrato a Imperia coinvolge un italiano di 66 anni, originario di Villalba ma residente in Liguria, in attesa del primo giudizio per il tentato femminicidio della moglie. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ha dichiarato che i soccorsi della Polizia penitenziaria sono stati inutili e ha sottolineato il preoccupante aumento dei casi di autosoppressione, evidenziando che, nel mese corrente, il numero di suicidi è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    Avellino, nel carcere sequestrati cinque litri di alcolici

    Gli agenti penitenziari del carcere di Avellino hanno sequestrato cinque litri di alcolici durante il controllo dei pacchi alimentari destinati ai detenuti.
    La notizia è stata diffusa da Tiziana Guacci, segretaria regionale del sindacato Sappe. Le bevande erano state travasate in contenitori solitamente utilizzati per conservare prodotti analcolici. L’agente responsabile del controllo, supportato anche dal fiuto delle Unità cinofile, ha scoperto il subdolo stratagemma.
    Sia Tiziana Guacci che il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, hanno elogiato l’azione della Polizia penitenziaria. Guacci e Capece hanno sottolineato che l’introduzione di materiale non consentito nelle carceri è diventata una pratica comune, ma ritengono che l’efficacia delle azioni di contrasto sarebbe notevolmente migliorata se gli agenti avessero a disposizione strumenti tecnologicamente avanzati. LEGGI TUTTO

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    Detenuti morti a Poggioreale, don Tonino Palmese: Il carcere non sia l’unica pena”

    “In pochi giorni, all’interno della Casa circondariale di Poggioreale, abbiamo registrato la tragica perdita di quattro vite, di cui tre risultano essere chiaramente casi di suicidio.
    Al di là delle analisi, che trovano concordanza tra tutte le realtà operanti nel mondo carcerario, ritengo che sia ora necessario rivolgersi, innanzitutto, alla politica e all’intera comunità, intesa come società civile, per affrontare ciò che sta accadendo. Non possiamo limitarci a chiederci il motivo dell’accaduto, ma dobbiamo focalizzarci su cosa si può fare affinché simili tragedie non si ripetano mai più.
    È auspicabile che aumentino le misure tipiche di una nazione civile, che non si limita a considerare la detenzione come l’unica pena, ma che cerca di valorizzare la persona anche durante la reclusione.
    Parallelamente, è essenziale coinvolgere figure professionali e gruppi specializzati, affinché possano instaurare un legame di empatia con la popolazione carceraria e con tutti coloro che operano nel carcere. L’obiettivo è trasformare il dolore in una speranza di cambiamento, non solo per la propria condizione, ma anche per una società che promuova il desiderio di inclusione.
    Purtroppo, molti detenuti vivono con la consapevolezza che la loro pena non termina mai, fintanto che vengono designati, etichettati e quindi respinti come ex carcerati. Aumentando le opportunità di riabilitazione, diminuirà il desiderio di mettere fine alla propria vita”. Queste riflessioni sono espresse da don Tonino Palmese, Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale del Comune di Napoli. LEGGI TUTTO

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    IL CASO Detenuti si barricano in carcere a Genova, due agenti feriti

    Prima l’arresto in flagranza di un 19enne, ex detenuto, che ieri pomeriggio ha tentato di lanciare un pacco con droga e cellulari all’interno del carcere di Marassi a Genova; poi l’evacuazione di un piano dopo che i detenuti si sono barricati in cella dando fuoco ad alcune suppellettili. E’ quanto avvenuto nella giornata di ieri al carcere di Marassi, secondo quanto riportato da Uilpa Polizia penitenziaria.
    Intorno alle 15 un 19enne ex detenuto, riferisce il sindacato, “ha tentato di lanciare un pacco all’interno del carcere. Nel pacco droga e cellulari, destinato ai detenuti che in quel frangente passeggiano all’aria. Nel frattempo – aggiunge il sindacato – ci giungono notizie in maniera frammentaria, che subito dopo l’intercettazione del pacco, alcuni detenuti ristretti in terza sezione piano terra si sono barricati in cella, altri si sono cosparsi d’olio ed hanno dato fuoco ai suppellettili. L’intervento della Polizia penitenziaria ha evitato il peggio”.
    Due agenti della polizia penitenziaria, riferisce il sindacato, sono rimasti feriti. L’intero piano terra della terza sezione “è stato evaccuato” e “i detenuti sono salvati, messi in sicurezza trasportati all’interno del cortile passeggi”. Secondo il sindacato è “probabile che esista un collegamento tra il lanciatore e alcuni detenuti della terza sezione. Ciò conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che tali accadimenti sono palesemente la sintomatologia di un sistema patologico che va celermente curato e sanato”.
    Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa Polizia penitenziaria della Liguria, dichiara: “Marassi sta subendo un involuzione in pejus. Solo grazie al tempestivo intervento della Polizia penitenziaria oggi si è evitata una strage. Il bilancio della giornata di ieri è di due arresti (il lanciatore ex detenuto e un detenuto della terza sezione per resistenza), con due poliziotti feriti. Di fronte a questo quadro, il Governo Meloni prenda compiutamente atto della strisciante emergenza, fatta anche di sovrappopolamento detentivo, con circa il 130% di presenze in più rispetto ai posti effettivamente disponibili, ma con punte di oltre il 200%, e di penuria di operatori, alla sola Polizia penitenziaria servirebbero rinforzi per almeno 18mila unità, e vari un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti”. LEGGI TUTTO

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    Benevento, dal carcere aveva ordinato l’omicidio della ex: arrestato

    Nonostante fosse rinchiuso nel carcere di Augusta in provincia di Siracusa, un pregiudicato di Benevento aveva ordinato l’omicidio, fortunatamente non consumato, delle ex compagna.
    Grazie all’utilizzo di telefonini all’interno del penitenziario siciliano  l’uomo era riuscito prima a minacciare la donna e poi ad ordinarne la sua eliminazione. Per questo motivo da stamane è in corso,  una vasta operazione della Polizia di Stato di Benevento, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Roma, Napoli e Pescara, del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria di Palermo e di personale della Polizia Penitenziaria di Benevento, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento.
    In particolare, sono in corso numerose perquisizioni personali, locali ed informatiche, con conseguente sequestro di corpi del reato o cose nei confronti di persone libere residenti a Benevento, detenuti presso la locale casa circondariale e detenuti presso la casa circondariale di Augusta, nonché l’esecuzione di una misura cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura, nei confronti del detenuto.
    L’uomo è ritenuto gravemente indiziato, quale mandante, di tentato omicidio pluriaggravato, porto illegale d’arma, tentata estorsione pluriaggravata e rapina pluriaggravata nei confronti della ex compagna. LEGGI TUTTO

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    Napoli, due agenti penitenziari aggrediti nel carcere di Secondigliano

    Ennesima aggressione alla polizia penitenziaria nel carcere di Secondigliano.
    Ieri al reparto detentivo “Sai” un detenuto napoletano ha aggredito due agenti penitenziari mandandoli in ospedale con prognosi 10 giorni di guarigione.
    “Purtroppo l’aggressore detenuto si trova ancora nello stesso reparto detentivo”, a dichiararlo e il segretario regionale OSAPP Vincenzo Palmieri.
    Che poi aggiunge: “Oramai siamo alla frutta, il DAP non trasferisce più nessuno e i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti, conclude Il sindacalista, lo stato comatoso non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza” LEGGI TUTTO

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    Tensione al carcere di Fuorni: detenuto ubriaco aggredisce la comandante e scoppia una rissa

    Salerno. Un nuovo episodio di violenza ha scosso il carcere di Fuorni, a Salerno. Un detenuto ubriaco, ristretto al primo piano del Piano B, ha distrutto e dato fuoco alla propria cella. La comandante della sezione, Tiziana Guacci, che stava tentando di calmarlo, è stata aggredita con uno schiaffo.
    Poco prima, sempre nella stessa sezione, c’era stata una rissa, con un detenuto portato d’urgenza al nosocomio con lacerazioni alla testa.
    “Non ci sono più parole per definire le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria”, ha dichiarato Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe).
    “La situazione è a dir poco drammatica. Le aggressioni sono all’ordine del giorno e, nonostante le innumerevoli denunce del Sappe, tutti stanno a guardare e ad aspettare: ma cosa, che qualche onesto servitore dello Stato ci lasci le penne? Ora veramente basta! La polizia penitenziaria chiede aiuto alle istituzioni affinché si ponga rimedio a questo scempio”.
    Il Sappe ha chiesto l’immediato intervento del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per garantire la sicurezza degli agenti e dei detenuti. LEGGI TUTTO

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    Napoli, torna in carcere il clochard della Venere degli stracci

    Dopo aver ottenuto un permesso, Simone Isaia non è tornato al luogo dove era sotto arresti domiciliari, portando la Procura di Napoli a richiedere e ottenere l’aggravamento della misura cautelare nei suoi confronti.
    Isaia, 32 anni, è stato condannato a quattro anni di reclusione per essere ritenuto responsabile dell’incendio della “Venere degli Stracci”, opera di Michelangelo Pistoletto, avvenuto il 12 luglio scorso in piazza Municipio a Napoli, appena sistemata una quindicina di giorni prima.
    Attualmente detenuto in un carcere di Roma, Isaia non si trovava più presso la sua residenza, dove avrebbe dovuto essere secondo la conferma degli arresti domiciliari stabilita dal giudice per le indagini preliminari.
    Il giudice aveva respinto l’istanza di attenuazione della misura cautelare presentata dal suo legale, l’avvocato Carla Maruzzelli. L’aggravamento della misura cautelare è stato richiesto e ottenuto dalla Procura di Napoli, poiché si ritiene sussista il pericolo di fuga da parte di Isaia, che sembra essere particolarmente provato dalla vicenda giudiziaria.
    L’avvocato Maruzzelli ha annunciato un’istanza di appello contro l’aggravamento della misura cautelare, sostenendo fermamente l’assoluta estraneità del suo assistito alla vicenda, basandosi sugli atti processuali. LEGGI TUTTO

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    IL CASO Blitz nel carcere Santa Maria Capua Vetere: droga nei panni stesi ad asciugare

    Blitz antidroga ieri mattina nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere dove i cani poliziotto Iron e Onia distaccamento Cinofili Avellino-Benevento hanno scovato sostanze stupefacenti anche negli indumenti stesi ad asciugare e nei quadri elettrici delle aree destinate alla socialità.
    “Complimenti sia al reparto regionale dei cinofili sia al comando di polizia penitenziaria del carcere samaritano per la brillante operazione eseguita”, hanno commentato in una nota diffusa oggi il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti e il segretario regionale dell’Uspp, Ciro Auricchio.
    “Bisogna però dotare la polizia penitenziaria di risorse umane e strumentali per poter combattere una guerra quotidiana nelle carceri con continui ritrovamento di droga e cellulari”, hanno ribadito ancora Auricchio e Moretti. L’operazione congiunta si è concentrata nel reparto Nilo. LEGGI TUTTO

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    Carinola, sequestrati 13 telefoni cellulari nascosti nei pacchi vivande per i detenuti

    Ieri nel carcere di Carinola nell’ambito dei controlli di routine sono stati rinvenuti e sequestrati in un pacco postale spedito dall’esterno destinato a detenuti ben 13 telefoni cellulari occultati nelle vivande e avvolti nella carta copiativa per sfuggire ai controlli.
    Ne dà notizia il segretario regionale OSAPP Campania Vincenzo Palmieri.”La polizia penitenziaria dell’istituto casertano attenta e vigile non si è fatta sorprendere ed ha eseguito il sequestro dei cellulari strumenti non consentiti dalla legge. Sono in corso accertamenti per individuare il mittente della spedizione e il destinatario.
    Come Osapp conclude Palmieri, formuliamo un plauso al personale operante che nonostante le carenze organico e difficoltà operative di varia natura sono riusciti a impedire l’introduzione di apparati tecnologici non consentiti, pericolosi e utili per contatti esterni e la gestione di attività illecite”. LEGGI TUTTO