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    A Sant’Anastasia incendia auto zio per 10 euro: arrestato 35enne

    E’ finito in manette Felice Gammella e dovrà rispondere di tentata estorsione e incendio. 35 anni compiuti lo scorso 8 gennaio, Gammella ha preteso soldi dallo zio. Non ha indicato a cosa servissero, solo la somma necessaria.
    Appena 10 euro. Probabilmente non era la prima volta e la risposta è stata un secco “no”. Il 35enne non ha protestato ma ha imbracciato una latta di plastica e ha cosparso l’auto dello zio di benzina.
    Spendendo probabilmente più dei 10 euro poco prima pretesi ha sfregato la testa di un fiammifero e ha innescato un incendio.
    Altri parenti hanno visto tutto e sono intervenuti per spegnere le fiamme, prima che lambissero tutta la carrozzeria e gli interni.
    Poi sono arrivati i carabinieri della stazione di Sant’Anastasia e hanno arrestato Gammella. E’ ora in carcere, nel penitenziario di Poggioreale, in attesa di giudizio. LEGGI TUTTO

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    Volla, ventenne incensurato accoltellato al braccio

    Ancora un episodio di violenza tra giovani in provincia di Napoli.
    I Carabinieri della stazione di Volla sono infatti intervenuti ieri sera all’ospedale di Nola per un 20enne incensurato ferito.
    Secondo una prima ricostruzione il giovane sarebbe stato ferito ad un braccio, con un arma da taglio. I fatti sarebbero avvenuti a via di Vittorio a Volla intorno alle 20.00.
    Per il giovane una diagnosi di 20 giorni. Indagini in corso dei Carabinieri per chiarire la dinamica. I militari hanno sentito il ragazzo a sommarie informazioni e si sono fatti descrivere i suoi aggressori.
    Un tentativo di rapina o il classico sguardo di troppo dietro l’aggressione. LEGGI TUTTO

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    Camorra, pusher punito dal clan Filippini: 4 arresti

    La legge del clan va rispettata soprattutto dai pusher che sono in strada e chi si rifiuta di sottostare agli ordini del boss viene punito.
    E accaduto anche a un giovane spacciatore di San Vitaliano, prima bastonato e poi ferito a colpi di pistola.
    Per questo motivo stamane agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato PS di Nola hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di quattro persone.
    Tutte ritenute gravemente indiziate dei delitti di detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, aggravati dal metodo mafioso.
    In particolare, nella giornata del 23 dicembre 2021, in San Vitaliano, gli indagati avrebbero esploso almeno tre colpi d’arma da fuoco, all’indirizzo di un soggetto, colpendolo ad una gamba, ed immediatamente dopo aggredendolo con spranghe di ferro.
    Dalle attività di indagine emergeva che il movente dell’azione delittuosa sarebbe riconducibile alla volontà di punire la vittima, che non avrebbe voluto sottostare al controllo del clan camorristico Filippini nel settore dello spaccio degli stupefacenti. LEGGI TUTTO

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    Castello di Cisterna, bomba nelle palazzine popolari della 219

    Questa mattina intorno alle 6.10 una bomba è esplosa in via Nino Taranto, all’interno del complesso popolare della 219 nel comune di Castello di Cisterna.
    Danneggiato il marciapiede dove era stato posizionato. Non ci sono feriti. Indagini in corso dei carabinieri della stazione di Castello di Cisterna per chiarire matrice e dinamica.
    Si indaga sullo scontro in atto tra il gruppo Orefice, che ha base operativa proprio nella zona del rione popolare, e quello dei D’Ambrosio, che sono verso il centro del comune Vesuviano.
    Al centro dello scontro il controllo delle piazze di spaccio e in maniera particolare quelle della Cisternina dove negli ultimi tempi le forze dell’ordine hanno effettuato numerosi arresti. I carabinieri stanno analizzando le immagini di alcune telecamere private installate in zona.

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    Camorra, era armato il boss Sangermano al momento dell’arresto

    Era armato al momento dell’arresto Agostino Sangermano ritenuto a capo del clan Sangermano, operativo nell’Agronolano con base a San Paolo Belsito, in provincia di Napoli.
    Il clan è stato smantellato in un blitz scattato all’alba in una operazione dei carabinieri e della Dia partenopea che ha portato all’arresto di 25 persone e al sequestro di beni per circa 30 milioni di euro.
    Nel complesso, nel corso del blitz, i militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, nel corso delle perquisizioni, hanno rinvenuto e posto sotto sequestro 90 mila euro circa in contanti, complessivamente nella disponibilità di 3 degli indagati; e 2 pistole, di cui una nella tasca della giacca di Sangermano.
    L’attività investigativa dei carabinieri e della DIA, svolta dal 2016 al 2019 e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha consentito di evidenziare  l’operatività del sodalizio criminale, con base a San Paolo Bel Sito e con interessi in gran parte nell’agro nolano oltre che in una parte della provincia di Avellino.
    Il controllo del territorio avveniva anche attraverso l’uso delle armi, di cui ne è stata accertata l’ampia disponibilità da parte del clan. Le indagini hanno fatto emergere le plurime condotte estorsive: i Sangermano imponevano articoli caseari a numerosi esercizi commerciali della zona e, agli imprenditori, l’acquisto di provviste per l’edilizia da una sola rivendita di riferimento.
    Il clan si assicurava importanti profitti economici anche attraverso l’attività di riciclaggio, l’illecito esercizio della professione creditizia e la concorrenza illecita esercitata grazie alla forza di intimidazione promanante dalla perdurante azione associativa sul territorio.

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    Maxi-carico di 11 chilogrammi di cocaina diretto nel vesuviano: 6 anni al narcos Campanile

    Accusato di aver acquistato oltre 11 chili di “neve” dai paesi Bassi: Campanile Ferdinando incassa cinque anni di reclusione dinanzi al GIP di Napoli.
    Sospettato di essere stato il regista di un colossale giro di cocaina, rischiava di andare incontro a un pesante verdetto giudiziario. Il processo di primo grado scaturito da una indagine del GOA di Napoli che ha portato alla sbarra il narcos, Campanile Ferdinando ed altri narcotrafficanti eccellenti, come lo scafatese Vincenzo Starita ( condannato in un procedimento separato) si è invece risolto con una minima pena rispetto a quanto si poteva prevedere, visto che il PM aveva chiesto una condanna esemplare di 8 anni di reclusione.
    Il narcotrafficante di Terzigno sulla cui testa pendeva l’accusa di essere stato nel 2018 l’acquirente di un carico di 11 chili di cocaina sequestrato a Trento, al termine del rito abbreviato è riuscito a cavarsela con una minima condanna a cinque anni di reclusione.
    Questo il verdetto emesso dal GIP di Napoli in data odierna che ha accolto la tesi difensiva dei suoi difensori (avvocati Gennaro De Gennaro e Antonio Del Vecchio) ed ha escluso l’aggravante dell’ingente quantità sebbene si trattasse di un’importazione di notevole quantità di droga pari a 11 kg.

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