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    #metoo: da Kevin Spacey a Fausto Brizzi, che fine hanno fatto 20 uomini travolti dallo scandalo

    Sono passati quasi due anni dalle inchieste bomba del New York Times e del New Yorker che davano il  via alla rivolta femminile contro il potere dei ricatti sessuali a Hollywood. la nascita del #metoo e del movimento Time’s Up. Il re del cinema Harvey Weinstein è stato il primo potente a cadere, dopo che alcune donne hanno trovato il coraggio di denunciare una situazione ignobile che andava avanti da troppo tempo. La valanga ha travolto decine e decine di altri uomini come lui. Ne abbiamo scelti 19. Sono i più famosi, i più potenti del mondo dello spettacolo. Per far sapere che fine hanno fatto. Cosa è successo dopo le pubbliche accuse. Il 20esimo nome è quello di Woody Allen. La sua storia è completamente diversa da quella degli altri. Forse è anche peggiore. Ma l’onda del #metoo non l’ha risparmiato.
    E questo ci porta a un’altra considerazione: come abbiamo affrontato, a livello di collettività, il problema. È diventato palese, infatti, che ragioniamo troppo spesso per ondate emotive. Senza valutare i fatti o le notizie, ma solo come questi ci fanno sentire. È tutto bianco o tutto nero. E chi osa proporre una sfumatura è tacciato di insensibilità o di connivenza. In questo modo, però, non affrontiamo mai il problema nella sua complessità. O fino in fondo. La questione sollevata dal #metoo non si chiude mandando in galera qualche potente o eradicando il lavoro di qualcuno dalla storia.
    Se lo chiedeva anche Aldo Grasso su iODonna: «Kevin Spacey può essere un modello come attore senza essere un modello come uomo?». Attenzione alla risposta: se fosse negativa dovremmo eliminare dalle nostre vite il lavoro di tantissimi esseri umani pessimi che sono stati dei geni nei loro campi. Da Charlie Chaplin a James Watson, lo scienziato Premio Nobel che ha scoperto l’elica dle Dna.
    Moriremo di politicamente corretto se non impariamo che problemi complessi hanno risposte complesse. E scardinare decenni di mentalità sessisita, di gente di potere che lo esercita attraverso il ricatto sessuale, di silenzi e di connivenze richiede tempo, fermezza e volontà da parte delle donne e degli uomini insieme di trovare una strada comune. Battagliare gli uni contro gli altri non risolve niente. Provoca solo più danni. Perché non tutti gli uomini citati in questa inchiesta sono risultati essere i mostri che che erano stati dipinti. C’è chi ha dimostrato la propria innocenza. LEGGI TUTTO

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    La storia di Maria Tino, uccisa dall’uomo che la salvò dalla furia dell’ex marito

    Tre colpi di pistola, poi la fine. Maria Tino è morta per mano dell’uomo che diceva di amarla, e che appena un anno prima la salvò dall’ex marito.

    È una storia di speranze disattese finite nel sangue, di un amore che si è tradotto in un incubo senza via d’uscita. Maria Tino è morta all’età di 49 anni, uccisa senza pietà su una panchina nella piazza di Dragoni (Caserta). A sparare è stato il suo compagno, Massimo Bianchi, condannato a 19 anni di carcere all’esito del primo grado di giudizio. Lui, che un anno prima dell’omicidio l’aveva salvata dalla furia dell’ex marito, le era sembrato un angelo che l’avrebbe fatta rinascere. Invece, era solo l’inizio del suo inferno.

    La storia di Maria Tino
    Maria Tino era originaria di Dragoni, un piccolo centro dell’Alto Casertano, dove la sua esistenza sarebbe finita nel più tragico degli epiloghi. Miracolata, forse, o semplicemente sopravvissuta per caso alla violenza dell’ex marito, Angelo Gabriele Ruggiero. È lui che, il 18 agosto 2016, ha cercato di ucciderla con 25 coltellate.

    Un tentato femminicidio al quale è riuscita a scampare rifugiandosi tra le braccia del suo salvatore, Massimo Bianchi. Ma la storia, a questo punto, assume i contorni di una incredibile sequenza di orrori.
    Maria Tino faceva la sarta per arrotondare lo stipendio dei lavori socialmente utili svolti al Comune. Una donna senza grilli per la testa, dolce e sensibile, alla ricerca di una serenità emotiva che non arriverà mai. Era madre di due figli, con i quali conduceva un’esistenza senza troppe pretese, nel tentativo di lasciarsi alle spalle un delicato passato familiare.

    Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/rose-sulla-panchina-756950/
    Chi è l’ex marito di Maria Tino?
    Maria Tino aveva sposato Angelo Gabriele Ruggiero, padre dei suoi figli (un maschio e una femmina) che si sarebbe rivelato il regista di una violenza inaudita. Il 18 agosto 2016, accecato dalla gelosia dopo aver sentito una telefonata tra l’ex moglie e Massimo Bianchi, l’uomo l’ha raggiunta in casa colpendola con una serie di fendenti (25, diranno le carte dell’inchiesta) che avrebbero potuto ucciderla.
    Dall’altro capo del telefono, il nuovo compagno di lei ha assistito all’agguato in diretta. Una coincidenza che ha trasformato Bianchi nel salvatore di Maria Tino. L’uomo ha chiamato i soccorsi, cui è seguito un ricovero di circa 40 giorni e il ritorno alla vita.
    Il dramma di Maria Tino affonda le sue radici in un tessuto di violenze domestiche ormai insostenibili, culminato nella brutale aggressione che ha visto l’ex marito condannato a 8 anni e 4 mesi di carcere per tentato omicidio.
    La dinamica ricostruita dagli inquirenti è agghiacciante. Secondo quanto emerso in sede di indagine, Ruggiero era solito appostarsi sotto quella casa di Roccaromana dove la sua ex aveva deciso di rifarsi una vita senza di lui. Quel 18 agosto si sarebbe arrampicato su una grondaia per entrare nell’appartamento, avventarsi sulla donna e sferrarle 25 colpi con un coltellino svizzero.
    Esattamente 11 mesi più tardi, Maria Tino non sarebbe riuscita a sfuggire al suo secondo appuntamento con la morte.
    L’omicidio di Maria Tino a Dragoni
    Massimo Bianchi era l’uomo perfetto con cui rinascere dalle ceneri di un amore malato, maltrattato, distrutto. È con lui che Maria Tino aveva ritrovato il sorriso dopo la difficile separazione dal marito, ed è per lui che aveva subito la brutale aggressione del 2016.
    Ruggiero sapeva del loro rapporto e per questo aveva cercato vendetta accoltellandola. Maria Tino si era salvata, certo, ma non sapeva ancora che la sua nuova strada portava dritta all’inferno.
    Il nuovo compagno, dipendente della Comunità Montana di Monte Maggiore, si sarebbe rivelato morbosamente geloso. Proprio come l’ex marito, da cui lei aveva cercato riparo. Maria Tino ha deciso di lasciare anche lui, che in realtà non si sarebbe rassegnato a incassare la sconfitta sentimentale.
    Il 13 luglio 2017 lei è stata uccisa in pieno centro a Dragoni. Un delitto il cui movente è da ricercare proprio nella cieca gelosia dell’assassino. Massimo Bianchi le avrebbe dato appuntamento in piazza per un ultimo chiarimento, prima dell’addio.
    Ma la vita di Maria Tino si è spenta su una panchina. Fatali i 3 colpi di pistola al petto, sparati con una calibro 7.65 legalmente detenuta dal Bianchi ma con il porto d’armi scaduto da anni.
    “Sono stato io, mi voleva lasciare“, avrebbe detto lui ai Carabinieri giunti poco dopo sulla scena del crimine. L’arma poggiata sul selciato. La vittima, accasciata su quella inaspettata trappola di ferro battuto e legno, ormai senza speranza di salvezza.
    Per l’omicidio di Maria Tino, Massimo Bianchi è stato condannato in primo grado a 19 anni di reclusione, con la formula del rito abbreviato.
    Fonte foto: https://pixabay.com/it/photos/rose-sulla-panchina-756950/ LEGGI TUTTO

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    “Big Little Lies”: segreti e bugie della seconda stagione

    Secondo Nicole Kidman per vedere la nuova attesissima stagione di Big Little Lies dovremo aspettare fino a giugno: «Stiamo puntando a quella data. Siamo ancora in fase di montaggio, ma siamo a buon punto», ha risposto a una domanda della Cnn l’attrice e produttrice. Intanto, però, il cast e la Hbo, la rete americana che la trasmetta in prima visione (in Italia è su Sky Atlantic) hanno iniziato a far circolare sulla Rete le prime nuove immagini della serie che lo scorso anno ha lasciato pubblico e critica senza parole.

    Big little lies, sulla carta, è stato un azzardo: un cast di altissimo livello quasi tutto femminile, una produzione materialmente gestita da donne, Nicole Kidman e Reese Witherspoon in prima linea, un tema complesso e sfaccettato come quello degli abusi sviscerato senza piaggeria e senza retorica. Anzi, con uno sguardo mai banale e stereotipato. Ma la scommessa è stata stravinta tanto che “la” divina Meryl Streep ha chiesto espressamente di entrare a farne parte della seconda stagione senza nemmeno voler leggere il copione. Per chi non avesse ancora visto Big Little Lies, il consiglio è quello di andarlo subito a recuperare: ne vale davvero la pena. Ma ecco tutto quello che c’è da sapere sulla serie.
    Tratta dall’omonimo romanzo di Liane Moriarty, la storia di Big Little Lies riguarda 5 donne: Madeline Mackenzie (Reese Witherspoon), Jane Chapman (Shailene Woodley), Bonnie Carlson (Zoë Kravitz), Celeste Right (Nicole Kidman), e Renata Klein (Laura Dern). Attorno alle loro vite di madri, moglie e professioniste, ruotano una serie di tragici segreti che le legano in modi inaspettati la cui rivelazione, che sappiamo deve arrivare fin dalla prima puntata, può portare sia distruzione che sanare tutte le ferite. Nulla è come sembra nella comunità di Monterey e nelle vite all’apparenza perfette di queste protagoniste. Su tutte, infatti, aleggia l’opprimente personalità di Perry Wright (Alexander Skarsgård), tanto bello fuori quanto mostro dentro, la cui natura violenta – in tutti i sensi – sembra addirittura spegnere il sole. Il rapporto coniugale tra Celeste e Perry, basato sugli abusi, diventa il perno della vicenda e ci impartisce una durissima lezione: può accadere a chiunque di noi e liquidare con superficialità e giudizi affrettati chi rimane accanto a un marito violento è sbagliato. Big Little Lies è una storia di resilienza e di amicizia al femminile che ci ripete all’infinito di non abbassare mai la guardia.

    Per quanto riguarda le 7 puntate della seconda stagione, invece, la novità più importante è certamente l’arrivo di Mary Louise Wright, la mamma di Perry, interpretata da Meryl Streep. È stata proprio la volontà dell’attrice di partecipare al progetto a convincere lo sceneggiatore David E. Kelley (marito di Michelle Pfeiffer e master mind di successi come Ally McBeal) a scrivere una seconda parte che non aveva un altro romanzo sulla quale essere basata. La Moriarty, infatti, aveva scritto solo una novella dove introduceva il personaggio di Mary Louise e da questa Kelley ha preso ispirazione. «No, non credevo fosse una buona idea», ha infatti detto lo sceneggiatore al The Hollywood Reporter. «Mi è piaciuto così tanto il modo in cui abbiamo concluso il primo anno che ho sempre detto: “Lasciamo le cose come stanno”». Poi, però, è arrivato il «colpo di genio» del personaggio della Streep. «È deliziosa e inserirla nella storia è stato liberatorio e spaventoso allo stesso tempo. Spaventoso perché lei alza l’asticella della qualità ed è difficile misurarsi con questo fatto, ma è stato liberatorio perché adesso non dobbiamo più fare paragoni con la prima stagione. E questo permette tanta libertà». Nel primissimo trailer condiviso dalla produzione, si vede Meryl Streep che dice alla nuora di essere in città perché «voglio sapere cosa è successo quella notte» e subito dopo compare l’immagine delle 5 protagoniste in fila contro un muro come se stessero facendo delle foto segnaletiche. Dal loro abbigliamento si intuisce che la storia riprende esattamente da dove si era interrotta la prima serie.

    Un’altra novità è rappresentata dal cambio alla regia. Se la prima stagione di Big Little Lies era stata diretta dal canadese Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club, Sharp Objects), questa vede dietro la macchina da presa la regista britannica Andrea Arnold, già premio Oscar nel 2005 per il cortometraggio Wasp. Un’altra donna, quindi, si aggiunge alla grande famiglia al femminile della serie, sulla quale già filtrano diverse indiscrezioni. Nicole Kidman ha svelato, durante una puntata dello show di Ellen DeGeneres, che le sue due bambine Sunday Rose e Faith Margaret faranno un piccolo cameo durante la seconda stagione. «Appariranno brevemente. Non lo avevo ancora detto a nessuno e non voglio dire di più». Reese Witherspoon, invece, ha raccontato sui social di aver colpito con il gelato Meryl Streep mentre stavano girando una scena. C’è una foto che lo prova: «L’ho presa!», scrive contenta il premio Oscar. Sulla presenza o meno di Alexander Skarsgård, invece, non ci sono ancora notizie ufficiali: a domanda diretta lui sorride e cambia discorso.

    Il successo travolgente della prima stagione, coronato da una montagna di premi, compresi i 4 Golden Globe (Miglior miniserie drammatica, Nicole Kidman, Laura Dern e Alexander Skarsgård), i 5 Emmy (si è aggiunto il Miglior Regista) e i 2 Sag (Kidman e Skarsgård), ha permesso ha tutte le protagoniste di ottenere un aumento considerevole di salario. Secondo quanto riporta The Hollywood Reporter, se per ognuna delle prime 7 puntate la Witherspoon e la Kidman (senza contare il ruolo da produttrici)avevano guadagnato 250 mila dollari, per le nuove 7 il compenso sarà di 1 milione di dollari. LEGGI TUTTO

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    L’Irlanda criminalizza l’abuso psicologico: una legge punisce con la prigione il “controllo coercitivo”

    L’abuso psicologico ed emotivo all’interno della coppia è stato riconosciuto come crimine in Irlanda. Entrato in vigore il 1° gennaio, il Domestic Violence Act 2018 e fornisce protezione alle vittime di “controllo coercitivo“, un tipo di abuso emotivo e psicologico che cerca di spogliare l’autostima e la capacità di agire della persona. Il ministro della Giustizia Charlie Flanagan ha spiegato che la nuova legge “riconosce che l’effetto del controllo non violento in una relazione intima può essere altrettanto dannoso per le vittime quanto l’abuso fisico, perché è un abuso di fiducia”. Ora, gli abusanti rischiano fino a 5 anni di prigione. “Questa nuova disposizione”, ha concluso il ministro, “invia un messaggio chiaro: la società non tollererà più la terribile violazione della fiducia commessa da un partner contro un altro”.
    La nuova legge irlandese prevede anche altre misure per combattere la violenza di genere: dalla criminalizzazione dei matrimoni forzati all’abrogazione della legislazione che in precedenza consentiva alle coppie minorenni di sposarsi. Ha introdotto anche la possibilità per le vittime di abusi domestici di richiedere protezione dai famigliari violenti.
    La ricerca realizzata nel 2014 dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali sulla violenza contro le donne mostra che quasi un terzo delle donne irlandesi (31%) ha segnalato un abuso psicologico da parte di un partner. Un altro 23% ha dichiarato di aver avuto un comportamento di controllo, il 24% ha affermato di essere stato abusivo e il 12% ha dichiarato di essere stato oggetto di molestie (inclusa la sorveglianza su Internet). LEGGI TUTTO

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    Save the Woman: l’app per prevenire la violenza sulle donne

    A dare un piccolo contributo alla lotta alla violenza contro le donne, nasce Save the Woman, l’app gratuita che interviene prima che la vittima diventi tale.

    L’App contro le violenze, domestiche o sul luogo di lavoro, sostiene quelle donne sottoposte ogni giorno a pressioni psicologiche spesso non riconosciute. Un piccolo contributo nella lotta alla violenza verso le donne promosso, insieme ad una capillare campagna di comunicazione dall’associazione Sos Vittima Onlus: save the woman.

    Save the woman e nasce dalla collaborazione di professionisti e in modo particolare dall’idea della criminologa, Roberta Bruzzone.

    Come funziona
    Per capire se la donna ha un profilo a rischio le si chiede ad esempio se il marito le lascia l’indipendenza economica o se il compagno o genitore permette alla donna di cercarsi un lavoro; seguono quesiti sulla sfera della coppia, sulla posizione della figura della donna all’interno della famiglia, sui livelli di responsabilità e i rapporti interpersonali.
    L’obiettivo finale dell’intera campagna di comunicazione è quello di aiutare a far capire a chi è potenzialmente a rischio che è arrivato il momento di intervenire. Una volta certificato, attraverso il questionario, il potenziale livello di rischio dell’utente, alla donna viene consigliato di rivolgersi alle diverse strutture e centri italiani anti violenza pubblici, suddivisi per regione e città.
    Finito il test, l’applicazione fornisce un’indicazione sul profilo di rischio e, in caso di pericolo reale, le informazioni sui centri di assistenza a cui rivolgersi immediatamente, divisi per regione e città. Accanto ai centri vi è poi un elenco di specialisti cui rivolgersi in caso la persona interessata volesse andare direttamente da uno psicologo o un avvocato.
    Save the Woman è solo il primo passo per aiutare la donna ad acquisire la consapevolezza della propria situazione ed è un mezzo di prevenzione, che non può agire laddove la violenza domestica è già in atto.
    Fonte Immagine: Pixabay

    ultimo aggiornamento: 12-11-2016

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    Gocce di Veleno: il nuovo romanzo di Valeria Benatti in libreria

    Esce oggi 14 settembre nelle librerie il nuovo romanzo di Valeria Benatti dal titolo “Gocce di veleno”, un libro dedicato alle donne maltrattate

    Valeria Benatti, giornalista e voce storica di radio Rtl 102.5, arriva oggi nelle librerie e anche su eBook con un romanzo doloroso dal titolo Gocce di Veleno dedicato alle donne maltrattate “perché ritrovino la forza di alzare la testa e di abbandonare per sempre il loro Barbablù”.

    Che cosa racconta il romanzo Gocce di Veleno?
    Il nuovo romanzo di Valeria Benatti parla di una donna libera, autonoma, colta e determinata, vittima di un uomo narciso e manipolatore che la ferisce nel corpo e nell’anima, la stritola, ne annienta la personalità.

    Ad un certo punto della sua vita però Claudia decide di dire basta a questa relazione malata e chiede aiuto ad altre donne. Grazie alle amiche, alle volontarie e le psicologhe dei centri antiviolenza questa donna riesce a ricostruire se stessa e a ritrovare la capacità di amare.
    Il tutto scavando nel suo doloroso passato fatto di un’infanzia segnata dall’abuso, da traumi rimossi ma potentissimi: perchè solo così Claudia potrà capire che cosa l’ha resa succube di un compagno violento e riuscire a rinascere.
    Un libro duro, forte, sincero pubblicato da Giunti Editore nella collana Narrativa Non Fiction. 
    Valeria Benatti, voce storica di Rtl 102.5, giornalista, ha tra l’altro diretto l’incubatore di talenti della Rai Serra Creativa e condotto il talk show Fobie in prima serata su La7. È tra i soci fondatori di Make a Change, movimento per lo sviluppo dell’impresa sociale in Italia (www.makeachange.it). Al suo attivo ha quattro libri: Kitchen in love, Gribaudo 2011; Fulminata dall’amore, Kowalski 2013; La scelta di Samir, Scripta edizioni 2014 – quest’ultimo per sostenere la Onlus CINI-Child In Need Institute con cui collabora da oltre vent’anni (www.adottaunamamma.it) – e Love Toys, Giunti 2014. Vive e lavora a Milano

    ultimo aggiornamento: 14-09-2016

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    Michelle Hunziker a Venezia: “Donne ribellatevi alla violenza”

    Michelle Hunziker, al Festival del Cinema di Venezia, ha presentato il cortometraggio ‘L’Amore che vorrei’, con il quale intende invitare le donne a ribellarsi alle offese e alla violenza

    Tra le protagoniste indiscusse dell’ultimo Festival del Cinema di Venezia c’è sicuramente Michelle Hunziker, la bella conduttrice di Striscia La Notizia che ha presentato un cortometraggio forte e sicuramente destinato a far riflettere. Michelle è infatti giunta sul Lido per presentare la nuova campagna sociale promossa dall’associazione “Doppia Difesa” in collaborazione con One more Pictures e Rai Cinema. Il nome del cortometraggio è“L’amore che vorrei” diretto dal regista Gabriele Pignotta. Vengono raccontate le storie di 5 donne, interpretate da Michelle Hunziker, Michela Andreozzi, Claudia Potenza, Mia Benedetta e Giulia Elettra Gorietti che confrontano le loro storie d’amore reali con quelle ideali che desidererebbero vivere.

    Michelle Hunziker e ‘L’Amore che vorrei’: “Non c’è motivo per subire la violenza”
    Michelle Hunziker ha raccontato, come riporta FanPage, di essere stata molto felice della possibilità che le è stata concessa di invitare le donne a ribellarsi alla violenza psicologica.

    Del resto, la stessa Hunziker è stata vittima di uno stalker, Piero Pingitore, condannato ad un anno di reclusione per averla perseguitata.
    Queste le sue parole, mettendosi al servizio delle donne che hanno vissuto esperienze analoghe e che devono ribellarsi ai propri aguzzini: “Non c’è motivo per subire delle violenze. Anche quando sei molto innamorata, tutto quello che ci raccontiamo ogni giorno noi donne per giustificare un partner violento, è sbagliato. L’amore è bello ed è gioioso. Quando Pignotta e Rai Cinema mi hanno chiesto di essere fra le interpreti, ho accettato, perché con Doppia difesa ormai sono otto – nove anni che raccogliamo storie di donne che hanno subito abusi e violenze. Ho provato a mettere a disposizione quest’esperienza” spiega la showgirl. La violenza psicologica è la prima vera barriera, che una volta oltrepassata, può portare a qualsiasi cosa, compreso il femminicidio”.

    ultimo aggiornamento: 07-09-2016

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    Barbara De Rossi svela il doloroso retroscena del suo passato

    L’attrice Barbara De Rossi ha svelato in una drammatica intervista di essere stata maltratta da uno dei suoi ex fidanzati

    L’attrice Barbara De Rossi, in un’intervista alquanto drammatica rilasciata al settimanale Visto, ha raccontato di essere stata maltrattata da uno dei suoi ex fidanzati ma per la privacy e per non creare scalpore preferisce non farne il nome: “Sono stata maltrattata anch’io. Subivo e basta. È qualcosa che non si metabolizza mai”.

    Il passato drammatico di Barbara De Rossi
    Barbara, come riporta Fanpage, ha raccontato eventi che risalgono a molti anni fa e che fanno parte di uno dei periodi più brutti della vita:

    “Anni fa ho denunciato per stalking uno dei miei ex. So cosa significa essere maltrattati, conosco quei meccanismi. Ed è qualcosa che non si metabolizza mai.
    Il maltrattamento non insegna niente, lascia solo terrore, la paura, la preoccupazione e la mancanza di fiducia verso gli altri. Si subisce e basta.
    E poi si cerca in tutti i modi di buttarsi il dolore alle spalle.”
    L’attrice è riuscita a superare questo terribile momento e qualche anno fa è addirittura stata la conduttrice tv del programma “Amore criminale” che racconta storie drammatiche di violenza sulle donne.
    Barbara rilasciò un’intervista al settimanale “Gente” raccontò i maltrattamenti subiti:
    “Mi è successo di essere maltrattata. È qualcosa che toglie vita, autostima e non si supera. Può succedere a tutte le donne, ma io ero più predisposta perché sono una che dà moltissimo, sono molto generosa in amore.
    E le donne colpite sono così: indipendenti, con una forza incredibile per gli altri, ma fragili per sé. […] Non credo che se ne andrà mai quel dolore, è diventato come un punto di sensibilità dentro di me.
    Quando si subisce un rapporto violento è difficile trasformarlo in esperienza, in qualcosa di concreto e positivo. Mi rimane un grande senso di amarezza e impotenza.”

    ultimo aggiornamento: 20-06-2016

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    Belen contro la violenza sulle donne: “Vivo nel terrore di essere stuprata”

    Belen testimonial mondiale del Denim Day, giornata istituita da Guess per i diritti delle donne, contro la violenza sulle donne: “Come tutte, vivo nel terrore di essere stuprata”

    La showgirl Belen Rodriguez è la testimonial mondiale del marchio Guess e per la giornata istituita dal brand per i diritti delle donne, il Denim Day, ha parlato della violenza sulle sesso femminile e di come si debba lavorare ancora molto per la vera parità tra i sessi. È un argomento che le sta molto a cuore e a riguardo ha dichiarato: “L’incubo peggiore di tutte noi. E picchierei chi dice che è la donna a cercarsela: c’è ancora tanto maschilismo nel mondo, una vergogna”

    Belen non accetterebbe che per molte persone la colpa della violenza sia ancora solo ed esclusivamente della donna:
    “A questi qui, per la rabbia io li prenderei a botte! Forse si tratta di persone malate, da curare. Il punto è che non è tanto in ballo l’emancipazione: per me, l’abbiamo già conquistata da molti anni, non in tutte le culture, s’intende…Viaggiando vedo donne velate con i mariti vestiti all’occidentale. È una cosa che mi dà molto fastidio ma capisco: è un fatto culturale. Di sicuro, c’è ancora molto maschilismo nel mondo, ed è una vergogna. Pensa solo a quando una donna finisce una relazione con un uomo: è sempre lei la poco di buono, no?”

    Belen ci tiene molto ad educare il figlio Santiago e ad insegnarli che il rispetto per gli altri è fondamentale: “Siamo tutti uguali e con gli stessi diritti”.
    Riguardo il suo rapporto con la propria femminilità, sembra che non rinneghi nulla:
    “Ad una me stessa adolescente direi: ‘Sii più decisa, meno insicura e più rispettosa di te stessa in certe situazioni’. Anche se, sai che ti dico? Alla fine mi direi: ‘Non cambiare. Sbagliando s’impara e noi siamo la soluzione dei nostri problemi. Oggi mi applaudo da sola: sono diventata la donna che volevo essere‘.”

    ultimo aggiornamento: 29-02-2016

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    Lady Gaga racconta alla notte degli Oscar il buio dopo lo stupro

    La famosa cantante Lady Gaga, durante gli Oscar 2016 andati in onda il 28 Febbraio, ha raccontato il buio dopo lo stupro che ha subito

    Durante 88esima edizione degli Oscar 2016 andati in onda il 28 Febbraio, Lady Gaga con la sua canzone, ha eseguito un toccante tributo a supporto delle vittime di abusi sessuali: un sostegno che lei ha mostrato in ogni momento della serata, sia sui social che sul palco. La cantante purtroppo, ha parlato per esperienza personale: a soli 19 anni infatti, è stata vittima di abusi che pare non sia riuscita ad ammettere nemmeno a se stessa per diverso tempo. Grazie all’aiuto del suo compagno Taylor Kinney però, è riuscita a superare l’accaduto, tornando finalmente felice e sorridente. Durante l’evento proprio come ha spiegato miss Germanotta sul red carpet, il brano cantato tratta la delicatissima tematica ed ha fatto da colonna sonora al documentario, The Hunting Ground. La cantante è riuscita a sorprendere tutti: il merito va senza dubbio alla sua bellissima voce ed il talento innato conosciuto da tutti, ma anche grazie alla storia davvero commuovente.

    Lady Gaga parla dell’abuso subito
    Secondo quanto riporta Tgcom24, nel 2014 la cantante aveva spiegato di essersi sottoposta ad anni di terapia psicanalitica per superare il trauma di quanto accaduto: nel suo ultimo album ArtPop infatti, è contenuta una canzone intitolata Swine che parla proprio di uno stupro.

    Un triste passato di cui molte star sono state vittime, e che prima di lei, hanno avuto il coraggio di raccontarlo al mondo: come Teri Hatcher che, nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, pare abbia raccontato all’Onu, tra le lacrime, di aver subito abusi a 7 anni da parte di uno zio.
    Da quello scritto su Vanityfair.it, Lady Gaga durante la serata degli Oscar avrebbe affermato: ”Una donna su cinque viene stuprata prima che finisca l’università. Agli uomini, invece, succede una volta su venti. Ed è fondamentale il sostegno a tutte le donne che sono sopravvissute a uno stupro”.
    Per loro, Miss Germanotta ha cantato la bellissima canzone Til It Happens to You, dopo l’introduzione del vice presidente Joe Biden.
    Sicuramente uno dei momenti più intensi e commuoventi della notte degli Oscar.

    Fonte: Instagram

    ultimo aggiornamento: 29-02-2016

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    Vanessa, strangolata dal compagno: un’altra tragica storia ad Amore Criminale

    Ad Amore Criminale si racconta la storia di Vanessa Scialfa, strangolata dal compagno con un cavo della tv: un’altra tragica storia di violenza casalinga

    Nella puntata di ieri sera di Amore Criminale, condotta da Barbara De Rossi, si è raccontata la storia di Vanessa Scialfa, giovane donna di Enna, uccisa dal compagno, Francesco Lo Presti, nel 2012.

    Leggi anche: Amore Criminale: Barbara uccisa a coltellate dal fidanzato

    Vanessa, siciliana, decide di trasferirsi ad Enna per vivere con il compagno Francesco e coronare il suo sogno d’amore. Si allontana così dalla famiglia e perde il lavoro, cosa che, a lungo andare, le pesa molto e la fa riflettere sulla sua relazione. In quel periodo inizia anche a notare l’eccessiva gelosia di Francesco, immotivata, che la infastidisce parecchio.
    Cominciano i dissapori e le liti e, ad Amore Criminale raccontano che Vanessa stava pensando seriamente di andare via da quella casa che non la rendeva più felice.
    Una sera a cena con i genitori di lei, Vanessa, in presenza di Francesco dice ad alta voce che lui le manca di rispetto e il padre le propone di restare a casa con loro, ma lei nonostante ciò decide di prendere Francesco e tornare per l’ultima volta nella casa dove morirà.
    Il giorno dopo Vanessa si sveglia e fa le pulizie come ogni mattina e Francesco va al lavoro con l’intenzione di lincenziarsi senza dirlo alla compagna. Francesco torna quindi a casa prima del tempo e non trova Vanessa che è uscita per delle commissioni. L’uomo perde le staffe e fa uso di cocaina. Quando Vanessa torna scoppia la lite furiosa tanto che i vicini sembrano voler intervenire. Francesco si calma. Poco dopo Vanessa gli comunica che se ne andrà definitivamente, e lui perde il senno e la strangola con i cavi della tv, poi la finisce facendole inalare candeggina.
    Dopo una serie di resistenze e fughe, Francesco Lo Presti confessa l’omicidio. Un’altra terribile storia di violenza domestica si conclude ad Amore Criminale.

    ultimo aggiornamento: 23-06-2015

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    Un’altra vittima ad Amore Criminale: la storia di Barbara, uccisa dal fidanzato

    Alessandro soffre di bipolarismo e in una notte apparentemente tranquilla, uccide a coltellate la compagna  Barbara: una nuova tragica storia ad Amore Criminale

    Ad Amore Criminale, programma condotto da Barbara De Rossi, è stata raccontata la storia di una donna, Barbara, uccisa a coltellate dal fidanzato Alessandro che soffre di un disturbo psichico piuttosto grave.

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    La storia, a differenza delle altre che si sentono ad Amore Criminale, si incentra principalmente sulla figura di quest’uomo, Alessandro: il suo disturbo psichico ha messo in discussione gli equilibri della coppia fin dagli albori del loro amore.
    Alessandro è un uomo di successo, intelligente, che però, non si accontenta mai della sua vita, I successi e i traguardi, li vede solo come ulteriori responsabilità da caricarsi sulle spalle. Anche l’idea di andare a convivere con la sua compagna Barbara, diventa un pensiero fastidioso e difficile da gestire seppur porti alla felicità di coppia.
    Alessandro è in cura, sotto psicofarmaci, ma i suoi sbalzi d’umore non migliorano e Barbara riflette se vale la pena continuare la relazione.
    Così Barbara decide di lasciare Alessandro ma lui non ci sta e tenta di riconquistarla con una cena di compleanno, che si svolge apparentemente per il meglio. A fine serata Barbara è stanca e va a dormire, mentre Alessandro, pieno di adrenalina, resta sveglio e guarda ancora due film mentre chatta con un’amica su Facebook.
    Parlano della relazione di lui, poi lei scherza dicendo di essere una serial killer perchè ha ucciso 5 scarafaggi e lui risponde in modo assurdo dichiarando:

    “Anch’io, adesso vado di là e ammazzo quella con una coltellata alla schiena”.

    E così ha fatto, ha preso un coltello da cucina e ha compiuto il folle gesto, uccidendo Barbara. Inizialmente, Alessandro ha tentato di nascondere tutto e fuggire in Trentino, poi si è costituito e ha raccontato tutto alla polizia. Gli agenti sono rimasti impietriti trovando la ragazza sul letto posizionata come una bambola.

    ultimo aggiornamento: 16-06-2015 LEGGI TUTTO