Nuovo suicidio all’interno di un carcere, in questo caso l’istituto penitenziario di Parma, in Emilia-Romagna. A togliersi la vita un ventinovenne nordafricano, naturalizzato italiano, con problemi di tossicodipendenza, trovato impiccato in cella. Il ragazzo, in carcere da dicembre, era dal 10 marzo in isolamento per motivi disciplinari. Appreso dell’accaduto, il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, si è subito recato nel carcere di Parma per un confronto con la direzione.
“Con oltre 15 casi ogni 10mila persone, l’incidenza di suicidi in carcere è di 20 volte più alta rispetto alla media nazionale. Possiamo parlare di una vera e propria epidemia: dall’inizio dell’anno sono già più di 20 i casi di suicidio in carcere”, sottolinea il garante Cavalieri commentando quanto accaduto a Parma. “Il giovane – aggiunge – aveva già messo in atto gesti di autolesionismo e per questo solleciteremo le autorità al fine di capire se sia stato attivato il protocollo antisuicidario come previsto in questi casi”.
“Il problema – rimarca il garante – non può essere sottovalutato, in quanto si tratta di una vera e propria emergenza. Occorre intervenire velocemente e la soluzione sta nel rendere la detenzione, come afferma la stessa carta costituzionale, un periodo di ricostruzione della persona che deve poter riprendere in mano la propria vita. Molto spesso, invece, il carcere si trasforma per il detenuto in un luogo che ne alimenta le fragilità, in un’esperienza infernale, fino al punto di indurlo a mettere in atto gesti estremi”.
(Cristian Casali)
14 Marzo 2024