“Maggiore impegno, anche da parte della Regione Emilia-Romagna, per sradicare il fenomeno del lavoro irregolare”.
È la richiesta che Giulia Gibertoni (Misto) formula alla giunta regionale “sia per contrastare gli infortuni sul lavoro sia per rendere non più conveniente l’utilizzo di lavoratori irregolari utilizzando lo strumento della sospensione dell’attività imprenditoriale, considerato che, laddove ci sono lavoratori irregolari, è sempre verificata la fattispecie dell’assenza di adeguata formazione o addestramento rispetto all’attività svolta dal lavoratore”.
Gibertoni, con il suo atto ispettivo, prende le mosse dalla notizia dello scorso 8 marzo in merito “ad alcune irregolarità scoperte dai Carabinieri nel quartiere fieristico di Bologna. Nelle ispezioni, che avrebbero riguardato 50 ditte specializzate nella gestione delle attività di montaggio degli stand del Mecspe, la fiera internazionale per l’industria manifatturiera, si sarebbe riscontrato che su un centinaio di lavoratori controllati, quattordici sono risultati irregolari: sei erano occupati in nero, in assenza di contratto e di ogni copertura assicurativa e previdenziale, mentre altri otto erano impiegati nell’ambito di procedure di appalto illecito”.
Sempre nell’ambito delle stesse attività, Gibertoni sottolinea come “sarebbero poi emerse violazioni anche in materia di sicurezza sul lavoro, con particolare riguardo alla omessa sorveglianza sanitaria, alla formazione e informazione dei lavoratori e al rischio di folgorazione e per due delle aziende controllate sarebbe scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale”.
Rifacendosi alla normativa nazionale e regionale, la capogruppo sottolinea come la nostra regione sia al primo posto “per il numero dei lavoratori vittime delle violazioni accertate” e di come il ‘lavoro nero’ si traduca anche in infortuni sul lavoro ‘invisibili’, perché applicando le percentuali degli infortuni sul lavoro dei lavoratori regolari ai lavoratori in nero, stimati, questi ultimi in oltre 3 milioni, si ottengono circa 175mila-200mila infortuni sul lavoro non registrati”. Per la capogruppo è quindi evidente come molto spesso “basti effettuare i controlli, soprattutto in determinati settori, per trovare le irregolarità. Il fenomeno del lavoro irregolare è particolarmente diffuso nelle PMI, che sono quasi il 90% del tessuto produttivo italiano, come dimostrato nel 2020 in cui il 79,3% delle aziende controllate è risultato irregolare”.
Stante la situazione descritta, Giulia Gibertoni chiede all’esecutivo regionale un “maggiore impegno anche attraverso un aumento dei controlli in collaborazione con tutte le autorità competenti, arrivando a rendere non più conveniente l’utilizzo di lavoratori irregolari”.
(Luca Boccaletti)
21 Marzo 2024