“Dettagliare i motivi del mancato rispetto dell’atto di indirizzo approvato dall’Assemblea legislativa nel dicembre 2022 relativamente alla necessità di superamento del divario digitale nelle aree interne e della montagna”.
Questa la domanda che Michele Facci (Misto) pone all’esecutivo regionale sul tema della connettività internet, più comunemente chiamato ‘digital divide’.
Nello specifico, Facci si rifà all’atto di indirizzo politico del dicembre 2022 in cui per raggiungere l’obiettivo di “Emilia-Romagna data valley bene comune” si enucleava come assolutamente imprescindibile il raggiungimento della “completa digitalizzazione del territorio regionale attraverso connessioni di banda ultra larga per creare un’infrastruttura pubblica di telecomunicazioni coerente con gli obiettivi dell’Agenda digitale europea”.
Richiamando le rilevazioni sulle coperture contenute nella risoluzione approvata dall’assemblea legislativa, il consigliere ricorda come “a fronte di una percentuale decisamente elevata (rispetto alla media regionale) per la connettività superiore a 100Mbps, concentrata prevalentemente nell’area a ridosso della città di Bologna, nell’Appennino bolognese si assiste alle maggiori criticità e deficienze infrastrutturali digitali per arrivare ai comuni di Camugnano e S. Benedetto Val di Sambro dove la maggioranza delle connessioni è inferiore ai 2Mbps”.
Rilevando come a tutt’oggi i dati della connettività a internet riportati nel 2022 siano “rimasti del tutto invariati per quanto concerne la connessione privata e di come anche la situazione dei plessi scolastici nella montagna bolognese sia rimasta deficitaria, nonostante il miglioramento della media regionale degli istituti con connessione in fibra”, Facci formula il proprio atto ispettivo e chiede di conoscere le motivazioni che continuano a determinare questo digital divide.
(Luca Boccaletti)
14 Marzo 2024