Risolvere le criticità nei pronto soccorso dell’Ausl di Bologna, in particolare all’ospedale Maggiore, riscontrate in particolare nei periodi festivi. Lo chiede Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) con un’interrogazione presentata in commissione Sanità presieduta da Ottavia Soncini.
La consigliera ha sottolineato l’importanza di un intervento volto a definire gli ambiti di competenza dei Centri di assistenza urgenza (Cau), ovvero il loro reale apporto al sistema delle emergenze urgenze.
“La situazione dei pronto soccorso del territorio bolognese -ha sottolineato la consigliera- ha raggiunto livelli allarmanti per quanto riguarda gli accessi, causando un sovraffollamento di pazienti. La causa sarebbe da addebitare ai tempi notevolmente prolungati di attesa per l’assegnazione di un posto letto costringendo gli operatori sanitari a svolgere le proprie mansioni nei corridoi delle strutture stesse. In base a quanto sostenuto dall’assessore alla Sanità Donini, i Cau avrebbero dovuto alleggerire il lavoro dei pronto soccorso e sarebbero stati la soluzione contro il sovraffollamento ma permangono criticità che vanno risolte”.
Ha risposto l’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “Gli accessi ai pronto soccorso risentono di andamento giornaliero, stagionale e territoriale. Le organizzazioni sanitarie si sono attrezzate per far fronte ai picchi nei pronto soccorso e definire un piano di azione. Nell’arco di pochi giorni sono state ridimensionate le situazioni critiche. Per quanto riguarda i Cau, sono destinati ad accogliere chi si reca autonomamente per dolori lievi o moderati e casi a bassa complessità. I pronto soccorso hanno registrato un calo del 6% su base regionale e in alcuni casi anche più del 30-40%. I Cau non sostituiscono i pronto soccorso, per cui per le patologie più gravi il consiglio è sempre quello di rivolgersi al 118”.
La consigliera si è detta non soddisfatta: “Non vengono chiarite le perplessità. Anche le organizzazioni sindacali hanno evidenziato carenza di organici e posti letto. I medici dei pronto soccorso dicono che i pazienti continuano a essere gli stessi come casistica e pare che i Cau intercettino più i casi che dovrebbero essere dei medici di famiglia piuttosto che prestazioni a bassa complessità. Il timore è che si vada ad alterare il rapporto tra medico di famiglia e paziente. Rimangono alcuni dubbi rispetto ai numeri e alle prese in carico tipo quanti al casi sono risolti ai Cau e quanti vengono trasferiti in pronto soccorso”.
(Lucia Paci)
4 Marzo 2024