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L’Emilia-Romagna fa convivere fotovoltaico e agricoltura

Una norma chiara e univoca per coniugare le sempre più pressanti esigenze di produzione di energia pulita insieme con la volontà di preservare l’importante patrimonio agricolo e agroalimentare del territorio. Questa la fotografia della delibera di giunta “Specificazione dei criteri localizzativi per garantire la massima diffusione degli impianti fotovoltaici e per tutelare i suoli agricoli e il valore paesaggistico e ambientale del territorio” approvata dall’Assemblea legislativa. Hanno votato a favore Pd, lista Bonaccini, ER Coraggiosa, Lega e M5s, mentre si sono astenuti Fdi e Rete civica.

Ottemperando alla normativa nazionale recentemente entrata in vigore, che dovrebbe trovare applicazione in uno o più decreti interministeriali non ancora emanati, e recependo comunque il ruolo demandato alle Regioni per l’individuazione delle aree idonee, l’Emilia-Romagna cerca di risolvere “la grave incertezza del quadro giuridico di riferimento per gli operatori del settore e per le pubbliche amministrazioni competenti nei procedimenti necessari all’installazione ed esercizio degli impianti fotovoltaici”.

Un percorso tutt’altro che scontato, quindi, perché fino a poco tempo fa la tecnologia fotovoltaica era in netta antitesi con l’uso del suolo a fini agricoli. Il testo approvato dall’Aula regionale cerca di fornire linee di azione inequivocabili sia al settore energetico che a quello agricolo e agroalimentare per operare sinergicamente.

L’anello di congiunzione che potrebbe rivelarsi decisivo per far convivere esigenze così contrastanti, tra coltivazioni e impianti energetici fotovoltaici, potrebbe essere l’agrivoltaico. Questa nuova tecnologia, infatti, a differenza del pannello tradizionale posto a pochi centimetri dal terreno, prevede l’installazione dell’impianto a diversi metri dal suolo. Questo accorgimento, insieme ad ulteriori specifiche tecniche, permetterebbe di far coesistere la produzione energetica con la coltivazione agricola e le produzioni agroalimentari. In via più generale, il progetto approvato pone una particolare attenzione e tutela nei confronti di tutte quelle produzioni certificate ricomprese fra quelle biologiche, Doc, Dop e Igp. Per i terreni interessati da queste produzioni l’uso massimo consentito sarà il 10% del totale a disposizione.

Notevole poi lo sforzo fatto anche per l’utilizzo prioritario e prevalente delle aree già antropizzate. In proposito, via libera all’uso delle aree industriali dismesse da almeno tre anni, così come per l’utilizzo delle cave dismesse e delle aree direttamente pertinenziali che non siano state destinate a patrimonio ambientale. Specifica norma introdotta da un cospicuo pacchetto di emendamenti controfirmati sia dal relatore di maggioranza, Luca Sabattini (Pd) che da quello di minoranza Emiliano Occhi (Lega), a testimonianza di un’ampia condivisione del testo proposto, è poi quella che prevede la possibilità di installare impianti fotovoltaici a tecnologia flottante anche sul 100% della superficie dei canali di irrigazione a regime controllato e delle vasche di laminazione, così come nei bacini e negli invasi del territorio regionale. A queste previsioni si aggiunge il via libera alla realizzazione degli impianti sopra ogni parcheggio di aree pubbliche, industriali, residenziali e direzionali così come sui tetti dei siti produttivi o direzionali.

Importante strumento di controllo previsto dalla Legge è poi l’anagrafe degli impianti fotovoltaici, nella quale iscrivere gli impianti che abbiano acquisito un titolo abilitativo e quelli che siano entrati in esercizio. Con apposita delibera di giunta verrà elaborata una modulistica unificata, definendo la soglia di potenza nominale degli impianti fotovoltaici oltre la quale sarà necessario procedere alla sua compilazione e all’invio alla Regione, anche per gli impianti già realizzati o in corso di realizzazione.

(Luca Boccaletti)


Ambiente e territorio

23 Maggio 2023



Fonte: https://cronacabianca.eu/feed/


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