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Gibertoni (Misto): rischio alluvione, niente infrastrutture vicino all’alveo del Savena

La Regione eviti di realizzare opere infrastrutturali come “il percorso ciclopedonale nel Parco fluviale del torrente Savena e il 2° lotto del Nodo di Rastignano, a pochi metri e addirittura nell’alveo del Torrente Savena, precedentemente devastato con il taglio di 1.157 alberi facenti parte della vegetazione ripariale”.

Lo chiede, in un’interrogazione, Giulia Gibertoni, consigliera del Gruppo Misto che si rivolge alla giunta per sapere anche se “non ritenga urgente e necessario fermare, immediatamente, la cementificazione del territorio regionale, in corso ormai da oltre un cinquantennio, ed i cui effetti devastanti continueranno ad essere pagati dalle generazioni presenti e future”.

La pista ciclopedonale nel Parco fluviale del Torrente Savena, lunga 6,6 chilometri, “inaugurata recentemente e che era costata complessivamente 2.350.000 euro”, era stata interessata “pesantemente” dall’alluvione dello scorso maggio. E la “la piena del Torrente Savena ha anche letteralmente spazzato via il cantiere del 2° lotto del Nodo di Rastignano, cantiere che aveva comportato il taglio di 1.157 alberi” scrive la consigliera.

“che comportava una variazione alla vigente strumentazione urbanistica comunale, mediante introduzione di un POC (Piano Operativo Comunale) tematico e Variante Cartografica al RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio) è stato incredibilmente esentato dalla valutazione di compatibilità ambientale – afferma Gibertoni – perché ciò era previsto dalla legge urbanistica regionale L.R. 24/2017, con una previsione burocratica la cui assurdità è stata provata dai recenti fatti con le alluvioni del maggio 2023 che ne hanno, invece, sancito la totale incompatibilità ambientale”. Inoltre, quell’area poteva essere interessata dalle alluvioni, come ha spiegato anche l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile – Servizio Area Reno e Po di Volano. La capogruppo del Misto sostiene che “non c’erano dubbi sull’irrazionalità e l’incompatibilità ambientale del cantiere e soprattutto dell’opera stessa del 2° lotto del Nodo di Rastignano, ideato e costruito nell’alveo fluviale e a pochi metri dal Savena”. Per l’opera sono stati abbattuti 1.157 alberi che “erano parte della fascia ripariale, una sponda naturale che trattiene il terreno dalle erosioni e dalle esondazioni”. Infine, la consigliera ricorda l’uso del suolo in regione: “Come risulta dai dati ISPRA, la Regione Emilia-Romagna è prima in assoluto in Italia per il consumo di suolo (2020 – 2021) in aree a pericolosità idraulica: 78,6 ettari in aree a pericolosità idraulica alta, 501,9 ettari in aree a pericolosità idraulica media e 548,3 ettari in aree a pericolosità idraulica bassa”.

(Gianfranco Salvatori)


Ambiente e territorio

7 Giugno 2023



Fonte: https://cronacabianca.eu/feed/


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