Un’alleanza tra agricoltura e turismo nel nome dei biodistretti. Obiettivo: diffondere la cultura del biologico, i principi dell’agro-ecologia e favorire un modello di sviluppo sostenibile. Lo prevede la proposta di legge di Silvia Zamboni (Europa Verde) discussa nel corso della commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini che prima della pausa estiva aveva raccolto le osservazioni, nel complesso positivi, delle parti sociali interessate.
“Partendo da quanto prevede la legge nazionale in materia vogliamo promuovere e favorire la libera aggregazione delle imprese collegate all’agricoltura biologica; valorizzare e sostenere tutte le fasi della filiera del biologico (produzione, confezionamento, trasformazione, commercializzazione, distribuzione e promozione)”, spiega Zamboni per la quale “il territorio emiliano romagnolo è molto variegato, nel caso del biologico l’Appennino parte avvantaggiato per questo dovremo fare una legge che eviti disparità”.
Il relatore di minoranza Fabio Rainieri (Lega) ha sottolineato come “anche alla luce dell’audizione delle parti sociali la proposta di legge va modificata e migliorata: sul tema della territorialità bisogna puntare sulla continuità territoriale dei biodistretti, bisogna chiarire bene l’utilizzo della Sau e serve un osservatorio regionale presieduto dall’assessore competente”.
Dal canto suo Marco Mastacchi (Rete civica) ha chiesto di valorizzare l’agricoltura biologica in montagna visto i sacrifici fatti da quegli agricoltori che a partire dagli anni ’90 fecero da pionieri di questa attività.
(Luca Molinari)
