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    Avellino, il vescovo a neo sindaca: “Prevalga bene comune, non di una parte”

    “Carissima Laura, auguri e congratulazioni per il risultato ottenuto da te e dalla tua squadra. Ti dico subito che non vorrei essere nei tuoi panni in questi giorni in cui scegli la compagine che governerà la città di Avellino. Finora hanno prevalso le strategie elettorali, l’opposizione fittizia ‘centro-periferie’, lo sventolio delle bandiere, le promesse dell’uno e l’altro candidato, i fuochi pirotecnici come per la vincita dello scudetto (siamo un popolo da stadio!), ma ora deve prevalere il bene comune e non l’impero di una parte”.PUBBLICITA

    Lo scrive il vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello, in una lettera alla nuova sindaca di Avellino, Laura Nargi, vincitrice al ballottaggio del 23 e 24 giugno. “Quando presterai giuramento come prima cittadina di Avellino – scrive monsignor Aiello – non lo farai come Sindaco di uno schieramento, ma come regista e custode di un bene che riguarda tutti, vincitori e perdenti. Adesso è l’ora della città, delle sue più vere e dimenticate necessità, innanzitutto delle persone, tutte, senza esclusioni di sorta e, se dovrà esserci una predilezione dovrà essere rivolta alle sacche di povertà di Quattrograne, di Valle, del Rione-Ferrovia.

    Non ti scrivo da Vescovo, ma da cittadino che teme che ‘non si possono fare parti uguali tra diseguali’, come scriveva Don Lorenzo Milani”. Rivolgendosi alla neo sindaca Nargi, il vescovo di Avellino scrive ancora: “Per scegliere la città e dare ad essa un governo stabile bisogna che la tua squadra sia il più inclusiva possibile, saltando il crinale vincitori-vinti, e scegliendo collaboratori competenti anche da liste che non hanno raggiunto il podio della vittoria. Non intendo annullare il compito dell’opposizione che deve essere intelligente e, quando serve, collaborativa, ma, nel gioco delle parti, pensare oltre gli steccati e le antiche e corrose logiche di partito.
    La città – prosegue monsignor Aiello – ha bisogno di stabilità e di progetti a lungo termine che possono essere realizzati solo da una compagine che tenga unite le diverse anime. So che è difficile, ma è il compito alto cui sei chiamata, in questo momento solenne, per evitare equilibri incerti e interventi di corto respiro che danno ragione all’adagio storico che vuole nell’ultima vittoria le premesse della guerra futura. Il tuo Vescovo, che non vuole confondere competenze che sono e restano diverse, ti accompagna in questi giorni decisivi per il futuro della nostra città, prega per te e ti benedice. Laura, adesso è l’ora della città. Chissà, forse quel giro di valzer improvvisato a una festa è la chiave del nostro futuro”, conclude il vescovo di Avellino, facendo riferimento al ballo tra Laura Nargi e Antonio Gengaro, suo sfidante al ballottaggio, poche ore prima del voto durante una festa.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Napoli, appello del vescovo ai giovani: “Niente compromessi”

    Il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha rivolto un appello ai giovani di Napoli e della Campania, esortandoli ad avere il coraggio di prendere in mano le redini della propria vita e di non accettare compromessi con nessuno.Parlando a margine dell’Assemblea pubblica per la presentazione del Comitato anticamorra per la legalità a Napoli, il vescovo ha sottolineato l’importanza per gli adolescenti di vivere la propria vita con dignità, evitando di concedere la propria coscienza a influenze esterne.
    Don Mimmo Battaglia ha incoraggiato i giovani a vivere e amare la vita, spronandoli a credere che un futuro migliore è possibile per tutti, ma richiede il coraggio di mettersi in gioco e schierarsi. Questo messaggio di responsabilità e impegno vale, secondo il vescovo, per i giovani e per ciascuno di noi, poiché è essenziale avere il coraggio di sostenere e credere in questi ragazzi, riconoscendo l’importanza della credibilità individuale.
    Il vescovo, sempre a margine dell’evento, ha evidenziato che la radice della mafia, e quindi della camorra a Napoli, si nasconde nell’indifferenza e nell’asocialità, nell’inerzia e nel voltarsi dall’altra parte. Ha sottolineato che l’omertà, in questo contesto, rappresenta una minaccia mortale.
    Affrontando coloro che gestiscono il territorio con violenza e minacce, il vescovo ha dichiarato che la comunità offre dolore e rabbia, ma mai resa. Ha sottolineato la disponibilità a offrire speranza a coloro che ne hanno bisogno e ha enfatizzato la bellezza e la dignità della vita che tutti portiamo dentro di noi, invitando a credere in una terra migliore.
    “La prima mafia, e quindi la camorra qui a Napoli, si annida nell’indifferenza e nell’asocialità, nel non fare nulla, nel voltarsi magari dall’altra parte. E’ questa la ragione per cui anche l’omertà, in questo senso, uccide. A chi crede di gestire il territorio con violenza e bombe possiamo offrire il nostro dolore e rabbia, ma mai la nostra resa.
    A loro diciamo che se hanno bisogno di noi, della speranza noi siamo qui, se non riescono a credere in una terra migliore possiamo dare loro la fragranza della bellezza di questa terra che non è solo sogno, ma soptrattutto è dignità della vita che ci portiamo dentro”. LEGGI TUTTO

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     Caserta, ragazza accoltellata a scuola, il Vescovo: “Siamo tutti colpevoli”

    Il vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, ha espresso il suo dolore e rammarico per l’episodio della minore di 17 anni che ieri ha accoltellato una compagna di scuola 18enne in classe, all’istituto superiore Buonarroti.
    Nel suo messaggio, il prelato ha ribadito le parole usate a fine estate 2022 durante l’omelia dei funerali del 18enne Gennaro Leone, accoltellato e ucciso in seguito ad un banale litigio per le strade della movida a Caserta.
    “La violenza non è un atto individuale, ma una responsabilità collettiva”, ha detto il vescovo. “La tentazione sarebbe di puntare il dito sul colpevole. La giustizia, certo, farà il suo corso e ci indicherà le responsabilità e ciò che è successo. Ma sarebbe ipocrisia pensare che il colpevole sia una sola persona. Non possiamo lavarci le mani come Pilato”.
    “Dinanzi a questi avvenimenti è giusto domandarci se abbiamo fatto la nostra parte”, ha proseguito Lagnese. “I veri responsabili, forse, siamo noi adulti. Siamo colpevoli di non mettere sogni nei cuori dei nostri ragazzi, di non farli appassionare abbastanza alla vita. Non possiamo permettercelo”.
    “È necessario l’impegno di tutti”, ha concluso il vescovo. “È necessario che tutti facciano il loro dovere, le istituzioni come la scuola, ma anche la nostra Chiesa, e così tutti noi adulti nei confronti dei giovani, perché si sentano sicuri e accompagnati nei propri sogni e nel confronto con le proprie paure”.
    Il messaggio del vescovo è un monito forte e chiaro alla società civile. La violenza non è un problema che riguarda solo le vittime e i responsabili diretti, ma riguarda tutti noi. È una responsabilità collettiva che dobbiamo assumerci, se vogliamo costruire un futuro migliore per i nostri giovani. LEGGI TUTTO