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    Camorra, usura per conto del clan Licciardi: arrestati in nove

    Napoli. Da oltre un anno due commercianti di Scampia erano tenuti sotto la morsa dell’usura dal alcuni elementi della criminalità organizzata legati al clan Licciardi.PUBBLICITA Stamane la Polizia di Stato, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone, ritenute responsabili di usura ed estorsione, reati aggravati per alcuni anche dal metodo mafioso.L’indagine, avviata in seguito alla denuncia dei due commercianti vittime di usura, ha permesso di ricostruire un sistema di prestiti a tassi usurai che ha coinvolto diversi soggetti, tra cui esponenti della famiglia Licciardi.Le vittime, minacciate e vessate, hanno infine deciso di denunciare le estorsioni.Le indagini, partite a giugno del 2023, condotte dalla Squadra Mobile e dai Commissariati di Scampia e Secondigliano, hanno raccolto prove solide grazie a intercettazioni, testimonianze e analisi dei tabulati telefonici.Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Usura a San Giovanni a Teduccio: preso il boss Salvatore Montefusco Zamberletto

    Napoli. C’è anche il boss Salvatore Montefusco detto Zamberletto  tra le tre persone fermate dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Poggioreale su ordinanza della DDA di Napoli (pm Simona Rossi).PUBBLICITA

    Salvatore Montefusco, detto “Zamberletto”, figlio del boss Carmine Montefusco, e Antonio Galasso sono accusati di usura, estorsione, detenzione abusiva di armi e spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso.

    Punti Chiave ArticoloLe indagini sono partite dalla denuncia di una vittima che ha raccontato di essere stata costretta a pagare tassi usurai esorbitanti, superiori al 100%, per prestiti contratti negli ultimi due anni. Di fronte all’impossibilità di restituire il denaro, avrebbe subito aggressioni e minacce. Salvatore Montefusco è considerato il referente del clan Montefusco, attivo nel complesso edilizio popolare “Rione De Gasperi” a Ponticelli e legato al clan “De Luca Bossa”.
    Nonostante Carmine Montefusco e Antonio Galasso non abbiano precedenti penali, la famiglia Montefusco è attualmente coinvolta in una sanguinosa faida con il clan “De Micco”.  Il fratello Emanuele Pietro fu ucciso due settimane fa L’omicidio di Emanuele Pietro Montefusco, fratello di Salvatore, avvenuto lo scorso 9 luglio in via Argine, potrebbe essere collegato a questa faida. Secondo gli inquirenti, si potrebbe trattare di una vendetta diretta nei confronti di Salvatore Montefusco.” Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Napoli, presa la gang degli usurai di San Giovanni a Teduccio

    Napoli. Avevano ridotto sul lastrico un piccolo imprenditore di san GHiovanni a Teduccio che era costretto a versare interessi mensile del 100% a fronte di un presitito che aveva chiesto al gruppo di usurai.PUBBLICITA

    L’uomo stanco delle continua richieste da parte del gruppo legato a una famiglia di camorra della zona, si è rivolto ai carabinieri e ha fatto arrestati gli usurai.

    E infatti i Carabinieri di Napoli hanno eseguito tre fermi, su disposizione della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettante persone accusate di usura, estorsione, detenzione illegale di armi e spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso.
    L’operazione, condotta dai Carabinieri di Poggioreale e dal Nucleo Investigativo, ha preso di mira un gruppo criminale che avrebbe vessato un uomo del quartiere San Giovanni a Teduccio, costringendolo a pagare debiti a tassi usurai esorbitanti, spesso superiori al 100% al mese.

    I tre arrestati, tra cui due senza precedenti penali, sono stati convalidati in carcere dal Giudice per le Indagini Preliminari.
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    Gli usurai del clan dei Casalesi incendiavano le auto a chi non pagava in tempo: 5 arresti

    I Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno sgominato un gruppo di persone legate al clan dei Casalesi, accusate di estorsione, usura e danneggiamento mediante incendio.PUBBLICITA

    Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno portato all’arresto di 3 persone e agli arresti domiciliari di altre 2.

    Le indagini hanno fatto luce su un episodio di estorsione avvenuto tra febbraio e luglio 2024. Le vittime erano state oggetto di una richiesta di denaro pari a circa 100mila euro, derivante da un debito pregresso di 45mila euro contratto a tassi usurari da uno degli indagati.
    Per intimidire le vittime e indurle al pagamento, gli indagati, con la collaborazione di altri elementi della criminalità organizzata, hanno organizzato dei summit camorristici.

    Non ottenendo l’effetto desiderato, nell’aprile 2024, alcuni degli indagati si sono recati presso l’abitazione di una delle vittime e hanno dato fuoco ad alcune autovetture.

    L’azione intimidatoria ha sortito l’effetto sperato: le vittime, temendo per la propria incolumità, hanno consegnato ai loro aguzzini circa 5mila euro come prima tranche del debito.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    A Cimitile usura del 10% al giorno: arrestato 42enne

    Cimitile. I Carabinieri della Stazione di Cimitile, coordinati dalla Procura della Repubblica di Nola, hanno arrestato in flagranza di reato un 42enne incensurato di Cimitile per il reato di usura aggravata.
    L’uomo è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere dal Giudice per le indagini preliminari di Nola.
    L’indagine è scaturita dalla denuncia di un’imprenditrice di Nola di 44 anni. La donna, a partire da novembre 2018, aveva ricevuto in prestito dal 42enne la somma di circa 20.000 euro.
    170mila euro solo di interessi in pochi mesi
    Nel corso dei mesi, però, era stata costretta a restituire un importo complessivo di circa 170.000 euro a titolo di soli interessi. Inoltre, l’uomo le richiedeva ulteriori 240.000 euro, applicando un tasso di interesse usuraio del 10% al giorno per ogni giorno di ritardo nel pagamento.
    I Carabinieri, attraverso una perquisizione dell’abitazione del 42enne, hanno trovato 3.500 euro in contanti, la somma che la vittima stava per consegnare come ulteriore rata usuraria, oltre ad altra documentazione probatoria.
    Il vortice dell’usura
    La vittima, intrappolata nel vortice dell’usura, si è trovata costretta a elargire ingenti somme di denaro per anni, senza mai riuscire a estinguere il debito. Gli interessi applicati dall’usuraio avevano infatti fatto lievitare la somma a cifre spropositate rispetto al prestito originario.
    L’uomo, dopo l’arresto, è stato associato alla casa circondariale di Napoli Poggioreale, in attesa di giudizio.
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    Napoli, firmato in Prefettura accordo per contrasto all’usura

    Napoli ha visto la firma di un accordo presso la Prefettura per contrastare il fenomeno dell’usura. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, e il direttore generale di Intesa Sanpaolo e presidente Abi Campania Giuseppe Nargi, hanno sottoscritto l’accordo quadro alla presenza del commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Maria Grazia Nicolò.
    L’accordo istituisce un Osservatorio sul fenomeno presso la Prefettura di Napoli, con l’obiettivo di promuovere iniziative di informazione sui Fondi di prevenzione, diffondere un’informazione corretta per favorire l’inclusione sociale e finanziaria delle fasce vulnerabili della popolazione e proporre misure di contrasto ai reati di usura e racket.
    Secondo una nota della Prefettura, combattere questi fenomeni costituisce una priorità assoluta e richiede un impegno costante per fornire sostegno agli operatori economici e alle altre vittime di usura e racket. L’azione di prevenzione è fondamentale per bloccare la diffusione di questi crimini, che minacciano la libertà degli operatori economici, gli equilibri di mercato e il rispetto delle regole sulla concorrenza.
    Il prefetto ha sottolineato l’urgente necessità di promuovere iniziative di accompagnamento per aiutare gli operatori economici e le altre vittime dell’usura a uscire da questo circolo drammatico e adottare un percorso virtuoso. LEGGI TUTTO

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    La proposta Claai: “Sostenere le vittime dell’usura con i Confidi per l’accesso al credito”

    “Dopo le ultime notizie apparse sulla stampa cittadina, esprimiamo soddisfazione per l’azione della magistratura contro il crimine dell’usura e la nostra solidarietà agli imprenditori che hanno trovato il coraggio di denunciare. L’usura resta una piaga che, soprattutto dopo la crisi dovuta alla pandemia, attanaglia ancora molte piccole imprese in difficoltà economiche”.
    Lo dichiara in una nota Achille Capone, segretario provinciale della Claai Napoli, l’associazione dell’artigianato e della piccola e media impresa, in merito al caso dell’imprenditore di Soccavo rimasto vittima degli usurai dopo la crisi legata al Covid.
    “La Claai da tempo ha messo in atto strumenti associativi, come i Confidi (consorzi di garanzia collettiva dei fidi) – prosegue Capone – per fornire adeguata consulenza in materia. Inoltre i Confidi utilizzano il Fondo Antiusura, istituito dall’articolo 15 della legge 108/1996, finalizzato a fare accedere più agevolmente le imprese in difficoltà economica”.
    “Il Fondo istituto presso il Dipartimento del Tesoro – sottolinea ancora il segretario provinciale Claai – concede, attraverso i Confidi, le garanzie statali per facilitare l’accesso al credito alle imprese in difficoltà in modo da prevenire il rischio di usura.
    La gravità della situazione attuale necessita di un’azione combinata e sinergica tra forze dell’ordine, magistratura e associazioni e gli strumenti economici come i Confidi, oltre, necessariamente agli imprenditori in crisi che devono trovare il coraggio di denunciareı.
    «La speranza è che dopo gli accadimenti degli ultimi giorni non si spengano i riflettori sul fenomeno, si continui nell’azione repressiva del crimine e si presti la giusta attenzione a chi denuncia. Come Claai – conclude – siamo disponibili a fare per intero la nostra parte”. LEGGI TUTTO