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    Caserta sventato un attentato dinamitardo, 135mila ordigni sequestrati e 4 arresti

    I Carabinieri di Caserta hanno sventato un possibile attentato dinamitardi sequestrando oltre 135mila ordigni esplosivi e arrestando 4 persone.PUBBLICITA

    L’operazione è avvenuta nella notte scorsa durante un controllo in un immobile in costruzione a Francolise. I militari hanno sorpreso quattro persone in flagrante mentre confezionavano ordigni esplosivi di vario tipo, tra cui anche IED (Improvised Explosive Device), progettati per attentati dinamitardi.

    Oltre agli ordigni, sono stati sequestrati anche 8.000 kg di polveri da sparo per un valore commerciale stimato superiore ai 2 milioni di euro. Il materiale pirotecnico era di tipo improvvisato e privo di qualsiasi autorizzazione e sistema di sicurezza.
    Tra le sostanze esplosive sequestrate, c’erano anche quelle ad alto potenziale come tritolo, T4 e pentrite, in grado di provocare un elevatissimo effetto dirompente e distruttivo.

    Vista la pericolosità del materiale, è intervenuto il Nucleo Artificieri Antisabotaggio di Napoli per catalogare e mettere in sicurezza gli ordigni.
    Le quattro persone arrestate sono accusate di detenzione illegale di esplosivo. Il sito è stato posto sotto sequestro e vigilato dai Carabinieri in attesa del completamento delle attività di catalogazione e del trasferimento del materiale in un luogo sicuro.
    L’operazione dei Carabinieri ha scongiurato un grave pericolo per la pubblica sicurezza e ha portato alla luce un’organizzazione criminale dedita alla produzione e vendita di ordigni esplosivi.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Camorra scatenata a Casavatore: stesa al corso Europa

    Casavatore. Camorra scatenata: esplosi 15 di colpi di pistola. Non si arresta l’ondata criminale.PUBBLICITA

    Lunedì sera, su Corso Europa, sono stati esplosi da uomini presumibilmente in sella ad alcune moto, almeno 15 colpi di pistola. Sul posto è intervenuta la Polizia locale che ha repertato i bossoli e inviato apposita relazione in Procura.

    Punti Chiave ArticoloMentre le indagini sono tuttora in corso. Dopo un periodo di calma apparente, i clan tornano a far sentire la loro presenza con stese e caroselli di uomini in moto e in auto di grossa cilindrata come ad Arzano “gemellata”, a quanto pare sul fronte criminale, al clan Ferone di Casavatore che, nel 2017, ha determinato anche lo scioglimento per mafia del comune. Il clan Ferone torna a far sentire la sua forza intimidatrice Secondo una prima ricostruzione investigativa, verso le 22,30, sul centralissimo corso Europa, uomini in sella ad alcune moto, hanno esploso almeno 15 colpi d’arma da fuoco in aria per poi dileguarsi e far perdere le proprie tracce.
    La scena si sarebbe consumata in pochi minuti tra il fuggi fuggi generale della gente a quell’ora ancora in strada. Una situazione che si somma alla già delicata vicenda della festa dei Gigli che ha registrato nei giorni scorsi il blitz congiunto di Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia locale. Ovviamente le due cose non sono collegate, ma anche questa situazione rischia di diventare incandescente. P.B.
    Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Grumo Nevano muore dopo una TAC con contrasto, aperta un’inchiesta: sequestrata la salma

    Grumo Nevano.Un uomo di 77 anni di Acerra è deceduto ieri mattina mentre si sottoponeva a una TAC con mezzo di contrasto in un centro diagnostico di Grumo Nevano.PUBBLICITA

    I soccorsi sono stati tempestivi, ma non sono riusciti a salvare l’uomo. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Frattamaggiore e la Procura di Napoli Nord ha aperto un’inchiesta per accertare le cause del decesso e le eventuali responsabilità.

    La salma dell’uomo è stata sequestrata e trasportata all’Istituto di Medicina Legale dell’Ospedale San Giuliano di Giugliano per l’autopsia. I familiari della vittima hanno presentato una denuncia e chiedono di fare chiarezza sull’accaduto.
    Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, all’uomo è stato iniettato il liquido di contrasto per via endovenosa. Poco dopo, ha iniziato ad accusare un forte malore e ha perso conoscenza. Il personale del centro diagnostico ha tentato di rianimarlo, ma senza successo.

    Le indagini dovranno appurare se sono state rispettate tutte le precauzioni previste per questo tipo di esame, come la premedicazione con farmaci antiallergici o la presenza di un anestesista in sala.

    Il centro diagnostico ha espresso cordoglio alla famiglia della vittima e ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare con le autorità.
    Questo episodio solleva interrogativi sulla sicurezza delle TAC con mezzo di contrasto, che, sebbene generalmente sicure, possono in alcuni casi provocare gravi reazioni allergiche. È importante che i pazienti siano informati dei rischi associati all’esame e che le strutture mediche adottino tutte le necessarie precauzioni per garantire la loro sicurezza.

    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli calcinacci sul lungomare: crolli e pericoli per i turisti. Scatta l’inchiesta

    Un altro pericoloso crollo di calcinacci si è verificato sabato sera sul lungomare di Napoli, questa volta dal balcone di un ristorante in via Partenope.PUBBLICITA

    Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito, ma l’episodio ha riportato alla luce l’annoso problema della sicurezza sul lungomare, già messo a dura prova dal crollo del palazzo di Via Roma nel 2020.

    Non è la prima volta che si verificano crolli in zona: solo due mesi fa, un masso di 57 chili si è staccato da un altro edificio in via Partenope 10, finendo nel cortile del palazzo.
    I residenti e i commercianti della zona denunciano da tempo la presenza di balconi pericolanti, cornicioni fatiscenti e calcinacci che potrebbero cadere da un momento all’altro.

    La situazione è aggravata dall’erosione causata dalla salsedine, che accelera il deterioramento degli edifici. A ciò si aggiunge la mancanza di manutenzione adeguata, che spesso è ostacolata da cavilli burocratici e dalla carenza di fondi.

    Oltre ai pericoli per l’incolumità pubblica, il degrado del lungomare rappresenta un danno d’immagine per la città, che proprio in questa zona concentra una grande parte dell’offerta turistica.
    I turisti, infatti, si trovano a passeggiare tra cantieri, transenne e cumuli di detriti, con il rischio di imbattersi in crolli improvvisi.

    È necessario un intervento urgente e concreto da parte delle autorità competenti per mettere in sicurezza il lungomare di Napoli e tutelare l’incolumità di cittadini e turisti. Occorre un piano di manutenzione straordinaria degli edifici pericolanti, accompagnato da controlli regolari e da una maggiore efficienza burocratica.
    Solo con un impegno serio e condiviso sarà possibile restituire al lungomare di Napoli il suo antico splendore e renderlo un luogo sicuro e accogliente per tutti.
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    Napoli, occupazione abusiva dei locali di una scuola: chiesti danni anche ai dirigenti scolastici

    Napoli. Ex custode di una scuola morto da oltre dieci anni, gli eredi occupano l’alloggio dell’istituto. Sfruttano indebitamente anche la fornitura idrica.PUBBLICITA

    Uno dei familiari fu arrestato per coltivazione di marijuana nel cortile della scuola. Carabinieri e Corte dei Conti notificano a dirigenti scolastici invito a dedurre per un danno erariale di oltre 25mila euro.

    Dopo un’intensa attività di indagine condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri Napoli Vomero e coordinata dalla Procura Regionale per la Campania presso la Corte dei Conti, è stato notificato a vari Dirigenti Scolastici pro tempore dell’Istituto Comprensivo Statale “Ignazio di Loyola”, sito in Napoli alla Via S. Ignazio di Loyola n. 3, un invito a dedurre in merito a condotte negligenti che hanno causato un danno erariale di 26.775 euro.
    I fatti contestati riguardano l’ex alloggio del custode della scuola, deceduto da oltre dieci anni, occupato illegittimamente dai suoi eredi, i quali hanno anche usufruito indebitamente della fornitura idrica dell’istituto.

    Le indagini hanno evidenziato una colpevole inerzia da parte della Dirigenza Scolastica pro tempore, che, avendo appreso dagli stessi occupanti che intendevano continuare ad esercitare abusivamente le loro mansioni, ha omesso di denunciare tale situazione.

    In particolare, la mancata segnalazione all’ente locale proprietario dell’immobile ha impedito l’adozione tempestiva delle azioni necessarie per liberare i locali e richiedere il risarcimento delle somme dovute, evitando così la prescrizione.
    Durante l’ispezione, i militari hanno identificato un familiare dell’ex custode, in passato arrestato per coltivazione di piante di marijuana nel cortile della scuola, adiacente all’alloggio.

    Gli accertamenti hanno rivelato anche che, in alcuni casi, la Dirigenza Scolastica pro tempore ha fornito agli occupanti abusivi i codici dell’allarme dell’istituto scolastico, compromettendo la sicurezza del materiale didattico custodito.
    L’occupazione di tali locali ha causato un danno all’offerta didattica, impedendo il riutilizzo degli stessi per le esigenze di aule, e ha interferito con il regolare funzionamento dell’istituzione scolastica, vista la presenza di estranei a contatto con scolaresche di giovane età che hanno avuto accesso indiscriminato agli ambienti scolastici.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli, incendio Oasi degli Astroni: rinviati a giudizio i presunti responsabili

    Napoli. Un passo importante verso la giustizia per l’ambiente: la Procura di Napoli ha rinviato a giudizio i presunti responsabili dell’incendio che il primo agosto 2023 ha devastato l’Oasi WWF Cratere degli Astroni, divorando oltre 40 ettari di vegetazione all’interno e all’esterno dell’area protetta.PUBBLICITA

    Le fiamme, scatenate dall’esplosione di fuochi d’artificio in un’area adiacente all’Oasi, hanno rappresentato un vero e proprio disastro ambientale. Come sottolinea il WWF, “eventi drammatici come questi spingono ancora una volta l’organizzazione a raddoppiare gli sforzi per diffondere la cultura della responsabilità e del rispetto per l’ambiente”.

    Punti Chiave ArticoloL’impegno del WWF si traduce in azioni concrete, come l’installazione di termocamere in alcune Oasi per monitorare il territorio in tempo reale e garantire un rilevamento tempestivo degli incendi boschivi. Le indagini e le accuse L’attività investigativa, coordinata dal Procuratore Aggiunto Antonio Ricci e diretta dal Sostituto Procuratore Giulio Vanacore, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di due uomini, un 36enne e un 61enne entrambi residenti a Napoli.
    Quest’ultimo, gestore di un ristorante vicino all‘Oasi, aveva a disposizione aree adibite a parcheggio per i clienti della sua struttura.
    Secondo l’accusa, i due imputati avrebbero consentito e fatto esplodere fuochi pirotecnici, le cui scintille hanno innescato l’incendio. Inoltre, non avrebbero avvisato i soccorsi, aggravando le conseguenze del rogo. Le fiamme, propagate dal vento, si sono espanse rapidamente, distruggendo 40 ettari di prezioso ecosistema. Ora, con il rinvio a giudizio, i due presunti responsabili dovranno rispondere delle loro azioni di fronte alla Corte. Il processo sarà l’occasione per fare luce sulle dinamiche dell’incendio e per accertare le responsabilità.
    Il WWF, parte civile nel processo, continuerà a seguire con attenzione l’evolversi della vicenda, auspicando che la giustizia sia fatta e che tali crimini contro l’ambiente non rimangano impuniti. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, liberati gli appartamenti abusivi nell’ex canonica del ‘500

    Napoli. Sono stati liberati gli appartamenti dell’ex canonica adiacente alla chiesa di San Biagio ai Taffettanari a Napoli, occupati abusivamente da famiglie legate alla criminalità organizzata. Lo sgombero è avvenuto sabato, come disposto dall’autorità giudiziaria.PUBBLICITA

    La notizia, diffusa dal parlamentare Francesco Emilio Borrelli, è stata confermata dalla Procura di Napoli. A fine maggio, l’ex canonica, gioiello del XVI secolo nel centro storico di Napoli, era stata sequestrata. All’interno erano alloggiati alcuni membri della famiglia Macor, tra cui pregiudicati e condannati.

    Secondo gli inquirenti, sette membri del nucleo familiare avrebbero occupato abusivamente gli immobili della canonica, aumentando illegalmente la superficie abitativa. L’ex canonica della chiesa di San Biagio ai Taffettanari, bene di rilievo storico-architettonico, è di proprietà dell’omonima Opera Pia, commissariata dalla prefettura di Napoli.
    I reati contestati sono invasione di terreni ed edifici, realizzazione di opere edilizie abusive e deturpamento e destinazione ad usi incompatibili di beni culturali.

    Lo sgombero e le dichiarazioni

    “Gli occupanti abusivi sono andati via nei termini previsti dall’autorità giudiziaria”, ha dichiarato il deputato Francesco Emilio Borrelli, che aveva presentato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda dopo le inchieste di Report. “Mentre i protagonisti di questa deplorevole vicenda dovranno essere consegnati alla giustizia. Gente come i Macor non rappresenta Napoli. Ringrazio l’autorità giudiziaria, il Prefetto di Napoli, i vertici attuali della curia, il comune e le forze dell’ordine per aver posto fine a questa vergogna”.
    Borrelli ha poi aggiunto: “Si vantano del loro potere, dei loro soldi, sfoggiano lusso ed armi ma poi vivono come parassiti ed accattoni. Provo un disprezzo senza confini per questa gentaglia e non mi darò tregua fino a che non si sarà estinta e con essa quella mentalità criminale e violenta che tramanda di generazione in generazione. Liberiamo Napoli da questo tumore maligno. Adesso la palazzina sia restaurata e affidata ai veri bisognosi”.

    Il futuro dell’ex canonica
    L’obiettivo è quello di restaurare l’ex canonica e di adibirla a fini sociali, destinandola ai cittadini realmente bisognosi.
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    Napoli, banda del buco alle poste di Barra: bottino da 400mila euro

    Napoli. Banda del buco in azione all’ufficio postale di via Minichino nella periferia di NAPOLI, bottino da 400mila euro. I banditi sarebbero introdotti all’interno degli uffici durante il weekend attraverso un foro, portando via dalla cassaforte oltre 400mila euro in contanti.PUBBLICITA

    Sul caso hanno avviato le indagini gli agenti del commissariato di polizia San Giovanni-Barra, intervenuti per effettuare i primi rilievi del caso. Acquisiti i filmati di alcune telecamere, gli investigatori sono già sulle tracce dei componenti della banda del buco entrata in azione nel quartiere San Giovanni a Teduccio.

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    Napoli, blitz nei locali di Chiaia: multe, sequestri e chiusure

    Napoli. Ieri mattina, un’operazione congiunta tra Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Ispettorato del Lavoro e ASL NA1 ha portato a un blitz nella zona di Chiaia a Napoli.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloL’obiettivo era quello di garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle norme, con particolare attenzione alla regolarità del lavoro e alla sicurezza alimentare.
    Nel corso del controllo: Sono state identificate 65 persone, di cui 13 con precedenti di polizia.Sono stati controllati 2 veicoli, con una sanzione per guida con patente scaduta.
    Sono stati controllati 7 locali: Un’attività commerciale è stata sospesa per la presenza di lavoratori irregolari.
    I titolari di 3 esercizi commerciali sono stati sanzionati per difformità alle concessioni di occupazione del suolo pubblico, difformità strutturali, insegne non autorizzate e violazioni in materia di impatto acustico. Sono stati sequestrati 50 kg di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione.
    L’operazione si è conclusa con successo, con l’identificazione di diverse persone con precedenti di polizia e la scoperta di diverse irregolarità. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Napoli picchiato e rapinato alla fermata Duomo della Metro: arrestati due tunisini

    Napoli. Ieri sera, un uomo è stato vittima di una rapina in corso Umberto I, nei pressi della fermata “Duomo” della metropolitana.PUBBLICITA

    I due aggressori, dopo avergli strappato il telefono dalle mani e averlo colpito con calci, si sono dati alla fuga.

    L’uomo ha subito chiesto aiuto e gli agenti del commissariato Decumani, intervenuti sul posto, sono riusciti a rintracciare i due malviventi in via Forcella grazie alle descrizioni fornite dalla vittima e alla localizzazione del suo telefono cellulare.
    I due aggressori, entrambi tunisini di 18 e 19 anni con precedenti di polizia, sono stati arrestati per rapina aggravata in concorso. Il telefono cellulare è stato recuperato e restituito alla vittima.

    L’episodio, che purtroppo non rappresenta un caso isolato, come testimoniano i numerosi racconti nelle cronache di Napoli negli ultimi tempi, ed evidenzia la necessità di un impegno costante da parte delle istituzioni per contrastare la criminalità e garantire la sicurezza dei cittadini.

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    San Giuseppe Vesuviano coniugi arrestati per spaccio di hashish

    San Giuseppe Vesuviano. Agenti del Commissariato di San Giuseppe Vesuviano, durante un servizio di controllo del territorio in piazza Risorgimento, hanno arrestato una coppia di coniugi trovati in possesso di circa 160 grammi di hashish.PUBBLICITA

    Punti Chiave ArticoloGli agenti hanno osservato la coppia scambiare involucri con diverse persone in cambio di denaro. Dopo aver seguito i loro movimenti, sono intervenuti bloccandoli e sequestrando la droga.
    Nel corso dell’operazione, la Polizia ha rinvenuto: 4 stecche di hashish in un borsello24 stecche e 2 frammenti di hashish nel sacchetto nascosto tra le piante45 stecche di hashish nel vano portaoggetti dell’auto
    I coniugi, 43 e 35 anni entrambi di San Giuseppe Vesuviano, sono stati arrestati per detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti. Il marito ha anche precedenti specifici per reati di droga.
    Cinque persone, tra i 20 e i 48 anni residenti tra San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, sono state denunciate per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Le persone erano state sorprese ad acquistare hashish dai coniugi per poi rivenderlo.
    Le sanzioni amministrative Due persone sono state sanzionate amministrativamente per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale. Le persone erano state trovate in possesso di alcuni grammi di hashish. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Festa dei Gigli di Casavatore blitz all’associazione S. Antonio di Brusciano

    Casavatore. Festa dei Gigli tra dinieghi e assenze di autorizzazioni. Scatta il blitz della Polizia di Stato del commissariato di Afragola, dei Carabinieri e del Comando della Polizia Locale in via Ferdinando Russo.PUBBLICITA

    La festa dei gigli a Casavatore ha negli ultimi anni sollevato dubbi e paure rispetto alle procedure a volte non sempre corrette ma che la politica locale ha sempre fatto finta di non vedere.

    Abusi però, che stavolta non sono sfuggiti al blitz a sorpresa che ha certificato oltre al diniego del comando della polizia locale inviato al sindaco Luigi Maglione e alle forze dell’ordine, della totale assenza di sicurezza per gli operai impegnati nella difficile opera di costruzione dell’obelisco da parte della dell’associazione S. Antonio di Brusciano.
    Alla stessa, infatti, sono state contestate una serie infinita di prescrizioni. Insomma, nemmeno il tempo di festeggiare con tanto di pacchi di sale lanciati sui pali da utilizzare per la costruzione dello scheletro del giglio in gergo detto “spogliato” da parte dell’ex consigliere comunale Mauro Ramaglia (nella foto); che in tarda mattinata è scattato il blitz congiunto di Polizia, Carabinieri, caschi bianchi e Asl Napoli2 Nord – Dipartimento di Prevenzione.

    Secondo quanto trapela, Ramaglia ex consigliere comunale di Casavatore, sarebbe stato colui che avrebbe pubblicizzato la festa e assistito alla costruzione dell’obelisco con la divulgazione di una locandina dell’evento e delle varie fasi dell’opera sul suo profilo social.

    Un doppio evento propagandato dallo stesso Ramaglia che avrebbe attirato le attenzioni degli inquirenti tese a capire del perché, nonostante l’assenza di autorizzazioni, piano sicurezza, ditta e occupazione di suolo pubblico, il Comitato Campanariello abbia pubblicizzato l’evento.
    Il tutto condito dal silenzio assordante della politica locale che deve fare i conti con il ricordo dello scioglimento per camorra avvenuto nel 2017 tra i cui motivi pregnanti vi era proprio la storica Festa dei Gigli.

    Una festa che nasce tutta in salita visto che il comando della Polizia locale a seguito di un’attenta istruttoria ha denegato una decina di eventi relativi alle “alzate” e “ballate” dei gigli per l’assenza delle necessarie autorizzazioni che per essere rilasciate devono annoverare elementi di sicurezza tali da non compromettere la pubblica e privata incolumità.
    Ora nonostante la sicurezza e la legalità che intrinsecamente fa parte degli atti fondamentali per la festa, tutti attendono di capire come si muoverà la maggioranza dell’amministrazione comunale in merito alla spinosa questione.
    Faranno sfilare i gigli nonostante i dinieghi e l’assenza della documentazione obbligatoria, oppure saranno intransigenti? Proprio nei giorni scorsi avevano calcato le strade casavatoresi due pezzi da 90 della politica nazionale definendo la Città molto resiliente.
    Francesco Nardelli
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